*Eccoci
con un altro capitolo. Allanon senza memoria e poteri e Wil alle prese
con ormoni e sentimenti, sono in viaggio verso una delle grotte dei
druidi di rigenerazione nella speranza di ritrovare quanto perduto, ma
Wil si chiede se e quanto rivoglia il vecchio Allanon brontolone che lo
ha sempre rifiutato e sicuramente continuerebbe a farlo. Nel frattempo
arrivano ad una valle insidiosa che mette alla prova gli istinti del
druido. Per questo capitolo mi sono ispirata ad alcune immagini trovate
su pinterest che metto alla fine del capitolo. Buona lettura. Baci
Akane*
5. LA VALLE DELLA NEBBIA
"Seguimi, ovunque io vada Stiamo attraversando
Tutto ha senso Il fiume del tempo
Sono tuo ora Seguimi
Cado nello spazio Spazio sconosciuto Attraverso la foschia
Qui giacciono nelle linee d'ombra i cumuli cadenti "
/Crossing over - Lawless ft IO Echo/
Erano risaliti
sul cavallo dopo una pausa per mangiare e nutrirsi, l’andatura del
cavallo era regolare da un bel pezzo e secondo i calcoli di Wil ora
stavano per arrivare in una valle, attraversata quella sarebbero dovuti
arrivare alla grotta dei druidi, ce ne erano alcune sparse intorno per
il mondo ed i druidi le usavano per rigenerarsi quando erano gravemente
feriti.
Non sapeva perché non gli era venuto in mente prima, ma almeno se lo era ricordato.
Avere a che fare
con quell’Allanon era peggio che l’originale. Lui andava solo ad
istinto e faceva di tutto per ottenere quello che sentiva di volere,
non aveva ragioni, ma così lo metteva in una strana situazione.
A volte gli
sembrava di volerlo e che fosse la cosa migliore per sé, ma poi si
ricordava che quando Allanon sarebbe tornato in sé, chi ci avrebbe
fatto i conti era lui.
Non aveva paura
di Allanon, ma quello era un campo a dir poco delicato, Wil era immerso
in queste elucubrazioni quando si rese conto di essere arrivato sulla
soglia della valle indicata nella mappa, a quel punto si fermò
bruscamente tornando al presente.
- Che succede? -
Chiese Allanon sbucando dalla sua spalla, facendo per questo saltare
Wil. Ogni volta che le loro bocche si avvicinavano troppo era una
specie di tortura.
- Siamo arrivati
alla Valle della Nebbia e capisco perché la chiamano così! - Esclamò
Wil indicando col capo davanti a sé. Allanon allungò lo sguardò e vide.
Davanti a loro si
estendeva un’ampia e spaziosa vallata coperta interamente di nebbia,
fra essa solo punte di alberi e rocce di forme diverse qua e là, per il
resto solo una nebbia fitta, come un lago bianco infinito.
- Sono luci? - Chiese Allanon indicando alcuni luccichii dorati in mezzo a quel fumerone bianco.
Wil annuì.
- Sembrerebbe.
Saranno case? - Si chiese chi potesse abitare in quella vallata
desolata, perfino il sole era nascosto in quella zona.
Tutto quel posto era decisamente inquietante, Wil rabbrividì mentre Allanon si fece improvvisamente serio e professionale.
- Abbiamo armi? -
Wil si rese conto solo in quel momento di essere quasi del tutto
disarmati. Wil alzò dalla sacca appesa al collo del cavallo la cintura
dove appesa c’era quella sotto specie di spada. Si era armato con una
lama di fortuna, ma era un po’ piccola e sottile e diversa dalle solite
con cui erano abituati a combattere.
Allanon tese la mano senza dire nulla e Wil sorpreso di quanto ora sembrasse l’originale, gliela diede sfoderandola.
Il druido la
impugnò con forza e decisione, con l’altra mano lasciò la vita di Wil
per prendere le redini vicino alle sue mani, infine dritto e guardando
avanti a sé quasi con solennità, fece il cenno di proseguire.
