CAPITOLO
XXX:
ASPETTATIVE
Scott
sgranò gli occhi e lo guardò a dir poco sconvolto, decise anche di
pulirsi le orecchie per vedere se magari aveva sentito male e Derek
per poco non gliele staccò a morsi.
Lo
fermò la consapevolezza che non ci sarebbe riuscito.
-
Allora? - Tornò a chiedere seccato. In realtà era fortemente
imbarazzato per quello che gli stava chiedendo, però non sapeva a
chi rivolgersi.
Scott
si grattò la nuca e si sedette sull'altra sedia libera, mentre Derek
era nella sua poltrona. Sua in quanto ormai la usava sempre lui.
-
Ecco... un regalo per Stiles, dici? Beh, ci sono molte cose che
potrebbero andare bene per lui, ma... dipende da cosa vuoi sembrare
tu! - Domanda a dir poco geniale. Derek dapprincipio non la capì, ma
poi Scott gli spiegò e tutto fu più chiaro. - Il suo ragazzo od un
amico? O magari un amico speciale? O, che ne so, un conoscente? Sai,
con un regalo puoi fare molte cose... legare o mettere le distanze,
un punto, un punto e virgola, una parentesi, tre puntini di
sospensione... - Derek prese la scarpa e gliela tirò, Scott evitò
con cura e si zittì.
-
Voglio un regalo per Stiles e basta. È il suo compleanno! Che c'è
di difficile?! - Scott era convinto del suo discorso sulla
punteggiatura, ma evitò di spiegargli meglio da quale punto di vista
letterario derivava la similitudine citata. L'estate era iniziata da
poco, aveva cominciato a studiare sodo e dedicarsi al rinforzamento
fisico.
-
Ok. In qualità di fidanzato o di amico? - Con lui era meglio
chiedere. Anzi. Era doveroso.
Si
sentiva strano a fare quella parte. La parte del cognato di Derek.
Però guai a dirlo ad alta voce.
-
Smettila di gongolare, tanto per cominciare. E poi che ne so! Un
regalo! Perchè non mi puoi semplicemente dare un'idea e basta? -
Scott si stava divertendo, lo ammetteva.
-
Mi cogli impreparato! Io in qualità di amico so cosa regalargli! -
-
Tu lo conosci come le tue tasche! - Ruggì.
-
Sì ma anche tu, in fondo siete... - Derek si alzò e decise di
mandarlo al diavolo, sapeva che si stava divertendo. Non sapeva bene
perchè, ma era così. Lo odiava.
Scott
vedendolo diretto alla porta, lo fermò con una serie di 'ok'. Non
gli avrebbe detto in veste di cosa.
Tanto
lo sapeva che stavano insieme.
-
Senti, un regalo deve essere personale e per esserlo deve venire
dalla tua testa. Non importa cosa, purchè sia tuo e ci abbia pensato
tu... - Così era semplice ed efficace. In Derek la furia omicida
salì esponenzialmente e lo fissò con le labbra strette e gli occhi
furenti.
-
Non mi sei d'aiuto! - Scott fece un sorrisino.
-
Lo so. - Derek sbuffò. - Però un regalo non va consigliato, va
scelto! - Si sentiva particolarmente saggio e filosofico da quando
studiava. Peccato che Derek non fu in grado di apprezzare questo suo
nuovo lato e nel mandarlo a quel paese lo superò per uscire.
Scott
tornò a fermarlo.
-
Pensavo che non avessi tempo, comunque... credevo che stessi cercando
Erika e Boyd... - Erika e Boyd erano scomparsi da quando gli avevano
annunciato di volersene andare dal branco, però Derek li sentiva in
pericolo ed in quanto loro alpha, anche se avevano preso quella
decisione, voleva trovarli e aiutarli. Era certo che avessero bisogno
del suo aiuto.
-
Sì io... non ne ho, infatti, però questa cosa credevo fosse
importante... - Scott sorrise fiero di quello che considerava un
cognato e quindi un fratello acquisito. Derek se ne imbarazzò.
-
Per Stiles lo è. A lui è sempre piaciuto il suo compleanno, non fa
feste perchè non ci viene mai nessuno, ma io e lui festeggiamo
sempre a modo nostro e riusciamo a divertirci molto comunque. È una
festa diversa da quella che pensano gli altri... - Spiegò Scott per
renderlo partecipe. Derek ascoltò. Poteva essere qualcosa di
piacevole anche per lui, tutto sommato.
-
Cosa farete? - Voleva prepararsi psicologicamente.
