CAPITOLO
XX:
QUESTIONE
DI FIDUCIA
Non
aveva idea del motivo per cui non glielo aveva voluto dire.
Coinvolgere
Derek in quel caso sarebbe stato forse la cosa più intelligente.
O
forse no.
Stiles
era disorientato in merito, tutto stava nel capire cosa provasse per
lui.
Se
le sue precedenti intuizioni erano corrette ed il bel lupo si stava
prendendo da Stiles, dirgli che si era trovato a tu per tu con un
nuovo mostro che l'aveva paralizzato, aveva ucciso uno davanti ai
suoi occhi e poi se ne era andato, significava scatenare la bestia.
In senso letterale.
Il
punto è che non era ancora chiaro cosa avesse visto, chi fosse, cosa
fosse.
Sapevano
che probabilmente c'era un mostro in circolazione e Scott ed Allison
l'avevano intravisto. Sapevano anche che ammazzava le persone e che
non era un lupo mannaro.
Stiles
pensò che forse doveva dirglielo, ma alla fine decise che era meglio
capire prima cosa fosse quel mostro. E magari chi.
Così
non disse nulla a Derek, perchè forse avrebbe dato inutilmente di
testa. Non serviva a niente, con Scott ed Allison avevano messo su
questa specie di piano per scoprire di cosa si trattava.
Alla
fine, se sarebbe servito, l'avrebbero coinvolto.
Quando
Erika riferì a Derek che Stiles si era trovato a tu per tu con quel
nuovo mostro, andò su tutte le furie perchè ovviamente aveva osato
nascondergli una cosa tanto importante.
“Vorrei
sapere cosa pensa di fare senza di me!”
Pensò
imbufalito pronto a trovarlo e a chiederglielo fino a fargli dire
persino l'odore che aveva percepito.
Non
era una questione 'personale', in effetti.
A
lui 'personalmente' quel mostro non aveva fatto nulla, aveva ucciso
il padre di Isaac, ma era un bastardo che se lo meritava, per cui
fondamentalmente non aveva motivo di avercela con lui. Però sapere
che Stiles l'aveva incontrato non gli piaceva. Voleva innanzitutto
sapere come si erano svolti i fatti, se l'aveva minacciato o cosa di
preciso gli aveva fatto. Poi voleva sapere tutto di quel mostro. Se
era una minaccia per Stiles diventava di gran lunga un suo problema.
Così
quella sera, sapendo che Stiles era alla partita di lacrosse, andò
con Erika a scuola e fiutando il suo odore lo trovarono
nell'edificio.
Derek
mandò Erika a prenderlo, lo portarono in piscina.
Quando
Stiles vide Derek capì cosa sarebbe successo di lì a poco.
Con
Erika presente il dialogo fra i due era limitato, non poteva
chiedergli 'ecco perchè mi evitavi!' e lui non poteva rispondergli
'non sono obbligato a renderti partecipe di tutto solo perchè dormi
con me!'.
Per
cui si scambiarono un'occhiata molto eloquente per poi fingere tutto
normale.
Derek
era seccato che non gli avesse detto una cosa simile e Stiles era
infastidito che lui pretendesse da lui chissà cosa.
Alla
fine gli raccontò tutto comunque, Derek non disse poi molto, sgonfiò
solo una palla da basket con gli artigli dimostrandosi sulla via
della furia. Per il resto si limitò a guardarlo facendo capire a
Stiles tutto quello che lui voleva sapere.
Prima
gli raccontò gli eventi, poi descrisse il mostro soffermandosi sugli
occhi. Erika rimase basita dal fatto che Stiles lo capisse così alla
perfezione pur senza il bisogno di parole.
Quando
il mostro fece il suo trionfale ingresso proprio lì con loro, il
primo logico istinto di Stiles fu mettersi dietro Derek. L'istante
successivo Erika venne sbattuta contro il muro e messa fuori
combattimento e il primo pensiero di Derek fu Stiles, infatti ignorò
completamente Erika, si accucciò davanti a Stiles per proteggerlo e
tirò fuori le zanne per difenderlo.
Una
reazione del tutto automatica da parte di entrambi. Così come il
resto.
Il
mostro scese e fu veloce, tutto molto veloce, Derek spinse Stiles per
allontanarlo e lo guardò un secondo per dirgli di scappare; era
pronto ad attaccare quella nuova creatura simile ad un rettile
gigante pur non sapendo niente di lui e della sua potenza, né tanto
meno delle sue intenzioni.
