NATURAL
CAPITOLO
I:
LA
RICERCA
Il
boato precedette l'esplosione, un boato sordo insieme all'onda d'urto
che investì ogni cosa nel raggio di miglia e miglia lasciando dietro
solo macerie e terra bruciata in un cerchio così ampio e regolare da
poter essere misurato.
Al
centro di questo cerchio di distruzione, una persona stava in piedi,
eretta e ferma.
Le
braccia lungo i fianchi, le mani insanguinate, i vestiti sporchi e
rovinati. L'aspetto era logoro. Ferite e sangue ovunque.
Questi
guardò indifferente davanti a sé per un istante, poi con aria
vagamente soddisfatta, sorniona ed orgogliosa, prese un respiro
profondo, chiuse gli occhi, abbassò il capo, lo alzò, aprì gli
occhi di nuovo ed una luce accecante quasi come quella
dell'esplosione di poco prima, uscì come un fiume dalla bocca aperta
del giovane.
Appena
la luce finì, questi si accasciò per terra come privo di vita.
Il
torace si muoveva appena, il cuore era estremamente debole e a parte
questi vaghi cenni di vita, niente pareva indicare che egli si
sarebbe più svegliato.
La
Guerra era finita, Michael dopo una lunghissima battaglia senza
quartiere durata anni e consumata in quasi ogni parte del mondo,
aveva battuto Lucifer uccidendolo definitivamente. Con loro anche le
rispettive schiere si erano scontrate senza esclusione di colpi
ottenendo gravi perdite da entrambi i lati.
Niente
più gabbie di redenzione. Solo la fine eterna, definitiva, senza
possibilità di ritorno.
Non
era rimasto assolutamente nulla di lui, né del suo tramite.
Conclusa
la sua grande missione, l'arcangelo aveva lasciato il proprio vessale
tornando in Paradiso, indifferente allo stato pietoso in cui aveva
lasciato sia il giovane posseduto, che la Terra stessa, distrutta per
tre quarti.
Fu
così che di Sam non rimase nulla, mentre Dean cadde in uno stato
vegetativo perenne, in bilico fra la vita e la morte.
Quando
Castiel lo trovò, egli era ancora là immobile, riverso a terra, al
centro di quell'ampio e quasi infinito cerchio bruciato che si
estendeva per miglia.
Il
suo corpo pieno di ferite, quasi interamente coperto di sangue un po'
suo, un po' di quello che un tempo era stato suo fratello.
L'angelo
si chinò preoccupato, trattenendo il respiro. La sensazione di
essere lui stesso sospeso fra la vita e la morte.
Lo
toccò e lo stese sulla schiena per guardarlo e visionarlo bene, solo
quando percepì che anche se labile in lui c'era ancora la vita,
tornò a respirare e chiuse brevemente gli occhi.
Dopo
di questo gli mise una mano sul petto che si muoveva
impercettibilmente e sparì insieme a lui.
Riapparve
in uno dei pochi posti che non erano andati distrutti nella grande
guerra, pochi i luoghi ancora intatti, se Michael non fosse riuscito
a caricare in tempo quel colpo letale e definitivo per cui gli ci
erano voluti anni, avrebbero posto a teatro della loro sanguinosa
battaglia anche quei luoghi.
Si
poteva dire che almeno tre quarti di Terra era bruciata e distrutta,
insieme ad una popolazione mondiale molto più che dimezzata.
La
voce della catastrofe apocalittica si era sparsa a macchia d'olio e
chiunque avesse conservato un po' di buonsenso, nel vedere
l'incredibile avverarsi in due apparentemente umani che si
combattevano a suon di colpi fisici e sovrannaturali, si era
eclissato allontanandosi il più possibile da loro.
I
due, seguiti dalle loro schiere celesti e demoniache, si spostavano
mano a mano che i posti in cui combattevano andavano distrutti,
quando un terreno diventava instabile e si apriva troppo sotto ai
piedi, come in un terremoto potente, si trasportavano altrove.
