CAPITOLO
XIV:
UN
PICCOLO MINUSCOLO PASSO
Derek
voleva solo andarsene e dimenticarlo, toglierselo dalla testa e
magari anche torturarsi per essersi permesso di resistere alle
torture di quei pazzi usando il suo pensiero.
Il
pensiero di Stiles.
I
suoi baci, i suoi grandi occhi ostinati e curiosi.
Quella
sua grande voglia interiore di lui, quel fuoco, quell'attrazione.
Ce
l'aveva a morte con quel piccolo stronzo.
Per
cui davvero una volta sulla finestra era intenzionato ad andarsene e
non tornare più.
Ma
qualcosa trattenne la sua giacca, la stessa che qualche sera fa aveva
cercato di trattenerlo. Lo stesso tocco.
Si
fermò, ma rimase di schiena, contrasse la mascella e si irrigidì.
Aveva
ammesso delle cose a sé stesso che non avrebbe mai e poi mai voluto.
E per cosa?
Per
non essere capito da lui?
-
Derek ti prego... - Disse alla fine senza più gridare.
Solo
in quell'istante avvertì il suo profumo. Un profumo maledettamente
buono, di doccia appena fatta.
Chiuse
gli occhi.
Aveva
passato l'inferno in quelle torture ed aveva resistito pensando a
Stiles. Come poteva essere stato più sciocco?
-
Perchè? - Chiese duro. Era ferito. - Mi hai lasciato là. Potevi
tirarmi fuori quando volevi. Sapevi come trovarmi. Eri il solo che
poteva trovarmi ed io sapevo che tu ci saresti arrivato. Per questo
non ho detto niente. Per non rischiare che Peter in qualche modo lo
scoprisse. - Stiles si sentiva sempre peggio, Derek oltre al profumo
sentì anche il suo cuore. Folle nel petto forse sarebbe scoppiato.
Ancora
non gli bastava.
-
Non andartene. - Derek ancora non si muoveva, ma non gli stava dando
motivazioni per non andarsene.
-
Perchè, Stiles? - Stiles a quel punto, seguì quell'istinto che gli
faceva desiderare toccarlo in tutti i momenti ed i modi. Quel
desiderio che superava la paura che doveva avere di lui. Nessuno
osava mai nulla con lui. Nessuno voleva toccarlo. Spaventava tutti.
Stiles
voleva sempre toccarlo, invece.
Gli
prese la giacca dalle spalle e la fece scivolare giù lungo le
braccia, una volta che fu tolta, la lasciò a terra. Dopo di questo
infilò le mani, strusciò sul petto e lo cinse da dietro appoggiando
la testa. Si sentiva sciocco ed imbarazzato e non sapeva cosa dire.
Provava delle cose talmente grandi e nuove che non aveva idea di come
nominarle.
Come
si affrontavano?
Nemmeno
Derek ne aveva idea. Ne era spaventato per tutte le brutte esperienze
avute.
Quindi
era normale fossero così uno verso l'altro, ma qualcuno doveva fare
un passo in avanti.
Stiles,
vergognandosi molto di sé, appoggiò tutto il corpo a lui. Quando
Derek lo sentì addosso, chiuse gli occhi e aspirò quel suo profumo
di doccia.
Era
nudo e bagnato contro di lui.
Ma
si rendeva conto di ciò che stava facendo?
-
Scusami. Non osavo pensare che potessi fare qualcosa per me... non
osavo perchè... beh, non lo so. Era più facile credere che fossi
stronzo come eri sembrato... - Era la storia della sua vita.
-
Nessuno va mai oltre le apparenze, con me. Per questo è meglio se
resto solo. - Derek rimise una mano sul bordo della finestra e fece
per salire, ma Stiles, con un moto di disperazione, tirò più deciso
e lo girò, dopo di questo gli prese il viso fra le mani e lo baciò
togliendosi il fiato e togliendolo a lui.
Non
si sapeva spiegare. Parlava bene e tanto di qualunque cosa, ma di
quella nello specifico era una tragedia. Non sapeva proprio dire
niente di sensato. Non ne era capace.
Così
fece come i lupi, si fece guidare dall'istinto.
Derek,
cingendogli la vita sottile e nuda, rispose finalmente al bacio
accettando le sue scuse. Poteva essere un buon inizio. Uno vero.