Era
pericoloso e lo sapeva, ma lì c'era Stiles. Non importava niente
altro. Avrebbe combattuto fino a che non sarebbe stato al sicuro, poi
in caso sarebbe scappato.
-
Derek il tuo collo! - Esclamò Stiles contraddicendo come al solito
il suo ordine di correre via. Il collo di Derek era stato graffiato
da quel mostro e, come era accaduto a lui in precedenza, lo vide
accasciarsi nel giro di pochi secondi.
Secondi
nei quali Stiles gli andò subito dietro e lo sostenne avvolgendolo
con un braccio, portandosi il suo intorno alle spalle e tenendoselo
stretto.
-
Ok... - Disse infatti capendo che toccava come al solito a lui
aiutare Derek anche se era l'umano sfigato di turno,
“Mi
chiedo perchè sono sempre io che finisco in queste situazioni con
lui!”
Pensò
infatti il lupo, imbestialito per essere stato immobilizzato da quel
mostro e per ritrovarsi a prendere l'aiuto proprio di Stiles.
Ovviamente
a quel punto non aveva scelta, ma faceva sempre la parte di quello
che si faceva aiutare da lui e non gli piaceva, non voleva essere
quello che si faceva aiutare da lui. Voleva essere quello che lo
proteggeva. Era venuto lì per quello, in un certo senso. Com'era
possibile? Era lui il lupo mannaro, non Stiles!
Perchè
sempre con Stiles? Perchè?
Che
storia era quella?
Lui
lo vedeva sempre in quelle condizioni pietose!
-
Chiama Scott! - Disse allora mentre lo trascinava via dalla zona
delle piscine. Stiles prese il telefono dalla tasca, ma nella foga
del tenerlo a sé e nello scappare, il telefono gli cadde, Stiles si
abbassò automaticamente per prenderlo e Derek non fece in tempo a
chiamarlo per dirgli di non farlo, che ormai stava già facendo un
tuffo in acqua.
Stiles
si ritrovò così a dover scegliere fra il chiamare Scott ed il
tuffarsi per salvare quel pero che sarebbe annegato.
Ovviamente
non ci rifletté per molto.
Si
tuffò.
Avevano
un rapporto strano ed erano più le volte che litigavano, ma non
esisteva certo che se quello avesse bisogno, lui non lo aiutava.
L'avrebbe
aiutato sempre.
O
quasi. Insomma, se pensava non se lo meritasse non è che si
abbassava a tanto.
Ma
in quel periodo era stato carino con lui, così si inabissò nella
piscina e lo riportò a galla tenendoselo stretto, sempre con un
braccio sopra le proprie spalle ed un altro intorno alla vita di
Derek.
-
Fammi uscire da qui! - Ruggì il lupo sentendosi fortemente umiliato
per tutta quella maledetta situazione.
-
Ti preoccupi di annegare? Hai notato quell'essere con quelle svariate
file di denti affilati? - Esclamò Stiles polemico come al solito. Se
c'era occasione di discutere, lui discuteva. E lo faceva anche se
quell'occasione non c'era.
-
E tu hai notato che sono paralizzato dal collo in giù in una piscina
piena d'acqua? - Ribadì Derek per sottolineare la propria impotenza
doppia. Non solo immobile, ma in acqua, pure. Sotto l'assedio di un
mostro pericoloso. E lui doveva proteggere Stiles?
Bene!
-
D'accordo, non lo vedo... - Stiles fece per portarlo fuori dalla
piscina, ma dovettero fermarsi quando lo videro avvicinarsi di nuovo,
così osservarono la bestia che rimase ferma senza entrare: li teneva
solo d'occhio.
-
Che sta aspettando? - si chiesero infatti sorpresi che non si
tuffasse per finire il lavoro.
Stiles
rafforzò la presa sul braccio di Derek che si teneva intorno al
collo. Cercavano di rimanere focalizzati sulle priorità, ovvero
rimanere a galla. Per questo evitavano i loro sguardi il più
possibile. Erano troppo vicini per fissarsi, poi la concentrazione
rischiava di andare a quel paese.
Derek
era fortemente insofferente per essere nelle mani di Stiles e Stiles
non sapeva in effetti come tirarsene fuori, cercava di usare la testa
come sempre, ma era un po' complicato, specie perchè sentiva addosso
il corpo di Derek che ogni notte lo faceva sospirare. Toccarlo in
quel modo lo distraeva decisamente.