-
Non te l'ha detto? - Derek strinse le spalle.
-
Non gliel'ho chiesto... -
-
Perchè poi sembri troppo interessato al suo compleanno? - Scott
aveva acquistato fin troppa sicurezza. Derek fece un piccolo broncio
che ormai era caratteristico del suo viso selvatico e l'altro
ridacchiò. - Qualcosa nel bosco, solo per questa notte abbiamo il
permesso di campeggiare così stiamo fuori io e lui, proviamo ad
ubriacarci, gli do il mio regalo e troviamo qualche stupidaggine da
fare tutta la notte. - Cose molto semplici. Derek se ne stupì.
Poteva davvero essere un compleanno piacevole. Non ci aveva osato
sperare, lui odiava le feste e Stiles era iperattivo, era convinto si
buttasse a capofitto in qualcosa di snervante. Nei suoi piani gli
voleva consegnare il regalo e stargli alla larga per il resto della
nottata, però se era così semplice perchè no...
-
Sarete solo tu e lui? - Chiese per testare se potesse davvero venire.
-
Di solito sì, ma credo che questa volta ci sarà anche Isaac. Aveva
invitato anche Lydia ma naturalmente senza Allison non si muove. E
lei... - Derek annuì senza farlo finire, capendo a cosa si riferiva.
Lui ed Allison si erano lasciati, mentre con Isaac si era legato
notevolmente. La cosa gli faceva piacere, Scott aveva una
sorprendente capacità di giudizio e aveva una buona influenza su
Isaac. Derek ci teneva a lui e non perchè era l'unico del suo branco
rimasto fedele. Era stato anche il primo che aveva scelto, si sentiva
legato a lui solo che al tempo stesso non pensava di essere un buon
capo branco, a volte credeva di non essere alla giusta altezza né
tanto meno in grado di proteggerlo e rafforzarlo come avrebbe dovuto.
-
E' da molto che non si concede distrazioni, è molto preso da questa
ricerca anche lui... gli farà bene un po' di svago per una notte! -
Scott
annuì con un piccolo sorriso indecifrabile.
-
Ho faticato a convincerlo, però alla fine ha deciso di venire. Anche
a te fa bene la distrazione. Vienici, Stiles ne sarà contento... -
Era vero che lo sarebbe stato, dopotutto.
Derek
ci pensò. Qualche gioco stupido e dell'alcool, eh? Cose molto
semplici, in effetti.
-
Sai che sarà l'unico ad ubriacarsi, vero? - sarebbe stato l'unico
umano, del resto. Scott rise e disse che ne era perfettamente
consapevole, ma non era male come prospettiva.
-
Stiles ubriaco è uno spasso, l'hai mai visto? - Derek si rese conto
che non era mai successo e si incuriosì. Naturalmente non lo diede a
vedere, ma tanto Scott sapeva che lo era.
-
Grazie per averlo aiutato dopo che è finito tutto... sai, sulle
prime non voleva parlarmi. Poi è venuto fuori che non voleva farmi
preoccupare, si era sentito un peso. L'avevano preso per colpire me.
Sono riuscito a farmelo dire ma non è stato facile. Ha passato un
brutto momento, non mangiava, non dormiva, era ipervigilante e
saltava per tutto. - Derek lo sapeva bene e fece un'espressione
infastidita, odiava ripensare a quel periodo di soli pochi giorni fa.
-
I primi giorni lo obbligavo a mangiare, poi piano piano ha ritrovato
la fame. Ma soprattutto il sonno. È una persona molto faticosa! -
Asserì alla fine seccato solo per non sembrare troppo preoccupato. -
Fa sempre così sotto assedio? Smette di mangiare e di dormire? -
Scott strinse le spalle e scosse la testa.
-
Non proprio. È la prima volta. Credo che questa volta ci fossero
troppe cose in mezzo. -
-
E quando è morta sua madre? So che aveva crisi di panico! - Scott si
sorprese che fossero diventati così intimi da aver parlato di
quello.
-
Sì mi ha detto questa cosa. Non ne sapevo niente. Non so come ha
superato la morte di sua madre. - Era strano parlare di Stiles
soprattutto perchè era Derek a fargli domande su di lui.
