*Questa
è la seconda parte, conclude la fic. Per me le cose dovevano andare
così, dopo le vicende del nogitsune, invece di rovinare tutto, dovevano
sistemarli così. Derek che si trasforma tutto in lupo è bellissimo, ma
il resto... NO. Comunque, idee personali a parte, vediamo che succede
il mattino dopo. La notte è facile agire, quando le paure ti
attanagliano ti aggrappi alla prima ancora di salvezza. Ma il mattino
potrebbe portare una prospettiva diversa. Le immagini proposte qua
sotto non sono mie, ma di alcuni bravissimi autori. Mentre la canzone
mi ispirava per scrivere. Il titolo, 'Dirty', si riferisce allo stato
d'animo di Stiles che dopo il Nogitsune si sente sporco ed ho voluto
fare un gioco di parole perchè in inglese, dirty, si usa anche per
indicare il proibito, e Derek è la 'zona proibita' di Stiles. Qua
comunque trovate molto materiale, in questa pagina su Teen Wolf slash
ed in particolare sullo sterek, fatta da me medesima, grazie al buon
materiale trovato in rete: http://www.galeonedeifolli.it/le_torture_di_akane/teen_wolf.html
Buona lettura. Baci Akane (mi trovate a questo indirizzo per sapere
cosa, quando e come scrivo e per interagire con me e con le mie
passioni: https://www.facebook.com/akanethefirst*
PARTE 2: LE COSE BELLE FUNZIONANO
Stiles si svegliò poco prima che il cellulare suonasse.
Aprì gli occhi di soprassalto pensando di non aver sentito la sveglia, visto che stava dormendo troppo bene.
Poi quando realizzò che era cinque minuti in anticipo, si corrucciò. Che cosa era successo?
Si era addormentato sul serio? Ed aveva dormito anche bene?
- Ma queste? - Mugugnò sentendo due braccia intorno al suo corpo che lo stringevano intorno al petto.
Quando le vide, capì subito di
chi erano, le avrebbe riconosciute fra mille. Col cuore in gola si girò
e spalancando gli occhi, lo guardò.
Derek era lì nel letto con lui e
dormiva profondamente. Incredulo, lo fissò per un paio di secondi
mentre il cuore batteva impazzito e un moto di gioia pura lo sovrastò
togliendogli ogni memoria passata, per un proverbiale momento.
Avrebbe dato tutto per non
interrompere quel momento, cercò di girarsi piano per guardarlo, gli
tenne sollevato il braccio fino a che riuscì a farlo. Derek aveva
quello sotto piegato e appoggiava la testa, quello sopra invece era
tutto intorno alla sua vita. Stiles rimase così contro di lui, ma ora
gli era di fronte e lo guardava dormire.
Lo trovò bello come il primo
giorno che gli aveva fatto perdere la testa nel bosco. Per colpa sua
aveva avuto i primi dubbi sulla propria omosessualità ed aveva iniziato
a tormentare Danny, per capire come si scopriva se si era gay.
Ma poi Derek non aveva mai dato
cenni, o meglio niente di sicuro. Sempre segnali contrastanti, fino a
che si era messo con Jennifer, poi se ne era addirittura andato.
Quando aveva saputo del suo ritorno, ci era rimasto male. Non era mai venuto a cercarlo, mai.
Ed ora era lì, era venuto a controllare che stesse bene, l’aveva vegliato.
“Mi ha baciato.” Si disse poi
ricordandosi quel momento con un sorriso incredulo e dolce, coprendosi
la bocca con la mano tanto che non lo pensava reale.
“È anche venuto a rischiare la
vita per salvarmi, nella battaglia con il nogitsune ed i suoi oni.” Si
ricordò poi. “E dopo di tutto quanto, nessuno era qua a controllare che
io stessi bene. Lui sì.”
Non era facile, Derek non si era
ancora effettivamente pronunciato nei suoi confronti. Intrecciò i piedi
coi suoi poi, trattenendo il respiro e cercando di fare più piano
possibile, consapevole che aveva a che fare con un licantropo i cui
sensi erano a mille, si tolse le mani dalla bocca e gli sfiorò la sua.