Di
rado avevano sfruttato le pause, non erano durate molto.
Lucifer
e Michael avevano prediletto l'emisfero boreale, avevano iniziato ad
usare anche quello australe quando Michael aveva vinto.
Castiel,
dunque, al momento aveva portato Dean, o quel che di lui rimaneva, in
un posto ancora intatto e tranquillo della Nuova Zelanda poiché era
in assoluto il posto più lontano rispetto ai vari campi di
battaglia.
Scelto
quello che sarebbe stato la loro nuova casa, un rifugio abbandonato
in buone condizioni ai margini di un paesino tranquillo, si sistemò
e cominciò con la prima cosa da fare. Poste le mani sul corpo
martoriato di Dean, una mano sul volto sanguinante e l'altra sul
ventre, iniziò a guarirlo dalle ferite fisiche esterne. Non
scaturirono luci dorate ed aloni caldi curativi, fu come se lo
carezzasse, dall'esterno non si notò nulla di particolare.
In
un secondo momento gli guarì quelle interne, gli ricompose gli
organi e gli sistemò tutto il necessario.
Ci
impiegò un tempo indeterminato, non potendo fare tutto in una volta
per la necessità di recuperare le energie, ma alla fine ci riuscì.
Completata
la prima parte, Castiel si sedette accanto al letto dove aveva
riposto Dean che dormiva, lo osservò concentrato ed assorto mentre
leggeva in lui facendogli una sorta di radiografia approfondita di
ogni apparato.
Fisicamente
stava bene, ma naturalmente c'erano i danni mentali.
Il
corpo non era stato un grosso problema, ma il vero problema era la
testa. Era così danneggiata che probabilmente non l'avrebbe mai
potuto guarire.
Ora
era in coma, temeva che anche se fosse riuscito a svegliarlo, la sua
mente sarebbe rimasta comunque danneggiata.
Per
questo manteneva lo stato di coma in lui, era terrorizzato dal modo
in cui sarebbe potuto tornare una volta svegliato. Non era certo
sarebbe stato psicologicamente bene.
Sapeva
che i pericoli erano quelli.
Essere
posseduto da un arcangelo lasciava la persona praticamente nella
follia. Con Michael era molto peggio.
Castiel
sapeva che non sarebbe potuto essere così facile. Trovarlo, guarirlo
fisicamente e svegliarlo.
Non
era nelle sue capacità o per lo meno lui così credeva.
C'erano
certamente dei danni permanenti a cui lui non avrebbe mai potuto
porre rimedio nella maniera più assoluta.
Dean,
svegliandosi, rischiava comunque di rimanere pazzo, di essere un
vegetale, di non capire le cose, di non percepire più la realtà.
Per
questo Castiel ora stava lì seduto con lui a cercare di capire cosa
fosse giusto fare da lì in poi.
Quando
Dean aveva perso la fede e si era lasciato possedere da Michael, lui
aveva provato a fermarlo, ma non ci era riuscito; in compenso era
stato preso dagli angeli superiori che al momento avevano in gestione
il Paradiso, l'avevano riportato su ai piani alti e come segno di
ringraziamento per aver in qualche modo vegliato ed aiutato Dean, gli
avevano ridato pieni poteri e gli avevano tolto il marchio di
traditore.
Gli
avevano spiegato di non poterlo riconsiderare a pieni voti uno di
loro, quindi niente legioni, tutti gli angeli avevano il divieto di
collaborare con lui, ma si era guadagnato, oltre ai suoi poteri, la
facoltà di agire indipendentemente.
Gli
avevano naturalmente detto che sarebbe stato sorvegliato nel caso
avesse tentato azioni ribelli contro i suoi fratelli, ma Castiel
aveva spiegato che non intendeva fare altre guerre inutili oltre
quella che già c'era in corso.
