NATURAL



CAPITOLO I:
LA RICERCA

 

/renee stahl - something real /
Il boato precedette l'esplosione, un boato sordo insieme all'onda d'urto che investì ogni cosa nel raggio di miglia e miglia lasciando dietro solo macerie e terra bruciata in un cerchio così ampio e regolare da poter essere misurato.
Al centro di questo cerchio di distruzione, una persona stava in piedi, eretta e ferma.
Le braccia lungo i fianchi, le mani insanguinate, i vestiti sporchi e rovinati. L'aspetto era logoro. Ferite e sangue ovunque.
Questi guardò indifferente davanti a sé per un istante, poi con aria vagamente soddisfatta, sorniona ed orgogliosa, prese un respiro profondo, chiuse gli occhi, abbassò il capo, lo alzò, aprì gli occhi di nuovo ed una luce accecante quasi come quella dell'esplosione di poco prima, uscì come un fiume dalla bocca aperta del giovane.
Appena la luce finì, questi si accasciò per terra come privo di vita.
Il torace si muoveva appena, il cuore era estremamente debole e a parte questi vaghi cenni di vita, niente pareva indicare che egli si sarebbe più svegliato.

La Guerra era finita, Michael dopo una lunghissima battaglia senza quartiere durata anni e consumata in quasi ogni parte del mondo, aveva battuto Lucifer uccidendolo definitivamente. Con loro anche le rispettive schiere si erano scontrate senza esclusione di colpi ottenendo gravi perdite da entrambi i lati.
Niente più gabbie di redenzione. Solo la fine eterna, definitiva, senza possibilità di ritorno.
Non era rimasto assolutamente nulla di lui, né del suo tramite.
Conclusa la sua grande missione, l'arcangelo aveva lasciato il proprio vessale tornando in Paradiso, indifferente allo stato pietoso in cui aveva lasciato sia il giovane posseduto, che la Terra stessa, distrutta per tre quarti.
Fu così che di Sam non rimase nulla, mentre Dean cadde in uno stato vegetativo perenne, in bilico fra la vita e la morte.

Quando Castiel lo trovò, egli era ancora là immobile, riverso a terra, al centro di quell'ampio e quasi infinito cerchio bruciato che si estendeva per miglia.
Il suo corpo pieno di ferite, quasi interamente coperto di sangue un po' suo, un po' di quello che un tempo era stato suo fratello.
L'angelo si chinò preoccupato, trattenendo il respiro. La sensazione di essere lui stesso sospeso fra la vita e la morte.
Lo toccò e lo stese sulla schiena per guardarlo e visionarlo bene, solo quando percepì che anche se labile in lui c'era ancora la vita, tornò a respirare e chiuse brevemente gli occhi.
Dopo di questo gli mise una mano sul petto che si muoveva impercettibilmente e sparì insieme a lui.

Riapparve in uno dei pochi posti che non erano andati distrutti nella grande guerra, pochi i luoghi ancora intatti, se Michael non fosse riuscito a caricare in tempo quel colpo letale e definitivo per cui gli ci erano voluti anni, avrebbero posto a teatro della loro sanguinosa battaglia anche quei luoghi.
Si poteva dire che almeno tre quarti di Terra era bruciata e distrutta, insieme ad una popolazione mondiale molto più che dimezzata.
La voce della catastrofe apocalittica si era sparsa a macchia d'olio e chiunque avesse conservato un po' di buonsenso, nel vedere l'incredibile avverarsi in due apparentemente umani che si combattevano a suon di colpi fisici e sovrannaturali, si era eclissato allontanandosi il più possibile da loro.
I due, seguiti dalle loro schiere celesti e demoniache, si spostavano mano a mano che i posti in cui combattevano andavano distrutti, quando un terreno diventava instabile e si apriva troppo sotto ai piedi, come in un terremoto potente, si trasportavano altrove.
Di rado avevano sfruttato le pause, non erano durate molto.
Lucifer e Michael avevano prediletto l'emisfero boreale, avevano iniziato ad usare anche quello australe quando Michael aveva vinto.
Castiel, dunque, al momento aveva portato Dean, o quel che di lui rimaneva, in un posto ancora intatto e tranquillo della Nuova Zelanda poiché era in assoluto il posto più lontano rispetto ai vari campi di battaglia.
