CAPITOLO
XXVI:
ISTINTO
INDOMABILE
Era
come se la passione bruciante avesse lasciato lentamente il posto
all'inquietudine.
Non
c'era più il desiderio irresistibile di saltarsi addosso, ma il
bisogno impellente di stringersi e stare insieme.
Derek
era spaventato da quel che sentiva, non sapeva come frenarlo. Forse
non era nemmeno possibile frenarlo.
Stiles
si calmò solo dopo che vide Scott riprendersi.
A
casa, si addormentò con fatica dopo aver appoggiato la testa sul
petto di Derek, cullato dal suono regolare del suo cuore.
Derek
non dormì anche se ormai mancavano poche ore al risveglio del giorno
dopo.
Rimase
sveglio a pensare a cosa potesse fare, non ne aveva idea in realtà,
come Stiles anche lui aveva esaurito le idee. Aveva solo capito che
il kanima era troppo forte e che non lo potevano battere. Non sapeva
cosa fare e l'idea che Stiles stesse male per questa storia lo faceva
stare peggio, lo faceva infuriare.
Voleva
rendere l'ambiente sicuro, voleva che Stiles fosse sereno e vivesse
la sua vita come sempre, voleva che non perdesse il sonno e
l'appetito per quello che lui non sapeva risolvere.
Sapere
che era Jackson il kanima era stato il colpo di grazia per Derek.
Era
come se fosse colpa sua.
Aveva
sentito qualcosa di strano in Jackson quando gli aveva chiesto di
trasformarlo, visto che non gli piaceva l'aveva morso sperando che
morisse.
Aveva
sbagliato completamente. Non era il richiamo del lupo quello che
aveva sentito in lui ed ora ne stavano tutti pagando le conseguenze.
Forse,
se erano fortunati, ora il kanima puntava a degli obiettivi precisi
del suo padrone che sembrava non puntare più a Stiles, però non
poteva esserne certo.
Sospirando,
quando vide le prime luci dell'alba arrivare, si alzò e silenzioso
spostò Stiles da sopra di sé per poi andarsene.
Doveva
trovare una soluzione.
Una
soluzione che non c'era.
Quando
vide Scott di primo mattino, era contento che stesse bene. Discussero
su cosa fare e cosa non fare, non trovarono una soluzione nemmeno in
due e sapeva che Scott pensava di chiedere un'idea a Stiles, di
nuovo.
Derek
voleva picchiarlo. Quando non sapeva cosa fare andava sempre da lui.
Perchè
diavolo non poteva assumersi le sue responsabilità e lasciare in
pace il suo amico?
Non
vedeva che si stava consumando perchè non arrivava più ad aiutare
come desiderava? Era tutto troppo oltre per lui.
Alla
fine Derek gli disse di tornare a casa, andare a scuola, continuare
con la sua vita e proteggere i suoi amici e la sua famiglia.
Stiles.
“Proteggi
Stiles dannazione invece di essere troppo concentrato su te stesso e
non notare che non mangia più! Io non so dove sbattere la testa per
primo e tu non ti accorgi che Stiles sta male!”
-
Cosa c'è? - Chiese Scott improvvisamente. Gli aveva appena chiesto
se gli nascondeva qualcosa e Derek aveva sbottato che credeva gli
nascondesse sempre qualcosa. Scott aveva detto che era sempre così
infatti. Non avevano concluso nulla.
Dopo
la sua intimidazione ad andare a proteggere i suoi amici, Scott era
tornato alla carica.
-
Vai! - Sbottò.
-
E' per Stiles? È successo qualcosa fra voi? - A sentirlo nominare
così alla leggera, capì che non aveva nemmeno idea di come si
sentisse.
Così
Derek si alzò di scatto e gli andò davanti minaccioso.
-
Hai parlato con lui ultimamente? Hai la vaga idea di come sta, di
cosa gli succede? - Scott, preso contropiede da quell'esplosione
anomala, lo guardò cadendo dalle nuvole.
-
Ci diciamo tutto, perchè? - Derek scosse il capo amaro cercando di
calmarsi, si voltò e gli diede le spalle.
