*Eccoci qua! Dopo la serata e la nottata più impensabile di tutte, Steve si sveglia con la consapevolezza che non può fidarsi di Billy perchè è completamente fuori di testa, così pensa ad un piano per tenerlo per le palle ed impedirgli di sputtanarlo. Questo piano coinvolge Jonathan ed è tutt'altro che un piano perfetto. Approfitto per fare a tutti gli auguri di buona fine ed inizio anno! Passateli bene! Buona lettura. Baci Akane*

5. UN PIANO TERRIBILE


Per un momento dormendo si era dimenticato del disastro che aveva combinato ed era anche riuscito a dormire bene, molto bene, come non dormiva da settimane perché passava le notti a tormentarsi su di sé, su Nancy, su cosa fare ora della propria esistenza...
Poi Steve aprì gli occhi e realizzò di avere la testa appoggiata su qualcosa. Anzi, qualcuno. Un petto.
“Niente tette.” Constatò spalancando d’improvviso gli occhi mentre alzava la testa per vedere su chi fosse, a quel punto ricordò e realizzò del disastro cosmico che aveva fatto, che era vero e non cancellato con un sogno.
- Hargrove, cazzo! - La risata fastidiosa di Billy arrivò a tuonargli il cervello traumatizzato, Steve si mise a sedere sul letto coprendosi la faccia con le mani, si strofinò i palmi sugli occhi che in quel momento volevano uscirgli dalle orbite. Improvvisamente il bel sogno era andato a quel paese.
- Ti ho fatto avere un bell’orgasmo, Big Steve: che ne dici di chiamarci per nome? - La sua voce era ancora più fastidiosa di quando rideva. Steve raddrizzò la testa e lo guardò da oltre la propria spalla con una smorfia nel viso scolpito nel cemento come aveva in quel momento.
- Togliti quel Steve dalla tua boccaccia e chiudila definitivamente! - Billy era con le braccia dietro la nuca, le coperte abbassate fino all’inguine a scoprire il torace nudo, la sua espressione sicura e beata, estremamente divertita. Continuò ridendo.
Steve tornò a coprirsi la faccia non potendo sopportare quella tremenda risata.
- Vuoi chiudere quella ciabatta, cazzo? -
- Solo se mi chiami Billy! -
- Scordatelo! - Billy così si alzò a sedere e si appoggiò alla sua schiena, Steve era ricurvo in avanti, le ginocchia alzate, il viso nelle mani. Il suo pigiama a separarli. Poi gli mise la mano davanti al naso a forza e con la bocca sul suo orecchio, appoggiandosi a lui, disse sensuale:
- La mia mano profuma ancora della tua dolce crema! - Riuscì a leccargli l’orecchio prima che Steve lo spingesse con una gomitata scendendo giù dal letto e mandandolo a cagare. Si chiuse in bagno e decise di cancellare tutto con una doccia calda veloce.
- Che muoia! Lui e le sue follie! Perché è passato dal provocarmi e picchiarmi al baciarmi e farmi una sega? Lo preferivo quando cercava di umiliarmi! - Brontolò capendo che non poteva proprio cancellarlo dalla propria esistenza, non più ormai.
Dopo averci dormito su e di prima mattina, Steve sperava di avere le idee più chiare, ma in realtà erano solo più confuse.
“Mi è piaciuto limonarlo e mi è piaciuto venirgli nella mano. E mi è piaciuto vederlo leccare la mia... crema!” Pensò citando lo sciroccato. “Ma che mi piaccia quel che mi ha fatto non significa che mi piaccia lui!”
Si insaponò furiosamente il corpo lasciando stare i capelli perché li aveva lavati già il giorno prima. “Come si diventa froci così di punto in bianco?”
Si mise sotto il getto caldo dell’acqua e lasciò che lavasse via il sapone sperando facesse altrettanto con la confusione, ma non fu così. “Che poi vabbè, ho quasi 18 anni, siamo adolescenti, non è che siamo adulti... forse è proprio ora che se hai tendenze vengono fuori, prima non capisci un cazzo e segui la massa, poi sei troppo ‘formato’!”
