CAPITOLO
XXII:
ECCESSIVE
LE DOMANDE
Derek
diede l'ordine a Boyd di riportare al sicuro Isaac ed Erika fuori
combattimento per colpa di Scott, dopo di questo lanciò uno sguardo
feroce ed eloquente a Scott ed un altro più incomprensibile a
Stiles.
Questi
lo tradusse con un 'lo ucciderò!', non commentò e nemmeno proferì
verbo di altro genere, infatti si limitò ad alzare le mani come per
dire 'non so niente!'. Derek lo prese per un 'fa come vuoi, tanto non
è Lydia!' e corse via.
Scott
guardò Stiles torvo.
-
Che vi siete detti? - Chiese come se fosse sensato. Allison guardò
il suo ragazzo come se, invece, fosse scemo.
-
Non si sono mica parlati... - Scott sospirò e scosse il capo
ripromettendosi di chiederglielo dopo da soli, così le disse di
portare Lydia a casa e occuparsi di lei. Quando se ne furono andate,
Scott prese Stiles per il braccio, chiuse casa e lo trascinò nella
macchina dell'amico dove salì al posto del passeggero. Stiles
dedusse che doveva guidare.
-
Immagino che devo seguire Derek sulla scia di Jackson... -
-
Segui direttamente Jackson! -
Stiles
lo fissò come se fosse suonato.
-
Chi credi che sia? Non ho i raggi X! Non so dov'è! - Scott sospirò
come se fosse in qualche modo arrabbiato con lui.
-
Segui Derek allora! Tanto sta seguendo lui! - Stiles vittorioso che
la sua conclusione precedente fosse quella più sensata, partì
dietro a Derek che correva a piedi alla volta di Jackson versione
kanima.
Derek
non sapeva che era lui, loro sì, ma non contava: per Derek poteva
essere chiunque, non gli interessava.
Doveva
ucciderlo.
L'averlo
visto di nuovo intorno a Stiles l'aveva reso più agguerrito. Era una
conferma. Voleva uccidere Stiles, ma nessuno l'avrebbe toccato.
Scott
però, ora che sapeva che era Jackson, a maggior ragione non poteva
permettere lo facesse.
Stiles
non era altrettanto d'accordo, però non osava dirlo ancora.
-
Cosa ti ha detto? - Tornò a chiedergli Scott seccato. Stiles lo
fissò senza capire perchè ce l'avesse con lui.
-
Ma che ho fatto? -
-
Stiles! -
Sospirò
e si decise a rispondere.
-
Penso che abbia capito che gli ho dato il permesso di uccidere
Jackson... - Non erano telepatici, però Derek percepiva molte cose
di Stiles e Stiles cominciava a tradurre le sue espressioni. Erano
sempre tutte cupe, feroci ed impazienti, però da una all'altra
c'erano delle variabili.
Ad
esempio l'altro giorno dal solo sguardo di Derek aveva capito che
voleva sapere degli occhi.
Non
se ne rendeva conto coscientemente di riuscirci, gli veniva
spontaneo. Scott invece lo vedeva bene. Quei due si capivano come
pochi ed era stupefacente visto quanto poi litigavano costantemente!
Ad
un certo punto, Scott scese a piedi perchè erano arrivati ad un
punto bloccato per le auto. Così dicendo a Stiles di fare il giro,
si mise a correre dietro a Derek per arrivare primo a Jackson ed
impedirgli di ucciderlo.
Non
arrivò comunque in tempo per evitargli il combattimento.
Era
la prima volta che Derek e il kanima si scontravano veramente, il
lupo era completamente trasformato per essere più efficace ed avere
maggiore sicurezza di ucciderlo.
Non
voleva fermarlo, ma farlo fuori del tutto, subito.
Squartare,
rompergli il collo e staccargli la testa.
Derek
era furioso e giorno dopo giorno, avendo sempre più conferma che
quel mostro osava seguire Stiles per ucciderlo, era sempre più
convinto di quella strada.