-
Vai a chiedergli come sta! - Scott capì che era successo qualcosa
che non gli aveva detto.
Stiles
appena Derek se ne era andato, si era svegliato subito e si era messo
a fare ricerche a tutto andare.
Quando
Scott arrivò aveva la colazione e Stiles, ancora in pigiama, si rese
conto di non essersi nemmeno lavato e vestito.
Scott
lo guardò indagatore con occhio critico.
Aveva
l'aria strana.
In
parte si capiva che non aveva dormito molto, in parte era così
sciupato che poteva essere uno appena sveglio. O uno che dormiva
ancora troppo poco.
-
Stiles, si può sapere che ti succede? - Disse capendo che Derek
aveva ragione. Gli stava capitando qualcosa, aveva avuto la
sensazione la sera prima, ma non aveva potuto parlarne. Stiles non
aveva voluto.
Di
primo impatto fece quello che non capiva di cosa parlava e prendendo
la colazione che gli aveva portato l'amico, ne mangiò metà
sentendosi subito chiuso.
Scott
a quel punto si sedette su un'altra sedia della sua camera e lo fissò
accusatore.
-
Adesso mi dici cosa ti succede! -
-
Perchè? Che mi succede? -
-
Dai, si vede che c'è qualcosa! Anche ieri... hai fatto tutta la
strada in silenzio. Cosa ti è successo? - Scott ora tirava i fili.
Non era vero che era un pessimo amico, solo che ne aveva troppe per
la testa. Tutto lì.
Stiles
capì che era ora di parlargliene e sospirando si arrese dicendogli
che suo padre era stato sospeso per colpa sua e che non gli aveva
voluto parlare, non l'aveva sgridato né dato contro.
Era
stato il momento peggiore fra loro due.
Lo
aveva sentito distante, spento, stanco di lui. Quella freddezza
l'aveva sconvolto.
Scott,
ascoltando il suo sfogo, annuì.
-
Mi dispiace... non ne avevo idea... - Stiles sospirò e si strofinò
il viso per scacciare quella sensazione che gli schiacciava il petto
e gli impediva di respirare bene.
-
Devo aiutarlo in qualche modo, devo. Non posso lasciarlo così. -
Scott lo guardò dispiaciuto anche per quella sua reazione. Non
sapeva come poteva aiutarlo.
Non
era così facile.
Lui
e Derek non avevano una strada da battere.
Dovevano
uccidere Jackson, ma non ne erano in grado. Dovevano scoprire chi era
il padrone del kanima e non avevano idea di chi fosse.
-
Come pensi di fare? - Chiese per vedere se avesse qualche idea.
Stiles ne aveva sempre.
-
Non so, Scott... - Si alterò Stiles tornando alla propria scrivania
piena di libri, annuari e documenti sull'indagine di suo padre che
riguardava quella storia. - farò quello che mi viene meglio, no?
Indagherò! Troverò qualcosa! C'è sempre qualcosa che ci sfugge.
Sento che qua, in questi annuari del passato, c'è la risposta. Lo
sento! - Scott sospirò e decise che era meglio si desse da fare in
qualche modo anche se forse era inutile. O magari non lo era.
Stiles
aveva delle intuizioni da non trascurare, a volte.
Così
gli mise una mano sulla spalla.
-
Tutto bene con Derek? - Li trattava come fossero fidanzati, loro non
si definivano così e lo rimbeccavano sempre piccati, ma quando erano
sovrappensiero rispondevano nel modo corretto.
Stiles
si strinse nelle spalle e annuì.
-
Stranamente... - Era in effetti un buon periodo con lui, non si
poteva lamentare.
Scott
sorrise contento per loro, almeno una cosa andava bene.
-
Chiamami se trovi qualcosa. - Con questo, lo salutò e se ne andò.
Stiles
in effetti aveva trovato qualcosa, ma non sapeva ancora come poteva
collegarsi al caso che stavano seguendo.
Per
il resto della giornata Stiles non vide Derek, entrambi molto presi
da altre cose.
Derek
doveva preparare il suo branco di novellini per la Luna Piena in
arrivo e Stiles per il compleanno di Lydia che era quella sera.
