AMBIENTAZIONE: puntata
5x18: Dean cede e stanco di combattere non vede altra via d’uscita che
accettare di farsi possedere dall’arcangelo Michael. Sam però lo
capisce in tempo e con l’aiuto di Bobby e Castiel glielo impedisce. C’è
però Adam, il terzo fratello da parte di padre spuntato all’ultimo, da
salvare dalle grinfie di Zaccaria, l’angelo che si occupa di trovare e
convincere il tramite di Michael. Zaccaria ha architettato un piano ed
usando Adam come esca, intende far dire ‘sì’ a Dean. Nella puntata non
si vede la scena in cui Sam e Castiel decidono il da farsi, però da un
dialogo successivo di Castiel si capisce un po’cosa possono essersi
detti ed io ho poi immaginato questa scena. PS: per Yukino: poi aveva
ragione Sam e va tutto bene… a parte che non riescono a recuperare
comunque Adam che viene ‘preso’ da Michael!
DISCLAMAIRS: i
personaggi non sono miei ma degli aventi diritti… però li vorrei tanto
per me. Specie Cass!
NOTE: La fic è
divisa in due parti, la prima è un preciso missing moment come detto
sopra, mi sono immaginata questa scena appena ho visto la puntata e
l’ho subito scritta (parecchio tempo fa dunque, l‘ho rispolverata solo
ora). Penso che dopo tutto, indipendentemente dalle mie idee di coppia
questo possa essere effettivamente il momento in cui Sam e Cass si sono
consultati sul da farsi poiché dall’episodio si sa che l’angelo non è
d’accordo con Sam ma lo aiuta lo stesso perché pare l’unico rimasto che
sappia cosa fare e perché ormai, in quell’istante in cui si sentiva
deluso perfino da Dean oltre che da Dio e dai suoi simili, era l’unico
di cui si fidava. La seconda parte inizialmente doveva essere una fic a
parte ma poi avendo scritto solo una scena e non sapendo come
proseguire ho pensato di integrarla a questa. E’ il seguito, dopo le
vicende della puntata, dopo che quindi Sam ‘recupera’ Dean ma perde
Adam, dopo che Castiel per aiutarli viene ‘sparato’ altrove, dopo che
riescono anche a recuperarlo. Ecco, il momento in cui si trovano di
persona e si chiariscono tutti e tre. L’ho immaginato così, nella
puntata non viene precisamente mostrato ed io ho sempre pensato che
qualcosa dovesse essere successo ad un certo punto.
La fic è
dedicata a Yukino per Natale. Alla fine me l’aveva abbonata ma visto
che era già scritta e che ho dovuto solo correggerla e sistemarla un
po’, ho pensato di regalargliela ugualmente.
Grazie a tutti
quelli che leggeranno e commenteranno.
Buona lettura.
Baci Akane
FIDUCIA E GELOSIA
“Ho
bisogno di qualcuno che mi mostri
le
cose che non riesco a trovare nella vita,
Non
riesco a vedere le cose
che
fanno la vera felicità,
devo
essere cieco”
/Paranoid-
Black Sabbath /
-Per me è il più grande
errore che tu possa fare. - Esordì Castiel guardando Sam dritto negli
occhi con quel suo cipiglio freddo e penetrante al tempo stesso.
Sam rispose con
ironia:
- Questa è
grossa… ne ho fatti un bel po’ di errori… - Castiel non la prese come
un modo per sdrammatizzare ma come una santa verità, infatti rispose
altrettanto serio e convinto, con quella sua voce bassa e roca che
faceva rabbrividire:
- Appunto.
Pensa a che livello è questa. -
Sam sospirò e
tornò risoluto, lo fronteggiava dritto davanti a lui ma senza alcuna
aggressività di fondo. Era come se il suo essere perennemente
arrabbiato fosse ormai svanito per lasciare posto ad un altro Sam.
Castiel lo notò per cui ascoltò cosa aveva da dire:
- Io andrò là e
cercherò di recuperare Adam con Dean e niente al mondo me lo impedirà.-
L’angelo non
mollò.
