CAPITOLO IV:
QUANDO QUALCOSA
SI SPEZZA
Dean per un
momento si trovò anche a non parlare più a Bobby, infuriato col fatto che
sapeva tutto di Sam e che gli aveva imposto di non farsi vivo per lasciargli
vivere una vita normale con Lisa e Ben.
Non ci aveva
proprio più visto, come potevano tutti credere che per lui potesse essere
meglio vivere senza suo fratello? Senza saperlo vivo sano e salvo? Che
concezione di protezione e salvezza avevano?
E di felicità?
Nessuno sapeva
com’era la felicità altrimenti non avrebbero mai fatto quella scelta.
Con Raphael
brancolò nel buio in modo piuttosto equo che con tutto il resto, era da solo e
non sapeva dove sbattere la testa, era incapace di trovare una qualunque
effettiva soluzione su qualche fronte e l’assenza di Castiel ai suoi richiami
per essere aggiornato riguardo Sam, non l’aiutò affatto.
Voleva andare
lui stesso a cercarli e mandare al diavolo Raphael, voleva occuparsi di quel
che voleva e non di quel che doveva ed oltretutto lo preoccupava che Castiel
non rispondesse. Quando lo chiamava correva subito, non c’era mai stata una
volta che non era venuto ad un suo richiamo.
Mai.
La sensazione
che fosse successo qualcosa di brutto ad entrambi l’assillava e se per Sam l’idea
era di non poterlo rivedere dopo che era tornato in vita, di non poterlo
massacrare di botte per la sua decisione di merda di escluderlo, per Castiel
era diverso. Era molto diverso.
Aveva il
semplice terrore di perderlo e di meglio non seppe fare nell’angosciarsi dietro
alle sue mancate apparizioni.
Perché non
tornava da lui? Con quel Raphael dannato alle calcagna che cercava di farlo
fuori con tanto impegno come poteva stare tranquillo ad aspettare?
Doveva
assolutamente procurarsi un’arma per angeli potente che potesse funzionare con
un arcangelo. Il pugnale normale non funzionava con loro, sapeva come metterlo
in trappola momentaneamente ma per ucciderlo la storia era ben diversa.
Preso male in
quelle ennesime considerazioni, diede insofferente un pugno al muro per
scaricare la rabbia accumulata.
Non sapeva
nemmeno decifrare ciò che provava per Castiel e cosa voleva da lui, se lo
vedeva come un rimpiazzo di Sam o cosa, ma in ogni cosa, qualunque cosa fosse,
voleva che tornasse e non gli succedesse nulla.
Castiel era
sempre stato la sua colonna, il suo sostegno, una certezza inamovibile. Lui c’era
sempre, in ogni modo, ed era sempre con lui. Capitava che lo facesse
arrabbiare, che fosse pesante però alla fine era sempre su di lui che poteva
principalmente contare.
Non poteva fare
a meno di lui.
Aveva vissuto
quel pallido tentativo di vita senza Sam e praticamente senza tutti sempre
nella speranza di poter comunque rivedere almeno Castiel. Almeno lui, si
diceva, ma non aveva avuto il coraggio di chiamarlo. Per dirgli cosa? E poi che
figura avrebbe fatto? Quello debole che non sapeva cosa voleva… però aveva
avuto la consapevolezza che ora lui stava tenendo tutto sotto controllo e che
il loro sacrificio non era stato vano.
Castiel era
troppo importante, punto e basta.
“E
perché cazzo non viene più, ora?”
Quando se lo
chiese per l’ennesima volta, la porta di casa di Bobby si spalancò con un botto
sonoro e lui scese convinto che fosse l’ennesima catastrofe imminente.
Quando vide la
scena si trovò semplicemente agghiacciato, non avrebbe immaginato quanto
catastrofica era effettivamente quella situazione.
- Cass… - Ma il
secondo nome non fu in grado di dirlo.
Solo che,
naturalmente, chiedersi perché erano passati dalla porta e non si erano
volatilizzati come Castiel faceva sempre, sarebbe stato idiota viste le
condizioni dell’angelo.
Di nuovo e forse
peggio.
Peggio perché si
sosteneva a qualcuno, ma non ad uno qualunque… si sosteneva a…
- Ciao Dean. -
Disse l’altro. A quel punto, immobile a qualche metro da loro, la sua voce
emise un suono, Dean stesso non capì cosa aveva detto, forse il suo nome,
finalmente.
- Sam… allora ci
sei davvero… - Sì, qualcosa l’aveva detto ma incapace di provare gioia, fu
subito sbattuto in un abisso buio per via di ciò che reggeva sotto braccio suo
fratello.
Un fratello in
splendida forma. Troppo, per essere uno scampato dall’inferno e da delle
torture assurde.
E poi che vita
doveva aver vissuto lì in quell’anno separato da lui?
Le domande non
finirono mai ma la visione di Castiel sanguinante e privo di sensi, immobile
sorretto da uno strano Sam, lo congelò all’istante mentre una scarica di mille
volt lo attraversava.
Ritrovare suo fratello
perdendo Castiel no, questo non avrebbe mai potuto reggerlo.
Mai.
Potendo si
sarebbe rinchiuso altrove, in una fantasia perfetta e felice dove la sua vita
con Lisa e Ben era perfetta e funzionava a meraviglia, dove lui non doveva
fingere di stare bene per non preoccuparli, dove non c’erano problemi, passati
atroci da dimenticare, anime martoriate, cuori infranti.
Però si trovò a
prendere immediatamente Castiel e a capire che oltre ad essere privo di sensi
era anche dannatamente freddo. Si chiese se fosse normale per un angelo poi si
ricordò che un angelo non era comunque normale in nessun caso ed il panico lo
avvolse mentre si trovava a liberare il pensiero più incendiante ed
incontenibile di tutti.