Nessuno
poteva toccare Stiles. Punto e basta.
Non
si fermava a chiedersi cosa provasse per lui o cose simili, non
l'avrebbe mai fatto. Poteva andare avanti nello stato attuale senza
darsi definizioni o spiegazioni.
Stiles
era suo. Era anche una creatura seccante, ma rimaneva suo.
Del
tipo che solo lui lo poteva insultare e magari picchiare. Nessun
altro.
Per
cui quel mostro ora doveva morire.
Sarebbe
potuto vivere in eterno se non avesse mai osato minacciare il suo
ragazzo, ma ormai era segnato, aveva fatto decisamente la mossa
sbagliata.
L'inseguimento
di Scott su Jackson proseguì fino ad un locale, arrivato lì davanti
lo perse di vista e chiamò Stiles dicendogli di raggiungerlo.
Solo
una volta dentro si resero conto di che locale fosse.
Un
locale gay.
La
cosa sciolse notevolmente la tensione fra i due ed anzi la spazzò
via, perchè naturalmente Stiles non faceva che chiedersi se fosse
gay e poi per puro caso capitavano in un locale del genere, senza
farlo apposta.
Per
un momento si dimenticarono di Jackson e del kanima e si trovarono ad
essere solo due ragazzi in un locale gay.
Per
quanto strano fosse, a Scott non fece né caldo né freddo l'essere
lì.
A
Stiles cambiò la vita.
O
meglio, l'aiutò a trovare molte delle sue risposte.
“Piaccio
ai gay?”
La
risposta, appunto, arrivò quando due ragazzi ci provarono con loro e
mentre Scott si divertiva molto a sue spese perchè conosceva tutti i
retroscena, Stiles si limitava a zittirlo con un grugnito seccato.
“Sì,
piaccio ai gay!”
Stiles
era seccato perchè aveva passato giorni a crogiolarsi nel suo
profondo dubbio amletico e poi arrivava per caso in un locale di quel
tipo, non lo sapeva come interpretare... forse volevano dargli un
messaggio.
Che
era gay anche lui?
Girato
verso la pista da ballo guardò i ragazzi ballare insieme e si chiese
se sarebbe stato capace di fare altrettanto. Si immaginò lui e Derek
lì dentro e per poco non gli andò di storto il bere.
Non
erano tipi da locali e da balli. Nessuno dei due.
E
comunque nemmeno da solo ci sarebbe venuto.
Però
forse ci doveva tornare con calma, senza Scott, e riprovarci.
Come
poteva capire se era gay così su due piedi? Capitare per sbaglio in
un locale di quel genere non dava per niente una mano.
Stiles
arrivò a pensare di tornare da solo per avere una volta per tutte le
sue risposte.
Se
fosse solo Derek o se fosse lui così per davvero.
Era
inutile opporsi alla natura.
Stava
per cominciare a parlarne a ruota libera, come faceva sempre, quando
fu distratto da Scott che diceva d'aver visto Jackson, così
ripresero l'operazione.
Ovviamente
il tutto degenerò e si ritrovarono Jackson svenuto e sporco di
sangue in macchina dopo che, da kanima, aveva colpito ed
immobilizzato una serie di persone in discoteca, fra cui il suo amico
Danny. A quel punto, come da copione, toccò a Stiles affrontare suo
padre, lo sceriffo.
Non
si capacitava di come riuscisse sempre a farsi trovare nei guai ogni
volta, puntuale.
Scott
aveva giustamente mandato lui ad affrontare suo padre mentre in
macchina nascondeva il colpevole di tutto quel casino.
Però
non sapeva effettivamente come spiegare la sua presenza lì, come
sempre su una scena del crimine.
Cioè
non sapeva come spiegarglielo senza essere maledettamente sincero.