Scelto quello che sarebbe stato la loro nuova casa, un rifugio abbandonato in buone condizioni ai margini di un paesino tranquillo, si sistemò e cominciò con la prima cosa da fare. Poste le mani sul corpo martoriato di Dean, una mano sul volto sanguinante e l'altra sul ventre, iniziò a guarirlo dalle ferite fisiche esterne. Non scaturirono luci dorate ed aloni caldi curativi, fu come se lo carezzasse, dall'esterno non si notò nulla di particolare.
In un secondo momento gli guarì quelle interne, gli ricompose gli organi e gli sistemò tutto il necessario.
Ci impiegò un tempo indeterminato, non potendo fare tutto in una volta per la necessità di recuperare le energie, ma alla fine ci riuscì.
Completata la prima parte, Castiel si sedette accanto al letto dove aveva riposto Dean che dormiva, lo osservò concentrato ed assorto mentre leggeva in lui facendogli una sorta di radiografia approfondita di ogni apparato.
Fisicamente stava bene, ma naturalmente c'erano i danni mentali.
Il corpo non era stato un grosso problema, ma il vero problema era la testa. Era così danneggiata che probabilmente non l'avrebbe mai potuto guarire.
Ora era in coma, temeva che anche se fosse riuscito a svegliarlo, la sua mente sarebbe rimasta comunque danneggiata.
Per questo manteneva lo stato di coma in lui, era terrorizzato dal modo in cui sarebbe potuto tornare una volta svegliato. Non era certo sarebbe stato psicologicamente bene.
Sapeva che i pericoli erano quelli.
Essere posseduto da un arcangelo lasciava la persona praticamente nella follia. Con Michael era molto peggio.
Castiel sapeva che non sarebbe potuto essere così facile. Trovarlo, guarirlo fisicamente e svegliarlo.
Non era nelle sue capacità o per lo meno lui così credeva.
C'erano certamente dei danni permanenti a cui lui non avrebbe mai potuto porre rimedio nella maniera più assoluta.
Dean, svegliandosi, rischiava comunque di rimanere pazzo, di essere un vegetale, di non capire le cose, di non percepire più la realtà.
Per questo Castiel ora stava lì seduto con lui a cercare di capire cosa fosse giusto fare da lì in poi.

Quando Dean aveva perso la fede e si era lasciato possedere da Michael, lui aveva provato a fermarlo, ma non ci era riuscito; in compenso era stato preso dagli angeli superiori che al momento avevano in gestione il Paradiso, l'avevano riportato su ai piani alti e come segno di ringraziamento per aver in qualche modo vegliato ed aiutato Dean, gli avevano ridato pieni poteri e gli avevano tolto il marchio di traditore.
Gli avevano spiegato di non poterlo riconsiderare a pieni voti uno di loro, quindi niente legioni, tutti gli angeli avevano il divieto di collaborare con lui, ma si era guadagnato, oltre ai suoi poteri, la facoltà di agire indipendentemente.
Gli avevano naturalmente detto che sarebbe stato sorvegliato nel caso avesse tentato azioni ribelli contro i suoi fratelli, ma Castiel aveva spiegato che non intendeva fare altre guerre inutili oltre quella che già c'era in corso.
Aveva rivelato la semplice intenzione di voler recuperare Dean una volta che Michael avesse finito con lui e di provare a guarirlo.
Il superiore gli aveva detto che anche se fosse riuscito a guarirlo fisicamente, la sua mente non sarebbe mai potuta tornare.
Castiel aveva detto che non c'era una vera certezza e che comunque avrebbe provato, cercato il modo di aiutarlo. Avrebbe fatto di tutto.
Alla domanda logica che gli aveva posto, ovvero 'e se non riuscirai a trovare una soluzione per la sua mente?' Castiel aveva risposto senza ombra di dubbio.
'Allora veglierò su di lui.'
'Anche se fosse un vegetale?'
'Anche in quel caso.'
'E se fosse in coma?'
'Anche in quello.'
'Per sempre?'
'Per sempre.'
A quel punto la domanda, nello sconcerto più profondo, era sorta spontanea,
'Perchè saresti disposto a tanto?'