Aveva
rivelato la semplice intenzione di voler recuperare Dean una volta
che Michael avesse finito con lui e di provare a guarirlo.
Il
superiore gli aveva detto che anche se fosse riuscito a guarirlo
fisicamente, la sua mente non sarebbe mai potuta tornare.
Castiel
aveva detto che non c'era una vera certezza e che comunque avrebbe
provato, cercato il modo di aiutarlo. Avrebbe fatto di tutto.
Alla
domanda logica che gli aveva posto, ovvero 'e se non riuscirai a
trovare una soluzione per la sua mente?' Castiel aveva risposto senza
ombra di dubbio.
'Allora
veglierò su di lui.'
'Anche
se fosse un vegetale?'
'Anche
in quel caso.'
'E
se fosse in coma?'
'Anche
in quello.'
'Per
sempre?'
'Per
sempre.'
A
quel punto la domanda, nello sconcerto più profondo, era sorta
spontanea,
'Perchè
saresti disposto a tanto?'
Castiel
allora aveva guardato quell'angelo al comando momentaneo di un Cielo
in attesa di Michael ed aveva risposto senza esitazione, di nuovo,
con una consapevolezza, una luce, una sicurezza mai vista.
'Perchè
ho capito cos'è veramente l'amore. Credevo che fosse una cosa da
umani, credevo che noi angeli non potessimo provare nulla. Ma se mi
sono ribellato per lui è solo perchè quelle cose sono da ogni
creatura vivente, non solo da umani.'
'Dunque
lo ami fino a questo punto?'
Castiel
aveva fatto un sorriso consapevole e malinconico, poi si era messo in
parte a guardare giù, sulla Terra, in attesa della fine di quella
triste ed inutile guerra.
A
Castiel era pianto il cuore guardando due fratelli combattersi a quel
modo.
Due
che un tempo si erano amati sopra ogni cosa.
Anzi,
in verità due coppie di fratelli.
Tanto
Michael e Lucifer quanto Sam e Dean.
Aveva
tentato, aveva fatto tutto il possibile nelle sue condizioni per
aiutarli, per impedirlo, per non arrivare a quel punto.
Di
mezzo c'era stato moltissimo da preservare. Una Terra ed una
popolazione che in una guerra simile sarebbe andata quasi distrutta,
ma anche due persone a lui molto care, due persone che aveva imparato
ad ammirare ed amare.
Dean
sopra ogni cosa.
Dean,
per lui, era diverso. Non aveva potuto nasconderlo.
Però
non stava pensando di dover salvare solo Dean perchè ignorava Sam.
Sapeva
l'esito di quella battaglia. Lo sapevano tutti.
Alla
fine avrebbe vinto Michael perchè la volta precedente non aveva
ucciso Lucifer solo per un atto di pietà, o di amore, verso quel suo
fratello prediletto.
Ma
la verità era che poi se ne era pentito vedendo le conseguenze ed
ora avrebbe finito il lavoro.
Tutti
lo sapevano.
Per
questo l'attesa era per la vittoria di Michael e il recupero di Dean.
In
cuor suo Castiel aveva pianto per Sam, ma l'inevitabile certezza gli
aveva impedito di nutrire false speranze verso un miracolo che, di
fatto, non era davvero accaduto.
Al
termine era solo potuto scendere da Dean ed occuparsi di lui.
Castiel
aveva fatto molte ricerche a proposito.
In
passato era già successo che arcangeli possedessero umani, i tramite
erano sempre finiti in stato vegetativo e non si erano mai ripresi,
nemmeno un'eccezione. Però Castiel aveva la teoria che l'arcangelo,
volendo, poteva tornare a guarire il suo tramite.
Era
solo una teoria, ma Castiel era consapevole che per guarire la mente
così martoriata di un umano, serviva un potere davvero grandissimo,
tale potere risiedeva in pochissime creature e fra queste c'erano gli
arcangeli.