-
E' solo in una fase di cambiamento, credo. - Concluse Derek. In
effetti aveva ragione, stava crescendo, stava scoprendo nuove
priorità e capendo cosa contava davvero. Stava vedendo quanto c'era
in gioco e quanto pericoloso fosse il mondo, molto più di quanto
avesse mai considerato. A Scott piacque molto quello scambio sul suo
amico. Nonostante Derek fosse pieno di preoccupazioni e di cose da
fare e cercasse di non coinvolgerlo, non trascurava Stiles. Non si
consideravano fidanzati, ma a conti fatti lo erano. Non se l'erano
detti sul serio, ma in pratica l'avevano fatto.
-
Allora verrai? - Chiese Scott prima di farlo andare via. Derek
scrollò le spalle e borbottò un impacciato 'forse', valido come
'sì'. Scott fece un gran sorriso.
Se
le cose fossero rimaste così sarebbe stato un miracolo, poi si
ricordò di Erika e Boyd. Anche se avevano sbagliato ad andarsene da
Derek ed era colpa loro il pericolo che correvano, avevano comunque
bisogno di aiuto.
Questo
era quanto.
Ovviamente
scegliere il regalo fu la cosa più difficile di tutte. Per un
momento pensò di restituirgli i vestiti che gli aveva preso da
ragazzino, quando l'aveva ospitato quella famosa notte, ma avrebbe
significato ammettere che ricordava e, cosa ancora più imbarazzante,
dimostrargli che ci aveva tenuto per tutto quel tempo. Li aveva
ancora.
Non
aveva certo tempo e voglia di andarsene per negozi, si sarebbe
sentito troppo stupido.
Stava
per rinunciare all'idea di fargli il regalo e di conseguenza di
partecipare a quella stupida sottospecie di festa fra pochi intimi,
quando gli venne in mente un'idea.
Se
gli fosse andato bene quello, allora ok, altrimenti si arrangiava!
Era
solo uno stupido compleanno!
L'euforia
di Stiles cominciò con la sera prima. Si stava preparando per
dormire, e quindi aspettava Derek, immaginando il risveglio del
giorno dopo. Gli piaceva sognare ad occhi aperti un gentile e
premuroso Derek che lo svegliava con un dolce bacio e gli portava una
buonissima colazione che poteva mangiargli addosso. Concludendo con
la loro prima volta che ancora non era avvenuta.
Di
norma Derek andava via prima che Stiles si svegliasse, però era
bello addormentarsi con lui addosso.
Non
avevano ancora fatto sesso, ma era sicuro che come regalo dei
diciassette anni, glielo avrebbe concesso. Non voleva altro, solo
farlo con lui. Aveva detto che voleva aspettare la maggiore età, ma
sapeva che Derek non era famoso per essere paziente. Poteva
sovvertire le sue rigide regole assurde e farlo un anno prima dei
diciotto. Doveva.
Era
Derek, insomma. Non gli dava l'idea di uno frigido ed in effetti non
lo era.
“Accidenti
se non lo è!”
Pensò
accaldandosi solo nel pensare alle 'altre cose' che facevano insieme.
Per lo meno le 'quelle' gliele concedeva.
Sesso
orale, coccole e derivati vari. Sapeva cos'era un orgasmo e non
poteva che volere tutto il pacchetto. Averne uno grazie alla sua mano
o alla sua bocca era un conto, averlo con lui dentro o in qualunque
altro modo avvenisse nel farlo del tutto, era tutt'altro.
Stiles
voleva fare sesso completo con Derek.
Aveva
deciso.
Ed
era convinto che sarebbe stato quello il suo regalo. Perfetto oltre
ogni modo.
Derek
non era tipo da comprare niente, sicuramente gli avrebbe dato
qualcosa che poteva fare e che non gli prendeva tempo per sceglierlo.
Derek
si sarebbe dato a Stiles. Regalo super!
Quando
arrivò, Stiles era al computer a cercare di distrarsi con qualcosa,
era molto emozionato all'idea di farlo. Gli voleva molto bene, era
disposto ad ammettere che si era innamorato, era una cosa molto
grande per una coppia come loro che non si erano mai detti cose
romantiche.
Stava
per raggiungere lo scopo di non sapeva più quanti mesi, era una
svolta decisiva, era come crescere sul serio e diventare grande.
Anche se tutti gli altri facevano sesso a sedici anni e lui ne aveva
diciassette. Non importava.
Stava
cambiando posizione sulla sedia per la millesima volta, tutto
contorto su sé stesso, quando arrivò. Di sera entrava dalla
finestra per evitare che suo padre si chiedesse perchè la notte la
passasse col suo piccolo Stiles.
Stiles
si voltò con troppa foga e la sedia fece il giro a trecentosessanta
gradi tornando com'era prima.