Steve trovava più facile vedersi gay... “Magari sono bisessuale invece!” o bisessuale, piuttosto che dirsi attratto da Billy Hargrove.
Ma di tempo per capire ancora meglio la situazione ce ne era.
Chiuse il rubinetto ed aprì la tenda della doccia in tempo per saltare e lasciarsi sfuggire un gridolino poco mascolino. Billy stava facendo la pipì in piedi con i boxer mezzi calati che mostravano gran parte delle sue natiche sode.
Billy girò la testa, fece l’occhiolino e lo squadrò da capo a piedi soffermandosi sul suo membro che subì un’impennata nel vederlo così.
- Buongiorno! - Disse malizioso continuando a fissare l’erezione di Steve il quale si sbrigò a coprirsi con un asciugamano.
Non aveva mai avuto problemi a mostrarsi nudo davanti ad altri ragazzi, ora cominciava il dramma.
“Beh se mi guarda come un arrapato che dovrei fare, prostituirmi?”
- Fanculo! - Rispose al posto del buongiorno, Billy continuò ridendo divertito finendo per togliersi il resto dei boxer che scivolarono ai piedi con un fruscio e andando in doccia a farsene una veloce anche lui.
Nel passargli accanto lo toccò di proposito carezzandogli sensuale la schiena ed il sedere non ancora avvolto nell’asciugamano perché era premuto solo per avanti.
- Giuro che.... - Non trovò una minaccia al volo e Billy aprì l’acqua calda e rise ancora.
Poteva essere più idiota? No, non pensava proprio.
“Ok, magari gli piaccio, non lo so e non me ne fotte proprio! Io magari invece sono bisessuale e mi ha mostrato che una sega ed un bel bacio non li si toglie a nessuno, non è un vero dramma se nessuno lo viene a sapere. Il problema è questo. NESSUNO DEVE VENIRE A SAPERLO! Ma lui è psicopatico, come faccio ad essere sicuro che...”
Poi mentre si asciugava al sicuro nella propria camera, si voltò a guardare la porta del bagno chiusa con un’idea che balzava alla testa. Una mezza idea in realtà.
“Beh, basta ricattarlo con la stessa cosa con cui lui potrebbe ricattare me. Se lui sparge la voce che mi sono fatto fare una sega da un ragazzo, io spargo la voce che la sega me l’ha fatta lui. Ha da perderci quanto me! E per essere sicuro...”
Steve così cominciò a pensare a come ottenere le prove del fatto che Billy Hargrove fosse gay, per non correre rischi su un futuro sputtanamento.
“Lui non ha prove, ma la gente è idiota e crede a tutto. Così userò una moneta più efficace! Devo riuscire a fotografarlo mentre se lo fa succhiare!”
Quando Billy uscì dal bagno era nudo e gocciolante, a braccia larghe e l’aria di chi si credeva un dio chiese un asciugamano. Steve venne brutalmente interrotto dalle sue elucubrazioni e prima di svenire gli tirò il proprio in faccia. Billy lo prese e lo annusò teatrale.
- Mmm... che profumo! - Steve alzò gli occhi al cielo e scuotendo la testa gli diede le spalle e continuò a vestirsi.
“Devo prendere le cose nelle mie mani e assicurarmi che non mi sputtani!”

L’unica conversazione in merito che ebbero fu questa:
Billy: - Tutto a posto fra noi? -
Steve con un sopracciglio alzato e scettico: - Definisci a posto! -
Billy con un ghigno: - Ti devo gonfiare di botte per tenerti la bocca chiusa? -
Steve esasperato: - Fai quel cazzo che ti pare, tanto lo fai sempre. -
E poi via a scuola ognuno con la propria auto, Billy prima tappa per casa a recuperare Max, Steve tappa per casa Byers.