- Se porti Dean
davanti a Zaccaria sarà la fine. Pronuncerà quel ‘sì’ e potrai dire
addio a tutto, tuo fratello per primo. - Gli dipinse breve e conciso il
quadro della situazione ancora una volta, pensando che forse aveva
dimenticato che Dean voleva farsi possedere -e di conseguenza
distruggere- dall’arcangelo Michael e lasciare che volta celeste e
demoniaca si combattessero violentemente sulla Terra distruggendo tutto
quello che trovavano sul loro cammino, solo per fare la loro guerra.
Sam ripensò per
l’ennesima volta a tutto quello che stava succedendo, che Lucifero
voleva il suo corpo come tramite e Michael quello di suo fratello Dean
per combattersi senza risparmi di colpi facendo andare non solo di
mezzo, per l’appunto, i due tramiti umani ma anche tutti quelli che
sarebbero stati nei paraggi sulla Terra. Gente sacrificabile per il
bene supremo, a loro detta.
Sam e Dean non
l’avevano mai pensata così e l’unica fortuna era stata che i tramite in
questione dovevano dire il loro sì agli angeli prima di farsi possedere
e si dava il caso che anche Lucifero fosse una creatura alata -anche se
malvagia- e per quello non poteva che attenersi alle leggi della
natura.
Sam non avrebbe
mai detto di sì e fino a qualche giorno prima nemmeno Dean a Michael
poiché dopo che i due soprannaturali esseri dalla potenza distruttiva e
spaventosa avrebbero terminato i propri comodi, uno dei due sarebbe
morto portandosi dietro il corpo, o contenitore come li chiamavano, e
l’altro sarebbe tornato a Casa propria lasciando il tramite nella
follia più nera.
Per non parlare
di come si sarebbe ridotta la Terra con gran parte dei suoi abitanti
defunti.
Scontro epocale
senza precedenti.
L’Apocalisse a
cui loro due avevano dato inizio senza esserne davvero pienamente
coscienti.
Cos’era
cambiato?
Perché ora Dean
voleva dire di sì a Michael?
Era stanco e
Sam lo capiva, non vedeva via d’uscita davanti a tutta la distruzione
che comunque avveniva intorno a sé per mano delle forze del male, ma
soprattutto era morto dentro.
Quello che però
l’aveva scosso maggiormente era stato il suo discorso finale, dopo che
l’aveva rinchiuso nella Panic Room, la stanza di isolamento, per
impedirgli di raggiungere Zaccaria e dirgli il suo ‘sì’.
Non credeva più
in suo fratello quando diceva che avrebbero trovato un altro modo per
risolvere tutto. Non aveva più fiducia in Sam e questo per lui era
stato un duro colpo ma gli aveva anche fatto capire cosa doveva fare.
Sapeva di
meritarsi la sfiducia di Dean e sapeva che ora toccava a lui riportarlo
sulla retta via; fino a quel momento era sempre stato l’altro a farlo,
ora doveva ricambiare il favore. Ci sarebbe riuscito. Ci sarebbe
riuscito dimostrandogli la sua, fede. Quella che nutriva nel fratello
ed in nessun altro.
Non credeva più
che Dio potesse aiutarli, non credeva più che altri angeli oltre a
Castiel si sarebbero ribellati e venuti dalla loro parte, non credeva
più che i demoni sarebbero rinsaviti per tornare da dove venivano.
Non credeva più
in niente se non in loro stessi ma sopra ogni cosa a suo fratello e
finalmente lo espresse con uno sguardo risoluto e sereno, carico di una
fiducia disarmante che nemmeno Castiel ormai possedeva più nel Padre
che l’aveva deluso.
