CAPITOLO
XXV:
SICUREZZA
Derek
non era convinto di coinvolgere Stiles, ma sapeva quanto inevitabile
fosse. E a detta sia di Scott che del dottor Deaton, l'aiuto di
Stiles sarebbe stato comunque essenziale.
Per
cui alla fine si limitò ad accettare il piano così come era stato
posto.
Almeno
non l'aveva fatto Scott. I piani di Scott di solito non
funzionavano... si sarebbe stupito di quanto poteva sbagliarsi. Solo
che, in effetti, tendenzialmente, funzionavano meglio quelli di
Stiles.
Stiles
era un umano e forse era questa qualità che lo rendeva migliore dei
lupi mannari sotto l'aspetto pratico ed organizzativo.
Tradotto:
era molto intelligente ed astuto.
Per
questo era una specie di membro del branco.
L'unico
umano in un branco di licantropi.
Nella
storia dei licantropi non si era mai verificato, a meno che non fosse
un emissario, ma era chiaro che lui non lo fosse -per il momento-,
per cui il fatto che fosse parte del branco e soprattutto che fosse
accettato da Derek, la diceva molto lunga.
Aveva
sorpreso molto i tre membri del branco effettivo. Scott non ne era
rimasto molto sorpreso in effetti.
Sapeva
perchè Derek l'aveva accettato. C'erano due motivi.
Uno
era che Scott non collaborava mai a nulla senza Stiles. E due era che
Derek e Stiles stavano insieme.
Si
potevano definire come voleva, ma quello erano.
Dopo
essersi riuniti tutti quanti insieme per l'ultima messa a punto del
piano finale ponendo ogni dettaglio sul piatto, esposto con estrema
cura e attenzione proprio da Stiles, si erano sciolti dandosi
appuntamento a quella sera al rave per la cattura di Jackson e del
suo burattinaio, chiunque esso fosse.
Stiles
era un po' teso per la riuscita del piano e per il proprio ruolo.
Il
dottore gli aveva detto che se non avrebbe creduto a sufficienza in
quel che doveva fare con quella polvere, non avrebbe funzionato.
Era
importante che invece funzionasse, perchè grazie a quello che lui
doveva fare, Jackson sarebbe rimasto in trappola.
Scott
gli aveva detto che sarebbe andato tutto bene, poi era andato dietro
ad Isaac con la scusa di spiegargli alcune cose.
Era
convinto che Isaac non fosse del tutto affidabile, per cui gli stava
costantemente alle costole, ma era solo una scusa, per Stiles. Era
attratto da lui in qualche modo.
Allison
l'attraeva per il suo lato umano, era la sua ancora in quel mondo.
Isaac l'attraeva per il suo lato licantropo, era la sua ancora al
contrario, per l'altro mondo.
Allison
lo riportava umano ed Isaac lo spingeva ad essere lupo.
Il
contrasto era cominciato da poco, quella lotta estenuante sarebbe
esplosa fra qualche tempo.
Stiles
non voleva mettersi troppo in mezzo perchè Scott alla fine non si
era intromesso molto nella sua con Derek.
Così
si trovò comunque ad esprimere i propri dubbi in merito proprio a
Derek.
-
Perché lo vieni a dire a me? Che me ne frega? - Il solito tatto rude
di Derek. Stiles scosse la testa mentre cucinava due bistecche belle
grosse. Prevedeva di saltare la cena, per cui si erano detti di
provvedere ora che avevano un po' di tempo.
Stiles
si era limitato a fare quello che Derek aveva preteso... dopo la
solita litigata!
'Se
vuoi mangiare vattene a caccia e divora qualche topo! Che vuoi da
me?'
'Non
sono una bestia!'
'Come
no?!'
'Se
vuoi che vada a stomaco vuoto e che mi manchino le forze sul più
bello, poi non piangere quando un cacciatore mi farà fuori!'