Il giovane
rabbrividì, in quel momento fu come essere di nuovo con il vero
Allanon, ormai lo sentiva vicino ed era impressionante come il suo
istinto fosse così forte ed insito in lui anche in una situazione come
quella.
Wil diede un
piccolo colpo al destriero che si mosse scendendo nella stradina
davanti a loro, una stradina che si abbassava fino ad immergersi nella
vallata che avevano davanti.
Il cuore in gola
sobbalzava sempre più veloce, più si immergevano nella nebbia e peggio
era, come se il nemico fosse tutt’intorno e non semplicemente vicino.
Lo percepivano tutti e due, lo vivevano, gli scorreva nelle vene che ribollivano.
Nessuno dei due
parlava, Wil cercava di seguire il sentiero, ma non si vedeva
praticamente più e sperò che il cavallo del druido avesse un suo
istinto per superare situazioni come quelle.
Si sentiva
sguarnito senza spada e pietre, come aveva potuto separarsene? Anche se
era stato convinto di essere fra le braccia della morte, come aveva
potuto?
Se ne pentiva sempre più, ma ormai non poteva che andare avanti.
Nessuno dei due
parlava o fiatava, fissavano davanti guardandosi intorno attenti, era
strano camminare in mezzo a quel fumo bianco e fitto, l’aria era molto
pesante e carica di un’umidità che penetrava i polmoni impedendoti di
respirare bene. Ti sembrava di ammalarti appena la inspiravi.
“Quanto è assurdo
sentirsi al sicuro fra le sue braccia anche se non è il vero Allanon e
non ha poteri?” Mano a mano che procedevano in quel nulla, la paura
serpeggiava nel suo animo ed una volta che vedere fu inutile, chiuse
gli occhi e mise la mano su quella di Allanon istintivamente. Lui non
se la scrollò di dosso e non disse nulla.
- Guarda, c’è una di quelle luci... - sussurrò piano Wil.
- Non
avvicinarti. - Disse istintivamente Allanon con fermezza. Di solito Wil
tendeva a fare tutto l’opposto, ma in quel caso decise di dargli retta,
si resero conto dopo che parlando avevano segnalato la loro posizione.
Quasi immediato
un sibilo si udì nella nebbia, impossibile dire da dove provenisse,
solo la consapevolezza che qualcosa strisciasse intorno a loro.
- Serpente? - Disse Wil impallidendo all’idea di trovarsi davanti ad una di quelle cose.
- Ssst... -
sussurrò Allanon attaccando senza pensarci il labbro al suo orecchio,
questo ebbe il potere di rilassare Wil e riscaldarlo da quel gelo che
arrivava fin nelle ossa facendolo tremare.
Il sibilo crebbe
così come il rumore strisciante che indicò di essere in mezzo a
dell’acqua bassa, Allanon strinse forte la spada e l’alzò preparandosi
ad usarla, proprio in quel momento qualcosa toccò le loro gambe.
- Merda, è qua! -
Il secondo successivo una frustrata li fece volare giù dal cavallo,
Allanon riuscì a tenere Wil per la vita stringendolo a sé finendo giù
insieme. Si alzò subito in piedi e si mise davanti a Wil, cercava di
vedere qualcosa in quel bianco fitto, percepiva il cavallo vicino che
si rialzava e si girava su sé stesso spaventato, ma non scappava come
se non potesse abbandonare il suo padrone, Wil prese le briglie
tenendolo con sé, l’altra mano sulla schiena di Allanon che al momento
era l’unico a sapere come comportarsi.
Erano mezzi bagnati e quell’acqua aveva uno strano odore, non era tanfo ma nemmeno profumo. Era come l’odore di un altro mondo.
Percepivano
chiaramente la presenza di quella creatura intorno a loro, come se
fosse ovunque, ma non la potevano vedere. Il sibilo cresceva, erano
sempre più convinti fosse un serpente, ma la percezione era di un
animale grande, gli girava intorno come se giocasse con loro, come si
poteva fare con la cena.