Al
momento in circolazione erano rimasti solo Raphael e Michael.
Michael
era il responsabile dello stato di Dean, per cui era più probabile
che se la sua teoria fosse corretta, quello che poteva guarirlo era
lo stesso che l'aveva posseduto.
Raphael
in ogni caso era in contrasto sia con lui che con Michael. Nel lungo
tempo impiegato sulla Terra per combattere Lucifer, Raphael aveva
dettato legge in Cielo. A Castiel non era importato nulla, si era
solo preoccupato di Dean e della battaglia. Però quando Raphael
aveva tentato di reclutarlo dicendo che se Michael sarebbe morto
sarebbe stato lui il capo, Castiel gli aveva detto di non illudersi
che Michael avrebbe vinto e sarebbe tornato a comandare.
Raphael
non ci era stato né alle parole né alle ipotesi, per cui l'aveva
quasi ucciso. Era stato salvato da altri angeli superiori, quelli che
l'avevano richiamato in Cielo liberandolo da colpe e doveri.
Castiel
era una sorta di caso eccezionale, ma del resto se la loro adorata
Apocalisse era stata possibile, il merito era suo perchè aveva
preservato i due tramite al meglio.
Dopo
di quello, Raphael si era proclamato l'anti Michael, ma tutti
sapevano che non ci sarebbe stata storia fra i due, Michael era molto
più forte ed una volta tornato l'avrebbe messo a posto. Oltretutto
Raphael non era davvero così stupido. Per quanto parlasse, non si
sarebbe ribellato contro suo fratello a maggior ragione dopo averlo
visto sconfiggere del tutto Lucifer.
Castiel
cercava di ragionare, fra le creature che conosceva, gli unici in
grado di poter guarire Dean erano loro due, uno ce l'aveva con tutto
il creato e l'altro aveva un carattere troppo brutto per accettare di
aiutarlo.
Ovviamente
ci avrebbe provato lo stesso, ma l'eventualità che ci stesse era
così remota, che Castiel pensò a quali altre creature potevano
avere quel potere.
Dopo
averci riflettuto a lungo si ricordò di una creatura fuori dalle
parti che aveva un potere che sovrastava quello di chiunque altro.
Uno
dei quattro Cavalieri, Morte.
Castiel
sospirò sconsolato, fra Morte e Michael cominciava a credere che la
sua missione personale più che impossibile fosse proprio
irrealizzabile.
Guardò
ancora una volta Dean addormentato in perfette condizioni fisiche,
gli mise una mano sulla spalla consolatore come in alcune occasioni
aveva fatto, provò il consueto calore partire da dentro ed
espandersi in ogni parte di sé, come un'energia rigenerante, sorrise
e decise che per lui avrebbe tentato di tutto. Per lui ne valeva di
certo la pena.
Dopo
aver messo le protezioni del caso intorno a lui, aver reso invisibile
la casa a qualunque essere vivente, sovrannaturale e non, svanì in
una folata di vento calda.
L'aspetto
di Michael senza il suo tramite umano, era visibile solo da altri
angeli.
Nella
luce pura ed incandescente, distingueva una sagoma vagamente umana.
Michael era la luce più potente di tutte, Castiel arrivò a lui a
capo chino e si inginocchiò subito nella speranza che fosse
abbastanza di buon umore per la vittoria importante con Lucifer.
La
maggior parte degli angeli una volta indossato il tramite non lo
lasciavano, si muovevano con esso anche in Cielo. Per loro era
indifferente la modalità con cui si aggiravano in Paradiso, ma era
comodo avere il tramite nel caso in cui fosse servito scendere sulla
Terra, guadagnavano nel tempo che ci impiegavano a convincere un
umano ad accettare la loro presenza.
Il
fatto che Michael avesse abbandonato Dean indicava che non intendeva
tornare.