Così
Stiles si era rassegnato a fare due bistecche di roast beef. Entrambe
per Derek. Lui aveva lo stomaco chiuso.
Nel
preparare, aveva esposto la propria teoria su Scott, Isaac ed Allison
per distrarsi dal famoso piano che lo angosciava.
-
Isaac è il tuo beta, no? - Era ovvio. Non per Derek. Continuava a
fissarlo senza capire, appoggiato al tavolo preparato per due.
-
Sì ma cosa significa? Può fare quello che vuole, cosa mi interessa
di chi gli piace? - Stiles in quello si perse e lo fissò come avesse
davanti la persona più insensibile del mondo.
-
Derek, sei responsabile per lui... e poi pensavo che ti
interessasse... a me interessa se Scott si caccia nei guai! - Derek
sospirò spazientito alzando un sopracciglio, le braccia incrociate
al petto.
-
Sono responsabile per lui nei momenti difficili e nelle scelte che
riguardano il branco... ognuno è libero di innamorarsi o di avere le
sue esperienze! - Stiles pensò che forse era troppo inesperto come
alpha, ma non lo disse per non offenderlo. Era capace di litigare di
nuovo e non aveva voglia.
-
Io credo che fra loro possa nascere qualcosa... ma perchè conosco
Scott meglio di quanto si conosce lui stesso. Perchè dici che Isaac
si sta prendendo per Scott? - Derek lo guardò sorpreso e con un
sorrisino scettico gli chiese:
-
Davvero me lo stai chiedendo? - Stiles chiuse il fornello e alzò gli
occhi sui suoi senza capire. Scaldandosi pure per quel genere di
espressioni che gli rivolgeva.
-
Certo, perchè? -
Derek
si avvicinò e lo guardò da vicino per capire se c'era o se ci
faceva.
Davvero
non aveva ancora capito quel concetto.
-
Stiles, Isaac è il mio beta, l'hai detto tu. Riesco a percepire i
sentimenti e le emozioni degli altri in generale, cosa pensi che
senta dei miei beta? - Stiles si rese conto solo ora della propria
stupidità. Di solito arrivava subito alle cose.
Ammaliato
come sempre dal suo sguardo intenso e ravvicinato, trattenne il fiato
cercando di tornare in sé con difficoltà.
-
Sì hai ragione, non ci pensavo... - Poi batté le palpebre e
distolse lo sguardo per tornare attivo e funzionale. Prese così il
piatto di Derek e ci mise entrambe le bistecche mettendolo poi a
tavola. Per sé prese un'insalata.
Derek
lo guardò senza capire perchè quella divisione di cibo così
sproporzionata, glielo stava per chiedere quando Stiles proseguì con
le sue domande, sedendosi a tavola.
-
Così hai sentito che Isaac prova qualcosa per Scott? -
-
Non se ne rende coscientemente conto, ma presto lo capirà... -
Stiles voleva approfondire quando Derek, prima di sedersi, prese un
altro piatto e ci mise una delle due bistecche sopra, poi consegnò
il piatto a Stiles che lo guardò corrucciato ed imbronciato.
Derek
si sedette e come se non fosse successo niente, cominciò a tagliare
la propria carne.
Stiles
sospirò e gliela ridiede.
-
Stiles! - Tuonò seccato Derek.
-
Dai, non ho fame, mi basta l'insalata! - Derek voleva addentare il
suo collo e fu molto chiara la sua intenzione quando contrasse la
mascella e lo fissò minaccioso, ma Stiles alzò la forchetta davanti
alla sua faccia senza il minimo timore.
-
Senti, se vuoi che non vomito mentre spargo la polverina magica
intorno al locale e che quindi funzioni come deve, lasciami la mia
insalata e divorati la tua carne! A te per funzionare serve
cibo,
a me no! Io sono troppo teso! Ho la sensazione che qualcosa andrà
storto! - Con questo tornò alla sua verdura sperando di poter
cambiare discorso. Derek però rimase a fissarlo mentre mangiava con
smorfie continue. Non aveva fame nemmeno di insalata, ma sapeva che
aveva mangiato poco.