Pensando
a come depistarlo, guardò il locale e sparò la prima cosa che gli
venne in mente.
-
E' un locale! Ci divertivamo! -
Disse
solo.
Suo
padre si girò e scettico tornò a guardarlo.
-
Non è il tuo genere! - Disse infatti alludendo al fatto che era per
gay!
Stiles
a quel punto si sconnesse e dimenticò la missione di depistaggio e
di salvataggio di Jackson.
-
Beh papà, c'è un discorso che dovremmo fare... - Stiles non lo
disse con l'intenzione di dirlo davvero, ma solo per rispondere
qualcosa e scaricarlo. Ammettere di essere gay era un trauma per
chiunque, farlo col padre ancora peggio. Per Stiles sembrava una
passeggiata, uno scherzo, una liberazione!
-
Non sei gay! - Lo bloccò subito l'uomo secco. Stiles si fermò e lo
guardò sorpreso dimenticando del tutto Scott e Jackson. Per un
momento si ricordò solo di Derek. Nel suo letto.
Come
poteva dirlo?
-
Ma potrei esserlo! - Esclamò infatti. Negare di essere gay
improvvisamente gli sembrava come di rinnegare Derek, era quasi uno
svirilizzarsi. Sarebbe dovuto essere il contrario, ma per lui
funzionava così, non ci stava pensando.
Solo
che stranamente ci teneva che gli credesse.
-
Non vestito così! - Rispose l'altro sicuro di sé. In effetti
Stiles, anche se a guardarlo in viso poteva sembrarlo perchè aveva
un viso delicato e non era per niente macho, non vestiva come un gay.
Erano tendenzialmente fissati con l'abbigliamento alla moda volto a
valorizzare il fisico, a mettere in mostra la merce.
Ovviamente
non tutti erano così, c'erano anche i gay semplici che vestivano
fuori moda e comodi. Come Stiles, appunto.
Alla
fine si decise a darci un taglio, specie quando Scott si mise a
fargli gestacci di sbrigarsi e suo padre a ripetere impaziente la
domanda su cosa ci facessero lì.
Alla
fine si inventò che erano venuti ad accompagnare Danny e poterono
andarsene.
Stiles
si sentì strano per un momento.
Dirlo
era stato molto facile e cercare di convincere suo padre quasi un
dovere. Era stato un secondo solo, però la sensazione non la poteva
dimenticare, era stata precisa.
Forse
lo era davvero.
Gay.
Anche
se gli piaceva solo Derek al momento.
Ancora
non gli era chiara la cosa, per cui decise che sarebbe tornato lì da
solo per capire.
Era
ancora nel pieno delle proprie profonde domande esistenziali, quando
si mise ad elaborare un piano per affrontare il piccolo problemino di
Jackson.
Non
sapeva di essere il kanima e non sapeva controllarsi, quindi quando
si trasformava uccideva. Teoricamente doveva uccidere assassini, ma
visto che cercava di uccidere Stiles, la cosa forse non era vera.
In
ogni caso Stiles tornò a proporre più volte l'idea di Derek di
ucciderlo.
In
parte non gli era mai piaciuto, in parte era vero che essere la mira
di un mostro non era il massimo. E poi in quel caso avrebbero potuto
lasciare se ne occupasse Derek.
Scott
però fu ancora categorico e lo fu tutte le volte.
Così
lo legarono in un furgone della polizia per il trasporto di
criminali, un furgone in alluminio con le catene da cui era
impossibile scappare.
Ovviamente
il furgone lo rubarono perchè Stiles sapeva come fare.
Dopo
aver portato il furgone al sicuro nel bosco e aver trascinato Jackson
dentro, si trovarono davanti al problema di doverlo pulire dal sangue
e vestirlo.
Era
completamente nudo.
Scott
allora gli disse di sorvegliarlo e tornò subito dopo con dei vestiti
di ricambio e con un asciugamano e dell'acqua.