Castiel allora aveva guardato quell'angelo al comando momentaneo di un Cielo in attesa di Michael ed aveva risposto senza esitazione, di nuovo, con una consapevolezza, una luce, una sicurezza mai vista.
'Perchè ho capito cos'è veramente l'amore. Credevo che fosse una cosa da umani, credevo che noi angeli non potessimo provare nulla. Ma se mi sono ribellato per lui è solo perchè quelle cose sono da ogni creatura vivente, non solo da umani.'
'Dunque lo ami fino a questo punto?'
Castiel aveva fatto un sorriso consapevole e malinconico, poi si era messo in parte a guardare giù, sulla Terra, in attesa della fine di quella triste ed inutile guerra.
A Castiel era pianto il cuore guardando due fratelli combattersi a quel modo.
Due che un tempo si erano amati sopra ogni cosa.
Anzi, in verità due coppie di fratelli.
Tanto Michael e Lucifer quanto Sam e Dean.
Aveva tentato, aveva fatto tutto il possibile nelle sue condizioni per aiutarli, per impedirlo, per non arrivare a quel punto.
Di mezzo c'era stato moltissimo da preservare. Una Terra ed una popolazione che in una guerra simile sarebbe andata quasi distrutta, ma anche due persone a lui molto care, due persone che aveva imparato ad ammirare ed amare.
Dean sopra ogni cosa.
Dean, per lui, era diverso. Non aveva potuto nasconderlo.
Però non stava pensando di dover salvare solo Dean perchè ignorava Sam.
Sapeva l'esito di quella battaglia. Lo sapevano tutti.
Alla fine avrebbe vinto Michael perchè la volta precedente non aveva ucciso Lucifer solo per un atto di pietà, o di amore, verso quel suo fratello prediletto.
Ma la verità era che poi se ne era pentito vedendo le conseguenze ed ora avrebbe finito il lavoro.
Tutti lo sapevano.
Per questo l'attesa era per la vittoria di Michael e il recupero di Dean.
In cuor suo Castiel aveva pianto per Sam, ma l'inevitabile certezza gli aveva impedito di nutrire false speranze verso un miracolo che, di fatto, non era davvero accaduto.
Al termine era solo potuto scendere da Dean ed occuparsi di lui.


Castiel aveva fatto molte ricerche a proposito.
In passato era già successo che arcangeli possedessero umani, i tramite erano sempre finiti in stato vegetativo e non si erano mai ripresi, nemmeno un'eccezione. Però Castiel aveva la teoria che l'arcangelo, volendo, poteva tornare a guarire il suo tramite.
Era solo una teoria, ma Castiel era consapevole che per guarire la mente così martoriata di un umano, serviva un potere davvero grandissimo, tale potere risiedeva in pochissime creature e fra queste c'erano gli arcangeli.
Al momento in circolazione erano rimasti solo Raphael e Michael.
Michael era il responsabile dello stato di Dean, per cui era più probabile che se la sua teoria fosse corretta, quello che poteva guarirlo era lo stesso che l'aveva posseduto.
Raphael in ogni caso era in contrasto sia con lui che con Michael. Nel lungo tempo impiegato sulla Terra per combattere Lucifer, Raphael aveva dettato legge in Cielo. A Castiel non era importato nulla, si era solo preoccupato di Dean e della battaglia. Però quando Raphael aveva tentato di reclutarlo dicendo che se Michael sarebbe morto sarebbe stato lui il capo, Castiel gli aveva detto di non illudersi che Michael avrebbe vinto e sarebbe tornato a comandare.
Raphael non ci era stato né alle parole né alle ipotesi, per cui l'aveva quasi ucciso. Era stato salvato da altri angeli superiori, quelli che l'avevano richiamato in Cielo liberandolo da colpe e doveri.
Castiel era una sorta di caso eccezionale, ma del resto se la loro adorata Apocalisse era stata possibile, il merito era suo perchè aveva preservato i due tramite al meglio.
Dopo di quello, Raphael si era proclamato l'anti Michael, ma tutti sapevano che non ci sarebbe stata storia fra i due, Michael era molto più forte ed una volta tornato l'avrebbe messo a posto. Oltretutto Raphael non era davvero così stupido. Per quanto parlasse, non si sarebbe ribellato contro suo fratello a maggior ragione dopo averlo visto sconfiggere del tutto Lucifer.