-
Stiles, perchè mangi poco ultimamente? - Stiles si soffocò con il
boccone e tossendo ci impiegò un bel po' a non morire, poi paonazzo
lo guardò convinto d'aver capito male. Ma Derek lo fissava ancora
con convinzione.
-
Davvero hai notato questo? - Negarlo era inutile, ormai aveva
imparato che mentirgli era idiota.
-
Certo! - Ruggì Derek offeso. - Perchè non mangi e non dormi? -
Stiles innalzò il muro per difendersi, ma non fu un gran muro
resistente.
-
Cosa dici? Mangio e dormo, solo di meno... se non l'hai notato stiamo
in una situazione di merda e... - Derek continuava a fissarlo
aspettando la vera risposta. - Può succedere qualcosa di
apocalittico da n momento all'altro, dipende tutto da noi, se
riusciamo a sistemare il kanima e questo misterioso padrone e...
insomma, cercano di uccidermi o no? Magari si sono rassegnati o
magari no! - La questione sensibilizzava molto Derek perchè era uno
dei suoi tormenti. Per questo faceva sempre attenzione a che non
rimanesse solo. L'altra sera che era stato con Scott per parlare col
dottore, aveva sperato che quello scapestrato rimanesse a casa a
dormire. Quando era tornato l'aveva trovato lì, ma sveglio e
pensieroso. Non gli aveva chiesto nulla, si era solo infilato nel
letto e si era addormentato su di lui, come sempre.
Stiles
non si era addormentato subito.
-
Ci pensiamo noi a te, non ti farà nulla! - Con 'noi' intendeva tutto
il branco, Scott compreso. L'ordine perentorio era stato di dare un
occhio di riguardo a Stiles poiché era l'obiettivo del kanima.
Insieme a tutti gli altri, chiaramente. Il kanima intanto aveva
continuato ad uccidere, oltre che minacciare Stiles.
Questi
sorrise ed abbassò compiaciuto ed imbarazzato lo sguardo.
-
Lo so... -
Derek
così si protese verso di lui.
-
E allora?! - Poco paziente e poco dolce. Stiles arricciò la bocca,
sapeva non avrebbe mollato, ma aveva sperato non se ne accorgesse. In
realtà non ci sapeva che fare...
-
Senti io... non so... ultimamente faccio fatica a dormire e non ho
appetito, ok? Sono preoccupato per molte cose... - Derek sospirò, si
alzò e si accucciò davanti a lui obbligandolo a guardarlo. Non
sembrava nemmeno lui. Poi alzò il dito con l'artiglio e tornò ad
essere perfettamente lui. Stiles inghiottì, ma non si fece indietro.
Rimase a fissarlo senza esitare. Come gli piaceva quando faceva così.
-
Cosa mi nascondi, Stiles? - La voce quasi ruggiva.
Stiles
non era un lupo e tanto meno del suo branco, poi ci pensò meglio.
Era
del suo branco. Collaborava come tutti. Anzi. Forse di più.
Beh,
sicuramente di più.
Alla
fine alzò gli occhi e li roteò maledicendosi, però parlò
imbarazzato.
-
Mi secca dirlo, ma se non dormo con te sto sveglio tutta la notte,
ok? - Derek sbatté le palpebre più volte ritirando gli artigli e le
minacce varie per le proprie sorprese.
-
Davvero? - Stiles imprecò e continuò a fissare in alto, così
l'altro gli prese il viso fra due dita e lo abbassò bruscamente
obbligandolo a guardarlo.
-
Sì, davvero... comunque non ho mai avuto molta fame, ora sono
effettivamente in ansia per tutti questi casini e la prima cosa che
mi si chiude è lo stomaco... - Derek capì che ora stava dicendo la
verità e, ancora stupito della dolcezza di quella ammissione, chiese
cercando di non essere intimidatorio. Cosa che comunque con lui non
gli riusciva mai.