Mettere
disastroso ed illuminante nella stessa frase poteva sembrare strano,
ma per descrivere quella festa entrambi gli aggettivi erano perfetti.
Disastroso
perchè erano tutti stati avvelenati con i fiori dell'aconito che
aveva creato allucinazioni a tutti gli invitati, anche quelli
speciali di Stiles.
Era
il gruppetto di trans incontrato al locale gay che gli avevano
lasciato il telefono, non li aveva richiamati, ma aveva pensato che
quella sera fosse l'occasione ideale.
Scott
si era ripromesso di chiedergli spiegazioni, ma poi le allucinazioni
avevano fatto il loro effetto anche su di lui, per cui tutto gli era
sfuggito di mano, com'era normale.
Dopo
essersi ripreso e aver capito che la colpevole era Lydia e non averla
cercata, aveva aiutato Stiles a riprendersi dalla sua allucinazione.
Uno stato che pareva quasi catatonico.
Dopo
aver recuperato lui, ecco l'evento illuminante.
Un
incidente in piscina gli aveva fatto capire chi era il padrone di
Jackson.
Matt.
Una
piccola vittoria che avevano cercato di sfruttare subito.
Corsi
dal padre di Stiles, lo convinsero a verificare i fatti e le prove in
base alla loro teoria.
Si
ritrovarono in centrale per le indagini e trovarono le prove e
addirittura una testimone per incriminare Matt, che era proprio la
madre di Scott; stavano per formalizzare l'accusa quando il diretto
interessato arrivò.
Gli
eventi si svolsero veloci davanti a loro.
Matt,
con Jackson al guinzaglio ed una pistola in mano, legò il signor
Stilinski in cella mentre lui ed i due ragazzi si occuparono di
distruggere le prove a suo carico.
Non
era solo quello il motivo per cui era lì, ma i due ragazzi non ne
potevano avere idea.
Mentre
lo stavano facendo, Stiles riuscì anche a pensare a Derek. Dove era?
Di solito arrivava al momento giusto quando lui era nei guai, come
evocato dai propri pensieri.
Non
lo doveva chiamare a voce e nemmeno col cellulare. Lui sapeva in
qualche modo quando si stava per cacciare nei guai ed arrivava.
Per
cui quando da fuori qualcuno venne con l'auto e Matt credette fosse
la madre di Scott perchè era la testimone chiamata per deporre
contro Matt, il colpevole degli omicidi che si stavano verificando su
Beacon Hills, Stiles pensò assurdamente a lui.
Se
era vero che Derek arrivava a salvargli il culo al momento giusto,
ora sarebbe dovuto essere lui.
Guardò
la porta mentre si apriva e non riuscì a spiegare la sensazione
istantanea provata nel vedere proprio lui.
A
volte credeva al destino, altre no. Però più che altro era una
questione di credere al sovrannaturale.
Derek
era un lupo mannaro ed arrivava sempre quando serviva.
E
viceversa lui arrivava per Derek alla stessa maniera.
Interessante
scambio.
Il
sollievo durò poco perchè Derek cadde giù a terra paralizzato per
colpa di Jackson.
La
sua espressione livida di rabbia. Non riusciva a muovere i muscoli
facciali, però lo sguardo parlava molto bene.
Voleva
fare una strage, squartare Matt e divorarsi Jackson. Specie perchè
nell'arrivare lì alla ricerca proprio di Scott e Stiles, li aveva
trovati per l'ennesima volta nei guai.
Come
diavolo ci riuscivano ogni volta?
Non
era umanamente possibile!
Pensando
che non potesse andare peggio di così, dovette ricredersi perchè,
in effetti, poteva sempre andare peggio di così.
Stiles
e la sua linguaccia furono puniti per il suo sfacciato sarcasmo,
venne paralizzato fino a cadere proprio dritto su di lui.
Derek
voleva gridare, ma le corde vocali erano leggermente atrofizzate, per
cui ringhiò di toglierglielo di dosso.