Per
quanto ci pensasse, comunque, non trovava niente di meglio, così ad
un certo punto trovò il telefono a bordo piscina. Il mostro si
aggirava ancora nei dintorni, pronto ad attaccarli se fossero usciti,
pareva per nulla intenzionato ad entrare.
-
Senti, non credo di poter reggere ancora molto... - Derek capì che
pensava di lasciarlo andare giù per prendere il telefono e chiamare
Scott, ma ovviamente l'idea che poi potesse non tornare a riprenderlo
non gli piaceva.
-
Nonono non pensarci neanche! - Cominciò infatti a dire, convinto che
Stiles volesse vendicarsi dei suoi modi discutibili.
-
Puoi fidarti per una volta? - Stiles era indignato che Derek
continuasse a non fidarsi nonostante tutto.
-
No! - E fu peggio con quella risposta. Stiles lo fissò male ed
indispettito puntualizzò, continuando a tenerlo per bene a sé.
-
Sono io che ti tengo in vita, chiaro? L'hai notato? - Non che questo
lo spingesse a calare le arie, ma sperava.
-
Sì e quando la paralisi sparirà, chi combatterà contro
quell'essere? - Stiles non ci poteva credere. Derek in realtà era
abituato a pensare in termini di utilità e non sentimentali. In
nessun altro senso poteva essere aiutato. Del resto fra loro di norma
era così. Circa.
-
Secondo te è per questo che ti tengo a galla? - Chiese infatti
sconvolto Stiles non capacitandosi che dopo tutto quello che avevano
passato insieme e che facevano a casa, fosse solo per quello e che
lui pensava una cosa simile.
-
Sì, se non ti fidi di me io non mi fido di te! Ma tu hai bisogno di
me per sopravvivere, ecco perchè non mi fai andare a fondo! - Ribadì
con forte convinzione Derek, spaventato più che altro dal non essere
veramente utile. Non era per la paura di essere lasciato andare a
fondo e quindi di morire. Era perchè non voleva non essere
fondamentale per Stiles. Si sentiva maledettamente idiota e l'altro,
davanti a quel discorso, si indignà. Come poteva pensare quelle
cose? Come poteva pensare che dopo le notti passate insieme lui lo
tenesse su perchè gli serviva? Il modo in cui lo guardò a quel
punto tradusse tutto il suo stato d'animo incredulo, indignato e
fuori dal seminato. Per questo, quindi, con stizza lo lasciò andare
giù per nuotare verso il bordo e prendere il telefono.
Derek
andò giù ed in tutto il tempo che rimase nell'acqua, la paura di
non essere abbastanza importante per lui divenne un masso gigantesco
che lo faceva affondare ancora di più. Il respiro gli mancava,
guardava nell'acqua nella stupida speranza di vederlo riapparire, ma
ad un certo punto tutto si offuscò. Anche le sue paure.
“Non
sono importante...”
Non
riuscì a finire di pensarlo che le sue braccia lo afferrarono, lo
abbracciarono e lo riportarono a galla.
L'ossigeno
per un momento venne confuso con quell'assurda euforia di essere
ancora fra le sue braccia.
Era
quella la sensazione di stare bene con qualcuno, di essere felice di
rivederlo, di sentirlo ancora.
Quella
di essere salvato.
Per
un momento si confuse con qualcosa di più, molto di più.
Si
confuse con un altro tipo di salvezza, una più interiore.
Quando
si riassestò si diede dello stupido.
-
Dimmi che l'hai chiamato. - Stiles non rispose e capì che era stato
inutile.
Il
telefono del ragazzo era sul fondo della piscina, ma non perchè gli
era caduto, bensì perchè, nel chiamarlo, Scott gli aveva messo
subito giù dicendogli che non poteva parlare. Così Stiles, invece
di richiamarlo subito, capendo che Derek era giù da troppo tempo,
aveva fatto cadere l'apparecchio e si era immerso per salvarlo.
Non
ci aveva mai pensato nemmeno di striscio a non farlo e a lasciarlo
giù, ovviamente, ma quando si era sentito dire che lo aiutava solo
per un tornaconto personale, si era ribellato. Gli aveva solo voluto
dare una lezione.
Ora
però chiaramente non l'avrebbe certo mollato.
Solo
che le forze gli stavano mancando sempre più.
