CAPITOLO
XIII:
SI
TRATTA SOLO DI ACCETTARLO
Non
poteva chiudere gli occhi.
Non
voleva chiudere gli occhi.
Non
poteva nemmeno respirare.
Chino
e accucciato a terra sulle ginocchia e sulle mani come un animale
pronto ad assaltare la sua preda.
Però
in realtà era lo specchio di uno che predatore lo era per davvero.
In realtà la preda era lui, non quello che stava fissando senza
battere ciglio.
Stiles
era davanti a Peter in una posizione quasi simmetrica, per terra
pronti ad assaltarsi, pochissimi centimetri a separarli.
Sotto
di Peter, Lidia assalita e morsa dal licantropo.
Lidia
era sotto la sua responsabilità perchè aveva detto a Scott che
l'avrebbe sorvegliata lui dal malefico piano di Peter che prevedeva
uccidere tutti i suoi amici.
Ed
ora era lì a terra, forse morta, perchè non era stato capace di
starle dietro. Perchè si era perso nell'agitazione e nell'angoscia
di aver capito di Derek.
Di
cosa aveva fatto.
Perchè.
Aveva
perso tempo a sforzarsi ad odiarlo lo stesso ed il prezzo era stata
lei che non c'entrava nulla.
Ma
non era tutto questo enorme senso di colpa collettivo.
Non
era questo che lo faceva rimanere inchiodato lì al terreno a fissare
quegli occhi da licantropo di Peter.
I
suoi occhi avevano quei riflessi rossi terribili, agghiaccianti. Lo
sguardo feroce di un predatore pronto ad azzannare anche la preda
successiva. Del sangue gli usciva dalla bocca.
Era
il sangue di Lidia.
C'era
da averne paura, da scappare a gambe levate. Peter aveva fatto un
ringhio basso con la gola quando lui era arrivato correndo cercando
di prendere Lidia, la sua preda.
Quello
scambio di sguardi parlò molto di Stiles e parlò direttamente a
Peter.
In
un istante capì perfettamente perchè Derek era così tormentato da
quel ragazzino.
Non
certo per il suo cervello non indifferente.
Era
perchè quel ragazzo era forse l'unico essere umano a non avere
paura.
Paura
di loro predatori selvaggi senza scrupoli, maledetti e terribili.
Chiunque
indifeso l'aveva.
Stiles
fissava negli occhi e da vicino, vedeva e sapeva le bestie che erano,
specie lui, e non batteva ciglio.
“Decisamente
c'è da perdere la testa per uno così!”
Pensò
infatti realizzando che oltre ad essere tanto interessante per quel
motivo, era pure sveglio ed intelligente.
Sveglio
ed intelligente.
Nonché
la preda di Derek.
Quei
due avevano un legame che forse negavano per stupidità, però se
esisteva una persona, in quel momento, in grado di dirgli dove era
Derek, quello era proprio Stiles.
Per
questo glielo chiese.
Peter
chiese a Stiles dove fosse Derek.
Per
un momento delirante Stiles pensò di dirgli che non erano fidanzati
e che non sapeva dove era quello stronzo, poi però l'istinto di
sopravvivenza ebbe il sopravvento e decise che era ora di smetterla.
Il
piano di Derek non era andato come sperava, Peter non era andato in
una missione suicida dagli Argent da solo. E Lidia forse stava per
morire.
Non
è che Stiles non avesse paura, sentiva un sacro terrore provenire da
dentro le viscere. Tremava nel parlare, la voce non era ferma. Ma era
inchiodato lì perchè sapeva che non la poteva lasciare.
E
non poteva staccare gli occhi dal terrore. Era qualcosa che superava
la propria ragione e coscienza. Era qualcosa che gli succedeva quando
sentiva quell'odore particolare che cominciava ad eccitarlo e più
l'odore era forte, più lui restava. Perchè era un'eccitazione
viscerale e sinistra, incomprensibile. Era come una lotta fra la
paura più profonda ed il sentirsi vivo.