Castiel cercava di ragionare, fra le creature che conosceva, gli unici in grado di poter guarire Dean erano loro due, uno ce l'aveva con tutto il creato e l'altro aveva un carattere troppo brutto per accettare di aiutarlo.
Ovviamente ci avrebbe provato lo stesso, ma l'eventualità che ci stesse era così remota, che Castiel pensò a quali altre creature potevano avere quel potere.
Dopo averci riflettuto a lungo si ricordò di una creatura fuori dalle parti che aveva un potere che sovrastava quello di chiunque altro.
Uno dei quattro Cavalieri, Morte.
Castiel sospirò sconsolato, fra Morte e Michael cominciava a credere che la sua missione personale più che impossibile fosse proprio irrealizzabile.
Guardò ancora una volta Dean addormentato in perfette condizioni fisiche, gli mise una mano sulla spalla consolatore come in alcune occasioni aveva fatto, provò il consueto calore partire da dentro ed espandersi in ogni parte di sé, come un'energia rigenerante, sorrise e decise che per lui avrebbe tentato di tutto. Per lui ne valeva di certo la pena.
Dopo aver messo le protezioni del caso intorno a lui, aver reso invisibile la casa a qualunque essere vivente, sovrannaturale e non, svanì in una folata di vento calda.


L'aspetto di Michael senza il suo tramite umano, era visibile solo da altri angeli.
Nella luce pura ed incandescente, distingueva una sagoma vagamente umana. Michael era la luce più potente di tutte, Castiel arrivò a lui a capo chino e si inginocchiò subito nella speranza che fosse abbastanza di buon umore per la vittoria importante con Lucifer.
La maggior parte degli angeli una volta indossato il tramite non lo lasciavano, si muovevano con esso anche in Cielo. Per loro era indifferente la modalità con cui si aggiravano in Paradiso, ma era comodo avere il tramite nel caso in cui fosse servito scendere sulla Terra, guadagnavano nel tempo che ci impiegavano a convincere un umano ad accettare la loro presenza.
Il fatto che Michael avesse abbandonato Dean indicava che non intendeva tornare.
La sensazione provata da Castiel era di fuoco bruciante, un fuoco incandescente che mutava in uragano, mentre proprio come un terremoto si sentiva tremare dentro.
La voglia di scappare il più lontano possibile, la consapevolezza che lui avrebbe potuto distruggerlo con un piccolissimo gesto.
Però doveva, doveva provarci. Non aveva scelta.
Per Dean.
- Cosa vuoi? - Chiese freddamente ed altero Michael dopo averlo guardato un istante.
Castiel inghiottì, prese un respiro e poi parlò piano, cauto e con mille precauzioni. Sperava di risultare mite e rispettoso.
- Non voglio disturbare, se non avessi altra scelta non sarei qui. Tu sei l'unico a cui posso rivolgermi, l'unico che può aiutarmi. - Michael sospirò infastidito.
- So cosa vuoi chiedermi, Castiel. - Disse sbrigativo mentre l'angelo si girava dall'altra parte.
Castiel alzò la testa e lo guardò rimanendo in ginocchio. La speranza che volesse farlo. Dopotutto aveva vestito Dean per molto, poteva essersi affezionato.
- Mi aiuterai? -
Ci fu una pausa che torturò Castiel, poteva solo sperarci con tutte le sue forze e Michael lo sentiva.
- Dimmi, Castiel... perchè pensi che abbia abbandonato quel corpo, una volta concluso? - Questo fece capire la sua risposta...
- Perchè non intendi tornare sulla Terra... - Tentò.
- E perchè non me ne importa nulla di lui. Sapevo bene in che stato l'avrei lasciato andandomene. Se l'ho fatto è perchè per me non conta assolutamente nulla. - Il moto di rabbia e delusione di Castiel lo fece alzare in piedi e stringere i pugni, era inutile attaccarlo e dirgli qualcosa. Lo sapeva che sarebbe andata così. La sua indifferenza era leggendaria.
Infatti alla fine ingoiò tutto e scosse il capo dandogli le spalle. Poco prima di tornare da Dean esitò, si girò e disse amaro.