Stiles
a peso morto era una piuma, e di questo poi l'avrebbe sgridato perchè
significava che non mangiava ancora, però dannazione. Era Stiles e
gli era sopra e tutto questo davanti a Scott e Matt e a quella piaga
di Jackson.
Come
poteva non essere terribilmente imbarazzante?
-
Oh non saprei Derek, sai credo che formiate una bellissima coppia! -
Derek voleva davvero morderlo come poi lo minacciò di fare, ma
naturalmente non poteva ancora muoversi.
Per
un momento riuscì a sentirsi meglio pur in quella situazione
tremenda. Paralizzato con un pazzo assassino che aveva un'arma
formidabile per ammazzare.
Poi
capì che era Stiles a sentirsi meglio perchè gli era sopra. Gli
capitava ogni volta che erano insieme, anzi, precisamente quando lo
toccava. Lo stava notando ultimamente. La cosa gli piaceva
naturalmente però ora lo lasciava frustrato. Non poteva aiutarlo e
proteggerlo, come faceva a sentirsi più sicuro?
Lieto
che lui ci si sentisse, ma come?
Quando
Matt glielo tolse da sopra per calpestarlo col piede e minacciare
Scott, l'istinto omicida tornò ad impadronirsi di lui. Derek sentì
chiaramente la furia montarlo ed il sangue ribollirgli nelle vene.
Però non un solo mutamento fisico avvenne, ne era esasperato. Non
poteva stare fermo così inattivo.
Quando
lo lasciò e li sistemarono vicini in un angolo della stanza
rimanendo soli, provò uno strano senso di sollievo. Poteva pensare a
qualcosa. Pensare in fretta. Doveva espellere le proprie tossine dal
corpo per tornare a muoversi, cercava un modo in fretta quando
Stiles, sospirando, fece la domanda del secolo.
-
Ma come ha capito che siamo una coppia? - Derek se avesse potuto si
sarebbe soffocato.
-
Cosa siamo noi?! - Chiese convinto d'aver capito male.
-
L'ha detto lui. Una coppia! Perchè secondo lui siamo una coppia? Che
ne sa di noi? - C'era da chiederselo, era legittimo. Derek non era
ancora certo della natura della sua domanda, per cui preferì
ignorarlo.
-
Che ne so, chiediglielo! - Stiles avrebbe fatto il broncio se avesse
potuto.
Li
aveva messi vicini, uno attaccato all'altro, potevano solo roteare
gli occhi e guardarsi. Derek evitava con cura di farlo mentre Stiles
sembrava non saper fare altro.
Tanto
Stiles era contento di stare lì con lui, tanto Derek ne era
imbarazzato.
-
Si può sapere che hai? - Chiese piano per non farsi sentire fuori.
Derek
increspò appena la fronte, quel che riuscì.
-
Ti sembra una domanda da farmi ora? Siamo in una situazione di merda,
che ho secondo te? Sono furioso! Come fai a cacciarti sempre nei guai
appena ti lascio solo un secondo? - Stiles ora era stizzito, come
poteva accusarlo di una cosa simile? Non era giusto.
-
Senti un po' tu... se sei tanto apprensivo perchè non mi stai
incollato tutto il giorno? Almeno sei sicuro che non mi caccio nei
guai! Ops che dico... tu sei nella mia stessa situazione! -
-
Per colpa tua! -
-
Ma dai, e le volte in cui sono io che devo tirartene fuori? -
Sicuramente
non era il momento per litigare e a Derek sembrava assurdo perdere
tempo così.
-
Se hai problemi a sentirti accoppiato con me non serve che vieni a
dormire nella mia camera! - Disse poi seccato ed imbronciato Stiles
girando gli occhi dall'altro lato per non vederlo più. Quello
sbruffone! Era tanto apprensivo e poi se ne vergognava.
Insomma,
doveva decidersi. O erano una coppia o non lo erano, fare finta di
niente non serviva. Non cambiava che lo erano e lui ne era stufo.
Voleva sentirselo dire. Qualcosa di carino, che parlasse dei loro
sentimenti.
-
Ti sembra davvero il momento? - Disse seccato Derek innalzando il
consueto muro.