Brillava,
era pieno di stelline sugli occhi.
Derek
lo guardò e capì -sentì- al volo cosa gli passava per la testa.
Era emozionato.
Decise
di far finta di niente, quindi si tolse la maglietta come ogni sera,
andò da lui, si chinò e lo salutò con un bacio. A Stiles piaceva
molto quel saluto.
-
Come è andata, oggi? - A volte si sentiva una mogliettina che
aspettava a casa il marito fuori tutto il giorno per lavoro.
Era
comunque contento di vederlo, al di là di tutto.
Derek
alzò le spalle.
-
Nessuna novità. - Stiles si sforzò di tornare sensibile e si
rattristì. Si riferiva ad Erika e Boyd. Sulle prime Stiels aveva
inveito contro loro due che se ne erano andati da Derek cacciandosi
nei guai. Avevano lasciato il branco, non meritavano la sua
protezione.
Alla
fine, ovviamente, ne era rimasto fuori e basta. Stiles aveva la
sensazione che gli nascondesse qualcosa, ma non ne era certo.
Comunque gli nascondeva sempre qualcosa, quindi non faceva testo
quest'impressione. Stava lavorando con fatica sul farsi dire tutto,
era un processo faticoso, ma Stiels era fiducioso di farcela.
Fu
così che si mise nel letto tutto pimpante, con un sorriso molto
largo ed espressivo che parlava al suo posto.
“E'
un libro aperto!”
Pensò
infatti.
Scosse
il capo distraendosi dai propri pensieri e si stese con lui. Senza
spogliarsi né spogliarlo.
“Ok,
mi lavora un po'.” Pensò Stiles eccitato sempre in attesa che
'attaccasse'.
Ma
Derek si accomodò sul ragazzo come al solito, ovvero sul fianco, con
la testa sul suo stomaco, circondandolo con un braccio.
Il
giovane, nel sentirsi di nuovo un cuscino, capì che non aveva
intenzione di fare nulla.
Così,
deluso, chiuse la luce e gli diede un imbronciato buonanotte. Derek
ridacchiò fra sé e sé. Solo lui riusciva a non fargli pensare a
tutti i mille problemi incombenti. Era magico, a modo suo.
“Magari
lo faremo domani. Tecnicamente non è ancora il mio compleanno.”
Si
disse Stiles per convincersi a dormire. Con questa rassicurazione,
cinse la schiena di Derek col braccio e si addormentò.
Somigliava
tanto al risveglio che sognava da un po'. Derek, le sue labbra, le
sue carezze.
Prima
di tornare del tutto nel mondo dei vivi, Stiles pensò che era il suo
compleanno e che magari l'avrebbe accontentato al risveglio.
Poi
si rese conto che il primo pensiero ancora prima di aprire gli occhi
era stato il sesso. Beh, tecnicamente Derek!
Sorrise
beato sentendo le sue labbra baciarlo sulla schiena, fra le scapole,
dove solitamente al mattino si ritrovava quando rimaneva e non andava
via di soppiatto.
Risalì
sul collo, sulla nuca, Stiles drizzò la testa per liberargli la
strada, gli piaceva quando lo baciava lì dietro. Dopo passò
all'orecchio e lì sussurrò il suo roco buongiorno. Stiles si rigirò
fra le sue braccia mettendosi sul fianco, Derek lo teneva
imprigionato fra le braccia, lo agganciava anche con le gambe.
Si
stava addolcendo moltissimo, mano a mano che la relazione diventava
sempre più una relazione. Si stava convincendo dei sentimenti che
provava e forse dopo aver debellato l'ultima minaccia si era
tranquillizzato. Magari aveva capito che poteva godersi un po' la
vita. Un po'.
Quando
fu sulle labbra incurvate in un sorriso beato, Stiles aprì gli occhi
e lo guardò. Aveva quasi la stessa espressione insonnolita e felice,
un pochino più selvatica, come sempre, però c'era un sorrisino lì
su quei lineamenti da tenebroso.
Era
quasi irriconoscibile.
-
Buon compleanno! - Disse prima di baciarlo.
Decisamente
un bel risveglio, si disse Stiles in paradiso.
Pochi
secondi prima di finire all'inferno.
Dopo
qualche lungo istante di teneri baci, Derek si separò, gli baciò la
punta del naso, la strofinò con la propria e poi accennando di nuovo
a quel sorriso morbido di prima, si alzò.
Stiles
chiuse gli occhi in attesa che tornasse.
