NOTE:
mi è venuto uno dei miei attacchi di destielite e… mi è venuto in mente
una cosa. Per me la vera effettiva serie di Supernatural finisce con la
quinta. E il finale della quinta è davvero perfetto così se non per un
dettaglio. Il dettaglio chiamato Lisa. Così, volendo fare una bella
destiel, un’ipotetico modo in cui si sono messi insieme seguendo bene
il copione originale, ho scritto questa fic che tecnicamente è una what
if se si considerano le serie dopo la 5, altrimenti no. Ad ogni modo,
che il destiel sia con noi! Buona lettura. Baci Akane
PS: se andate in questa mia pagina di Facebook dove aggiorno le fic e comunico quando pubblico e cose così… trovate anche una bellissima gallery destiel!
DOPO LA FINE
Le mie mani scivolano sul suo
corpo, il petto, i capezzoli, l’addome, il basso ventre, la linea
dell’inguine. Lui sta fermo immobile, aspetta paziente senza capire
cosa voglia. Lo guardo e finalmente l’elettricità scorre sotto le mie
dita.
Finalmente comincio a stare bene.
È come se mi riattaccassero la
spina e dopo un secolo che ero stato scarico, solo, vuoto e freddo…
questa elettricità, questo calore oh, questo non me lo toglierà più
nessuno e al diavolo tutto quello che è stato fino ad ora, al perché
non ho mai voluto, cosa diavolo me lo impediva, cosa diavolo mi
bloccava.
Ora dimentico tutto. Chiudo gli
occhi, mi mordo il labbro trattenendo il respiro ed infine con uno
scatto, come se mi rianimassi di una schizofrenia assurda, lo prendo
con decisione e lo giro, lo piego in avanti e lo prendo per i fianchi,
stringo i suoi glutei con le dita, lo apro, mi lecco la mano, mi lecco
il dito, lo carezzo e scivolo dentro aprendolo per la prima volta,
torno a far scivolare la saliva e lo bagno, lo apro, entro ancora, ci
gioco fino a che non importa un cazzo, tanto non sentirà dolore.
Che diavolo di dolore sente?
Però è abbastanza bagnato per me.
Mi prendo l’erezione e gliel’appoggio, poi un colpo deciso ed entro. Lo afferro per i fianchi, esco e spingo ancora.
Un altro colpo. Un altro.
Lui si inarca, si appoggia con
le mani al muro, spinge verso di me, si piega di più come per
facilitarmi l’ingresso, una cosa che gli viene naturale.
Poi mentre spingo, lo tiro e lo
sposto, lo faccio salire a carponi sul letto, lo sposto in su e salgo
dietro di lui in ginocchio.
Con dei colpi possenti di bacino
spingo ancora e ancora fino a che non sono del tutto dentro e lui non
geme, non grida, non sospira nemmeno. Forse non capisce un cazzo di
quel che sto facendo e forse non gliene frega nemmeno.
E non so perché me lo fa fare. Però cazzo… cazzo, finalmente sto bene, finalmente sento caldo. Finalmente quel gelo è svanito.
Fanculo tutto, fanculo tutti.
Ci ho provato anche se glielo avevo promesso. Ho provato a tirarlo fuori, ma non c’è stato verso.
E quindi non ho potuto far altro che arrendermi alla promessa che gli avevo fatto.
Uscire da quella vita, farmi una vita, una normale. Provarci.
Sono andato da Lisa e Ben, ho
giocato alla famiglia con loro e voglio bene a quel bambino, ma con lei
non è la stessa cosa, non è quello che speravo che fosse, non è quella
cosa talmente potente da aiutarmi ad andare avanti.
Non mi ha fatto dimenticare nulla, non mi ha riscaldato. Mi sono spento, mi sono lentamente spento, irrimediabilmente.
Fino a che lui non è venuto a vedere come stavo.
Cosa si risponde all’unico collegamento col tuo triste passato di merda, quando dopo secoli viene a chiederti come sto?
‘Di merda, grazie!’
E lui, incolore, imbarazzato dietro a questo nostro disagio, ha anche detto che gli dispiaceva.
E lì, per la prima volta da
quando se ne è andato, da quando Sam è morto, mi sono messo a gridare,
mi sono arrabbiato furioso, sono uscito di testa ed ho gridato tutto
quello che avevo mangiato.
