CAPITOLO
XVI:
APPROFITTANDO
Stiles
si chiese perchè la vivesse ogni volta come una tortura.
Dopotutto
desiderava Derek e Derek lo provocava e lo stuzzicava sessualmente.
Poi
lo guardò uscire dalla doccia, nudo, chiedendo un asciugamano.
E
capì.
“Anche
se gli salto addosso non fa sesso con me! Vuole che cresco! Però
intanto gli orgasmi vanno bene lo stesso!”
Stiles,
frustrato, scosse il capo e gliene tirò uno dopo averlo recuperato
sbuffando.
-
Che hai ora? - Chiese Derek poco interessato alla cosa, mentre se lo
avvolgeva intorno alla vita.
Stiles
alzò le spalle fingendo indifferenza.
Finse
davvero male, Derek sogghignò e tornò in bagno senza dire altro,
l'altro ci rimase male per il fatto che non ci provasse, però se lo
fece andare bene lo stesso.
Quando
si ritrovarono in soggiorno erano entrambi vestiti e pronti per
uscire.
-
Dovresti imparare a comunicare! Sai, è molto liberatorio! - Disse
sarcastico Stiles riferendosi al fatto che faceva quello che gli
pareva senza dire mai nulla. Specie sedurlo.
-
Quanto la fai lunga, a te piacciono le sorprese! - sorpreso da quella
risposta, lo guardò stralunato non capendo a cosa alludesse e Derek
lo illuminò con uno dei suoi ghigni. - Sei felice di trovarmi in
casa quando non te lo aspetti! -
Stiles
arrossì ed imbarazzato lo spinse cominciando a brontolare col suo
solito acuto isterico.
-
Sì, dio sceso in terra, vattene che devo andare a scuola! Ruota
sempre tutto intorno a te, guarda! Sempre! -
Derek
non l'avrebbe mai ammesso, ma questi battibecchi con lui, queste
provocazioni, gli piacevano sempre più. Restava uno dei rapporti più
stretti mai avuti in generale. Diverso da quello con Scott,
conflittuale perchè non capiva se fidarsi o no e la cosa era
reciproca. Certo lo voleva nel branco, ma per una questione di
potere, non per altro.
Ancora
non capiva come sentirsi nei suoi confronti.
Con
Stiles era diverso.
Si
divertiva.
A
modo suo, diversamente da come la gente comune si divertiva, però
era così.
Non
l'avrebbe comunque mai ammesso. No, mai.
Derek
si stava facendo dei piani per la prima volta. Dei piani al di là
delle sue vendette personali e della risoluzione di qualche mistero
inglorioso di famiglia.
Ora
era un'alpha e come succedeva sempre in quei casi, sarebbero arrivati
dei branchi attratti dalla sua presenza. E con nuovi branchi,
sicuramente sarebbero arrivati nuovi guai.
I
branchi lottavano per la supremazia del territorio e Derek doveva
assolutamente affermarsi come proprietario di quella cittadina.
Non
aveva minimamente pensato al fatto che ora era libero di tornare dove
era stato per tutti quei sei anni, l'idea non l'aveva nemmeno
sfiorato. Andare in città, cambiare vita, allontanarsi da tutto.
Lui
voleva Beacon Hills anche se lì aveva tanti brutti ricordi.
Non
aveva ancora un branco o qualcosa che lo legasse lì, però
istintivamente si era messo a programmare un modo per far suo quel
territorio. Per far quello doveva assolutamente accrescere il proprio
potere in modo infallibile.
Doveva
farsi un branco.
Così
cominciò con Isaac.
Quando
un alpha trasformava in lupo mannaro una persona, lo faceva secondo
un richiamo basico, infatti queste persone erano connesse a tutti i
lupi nelle vicinanze, ma spesso uno non ci faceva caso.
Isaac
si trovò connesso tanto con Derek quanto con Scott. Normale, visto
che Scott era un suo compagno di scuola.
Non
si erano calcolati fino al morso, ma dopo l'evento Scott aveva
sentito un fortissimo ed indomabile impulso attrattivo animalesco.
'Cose
da lupi!' si era risposto senza saper di cosa si trattasse.
Successivamente
avrebbe avuto una specie di risposta nel sentire una cosa simile, ma
non proprio uguale, con Erika, in seguito trasformata anche lei. Però
una volta diventata lupo, la cosa era svanita. Quello strano senso
che lo accomunava, quell'istinto.
Con
Isaac era rimasto.
Il
volerlo aiutare, il sentirsi responsabile per lui, il voler
assolutamente sapere tutto di lui e di cosa era accaduto.
Ma
questo non fu subito, questo fu con l'arrivo serio dei guai per il
neo trasformato.