Attese
qualcosa che non successe.
Capito
che si stava lavando e vestendo, Stiles si drizzò svelto sul letto e
lo fissò corrucciato convinto che scherzasse.
Vedendolo
tornare in camera vestito e pronto per uscire, non trattenne più
l'esclamazione del tutto spontanea:
-
Che fai?! - Derek lo guardò come se scherzasse.
-
Non è chiaro? Ho da fare! - Stiles sbuffò.
-
Come hai da fare?! E il mio regalo? - Era ovvio che intendeva 'la
loro prima volta'. Non Derek, ovviamente.
-
Il regalo di compleanno non si chiede, si aspetta! - Disse laconico
senza ammettere repliche.
Stiles
fece il broncio e respirò pesante come chi era del tutto contrario,
il compagno vedendolo lo derise.
-
Invece di crescere diventi più piccolo? - Stiles lo stava per
insultare ma lui fu più veloce ad andarsene come una folata di
vento, senza nemmeno dargli appuntamento per qualcos'altro. Tipo un
pranzo od una cena speciale!
-
Non ci posso credere! - Esclamò esterrefatto e scandalizzato. Eppure
Derek se ne era andato davvero piantandolo in asso nel suo letto,
nella sua camera. Che ormai era loro. Il giorno del suo compleanno.
“Vuole
prendermi di sorpresa. Vuole farlo quando non me lo aspetto. Mi
salterà addosso durante la giornata quando faccio qualcos'altro!
Bene, allora mi darò da fare per qualsiasi altra cosa! Ok!”
Con
questo uscì dalla voragine che gli si era aperta sotto ai piedi.
Sicuramente
era come diceva lui.
-
Ma cosa te lo fa pensare che sia quello il regalo? - Chiese Scott
mentre facevano la spesa per quella sera. Stiles doveva pranzare con
suo padre, ma siccome in due era deprimente e nessuno era stimolato a
cucinare qualcosa di speciale, avevano invitato anche Scott e sua
madre.
Sua
madre lavorava, il signor Stilinski era un pessimo cuoco, e comunque
lavorava anche lui. I due ragazzi dovevano pensare anche al pranzo.
Dopo
il pranzo avrebbero organizzato la serata per conto loro. Insomma,
sarebbero stati insieme tutto il giorno. Scott era come un fratello e
non voleva che Stiles nel giorno del suo compleanno si sentisse solo.
Per
questo Stiles gli aveva fatto il discorsetto. Che sicuramente ad un
certo punto si sarebbe fatto vivo Derek per saltargli addosso e
dargli il suo regalo.
La
prima cosa che gli aveva chiesto Scott era stata 'e ti deve saltare
addosso per dartelo?'
E
Stiles, con ferma convinzione, gli aveva detto 'sì certo, conosci i
suoi modi! Tu sparisci quando arriva!'
Così
Scott gli aveva logicamente chiesto di cosa si trattava e Stiles
glielo aveva detto trionfante più sicuro che mai.
Ed
ecco il 'cosa te lo fa pensare'.
Stiles
non demordeva.
-
Che altro potrebbe essere? -
-
Beh, ci sono un sacco di altre cose, Stiles... - Scott di fatto non
sapeva cosa gli avrebbe regalato, sapeva solo che cercava qualcosa.
-
Certo, ma lui non perde tempo a pensare e a cercare, sarà qualcosa
di veloce, pratico ed immediato. Fare sesso con me per la prima volta
gli risparmia tempo in ricerca e denaro per prendere qualcosa che
magari sbaglia a scegliere! - Stiles era certo di avere ragione.
Scott non poteva smentirlo, gli aveva suggerito qualcosa di
personale, quello lo sarebbe stato. Però non era sicuro che Derek
sarebbe venuto meno alle sue convinzioni di aspettare i diciotto anni
di Stiles.
Non
sapeva perchè aveva quella fissa, ma era comprensibile, dopotutto
lui aveva quei sei o sette anni più di Stiles. Farlo con un
minorenne, oltre che illegale, cosa di cui probabilmente Derek non si
era mai preoccupato, era poco stimolante.
Derek
era grande ma provava dei sentimenti per Stiles, non li aveva nemmeno
cercati, li aveva combattuti ma gli erano capitati fra capo e collo,
per cui erano autentici.
Però
giustamente degli ostacoli cerano. Come l'età.
“Che
poi che ci capisco, io? Magari a Derek piacciono i ragazzi che
sembrano ragazze, per questo gli sta bene Stiles che è più piccolo
di lui, è così magrolino ed ha il viso delicato. Certamente non
glielo chiederò mai!”