- Invece lo
farò perché anche se Dean non crede in me io credo in lui e credo che
farà la cosa giusta e se non gliene do la possibilità mostrandogli
tutta la mia fiducia, lui non potrà mai farlo. Ha bisogno di sentire
che gli altri credono in lui, altrimenti non ritroverà mai la sua fede
in noi. -
Castiel
comprese perfettamente il suo ragionamento e se un tempo sarebbe stato
d’accordo, un tempo in cui aveva creduto fermamente possibile che Dio
si sarebbe messo in mezzo a quell’Apocalisse per fermare ogni cosa e
salvare tutti, ora no.
Non lo era
perché sapere che Dean era disposto a tradire tutti loro solo perché
era stanco, l’aveva profondamente ferito, ferito in un modo che non
credeva possibile dopo le parole ricevute da Dio, parole davvero
tremende per lui.
Però si era
ribellato al Cielo ed ai suoi fratelli, aveva messo in discussione
tutto ciò in cui credeva e tutto sé stesso per quell’umano che aveva
aiutato con ogni mezzo. E veniva ricambiato in quel modo?
- Io non ci
credo, invece. Non farà la cosa giusta. Per me stai firmando la
condanna di tutto il mondo e soprattutto la vostra. - Disse infatti
Castiel fermo e composto come sempre avvicinandosi ulteriormente a Sam.
Dopo che l’aveva massacrato di botte scatenando una rabbia senza
precedenti per uno controllato e freddo come lui, sapeva che non era
possibile un suo rinsavimento. Poi specchiandosi negli occhi adulti e
sicuri dell’umano, aggiunse incisivo: - Però ormai sei l’unico in cui
io credo, dopo la delusione di Dean. E se tu seguirai la tua fede, io
seguirò la tua. Ma per te e non per lui. -
Gli fece capire
che ormai l’aveva tagliato fuori nonostante per Dean Castiel avesse
fatto di tutto e proprio per questo ora non poteva dargli una seconda
possibilità.
Il dolore che
provava per causa sua era troppo grande ma stava riscoprendo in
quell’umano che tante volte aveva sbagliato e fallito, l’unico giusto
rimasto. L’unico con della vera fede e quindi della vera forza per
affrontare quella situazione disperata.
Sembrava Sam
sapesse quello che stava facendo e sembrava certo che ce l’avrebbe
fatta.
Castiel non ci
credeva ma credeva in lui, così se quella sarebbe stata la sua ultima
mossa, almeno l’avrebbe aiutato.
Poi, se doveva
finire, sarebbe finita.
Sam sorrise
risollevato sapendolo ancora dalla sua e l’abbracciò di slancio
realizzando che non era ancora solo.
Si ritrovò
sorprendentemente felice nel sapere che Castiel ora credeva unicamente
in lui, non avrebbe mai pensato di sentire quelle parole visti i
precedenti.
Le cose erano
davvero cambiate ed avendo fra le braccia l’unico dalla sua, qualcuno a
cui ora teneva in un modo che non sapeva quantificare per ciò che aveva
fatto per loro, credette possibile quella sorta di missione suicida.
Una scommessa su Dean, in realtà, e nient’altro.
Castiel si
sorprese del suo abbraccio e sentì tutta la forza con cui lo stringeva,
sentì la sua disperazione. Anche se sembrava sicuro e sereno per la sua
decisione, al tempo stesso si tormentava chiedendosi se non stesse
sbagliando ancora. Perché era la mania di quegli esseri umani, dubitare
di continuo fino a prendere il più delle volte la strada sbagliata.
Era su questo
particolare che Lucifero ed i suoi seguaci avevano sempre agito nel
corso dei millenni terrestri.
Ma non se ne
staccò anche se non erano gesti da lui. Lasciò che prendesse tutta la
carica che gli serviva e si sorprese di quel calore che gli stava
trasmettendo, come se da qualche parte quel ragazzo che per il suo
passato sembrava più vicino ai demoni e destinato infatti a Lucifero,
ci fosse invece una parte angelica. Più di quanto non ci fosse in Dean,
visto quello che stava per fare.