Quando Jonathan se lo vide davanti alla porta di buon mattino, per poco non gli venne un colpo ed indietreggiando d’istinto disse deciso:
- Non voglio rogne, eh? - Steve rise spontaneo di quella reazione, infine lo afferrò per il colletto della maglia e tirandolo fuori disse deciso e senza ammettere repliche:
- Ti porto io a scuola oggi! -
Jonathan tentò di opporsi dicendo che doveva portare Will, ma era così shoccato che riuscì solo a gridare a sua madre che non poteva portarlo lui. Le sue urla di rimando non le sentì.

Seduti in auto i due sopportarono un pesante ed imbarazzante silenzio per un paio di minuti, durante i quali Steve cercava di capire cosa dovesse dire; alla fine prese respiro e coraggio e si decise.
- Senti, ho bisogno che mi aiuti, ma giuro che se dici a qualcuno quello che ti sto per dire ti infilo la mazza chiodata su per il culo! - Partì minaccioso come ai vecchi tempi per pura abitudine.
Jonathan non aveva di certo mai avuto davvero paura di lui, a suo tempo l’aveva sbattuto per bene a suon di pugni, ma lo stupore per tale atteggiamento aggressivo e per il semplice fatto che fosse addirittura venuto a cercarlo a casa in quel modo, lo spinse a sentire e a vedere che cosa aveva.
Più curiosità che altro.
Se Steve aveva bisogno di aiuto di solito chiedeva a Nancy, piuttosto anche ai mocciosi combina guai, ma non era mai venuto da lui.
- O-Ok... - Disse cauto e perplesso in attesa.
Per Steve non era facile, però per assicurarsi la propria salvezza doveva essere sicuro di avere una carta invincibile. Questa era l’unica. Non ne aveva altre.
Sapeva di potersi fidare di Jonathan anche se chiedere aiuto a lui era peggio che farsi fare una sega da Billy, però la cosa prioritaria al momento era la propria reputazione.
- Devi aiutarmi ad incastrare Hargrove. - Appena lo sentì Jonathan si mise sulla difensiva più di sempre.
- Non voglio rogne, non sono entrato nel suo mirino e mi sta molto bene così! - Steve sospirò rumorosamente.
- Non saprà mai che ci sei dietro tu, però io da solo non posso farlo, ho bisogno di te. Anzi, della tua macchina fotografica! - Jonathan lo guardò corrugato senza capire.
- I tuoi ti hanno dato i soldi per comprarmene una e non te ne hanno presa una a te? - Jonathan non era stupido e sapeva che non era stata Nancy a prendergliela ma solo a dargliela. Era lì che aveva capito che dopotutto c’era qualcosa in Steve, che non era un idiota e basta.
Steve alzò le spalle seccato:
- Non me ne frega un cazzo della fotografia, voglio solo che lo fotografi mentre fa una cosa. Devi fotografare lui, solo lui. Non l’altro. Ok? E deve capirsi cosa fa! - Steve sperava ancora di non dover dire il resto, ma quando Jonathan lo guardò come se fosse più pazzo del solito, Steve sospirò insofferente ed alzando gli occhi al cielo si arrese. - Credo sia gay. -
- Credi?! - Chiese Jonathan non capendo come si potesse ‘credere’ una cosa del genere su uno così chiaramente etero.
- Ne sono praticamente sicuro! -
- Ok, ma frena. A parte come fai a saperlo, ma cosa te ne importa? Perché devi fregarlo? Io non mi presto a queste cattiverie, lo sai! - Lo mise subito a posto per nulla intenzionato a mettere nei guai uno solo per la propria omosessualità, reale o presunta che fosse.
Steve batté insofferente le mani nel volante e aumentò la velocità frustrato.
- Senti, è per proteggermi, ok? Non voglio usare quelle foto, voglio solo proteggermi! Non c’è niente di male, è lui che ha cominciato, io rispondo e basta! - Jonathan era solo più confuso, se prima ci capiva poco ora ci capiva anche meno.