Sentì la sua morbidezza, il suo calore. La barba che pungeva. Il mondo
che spariva per un momento. Poi il braccio di Derek si tese, i muscoli
si svegliarono, la mano strinse la presa sul suo fianco e lo attirò
istintivamente a sé, premendo il bacino contro il proprio. Sentì il suo
inguine sufficientemente risvegliato, attraverso i jeans ruvidi ed i
pantaloni leggeri del pigiama che era ulteriormente sceso
attorcigliato.
Stiles sgranò gli occhi incredulo e prima che potesse pensare a qualcosa, le labbra di Derek si aprirono e lo fecero suo.
Un amaro eppure dolce sapore in
quel risveglio gli fece arricciare deliziosamente il naso per poi, poco
dopo, rilassarsi emozionato, shoccato che anche alla luce del mattino
quell’istante magico si ripetesse lo stesso.
Richiuse gli occhi, si rilassò di nuovo e le parole di Derek risuonarono nella mente.
‘Succederà che un giorno le cose belle contrasteranno quelle brutte e riuscirai ad andare avanti un po’ meglio.’
Stava già succedendo?
“Forse sta cominciando… ma se
lui poi ci ripensa? Dopotutto è da molto che ci conosciamo e si è fatto
avanti solo ora. Avanti… poi parliamone! Lui è solo venuto a
controllarmi, ero in piena crisi di nervi, l’ho baciato per primo e
forse per pietà mi ha baciato per secondo. Devo avere avuto un incubo e
si è buttato nel letto per tenermi fermo.”
Derek a quel punto lo morse sul labbro invece che continuare a domare la sua lingua con sensuale dolcezza.
Stiles si lamentò e si separò.
- Ahio! - Esclamò seccato ed incredulo che l’avesse fatto. I due si guardarono da vicino, entrambi torvi.
- Se la pianti di rovinare i bei
momenti coi tuoi pensieri caotici e catastrofici, mi fai un favore! -
Stiles avvampò e lo guardò colto in flagrante.
- E tu smettila di leggermi nel pensiero! -
- Non leggo nel pensiero! -
- Quello che fai è la stessa
cosa! - I due continuarono a punzecchiarsi seccati rimanendo uno nelle
braccia dell’altro, le gambe intrecciate, i bacini premuti uno
sull’altro. Stretti insieme, stesi sotto le coperte.
- Mi viene spontaneo, è come se
ti dicessi di smetterla di pensare! Dirlo a te è come pisciare
controvento! - Stiles fece una smorfia seccata, come quella di un
bambino, e tornò a dimenticarsi dei propri incubi.
- Come sei romantico, Derek! Sei
schifosamente romantico! Così tanto che mi viene una carie! - Stiles
ricominciò col suo sarcasmo e Derek con la sua acidità e fu come se
invece stessero insieme da sempre, come se quello non fosse un
cambiamento nel loro rapporto.
- Vuoi il romanticismo? - Disse
a quel punto Derek piccato, Stiles non rispose in tempo, si ritrovò
steso sotto di lui che si sistemava a cavalcioni, poi lo vide togliersi
la maglia e rimanere a torso nudo. Stiles finalmente rimase senza
parole, bocca aperta, occhi sgranati ed aria completamente ebete.
Derek ne fu molto lieto.
- Se sapevo che era l’unico modo
per farti smettere di parlare e… - Se ne sorprese: - e non pensare! -
Commentò incredulo. - Mi sarei spogliato prima! - Stiles così tornò
presto in sé e reagì immediato alzandosi col busto, lo prese per la
vita e gli morse un pettorale scolpito e ben modellato. Derek si
lamentò e istintivamente lo tornò a spingere giù schiacciandolo col
proprio corpo, gli prese le mani, gliele alzò ai lati della testa e poi
andò a mordergli di rimando il collo. Solo che poi la cosa sfociò in un
gemito, cosa che non aveva niente a che fare col lamento ed il dolore.
Derek finì per ridere sul suo collo e smise di morderlo, così lo baciò
e commentò divertito.
- Sei mica in calore? - Chiese
mentre le mani di Stiles scivolavano velocissime dalla vita al
fondoschiena sodo e ben modellato che tanto aveva ammirato in più
momenti.