- Grazie, per
me è importante che tu ci sia fino alla fine. - Sussurrò poi
lasciandolo ma ancora tenendolo per le spalle e fissandolo negli occhi
con gratitudine sincera.
- E’ proprio
quella che vedremo fra poco. - Elucubrò l’angelo con fredda razionalità
incapace di mentire e di addolcire qualsiasi pillola.
In fondo anche
se stava fra gli umani ormai da tempo e il suo stesso tramite ogni
tanto gli faceva provare pulsioni terrene, lui rimaneva comunque un
essere alato dalla caratteristica più vicina ad un robot che a qualcosa
di celestiale.
Definire
Castiel era comunque difficile.
Appariva
metallico, a volte, molto scostante ed inquadrato. Insomma, logico e
razionale, però poi era capace di gesti tremendamente sentimentali ed
umani come sacrificarsi per la causa in cui credeva, ribellarsi al
Cielo -unica sua costante di sempre- e addirittura deludersi da Dio
nonostante ad un certo punto era stato l’unico anche fra gli angeli
stessi a credere che ci fosse davvero da qualche parte. Per non parlare
di quando aveva quasi ucciso di pugni Dean perché l’aveva tradito e
deluso.
Però in quel
momento con lo sguardo profondamente buono e sincero di Sam, gli parve
per un momento di essere tornato alla propria serenità di un tempo,
come quando andava tutto bene e non aveva né dubbi né problemi.
Il giovane
sorrise a quella che vedeva come una specie di battuta, cosa che per
Castiel non era, quindi si sciolsero e decisero di dare il via alla
loro più grande scommessa.
Una scommessa
che Sam avrebbe poi vinto.
Ci fu un
momento fra il ritorno di tutti e tre di nuovo riuniti insieme e la
ripresa delle lotte quotidiane.
Un momento in
cui si ritrovarono per chiarirsi e fare quella che avrebbe dovuto
essere una specie di pace.
Quel momento fu
più che altro l’attimo in cui sia Dean che Castiel si scusarono con Sam
ringraziandolo della sua fede che aveva in qualche modo sistemato le
cose, per quanto possibili da sistemare considerando che si trattava
dell’Apocalisse.
E Sam
sentendosi in imbarazzo aveva detto che a dover parlare erano gli altri
due, prima di fare la prossima mossa.
Castiel e Dean
si erano guardati apparendo per un istante come due bambini piccoli che
avevano litigato, non avevano la seria intenzione di parlarsi ma
l’insistenza perentoria di Sam e il fatto che glielo dovessero, fece
fare a Dean il primo passo.
- Scusami, non
ho considerato tutto quello che hai fatto per me e che agendo in quel
modo ti avrei voltato le spalle e pugnalato. - Lo disse poiché ci aveva
pensato a lungo senza giungere ad un modo meno imbarazzante di dirlo.
Per lui tornare sui suoi passi e scusarsi con qualcuno era una tortura
sdolcinata, ma doveva fare l’adulto. Quando serviva, serviva.
Castiel mostrò
del vago stupore per quelle parole che non si sarebbe aspettato,
successivamente percepì la sua sincerità e cercò per quanto possibile
di ammorbidirsi un po’.
- Io mi ribello
per te al Cielo e a tutto ciò in cui ho sempre creduto e tu te ne
dimentichi. Non è confortante. -
Per lui era
stato un andarci piano rispetto a quello che di norma avrebbe detto. Lo
disse composto e con freddezza, ma non durezza e Dean che ormai lo
conosceva bene capì la differenza e apprezzò sebbene quella frase lo
ferisse.
Sapeva che
aveva ragione e se lo meritava.
In quel momento
capiva molto di più Sam e tutte le volte in cui si era dovuto scusare
per le cavolate che aveva fatto.
- Lo so e più
che scusarmi e dirti che non succederà più non so che dire… spero solo
che un giorno possa tornare come prima, fra noi. - Poi ci rifletté. Non
che prima avessero quel grande rapporto. Parlare di relazione amicale
con Castiel era una parola grossa. Lui non mostrava mai sentimenti e
nemmeno diceva come si sentiva e cosa provava, bisognava indovinare
conoscendo il tipo che era.