Ho detto che sono così freddo
che non sento un cazzo, che non provo nulla, che non sono nemmeno più
umano, che se morissi sarebbe meglio, che sono solo, non ho uno scopo
di vivere, che una vita normale senza mio fratello non è vita e che mi
sento in colpa, non l’ho saputo proteggere, il suo prezzo è stato
troppo caro ed io sono solo, solo e freddo, solo e freddo.
E lui è rimasto lì colpito,
shoccato ad ascoltarmi. Immobile, ma con i suoi occhi blu che non
sapevano come calmarmi, come aiutarmi.
‘Mi dispiace Dean. Non so cosa posso fare per aiutarti.’
Calmo, maledettamente calmo. Non
ha mai perso la testa tranne che quella volta quando mi ha picchiato
perché volevo consegnarmi agli angeli e diventare il tramite di
Michael.
‘Non lasciarmi più solo,
dannazione!’ Ho ringhiato senza nemmeno realizzarlo. Appena l’ho detto
l’ho guardato allarmato, come se avessi fatto un guaio. Lui mi ha
fissato colpito, stupito.
‘Pensavo non volessi più
vedermi, che mi odiassi. In qualche modo ho contribuito a portarti via
tuo fratello… che ti ricordassi cosa è successo…’ E come diavolo può un
robot capire come si sente un umano che ha perso il fratello?
Ho riso isterico scuotendo il capo, quasi folle, fuori di me, incapace di capire come comportarmi.
‘Sei l’unico che ha cercato di
aiutarci… l’unico che si sia schierato davvero dalla nostra parte… hai
dato la vita per me, alla fine… che culo che non puoi morire,
comunque…’ Avrei chiesto perché se fossi stato il vecchio Dean, ma il
vecchio Dean non si sarebbe mai buttato sul letto con lui.
Castiel si è avvicinato a me, lentamente, calmo.
‘Voglio aiutarti, ma non so come
fare. Sei una tempesta di emozioni che non comprendo…’ Ho sorriso alla
sua spontaneità. Lui così diverso da me, forse è per questo che ho
sempre provato questo desiderio carnale. Perché è così diverso da me.
Ed io mi odio.
‘Ho freddo, non provo più un
cazzo da quando ve ne siete andati tutti. Non lasciarmi più solo. È la
prima volta che provo qualcosa. La prima che esplodo, che mi arrabbio,
che sento caldo, finalmente… la prima…’
Castiel mi ha guardato sorpreso, confuso.
‘Come puoi dire che non provi
nulla? Sei disperato, sei fuori di te, sei un’esplosione…’ Ha cercato
di tradurre quello che sentiva da me ed io ho scosso il capo, duro, con
le lacrime sull’orlo di uscire, stufo di sentirmi vuoto, un involucro
robotico che si muove in una vita che non gli trasmette un cazzo.
Perché sono solo e mi sento in colpa e non lo so nemmeno, cazzo.
‘Spogliati.’ Gliel’ho detto togliendomi i vestiti. E fanculo, mi sono detto.
Ho passato la maggior parte del
mio tempo con lui a rifiutare questa cosa con ogni forza, per poi
ritrovarmi solo come un coglione in una storia che mi uccide giorno
dopo giorno.
Ho freddo e non sento nulla.
E lui è qua davanti a me.
Castiel non capisce, non potrebbe mai. Ma non me ne frega un cazzo.
Castiel vedendo che mi spoglio,
fa sparire i suoi vestiti e così è come se una magia si fosse creata.
Appena l’ho toccato l’elettricità mi ha ridato vita, quella vita che
pensavo mi avesse abbandonato del tutto.
Ed ora mentre lo tengo per i
fianchi, piegato in avanti sul letto, mentre entro spinta dopo spinta,
sempre più in dentro, il mondo sparisce e tutto torna caldo, così
caldo, così maledettamente e fottutamente caldo.
Lui che ho desiderato dal primo
giorno che ho incontrato, che mi ha fatto capire che ossessionarmi con
le donne era un modo per scappare da questa cosa che mi aveva fatto e
che forse anche prima di lui avevo sempre avuto.
Ma combatterla quando non avevo nessuno che mi facesse impazzire era un conto, combatterla quando c’è, è un altro.
E Cas mi ha lentamente portato alla follia.