Quel
qualcosa lo faceva sentire estremamente vivo.
Per
questo era su tutte le scene del crimine di suo padre, non per
curiosità ma per quell'eccitazione che il rischio gli dava.
Lì
in Peter ora si concentrava tutto il rischio, il pericolo e la paura
di questo mondo.
Ed
il cuore sembrava scoppiargli in corpo mentre l'adrenalina lo faceva
tremare.
Era
una sensazione che dava alla testa.
Stiles
non ne poteva fare a meno.
Mentre
il proprio corpo reagiva da solo, la mente gli ripeteva che era colpa
sua se Lidia era in quelle condizioni, l'aveva morsa, poteva morire.
Così
quando gli chiese di Derek, non domandò perchè lo chiedesse a lui,
dopo qualche tentativo di rifiuto, gli disse che c'era un sistema.
A
quel punto nessuno era dalla parte del giusto, erano tutti dalla
stessa parte dell'errore.
Voleva
solo che finisse in qualche modo, ma quell'odore e quella sensazione
Stiles non l'avrebbe mai dimenticata e quando poi Peter per
ringraziarlo dell'aiuto, gli aveva proposto il morso, quando gli
aveva preso il polso e portato alle labbra per morderlo in attesa del
suo consenso, la tornò a sentire.
Selvaggio.
Ne
era davvero così attratto?
Peter
sentì il suo cuore battere impazzito dall'eccitazione, non dalla
paura. Distinse nettamente il senso e quando Stiles ritirò il polso
all'ultimo e disse che non voleva, Peter sorrise per la bugia che si
era detto.
Stiles
lo voleva eccome, quel morso.
Per
essere lui stesso quel selvaggio che tanto l'attraeva.
Per
essere più vicino a Derek.
Comunque
Peter rispettò il suo volere e dopo aver individuato con Stiles la
posizione di Derek e avergli offerto il morso rifiutato con
stupidità, i due si lasciarono definitivamente.
Stiles
rimase solo nel parcheggio senza la possibilità di usare la sua auto
e col cuore che ancora andava fortissimo, si appoggiò e scivolò a
terra seduto con le ginocchia che gli avevano ceduto.
Lui
provava paura come tutti, però provava anche qualcos'altro.
Quel
qualcos'altro gli faceva andare incontro alla morte e al pericolo
ogni volta.
Dopo
che le gambe gli furono tornate normali, Stiles si mise a correre
verso l'ospedale per vedere come stava Lidia, nella speranza che
Scott fosse lì perchè era senza telefono e non sapeva come
comunicare con lui.
Correndo,
altri dettagli gli tornarono in mente, oltre a nuove domande.
Peter
aveva parlato di Derek, aveva detto che lui e Scott gli servivano per
compiere la sua vendetta e che non avrebbe fatto loro del male. Ma
Stiles aveva chiesto solo di lasciare in pace Scott, non aveva detto
nulla a proposito di Derek.
Perchè
mai Peter gli aveva risposto parlando anche di lui rassicurandolo in
quel modo?
“Che
sappia qualcosa che a me sfugge?”
Naturalmente
lui e Derek potevano aver parlato, ma sicuramente la teoria di Scott
che a Derek importasse qualcosa di lui era da scartare a priori.
Eppure
la sensazione avuta, ora che ci ripensava, era come che Peter
considerasse Derek una persona che a Stiles stava a cuore.
Come
aveva potuto pensarlo?
Non
aveva fatto nulla per farglielo pensare, anzi. Aveva avuto la
possibilità di aiutarlo e non l'aveva colta.
Stiles
non poteva immaginare che Peter ormai considerava Stiles e Derek una
coppia. Una coppia un po' strana in effetti, ma sempre coppia.
Ne
stavano succedendo una dietro l'altra e non era ben chiaro da che
parte dovessero schierarsi lui e Scott.
Quando
in ospedale non trovò il suo amico ma suo padre, approfittò per
riempirlo di domande su Derek, fu logico per lui chiedergli cosa gli
importasse di lui. Dopotutto gli aveva detto che non lo conoscevano.