- Se provassi a lasciarti andare quando hai a che fare con uno di loro, capiresti perchè alcuni angeli abbandonano tutto questo e si mescolano ad essi! Non hai idea di che cosa ti perdi... di cosa ti manca, nel vivere così... né mai lo avrai. - Poi, dandogli di nuovo le spalle, aggiunse piano. - Mi fai molta tristezza, Michael. Tu e tutti gli altri miei fratelli. Gabriel era il solo che aveva capito. - A quel nome, Michael si accese di una luce incandescente, rabbiosa. Come una ferita aperta. Poco prima di subire la sua leggendaria ira, Castiel svanì.
Ad ognuno i propri scheletri nell'armadio, ad ognuno i propri fantasmi.


Castiel tornò da Dean e vide che era tutto in ordine e con enorme tristezza si rese conto che le speranze erano anche inferiori a quel che aveva pensato.
Rimaneva solo Morte, magari lui poteva fare qualcosa, ma essendo uno fuori dalle parti, c'era da chiedersi cosa mai potesse spingerlo a fare una cosa simile. Salvare qualcuno invece che ucciderlo.
L'angelo si sedette sul bordo del letto matrimoniale su cui era posto Dean, si ricurvò, si coprì il viso con le mani e sospirò scuotendo sconsolato la testa.
Se non fosse riuscito a salvarlo cosa avrebbe fatto?
Avrebbe dovuto arrendersi a lasciare Dean in quelle condizioni?
Davvero non c'era scelta?
Dean non mollerebbe prima di tentare tutto il possibile. Lui ha ceduto a Michael solo quando non ha avuto più scelta.” Pensò facendosi forza.
Ogni volta che in vita sua aveva vacillato, cosa che era successa sempre e solo dopo l'arrivo di Dean nella sua vita, si era appoggiato a lui, aveva guardato lui, aveva seguito lui.
Ora poteva solo pensare a lui, poteva solo chiedersi cosa avrebbe fatto e sperare di conoscerlo abbastanza da indovinare.
Con questo sospirò, si fece coraggio, si alzò ed andò sulle tracce di Morte.
In quanto angelo per lui fu più facile, per un umano sarebbe stato più complicato.
Intercettarlo non fu così difficile.
Lo fu farsi ascoltare. Chiedere udienza ad uno completamente indifferente a tutto, più ancora di Michael, era davvero un'impresa titanica.
Castiel seguì Morte per un po', prima di riuscire a farsi ascoltare.
Il non poter liberarsi della sua costante presenza sempre più ingombrante, lo obbligò a chiedergli cosa volesse.
- Ti concedo un minuto. - Disse apatico e lento la figura che si presentava con sembianze umane, uno scarno individuo intorno ai cinquanta anni.
Castiel non nutriva molte speranze, ma lui era la sua ultima carta.
Gli parlò con reverenza, lo ammirava molto più di Michael perchè per lo meno lui era sopra le parti, aveva un ruolo completamente diverso da quello di suo fratello.
- Non mi rivolgerei a te se non avessi altra scelta. - Disse Castiel guardandolo negli occhi, non abbassava mai lo sguardo, era una sua caratteristica.
- Parla. - Incitò con un pizzico di impazienza. Castiel si chiese se non sapesse già tutto.
- Avrai notato l'aumento considerevole del tuo carico di lavoro... - Esordì cauto. Morte fece una strana espressione indecifrabile.
- Grazie, me ne ero accorto. - Castiel non era in grado di decifrare lo scetticismo. Con Dean aveva imparato il sarcasmo e l'ironia, quel tono ci somigliava un po'.
- Allora saprai anche l'esito della Guerra. -
- Non ho molta simpatia, al momento, per la razza che mi ha portato tante anime precoci. Per la maggior parte di loro non era arrivato il tempo. Odio quando il mio lavoro viene alterato in questo modo! -
Castiel strinse le labbra abbassando lo sguardo solo allora. Si sentiva colpevole d'appartenere a quella razza così ottusa ed arretrata, come diceva Dean stesso.
Morte lo percepì e si placò.
- Non posso guarire Dean. - Disse infatti meno duro di prima. Castiel alzò di scatto lo sguardo punto sul vivo, gli occhi gli pizzicarono e li chiuse un paio di volte senza capire la sensazione che gli si affacciava dentro, partiva dal petto e si espandeva ovunque, persino agli occhi.