Era
la prima sensazione bella da giorni. Forse era passato meno tempo di
quello che era sembrato a lui o forse era stato davvero tanto.
Però
la sua percezione glielo aveva reso infinito e terribile.
Incatenato
da Kate che tentava prima di molestarlo e poi lo feriva.
Con
Kate era stato un adolescente così come ora lo erano Scott ed
Allison.
Però
ora era cresciuto... cosa gli veniva in mente di farsela con un
ragazzino come Stiles?
Avevano
5 o 6 anni di differenza, doveva essere impazzito, eppure non
riusciva a ritirare la sua lingua dalla sua bocca. Era anche nudo, la
pelle umida e calda dalla doccia appena fatta, quel profumo così
naturale e buono.
Le
sue labbra erano morbide. La lingua timida si faceva intraprendente e
le mani dal viso erano scese sul collo e poi ancora lentamente giù
fino alla vita. A quel punto si erano aggrappate alla parte inferiore
della sua maglia ed avevano stretto. Si era fermato. Voleva
togliergli la maglia ma non ne aveva il coraggio.
Non
era possibile, Stiles aveva il coraggio di tutto... come mai con lui
diventava così?
Non
era timido quando doveva gridargli contro, insultarlo, riempirlo di
domande ed irritarlo.
Derek
smise di baciarlo, risalì sul suo viso e lo separò rimanendogli
estremamente vicino. Lo guardò negli occhi, i suoi grandi occhi così
umani e brillanti, pieni di un miliardo di cose diverse.
Non
poteva, non poteva assolutamente.
Era
piccolo.
Aveva
sedici anni e mezzo. Era decisamente minorenne. Anche se sedici anni
era considerata l'età della ragione e del consenso.
Perchè
era così fortemente attratto da lui?
-
Mi hai ferito così tanto che ti ho odiato al punto da volerti
lasciare a te stesso. Avevi detto che te la cavavi da solo, che non
ti servivo. Mi hai fatto così... così male... che non ci ho visto
più. Ti chiedo scusa. - Detto da lui valeva come la prova più
grande di tutte. Derek sapeva che Stiles piuttosto che chiedergli
scusa si sarebbe sparato e buttato dalla finestra, ma se glielo
diceva significava che voleva chiudere tutto e ricominciare.
Derek
guardò i suoi occhi con quel modo magnetico, come avesse due
calamite al posto di iridi argentee.
Poi
guardò la sua bocca gonfia per il bacio appena dato e che ancora ne
voleva.
Lo
sentiva eccitato e caldo e molto emozionato.
Alla
fine accennò ad una specie di piccolo sorriso accettando.
-
Non volevo che finissi male. Solo perchè sei amico di Scott, Peter
voleva ucciderti. Solo che in quel momento non potevo far altro che
affidarmi a te. - Derek non diceva mai la parola 'fiducia' e affini,
perchè vedeva che Stiles non si fidava per cui non voleva dare
l'idea che invece lui si fidasse.
E
poi in generale era davvero difficile che ci riuscisse.
Però
finiva sempre per mettere la propria vita nelle sue mani.
Stiles
però non ne poteva più. Lo guardava in quel modo, così vicino...
ed era nudo davanti a lui. Non ce la faceva più ad aspettare. Lo
desiderava il doppio di sempre ed ora veniva da un periodo dove aveva
pensato di tutto, su di lui.
Ora
era lì. Non potevano parlare di sentimenti e di prove, però erano
lì e bastava.
Qualunque
cosa fosse quella che avevano, andava bene esattamente come era.
Così
Stiles ritrovò il suo fantomatico coraggio e gli alzò la maglia
sfilandogliela da sopra. Derek alzò le braccia e l'aiutò, poi lo
prese per i fianchi di nuovo e lo spinse di lato fino a raggiungere
il letto dove l'adagiò dolcemente sopra. Gli si stese su e come le
altre volte si concentrò sulla sua bocca, sulla sua lingua fino ad
uscire languido fuori, sulla guancia, sull'orecchio, sul collo.
Lì,
dopo averne assaggiato il sapore, sentire di nuovo quella sensazione,
quella voglia matta di morderlo.
Non
era un morderlo per farlo trasformare in un lupo, era un morderlo per
farlo suo, per dominarlo in modo schiacciante. Ma sarebbe bastato il
sesso.