Stiles
si rese conto di essersi dimostrato eccessivamente interessato a
Derek per non dire ossessivo. Così ammise che magari lo conoscevano
meglio di quanto aveva detto.
Era
strano, pensò Stiles brevemente.
Era
come se lentamente stesse ammettendo a sé stesso in tanti modi
diversi che teneva a Derek. Che nonostante tutto quello che credeva
di lui, ci teneva.
Quando
suo padre tramite le sue indagini, che come al solito finì per
condividere con Stiles, gli diede il quadro completo e mancante della
situazione, ovvero che Kate Argent era stata la responsabile della
tragedia della famiglia Hale di cui Peter voleva tanto vendicarsi,
Stiles in un istante decise da che parte stare.
C'erano
tante cose da considerare, non aveva parlato con Scott, non sapeva
cosa stesse facendo, ma qualunque cosa stesse combinando, sicuramente
stava andando là.
Aveva
la sensazione che ormai le strade di tutti si sarebbero congiunte in
quella casa vecchia e cadente nel bosco, la casa bruciata degli Hale,
di Derek.
Peter
era responsabile della morte di Laura che, come scoperto con Scott,
non era stata accidentale.
Kate
era responsabile della morte della famiglia Hale.
Peter
si sarebbe vendicato di Kate e Derek di Peter.
Era
quella la conclusione della composizione del quadro che Stiles aveva
finito con tanta fatica di comporre.
Ogni
risposta, alla fine, portava a quello.
Un
quadro macabro con un solo possibile finale.
“Peter
ucciderà Kate senza problemi, ma Scott o non Scott che non so dove
diavolo sia, Derek non riuscirà mai ad uccidere Peter. Sarà Derek a
finire male!”
Per
questo, preso Jackson e la sua macchina, passò a fare delle bombe
chimiche e poi andò da loro, a casa di Derek, dove sapeva erano
tutti riuniti per quell'atto finale.
Un
atto che sperava non si sarebbe concluso come aveva pensato.
Derek
non poteva morire.
Alla
fine Stiles in quella corsa folle in macchina se lo disse
definitivamente.
“Provo
qualcosa per quello stronzo e non gli permetterò mai di morire! Non
è solo attrazione fisica perchè sono gay. Non so se sono gay, ma
provo qualcosa per lui e non può morire! Glielo proibisco,
dannazione!”
Ed
infatti non glielo permise. Arrivò in tempo a salvarlo dando fuoco
al momento giusto a suo zio, licantropo ormai fuori controllo che
stava per uccidere tutti i presenti, da Scott a Derek passando per
Allison e suo padre, anche loro all'appello.
Un
arrivo preciso nell'istante più perfetto di tutti, senza il quale
nessuno di loro si sarebbe salvato.
Stiles
e Jackson arrivarono e tirarono le bombe chimiche che il primo dei
due aveva fatto, con l'aiuto finale di Allison e della sua freccia,
il tutto si concluse nel migliore dei modi, sorprendentemente.
Stiles
alla fine non si sorprese di vedere Derek che riusciva nella sua
vendetta.
Dopotutto
era giusto.
Peter
aveva ucciso intenzionalmente Laura, la sorella di Derek, solo per
attirarlo lì e farlo entrare nel suo branco. Solo perchè aveva
bisogno di lui.
Trovò
inevitabile quel finale, anche se per colpa di questo Scott non ebbe
potuto verificare la teoria secondo cui uccidere il tuo creatore ti
guariva.
Scott
se la prese, ma Stiles non poté che sentirsi stupidamente felice.
Derek
era vivo e stava bene.
Ce
l'aveva fatta.
Era
tutto finito.
Quando
Derek uccise Peter ormai bruciato fino alla carne viva, divenne lui
l'alpha. I suoi occhi divennero rossi e con quello sguardo animalesco
e feroce guardò i presenti soffermandosi su Stiles il quale
inghiottì a vuoto per il consueto tuffo dentro, ma non girò la
testa. Rimase fisso in lui, come catturato da quel penetrante e
rischioso inferno rosso.