Consegnateglieli,
sorrise e con una pacca sulla spalla lo salutò con un furbo:
-
Divertiti. -
Stiles
lo vide allontanarsi e lo guardò stralunato come se fosse il peggior
scherzo del mondo.
-
Ehi! -
Scott
si fermò e si girò.
-
Perchè lo devo fare io? - Chiese stridulo. Scott sorrise come se
fosse ovvio.
-
Perchè fra noi non sono io quello in dubbio sull'essere gay. Io so
che non lo sono! - Risposta effettivamente ovvia e logica. Troppo.
Stiles
aprì bocca per rispondere subito, ma Scott lo precedette.
-
Mettila così. È un aiuto importante per capire se sei davvero gay o
se è solo Derek! - Pensando a Derek, Stiles impallidì
preoccupandosi seriamente.
-
Se sa che devo vestire Jackson, che fra l'altro cerca di uccidere,
poi uccide me! - Scott concordò impallidendo con lui.
-
Allora non dirglielo! - Derek dava l'idea di essere geloso.
Stiles
alla fine sospirando si trovò a doversi occupare da solo dell'odiato
Jackson.
Era
un bel ragazzo, si disse mentre gli metteva le mani addosso.
“Visto
che ci sono tanto vale sfruttare la cosa...”
cominciò
col pulirlo dal sangue. Era sul petto e sulle mani.
“Poi
mi chiedo perchè debba essere nudo!”
Lo
sguardo si fissava sul viso. Era un bel ragazzo, si ripeteva. Aveva
un bel fisico.
Però
non aveva certo l'istinto di saltargli addosso.
Ovviamente
era per colpa del fatto che lo odiava. Aveva un brutto carattere.
“E
Derek ha un bel carattere? Mica lo adoro! Insomma, ci odiamo
abbastanza... perchè Derek sì?”
Stiles
dopo aver finito di pulirlo, prese i pantaloni e con grande pazienza
glieli infilò gamba per gamba.
“Derek
è diverso, sa di... selvaggio... è attraente in un altro modo. E
annulla ogni mia componente, è come se mi controllasse! Non so...
non mi è mai capitato con nessun altro. Trovo Danny e Jackson due
bei ragazzi, ma se Danny mi sta simpatico, Jackson no. E comunque non
mi farei nessuno dei due. Ma forse è perchè ora come ora ho Derek
in testa. Forse è così. Uno per volta!”
Non
era facile capirsi, ma trattenne il fiato quando si trovò a tu per
tu coi genitali di Jackson perchè gli stava tirando su i pantaloni e
glieli stava allacciando.
Fu
decisamente epico quando dovette toccarglieli per metterglieli
dentro.
Il
massimo decisamente.
Aveva
già toccato le parti intime di qualcun altro, ma erano di Derek.
“Se
sapesse credo che ucciderebbe me e non lui!”
Pensò
cercando di non immaginare Derek al posto di Jackson.
“Se
fosse lui altro che coprirlo...”
Con
questo riuscì a concludere, si alzò e sì lavò le mani nell'acqua
rimasta, sospirando di sollievo per essere ancora vivo.
“No,
decisamente Derek non dovrà mai saperlo!”
Dopo
di quello chiamò Scott e si fece aiutare a sederlo ed incatenarlo.
Una
nottata proprio da dimenticare.
Specie
perchè alla fine le domande erano sempre ancora troppe.
Era
stato un crescendo massacrante.
Era
stato l'unico in costante contatto con Jackson a controllarlo e ad
occuparsi di lui, ma avendo ricevuto una serie di telefonate da parte
di Derek a cui non aveva risposto conscio che avrebbe sicuramente
capito subito cosa stava combinando, si era detto che necessitava
assolutamente di andare da lui prima di provocare una catastrofe.
Sapeva
che poi Derek si sarebbe arrabbiato e che anzi era già arrabbiato.