-
E con me dormi? - Stiles spinse il labbro all'infuori in maniera
infantile, si sentiva tanto scemo. Annuì e Derek fece un sorrisino
orgoglioso. Era un po' narcisista, in effetti. Stiles non lo notò
perchè non lo guardava. - Ti metto tranquillità? - Stiles si
strinse nelle spalle.
-
Sicuramente è il momento più sicuro della mia giornata. - Però a
volte passavano insieme poche ore per notte... e spesso nemmeno
quelle. Derek, nel realizzarlo gli alzò il mento dopo che gli era di
nuovo sfuggito.
Così
finalmente si guardarono e Stiles si calmò. Il suo cuore gli diede
tregua e tolse il mal di testa a Derek che, sorridendo in modo
indecifrabile in quel suo tipico caratteristico da sbruffone, si alzò
e lo baciò.
Stiles
sorpreso di quel gesto tanto semplice, si lasciò andare e si
rilassò. Se fosse stato sempre così dolce e normale sarebbe stato
così facile avere una relazione con lui. Ma forse, in quel caso, non
gli sarebbe piaciuto a quei livelli.
A
lui piaceva il lato selvaggio, no?
Il
bacio fu meno frenetico e aggressivo di sempre ed il cuore di Stiles
ora era sereno. Sicuro. Lo stomaco gli si aprì e tornò a provare
della fame normale come da giorni non ne provava.
Derek
lo sentì e soddisfatto si separò e scivolò con le labbra al suo
orecchio.
-
Allora la tua cura sono io... - Stiles arrossì e si imbarazzò al
punto da spingerlo via con dei pugni al petto che non gli fecero mai
male.
Derek
rise e Stiles continuò ad insultarlo.
Però
cenò con la carne e si sentì perfettamente pronto per tutto.
Sperava
davvero andasse tutto bene.
-
Ehi, occhi su Stiles! - Ruggì Derek prima di uscire con Erika, Isaac
e Boyd per andare al rave dove si sarebbe svolto il piano.
I
tre lo guardarono stupiti fino ad un certo punto.
-
Dovrebbe evitare di giocare coi lupi cattivi... - Disse Erika seccata
che Stiles avesse scelto Derek. Questi la guardò a dir poco
intimidatorio e lei abbassò subito il capo.
-
Però ha ragione! È un'operazione che facciamo in branco. Siamo lupi
mannari, che ci fa lui con noi? - Rincarò Isaac il quale non aveva
ben capito il significato dell'essere il beta di qualcuno. Derek
consegnò il suo sguardo peggiore a lui.
-
E' l'unico umano che fa parte di un branco di lupi! - Puntualizzò
Boyd per farla più chiara.
Derek
infine trucidò anche lui, sospirò e sbracciò secco per zittirlo.
-
Ci serve! E comunque Scott non si muove senza Stiles! -
-
Ci serve? Se dobbiamo fare da baby sitter non saprei proprio... - Gli
occhi di Derek divennero rossi ed Erika si zittì mordendosi il
labbro.
Non
aggiunse altro, ma ormai era chiaro che Stiles era speciale per lui.
Era il solo umano che accettava nel gruppo e la scusa che per avere
Scott dovevano avere lui era, appunto, solo una scusa. Non c'entrava
per nulla Scott.
Era
semplicemente che Derek preferiva averlo vicino per proteggerlo
meglio piuttosto che saperlo solo da qualche altra parte a combinare
chissà cosa.
Stiles
era Stiles, non c'erano discussioni.
La
sospensione del padre di Stiles gli aveva dato un duro colpo, si
sentiva responsabile in qualche modo ed aveva voglia di dirgli tutto
e gridare al mondo di piantarla di dargli problemi.