“Ma
è solo dominazione? Voglio dominarlo nel mio lato di lupo. Ma io,
Derek il ragazzo, cosa gli voglio fare? È sempre dominazione?”
Derek
si rispose posando i denti sul suo fragile collo, il ragazzino piegò
la testa di lato subito dandoglisi completamente e lui strisciò le
mani sulle braccia mentre ansimava contro la sua pelle, fermo in
quella posizione a contatto coi denti.
Risalì
fino ai polsi e intrecciò le dita alle sue e strinse.
Stiles
lo voleva, sentiva il suo cuore pulsare impazzito.
Voleva
che lo trasformasse. Voleva essere come lui.
Nonostante
tutto.
Per
quale motivo lo voleva? Dopo aver visto tutti i guai del suo migliore
amico, come poteva volerlo?
Quella
parte gli sfuggiva e grazie al fatto che non lo capisse, ritirò i
denti e scese sul suo petto, gli leccò i capezzoli e succhiò. La
frenesia del morderlo si calmò e continuò ad accarezzarlo, si
spostò di lato per poter spaziare come voleva. Una intrecciata alla
sua, l'altra sul suo inguine dove finalmente gli regalò qualcosa che
andava oltre i baci.
Si
diceva che era davvero fuori di testa, però non poteva fermarsi.
Così
poteva andare bene ancora.
Poteva.
E
se non andava bene era uguale.
Stiles
lo voleva, non lo stava costringendo.
A
quel punto cominciò a muovere la mano sulla sua erezione stringendo,
senza separare la bocca e la lingua dalla sua pelle, ogni centimetro
che assaggiava si protendeva verso di lui, di nuovo l'istinto di
morderlo quando Stiles si accese. L'eccitazione cresceva nella sua
mano e lo vedeva spingergli contro col bacino mentre gemeva ed
ansimava.
Cosa
diavolo aveva quel ragazzino?
Perchè
non aveva paura di lui?
Perchè
non si voleva mai sottomettere?
Perchè
gli andava contro a testa alta?
Derek
era turbato da questo proprio istinto, ma fu distratto da Stiles e
dalla sua esplosione di piacere. Raggiunse l'orgasmo come aveva
sperato facesse. Una volta soddisfatto si sarebbe calmato.
Doveva
riuscire a controllarsi.
Stiles
si imbarazzò di nuovo e Derek tornò al suo viso e con la mano che
gli aveva appena toccato l'inguine, solo guardandolo a quella
vicinanza ubriacante, conscio che i propri occhi erano il suo punto
debole, gli percorse le labbra con l'indice. Non si era sporcato del
suo sperma, ma c'era il suo odore, l'odore del sesso, lo definivano.
L'odore
che solitamente scatenava l'eccitazione più forte.
Stiles
l'accolse nella bocca e lo succhiò sentendosi di nuovo perdere in un
vortice da cui non poteva uscire.
In
quel modo, più o meno, gli fece superare il trauma dell'orgasmo
provocato da mani altrui.
Di
solito era da solo, era diverso.
Desiderava
ancora di più Derek, ma all'idea di fare lui certe cose era ancora
bloccato. Derek era... Derek!
Era
troppo per il momento.
Lo
desiderava come non mai, però al tempo stesso pensare di fare lui si
fermava automaticamente, andava nel panico.
A
Derek andava bene, sorridendo malizioso a quella sua lotta interiore
ormonale, continuò a muovergli il dito in bocca su e giù mimando
proprio quello che ancora non avevano fatto, nel mentre andò al suo
orecchio e dopo averlo leccato, mormorò:
-
Sarai tu a farlo quando non ne potrai più... - Era una specie di
previsione od una promessa?
Derek
non lo sentiva pronto, quindi sapeva che anche se lo voleva non
avrebbe fatto niente. Così andava bene. Non si doveva sforzare
molto.
Dopo
di questo ritirò il dito e sostituì la lingua, fuse le bocche di
nuovo fino a scivolare nella morbidezza e in qualcosa di
semplicemente bello e non più eccitante.
Derek
per poco non si era tolto i pantaloni per soddisfarsi come si doveva,
ma la consapevolezza che era piccolo, l'aveva fermato. Sarebbe stato
snervante fermarsi sul più bello perchè non ne era in grado, molto
peggio, in effetti.
Così
almeno non cominciava nemmeno.