Il colpo di grazia me lo ha dato mio fratello sacrificandosi per il mondo intero.
Cazzo.
I brividi aumentano, salgono
lungo il mio corpo che sudato si tende, aumento le spinte, la testa
all’indietro, gli occhi chiusi, le dita nella sua pelle candida.
E l’orgasmo che non pensavo
avrei mai potuto avere, il più desiderato, mi spazza via. Mi spazza via
e mi restituisce del tutto la vita. Torno a sentire il mio cuore
battere impazzito, il fiato corto, i muscoli indolenziti, la fatica che
mi attraverso in tutto il corpo. E crollo su di lui sfinito,
circondandogli la vita con le braccia, assente, sconnesso per un
momento. La bocca sul suo collo.
Grazie.
- Di cosa? - Chiede girando la testa.
- Non leggermi nel pensiero. - Brontolo.
- È che volevo capire una cosa…
- Ha uno strano tono. Spunto e lo guardo oltre la sua spalla e qualcosa
attira la mia attenzione sul lenzuolo sotto di lui. Inarco le
sopracciglia incredulo e lo sposto poco gentilmente. Castiel si ritrova
seduto e mi guarda: è nudo, sudato, imbarazzato e indeciso.
Ed io fisso la macchia sul letto.
- Sei venuto! - Esclamo sconvolto.
- Non lo so. Lo sono? - Chiede come se fosse normale. Lo ignoro.
- Non pensavo che gli angeli avessero orgasmi. - Si stringe nelle spalle chiudendo le mani sul suo inguine.
- Il mio tramite sì… - Ridacchio dimenticando il mio tuffo nella disperazione e qual è stato il preludio a tutto questo.
- Ti è piaciuto? - Cas ci pensa come se ci si pensasse se il sesso è stato bello o no, ma lui non è un essere umano.
- Fisicamente molto piacevole. -
Una volta me lo ha spiegato. I tramite in quanto umani provano tutto.
Fame, sete, sonno. Dolore. Piacere. Perciò se loro soddisfano i bisogni
o i desideri, i tramite lo sentono e di conseguenza gli angeli provano
quello che provano loro. Soffrono, si soddisfano, godono, a quanto
pare. Solo che il più delle volte non sanno tradurre quel che sentono.
Sorrido divertito stendendomi
sul letto a pancia in su, mentre lentamente, senza rendermene conto,
torno sempre più me stesso, molto più di quello che sono stato fino ad
ora.
- E per te? Tramite a parte… -
Lo guardo malizioso, ignorando il fatto che ho appena fatto qualcosa
che ho sempre desiderato e che mi sono intestardito a non vedere e
considerare.
Castiel rimane seduto, nudo, ci pensa composto. Poi sempre composto risponde.
- È stato un po’ crudo. - Sogghigno.
- Hai ragione, so essere anche più dolce, ma questa volta avevo solo bisogno di… beh… -
- Scaldarti? Provare qualcosa? -
ripete le mie parole ed io annuisco stringendomi in una spalla. Poi
sciolgo le mani da dietro la nuca e batto sul posto accanto a me.
Castiel rigido si stende imitando la mia posizione, ma lo fa in modo
innaturale e mi metto a ridere, mi giro sul fianco e gli metto una mano
sul petto. Lui mi guarda, mi scruta serio cercando di capire se mi
abbia davvero aiutato.
- Stai meglio. - Dice senza chiederlo, perché lo sa, lo sente.
- Il sesso può essere molto crudo, è solo uno sfogo fisico. Aiuta a sentire piacere. Stare bene. - Castiel annuisce.
- Può essere diverso? - È una
strana domanda, credo che stia pensando a quello che è successo e cerca
di capirlo meglio. Normalmente non si ferma a pensarci molto.
- Si fa l’amore. Quella è la versione dolce del sesso. E non è crudo. -
- Non è solo piacere fisico? - Sorrido addolcito, spontaneamente. Mi mancava spiegargli le cose umane, normali.
- No. Se lo proverai, capirai la
differenza. - Castiel mi guarda e mi fa sempre uno strano effetto i
suoi occhi, il suo sguardo così penetrante.
- Lo proveremo? - La sua domanda è talmente naturale che non mi crea imbarazzo come avrebbe potuto fare una volta.