- Io? No! - Disse Stiles con
faccia tosta mentre lambiva il suo orecchio con le labbra. - Però se
posso approfittare prima che tu cambi idea e scappi di nuovo, perché
non dovrei farlo? - Ovviamente non le mandava a dire e se si parlava di
approfittare, lo faceva fino in fondo. Ridendo e scherzando diceva
sempre le cose. O quasi sempre. Con lui si era mangiato un bel po’ di
cose per un bel po’ di tempo. Cose che tanto Derek aveva capito
benissimo lo stesso.
Smise di baciarlo e di morderlo,
si appoggiò alle mani e lo guardò da sopra, in quella posizione
provocatoria ed eccitante. I bacini a contatto, sempre però separati
dai vestiti.
- Sono sempre stato convinto che
ero un danno per quelli che mi stavano vicino. Anche all’inizio, con
Jennifer, non volevo per questo. Però avevo un disperato bisogno di
qualcuno che mi fermasse dal venire da te. - Stiles trattenne il fiato.
Aveva desiderato ardentemente quel chiarimento da una vita ed ora lo
stava avendo. Grazie ad una maledetta volpe, in realtà, ma stava
succedendo.
- Jennifer ti ha circuito, ti ha
convinto a stare con lei usando i suoi poteri, voleva che la
proteggessi. - Gli ricordò seccato. Derek annuì sorridendo appena,
divertito che per lui fosse tanto importante quel dettaglio.
- Poi mi sentivo in colpa, non
riuscivo a guardarti, ero convinto che non mi avresti mai potuto
perdonare. In qualche modo mi sentivo colpevole, tuo padre era quasi
morto per colpa di Jennifer, proprio mentre lei stava con me. Io… non
so, non riuscivo più a… - Sospirò e si sollevò col busto, rimanendo
seduto su di lui a cavalcioni. Guardò altrove cercando le parole giuste
e Stiles gli carezzò le cosce e le ginocchia ai lati di sé.
- Mi stai dicendo che hai sempre provato questo per me? - Derek lo guardò sorpreso.
- Certo. - Come se fosse ovvio.
- E cos’è ‘questo’, Derek? -
Aveva bisogno di sentirlo, non voleva intuirlo o capirlo. Derek
sospirò, si morse le labbra e si decise.
- Quello che provi tu.
Attrazione. Sentimento. Ti voglio bene. Io… - Chiuse gli occhi e
combattuto provò a capire se fosse il caso di dirlo. - Sono innamorato
di te. Da… non lo so, da sempre? Però non l’ho mai voluto accettare e
quando l’ho fatto dovevo proteggerti e quindi non andava bene lo
stesso. Ti ho allontanato in tutti i modi, anche andandomene. Volevo
proteggerti, chi sta con me non finisce mai bene. - Stiles scosse il
capo seccato.
- Tu e la sindrome dell’eroe! - Derek lo guardò torvo.
- Non scherzarci su. Per me non
è facile accettare qualcuno nella mia vita. Tutte le volte che è
successo erano sempre persone sbagliate. La mia intera famiglia è morta
per colpa della mia ragazza psicopatica. Non… - La voce tremò
ricordandolo. - Non sarà mai facile per me. Né fidarmi, né accettare
qualcuno che rischia la vita nello starmi vicino. - Stiles però scosse
il capo di nuovo testardamente e con un’ondata potente e gelida si tirò
su a sedere, gli occhi pieni di quell’esplosione interiore che si
abbatté su di lui. Lo prese per le braccia e strinse scuotendolo, poi
senza urlare, ma ugualmente incisivo, disse:
- Derek, sono stato posseduto da
un dio demoniaco giapponese che mi ha fatto uccidere un sacco di gente!
Ho ferito a morte Scott! Mi ha preso quando tu eri dall’altra parte del
mondo! Tu non puoi proteggermi dal sovrannaturale, perché ormai fa già
parte della mia vita. Indipendentemente da te! - Derek rimase colpito
da quello. Rimase senza parole, senza fiato a sentire il suo turbamento
interiore, i ricordi prepotenti del nogitsune tornarono a ferirlo di
nuovo. Lo abbracciò d’istinto, tutte le volte che percepiva in lui
l’angoscia provocata da quell’essere, sentiva di doverlo abbracciare e
lo faceva.