-
Pensavo non tornassi. - Ammise Derek. Stiles si girò a guardarlo a
quella solita vicinanza e lo fissò davvero male.
-
Come potevi pensarlo? - Con un sottinteso bello grande.
-
Magari il mostro si era allontanato e tu eri potuto scappare via... -
Stiles voleva ributtarlo giù, ma si trattenne perchè in fondo,
molto in fondo, ci teneva a lui.
-
Sei uno stupido! - Disse alla fine senza aggiungere altro.
-
Vuoi dire che mi aiuti perchè tieni a me? - I momenti perfetti per
parlare di quelle cose. No, Derek non li coglieva mai. Al contrario
era bravo a trovare quelli sbagliati.
Stiles
ansimava, non ce la faceva più a tenerlo a galla e di certo non era
in grado di ragionare sulle risposte. Se avesse parlato gli avrebbe
detto qualcosa di imbarazzante esponendosi troppo e non era il caso.
Non voleva. Però quel suo sguardo insistente non gli lasciò scelta.
-
Se io fossi nella stessa tua situazione che faresti? - Alla fine se
la cavò bene perchè Derek capì e non rispose.
Si
limitò a sentirsi ancora più idiota.
Se
provavano le stesse cose allora certi dialoghi erano inutili, ma nel
loro caso, un caso in cui si fraintendevano sempre perchè
diversissimi fra loro, era meglio parlarne e chiarire.
Non
certo in quel momento, comunque.
Quando
Scott arrivò a tirarli fuori dai guai, cioè letteralmente, stavano
ormai andando a fondo. Stiles pur di non mollarlo e salvarsi da solo,
era finito per andare giù con lui.
Questa
fu la prova più grande di quanto tenesse a lui.
E
la consapevolezza che forse non ce l'avrebbe fatta, che sarebbe
potuto morire per colpa sua, mandò su tutte le furie Derek,
impotente.
Quando
vennero presi da Scott e tirati fuori dall'acqua, caddero uno vicino
all'altro. In breve tornarono a respirare e guardandosi, Derek si
rese conto che cominciava a muoversi. La prima cosa che fece, mentre
Scott si occupava, o per lo meno tentava, del mostro, fu prendere il
braccio di Stiles e scuoterlo per sapere se stava bene. Non fu molto
gentile, però il ragazzo si svegliò e sventolò la mano.
-
Sì sto bene... - Derek non ebbe modo di arrossire, ma l'avrebbe
fatto in condizioni normali. Era imbarazzante. Invece non disse
nulla, ma notò lo strano comportamento del mostro davanti al pezzo
di vetro che teneva in mano Scott.
A
quel punto gli fu chiaro di cosa si trattava.
Appena
se ne fu andato, Scott corse ad aiutare Stiles mentre Derek si staccò
subito da lui per andare da Erika che aveva totalmente dimenticato
per tutto il tempo. Scott non voleva condividere la questione del
bestiario con Derek, era ancora convinto che agissero uno contro
l'altro visto che l'altro voleva trasformare gente innocente e per
lui non era una buona idea.
Però
Stiles ovviamente era più o meno nel mezzo. Tendenzialmente dalla
parte di Scott, ma al momento giusto un collaboratore a pieno regime
anche di Derek.
O
meglio. Gli diceva quello che Derek voleva sapere, collaborava in
vari modi, gli salvava la vita. Beh, le solite cose che faceva lui.
Non
capiva bene da che parte dovesse stare, a Scott non raccontava tutto
quello che faceva in camera con Derek, ma sapeva che comunque avevano
qualcosa. Non era facile né parlarne né portarla avanti.
Quando
si ritrovarono fuori dalla scuola per parlare del mostro, Derek disse
loro di aver capito di che mostro si trattava.
Gli
spiegò del kanima e della sua particolarità. Gli disse che era un
mutaforma come loro ma come un errore della natura, al che Stiles,
per alimentare la sua spiegazione, disse:
-
Abominio. - Ricordandosi del loro dialogo dell'altra notte. Un
abominio. Un errore della natura.
Derek
lo guardò ricordandosi del momento specifico in cui ne avevano
parlato e serio annuì.
Dopo
di questo fece per andarsene, ma Scott lo fermò.
-
Derek! Dobbiamo collaborare in questa storia! Dirlo agli Argent! -
Derek
saltò su arrabbiato.