In
un primo momento le cose erano state in generale strane, come un
nuovo odore nell'aria.
Qualcosa
stava cambiando.
Derek
quel giorno era andato a scuola a sorvegliare Isaac per vedere come
se la cavava a scuola dopo essere stato trasformato.
Aveva
sentito il suo richiamo, aveva scoperto la sua atroce situazione in
casa e, colpito dal suo inferno, l'aveva voluto aiutare.
Gli
aveva spiegato tutta la situazione, ma non si era dato pena per
fargli capire precisamente tutti i lati negativi, gliene aveva
parlato, ma Isaac aveva voluto essere morso lo stesso.
A
scuola per un primo momento, quello delle lezioni, le cose sembrarono
scorrere normali come sempre. Isaac non aveva avuto particolari
bisogni e nessun episodio d'ansia pseudo trasformante.
Sapeva
che il problema si poteva presentare a lacrosse, per cui, fra la fine
delle lezioni scolastiche e l'inizio degli allenamenti, si prese la
libertà di imbattersi di proposito in Stiles.
Non
aveva la minima intenzione di dirgli cosa gli prendeva e per cosa era
lì.
Semplicemente
si comportò come sempre.
Lui,
i suoi segreti ed i suoi misteri.
Stiles
stava costantemente pensando a Lydia e a come fare per trovarla,
spaventato dall'idea che potesse trasformarsi, che fosse scappata per
quello e potesse fare chissà cosa.
Per
cui non si rese conto della sua presenza. Del resto non si rendeva
mai conto della sua presenza, Derek era un lupo molto silenzioso.
Stava
cercando Scott per dirgli di convincere Jackson ad aiutarli con
Lydia, quando notò una sinistra presenza in un angolo del corridoio,
proprio poco prima di entrare negli spogliatoi di lacrosse.
Stiles
si fermò, l'aveva notata proprio per caso, con la coda dell'occhio.
Corrugò
la fronte, si fermò, tornò indietro in rewind con fare leggermente
teatrale come suo solito, cioè gesticolando, e poi con la bocca
spalancata ed aria fin troppo evidente, esclamò liberamente ad alta
voce:
-
DEREK! - Derek scosse il capo come per dire che continuava a non
cambiare mai. Non sapeva tenere a freno la lingua e trattenersi.
Specie se si trattava di lui.
Non
poteva negare che la cosa piaceva al suo ego, a volte però era
snervante.
Non
era venuto a scuola per lui, ma visto che c'era tanto valeva
approfittarne.
Se
il branco arrivava e lui non ne trovava uno suo e non diventava
abbastanza forte, tutti quei giorni di piacere potevano presto finire
per sempre. Per cui doveva approfittarne.
Stiles
impallidì e prima di rifletterci gli andò contro, lo afferrò per
il braccio ed ebbe anche il coraggio di tirarlo nel bagno dei maschi
lì vicino. Lo piantò in asso per controllare che non ci fosse
nessuno e vedendo tutto vuoto tornò a correre frenetico alla porta
chiudendola a chiave. Solo a quel punto si sbracciò esagitato ed
isterico sgridandolo.
-
Ma sei impazzito?! Che ci fai qua?! -
Ogni
volta che veniva era sempre per presentare qualche guaio. Se non lo
presentava lo portava o lo provocava.
Per
cui, Stiles era di certo sul chi vive.
Derek
sembrava abbastanza divertito, aveva quel sorrisino ironico che aveva
solo in sua presenza, era l'unico esemplare capace di farlo
ridacchiare. Gli tirava fuori il suo latente lato sarcastico.
Una
volta lo era stato. Prima di quella ragazza.
Incrociò
le braccia al petto e rimase fermo poco più in là rispetto alla
porta. Stiles continuava a sbracciarsi per avere delle risposte che
lui pareva per nulla intenzionato a dargli.
-
Derek, potresti anche rispondere, sei tu che sei venuto! - Solo a
quel punto si era degnato di farlo.
-
Chi ti dice che io sia venuto per te!? - Stiles non si smontò.
-
Se sei venuto per Scott è come se tu fossi venuto per me! - Derek
avrebbe voluto ribattere che non sempre dovevano fare le cose
insieme. Cosa che in effetti non facevano. Scott non aveva dei
piacevoli orgasmi con Derek.
-
Invece devo deluderti, non esistete solo voi due per me! - Stiles
aggrottò le sopracciglia fermandosi e si irrigidì.
-
Davvero!? E che vita sociale hai, tu? No dico, sappiamo tutti che...
- Derek era già stufo di sentirlo parlare, infatti lo prese e lo
alzò a sedere sui lavandini a lato. Stiles era leggero.
