6. L’ULTIMA E L’UNICA
"Toccami, la mia pelle è fredda e sono incapace di controllarmi
Toccami, sono d'oro, sono selvaggio come il vento impetuoso
E cadendo non lasciarti sedurre
Lasciamoci andare, anche se solo per questa notte
Lascia che mi avvicini, non sono la tua ombra
Mentre i nostri occhi si schermano,
temendo le possibili accuse contenuti in essi
Non è difficle per noi dire cose che non dovremmo
Lasciamoci andare"
/LET'S GET LOST / Bat for Lashes & Beck/
Wil nuotò verso di lui ed
una volta raggiunta la sua sponda si arrampicò su delle rocce
scivolose, fece fatica a salire ed una volta su traballò verso di lui
trovando complicato stare in piedi e non rompersi la testa con il getto
della cascata.
Mosse un solo passo e se non
fosse stato per una presa forte, si sarebbe ucciso cadendo sul piano
bagnaticcio. Riconobbe la sua mano e poi il braccio intorno alla vita.
Allanon lo prese e lo
sollevò di peso come un fuscello e se lo sistemò davanti a sé,
tenendolo fra entrambe le braccia. Una volta che lo sentì stabile, gli
carezzò il viso con le mani e gli sistemò i capelli all’indietro, lo
sguardo di Allanon era diverso da quello concentrato e contrariato
solito, era felice di vederlo lì con lui e di averlo fra le mani. Era
come se gli piacesse quel che vedeva.
- Lo noti? - Chiese con voce un po’ più alta per farsi sentire mentre l’acqua scendeva loro addosso facendo non poco rumore.
- Cosa? - Allanon abbandonò
il capo all’indietro lasciando che il getto gli spruzzasse sul viso,
Wil fece altrettanto cercando di tenere gli occhi aperti, ma non poté
così li chiuse e se ne accorse, mentre i capelli scivolavano
all’indietro sistemandosi finalmente. Le mani di Allanon intorno alla
sua vita sempre a tenerlo in piedi fermo e stabile, al sicuro.
- Non congela! - Allanon annuì, ma Wil non lo poteva vedere.
- Ti sta rigenerando. -
Anche questo era vero e se ne accorse con meraviglia mentre sentiva del
solletico sotto la pelle, come se qualcuno gli stesse massaggiando il
corpo penetrando in profondità.
Lentamente le ossa smisero di dolergli, così come la testa e quel senso di affaticamento scemò del tutto.
In poco Wil si accorse di
stare magicamente bene e fu una sorta di risonanza fra la propria magia
e quella di dell’acqua, o magari era il posto, ma funzionava
perfettamente.
Non gli era mai capitato una
cosa simile, non aveva mai vissuto a seconda della magia, Allanon non
era mai riuscito ad insegnargli bene.
- Sto benissimo! - Esclamò
sorpreso raddrizzando la testa. Allanon sorrise soddisfatto e se lo
trascinò al di là del getto, dove c’era una comoda e sufficientemente
grande rientranza, una piccola ulteriore grotta nella grotta. I due si
sistemarono lì sedendosi sul muschio che dietro l’acqua si era creato
ammorbidendo un po’ le pareti altrimenti dure. Lì sotto non arrivavano
gli schizzi, ma era molto umido e di sicuro il sole non colpiva mai
nessuno di quegli angoli bui. La luce del giorno che andava verso la
conclusione gli permetteva dall’alto di vedere sufficientemente bene,
ma non era luce diretta e forte e questo creava una strana atmosfera in
quel posto incantato, dove il verde ed il grigio prevalevano insieme al
blu profondo ed all’azzurrino della cascata.
Wil trovò addirittura comodo
quel posto, gli ricordò il proprio rifugio vicino a casa sua, dove
andava a nascondersi dietro la cascata.
- Quando ero fuori e
combattevo contro quella bestia, non vedendo niente ho provato a
sentirla. Ad un certo punto sono entrato in comunione con lui ed ho
visto attraverso i suoi occhi. È così che l’ho ucciso. Il mio corpo...
è come se sa tutto. Sa come muoversi, come reagire, come combattere...
come usare una spada... - Wil non stentava a crederci. - E quando ti ho
visto nella luce dorata ho subito saputo cosa ti succedeva, le anime
dei morti rimaste intrappolate in quel posto cercano di liberarsi
possedendo chi le tocca, ti ho tirato via e sei svenuto, ma sapevo che
stavi bene. - Allanon continuò il suo racconto nonostante di norma non
fosse un gran oratore e soprattutto detestava condividere. Wil ascoltò
attentamente trovando strano sentirsi a suo agio seduto nudo accanto a
lui nelle medesime vesti.