'Se
vuoi che Derek non mi squarti appena mi trova, e prima o poi mi
troverà, devi darmi il cambio e lasciarmi andare da lui!'
Dovette
scriverglielo perchè Scott continuava a trovare mille cose
alternative da fare pur di non fare il sorvegliante a Jackson.
Andava
bene che si sbatteva per trovare risposte circa l'aggressione del
kanima a Danny, ma non poteva sfruttarlo fino a quel punto.
Dopo
la discussione con Allison sul da farsi -Stiles voleva lasciare che
Derek uccidesse Jackson e Scott voleva trovare un modo per salvarlo-
al termine della quale decisero di fare come voleva Scott, Stiles
poté andarsene a casa dove sapeva con certezza avrebbe trovato
Derek.
Come
da lui previsto, a battere nervosamente il piede per terra, nella sua
camera, era proprio Derek.
Stiles
entrò in camera con un biscotto gelato in bocca, aveva una fame da
lupi e nel pensarlo aveva aperto il congelatore per prendersi
qualcosa da mangiare prima di essere lui quello mangiato dal lupo.
Non
rimase deluso, Derek era lì.
Il
piede a momenti rompeva il pavimento. Stiles ringraziò il cielo che
suo padre non ci fosse, spiegargli il gran casino scoppiato non
sarebbe stato facile, ma sperava comunque di poterla risolvere prima
di doversi rivolgere a lui.
Stava
pensando a questo e a nutrirsi quando guardò l'espressione di Derek
a dir poco feroce.
Di
norma gli piaceva la sua aria furiosa, ma quella volta in effetti lo
intimidì leggermente.
Inghiottì
il boccone a fatica e pensò di lasciar perdere il resto del gelato.
Poi
lo stomaco si lamentò della cattiva idea ed allora riprese a
mangiare e nel farlo si calmò miracolosamente.
Derek
era solo un po' arrabbiato perchè non rispondeva alle sue chiamate,
nulla di che. Come un fidanzato geloso.
A
quello fece un sorrisino furbo e compiaciuto e sempre col gelato
ficcato in bocca per non dover rispondere dicendo bugie alle sue
ovvie domande, cominciò a spogliarsi.
Aveva
un bisogno disperato di lavarsi. Aveva passato tutta la notte ed il
giorno con Jackson e l'aveva pure lavato e vestito.
Quando
si ricordò della palpata inevitabile ai suoi gioielli, rabbrividì.
Non
che fosse stato poi così traumatico o schifoso, però insomma... non
erano quelli della persona che desiderava.
Derek
si alzò in piedi e con le braccia incrociate sul petto e l'aria
effettivamente da lupo che voleva sbranarlo, attese che si degnasse
di separarsi da quel gelato e che gli spiegasse.
Stiles
però dopo essersi tolto i pantaloni, la giacca e aver puntato alla
maglia, ingoiò il boccone e tornò ad auto tapparsi la bocca.
Derek
sgranò gli occhi combattuto per un momento seriamente su cosa fare.
Lo
uccideva, gli gridava contro o gli mangiava il resto di quel gelato
direttamente dalle sue labbra per poi finire di spogliarlo?
Insomma,
ne aveva fatta una delle sue, sapeva perchè era arrabbiato e per
rabbonirlo ed evitare di rispondere alle sue legittime domande,
quello cercava di sedurlo e distrarlo.
In
modo alquanto rozzo.
Non
risultava per niente sensuale.
Voleva
dargli una dimostrazione di come si faceva, ma l'ira era ancora
troppa, per cui gli prese il gelato dalla bocca, lo buttò fuori
dalla finestra e gli pose una sola domanda.
Che
poi fu simile ad un latrato.
-
Come hai osato non rispondermi? - Stiles sapeva che Derek avrebbe
percepito la sua bugia, però non poteva nemmeno dirgli la verità,
così aprì la bocca e prese aria senza avere idea di che cosa fare.