L’attacco si fece aspettare, ma Allanon non abbassò mai la guardia.
Non aveva idea di
come fare, ma sentiva dentro di sé di saperlo fare, di poterlo fare,
perciò semplicemente chiuse gli occhi, si concentrò sui rumori
striscianti e sul sibilo, per un momento gli sembrò di diventare parte
integrante di quel rumore, gli parve di muoversi sul dorso
dell’animale, di essere lui e, sempre per un momento, si vide coi suoi
occhi che percepivano le figure ed il calore ma non vedevano bene in
modo nitido.
Allanon si vide
in modo netto e sollevando la spada, fendette il colpo verso la sua
testa continuando a tenere gli occhi chiusi e ad usare quelli della
mente.
La lama toccò e ferì il lato dell’animale, egli scattò e stridette, percepirono le fauci spalancate anche se non lo vedevano.
- Lo hai
colpito! - Disse Wil, i rumori aumentarono vertiginosamente e dopo lo
stridio, vennero di nuovo colpiti. Allanon riuscì ad evitare il colpo
di coda vedendo loro stessi con gli occhi del serpente, ma Wil ne fu
investito in pieno. Vide le spire stringersi intorno al suo corpo e
sollevarlo, gridò di dolore ordinando all’animale di lasciarlo, come se
comandandoglielo l’avrebbe fatto.
La presa si
strinse intorno a lui, l’avrebbe stritolato e sembrava un serpente
lunghissimo e bello grande. Allanon non aveva idea di che tipo fosse e
poco importava, doveva tagliargli la testa, dove diavolo era la testa?
Si raddrizzò e
rimase saldo stringendo la spada, una mano alta con il palmo aperto
come se cercasse di percepire l’essere, non perse la concentrazione e
la freddezza, mentre Wil chiamava il suo nome affinché lo aiutasse.
Le forze lo
stavano abbandonando, stava soffocando, cominciava ad incrinargli delle
ossa, ben presto le avrebbe spezzate tutte e l’avrebbe divorato.
Allanon non
doveva concentrarsi su Wil, ma il serpente l’aveva lasciato perdere e
guardava solo il ragazzo nella sua presa, così Allanon saltando tirò un
altro fendente nei paraggi di quel che poteva vedere attraverso gli
occhi del serpente. Lo ferì di nuovo, la creatura stridette di nuovo
forte e questa volta tornò a rivolgersi verso di lui, Allanon si vide
ed in quel momento capì dove era, si abbassò sulle gambe, afferrò la
spada con entrambe le mani come se fosse più grande e forte di quel che
ella era realmente. Era come se sapesse come fare, era come se quella
fosse un’altra spada, era come se l’avesse fatto molte volte.
Vide arrivare
l’attacco del serpente tramite i suoi stessi occhi, sentì il rumore
delle fauci che si spalancavano, gli stava andando addosso per
divorarlo in un solo boccone senza prima stritolarlo, ma Allanon grazie
a questo poté vedere bene dove affondare e girando su sé stesso diede
maggiore forza a quella lama sottile che nelle sue mani divenne una
spada lunga e grossa.
Il fendente
tagliò di netto la testa del serpente, Allanon non vedeva più, il
contatto mentale si era interrotto così aprendo gli occhi tornò alla
nebbia bianca, sentì dei tonfi e i lamenti di Wil.
Rimase fermo a
respirare cercando di riprendersi e capire cosa era successo e cosa
aveva fatto, ma era carico ed elettrizzato, non stanco e sconvolto.
Sentiva di poter fare molto di più.
L’adrenalina gli
impediva di respirare in modo normale, ma scosse il capo e sollevò la
spada davanti ai propri occhi, vide che era sporca di sangue nero.
- Qualunque cosa
fosse quella creatura, non era un semplice serpente. - con questo
scrollò freddamente la spada e richiamò Wil il quale rispose
indicandogli la sua posizione.
Quando capì dove era finito, si fermò ed imprecò anche se non sapeva il motivo di tale preoccupazione.