- Chi sei, cosa sai, cosa hai dentro di te... è tutto lì, non è cancellato. - Allanon annuì.
- Attraversando la valle ho
trovato poi questa caverna, sono entrato come se sentissi un richiamo e
lo stesso richiamo è stato per l’acqua. -
- È magica, la magia ti chiama, come il cavallo che è venuto da te e... suppongo presto recupererai tutto! -
Allanon annuì sentendosi
meglio nel sapere che stava tornando in sé lentamente, che non aveva
perduto sé stesso davvero, poi lo guardò seduto accanto a sé mentre
rannicchiato si teneva le ginocchia nude. Le goccioline d’acqua
scivolavano dai capelli corti e all’indietro che tornavano ciocca dopo
ciocca a spettinarsi lentamente. Percorrevano il suo viso delicato e si
fermavano sulla bocca carnosa e ben disegnata. Allanon provò di nuovo
l’istinto di toccarlo e baciarlo, come ogni volta che erano insieme in
qualche modo intimo e tranquillo.
“Sarà forse l’ultima volta
che sono libero dalle ragioni che mi hanno sempre portato a non
lasciarmi andare con lui. Ormai sto tornando, lo sento sempre più
vicino. Il fatto che poi faccio quello che devo, non significa
che non voglio altro. Perciò devo prendermi cura per una volta di quel
che voglio, perché poi non penso che lo vorrò più fare. Quando
ricorderò potrò insultarmi e dirmi come ho potuto, ma saprò che l’ho
fatto perché in realtà, semplicemente, lo volevo.”
E così, prendendo la stessa
decisione che bene o male si era rassegnato e deciso a prendere anche
Wil, si protese verso di lui, gli mise una mano sulla nuca e
attirandolo a sé deciso, lo baciò.
Le loro labbra si unirono
intrecciandosi in quel morbido e delicato atto che per la prima volta
non sembrò inappropriato a nessuno dei due.
Wil sentì quasi sollievo ad
abbandonarsi ad esso e la sua mano forte e prepotente che gli teneva la
nuca era maledettamente eccitante, fu anche peggio quando poi Allanon
lo spinse e lo stese giù mettendosi sopra.
Forse non la posizione più
comoda di sempre, o almeno non il posto, ma gli cinse il collo con le
braccia in risposta mentre si abbandonava completamente a lui. Una
violenta scarica elettrica attraversò entrambi quando le loro erezioni
si schiacciarono una sull’altra ed Allanon subito iniziò a strofinarsi
su di lui, giocando col suo corpo perché era maledettamente bello
sentire quella sensazione sulla pelle.
Ed era così bella la sua
così liscia e calda, il suo corpo sottile e chiaro. Allanon scivolò con
la bocca sul suo collo seguendo l’istinto di volerlo assaggiare tutto,
irrefrenabile impulso di arrivare con la sua bocca su ogni angolo di
quel ragazzo e possederlo.
Si abbandonò ad ogni desiderio e Wil finalmente decise di non contrastarlo.
“L’unica volta, sarà
l’unica. Un giorno mi perdonerà, ma quando assaggi la perdita, non te
ne frega niente delle regole!” Qualunque esse fossero.
Mentre Allanon scendeva con
la bocca sul suo corpo a bere l’acqua che era rimasta sulla sua pelle,
lui fremeva e si eccitava sempre più. Wil aprì le gambe per lui
invitandolo a concludere là sotto e là lui arrivò carezzandolo con le
mani e, una volta sentiti i suoi sospiri farsi più forti, sostituì le
dita alla bocca, mentre esse proseguivano sulle sue cosce e poi dietro,
sui suoi glutei e poi nella piccola fessura che inizialmente gli pose
resistenza fino a che non si arrese, rilassandosi e lasciandole entrare.
Wil fremeva e gemeva sempre
di più inarcandosi e spingendo il bacino nella sua bocca che gli dava
un piacere senza precedenti, le dita dentro nello stesso momento furono
presto un colpo di grazia, un aggiunta insostenibile e sebbene volesse
prolungare di più il proprio orgasmo, Allanon non si fermò perché non
sapeva bene in cosa consisteva l’atto del piacere estremo. Così alla
fine Wil venne quasi subito, quasi vergognandosi per non aver resistito
molto, ma forse dopotutto era una cosa molto da lui.