Nascose il viso contro il proprio collo, i petti nudi palpitavano insieme, i cuori un unico sviscerante sconvolgente concerto.
Stiles si morse il labbro nel tentativo di non piangere di nuovo, nei ricordi di cosa aveva fatto.
- Non puoi proteggermi in nessun
modo. Puoi solo starmi vicino ed aiutarmi quando le cose brutte
succedono. E succederanno ancora. Però se le affrontiamo insieme
possiamo superarlo. Ti prego. - Mormorò con voce rotta, implorante.
- Sei sicuro di volerlo? Nessuno
è mai stato felice con me. - Disse drammatico ma realista, dopotutto.
Convincerlo tenendolo abbracciato contro il proprio petto non era certo
la cosa più saggia da fare. Stiles sorrise e si rilassò abbracciandolo,
accoccolandosi e chiudendo gli occhi.
- Il periodo peggiore della mia
vita è quello in cui tu non c’eri. Non ho mai avuto il coraggio di
vivere normalmente quel che provavo per te, ma tu lo sapevi e mi
respingevi. Non ho mai pensato concretamente di avere speranze, ho
fatto del mio meglio con le prospettive che avevo. Però adesso la mia
prospettiva è di gran lunga la migliore mai avuta. E ci puoi
scommettere che voglio provarci. - Derek sospirò, era spaventato
dall’idea di legarsi a lui in quel modo, ma l’idea di quel che aveva
patito e che avrebbe sopportato ogni notte da solo, lo convinse a
farlo. Doveva prendersi cura di lui, una volta per tutte, come si
doveva.
Così gli prese il viso fra le
mani e lo separò da sé quel tanto per guardarlo. Quando i loro sguardi
si incrociarono di nuovo, non ebbero più dubbi.
Non dissero nulla, le loro labbra si ritrovarono e con una pace interiore crescente, si sentirono subito meglio.
Il bacio, le lingue intrecciate,
i loro sapori, la sensazione dei loro corpi sotto le dita, la pelle
calda. Loro insieme in quel modo.
Forse non sarebbe stato indolore, ma sicuramente sarebbe stato meglio.
“E poi se dobbiamo soffrire, tanto vale farlo insieme godendo il più possibile!”
Quanto era ovvio, dopotutto.
Derek scivolò fuori dalla bocca
di Stiles succhiandogli il mento che gli porse spingendo la nuca sul
cuscino. Gli prese le mani e gli allargò le braccia, strinse i polsi ai
lati della sua testa, Stiles allargò le dita sentendo il suo bacino
strofinarsi contro il proprio, ancora il fastidio dei pantaloni addosso
che li stava facendo impazzire.
La sua bocca scese a succhiare
il collo estremamente sensibile. Stiles iniziò a tendersi ed inarcarsi,
puntò i piedi per sollevare il bacino e spingerlo contro quello di
Derek.
La voglia salita subito alle
stelle in un attimo, prepotentemente, dopo essere stata soffocata per
tutto quel tempo, un tempo che era parso infinito.
La sete di Derek saliva quanto
quella di Stiles. Dopo essersi trattenuto, spesso a fatica, per così
tanto tempo, essere libero di prendersi quello che aveva sempre voluto
era una sorta di miracolo.
Non ce la poteva fare a rimanere fermo oltre.
Non poteva.
Doveva alzarsi e andarsene per
dargli ancora tempo di capire quanto lo volesse e quanto ne fosse
sicuro, però la sua bocca scendeva sul suo corpo ad assaggiarlo e mano
a mano che scivolava, anche le mani scendevano a farsi strada. Si
insinuò fra di loro e fece scivolare la sottile e maledettissima stoffa
di quel pigiama che gli aveva fatto salire la voglia in un attimo,
quella notte.
Stiles alzò il bacino di nuovo
aiutando Derek a toglierglieli, staccò la bocca dal suo corpo che si
tese nella mancanza della sua lingua addosso.
Derek rimase sulle ginocchia, dopo averlo spogliato.
- Niente biancheria intima, eh?
