*Eccoci
qua con un altro capitolo! Billy ha convinto Steve ad uscire con lui e
andare ad una festa, ma per quale motivo ha davvero accettato? Steve è
nella sua fase di cambiamento e sta sperimentando sé stesso, Billy
invece sembra sapere esattamente cosa vuole e non è per niente
intenzionato a condividere le sue reali intenzioni con lui. Non
ricordo bene se nella serie accennano da qualche parte alla famiglia di
Steve, io ho deciso di fare un accenno immaginando che se prima di
Nancy lui era un tipico ragazzo alla deriva ma benestante, da qualche
parte l'intoppo ci doveva essere, così ho optato per dei genitori
indifferenti. Buona lettura. Baci Akane*
2. ALLA RICERCA DEL NUOVO STEVE
Steve alla maturità dei suoi
17 anni valutava egregiamente la situazione sia propria che quella di
Billy, per quanto non ne sapesse nulla di lui, sapeva che chi faceva il
cazzone in giro era per attirare l’attenzione, perché non riceveva a
casa quella di chi contava.
Probabilmente aveva un padre violento, il che spiegava la rabbia che sfogava sempre sui poveracci.
Dopo essersi sistemato i
capelli come sempre in modo perfetto, si lisciò la camicia infilata nei
jeans aderenti a vita alta con la cintura, come usavano di moda. Si
girò di lato per controllare il suo profilo perfetto e sorrise
soddisfatto del risultato finale.
“Per quel che me ne importa...” Si disse poi mettendosi anche il profumo.
Ripeterselo forse l’avrebbe
reso reale, ma la verità era che era euforico all’idea di andare ad una
di quelle feste come ai vecchi tempi, con un gruppo di spostati a fare
cazzate solo per divertirsi.
Steve si fermò sentendosi troppo felice.
“Fermo Steve, esci con Billy
Hargrove, un idiota integrale. Di cosa devi essere contento? Lo fai per
scaricartelo, perché così poi vede che sei un caso senza speranza, che
King Steve è morto davvero e ciao, ti lascia in pace!”
Se lo ripeté guardandosi allo
specchio, annuì convinto e andò a mettersi le scarpe col cuore
leggermente in accelerazione. Gli ricordava la sensazione che aveva
avuto nell’uscire le prime volte con Nancy.
“Certo paragonare il coglione
a Nancy ce ne vuole!” Si prese in giro, però si disse che comunque era
probabilmente come una sorta di droga.
“Ti disintossichi e non vuoi
ricaderci, ma quando la riassaggi, anche in forma leggera, le vecchie
abitudini fanno di tutto per tornare. Ti ricordi perché ti piaceva
farlo e scalpiti per tornare a quei livelli. Ma non voglio farlo. È
sicuramente una bella prova anche per me, se la supero posso vantarmi
di essere una persona nuova. Forse non sarà Nancy, ma potrò trovare
un’altra brava ragazza speciale che amerà me, questa volta, perché ne
sarò degno!”
Quando da fuori sentì il clacson saltò sul letto e si ritrovò il cuore in gola come uno stupido.
“Esci con un coglione, ricorda
che esci con un coglione! E non tornerai su quella strada di merda,
vuoto, triste e solo! Lo fai per rinforzare il nuovo Steve!” Si mise la
giacca e si guardò un’ultima volta allo specchio, la propria immagine
gli piaceva parecchio, annuì soddisfatto e cercò un nuovo nome per sé
stesso.
Non più King Steve ma:
- Big Steve! Immenso! Big come grande cuore. Grande quanto il mio pisello almeno! - E così dicendolo da solo, uscì sorridendo.
Evitò di salutare i suoi
genitori e di dire che andava via perché tanto entrambi presi da
qualunque altra cosa purché non fosse suo figlio, infine varcò la
soglia.
La sua macchina parcheggiata
fuori, lui uscito in quel momento stufo di aspettare. Billy aveva i
soliti capelli improbabili di cui andava fiero, la solita camicia rossa
aperta sul petto, la giacca in pelle e la sigaretta all’angolo della
bocca.