-
Ti fidi di loro? -
-
Nessuno si fida di nessuno! È questo il problema! E mentre noi siamo
qui a litigare su chi sta da quale parte, là fuori c'è un mostro
spaventoso più forte di noi che uccide le persone. E noi non ne
sappiamo niente! - Rispose arrabbiato convinto della propria
posizione. Al tempo stesso lo era l'altro che, voltandosi, fu
prevenuto mentalmente da Stiles che sapeva perfettamente quale
sarebbe stata ora la sua reazione.
-
Io so una cosa! - Disse a denti stretti. - Lo troverò. - Poi si
voltò e con sguardo omicida ed occhi rossi, furioso come poche volte
lo era stato, concluse: - E lo ucciderò. - Stiles sospirò vedendolo
andarsene.
-
Prevedibile! - Scott scosse il capo non credendoci.
-
Ucciderlo! Non sa nemmeno chi è! Cos'ha improvvisamente contro di
lui? Pensavo che fosse del tipo 'finchè non mi tocca me ne tengo
fuori!' -
Stiles
provò a rispondere usando la logica.
-
Ok, ma ha tentato di farlo proprio ora... -
-
Non è che vi abbia attaccati direttamente. Vi teneva d'occhio. Non
voleva che usciste. - Stiles si zittì. Come poteva dirgli che in
realtà aveva messo in pericolo lui due volte e che quindi Derek era
furioso per quello?
Alla
fine lasciò perdere e disse di scoprire per conto loro l'identità
di quel kanima. Oltre che quante più cose potevano venire a sapere
di lui.
Stiles
sapeva perfettamente chi si sarebbe trovato in camera, infatti portò
un asciugamano in più anche per lui, visto che erano entrambi zuppi.
Derek
stava misurando la stanza con grandi passi ma era ancora
perfettamente vestito.
Suo
padre era al piano di sotto e Stiles si preoccupò che potesse
sentirlo, per cui per prima cosa gli disse di togliersi le scarpe,
poi gli tirò l'asciugamano cercando di non appesantire il momento
con dialoghi sentimentali. A quel punto certe cose erano chiare.
-
Non devi accanirti. Sarà un ragazzo come noi che è stato morso ed è
diventato questo errore della natura... probabilmente è da aiutare,
non da uccidere. - Stiles non era molto orientato verso una scelta
precisa, ma sapeva che Scott puntava a quello.
Derek
lasciò perdere l'asciugamano a gli andò davanti, prese quello di
Stiels e lo buttò a terra, poi prese lui e lo spinse contro la
porta. Come di consueto.
Stiles
ormai si aspettava quel gesto.
Era
furioso e lo vedeva particolarmente agitato. I suoi occhi selvaggi
erano capaci di sbranare qualcuno.
-
Non devo essere accanito? Ha cercato di ucciderci! - Puntualizzò.
-
Non ci ha toccato! Poteva entrare in acqua! -
-
Ne aveva paura! -
-
Ti risulta che il kanima abbia paura dell'acqua? - Stiles riusciva
ancora a ragionare, ma soprattutto rispondeva a testa alta senza
spaventarsi.
Derek
si rese conto che poteva lasciarsi un po' andare solo con lui. Aveva
bisogno di dirlo. Così che Stiles non pensasse ad aiutare quel
mostro.
-
Non so i dettagli e non mi interessano! Ti ha attaccato due volte!
Per quel che mi riguarda ce la può avere con te! Voleva finire il
lavoro di oggi. Può anche tornare a farlo! Lo ammazzerò! - Così
era proprio chiaro se ancora c'erano dubbi. - Ci sono certi mostri
che non vanno salvati. Non si può salvare tutti, dì al tuo amico.
Questo è un assassino spietato e non ha scrupoli, chiaro? Non
permetterò che arrivi a te una terza volta! - Stiles si sciolse
definitivamente e sfoderò la sua faccia ebete di chi, profondamente
sorpreso e colpito da quello che sentiva, non sapeva più gestirsi
oltre.
-
Mi chiedo dove nascondi tutta questa gentilezza! - Era una battuta
per alleggerire, però era davvero colpito dalla sua reazione, era un
legame. Era un vero legame, il loro.
A
quel punto Derek gli fece capire dove la nascondeva avventandosi
sulla sua bocca. Il bacio bruciò immediatamente, Stiles non riuscì
più a ragionare e quando Derek scivolò sul suo orecchio e lo tirò
coi denti senza fargli male, disse ancora arrabbiato.