- Commentò malizioso potendolo finalmente dire. Stiles fece un
sorrisino malizioso muovendosi leggermente sotto di lui, nudo. In
risposta infilò il dito nella cintola dei jeans ancora addosso, aprì il
bottone tirando e abbassò la zip sempre con lo stesso dito. Si leccò le
labbra guardandolo, Derek era sollevato sulle ginocchia, le gambe
aperte su di lui. Stiles scivolò via da lì sotto e prima di spingerlo
per togliergli del tutto i jeans, si mise a carponi, si chinò
completamente sui gomiti e con la lingua lo leccò partendo dal basso
ventre, fino a salire su. Salendo, lo spinse indietro. Derek, al quale
era venuto un colpo vedendo quella posizione assunta per una frazione
di secondo, lo accompagnò stendendosi supino invertendo presto le
posizioni, lasciando che la sua lingua si occupasse di ricoprirlo di
piacere.
Prese i jeans e tirò
sfilandoglieli del tutto, i boxer aderenti rimasero addosso ma
abbassati fino a mostrare l’inizio del suo inguine, le sue linee
attirarono la sua lingua. Stiles iniziò a giocarci e ben presto si
trovò a fare tutto quello che aveva sempre desiderato con quel corpo
che aveva potuto solo guardare, intravedere.
Gli tolse febbrile anche la biancheria intima e risalì sulle sua cosce fino a lambire la sua erezione.
Non aveva mai fatto sesso con un
ragazzo, ma si era messo in gioco per capire chi gli piaceva e dopo
aver capito che era bisessuale, aveva passato le sue giornate a
masturbarsi pensando a Derek. Non aveva voluto nessun altro, sebbene
considerasse attraenti diversi ragazzi.
Ed ora poteva dare sfogo agli ormoni soffocati, ora poteva dare libero accesso alle sue fantasie.
Derek sentì la voglia e
l’eccitazione di Stiles mentre si occupava del suo corpo, mentre le sue
mani lo toccavano e stringevano ogni centimetro, incapace di staccarsi,
pieno di un desiderio matto.
Lo sentiva coi propri sensi di
licantropo ed il suo unito al proprio, lo fece impazzire al punto che
si trovò a spingerlo e staccarlo dal proprio inguine tirandogli i
capelli.
Stiles venne via a forza con la
bocca aperta e l’aria di chi non gradiva l’interruzione, ma Derek prese
il comando di nuovo, lo spinse giù sotto di sé e mordendogli
l’orecchio, mormorò basso:
- Girati. - Stiles rabbrividì eccitandosi senza che nemmeno fosse stato toccato. Senza farselo ripetere, inghiottendo, si girò.
Derek si sistemò sopra di lui per dietro e lo ricoprì caldo, forte, virile.
Gli leccò l’orecchio mentre si
teneva sulle ginocchia, le gambe aperte ed una mano a reggersi sul
letto, l’altra sul corpo di Stiles leggermente sollevato e girato a tre
quarti per dargli tutto l’accesso che voleva.
Derek se lo prese. La mano si
occupò della sua erezione mentre Stiles gemeva di piacere e il proprio
membro ancora duro ed eccitato strofinava le sue natiche.
Natiche di cui poi si occupò con le dita che fece succhiare a Stiles.
La prima cosa che sentì dentro furono quelle, bagnate di saliva.
Era vergine, Derek stava avendo
degli incredibili riguardi e se ne stupì, ma ben presto il piacere fu
troppo incontenibile. Stiles continuò a toccarsi da solo fra le gambe,
mentre per dietro ci pensavano le dita di Derek che continuavano ad
entrare e muoversi in lui trasmettendogli quel piacere nuovo da cui non
avrebbe più potuto farne a meno.
Una volta provato quello, per Stiles fu la fine.
Arrivato al massimo del piacere,
fra i brividi che impazzivano nel suo corpo e l’orgasmo sull’orlo di
esplodere, Derek scivolò lentamente in lui facendo piano.
Il suo corpo immerso in mille
scariche diverse, confuse profondamente Stiles che provò tanti diversi
tipi di sensazioni insieme.