Il vero Allanon l’avrebbe schernito un po’.
Vedendolo venire mentre i
suoi gemiti riecheggiavano nella grotta ingigantendosi, Allanon si
fermò dall’avventarsi sul suo corpo e lo guardò chiedendosi se dunque
era così che finiva il picco del piacere. Prima era andata così, ma
l’aveva fatto da solo ed ora sembrava qualcosa di molto meglio se fatto
grazie a qualcun altro.
Si leccò le labbra e gli
toccò il succo del suo piacere che gli era schizzato sul ventre piatto,
lo spalmò e Wil fremette a quel gesto erotico, infatti ancora preda
delle profonde scosse che attraversavano il suo corpo e dei sensi
totalmente annebbiati, alzò le gambe sulle sue spalle possenti e tese
le braccia verso di lui.
- Dai... entra... dai... -
Allanon lo guardò sorpreso di quella richiesta, in un momento seppe
come si concludeva e cosa c’era di meglio del masturbarsi.
Si prese l’erezione dura in
attesa di quello da chissà quanto, l’appoggiò nella sua piccola
apertura stuzzicata dalle sue dita fino a quel momento e con una spinta
decisa entrò, guardando come gli occhi chiari di Wil si riempivano di
lacrime per il dolore lacerante.
E lacerante fu il suo membro
dentro di lui, Allanon fece per uscire vedendolo soffrire, pensando
d’aver sbagliato qualcosa, ma Wil scivolò con le gambe dalle spalle
alla vita, l’allacciò e spingendo il bacino verso l’alto l’accompagnò
indicandogli di stendersi sopra di lui e continuare.
- Non uscire... non uscire... - Mormorò piano con voce spezzata e le lacrime che gli rigavano il volto.
- Perché se ti fa male? -
Chiese Allanon turbato sebbene stare fermo dentro di lui così stretto,
mentre lui era così duro ed eccitato era estremamente bello.
- Perché voglio essere tuo
fino in fondo, voglio che mi prendi e che mi faccia tuo... mi ci devo
solo abituare... - spiegò Wil mentre la voce si normalizzava ed il suo
corpo si abituava alle sue dimensioni non certo trascurabili.
Allanon aspettò ancora degli
istanti leggendogli negli occhi che smisero di lacrimare, poi Wil
l’attirò a sé con le braccia e gli baciò l’orecchio sussurrandogli
mentre si sentiva meglio:
- Muoviti dentro di me... -
Allanon sentiva lo stesso desiderio e lo assecondò, iniziò a muoversi
avanti ed indietro dando via via sempre più spinte profonde e veloci.
Lentamente per Wil andò meglio, il dolore divenne meno intenso e i
sensi dell’orgasmo di prima gli permisero di sopportarlo. Tutto ben
presto si mescolò, mentre i brividi lo attraversavano e si sentiva
scaldare dal suo corpo forte che lo possedeva così virile.
Virili le sue spinte e
virile il suo viso abbandonato al piacere, mentre gemeva e si
appoggiava con le mani sotto il suo corpo, tenendolo disperatamente a
sé perché lo voleva di più, più forte ed essere più in lui.
Per Allanon fu presto la
perdita del controllo, il suo corpo non si abbandonava ad un tale
piacere da secoli, probabilmente, e quello sicuramente l’aveva
desiderato da matti. Lo sapeva mentre lo prendeva e lo sapeva mentre
quella piccola lacerazione creata in Wil si mescolava col suo piacere
che al culmine delle spinte si riversò in lui, scuotendolo fin nel
profondo del suo essere.
Quando Allanon trovò di nuovo l’orgasmo proprio in Wil, fu diverso da quel pomeriggio da solo.
Molto diverso.
E mentre sentiva
quell’esplosione stringendo gli occhi, si premette col viso contro il
collo di Wil che lo abbracciò forte avvinghiato al suo corpo ancora
dentro di lui.
All’apice non arrivò solo
l’orgasmo, all’apice arrivò tutto e mentre dopo il piacere più intenso
della sua vita sentiva una saetta attraversarlo inaspettata e violenta,
un’onda d’urto si liberò nell’aria partendo proprio da lui.