-
Non potevo rispondere! - Disse. Derek indurì il viso, la mascella
contratta pronta a serrarsi sulla sua gola e squartarlo.
-
Non prendermi in giro! Dove diavolo eri? - Stiles si morse la lingua
e si tolse la maglietta con quella di farsi una doccia. E di
distrarlo.
Non
poteva mentirgli, ma nemmeno dirgli la verità.
Così
con coraggio e sfacciataggine tipica sua, si voltò ed andò al
bagno. Derek, incredulo che osasse non rispondergli, lo seguì e
continuò ad urlare anche mentre lui si toglieva i boxer ed apriva
l'acqua calda della doccia.
-
Stiles, dannazione! Non puoi sparire così con quel mostro che ti
segue per ucciderti! Ieri notte era lì per ucciderti! Non l'ha fatto
perchè c'eravamo io e Scott! E tu sparisci tutto il giorno, non vai
a scuola, non torni a casa e non rispondi alle mie telefonate!
Persino Scott mi evita! Tu non puoi fare così, chiaro?! Ed ora dimmi
dove diavolo sei stato e perchè non hai risposto! -
Ora
la logica di Stiles lo spingeva a chiedersi perchè volesse sapere
prima quello e poi chi fosse il kanima.
Era
chiaro che loro avevano capito chi era.
Poi
Stiles pensò che Derek lo sapesse, per questo non glielo aveva
chiesto.
Si
morse la lingua.
Se
glielo chiedeva poi Derek l'avrebbe obbligato a dargli conferma.
Entrambi
sapevano che l'altro sapeva, ma dirselo significava per Stiles dare
ragione ai sospetti di Derek. Che poi insomma... ancora non capiva
perchè non permettergli di farlo davvero. Uccidere Jackson.
Derek
però non glielo chiedeva non tanto perchè lo sapeva già quanto
perchè voleva davvero sapere per prima cosa dove fosse andato.
Andarsene
in giro alla ricerca del kanima e poi di Stiles ed addirittura di
Scott senza trovarli era stata un'agonia bella e buona.
Stiles
scosse il capo e si infilò sotto la doccia, lieto di potersi
togliere l'odore di Jackson di dosso. Solo a quel punto Derek ci fece
caso. Ai vestiti. All'odore che aveva su di essi.
Aveva
dovuto caricarsi Jackson svenuto e nudo insieme a Scott e spostarlo
dall'auto al furgone, per cui l'odore oltre che addosso era sui
vestiti che si era tolto in camera.
Stiles
nel captare la sua espressione attenta all'odore e nel vederlo
girarsi verso l'altra stanza, lo afferrò per il polso e se lo tirò
sotto la doccia precipitosamente senza fermarsi a riflettere.
-
Stiles, ma che diavolo... - Si lamentò Derek di essere stato tirato
sotto l'acqua vestito.
Aveva
ancora le scarpe. Stiles si morse il labbro e gli tolse la maglia con
fatica perchè si stava già attaccando al corpo, poi gli mise le
mani sul capo, gli prese i capelli già bagnati, l'attirò a sé e lo
baciò appoggiandosi con la schiena alla parete di piastrelle.
Derek
decisamente finì per distrarsi. Voleva sapere mille cose e voleva
anche smontarlo, ma prendersi un momento piacevole dopotutto non era
una brutta idea.
Quando
rispose al bacio e si premette su di lui togliendosi distrattamente
le scarpe, Stiles scese con le mani sulle spalle e poi alla vita dove
gli aprì i jeans già stretti normalmente.
Ora
sarebbe stato impossibile toglierglieli.
Infatti
dopo aver tentato con ottimismo, dovette separarsi dalla bocca ed
abbassarsi davanti a lui strattonando a destra e a sinistra, sempre
più impaziente e seccato.
Casino
a parte, farsi Derek era uno dei propri impegni. In effetti era
tornato a casa solo per quello, per evitare che Derek poi radesse al
suolo la città.