E fra il piacere dell’orgasmo
che stava avendo, si insinuò quel dolore acuto improvviso, ma Derek si
fermò appena dentro e gli permise di abituarsi a lui e appena lo sentì
che si rilassava, iniziò a muoversi.
Ebbe una pazienza incredibile,
Stiles si girò verso di lui a cercare la sua voce, incredulo che fosse
così paziente e così delicato, che gli permettesse di abituarsi ad
averlo dentro e capì anche il gran lavoro fatto prima di entrare, nel
prepararlo.
Stiles cercò la sua bocca e la
trovò, Derek si premeva sul suo corpo scivolandogli sopra e dentro, i
muscoli guizzavano ad ogni spinta e movimento e la sua bocca trovò
quella di Stiles, gli succhiò il labbro e si respirarono ansimando uno
sull’altro.
Poi la mano tornò alla sua
erezione e rallentò le spinte, così il piacere tornò a confondere ogni
cosa e a prendere la mente annebbiata di Stiles che si abbandonò alle
sensazioni incredibilmente forti.
Derek lasciò che raggiungesse
l’orgasmo e quando lo vide nella pace dei sensi, abbandonato sotto di
sé, si sollevò, lo prese per i fianchi e iniziò a spingere con più
impeto, a proprio totale piacere.
Stiles vide la differenza da prima, da quando lo faceva per lui ad ora che lo faceva per sé.
L’avere ogni centimetro del
proprio corpo immerso in una sorta di intorpidimento dei sensi, fece sì
che il piacere continuasse forte ed intenso, il dolore non tornò a
rovinare tutto e Stiles si diede a Derek, abbandonato in un’altra
posizione.
Derek cominciò a gemere forte e
a spingere con sempre più impeto e velocità, fino a che sentì le unghie
crescere e capì che stava per venire.
Poco dopo lo sentì caldo in lui,
Derek si tese tutto e si fermò inarcato all’indietro, le mani a
stringerlo con le unghie affilate da licantropo.
Stiles morse il cuscino e strinse il lenzuolo premuto contro il proprio viso.
Lo sentì. Lo sentì come non avrebbe immaginato e fu indescrivibile.
Poco dopo scivolò fuori da lui e si lasciò cadere di fianco a lui, ansimante e sudato, ancora visibilmente scosso.
Stiels lo guardò alzandosi a
carponi, sorpreso che fosse ancora tanto eccitato. Si succhiò il labbro
guardando quella che aveva tutta l’aria di essere una gran visione,
ricordò la prima volta che l’aveva visto a torso nudo, quando stava per
morire per il proiettile avvelenato di Kate Argent.
Un destino segnato.
Con un sorrisino trionfante si
sistemò accanto a lui, appoggiando un braccio sul suo petto ed il volto
sulla sua spalla, intrecciò la gamba alla sua e rimase così a calmarsi,
silenzioso per qualche istante.
- Avevo ragione. - Disse poi.
- Che novità. Per cosa? - Chiese col fiato che tornava quasi normale, il braccio intorno alla sua schiena.
- Ad aspettare tanto e a
resistere… - Derek sorrise sornione e Stiles sollevò la testa e lo
guardò trionfante. - ne valeva la pena! Dovevo assolutamente insistere!
- Derek ridacchiò e scosse la testa, poi gli mise la mano sulla nuca e
l’attirò a sé prepotentemente, baciandolo.
Non disse nulla, ma anche lui pensò la stessa cosa.
Forse aspettare ancora sarebbe
stato superfluo visto quanto già l’avevano fatto. Forse, alla fine, era
arrivato il momento giusto.
Il bacio si fece dolce e le mani libere si cercarono fino a trovarsi ed intrecciarsi.
Da lì in poi poteva iniziare una nuova storia, si cambiava completamente libro. Il momento era arrivato e lo sapevano entrambi.
“La cosa bella a cui aggrapparmi
funziona.” Pensò Stiles in quel momento ricordandosi della sensazione
angosciante che l’aveva accompagnato da quando era tornato sé stesso,
dopo la possessione del nogitsune.
Stiles per tutto il tempo che era stato con Derek, non aveva più pensato a quel che aveva fatto e che ricordava.
Le cose belle potevano funzionare. Avrebbero funzionato.
FINE