-
Potremmo rimanerci secchi, mi sembra il momento perfetto! Da morti
come comunichiamo? Anche se forse poi è più facile, magari riesco a
leggerti nel pensiero! - Derek sospirò cercando di ignorare la sua
voce che, pur bassa, parlava a macchinetta tutto infervorato. Perchè
si era preso per lui? Non poteva essere una persona più dolce e
mite? - Passi molte notti con me, prima credevo fosse perchè volevi
sfogare i tuoi ormoni di lupo arrapato, poi visto che alla fine non
hai fatto niente con me e che continui a dormire nel mio letto, mi
sono detto che forse, forse, posso pensare che ci sia qualcosa. Ma
guai a parlarne! - Derek capì che se non gli diceva qualcosa non
l'avrebbe piantata.
-
Certo che siamo qualcosa! Non passo le notti da tutti quelli che ho
sotto mano! - Questo per lui era anche tanto, stava ammettendo che
erano qualcosa. Ma cosa? Stiles era combattuto se dargli battaglia o
lasciarlo in pace.
-
Perchè non ne vuoi parlare? Perchè non mi dici cosa diavolo ti
passa per la testa quando fai certe cose? Perchè dormi con me senza
fare nulla? - Con nulla intendeva sesso.
Derek
sospirò. Ok, quella era una morte peggiore degli artigli velenosi
del kanima. Alla fine si arrese.
-
Perchè mi piace farlo. E perchè ti sento più tranquillo se dormo
con te. - Stiles, il signore della logica, usò automaticamente il
cervello senza rifletterci oltre.
-
Quindi lo fai per me... - Ma non era più un'accusa, solo una
scoperta. Derek lo maledì ma non disse nulla. Quando Stiles girò
gli occhi su di lui lo vide imbarazzato, era chiaro che lo fosse
anche se era più bloccato del solito.
Così
fece un sorrisino soddisfatto e contento. Era stato un importante
passo in avanti.
Aveva
ammesso che c'era qualcosa, che faceva qualcosa per lui, che ci
teneva, insomma.
Non
poteva ambire di più, probabilmente.
-
Quando sarai pronto ad ammettere che siamo una coppia, avvertimi. Io
lo sono già. - Non era un obbligarlo a farlo e nemmeno un parlarne
davvero. Solo avvertirlo che lo era. Che lo aspettava.
Derek,
mentre si conficcava gli artigli nella coscia per espellere il veleno
del kanima, pensò che fosse sorprendentemente accettabile. Meno
traumatico del previsto. Più o meno ne avevano parlato e più o meno
se l'erano ammesso.
Stiles
provava qualcosa per lui e si considerava il suo ragazzo.
Beh,
lo era in effetti. Guai se fosse andato con altri.
Era
una sua proprietà, senza ombra di dubbio.
Dopo
di questo Matt e Scott tornarono nella stanza in cui erano, Matt
aveva sparato a Scott e rinchiuso anche la madre del ragazzo in
prigione. Aveva preso possesso di tutta la sezione di polizia ed
ucciso i poliziotti di guardia.
La
situazione era sempre peggio, obiettivamente, ma quando Matt gli fece
vedere il fianco per fargli capire il reale motivo per cui li aveva
cercati, tutti capirono che non ne sarebbero usciti bene.
Matt
si stava trasformando nel kanima, molto lentamente, ma era chiaro che
fosse così.
Tornati
a rimanere soli, Derek e Stiles ne parlarono calmi, come che il
dialogo avuto prima li avesse placati e riappacificati. Sembravano
due agnellini.
Vennero
a capo del fatto che Matt stava infrangendo le regole del kanima e
che per questo stava trasformandosi come lui. L'universo
riequilibrava le cose.
-
Per cui è sempre una questione di natura... - Disse Stiles seguendo
delle riflessioni per distrarsi dalla schifosa visione degli artigli
di Derek nella sua coscia.
-
Sì sempre. Ma a cosa ti riferisci ora? -
-
A tutto in generale... ma pensavo a noi. Per natura sei attratto
verso di me anche se razionalmente è contro la logica. Non penso di
rientrare nei tuoi gusti e ti do sui nervi, ma alla natura nessuno
può andare contro. In qualche modo sei spinto verso di me. - Era
molto presuntuoso come discorso e Derek decise di rigirarglielo
contro per sentirsi meno imbarazzato.