Alla
fine non poteva, per cui si limitò ad uno strano silenzio sospetto
che preoccupò anche Scott.
Una
volta al locale, ognuno aveva la sua parte da fare, per cui si
separarono per cominciare.
Alla
fine Stiles non solo riuscì a far funzionare la famosa polverina
magica, come la chiamava lui, rivelando un'effettiva utilità se non
altro in quello, ma alla fine fu la mente nel gestire Jackson
versione kanima.
Erika
e Isaac se ne resero conto in quel momento che erano con lui in
attesa di capire che fare con lui. Aspettavano quello che lo
manovrava, ma nessuno si faceva vivo, per cui si trovarono lì con
Stiles in attesa di capire come gestirlo.
Quando
il padrone si rivelò attraverso Jackson, fu Stiles a parlarci e ad
interrogarlo con estrema prontezza e freddezza.
I
due lupi se ne accorsero guardandolo conversare con lui a tu per tu.
Era
un mostro feroce più forte di loro che erano lupi e si stava per
riattivare, sicuramente a breve li avrebbe attaccati e c'era in
aggiunta quel fantomatico burattinaio che parlava attraverso lui.
C'era da avere paura per loro che, in effetti, erano spaventati. Ma
Stiels era lì davanti a loro, accucciato, e fissava il mostro negli
occhi e parlava con quell'entità attraverso la sua voce deformata ed
inquietante. Faceva domande sensate, precise, sapeva perfettamente
cosa stava facendo.
Loro
sarebbero rimasti impietriti, incapaci di porre una sola utile
domanda.
Quando
purtroppo l'effetto paralizzante del farmaco che avevano iniettato
nel kanima, svanì e questi scappò, ci fu un momento in cui Isaac ed
Erika andarono dentro per cercarlo e Stiles uscì congiungendosi con
Derek.
Un
breve istante. Si aggiornarono e Stiles spiegò che Jackson era
scappato.
Poi
aveva scoperto che la polvere che aveva cosparso intorno all'edificio
aveva funzionato, aveva bloccato i lupi e quindi, in teoria, ogni
altra creatura sovrannaturale al suo interno.
Esultò
come un bambino mentre Derek, accanto a lui, nascondeva il suo
stupore.
Comunque
più che per la polvere, era contento che Stiles fosse ancora vivo.
Dopo
di quello sentì il richiamo di Scott che stava male e dovette
occuparsi anche di lui.
Stiles
era un po' frastornato. Non capiva come Derek potesse sentire Scott,
ma era contento che fosse riuscito a far funzionare la polvere,
significava che aveva delle qualità particolari. La cosa fu messa
comunque subito da parte quando sentì la gente scappare e gridare.
Qualcosa, dentro il locale, era successo. Qualcosa per colpa del
kanima.
Doveva
aver ucciso ancora.
Erano
venuti per impedirlo e lui invece ce l'aveva fatta sotto ai loro
occhi, per un istante il senso d'impotenza gli caricò dentro una
rabbia cieca. Fu peggio quando vide Derek uscire portandosi in spalla
Scott.
Scott
privo di sensi, Scott che stava male. Scott.
Stiles
si paralizzò lì sul posto, ma quando Derek lo chiamò col suo
tipico ruggito perentorio, tornò in sé, pratico, veloce, operativo.
Corse
alla sua macchina e l'aprì per permettergli di metterlo dentro.
-
Che diavolo è successo? - Chiese agitato salendo al posto di guida
mentre Derek saliva davanti con lui dopo aver sistemato Scott dietro.
-
Argent! La madre di Allison cercava di ucciderlo! L'ho preso in
tempo. Spero... - Lo spero finale non piacque a Stiles.
Derek,
prima di andare via, ordinò ad Isaac ed Erika di andare via che
ormai non potevano fare più niente.
-
Dove lo porti? - Chiese poi a Stiles mentre guidava verso un posto
preciso.