- Sei su una delle luci! - Esclamò a denti stretti.
- A-Allanon...
Allanon... - Lo chiamò Wil con voce sempre più sottile e affaticata,
come se stesse ancora soffocando. Eppure il serpente era morto, lo
sapeva.
- Wil! - Rispose
il druido precipitandosi su di lui. Lo vide bene, steso all’interno di
una di quelle sfere di luce dorata, era supino, un braccio abbandonato,
l’altra mano a stringersi il collo come se si strozzasse o se...
- Sono anime
intrappolate, cercano di liberarsi possedendo chi le tocca! - Come
faceva a saperlo? Allanon non se ne preoccupò molto, senza perdere un
secondo di troppo lo prese per i piedi fuori dalla luce e lo trascinò,
quando fu libero Wil smise di soffocare e stringersi il collo, ma
si accasciò privo di sensi.
- Merda. -
Imprecò Allanon sollevandogli il capo col braccio, la spada nella mano,
Wil steso e lui chino nell’acqua bassa di un paio di centimetri, la
luce dell’anima lì accanto gli permetteva di vederlo, gli carezzò il
viso sentendo se respirava. Constatato che era vivo sospirò di
sollievo, si chinò ed appoggiò sollevato la fronte sulla sua, infine
gli unì i polsi con una mano e se lo issò sulle spalle come se avesse
un ramoscello e non una persona; fece un fischio come se sapesse che
quello fosse sufficiente a richiamare il suo cavallo. Il destriero si
avvicinò ora tranquillo, chinò il capo come se lo volesse aiutare e
Allanon adagiò Wil sul suo dorso, dopo di questi salì anche lui
sull’animale, prese le redini e con un colpetto, mentre brandiva ancora
la spada pronto ad usarla di nuovo, riprese il viaggio attraversa
quella che sembrava una valle infinita.
L’aria era
rarefatta e difficile da respirare, faceva quasi male. Sembrava quasi
di essere ancora nella nebbia, ma c’era qualcosa di diverso. L’odore.
Il rumore di
acqua era simile a quello della sorgente, quando Wil aprì gli occhi di
soprassalto, si ritrovò la folle paura di aver sognato tutto, ma appena
vide Allanon sospirò di sollievo e si riappoggiò giù mentre la testa
era ancora un po’ indolenzita.
Lo guardò mentre si prendeva il colletto dietro la nuda e si sfilava via la maglia, Wil sbiancò e lo guardò meglio.
Che mania era quella di spogliarsi sempre, ora?
Rimase in
silenzio a guardarlo senza dire che si era svegliato, Allanon continuò
a togliersi i vestiti e lui si beò di quella vista che ormai gli
piaceva senza ritegno. Il suo corpo forte e virile lo faceva
sconvolgere ogni volta che lo guardava, non sapeva come faceva, ma ora
che erano solo loro due lì uno per l’altro e che non c’era nulla di
mezzo, soprattutto nessuno, e che le cose vissute prima gli avevano
aperto gli occhi e fatto rivalutare le priorità, era diverso. Ora era
come se quella patina davanti agli occhi se ne fosse andata.
Lo vide muoversi
ed entrare in una pozza d’acqua, Wil guardò meglio dove erano. Un’altra
sorgente che scendeva giù come una piccola cascata creando una pozza
che poi scivolava via per un altro anfratto, ma non era sotto terra e
fra radici, e l’acqua non era argentata.
Il rumore della
cascatella echeggiava ed era molto scuro, l’aria umida. Spostò lo
sguardo tutt’intorno, erano in una specie di caverna, vedeva non molto
lontano l’entrata da cui la nebbia rimaneva fuori. La caverna dalle
pareti rocciose si apriva in un antro buio e circolare, i cerchi di
pietra si alzavano verso l’alto in un’apertura sopra le loro teste. Da
lì scendeva la cascata d’acqua cristallina che poi diventava blu
oltremare una volta che scendeva a terra creando la pozza. Sulle rocce
piane che delimitavano quest’ultima, era steso lui vestito, bagnato e
sporco.