Quando
si sentì a posto, si appoggiò con la testa sulla sua spalla,
avvolse il braccio sul suo busto ed una gamba a quella di Stiles.
Sentendolo rabbrividire, prese le coperte e le tirò sopra ad
entrambi.
Dopo
di questo, senza dire nulla e abbracciato a lui con la sua solita
possessività, si addormentò.
Prima
o poi di certo si sarebbe dovuto soddisfare come si doveva anche lui.
Non ci pioveva proprio.
Per
il momento andava bene così.
Quella
specie di tregua, di pace personale.
Era
comodo, Stiles.
Era
morbido e caldo.
E
non lo respingeva, finalmente.
Oltretutto
era una persona.
Andava
bene così. Se lo poteva far bastare.
Stiles
era naturalmente scombussolato e confuso, però provava qualcosa per
Derek e ora lui era lì, il resto non contava. Il resto poteva
lasciarlo perdere.
Non
sapeva cosa dirgli, come dirglielo né tanto meno quando. Non sapeva
ancora come realizzare tutti i suoi desideri erotici, quindi era il
caso di lasciare che le cose si calmassero, senza esagerare.
Era
andato tutto troppo in fretta, da che era capitato quella serie di
baci a che poi l'aveva scaricato facendolo stare malissimo. Ora
quella resa dei conti e di nuovo insieme.
Senza
poter parlare di ciò che provavano. Perchè Derek non l'avrebbe mai
fatto e lui, se l'altro non cominciava per primo, non voleva esporsi
risultando stupido.
Così
si fece bastare quello, andava più che bene.
Il
mattino Derek fece molto piano, si svegliò per primo e rimase a
guardarlo dormire. Aveva i lineamenti del viso delicati, decisamente
poco mascolini, forse era questo che gli piaceva. Non che gli
interessasse molto la differenza sessuale, ma se lui era una persona
virile, era normale essere attratto da un altro tipo di uomo.
Stiles
era facile da dominare, possedere, avere. Però si ostinava a non
cedere come per natura avrebbe dovuto fare.
Beh,
alla fine non aveva fatto barriera poi molto.
Derek
sogghignò, nel sonno Stiles si era girato verso di lui ed aveva
messo la fronte contro il suo petto. Erano girati entrambi sui
fianchi, uno di fronte all'altro.
Stiles
voleva arrendersi a lui però pensava che Derek non lo volesse
davvero. Aveva ancora paura fosse solo un passatempo, per cui cercava
di non cedere per primo ma si limitava ad assecondarlo.
“Direi
perfetto!”
Per
questo Derek si alzò silenzioso sfilandosi via da Stiles nel sonno,
si rimise la maglietta e le scarpe che si era tolto la notte e se ne
andò.
Stiles
si svegliò e sentì subito il vuoto intorno a sé, aprì gli occhi
di scatto e fece un tenero broncio scontento.
Immaginava
sarebbe potuto succedere, però era seccante lo stesso.
Aveva
fatto bene a non esporsi per primo. Non ne valeva la pena.
Sicuramente per Derek era un divertimento e basta.
Stizzito
per essere ancora solo, si preparò per andare da Lydia a vedere come
stava. Era meglio controllarla e monitorarla. Non aveva reagito al
morso di Peter però non significava che non potesse farlo
tardivamente, che non potesse succederle lo stesso qualcosa.
Sì,
si disse. Lydia. Doveva concentrarsi su di lei. Decisamente una cosa
saggia.
Derek
poteva andare a quel paese. Se voleva fare il lupo solitario, che si
accomodasse.
Si
sentiva comunque anche responsabile per quello che le era accaduto.
L'aveva portata lui al ballo principalmente per proteggerla da Peter
che girava per ammazzare gli amici di Scott, quindi si erano messi in
quella situazione per quel motivo. Alla fine, proprio sotto la sua
custodia, lei era stata aggredita e morsa da Peter.
Provava
qualcosa di particolare, per lei. Era stata la ragazza su cui si era
sempre concentrato con tanto ardore... fino all'arrivo di Derek,
quando l'aveva mandato in confusione.
Ora
pensava di essere gay, naturalmente, e probabilmente lo era. Però
era comunque attratto da Derek.
Quindi
Lydia?
Beh,
gli stava a cuore. Le stava capitando qualcosa ed in un certo senso
per colpa sua.
Questo
era un fatto.