“Decisamente
attratto dal lato selvaggio!”
Pensò
scombussolato.
Derek
aveva una gran voglia di uccidere Stiles, tanto per cambiare.
Quando
lo mise a fuoco dopo essere diventato alpha, il suo nuovo potere da
capo branco gli attivò i sentimenti negativi insiti in lui e di cose
così ne aveva molte.
Ma
verso Stiles non era un sentimento veramente negativo.
Non
voleva ucciderlo perchè lo odiava o qualcosa del genere.
Voleva
ucciderlo perchè lo meritava.
Sapeva
ben lui il motivo.
Dopo
averlo squartato con lo sguardo e aver notato che come sempre non
intendeva dimostrarsi in soggezione, si voltò e lo ignorò, a parte
'sono l'alpha ora', non disse altro. Prese il corpo di Peter e lo
sotterrò in casa, in un buco sotto le travi. Poi senza uscire dalla
porta principale per non farsi vedere, se ne andò silenzioso. La
presenza del signor Argent di certo non lo spingeva a tornare fra
loro.
Stiles
ci rimase male per il suo atteggiamento, non un grazie, non una sola
parola. Si era dato tanto da fare per lui. Senza il suo arrivo non ce
l'avrebbero fatta.
Stava
per andare dentro a dirgli quanto ingrato fosse, quando Scott lo
prese per il braccio e lo tirò via. Era inutile parlare ora.
Scott
era convinto fosse meglio lasciar perdere, Stiles voleva gridargli
ancora di tutto. Ma alla fine si ritrovò comunque a casa dopo aver
brontolato tutto il tempo.
Appena
in camera, ancora arrabbiato con Derek come un toro, si infilò nel
bagno per farsi una doccia. Dentro rimuginò furioso su di lui.
Poteva avere tutte le sue fisime, ma era stato lui a fare
l'intervento decisivo. Un grazie glielo doveva.
Stiles
ne era davvero convinto.
Per
cui quando uscì dal bagno e se lo ritrovò in camera, lieto che suo
padre fosse impegnato con le indagini sul copro di Kate morta -uccisa
da Peter-, prese fiato a pieni polmoni e nudo e crudo come mamma
l'aveva fatto, per non dire bagnato come un pulcino, lo puntò col
dito e si mise ad urlargli contro come un ossesso.
-
SEI STATO CRESCIUTO DA DEI CAVERNICOLI PER CASO? LO SAI CHI TI HA
SALVATO IL CULO?! IO! PER L'ENNESIMA VOLTA! SONO SEMPRE IO CHE LO
FACCIO! TU CHIEDI L'AIUTO DI SCOTT E ALLA FINE TI PARO IO! E POI COSA
RICEVO?! NEMMENO MEZZO GRAZIE! TU ARCHITETTI UN PIANO ASSURDO E
RISCHIOSO CHE FORSE PUO' ANCHE NON FUNZIONARE ED IL PIANO PREVEDE CHE
IO SAPPIA CHE DIAVOLO STAI FACENDO E CHE FAI? NON MI DICI NULLA!
ASPETTI CHE LO CAPISCA DA SOLO! DOPO CHE MI HAI DETTO ODIOSAMENTE CHE
SONO INUTILE E NON TI SERVO E DI STARNE FUORI, CHE HAI GENTE PIU'
ESPERTA CHE TI AIUTA! AL DIAVOLO DEREK! HO VISTO COME TI HA AIUTATO
IL TUO PETER! HA EVITATO GLI ARGENT FINCHE' NON HA SAPUTO DOVE ERI!
COL CAZZO CHE SE LI AFFRONTAVA DA SOLO! TU TI SEI BEVUTO IL CERVELLO!