L’onda azzurra per un momento interruppe lo scroscio della cascatella e rimbombò nella caverna.
Il calore esplose ovunque
anche in Wil che rimase atterrito e con le braccia aperte, sciolse le
gambe dalla sua vita e rimase basito a guardarlo, spaventato di cosa
era appena successo.
Proprio mentre i loro occhi
si ritrovavano, Wil capì in un istante tanto doloroso quanto
felice che Allanon era appena tornato.
Il dolore provato nel mezzo
del piacere più intenso, cessò un istante dopo lasciando tutto diverso
da prima, diverso per sempre, di nuovo, e mentre quella consapevolezza
diventava realtà, Allanon uscì da Wil e si contorse per terra nel
dolore che i segni druidici gli provocavano mentre tornavano a solcare
il suo corpo come un tempo.
Wil si tirò su sui gomiti a
guardarlo shoccato, il cuore che andava velocissimo nel petto e il
corpo che fremeva ancora tutto per il sesso appena consumato. Ci
impiegò alcuni minuti a completare l’atto e a rimettersi, lo Shannara
non si mosse di un millimetro consapevole che poteva anche ucciderlo,
in realtà. Lo pensò per un secondo velocissimo e proprio mentre cercava
di dirsi di non esagerare, la voce cavernosa e rabbiosa di Allanon
risuonò nell’anfratto:
- Non tentarmi perché ci sto
già pensando da solo! - Non che gli servissero conferme, ma ne ebbe una
appena Allanon se ne uscì con la frase da lettura del pensiero e
roteando gli occhi in alto esasperato, si alzò con quella di tornarsene
dall’altra parte della pozza, vestirsi e rassegnarsi alla sfuriata, ma
appena fu in piedi Allanon non gli permise di tuffarsi. La ramanzina
arrivò subito.
Gli prese il braccio forte e
lo schiacciò contro la parete rocciosa, l’altra mano batté dietro di
lui, proprio vicino al viso, furioso.
- Si può sapere cosa diavolo
ti è saltato in testa?! Cos’hai, il nulla più totale? Dannazione,
ragazzo! - Wil si trovò per un leggendario momento perso fra l’essere
eccitato per la posizione dove per inciso erano ancora nudi uno davanti
all’altro, e l’essere confuso. Ce l’aveva perché l’aveva riportato in
vita o perché era andato a letto con lui?
- Ce l’ho per tutto,
dannazione! Come hai potuto non usare il cervello proprio su questo? -
Ed era comodo, per una volta, non dover parlare. Di norma lo odiava
quando gli leggeva nella mente, ma gli era mancato così tanto
l’autentico Allanon che anche quella parte odiosa gli stava
dannatamente piacendo.
- E smettila di compiacerti!
- Wil così alzò gli occhi al cielo e gli piazzò la mano sulla faccia
esasperato, mentre il piacere di farsi leggere nella mente andava a
quel paese.
- Ok, adesso smettila di
leggermi nella mente! Te l’ho fatto fare come benvenuto, ora piantala!
- Allanon comunque non si mosse di un millimetro rimanendo con la mano
sulla propria faccia che cercava di spingerlo via, semplicemente gli
prese il polso e se la tolse, ma rimase proprio lì dove era.
- Allora spiega! - Wil sospirò ed allargò il braccio libero.
- Così? - Allanon si guardò
e guardò lui e realizzò di essere nudo, così indietreggiò e si
imbarazzò. Allanon imbarazzato era quanto di meglio ci potesse essere.
- Non mi pare che ti
dispiacesse stare nudo con me! - Commentò acido Allanon mentre si
decideva a muoversi verso il bordo della roccia. Wil fece il broncio
come un bambino, mentre il piacere di averlo ritrovato davvero veniva
messo in secondo piano per il fastidio che gli davano i suoi saccenti
toni di continuo disappunto.
“Ecco come ho fatto ad
ignorare il fatto che lo amavo ed ero attratto! Si fa odiare così
bene!” Pensò scocciato tuffandosi per primo nella pozza, Allanon questo
lo sentì e con la voglia di scagliare una sfera d’energia contro di
lui, si morse la mano fermandosi. Al contrario si tuffò nell’acqua e
nuotò furioso dietro Wil per arrivare dall’altra parte. Cominciava la
parte più difficile e lo sapevano molto bene entrambi.