Erano i suoi
rischiare la vita per loro umani, le dimostrazioni d’affetto e di fede
e non i ‘vi voglio bene’ che non aveva mai pronunciato.
- E com’era
prima? - Chiese Castiel senza capire davvero cosa intendesse visto che
di molte cose nemmeno lui se ne rendeva conto poiché prettamente umane.
Dean ebbe il
moto di sorridere, lo faceva divertire troppo in quelle sue uscite da
creatura fuori dal mondo, era come un fiore raro in mezzo ai rovi!
- Eravamo
amici, ci fidavamo ciecamente l’uno dell’altro, eravamo disposti a
tutto per aiutarci a vicenda. Ci credevamo sempre. Ci cercavamo. -
Glielo spiegò
come lo facesse con un bambino di pochi anni, ma Castiel in quel modo
capì e sembrò illuminarsi.
- Quello che
adesso faccio con Sam. - Questa fu una dura stoccata per Dean che
capiva con un pugno allo stomaco quanto davvero avesse sbagliato e
deluso il suo amico. E quanto questo gli facesse male.
Castiel e Sam
non avevano mai avuto un gran rapporto, non quello che invece aveva
avuto lui stesso con l’angelo. Era stato Dean ad essere resuscitato da
lui, in fondo. Loro due avevano agito da compagni un sacco di volte e
non con Sam. Castiel con suo fratello non aveva mai avuto quel genere
di complicità. Non che lui sapesse.
Ultimamente
però doveva ammettere che era stato tanto preso dal suo morire dentro,
dal suo stancarsi e dal suo arrendersi.
Guardò l’angelo
e poi il fratello che in imbarazzo indietreggiava. Dean era
tremendamente espressivo e mentre mostrava nel bel viso quella gelosia
cristallina, Sam si chiese per chi dei due lo fosse.
Sapeva che era
iper protettivo con lui e molto esclusivo con Castiel, dunque perché di
preciso era geloso? Forse per entrambi.
- Dean, tu sei
stato parecchio assente nell’ultimo periodo e noi due… ecco, abbiamo
solo legato un po’ di più. Abbiamo avuto modo di conoscerci meglio,
tutto qua. E poi io sono cambiato, forse dal punto di vista di un
angelo ora sono un essere umano più soddisfacente di quanto non lo
fossi prima che bevevo sangue demoniaco liberando l’anima di Lucifero e
dando il via all’Apocalisse! -
Ricordò di
proposito tutte le cavolate che lui stesso aveva fatto e lo fece
perché, magari, in quel modo Dean si sarebbe placato ricordandosi che
se messi a confronto era più grave quello che aveva fatto Sam. Al
contrario delle sue speranze, questo non servì molto poiché Dean si
incupì repentinamente peggiorando la sua gelosia acuta, infatti gli si
avvicinò deciso e disse accusatorio:
- Perciò una
redenzione su di te ti avvicina decisamente di più ad un angelo di
quanto possa fare io che dopo tutto non ho mai commesso gravi errori… -
Era contorto
ogni tanto… e dire che il maggiore solitamente era diretto e
cristallino!
- Ma no, cosa
dici… non intendevo questo… volevo dire che… - Ma Dean come un carro
armato riprese gesticolando nervoso mentre Castiel li guardava senza
capire cosa succedesse.
- No, invece è
proprio così! Tu sei migliorato, ti sei redento, no? Io invece dal
giusto in cui ero sono crollato peggiorando, ho tradito. Sono io quello
nell’errore, ora, mentre tu sei quello nella parte buona. Quello,
quindi, che riceve i favori ed il benestare di un angelo! - Che poi non
fosse per niente un discorso generico e che si stessero contendendo
proprio Castiel, il quale non comprendeva il nocciolo della questione,
era chiaro solo a loro. Peccato che Sam non volesse gareggiare con Dean
in quel senso.