“Non
può morire, ci tengo troppo, dannazione! Ci tengo in un modo fottutamente
imbarazzante! Non può morire, non può…”
Proseguì come in
una litania, quasi, sperando che quel desiderio si trasformasse in preghiera e
che venisse ascoltato.
Chiese,
probabilmente, cosa fosse successo e, probabilmente, Sam rispose che era stata
colpa di Crowley, ma non capì il resto della spiegazione fin troppo calma.
A quel punto,
mentre Dean impazziva per capire come aiutare Castiel e chiamava Bobby affinchè
tornasse immediatamente, fulminò Sam con lo sguardo capendo con matematica
certezza che in lui davvero qualcosa non andava perché che in una situazione
tanto grave lui rimanesse così calmo e freddo non esisteva proprio.
E la bomba
atomica esplose.
- Perche’
diavolo non ti sei fatto vivo, si può sapere, dannazione? -
- Ho visto che
facevi la tua vita, che non eri più un cacciatore e pensavo che per te fosse
meglio così. -
- Come cazzo ti
salta in mente che io preferisca crederti all’Inferno nelle mani di Lucifero? -
- L’ho fatto per
proteggerti, non volevo che tornassi a correre tutti quei rischi! So bene
quanto è difficile uscire dalla vita che facciamo noi e vedendo che ci eri
riuscito… -
- RIUSCITO?!
RIUSCITO?! LO CHIAMI RIUSCIRE AD USCIRE DALLA VITA DEI CACCIATORI, QUELLO CHE
FACEVO? SPROFONDAVO NEL BUIO PIU’ ATROCE GIORNO DOPO GIORNO PERCHE’ TU NON C’ERI
PIU’ ED ADESSO MI VIENI A DIRE CHE C’ERI E CHE TI SEMBRAVA RIUSCISSI A VIVERE
BENE SENZA DI TE?! CAZZO, SAM! MA MI CONOSCI? -
- Non gridare,
Cass… -
- E NON DIRMI DI
NON GRIDARE, DANNAZIONE! COME FACCIO SE MI DICI CAGATE DEL GENERE?! -
- Capisco che tu
sia arrabbiato ma io speravo che tu stessi meglio senza di me… -
A quel punto
Dean non ci vide più e dopo le parole e le urla partì un pugno, incapace di
trattenersi anche in virtù di tutta la sua calma che gli stava mostrando. Come
poteva mantenersi così composto e dire quelle stronzate assolute? Come osava?
Sam incassò il
colpo senza dimostrare nemmeno un briciolo di dolore o sorpresa, certo non
capiva perché se la prendesse tanto ma non sembrava turbato da nulla.
- VATTENE ALLORA
SE PENSI CHE IO STIA MEGLIO SENZA DI TE! FA QUEL DIAVOLO CHE CREDI, DANNAZIONE!
PER QUANTO MI RIGUARDA ABBIAMO CHIUSO! - Gli sarebbe bruciato sempre troppo la
consapevolezza di tutti quei mesi passati nella sofferenza a piangere suo
fratello che invece era vivo e se ne era semplicemente sbattuto di lui. Non
poteva che vederla così e quando Bobby tornò riuscì a litigare di nuovo anche
con lui.
Dean non se ne
andò solo perché a quel punto era graniticamente convinto che gli rimanesse
solo Castiel, in tutta quella schifosissima storia, e mentre l’uomo più grande
si prodigava in silenzio per cercare di salvarlo e capire cosa gli fosse
successo, lui camminava su e giù incessantemente per la casa. Sembrava una tigre
in gabbia, furioso come non mai, incapace di stare fermo, fremeva per sfogare i
nervi con forza e distruzione. Voleva rompere qualcosa ma almeno rivedere
Castiel sveglio gli avrebbe fatto bene.
Certo che anche
lui aveva delle colpe ma sostanzialmente non si era mai aspettato nulla di che
da lui perché era un angelo e loro avevano altre priorità, erano diversi da
loro, ragionavano in modo incomprensibile… tutto quello che aveva fatto, ed era
sempre stato molto, era stato una sorpresa, non si era mai aspettato niente
dall’angelo. Per questo quando faceva qualcosa di idiota lo giustificava
dicendo ‘cose da angeli!’
O forse ora la
pensava così perché le azioni di Sam e Bobby erano state di gran lunga
peggiori.
Nel pensare
peste e corna su tutto e tutti e nel pregare in contemporanea che Castiel si
salvasse, sapendo che stava ormai diventando la sua unica ragione di vita poiché
l’unica giusta ed incrollabile, uscì non potendo più rimanere lì con le mani in
mano ad impazzire dietro ai pensieri.
- Un colpevole c’è
ed è quel bastardo di Crowley, su questo non si discute! - Così dicendo andò
fuori alla sua ricerca.
Il collegamento
per lui fu chiaro… prima che Castiel venisse da lui a chiedergli aiuto, il capo
dell’Inferno aveva cercato di proporgli qualcosa, ergo aveva qualcosa in mente
e quando lui ne aveva, non c’era da stare al sicuro e tranquilli. Quando poi
Sam fra le molte cose aveva detto che era stato Crowley a ridurre Castiel in
quello stato, era stato confuso ma chiaro al tempo stesso. La dinamica dell’incidente
non l’aveva avuta precisa in mente ma gli bastava sapere che centrava quel
maledetto demone.
Era ora di farlo
fuori una volta per tutte… dopo tutti quelli che gli aveva tolto, tutti quelli
che aveva ferito, non poteva toccare Castiel. Adesso basta.