Scott
si soddisfò con quella personale ipotesi, poi scollegò il cervello
dall'argomento.
Parlare
di Stiles, di Derek e della loro prima volta insieme non era di certo
la fine del mondo. Non aveva niente contro i gay, specie perchè uno
era il suo migliore amico, ma pensare a come facevano sesso era
troppo.
Anche
perchè, stranamente, quando ci pensava gli veniva in mente Isaac per
qualche strana ragione.
Derek
comunque non si fece vivo per il resto della giornata, per due
motivi.
Doveva
recuperare il famoso regalo e doveva mettere in sicurezza il bosco,
si fece aiutare da Isaac il quale sapeva del branco di alpha. Non
voleva dire a Scott e Stiles del pericolo per tenerli fuori, erano un
problema suo. Non li voleva allarmare.
Era
questo che gli nascondeva con tanta cura.
Così
nel non potergli impedire di fare la loro solita notte in campeggio,
aveva deciso di ripulire la zona e stare con loro nel caso si fossero
fatti vivi.
Il
bosco sembrava sicuro quel giorno e Derek ci sperò, del resto per
impedirglielo doveva spiegare delle cose di cui non voleva parlare.
Quando
l'avrebbero saputo, se la sarebbero presa, ma nel frattempo andava
bene così.
Comunque
gli alpha non avevano fatto nulla per il momento, dovevano essere
arrivati ma teoricamente stavano nel loro, come che non avessero
intenzione di farsi avanti, non ancora.
Voleva
approfittare di quel periodo di pausa, sapeva che sarebbero venuti
all'attacco.
Doveva
anche capire che fine avessero fatto Erika e Boyd.
Tecnicamente
Stiles non aveva torto nel dire che loro se ne erano andati dal
branco per cercarne un altro, quindi c'era la possibilità che
fossero ormai per i fatti loro. Però aveva quella sensazione, lo
sentiva. Sentiva che non stavano bene.
Poteva
essere perchè erano entrati in un branco peggiore del suo o poteva
essere perchè erano stati presi.
Temeva
che ci fossero altri cacciatori in città visto che gli Argent si
erano ritirati.
Però
la paura più grande era che fossero intervenuti quel branco di
alpha. Se fossero stati loro, si sarebbero dovuti fare vivi con lui.
Perchè tenerli imprigionati senza avanzarsi con lui?
C'erano
ancora troppe incognite e Derek di tanto in tanto non sapeva dove
sbattere la testa, per cui si concedeva delle piccole pause, per così
chiamarle.
Davvero
piccole, in effetti.
Quella
era la prima da quando aveva capito che Erika e Boyd dovevano essere
in pericolo e che la questione 'branco di alpha' era molto più
incombente del previsto.
Ma
il compleanno di Stiles era importante.
Lo
era per Stiles. Si aspettava che facessero sesso, ma non se ne
parlava, ancora.
Non
era una questione d'attrazione perchè era piccolo o cose così,
Stiles ne era convinto ma sbagliava.
Era
semplicemente che voleva fare quelle cose con uno che sapesse davvero
quello che faceva.
Stiles
non era un bambino ma quasi, dopotutto era piccolo per molte cose e
grande per altre. Voleva che fosse più maturo, tutto lì.
Aveva
paura che facendolo si sarebbe unito troppo, non era sicuro di
potersi abbandonare a quella relazione. Si definiva il suo ragazzo,
ma non il suo compagno. Aveva il timore di rovinare tutto, di subire
un'altra cocente delusione, che tutto finisse, che si ferissero.
Voleva
che Stiles fosse più grande e più sicuro, più cosciente di quello
che facevano, voleva poter instaurare un rapporto serio e duraturo,
uno per sempre.
Sentiva
quel bisogno, quel desiderio adulto.
Non
glielo poteva spiegare, se ne vergognava e non pensava nemmeno di
esserne in grado senza deluderlo od essere frainteso.
Per
cui era meglio tenerlo fermo e aspettare, anche se a volte era
difficile, così difficile.
Però
era troppo importante, giorno dopo giorno lo era sempre di più.
Non
aveva mai sentito un senso si appartenenza più forte di quello. Si
sentiva di essere suo, come un lupo era di un branco. Era una
sensazione che capitava una volta su un milione, a loro. Inteso, nei
confronti di una persona semplice come un umano.
Ma
quella volta a Derek era successo.