Cioè si era
avvicinato tanto a Castiel, l’aveva scoperto ed ora si trovava bene con
lui, ci era davvero affezionato e chissà cos’altro, però non voleva
togliere nulla a suo fratello.
Trovava
l’intera questione davvero assurda.
- Dean,
calmati, non ho mire di alcun tipo su Cass, rilassati! -
- Che mire
dovreste avere su di me? - Intervenne finalmente Castiel interdetto. I
due fratelli si girarono ed insieme dissero sbrigativi:
- Nessuna!
-Spaventati all’idea che capisse qualcosa.
Sapevano che
non era possibile considerata la sua ottusità riguardo certe cose, poi
tornarono a guardarsi e il maggiore replicò seccato:
- Piantiamola
qua, che è meglio! Qualunque cosa sperassi di fare prima con lui, ora
ci sono anche io e mi dispiace buttarti all’aria i piani ma dovrete
convivere anche con me. Se a sua signoria non dispiace tornare ad
interagire anche con Giuda! - Concluse poi verso Castiel.
- Giuda non è
un problema, dopo la sua morte è stato esiliato in un luogo remoto ed
impossibile da raggiungere per ogni essere. - Rispose serio l’angelo
che non capiva mai l’ironia e le metafore!
Dean, che ogni
tanto lo dimenticava, gli spiegò stufo:
- Io! Io sono
Giuda! -
- Tu?! No,
guarda che non esiste la reincarnazione! Esiste la resurrezione, ma non
la reincarnazione! - Castiel ancora non capiva, Dean era impazzito?
Sam rise
divertito e venne fulminato dal fratello che poi di nuovo in
versione‘adulto che spiega ad un bambino’, fece:
- Era un
paragone! Non sono davvero Giuda, sono IL Giuda della situazione!
Capisci la differenza? - Ora faceva come se parlasse con un mentecatto
e questo fece ridere ancora di più Sam, mentre Castiel finalmente
capiva.
- Ora è chiaro.
Devi stare attento a come usi le parole, puoi venir frainteso!
-Puntualizzò con tranquillità Castiel osservando come Sam continuava a
sbellicarsi e non capendone il motivo.
- Solo tu puoi
fraintendermi! - Borbottò punto sul vivo cominciando a divertirsi anche
lui, sotto sotto.
- Perché lui
ride così? - Chiese poi Castiel avvicinandosi a Sam che non riusciva a
smettere. Gli erano mancate incredibilmente queste battute, quei
dialoghi così assurdi.
- Perché è
idiota! - La risposta secca e laconica di Dean fece solo aumentare le
risa del moro che ora seduto sul letto si teneva la pancia. Castiel
corrugò la fronte rinunciando a capire quei due umani, quel che gli
interessava era stato appurato -ovvero che i Winchester erano tornati
più o meno come prima-, il resto non contava.
La parentesi
alla fine venne chiusa ed il tutto messo immediatamente da parte anche
se comunque Dean non poteva smettere di pensarci.
Sam e Castiel
ed il loro rapporto improvvisamente così stretto -o tale solo ai suoi
occhi forse-.
Da un lato era
contento che finalmente se la intendessero anche loro, era sicuramente
un bene, però dall’altro lo infastidiva, era come se gli togliessero
qualcosa sia dall’uno che dall’altro e sapeva che quel tipo di
sentimento non era tanto sano. Cioè non l’invidia o la gelosia. Era ben
altro che percepiva in sé stesso e nell’aria.
Qualcosa
destinato a diventare sempre più palpabile e che considerando che uno
era suo fratello e l’altro un angelo, non poteva che essere soffocato
in partenza.
Fra loro tre le
cose dovevano rimanere com’erano.
Stop.
Strani legami
non erano contemplati, specie se così sbagliati.
Peccato che per
esperienza sapeva che più si impuntava per rifiutare qualcosa, più
prima o poi vi cedeva cadendoci come un idiota.
Prima o poi.
FINE