La
sensazione provata da Castiel era di fuoco bruciante, un fuoco
incandescente che mutava in uragano, mentre proprio come un terremoto
si sentiva tremare dentro.
La
voglia di scappare il più lontano possibile, la consapevolezza che
lui avrebbe potuto distruggerlo con un piccolissimo gesto.
Però
doveva, doveva provarci. Non aveva scelta.
Per
Dean.
-
Cosa vuoi? - Chiese freddamente ed altero Michael dopo averlo
guardato un istante.
Castiel
inghiottì, prese un respiro e poi parlò piano, cauto e con mille
precauzioni. Sperava di risultare mite e rispettoso.
-
Non voglio disturbare, se non avessi altra scelta non sarei qui. Tu
sei l'unico a cui posso rivolgermi, l'unico che può aiutarmi. -
Michael sospirò infastidito.
-
So cosa vuoi chiedermi, Castiel. - Disse sbrigativo mentre l'angelo
si girava dall'altra parte.
Castiel
alzò la testa e lo guardò rimanendo in ginocchio. La speranza che
volesse farlo. Dopotutto aveva vestito Dean per molto, poteva essersi
affezionato.
-
Mi aiuterai? -
Ci
fu una pausa che torturò Castiel, poteva solo sperarci con tutte le
sue forze e Michael lo sentiva.
-
Dimmi, Castiel... perchè pensi che abbia abbandonato quel corpo, una
volta concluso? - Questo fece capire la sua risposta...
-
Perchè non intendi tornare sulla Terra... - Tentò.
-
E perchè non me ne importa nulla di lui. Sapevo bene in che stato
l'avrei lasciato andandomene. Se l'ho fatto è perchè per me non
conta assolutamente nulla. - Il moto di rabbia e delusione di Castiel
lo fece alzare in piedi e stringere i pugni, era inutile attaccarlo e
dirgli qualcosa. Lo sapeva che sarebbe andata così. La sua
indifferenza era leggendaria.
Infatti
alla fine ingoiò tutto e scosse il capo dandogli le spalle. Poco
prima di tornare da Dean esitò, si girò e disse amaro.
-
Se provassi a lasciarti andare quando hai a che fare con uno di loro,
capiresti perchè alcuni angeli abbandonano tutto questo e si
mescolano ad essi! Non hai idea di che cosa ti perdi... di cosa ti
manca, nel vivere così... né mai lo avrai. - Poi, dandogli di nuovo
le spalle, aggiunse piano. - Mi fai molta tristezza, Michael. Tu e
tutti gli altri miei fratelli. Gabriel era il solo che aveva capito.
- A quel nome, Michael si accese di una luce incandescente, rabbiosa.
Come una ferita aperta. Poco prima di subire la sua leggendaria ira,
Castiel svanì.
Ad
ognuno i propri scheletri nell'armadio, ad ognuno i propri fantasmi.
Castiel
tornò da Dean e vide che era tutto in ordine e con enorme tristezza
si rese conto che le speranze erano anche inferiori a quel che aveva
pensato.
Rimaneva
solo Morte, magari lui poteva fare qualcosa, ma essendo uno fuori
dalle parti, c'era da chiedersi cosa mai potesse spingerlo a fare una
cosa simile. Salvare qualcuno invece che ucciderlo.
L'angelo
si sedette sul bordo del letto matrimoniale su cui era posto Dean, si
ricurvò, si coprì il viso con le mani e sospirò scuotendo
sconsolato la testa.
Se
non fosse riuscito a salvarlo cosa avrebbe fatto?
Avrebbe
dovuto arrendersi a lasciare Dean in quelle condizioni?
Davvero
non c'era scelta?
“Dean
non mollerebbe prima di tentare tutto il possibile. Lui ha ceduto a
Michael solo quando non ha avuto più scelta.” Pensò facendosi
forza.