-
Dal dottor Deaton, dove vuoi che lo porti? - Derek imprecò, aveva
dei problemi di fiducia con lui, come con chiunque altro che non
fosse del branco. Stiles ovviamente era un caso a parte.
-
Non mi fido di lui! - Disse come sempre.
-
Senti, non c'è nessun altro, ok? O lui o muore! Non ha una bella
cera, è stato intossicato con un gas, hai detto... - Derek si zittì,
alla fine non avevano davvero scelta. Stiles gli tirò il telefono e
gli disse di chiamarlo, Derek imprecò, ma lo fece. Aveva ragione,
aveva maledettamente ragione. Era la sola cosa.
-
Non capisco perchè non ti piace! - Disse poi Stiles.
-
Perchè sa tutto! Sa tutto e noi non sappiamo niente di lui! - Sbottò
seccato Derek con una gran quantità di nervo da scaricare.
-
Scott si fida e questo è sufficiente! - Per Derek no, ma al momento
non avevano scelta.
Stiles
non poteva negare che non avesse torto. Deaton sapeva tutto, ma di
lui non si sapeva nulla. Non era normale.
Al
di là di questo, non sapeva dove sbattere la testa al momento. Che
scelta c'era?
-
Il kanima ha ucciso, comunque! - Disse poi ricordandosi del piccolo
particolare. Derek imprecò.
-
Maledizione! - Arrivarono in quel momento e scesero, Stiles salì
dietro per aiutare Derek a caricarselo in spalla e portarlo dentro. -
Tu come stai? - Chiese sbrigativo come se la domanda fosse pertinente
e gliela facesse spesso. Stiles per lo stupore si dimenticò di
controllare che la testa di Scott non sbattesse ed infatti prese
contro la portiera. Fortunatamente non era sveglio e non sentì
nulla.
Derek
aspettò una sua risposta prima di correre dentro e Stiles shockato
del fatto che volesse proprio saperlo, disse che stava bene. Allora
entrarono.
Deaton
era accorso subito alla clinica veterinaria per Scott e si occupò
subito di lui dopo essersi fatto dire con cosa l'aveva avvelenato.
Ovviamente
strozzalupo.
Derek
appariva sfinito mentre seduto aspettava che lo salvasse.
Stiles
era più frenetico e fuori di sé dalla preoccupazione, camminava di
continuo su e giù facendo cadere qualunque cosa sopraggiungesse nel
suo cammino.
All'ennesima
cosa investita, Deaton e Derek gli dissero di uscire sul retro a
calmarsi. Deaton poi aggiunse con più calma che il suo amico sarebbe
stato bene.
Rimasti
soli, Derek guardò l'uomo salvare Scott e si calmò interiormente
rendendosi conto che in ogni caso, per quanto misterioso fosse, era
dalla loro parte. Non poteva che essere così, dopotutto. A quel
punto pareva evidente.
Pensare
d'avere qualcun altro dalla sua fu come sentirsi senza fili. Poté
rilassarsi e la stanchezza ingigantì.
Erano
anche un po' gli effetti dell'aconito inalato quando era entrato a
salvare Scott. Si era un po' indebolito.
-
Grazie per averlo portato da me. - Disse poi Deaton. Calmo e pacato.
Comprensivo. Sapeva che per Derek era stato difficile, diffidente
com'era. L'altro fece una strana espressione. Voleva dire 'merito di
Stiles' ma poi gli sarebbe suonata troppo male.
Così
evitò e basta.
Quando
uscì dopo aver recuperato le forze, era comunque ancora stanco.
Stiles
camminava ancora su e giù come una furia, cominciava a sentire il
peso di tutti i problemi che si accumulavano uno dietro l'altro e
Scott era la ciliegina. Poteva affrontare tutto ma non la perdita di
Scott o Derek.
-
Lo salverà. - Disse quest'ultimo colpito dal suo stato di panico.