Non sapeva che era delusione, dolore e voglia di piangere.
Morte assottigliò gli occhi guardando l'angelo colto da un dolore tale da paralizzarlo. Un angelo che piangeva?
Era la novità e lo era soprattutto che fosse sincero.
Dopo un po' di silenzio durante il quale Castiel aveva riabbassato gli occhi cercando di domare quelle emozioni violente e terribili, sentì Morte avvicinarsi camminando piano e circospetto.
- Mi incuriosisci tu, creatura così diversa dalla tua ottusissima specie. - Castiel alzò ancora lo sguardo, percepiva una punta di interesse?
- Io non sono come gli altri, ma questo lo senti da solo... - Disse con una calma solo apparente. Il tono era incapace di alterarsi seriamente. Erano quasi come due automi, solo che uno lo era unicamente in apparenza.
- Ti importa così tanto di un solo umano, che per di più è stato causa indiretta di una sofferenza mondiale epica che segnerà l'umanità per sempre? - Disse provocandolo gelidamente. Castiel non si mosse dalla sua posizione, in piedi, dritto in mezzo alla stanza, le braccia lungo i fianchi come sempre. Morte gli girava lentamente intorno come uno squalo che studia la preda prima di azzannarlo.
- E' il solo di cui mi importi al momento. - Sussurrò in piena ammissione.
- Se Dean fosse stato più forte e non avesse accettato di essere posseduto da Michael, egli non sarebbe venuto sulla Terra a distruggerla con quell'altro spostato di suo fratello. - Castiel non esitava, quella storia la conosceva meglio di chiunque altro, l'aveva vissuta in prima persona, non poteva accettare che uno spettatore totalmente estraneo gliene parlasse in quei termini.
- Sappiamo tutti che Michael avrebbe trovato un altro tramite, senza Dean. Sarebbe successo tutto questo in ogni caso. Il punto non sono le colpe di Dean, il punto sono le colpe di chi poteva fare qualcosa di più ed è rimasto a guardare. - Morte, sentitosi accusato, gli si fermò alle spalle con l'intenzione di dargli una sonora lezione a lui più che a chiunque altro.
- Mi stai accusando di non aver alzato un dito quando potevo? - Castiel scosse il capo e composto si girò fino a guardarlo diretto, senza esitazione.
Poi con un tono marcato sibilò.
- Parlavo di me stesso. Ho fatto il possibile, ma dopotutto lo è stato davvero? Davvero non potevo fare nulla per impedirlo? Davvero non ho alcuna colpa? - Morte sapeva molto bene quello che Castiel aveva fatto ed era di certo il solo che si era dato pena per risolverla in altri modi, aveva cercato davvero di impedire l'Apocalisse, era stato il solo e di questo ne era certo.
Per cui quelle auto accuse sulla sua bocca non avevano senso.
Per Morte il punto era davvero che Dean non meritava una salvezza, ma leggeva la grande speranza di quell'angelo di salvarlo e non capiva perchè.
- Tu non amavi il mondo? Avevo capito che ti eri ribellato per questo... - Castiel sospirò guardando altrove, cercando di spiegare le proprie motivazioni.
- Lo amavo. Ma ho imparato ad amarlo grazie a Dean. È lui che ho amato prima di tutti e che amo sopra ogni cosa. So che questo mio è un atto egoistico, ma ora come ora tutto quello che conta per me è salvarlo. Ha dato tutto quello che aveva per questo mondo, per l'universo stesso! Ha dato sé stesso, suo fratello... -
- Dando loro stessi hanno permesso una distruzione di massa... - Gli ricordò Morte.
- Sarebbe successo lo stesso. Il mondo stava andando da solo verso la fine, se non avessero posto fine all'apocalisse lasciando che angeli e diavoli si combattessero, sarebbe finito del tutto. I danni sarebbero stati molto maggiori di così. Non sono riusciti a fermare Lucifer, non avrebbero mai potuto, ma hanno comunque fermato, in un modo o nell'altro, l'Apocalisse. -
Morte scosse il capo allontanandosi, le mani dietro la schiena.