Sono diverso, quello che è
successo mi ha segnato, mi ha cambiato. Certe cose non si sprecano, la
vita è corta ed una merda colossale. Mio fratello mi ha insegnato
questo. A non sprecare le cose importanti, a non fare il cazzone. E
Castiel mi ha appena aiutato a capire che non sono finito. Che posso
ancora essere vivo. E per questo, non posso privarmi di lui. Non anche
di lui.
- Lo proveremo. - Rispondo serio. Poi, altrettanto serio, mormoro: - Cas, voglio venire con te. - Castiel si aggrotta.
- Dove vado io tu non puoi venire. - Discorso tanto drammatico quanto melenso. Mi alzo sul gomito e lo guardo meglio, risoluto.
- Non te lo sto chiedendo. -
- Per venire con me dovresti morire e non te lo permetterei mai. - Sospiro insofferente.
- Grazie, non ne ho voglia! Per questo starai tu con me! - Castiel mi guarda cercando di capire quanto sono serio.
- Sto rimettendo in piedi il
paradiso, mi trovano il punto di riferimento, l’unico angelo morto e
risorto, sono tutti convinti sia stato Dio ed io penso che sia vero.
L’energia che trabocca in me è nuova e molto più potente di prima. -
Non glielo chiedo, so che ci avrà provato. Lui sembra leggermelo.
- Non ci sono comunque riuscito.
- Dice subito riferendosi al recuperare Sam. Annuisco trattenendo il
respiro, chiudo gli occhi e poi li riapro tornando a noi.
- Cas, mi fai sentire
vivo, quasi me stesso. Mi fai sentire bene. Non ti chiedo di
abbandonare i tuoi, ma l’hai detto tu che Dio ti ha resuscitato… eppure
non stava con voi! -
- E guarda che cosa hanno fatto i suoi figli. - Non ha torto, se si tratta di un discorso di logica non lo batte nessuno!
- Non voglio che li abbandoni.
Quei coglioni hanno fatto abbastanza danni fino a qua. Controllali, fai
quello che devi. Ma torna da me. Io ho bisogno di… non so… tornare a
sentirmi vivo in qualche modo… e tu… - Non lo finisco, mi sento un
idiota. - Solo, non lasciarmi più solo. - Castiel mi ascolta, mi
guarda, poi si alza sul gomito come sono messo io, mi carezza la
guancia e fa una specie di magia. Mi toglie i miei pesi. Mi sento
leggero ed ho voglia di piangere, ma sto bene e non lo faccio. È
pazzesco. Così fa quasi un sorriso, mentre mi guarda intensamente.
- Tornerò. Tornerò sempre. Se è questo che vuoi. - Annuisco sentendomi stupidamente felice.
- Credo che andrò a dare
un’occhiata là fuori. - Si aggrotta per capire cosa intendo, ed io
continuo convinto. - Lascerò Lisa, non la posso ingannare. E tornerò a
dare qualche calcio in culo ai mostri. Come facevamo prima. Perché mi
piaceva quando lo facevamo solo per aiutare i poveracci in difficoltà.
- Ed era vero.
È dopo che le cose si sono
complicate, cazzo. O forse siamo nati complicati. Per un momento ci
ripenso, ma lui annuisce calmo e passivo.
- Come preferisci. Ma stai
attento. E chiamami se ti serve assistenza. - Sorrido ironico e mi
protendo verso di lui, sfioro la sua bocca, lui rimane fermo senza
capire cosa sto per fare.
- E se voglio compagnia? - Castiel non capisce l’ironia, ovviamente.
- Anche in quel caso. - Scuoto la testa e mentre rido mi sembra di farlo per la prima volta da tantissimo, da una vita.
Lo bacio e le nostre labbra si uniscono in questa prima volta ed è strano. Bello. Stordente.
Il caldo, l’elettricità torna ad attraversarmi ma si trasforma in dolcezza, delicatezza. Emozione. Una maledetta emozione.
Fanculo, sono ancora vivo.
Cas asseconda la mia lingua che
si muove nelle nostre bocche unite, fa come faccio io, corrucciato, gli
occhi aperti per capire cosa succeda ed io rido di nuovo, mi separo e
gli chiudo gli occhi con le dita, poi torno a baciarlo spingendolo giù
sul letto.
Sarà di nuovo bello, in qualche modo. Diverso. Strano. Bello.