- Frena, frena... - E Steve frenò fisicamente accostando sulla strada, Jonathan lo guardò meravigliato di come potesse pretendere di essere ammesso ad un college con quel QI così sotto dotato, ma non lo disse.
Approfittò per guardarlo bene negli occhi un po’ nel panico e provò a capire cosa girasse nella sua testa. Difficile dirlo comunque.
- Se non mi spieghi bene e tutto non ti aiuterò per nessuna ragione! -
Steve fece l’ennesimo sospiro insofferente, si strofinò il viso, si passò le mani nei capelli come sempre perfetti, poi aprì le mani in segno di nervoso.
- Se lo dici... -
- Non lo dirò a nessuno! - Jonathan era esasperato e stava per scendere e andare a piedi.
- Nemmeno a Nancy! - Jonathan chiuse gli occhi.
- Nemmeno a lei. - Alla fine Steve non sapendo come dirlo, semplicemente lo disse.
- Ok, stanotte Hargrove mi ha fatto una sega. - E se Jonathan si era reputato una persona sana, in quel momento provò la tragica sensazione di un infarto al miocardio.
- COSA?! - Strillò senza controllarsi, totalmente shoccato.
Steve alzò il famoso dito indice in segno di attenzione e minaccia e Jonathan alzò le mani in segno di scuse. - Ok, scusa, ma ammetterai che potevo aspettarmi di tutto ma non... questo! - Non riusciva nemmeno a dirlo, figurarsi ad immaginarlo.
Steve sospirò drammatico girandosi per strofinarsi di nuovo il viso, un po’ nel panico.
- Non so cosa sia successo, è strano e complicato e non so... il punto è che non penso di potermi fidare, anzi ne sono sicuro e così devo trovare un modo per proteggermi se mi sputtana... - Jonathan voleva sapere molte cose improvvisamente anche se era uno che stava totalmente nel suo, ma non sapeva nemmeno come porgli le domande per ottenere risposta.
- Beh dunque... come siete finiti a fare una cosa simile? Non è nel suo interesse dire che vi siete fatti, no? - Cercò di essere ragionevole e sensato, ma Steve scosse il capo sicuro.
- Senti, io li conosco quelli così perché ero uguale, solo che lui è più testa di cazzo! Non si ferma, al primo sgarbo che gli faccio mi sputtana e trova il modo di farlo senza mettersi in piazza, fidati. - Jonathan non discusse, probabilmente aveva ragione visto quanto idiota era una volta Steve.
- Ma... ma sei gay? - Alla fine voleva chiedere altro, ma la sua lingua non riuscì a non chiedergli quello. Steve lo guardò di sbieco minaccioso.
- Tu sei uno stalker che fai sempre foto in giro? - Ricordò quelle fatte a Nancy quella sera alla festa di un anno prima e Jonathan scosse il capo, ma non era convinto che quello fosse il punto.
- Ma non c’entra. Se siete fini per... fare quelle cose... insomma... - Jonathan era imbarazzato sia perché parlava di quelle cose con lui, sia per quelle cose in sé.
Steve sospirò ancora esasperato e decise di sputare fuori il resto.
- Non lo so, ok? Non... non pensavo. Però poi è successo, non l’ho voluto e non l’ho chiesto, ma è capitato e mi è piaciuto. Da qui a dire che mi piacciono i ragazzi o peggio Hargrove ce ne passa! - Jonathan poteva capire vagamente, ma era ancora stranamente curioso.
- Però lui non sembra gay... -
- Ed io?! - Chiese subito ansioso e minaccioso Steve. Jonathan si affrettò a rispondere:
- Oh Dio no! - Steve si rilassò a quella risposta spontanea.