-
Sei uguale anche tu. Sei attratto dal selvaggio. La tua natura è
buttarti su ogni pericolo anche se razionalmente sai che non è una
buona idea. Lo fai lo stesso. E magari crepi anche di paura. Però
non ti tiri indietro. - Stiles non si seccò della velata accusa, ci
pensò su e abbassò lo sguardo.
-
Non posso tirarmi indietro. È qualcosa che è più forte di me. Non
so come dire... - Derek spostò gli occhi sul suo profilo delicato da
folletto e Stiles fece altrettanto finendo per guardarsi. La voglia
di baciarsi in quell'istante ed il non poterlo fare. Erano più
vicini che mai. E non fisicamente. Interiormente.
-
Un impulso indomabile. - Disse piano, quasi con dolcezza. Quasi.
Stiles capì che parlava di entrambi, era la stessa cosa che capitava
a tutti e due. A Stiles di buttarsi nei pericoli e a Derek di stare
con lui.
-
E' stato quando ho visto il tuo sguardo e sentito il tuo odore.
Selvaggio, pericolo, rischio. Non sono più riuscito a tornare
indietro. Dentro di me c'è questo... impulso indomabile, come dici
tu. Non posso evitarlo. - Derek voleva chiedergli se stava con lui
per questo o se provasse qualcosa, ma lui stesso non sapeva ancora
cosa provava.
-
Non ho idea di quando sia successo né perchè. Mi ci sono trovato
dentro e basta. Non sono comunque mai bravo a domarmi. - Con questo
distolse lo sguardo imbarazzato.
Guardarlo
e non poterlo baciare era peggio.
Stiles
capì che era un momento pesante da affrontare, specie perchè erano
soli. Non parlavano di sentimenti in modo chiaro, ne erano incapaci,
ma il modo in cui si proteggevano, si aiutavano, si cercavano, quando
non litigavano, parlavano bene insieme.
E
parlò ancora meglio Derek quando disse a Scott, liberatosi da Matt e
Jackson e tornato per aiutarli, di prendere Stiles per primo.
Fu
veloce, Scott non se ne sorprese molto che gli dicesse di prendere
lui, lo afferrò e lo trascinò via. Stiles, un attimo sconvolto,
cercò Derek per vedere se riusciva ad alzarsi ma non vide nulla.
Forse
non serviva parlarne chiaramente. Era così evidente.
Forse
era il momento più sbagliato per essere contento delle cose con
Derek, ma poteva anche essere l'unico. Per cui si tenne la sua
piccola soddisfazione sperando ardentemente che ce la facesse.
Appena
Derek fu in grado di muoversi, naturalmente cercò Stiles e sentendo
il suo odore nelle prigioni, lo superò a terra dove era e si buttò
a capofitto contro il kanima accorso per far fuori i prigionieri.
L'espressione
di Stiles mentre lo vedeva combattere contro qualcuno di chiaramente
più forte, parlò per lui quanto il gesto di prima di Derek.
Uno
lo proteggeva e l'altro aveva il desiderio di piangere, gridare e
morire nel vedere che forse il kanima aveva la meglio.
Derek
non poteva essere vinto. Non poteva essere ucciso.
Stava
per succedere, Stiles vide Jackson prendere la rincorsa per dargli il
colpo di grazia una volta messo fuori combattimento, quando Scott
arrivò ed intervenne.
Quel
sollievo, Stiles non l'avrebbe mai dimenticato.
La
consapevolezza che stava per morire, che lui stava per morire, gli
aveva fermato il cuore per un istante. Quella paura assoluta che
partiva dalle viscere e le lacrime agli occhi.
Non
poteva, non poteva.
E
non successe. Ma non avrebbe scordato, né lui né Derek che aveva
sentito il suo stato d'animo devastante, quella sua paura assoluta.
Non
avevano bisogno di parlarne in modo classico, non serviva.
Loro
parlavano coi gesti e non si fraintendevano nemmeno.