Ogni
volta che in vita sua aveva vacillato, cosa che era successa sempre e
solo dopo l'arrivo di Dean nella sua vita, si era appoggiato a lui,
aveva guardato lui, aveva seguito lui.
Ora
poteva solo pensare a lui, poteva solo chiedersi cosa avrebbe fatto e
sperare di conoscerlo abbastanza da indovinare.
Con
questo sospirò, si fece coraggio, si alzò ed andò sulle tracce di
Morte.
In
quanto angelo per lui fu più facile, per un umano sarebbe stato più
complicato.
Intercettarlo
non fu così difficile.
Lo
fu farsi ascoltare. Chiedere udienza ad uno completamente
indifferente a tutto, più ancora di Michael, era davvero un'impresa
titanica.
Castiel
seguì Morte per un po', prima di riuscire a farsi ascoltare.
Il
non poter liberarsi della sua costante presenza sempre più
ingombrante, lo obbligò a chiedergli cosa volesse.
-
Ti concedo un minuto. - Disse apatico e lento la figura che si
presentava con sembianze umane, uno scarno individuo intorno ai
cinquanta anni.
Castiel
non nutriva molte speranze, ma lui era la sua ultima carta.
Gli
parlò con reverenza, lo ammirava molto più di Michael perchè per
lo meno lui era sopra le parti, aveva un ruolo completamente diverso
da quello di suo fratello.
-
Non mi rivolgerei a te se non avessi altra scelta. - Disse Castiel
guardandolo negli occhi, non abbassava mai lo sguardo, era una sua
caratteristica.
-
Parla. - Incitò con un pizzico di impazienza. Castiel si chiese se
non sapesse già tutto.
-
Avrai notato l'aumento considerevole del tuo carico di lavoro... -
Esordì cauto. Morte fece una strana espressione indecifrabile.
-
Grazie, me ne ero accorto. - Castiel non era in grado di decifrare lo
scetticismo. Con Dean aveva imparato il sarcasmo e l'ironia, quel
tono ci somigliava un po'.
-
Allora saprai anche l'esito della Guerra. -
-
Non ho molta simpatia, al momento, per la razza che mi ha portato
tante anime precoci. Per la maggior parte di loro non era arrivato il
tempo. Odio quando il mio lavoro viene alterato in questo modo! -
Castiel
strinse le labbra abbassando lo sguardo solo allora. Si sentiva
colpevole d'appartenere a quella razza così ottusa ed arretrata,
come diceva Dean stesso.
Morte
lo percepì e si placò.
-
Non posso guarire Dean. - Disse infatti meno duro di prima. Castiel
alzò di scatto lo sguardo punto sul vivo, gli occhi gli pizzicarono
e li chiuse un paio di volte senza capire la sensazione che gli si
affacciava dentro, partiva dal petto e si espandeva ovunque, persino
agli occhi.
Non
sapeva che era delusione, dolore e voglia di piangere.
Morte
assottigliò gli occhi guardando l'angelo colto da un dolore tale da
paralizzarlo. Un angelo che piangeva?
Era
la novità e lo era soprattutto che fosse sincero.
Dopo
un po' di silenzio durante il quale Castiel aveva riabbassato gli
occhi cercando di domare quelle emozioni violente e terribili, sentì
Morte avvicinarsi camminando piano e circospetto.
-
Mi incuriosisci tu, creatura così diversa dalla tua ottusissima
specie. - Castiel alzò ancora lo sguardo, percepiva una punta di
interesse?
-
Io non sono come gli altri, ma questo lo senti da solo... - Disse con
una calma solo apparente. Il tono era incapace di alterarsi
seriamente. Erano quasi come due automi, solo che uno lo era
unicamente in apparenza.