Finalmente
si zittì, ma durò non più di dieci secondi!
-
Ehi, hai detto che non eri qua per me! - Non aveva di certo paura.
Derek fece il famoso sorrisino che sfoderava in privato con lui.
Malizioso.
Il
suo cuore batteva dall'eccitazione, sapeva cosa sarebbe venuto dopo.
Oltre
a Scott, Stiles era l'unico a non avere mai paura di lui.
Solo
che Scott era un lupo ed ora anche piuttosto forte. Stiles era un
semplice umano. Molto semplice in effetti.
Si
perse nel suo sguardo, puro come quello di un bambino e colmo di
desideri ed emozioni contrastanti e potenti.
-
Ma visto che ci sono, approfitto... - Stiles inarcò le sopracciglia
per niente spaventato o contrariato.
-
Approfittare? Approfittare? Ora lo ammetti che approfitti di me! -
Derek avvicinò il viso al suo mentre si appoggiava con le mani ai
lati del lavandino su cui l'aveva seduto bruscamente.
-
Ma io non l'ho mai negato. È ovvio che approfitto di te! - questo
funse da additivo per Stiles che in risposta aprì la bocca e prima
di fargli dire qualsiasi cosa, Derek gliela chiuse subito con la
propria.
Di
nuovo le labbra si unirono e si aprirono venendosi incontro quanto
più possibile alla ricerca di un contatto maggiore, di una fusione
più piena.
Derek
gli prese la nuca e gliela piegò di lato poco gentilmente per avere
un miglior accesso a lui e Stiles gli circondò il collo con le
braccia, stessa cosa con le gambe intorno alla vita. Si aggrappò a
lui come un koala e l'immagine mentale che venne a Derek lo divertì.
Se
si fosse trasformato in un animale, più che un koala in effetti dava
l'idea di una volpe o uno scoiattolo!
Gli
lasciò la nuca vedendo che collaborava anche con parecchia enfasi,
quindi infilò le mani sotto la maglietta e poi giù ad aprirgli i
pantaloni, trovò la sua erezione su cui lavorò svelto, quasi fosse
un bisogno per sé stesso.
Stiles
non riuscì più a baciarlo, scivolò col viso sul suo orecchio ed
ansimò istigandolo ulteriormente; Derek che non si fermò nemmeno
quando Stiles si sciolse da lui per appoggiarsi all'indietro e
abbandonare la testa contro lo specchio. Aveva il rubinetto del
lavandino piantato quasi nel sedere, ma riusciva a godere lo stesso.
Aprì bene le gambe ed alla fine Derek scese lì in mezzo con la
bocca e la sostituì alla mano.
Quando
la sentì impiegò pochissimo a raggiungere l'orgasmo.
Derek
si scostò e lo lasciò liberarsi, poi lo guardò.
Era
completamente abbandonato al piacere, seduto in quel modo con le
gambe aperte, i pantaloni slacciati e l'inguine scoperto. Appoggiato
all'indietro, le mani aggrappate a dove era seduto, artigliato, gli
occhi chiusi, ansimante.
Tirò
su la testa e lo cercò.
Derek
decise di metterlo alla prova: se non avesse fatto niente Stiles gli
sarebbe saltato addosso per ricambiare o gli bastava così?
Ovviamente
voleva spingerlo a fargli cose di tutti i tipi, ma giocare con lui
era la cosa più divertente che avesse mai fatto.
Stava
per andarsene quando Stiles, bruciandolo con uno sguardo voglioso e
lussurioso, si leccò le labbra, questo incuriosì Derek che finse
ancora una falsa soddisfazione. Senza dire niente si voltò, nemmeno
un saluto od un altro bacio.
-
Ehi! - Esclamò Stiles ansimante.
Derek
si fermò e si voltò fingendo di non avere idea di che cosa potesse
volere ancora.
-
Te ne vai così?! - Chiese incredulo, incapace di attivare il proprio
cervello.
-
E come dovrei andarmene? -
Stiles
scese dal lavandino, ma rimase appoggiato perchè le gambe ancora gli
tremavano per l'orgasmo, guardò dove aveva sporcato a terra con aria
schifata e si decise ad andargli incontro.
-
Ti basta così? - Domanda lecita visto che l'altra volta aveva voluto
che ricambiasse e si era anche arrabbiato perchè non l'aveva fatto
subito.
Derek
fece un sorrisino sornione alquanto fastidioso. O caldo, a seconda
dei punti di vista.
-
Hai in mente qualcos'altro? - Derek aveva ancora dentro l'eccitazione
profonda di Stiles, il suo orgasmo gliel'aveva catapultato sin nelle
viscere ed era stato quasi come venire a sua volta.