Così
quando lei era sparita dopo quell'urlo lancinante, Stiles si era
decisamente sentito in colpa perchè per la seconda volta le era
successo qualcosa sotto la sua sorveglianza.
Era
una pessima guardia del corpo.
Chiamato
di gran carriera Scott per aiutarlo a cercarla, dovette arrendersi
all'evidenza che di lei sembrava non esserci più traccia.
L'ansia
lo prese. Era una pessima persona. Funzionava bene e riusciva ad
essere utile ed efficace solo quando c'era di mezzo Derek. In quei
casi era infallibile!
Pensare
che fosse una questione ormonale lo fece abbattere di gran lunga.
Si
ostinava a dire che la doveva trovare lui, però a conti fatti non ne
era in grado. Si affidò a Scott, ma Scott pareva insufficiente.
Era
un egoista che ragionava con gli ormoni, si ripeteva.
Lydia
era nei guai fino al collo per colpa sua. Perchè non era mai stato
in grado di aiutarla seriamente.
Era
colpa sua. Era solo colpa sua.
Lei
non c'entrava nulla con tutta quella storia... nulla...
-
La pianti di frignare come un bambino?! - Lo riconobbe, ormai era
abituato. Si voltò di scatto e cominciò a parlare sbracciando tutto
agitato spiegandogli che Lydia non si era trasformata ma si era messa
a gridare ed era scappata. Nuda. Ed ora non la si trovava. Ed era
colpa sua perchè era lui che la stava sorvegliando per vedere se poi
magari si sarebbe trasformata dopo.
E
come la prima volta, le era capitato qualcosa proprio mentre lui la
controllava.
Disse
che era funzionale solo quando si trattava di lui, quando si trattava
di lei non gli riusciva niente!
Derek
si trovò a fare un'espressione davvero comica per i suoi canoni,
inarcò le sopracciglia e irrigidì il collo fissandolo incredulo che
potesse davvero dire tante cose.
-
Stai dicendo che solo io ti sto tanto a cuore da essere efficace? -
In pratica era così.
Stiles
smise di parlare subito e si tappò la bocca decidendo che era il
caso di evitarlo prima di esporsi troppo.
La
cosa durò due secondi. Poi riprese a parlare col suo fervore.
-
Sei il solito presuntuoso! Sto dicendo che quando non voglio aiutare,
riesco ad essere utile, mentre quando voglio farlo non servo a nulla!
- Erano nei pressi del bosco perchè Stiles la stava cercando
incessantemente mentre Scott correva veloce più in dentro.
Stiles
naturalmente non ci poteva andare dietro.
Derek,
che evidentemente aveva trovato un rifugio nei paraggi, l'aveva
probabilmente sentito.
-
Tu comunque che ci fai qua? - Derek si strinse semplicistico nelle
spalle.
-
Io ci abito. - Stiles sgranò gli occhi e si guardò intorno. Fra
alberi ed una strada poco più in là non è che ci fosse poi molto.
-
Nel nulla? O ti sei deciso a vivere allo stato brado, come sono
convinto tu faccia già? - La capacità di non parlare di quanto
accaduto fra loro fu comoda ad entrambi.
Non
sapevano cosa dire.
-
Ho trovato un rifugio adatto da queste parti, è una specie di
rimessa abbandonata... è nascosta e nessuno dovrebbe trovarmi. -
-
Ma non ti stanno scagionando? - Derek annuì.
-
Ma gli Argent mi cercheranno fino alla morte, devo tenere un profilo
basso. - Come sempre rispondeva a tutte le sue domande anche se era
una cosa che odiava fare di norma.
Stiles
aggrottò le sopracciglia.
-
Ma come, ora sei pur fuori!? - Derek cominciava ad irritarsi.
-
Sì e non ci resterò molto! - Rispose secco.
-
E che sei uscito a fare, scusa?! - Stiles voleva sempre sapere di lui
tutto il possibile, c'era poco da fare, era così.
Di
Derek gli importava comunque tutto.
-
Abito vicino, ti ho detto, ed ho sentito la tua isteria! - Stiles
aprì la bocca per ribattere l'ovvio, poi si rese conto che sarebbe
stato imbarazzante e richiuse la bocca.