MA SE PENSI AD UNA COSA CHE PRESUPPONE CHE IO E SCOTT ARRIVIAMO A
SALVARTI IL CULO, PER LO MENO AVVERTICI! E SE SEI DALLA NOSTRA
PARTE... A MAGGIO RAGIONE CI DEVI AVVERTIRE E NON FARCI CREDERE DI
ESSERE CONTRO! SEI STATO UNO STRONZO, DANNAZIONE! E POI DOPO TUTTO
QUESTO IO VENGO LO STESSO, TI SALVO IL CULO PER L'ENNESUNA VOLTA E
NON MI DICI NEMMENO GRAZIE! FOTTITI ALFA DEL CAVOLO! -
A
parte il fatto che uno era un alpha e l'altro che gli gridava contro
un semplice umano, dopo tutte le parole sparate talmente forte che
fece soffrire l'eccellente udito di Derek, questi scattò incredulo
che davvero osasse urlargli contro quando quello che meritava di
essere sotterrato vivo era lui.
Infatti
si accese e puntandolo a sua volta col dito allo stesso modo, tuonò.
-
NON SONO IO CHE PUR SAPENDO COME FARE A TROVARMI MI SONO LASCIATO
NELLE MANI DI QUEI PAZZI! SEI STATO TU! TU SAPEVI! TU HAI SAPUTO
SUBITO E PER IL TUO POVERO ORGOGLIO FERITO NON HAI DETTO NULLA! SE
NON ERA PER SCOTT ERO NELLA MERDA! ALTRO CHE MI HAI SALVATO TU! SEI
TANTO INTELLIGENTE E NON ARRIVI ALLE COSE PIU' EVIDENTI! - Stiles si
irrigidì e sconvolto che davvero osasse dirgli un cosa simile,
seriamente convinto di essere nella ragione, rispose ancora a tono.
-
COSE EVIDENTI? QUALI COSE EVIDENTI? NO PERCHE' CAPIRE PERCHE' TI SEI
FATTO PRENDERE DAGLI ARGENT E' DAVVERO EVIDENTE SECONDO TE? O PERCHE'
MI HAI TRATTATO DI MERDA IL GIORNO PRIMA! COSA E' EVIDENTE? -
Derek
era arrivato al limite ed era stato ampiamente superato. Gli sembrava
di impazzire. Aveva superato cose folli, sofferenze, perdite atroci e
si era anche vendicato di tutti.
Ed
ora era lì a diventare matto dietro ad uno stupido ragazzino che non
capiva la cosa più chiara di tutte.
Alla
fine esasperato dalla sua ottusità, lo disse e basta. Sempre perchè,
prigioniero di Kate, aveva avuto tempo di capire un paio di cose su
sé e Stiles.
-
CHE L'HO FATTO PER TE, RAZZA DI IDIOTA! TI HO DETTO QUELLE COSE PER
ALLONTANARTI ED EVITARE CHE TI METTESSI ANCORA IN MEZZO A QUESTO
CASINO, PER EVITARE CHE FINISSI MALE! MA CON TE E' INUTILE, RIESCI
SEMPRE A FICCARTI NEI GUAI! SE C'E' DEL FUOCO TU INVECE CHE SCAPPARE
TI CI BUTTI DENTRO! NON TI SI PUO' SALVARE! SEI UN CASO PERSO!
ARRANGIATI, NON FARO' PIU' NIENTE PER TE! -
Stiles
si sentì stupido tutto d'un tratto. Non dovette chiedere 'in che
modo mi avresti protetto?' perchè in realtà la testa funzionava
anche se sembrava di no.
Sapeva
cosa intendeva. Sapeva come l'aveva protetto. Ci era arrivato da
solo, ma l'idea che si fosse comportato da egoista idiota era
talmente insopportabile, che aveva voluto rifiutare il pensiero. Ma a
poco era servito.
Era
così, alla fine.
Era
davvero così.
Perchè
aveva faticato tanto a credere che lui potesse fare qualcosa per lui,
anche se in modo discutibile?
Perchè?
Derek
non gli diede tempo di chiarirsi né di fare altro. Si voltò e andò
alla finestra per andarsene furioso. Ne aveva abbastanza di lui.