Billy vedendolo uscire si
fermò davanti all’auto, si tolse la sigaretta dalla bocca e allargando
le braccia l’accolse con un largo sorriso tirando fuori la lingua nella
sua tipica assurda calda maniera.
“Calda, che cazzo centra calda. È un coglione che si crede un porno star!”
Ripeterselo avrebbe dovuto funzionare.
- Finalmente Harrington! Devo
dire che l’attesa è valsa la pena! - Scherzò apprezzando la visione che
Steve gli offriva di sé, in particolare di come gli stavano i jeans.
Steve con l’entusiasmo di un morto gli mostrò il dito medio, quello che stava diventando il loro tipico saluto.
- Sono uscito subito, non
rompere il cazzo! - Rispose secco facendo il giro dell’auto per salire
dall’altra parte, Billy incollò così i suoi occhi al suo sedere e
aspirò una bella boccata di fumo con un’aria di chi apprezzava ancora
meglio. Steve se li sentiva addosso, eccome. E lo voleva riempire di
pugni per il modo in cui lo guardava, o meglio per come lo faceva
sentire.
Bene.
Incredibilmente ed ingiustificatamente bene.
“Perchè mi piace essere guardato ed apprezzato da lui, ora? Comunque è gay. Punto!”
In macchina la musica partì a
tutto volume come la sgommata di Billy e la sua guida scavezzacollo.
Steve si prese alla portiera sbiancando istintivamente.
- Cazzo, capisco da chi ha preso la guida tua sorella! -
Nel sentirlo Billy aumentò
l’andatura superando di gran lunga il limite di velocità, aumentando
allo stesso modo i brutti ricordi di Steve legati a quell’auto, uno
peggiore dell’altro!
- NON È MIA SORELLA QUELLA
STRONZETTA! - Il fatto che ci tenesse a specificarlo sempre con foga,
faceva capire a Steve che di problemi in famiglia ne aveva molti.
- Sì comunque vorrei arrivare
vivo alla festa! - Esclamò Steve mascherando meglio la sua folle paura
che lo faceva tremare come una foglia. Dopo i fatti del Sottosopra era
un po’ più apprensivo verso la propria vita.
Billy parve calmarsi e ridendo rallentò, finalmente a quel punto Steve poté notare la bella musica che aveva messo su.
- AC/DC You shook me all night
long! - Esclamò Steve ridendo gettando la testa all’indietro! - È
perfetta! - Billy lo guardò ridere di gusto e in modo spontaneo e buttò
il mozzicone finito fuori dal finestrino aperto che scompigliava tutti
i suoi già scompigliati capelli, alzò il volume e sorrise soddisfatto
di quella che sembrava proprio una piccola vittoria.
Steve si rilassò finalmente
nel sedile accanto seguendo il ritmo forte e cadenzato della musica
rock che gli stava facendo ascoltare, girò lo sguardo fuori dall’auto,
nel paesaggio notturno che scorreva a folle velocità e l’adrenalina
cominciò a dargli alla testa. La sensazione di euforia, quello stare
bene perché sei sopra le righe.
Le tipiche cose che provava una volta.
King Steve era in agguato, lo
sapeva, ma sinceramente era meglio ignorarlo, in quel momento, e
godersi quella bella canzone, il vento addosso dai
finestrini abbassati e quella folle velocità.
Essere in macchina con Billy Hargrove o con chiunque altro, in quel momento aveva poca importanza.
Era da molto che non si concedeva quello e ricordava di nuovo perché gli era piaciuto tanto.
Senza pensieri, senza doveri, senza pesantezze di sorta.
Solo vivere il momento in modo spericolato, senza pensare a regole, morali, etiche...
“È che ho perso il giro perché
i miei vecchi stronzi amici si sono attaccati all’imbecille, però vedo
che siamo solo io e lui stasera. Forse faccio così pietà che vuole
raccogliermi sotto di lui. Cioè... come suo accolito. Prima il rischio
era che io fossi un capo branco, perché lo ero. Ma assicuratosi che non
lo sono, mi vuole nel suo cerchio per farsi più figo davanti a tutti.