Aveva
dimenticato Lydia in un istante e per questo si sarebbe sentito molto
peggio dopo, però concentrato nuovamente solo su di lui, si avvicinò
per vederlo meglio visto il buio della sera e lo scrutò chiedendosi
cosa potesse dire a quel punto.
Gli
venne in mente la notte insieme.
Derek
fece un sorrisino perchè percepì quel netto cambio interiore e
naturalmente quello era molto meglio dell'isteria.
-
Ti faccio vedere dove sto, così se serve sapete dove trovarmi. -
Come
se fosse essenziale, ovvio e non ci fossero altre priorità al
momento.
Stiles
si riscosse.
-
Gli Argent sono in giro per cercare Lydia, sono convinti che si
trasformerà. - Derek si voltò e si avviò.
-
Allora è meglio sbrigarci. -
Si
sarebbero di certo vendicati per la morte di Kate, che lei avesse
fatto fuori la sua famiglia a loro poco importava.
Stiles
affrettò il passo guardandosi nervoso intorno, non voleva che
qualcuno lo vedesse andare via con Derek, non era una cosa molto
saggia.
Quando
arrivarono alla rimessa in un posto effettivamente piuttosto sicuro,
Stiles aggrottò ancora le sopracciglia come che qualcosa non gli
quadrasse.
-
Ma questo posto... - Era vecchio, abbandonato e cadente, Derek stava
ancora sistemando in modo da avere tutto quello che gli sarebbe
potuto servire.
Aveva
già portato le proprie cose che comprendevano vestiti e il
necessario stretto per vivere.
Derek
lo guardò in attesa che continuasse.
-
E' vicino a casa mia! - Esclamò allora Stiles incredulo. Era sveglio
ma a volte certi passaggi gli mancavano.
-
Era il più adatto. - Disse solo. Evitò di aggiungere che l'aveva
cercato apposta vicino a casa sua. Per poter andare da lui più
spesso che poteva e assicurarsi che stesse bene.
Sarebbe
stato sdolcinato.
Stiles
capendo che non gli avrebbe spiegato i suoi giri mentali, decise di
risparmiargli il solito terzo grado e si guardò intorno.
In
un angolo c'era una specie di letto ed in un borsone i suoi effetti
personali. C'era proprio poco e niente.
-
Come ti lavi, scusa? Ma rifugi meno da senzatetto non te li puoi
trovare? Mi fai una pena! - Disse senza frenare come sempre la sua
lingua sarcastica. Derek indicò una porta ed un bagno che
sicuramente era altrettanto terribile come il resto di quel posto.
Stiles arricciò il naso schifato.
-
Scende acqua? -
Derek
sogghignò ed alzò le spalle.
-
In caso verrò da te! - Disse poi malizioso. Stiles si voltò
tornando a guardarlo per vedere se fosse serio, naturalmente non lo
capì ma per partito preso credette che si stesse prendendo gioco di
lui.
-
Sei proprio una disperazione vivente, Derek! Ti laverai sotto acqua
non acqua e dormirai in un letto non letto! Per caso mangerai cibo
non cibo? Non è modo di vivere questo! Cosa ti costa vivere come si
deve? Non c'è una regola per i bei tenebrosi lupi solitari! - Stiles
si stava preoccupando per lui e Derek lo capì subito, infatti
continuando col suo ghigno si avvicinò sinuoso, la camminata lenta
ma sicura. Il ragazzo lo notò ed indietreggiò, ma Derek lo superò
togliendogli il fiato solo in un gesto tanto insignificante.
Dopo
di che si sedette su quello che non aveva il coraggio di chiamare
letto.
-
Vuoi sentire se è comodo? -
Il
lupo stava pensando ad una cosa e ci era arrivato dopo il week end
separato da lui passato a sistemarsi lì.
Stiles
era stato soddisfatto da lui, ma non lui da Stiles.
Non
ci avrebbe mai fatto sesso, era minorenne. Anche se nell'età della
ragione. Poco contava che fosse piccolo se l'attraeva per qualche
strana ed incomprensibile ragione. Però voleva a tutti i costi
soddisfarsi un po' anche lui. Se lo meritava, dopotutto.
Non
serviva parlarsi di nulla.
Ci
si poteva semplicemente vedere per farlo, per godere non esisteva
solo il sesso.
Finchè
quella situazione era sufficiente, andava bene. Quando poi avrebbe
avuto bisogno di più, si sarebbe trovato qualcun altro.