-
Ti importa così tanto di un solo umano, che per di più è stato
causa indiretta di una sofferenza mondiale epica che segnerà
l'umanità per sempre? - Disse provocandolo gelidamente. Castiel non
si mosse dalla sua posizione, in piedi, dritto in mezzo alla stanza,
le braccia lungo i fianchi come sempre. Morte gli girava lentamente
intorno come uno squalo che studia la preda prima di azzannarlo.
-
E' il solo di cui mi importi al momento. - Sussurrò in piena
ammissione.
-
Se Dean fosse stato più forte e non avesse accettato di essere
posseduto da Michael, egli non sarebbe venuto sulla Terra a
distruggerla con quell'altro spostato di suo fratello. - Castiel non
esitava, quella storia la conosceva meglio di chiunque altro, l'aveva
vissuta in prima persona, non poteva accettare che uno spettatore
totalmente estraneo gliene parlasse in quei termini.
-
Sappiamo tutti che Michael avrebbe trovato un altro tramite, senza
Dean. Sarebbe successo tutto questo in ogni caso. Il punto non sono
le colpe di Dean, il punto sono le colpe di chi poteva fare qualcosa
di più ed è rimasto a guardare. - Morte, sentitosi accusato, gli si
fermò alle spalle con l'intenzione di dargli una sonora lezione a
lui più che a chiunque altro.
-
Mi stai accusando di non aver alzato un dito quando potevo? - Castiel
scosse il capo e composto si girò fino a guardarlo diretto, senza
esitazione.
Poi
con un tono marcato sibilò.
-
Parlavo di me stesso. Ho fatto il possibile, ma dopotutto lo è stato
davvero? Davvero non potevo fare nulla per impedirlo? Davvero non ho
alcuna colpa? - Morte sapeva molto bene quello che Castiel aveva
fatto ed era di certo il solo che si era dato pena per risolverla in
altri modi, aveva cercato davvero di impedire l'Apocalisse, era stato
il solo e di questo ne era certo.
Per
cui quelle auto accuse sulla sua bocca non avevano senso.
Per
Morte il punto era davvero che Dean non meritava una salvezza, ma
leggeva la grande speranza di quell'angelo di salvarlo e non capiva
perchè.
-
Tu non amavi il mondo? Avevo capito che ti eri ribellato per
questo... - Castiel sospirò guardando altrove, cercando di spiegare
le proprie motivazioni.
-
Lo amavo. Ma ho imparato ad amarlo grazie a Dean. È lui che ho amato
prima di tutti e che amo sopra ogni cosa. So che questo mio è un
atto egoistico, ma ora come ora tutto quello che conta per me è
salvarlo. Ha dato tutto quello che aveva per questo mondo, per
l'universo stesso! Ha dato sé stesso, suo fratello... -
-
Dando loro stessi hanno permesso una distruzione di massa... - Gli
ricordò Morte.
-
Sarebbe successo lo stesso. Il mondo stava andando da solo verso la
fine, se non avessero posto fine all'apocalisse lasciando che angeli
e diavoli si combattessero, sarebbe finito del tutto. I danni
sarebbero stati molto maggiori di così. Non sono riusciti a fermare
Lucifer, non avrebbero mai potuto, ma hanno comunque fermato, in un
modo o nell'altro, l'Apocalisse. -
Morte
scosse il capo allontanandosi, le mani dietro la schiena.
-
Ricordo che te la sei presa molto per il suo cedimento, come mai ora
lo difendi? -
-
Ha fatto quello che riteneva l'unica cosa giusta da fare per fermare
l'Apocalisse. Dopo aver tentato tutto era convinto che solo Michael
potesse porvi fine. Ed è stato così. -
-
Si, ma a quale prezzo? -
-
Se non l'avesse fatto il prezzo sarebbe stata la fine completa di
tutta la Terra e non solo di una parte. Sarà dura, ma adesso si può
ricominciare. Sarà una rinascita lenta, ma ci sarà. Ora è
possibile. - Concluse, Morte lo sapeva e non replicò. Castiel sapeva
quel che diceva, per cui batté su un altro punto.