- Bene. Comunque lui è ossessionato da me da quando è arrivato ed alla fine forse si è deciso di venire allo scoperto. O forse vuole solo trovare un modo per umiliarmi meglio, sarebbe capace. Non so cosa ha in mente, credo il nulla più totale visto quanto è imbecille, però devo proteggermi, munirmi, capisci? - Jonathan lo capiva in un certo senso ed annuì, anche se rimaneva shoccato della rivelazione.
- E così ti è piaciuto fare quelle cose... - Steve gli prese il bavero della giacca minaccioso di nuovo.
- Non sono qua per fare conversazione su questo e confidarmi! Voglio solo che trovi il modo di fotografarlo mentre succhia un uccello, poi mi dai le foto e al resto ci penso io! Tu rimarrai nell’ombra, non ti metterò mai in mezzo! - Jonathan decise di dargli retta, sembrava una di quelle cose di cui Steve non poteva fare a meno. E poi con Nancy aveva dato vita a piani più ingegnosi e complicati di quello.
- Va bene, penso di poterlo fare, ma come faccio a beccarlo? Non posso seguirlo ovunque, non sono uno stalker! - Disse ironico citando le sue famose accuse preferite. Steve fece una smorfia pensandoci solo ora. - E poi se non sai se è gay davvero o se ti ha solo tirato un brutto scherzo per umiliarti... insomma, come faccio a fotografarlo? Se non lo è? - Steve indurì la bocca, tante domande molto logiche che non avevano risposta. Batté le mani nel volante e iniziò a grattare con le unghie cercando di pensare e di trovare una soluzione.
- Dovresti... dovresti per lo meno capire se è gay o se l’ha fatto per farti uno scherzo... -
- In ogni caso io devo avere un modo per ricattarlo in caso di necessità. A prescindere dal motivo per cui l’ha fatto! - Jonathan moriva dalla voglia di sapere come diavolo la mano di Hargrove fosse finita nell’uccello di Steve, ma capiva che non era il caso di chiederglielo.
- Sì beh, ma io non lo seguirò per te. Tu mi dici quando e dove ed io mi faccio trovare lì, mi nascondo e faccio la foto od un filmino se preferisci, ma non... - Steve si animò nel sentirlo, fu come essere attraversato da un fulmine.
- Dopo le lezioni, nel bagno dei maschi. Ti metti in quello in fondo, noi saremo in quello vicino. Vedi di inquadrare solo lui, deve vedersi la sua faccia e si deve capire che cosa fa! - Jonathan si perse per un momento o meglio capì, ma era certo che non potesse essere così.
- Frena, cosa dovrei fotografare? - Oh, aveva capito bene, eccome.
- Lui che me lo succhia! Giuro che se fotografi la mia faccia o qualcosa che mi identifichi ti rompo la cazzo di macchina e non te ne ricompro una! - Di nuovo il dito in faccia. Jonathan lo fissò stordito e shoccato, impossibile fosse quello che diceva, impossibile proprio.
- Dovrei guardarti mentre un ragazzo te lo succhia? -
- E fotografare! Lui però! - Puntualizzò Steve convinto.
- Ma... ma sei sicuro di riuscirci? E se ti pesta perché invece ti aveva fatto uno scherzo e peggiori la situazione? - Steve alzò le spalle.
- È troppo ossessionato da me, penso di non sbagliarmi. Ma se dovesse essere come dici, lo picchio a sangue anche io. - Poi ricordando di come era finita quella volta, si corresse. - E tu mi aiuti! - Jonathan non voleva guai, non voleva entrare nemmeno lontanamente nel radar di quel pazzo psicotico di Hargrove, però se Nancy veniva a sapere che negava un aiuto a Steve era peggio, così decise di accettare conscio che in ogni caso rischiava qualcosa.
“Un infarto, per esempio. Devo guardare Steve che se lo fa succhiare da un altro ragazzo e per giunta devo fotografarlo. Ma sarà un piano normale?”
No, per niente, ma dopo aver affrontato tutti gli affari del SottoSopra e dell’Istituto di ricerche, non c’era niente che non potesse fare.