-
Nessuno può osare... - riferito al fargli del male. Stiels sentì un
forte calore partire dal basso ventre, si espanse subito ovunque e
gli tolse il respiro.
Poi
scese con le labbra sul collo e leccò dalla clavicola fino al mento,
il ragazzo gli porse sé stesso sperando di poter avere tutto, quella
sera. L'eccitazione si fece strada e la sua bocca si mosse da sola
parlandogli mentre le mani lo frugavano sotto i vestiti bagnati ed i
denti giocavano con la sua pelle sensibile.
-
Sono proprietà privata? - Derek annuì succhiando, faticava a non
morderlo, aveva di nuovo l'istinto di farlo, ma non per trasformarlo
bensì per dominarlo. Quella sera il desiderio di dominare Stiles fu
qualcosa di inarrestabile, ma non poteva. Cercava di ricordarselo.
Che
se ci teneva a lui, non poteva. Era un ragazzino, era un ragazzino.
Per
i lupi non contavano quelle differenze ed infatti non era una
questione morale. Era semplicemente che Stiles non aveva idea di che
cosa stava facendo e per lui passare alla fase successiva era una
cosa troppo intima, profonda, forte. Doveva farlo con qualcuno che
sapeva cosa faceva.
-
E mi morderesti? - Chiese ansimante Stiles tenendolo a sé, infilando
le mani sotto la maglia bagnata.
-
Sì che ti morderei... - Rispose istintivamente come che non
desiderasse altro.
-
Mi trasformeresti? - Derek lo voleva penetrare, lo voleva far suo in
tutti i modi possibili, ma il terrore di trasformare una persona a
cui teneva l'aveva segnato, per cui in realtà ne era spaventato
anche se era una cosa che voleva fare da sempre. Era il suo istinto
di lupo, dopotutto. Stava facendo una lotta interiore fra lato umano
e lato selvaggio che in pochi sarebbero riusciti a sostenere. Però
Stiles stava diventando troppo importante. Se fosse stato uno
chiunque ci sarebbe andato a letto e l'avrebbe anche morso, se avesse
voluto. Con altri non avrebbe avuto questo stesso riguardo. Ma lui
era Stiles, era diverso.
-
Se lo volessi davvero sì... - Gli aprì la cerniera della tuta rossa
e gli alzò la maglietta sotto, strafonda. Poi scese sui capezzoli e
glieli succhiò. Stiles si inarcò verso di lui tenendogli le mani
sulla nuca.
-
E se lo volessi davvero? - Lo voleva per poter essere parte di lui,
per poterlo essere di più.
Derek
non poteva anche se voleva.
Non
poteva mordere Stiles, al di là delle esperienze precedenti.
Stiles
non aveva il richiamo.
Per
un momento fece fatica a ricordarselo. L'istinto di farlo fu davvero
fortissimo, ma decise di tradurlo in voglia sessuale. Così si
inginocchiò e si prese la sua erezione accontentandosi di quello.
Di
spogliarlo e possederlo con la bocca. Stiles era comunque molto
eccitato da quel suo assalirlo, per cui venne subito. Fu come se
tramite quello trovasse la pace.
Non
era il proprio stesso piacere quello che cercava, o meglio non nel
modo classico. La gente aveva orgasmi per godere. Lui aveva quelli
delle persone che desiderava. Tanto questa persona godeva per lui,
tanto godeva lui stesso. Perchè era come dominarlo.
Trovò
la pace e dopo essere risalito si trovò ansimante a guardarlo negli
occhi, turbato e confuso.
-
Non chiedermelo più. Non farlo... perchè la prossima volta lo
faccio, ma tu non hai il richiamo del lupo. Non ti trasformeresti.
Moriresti. E non potrei sopportarlo. - Solo ai suoi occhi grandi e
stupiti si rese conto di quello che aveva detto, se ne vergognò e si
voltò per andarsene, Stiles però lo raggiunse in fretta, lo cinse
da dietro e lo fermò bacandogli la schiena. Poi gli tolse lentamente
la maglia bagnata usando una nuova dolcezza, come se gli stesse
chiedendo scusa a modo suo.
Dopo
di questo lo tirò nel letto e si coprì con lui, lo lasciò
rigirarsi su sé stesso fino ad abbracciargli la vita come usava fare
solitamente. Appoggiò la testa sul suo stomaco e si avvolse su sé
stesso e su Stiles.
A
quel punto, rilassati entrambi, Stiles mormorò piano.
-
Non te lo chiederò più. -