-
Per cui sei disposto a mettere da parte i tuoi sentimenti feriti per
lui? - Dean l'aveva ferito molto con quella scelta, era vero. Castiel
se l'era presa tanto con lui quando aveva saputo che si era fatto
prendere dagli angeli, perchè lasciar campo libero a quella
battaglia epocale non era una soluzione accettabile, avrebbe portato
comunque morte e distruzione ed in aggiunta a quello lui poi sarebbe
finito male per sempre.
Si
era infuriato per questo, più che per tutto il resto.
Perchè
Dean si era sacrificato. Castiel si era ribellato per lui ed ora si
sacrificava per qualcosa che non avrebbe portato la salvezza del
mondo, non davvero.
Però
in fin dei conti, senza altre soluzioni, che altro si poteva fare?
-
Ho avuto molto tempo di rifletterci ed ho capito il punto di vista di
Dean. - Morte inarcò un sopracciglio scettico. Sarebbe stato strano
che un angelo capisse il punto di vista di un umano.
-
Se avesse continuato ad opporsi al possedimento e quindi alla
battaglia, l'Apocalisse avrebbe distrutto tutto il mondo. - Concluse.
Morte
lo guardò come se lo studiasse, poi si decise.
-
Per una qualche misteriosa ragione, tu e Dean vi trovo interessanti.
Dean mi incuriosiva già da prima, tu non sei da meno, ora. - Castiel
trattenne il fiato guardandolo senza osare sperare. - Non posso
guarirlo, ma c'è un modo per aiutarlo. - Ancora un'esitazione e
sarebbe morto lui stesso, Castiel non poteva crederci. - Posso
costruire un muro nella sua mente fra ciò che lo farebbe impazzire
svegliandolo, e la sua parte cosciente. Per cui perderebbe
completamente la memoria. Non avrebbe idea di chi è, di quel che ha
fatto, di cosa è successo. Però potrebbe vivere in salute e
potrebbe svegliarsi. - Castiel si ravvivò mentre la luce della
speranza accendeva sempre più il suo viso. Allora un sistema c'era,
sapeva che Morte era potente.
Il
modo in cui si sentì nel sapere che in qualche modo l'avrebbe potuto
salvare, era fantastico. Come tornare alla vita.
Morte
vide e percepì il suo stato d'animo puro e fece un sorrisino strano
girandosi di spalle.
-
Però non deve grattare il muro, non deve cercare di ricordare. Devi
tenerlo lontano da tutto quello che potrebbe fargli ricordare. Se il
muro cade, sai lo stato in cui rimarrebbe. - Castiel rispose da solo.
-
Vegetativo. - Morte annuì, poi tornò a guardarlo nella sua posa
composta ed eretta. L'aria apparentemente indifferente.
-
La sua natura sarà di cercare di ricordare, Castiel. Se il muro
dovesse cadere parzialmente non so cosa potrebbe succedere, forse su
alcune cose che ricorderebbe potrebbe resistere, ma se cadesse del
tutto sarebbe finita, non potrei tornare ad intervenire. - Castiel
pensò a Michael come se fosse una sorta di suggerimento, aggrottando
la fronte si rese conto che era stato inserito nella sua mente da
Morte.
-
Michael potrebbe guarirlo del tutto? - Chiese sorpreso.
-
Il solo che può guarire un tramite, è colui che l'ha posseduto. -
Rispose piatto.
Dopotutto
quello che lo spingeva verso di loro era decisamente più che un
semplice sentimento di curiosità ed interesse, Castiel lo comprese,
ma non lo esternò. Alla fine annuì e lo ringraziò con sentita
reverenza che Morte apprezzò, dopotutto era davvero l'unico essere
celeste degno di esistere, si disse avvicinandosi lento a Castiel.
-
Andiamo da lui. - Con questo i due sparirono fra un vento caldo ed
uno freddo.