Le ossa indolenzite, la testa martellante ed un generale senso di debolezza.
Era come essere
in un enorme pozzo e si chiese come ne sarebbero usciti. Da sopra il
cielo era aperto e non più carico di nubi, perciò se fossero riusciti a
salire per quella sorta di via circolare che saliva tipo una spirale
concentrica, ne sarebbero venuti fuori.
L’attenzione alla
grotta si concluse quando Allanon dopo aver nuotato arrivò alla
cascata, risalì su certe rocce e si mise sotto il getto in piedi, le
mani giunte in modo particolare ed innaturale, con le dita che si
intrecciavano come se fosse in meditazione. Si immerse totalmente nella
cascata piuttosto forte, ma non fece una piega.
La cascata della sorgente della vita era tiepida perché incantata, ma dubitava che questa fosse altrettanto calda.
Wil decise di far
notare la sua presenza e si alzò a sedere, sentiva tutto girare e le
forze mancare, vide il cavallo in pace in un angolo che riposava, le
provviste e le cose con sé nelle borse appese, per fortuna non era
andato perso nulla.
Wil si alzò piano e barcollando andò alla pozza, ci mise la mano dentro e sentì che era gelida, a quel punto esclamò:
- Ma sei matto? - Allanon aprì gli occhi e senza fare una piega lo guardò attraverso l’acqua. Gli fece un cenno col capo.
- Vieni qua. - Wil scoppiò a ridere per poi pentirsene subito, la testa tentò di spaccarsi in due.
- Non ci penso
nemmeno! - Allanon fece uno dei suoi ghigni e Wil pensò che fosse
tornato in sé, poi gli venne in mente il suo ultimo ricordo, lui
immerso nella luce dorata che veniva soffocato e si chiese come Allanon
ce l’avesse fatta. - Che è successo, comunque? Hai idea di dove siamo?
- Allanon tese la mano e senza dire nulla attese che lo raggiungesse.
Wil sospirò insofferente, solite poche parole e con questo semplice
gesto lui gli doveva far fare quello che voleva? E perché mai?
- Senti, l’acqua è gelida ed io sto malissimo, ho le ossa rotte per quel che ne so e la testa che... -
- È una fonte
rigenerante, hai la magia dentro di te, no? Ti aiuterà a stare meglio.
Vieni. - Disse calmo e fermo. Wil lo guardò inebetito mentre il cuore
gli si fermava.
- Come... come lo
sai? - Allanon tornò ad aprire gli occhi trovando il suo continuo
bisogno di porre domande e di polemizzare, molto irritante.
- Quando mi sono dato una sciacquata ed ho bevuto, mi sono sentito meglio e rigenerare. Spogliati e vieni. -
- Ma è gelida! -
Allanon scosse il capo seccato, ritirò la mano e tornò al suo intreccio.
Come poteva stargli nudo, cioè completamente nudo, davanti, sotto una cascata gelida in quel modo?
Non aveva niente
da nascondere e tanto meno di cui vergognarsi. Il suo corpo possente
era forte e muscoloso e se lui l’avesse avuto avrebbe fatto le stesse
sfilate, però insomma... come poteva stare sotto una cascata fredda?
Alla fine sospirò insofferente e seguì il fortissimo desiderio di unirsi a lui.
Poteva essere
l’ultimo momento con quell’Allanon senza barriere e regole personali.
Poteva essere l’ultimo momento per godere di lui davvero.
Appena lo pensò si tuffò nella pozza senudato ed ogni bollente spirito andò a quel paese, ottimo sistema per calmarsi.
“E che dovrei fare con questo freddo? Non mi si drizzerà mai!”
Disse seccato fra
sé e sé, non sapeva cosa sarebbe successo una volta unitosi a lui senza
vesti a sua volta, ma ormai aveva deciso di cogliere tutto quel che
rimaneva e abbandonarsi a qualunque suo destino.