Per
quanto evitasse di parlare di sentimenti, era davvero geloso e
possessivo.
“O
protettivo!”
Quando
vinse sui vestiti si rese conto di avergli abbassato anche i boxer e
sorrise soddisfatto. Non si degnò di rialzarsi, aprì la bocca e si
occupò subito della sua erezione che Derek, con una spinta decisa di
bacino, gli consegnò virile.
Era
appoggiato al muro, l'acqua scendeva e dava lo spazio a Stiles di
muovere la testa contro il proprio inguine.
La
doccia faceva su di loro un effetto eccitante, l'acqua calda li
avvolgeva e li separava dal mondo, dagli altri odori e dai rumori
stessi esterni.
Lì
esistevano solo loro due e l'eccitazione subito cresciuta impedì a
Derek di concentrarsi sugli altri sensi e sulla sua stessa rabbia.
Facile
distrarlo, dopotutto.
Stiles
fu enormemente contento di sé stesso.
Persino
quando Derek si fece indietro e gli tolse l'erezione dalla sua bocca
muovendosela da solo per concludere il lavoro già al culmine.
“O
vengo subito o glielo metto dentro e non voglio ancora. Dannazione,
perchè dovevo prendermi per lui? Non poteva essere un ragazzo più
maturo?”
Ma
ancora non vedeva tutte quelle attenzioni per quello che erano.
Un
sentimento molto speciale che lo stavano facendo cambiare lentamente
volta dopo volta. L'obiettivo era tornare un po' al vecchio Derek. Il
Derek simile a Scott che per amore si rimbecilliva e diventava la
persona più dolce del mondo.
Quel
Derek che era stato a quindici, sedici anni. Prima di Kate, prima
dell'incendio, prima di quei sei anni atroci da solo ed una serie di
delusioni.
Però
aveva paura. Aveva paura di tornare il Derek capace di innamorarsi,
perchè poi poteva tornare a soffrire e ne aveva abbastanza.
“O
forse farei soffrire lui e sarebbe ancora peggio!”
Al
pensiero fuori dal suo controllo, completò l'opera da solo e venne
su Stiles il quale, shockato dal modo che scelse quella volta, si
ritrovò col suo seme che scorreva sul suo collo e sul petto insieme
all'acqua.
Rimase
boccheggiante e sconvolto.
Fino
a che non notò la sua stessa mano muoversi sul proprio sesso
eccitato per l'accaduto.
Derek
abbassò lo sguardo su Stiles accucciato ai suoi piedi che si
masturbava sconvolto ed eccitato e sogghignò con quel suo fare
arrogante ed erotico. Poi si mise giù e succhiandogli il labbro,
sostituì la mano alla sua finendo al suo posto.
Una
gran bella fine, naturalmente.
Stiles
affondò le unghie sulle braccia di Derek nell'orgasmo che gli fece
dimenticare definitivamente ogni altro problema.
Come
poteva trovare il tempo di fare quelle cose nel bel mezzo di un guaio
da manuale?
Aveva
rubato un furgone della polizia, ci aveva legato Jackson dopo averlo
rapito e l'aveva nascosto nel bosco. Ed ora erano ufficialmente
fuggitivi perchè la polizia sapeva dell'accaduto e li cercava. Cioè
non sapevano ancora che erano loro, ma sapevano che Jackson era stato
rapito.
Però
lui era lì con Derek a fare sesso. O qualcosa che ci andava comunque
vicino.
Ansimante
gli venne in mano e si accasciò fra le sue braccia, nascose il viso
contro il suo collo sfinito cominciando a sentire la stanchezza della
notte passata in bianco e della giornata in compagnia dell'odiato
compagno di scuola.
Il
sonno lo stava prendendo dopo l'eccitazione che gli svuotò ogni
forza residua.
E
si accasciò sul serio su Derek.