Stiles si fermò spaventato e Derek pensò che forse era la prima
volta che lo vedeva così. Aveva abbassato le sue difese.
Stiles
aveva appena parlato col kanima posseduto dal suo padrone e l'aveva
fatto senza battere ciglio ed ora davanti al problema di Scott
sembrava terrorizzato.
Derek
si chiese se fosse stato così anche con lui, nel caso in cui gli
fosse successa una cosa simile.
-
E' una speranza o una certezza? No perchè qua abbiamo solo
l'imbarazzo della scelta per cosa agitarci di più! Dovevamo fermarli
ed hanno ucciso ancora, mio padre è stato sospeso per colpa mia ed
io in risposta lascio a piede libero la somma dei suoi problemi. Che
poi andiamo, in qualche modo sono sempre io, non c'entrano tutti
questi mostri che spuntano, glieli tiro addosso io, io! Perchè io li
attiro su di me e di conseguenza poi colpiscono lui. Sono un disastro
come figlio e dovevamo fermarlo e non ci siamo riusciti e Scott è
quasi morto... cosa dovremmo fare ora? Sperare? Io non ho più idee,
le sto esaurendo! -
Derek,
sorpreso dal suo scoppio, lo guardò senza sapere come fermare quel
fiume umano di parole. Stava ancora camminando gesticolando con ampi
gesti furibondi. Parlava come una mitragliatrice.
Non
riusciva nemmeno a chiamarlo e a dirgli mezza parola e poi comunque
non avrebbe saputo cosa dirgli.
Stiels
stava cedendo alla pressione, ma non voleva che lo facesse, non
l'aveva mai fatto. Aveva un suo modo di essere forte, di affrontare
le cose. Un suo modo così particolare.
E
gli piaceva.
Alla
fine andò da lui e lo abbracciò senza fare altro.
Lo
strinse e gli tolse la mobilità, Stiles si ritrovò senza forze a
cedere a quella presa ferrea, il fiato sparito, il cuore per un
momento fermo. Il cervello spento.
Derek
non l'aveva mai fatto o forse sì, ma in casi così rari da
sconvolgerlo.
Lo
stava facendo. Era davvero a quel livello catastrofico?
Nascose
il viso nel suo collo e chiuse gli occhi abbandonandosi a quel gesto
così semplice, pieno e bello. Per una volta qualcosa di
sorprendentemente normale.
Il
senso di sicurezza che provava ogni volta che lo abbracciava tornò,
la notte dormiva perchè aveva il suo braccio intorno al corpo. Non
c'era altro.
-
Troveremo una soluzione. Scott sta già bene. - Ma di fatto, rimaneva
una cosa davvero impossibile, ai suoi occhi. Per cui cercò un po' di
più sicurezza e alzò la testa verso la sua e senza guardarlo per
non perdere il coraggio, lo baciò aggrappandosi alla sua maglia.
Derek
l'accolse schiudendo le labbra e fu come un altro piccolo
incantesimo.
Quel
potere che aveva solo lui, a quanto pareva, continuava a funzionare.
La
cura di Stiles era ancora Derek.
“Non
gli succederà niente, non lo permetterò mai!”
Pensò
fra sé e sé furioso con qualunque cosa si fosse accanita contro
Stiles. Odiava averlo così.
Odiava
che stesse male. Odiava profondamente vederlo spaventato. Non poteva
spaventarsi. Lui era Stiles. Non poteva. Era la sua caratteristica.
Anche
se poi, forse, non era tanto il coraggio quanto l'incoscienza e
l'impulsività.
Semplicemente
Stiles non pensava prima di agire, si buttava istintivamente sulle
cose a capofitto. Che poi spesso fossero rischiose e pericolose era
un altro paio di maniche.
Ma
non era proprio una questione di coraggio, si disse Stiles mentre si
sentiva meglio nel baciare Derek. Il cuore si placò e tutto tornò a
posto.
In
qualche modo avrebbero fatto.