Aveva
di nuovo provato l'irrefrenabile istinto di morderlo, ma via via la
cosa andava sempre più mitigandosi perchè Stiles era sempre più
concorde con quella specie di sottomissione. Insomma, collaborava
sempre più, per cui il desiderio di dominarlo col morso scemava via
via.
Non
pensava minimamente che potesse essere perchè lentamente l'istinto
del lupo stava venendo sostituito da quello del ragazzo. Presto non
sarebbe più stato un bisogno di dominazione, ma molto di più.
-
Hai sempre quella mania! - Borbottò Stiles andando da lui.
-
Quale? - Chiese guardandolo a tu per tu, era anche arrabbiato e non
capiva bene perchè. L'aveva appena fatto godere, dopotutto.
-
Quella di pretendere le cose senza chiederle! - Derek voleva ridere e
fece un'espressione incline allo scherno.
-
Quando l'avrei fatto? Non ti ho chiesto nulla! Ho direttamente preso!
- Fece lo spaccone, gli riusciva bene. Odiava passare per quello che
voleva qualcosa.
Stiles
scosse il capo e rise prendendolo in giro a sua volta.
-
Vuoi dire che se mi inginocchio e te ne faccio uno non ti piace? Che
non sei qua per questo? - Era riduttivo dire che era lì per del
semplicissimo sesso orale, Derek non sapeva nemmeno razionalmente
dire tutti i motivi per cui cercava sempre di più Stiles.
Gli
piaceva provocarlo, gli piacevano le sue reazioni isteriche e
spropositate, gli piaceva stuzzicarlo, gli piaceva esasperarlo.
E
gli piaceva quando nel lottare cedeva sempre puntualmente a quegli
istinti che provava per lui.
Istinti
ormai indomabili.
Non
era lì solo per un orgasmo, no, però era comodo che Stiles lo
credesse. Così alzò le spalle e fece per girarsi ed andarsene.
Stiles
provò una tale fame da spaventarsi lui stesso.
A
quel livello era la prima volta.
Forse
era quel fortissimo odore di selvaggio. Continuava ad attrarlo con
quel suo lato pericoloso, animalesco.
Stiles
lo prese per il braccio e con un coraggio che ogni volta aveva solo
lui lo girò e lo spinse contro la porta. A quello si inginocchiò e
con un'iniziativa niente male, ricambiò il famoso favore. Un gran
bel ricambio.
Aperta
la cintura ed i jeans, glielo tirò fuori e glielo guardò, a quel
punto ebbe anche il coraggio di commentare.
-
Alla faccia di chi non lo voleva! - Derek si chiese se dargli un
calcio in faccia o metterglielo in bocca. Alla fine alzò le mani ad
artiglio per azzannarlo.
Aveva
sempre qualcosa da ridire!
Non
poteva fare una cosa e basta.
-
E tu sei sempre il solito! Se vuoi fare una cosa falla, non girarci
tanto intorno, dannazione! - Stiles, rendendosi conto che si stavano
mettendo a discutere proprio in un momento simile, prese la base
della sua erezione già abbastanza in forma e lo mise in bocca subito
senza preamboli.
Derek
rimase sorprendentemente a bocca aperta finendo per sospirare e
rilassarsi.
Finalmente
aveva chiuso quella boccaccia nel miglior modo possibile.
Lo
pensarono entrambi in effetti.
Era
la seconda volta che glielo faceva, non era male. La prima volta era
stato strano e shockante, ma in effetti non era brutto.
Non
era l'atto in sé, di suo succhiare un pene non era una cosa
eccitante per chi lo faceva ma per chi lo riceveva. Il bello era
quando lo sentivi indurirsi nella tua bocca, quando lui spingeva
eccitato, quando gemeva e ti premeva anche la testa contro di sé.
Quando aumentava il ritmo e ti chiamava.
Quando
ti chiamava nel pieno del godimento era bello.
Sentire
che lui godeva per te, era bello.
Però
lo era se lui contava qualcosa per te, se tu volevi che lui godesse,
se non era uno qualunque di cui non te ne importava niente.
Per
questo a Stiles piacque farlo e sentirlo godere. Fu una piccola
conquista quell'orgasmo avuto all'ultimo, per un pelo non nella sua
bocca.
Derek,
ansimante, mostrò i propri occhi rossi presi dall'eccitazione e fece
un sorrisino vittorioso. Stiles si alzò e strofinandosi la bocca gli
scoccò un'occhiata non stizzita o di rimprovero, ma bensì
divertita.
Le
cose stavano cominciando a prendere una piega molto particolare.
Incomprensibile
a loro due per primi.