- Ricordo che te la sei presa molto per il suo cedimento, come mai ora lo difendi? -
- Ha fatto quello che riteneva l'unica cosa giusta da fare per fermare l'Apocalisse. Dopo aver tentato tutto era convinto che solo Michael potesse porvi fine. Ed è stato così. -
- Si, ma a quale prezzo? -
- Se non l'avesse fatto il prezzo sarebbe stata la fine completa di tutta la Terra e non solo di una parte. Sarà dura, ma adesso si può ricominciare. Sarà una rinascita lenta, ma ci sarà. Ora è possibile. - Concluse, Morte lo sapeva e non replicò. Castiel sapeva quel che diceva, per cui batté su un altro punto.
- Per cui sei disposto a mettere da parte i tuoi sentimenti feriti per lui? - Dean l'aveva ferito molto con quella scelta, era vero. Castiel se l'era presa tanto con lui quando aveva saputo che si era fatto prendere dagli angeli, perchè lasciar campo libero a quella battaglia epocale non era una soluzione accettabile, avrebbe portato comunque morte e distruzione ed in aggiunta a quello lui poi sarebbe finito male per sempre.
Si era infuriato per questo, più che per tutto il resto.
Perchè Dean si era sacrificato. Castiel si era ribellato per lui ed ora si sacrificava per qualcosa che non avrebbe portato la salvezza del mondo, non davvero.
Però in fin dei conti, senza altre soluzioni, che altro si poteva fare?
- Ho avuto molto tempo di rifletterci ed ho capito il punto di vista di Dean. - Morte inarcò un sopracciglio scettico. Sarebbe stato strano che un angelo capisse il punto di vista di un umano.
- Se avesse continuato ad opporsi al possedimento e quindi alla battaglia, l'Apocalisse avrebbe distrutto tutto il mondo. - Concluse.
Morte lo guardò come se lo studiasse, poi si decise.
- Per una qualche misteriosa ragione, tu e Dean vi trovo interessanti. Dean mi incuriosiva già da prima, tu non sei da meno, ora. - Castiel trattenne il fiato guardandolo senza osare sperare. - Non posso guarirlo, ma c'è un modo per aiutarlo. - Ancora un'esitazione e sarebbe morto lui stesso, Castiel non poteva crederci. - Posso costruire un muro nella sua mente fra ciò che lo farebbe impazzire svegliandolo, e la sua parte cosciente. Per cui perderebbe completamente la memoria. Non avrebbe idea di chi è, di quel che ha fatto, di cosa è successo. Però potrebbe vivere in salute e potrebbe svegliarsi. - Castiel si ravvivò mentre la luce della speranza accendeva sempre più il suo viso. Allora un sistema c'era, sapeva che Morte era potente.
Il modo in cui si sentì nel sapere che in qualche modo l'avrebbe potuto salvare, era fantastico. Come tornare alla vita.
Morte vide e percepì il suo stato d'animo puro e fece un sorrisino strano girandosi di spalle.
- Però non deve grattare il muro, non deve cercare di ricordare. Devi tenerlo lontano da tutto quello che potrebbe fargli ricordare. Se il muro cade, sai lo stato in cui rimarrebbe. - Castiel rispose da solo.
- Vegetativo. - Morte annuì, poi tornò a guardarlo nella sua posa composta ed eretta. L'aria apparentemente indifferente.
- La sua natura sarà di cercare di ricordare, Castiel. Se il muro dovesse cadere parzialmente non so cosa potrebbe succedere, forse su alcune cose che ricorderebbe potrebbe resistere, ma se cadesse del tutto sarebbe finita, non potrei tornare ad intervenire. - Castiel pensò a Michael come se fosse una sorta di suggerimento, aggrottando la fronte si rese conto che era stato inserito nella sua mente da Morte.
- Michael potrebbe guarirlo del tutto? - Chiese sorpreso.
- Il solo che può guarire un tramite, è colui che l'ha posseduto. - Rispose piatto.
Dopotutto quello che lo spingeva verso di loro era decisamente più che un semplice sentimento di curiosità ed interesse, Castiel lo comprese, ma non lo esternò. Alla fine annuì e lo ringraziò con sentita reverenza che Morte apprezzò, dopotutto era davvero l'unico essere celeste degno di esistere, si disse avvicinandosi lento a Castiel.
- Andiamo da lui. - Con questo i due sparirono fra un vento caldo ed uno freddo.