Se ci vedono insieme nessuno pensa che sono io sopra di lui, perché si
vede che non sono più King Steve.”
Riflessioni effettivamente
logiche e sensate che non tenevano in considerazione delle reali
intenzioni di Billy, o meglio ci provava senza grosso successo.
Il motivo per cui Billy voleva
Steve con sé non era primeggiare in diversi modi, ma semplicemente
perché gli piaceva e prima ci provi colpendolo, facendoti anche odiare
se necessario, superandolo in tutti i modi per essere considerato da
lui, poi visto che non funziona, perché quei metodi del cazzo non
funzionano mai in realtà, provi ad essergli amico nella maniera più
normale di cui sei capace. Ed anche se sei un impedito nelle amicizie
davvero normali, ci provi e il tentativo spesso viene apprezzato e in
qualche modo va a buon fine.
Per Steve era solo tentare di
fare qualcosa in quella delicata fase di cambiamento dove era solo e si
isolava ulteriormente di più.
Doveva cambiare, ma non sapeva come. Vivere il momento a volte era l’unico modo per trovare delle risposte complicate.
C’era un lato nascosto di sé che voleva emergere, ma non sapeva quale era e come farlo venire fuori.
Sicuramente stare con Billy
non sarebbe servito, ma almeno per una notte si sarebbe distratto ed
avrebbe avuto qualcosa da fare.
“E poi lo faccio per essere lasciato in pace da qui in poi.”
Nella sua testa aveva senso,
solo nella sua testa probabilmente, visto che nel suo istinto era solo
un semplice seguire l’attrazione inspiegabile che era nata nel più
assurdo o forse classico dei modi. Innegabile in ogni modo.
Ci stava pensando fino a non averne più, così decise di smettere di fare l’idiota e di chiederglielo in modo semplice e diretto.
Abbassò il volume e domandò:
- Senti, puoi dirmi perché sei
tanto in fissa con me? Che te ne fotte se sono triste, depresso e solo?
Tu mi odi, hai fatto di tutto per umiliarmi e superarmi da subito, mi
hai anche picchiato a sangue quel giorno. - La domanda non poteva
essere travisata. Doveva solo rispondere in modo sincero.
Billy fece una smorfia, tirò
su col naso e alzò le spalle fissando male la strada, cercando qualcosa
di adatto con cui togliersi da quell’impaccio.
- Insomma, io sul serio non
sono gay... - Rincarò ulteriormente convinto che fosse quello. Billy
gli diede immediatamente un pugno allo stomaco di lato senza nemmeno
girarsi, fu così veloce che Steve non lo vide nemmeno arrivare, si
piegò subito in avanti tenendosi la pancia senza riuscire a respirare
per un minuto.
- Fanculo Hargrove fottuto
stronzo! Voglio solo sapere cosa cazzo vuoi da me davvero! - Billy così
girò di scatto in una via laterale apparentemente spuntata dal nulla,
per poco non andò fuori strada, Steve dimenticò di aver quasi sputato
le budella per cercare di non finire fuori dal finestrino, la risata
dello psicopatico si levò sadica e lui roteò gli occhi al cielo una
volta ripresa la retta via verso la casa della festa.
Ci stava rinunciando, quando finalmente lo scemo si decise a parlare.
- In realtà mi piaci. Mi sentivo in competizione con te, però non hai più spina dorsale ed ho capito che non sei un pericolo. -
- Se non ho spina dorsale come
faccio a piacerti? Pensavo che ti piacessi per quella, ma se non ce
l’ho... - Steve cominciava a fare ragionamenti piuttosto logici stando
coi cervelloni per risolvere i problemi. Billy fece l’ennesima smorfia
ed alzò le spalle sminuendo la cosa.
- Ti butti troppo giù! Non sei
senza spina dorsale, non ce l’hai più ma la puoi recuperare! - Steve
sospirò, che cercasse di ritrasformarlo nel vecchio Steve era
abbastanza ovvio, ma non capiva il motivo.
- Ma perché?! Cosa fai dopo
che torno lo stronzo di prima? - non che pensasse di poter tornare ad
esserlo, ma voleva provare a stare al suo gioco per curiosità. Quel
ragazzo era un concentrato di assurdità incomprensibili.
Billy finalmente arrivò nella
casa della festa, c’erano già altre macchine e molta gente prima di
loro, prima di scendere aspettarono. Chiuse il motore, si prese le
chiavi in mano facendole roteare sull’indice e guardandolo al suo
fianco con una certa insana soddisfazione, disse:
- Dopo ti batto di nuovo! -
Steve rise decidendo di rinunciare. Sapeva benissimo che quei modi
erano una maschera per nascondere il vero Billy e quelle non erano le
vere risposte, solo risposte da spaccone per non dire la verità che
probabilmente gli faceva perdere la faccia da imbecille a cui
probabilmente teneva.
- Ah, ci rinuncio, fa quello
che ti pare! Grazie del passaggio, magari trovo un modo per tornare da
solo! - Non che ci sarebbe venuto mai e poi mai, da solo, ma ormai era
lì e tanto valeva vedere se trovava qualche ragazza con cui svagarsi.
Non voleva nessuno da quando
era finita con Nancy, non voleva proprio un’altra anche solo per
andarci a letto... ma magari era ora, dopotutto era passato un po’.
Stava avviandosi verso la casa
di chissà chi, quando la mano di Billy lo strinse forte da dietro sulla
spalla, poi il suo corpo si attaccò come ormai succedeva spesso.
- No no no Pretty Boy! Tu non
te la svigni così! Ho detto che ci pensavo io a te e lo farò! - Steve
rabbrividì sentendolo, ma non se lo scrollò di dosso, rimase fermo
paziente in attesa che la piantasse con le sue stupide spacconate.
“Sono venuto per aiutare il me
stesso di una volta o solo per distrarmi sul serio e cercare una
troietta con cui trombare, come avrebbe effettivamente fatto il vecchio
Steve?” Si disse poi in un attimo, mentre considerava seriamente come
proseguire da lì in poi.
Girò lo sguardo di lato verso
il suo, sempre appiccicato a lui e troppo vicino. Lui sorrideva
raggiante con la sua solita aria da pazzo scatenato senza senso logico.
Gli mancava la luce della sanità mentale, nemmeno lui prima di Nancy era così fottuto.
“Salvare chi? Ora che ho
salvato i mocciosi mi sento l’eroe degli sfigati? Andiamo Steve, dì la
verità. Non sei venuto qua per aiutare un altro te stesso sfigato!”
Appena lo ammise si sentì
meglio, il fatto che comunque non capisse cosa volesse da quella serata
non lo aiutò, ma almeno aveva fatto un passo in avanti.
Non voleva aiutare nessuno, proprio no.
Billy inarcò le sopracciglia in attesa di una risposta.
- Allora? Solo per stasera, tu ed io come se fossimo amici! E vedrai che ritroverai te stesso! -
“Se mi dicesse perché vuole
‘ritrovarmi’ sarei felice. Però su una cosa ha ragione l’idiota. Sono
qua per questo. Cioè non per ritrovare me stesso come dice lui, ma per
trovare il nuovo Steve. Capire che strada voglio prendere da qui in
poi. Non tornerò con Nancy, sono cambiato io e sono cambiate molte
cose, sono diverso ma non ho una nuova strada da percorrere. Cosa
voglio fare di questo me stesso ora? Stasera mi dimostrerò se voglio
seriamente tornare l’idiota di un tempo o se voglio fare altro. A quel
punto vedrò cosa, ma intanto partiamo da questo. Le mie vecchie
abitudini.”
Quando lo ammise e lo accettò sorrise ed annuì poco convinto, ma pur sempre disposto a buttarsi. Non fidarsi, ma buttarsi.
Billy fece un gran bel sorriso
a tutto viso e come se finalmente fosse davvero felice, lo trascinò in
casa, in mezzo alla festa.