CAPITOLO
XXXIV:
ESSERE
SICURI
Una
volta in tenda, Stiles si inginocchiò e prima di battere le ciglia,
Derek si ritrovò le sue mani attaccate alla cintura che cercava di
aprirla.
Dopo
un primo istante di 'STILES' che sembrava non portare a nulla, il
lupo riuscì a togliersi le sue mani di dosso e a bloccarlo a terra.
Infatti
con una mano gli teneva le mani sopra la testa e con l'altra
appoggiava la propria testa per stare all'incirca comodo in quella
strana posizione, sul fianco, di lato a Stiles.
Questi
si dimenava un po', ma poi si arrese e cominciò col broncio e la sua
aria da cucciolo implorante.
-
Ma dai, perchè fai così? - Derek sospirò.
-
Sei ubriaco, non lo farei mai così! - Lui e i suoi principi!
Stiles
accentuò il broncio e capriccioso replicò battendo il piede a
terra.
-
Sì, ma devi pagare pegno! - Derek, solo per distrarlo dalla
questione, gli ricordò anche il resto mancante.
-
Sì certo e tu devi rispondere alla mia domanda. Facciamo che
pareggiamo i conti piantandola e basta? - Sperava d'averlo convinto,
magari nella foschia dei suoi sensi ubriachi, gli dava retta.
Stiles
ci pensò, guardò in alto sul telo della tenda per poi tornare su di
lui con un sorriso furbo.
-
No, voglio fare entrambe! -
Derek
sospirò. Non era mai stato così incontrollato. Di solito non faceva
molto per frenarsi, però non era nemmeno tanto fissato col sesso.
Coi sensi a posto evitava di umiliarsi fino a quel punto.
-
Ucciderò Scott e la sua idea di farti ubriacare! - Stiles rise.
-
Non dirmi che non ti stai divertendo! - La sua risata fu forte e
contagiosa e fece rilassare Derek. Dopo tutto doveva ammettere che
era una bella notte.
-
Che pegno devo pagare? - Chiese per non rispondere.
Stiles
sgranò gli occhi allibito, sempre molto spontaneo.
-
Non era chiaro? Devi far sesso con me! - Derek capì che se voleva
uscirne in qualche modo, doveva usare il metodo Stiles, ovvero usare
il cervello.
Era
difficile per uno che usava sempre le maniere forti, ma quella volta
non aveva molta scelta.
Continuava
a tenergli i polsi fermi con una mano e a stare comunque comodo sul
fianco a guardarlo ridere di continuo, quando gli rispose con
acutezza sorprendente.
-
Il pegno deve essere una specie di tortura, fare sesso può mai
esserlo? - Furbo oltre ogni dire, in effetti. Stiles si spense, smise
di ridacchiare e si ripeté le sue parole nella testa un paio di
volte per capirle.
-
Ma allora tu mi stai dicendo che in realtà vuoi fare sesso con me? -
Chiese stupito combattendo disperatamente l'alcool che lo incasinava.
Un po' andava meglio di prima, ma ancora non riusciva a capire tutto
al cento percento.
-
Sì che voglio... solo che pretendo il momento giusto. Che tu sia
realmente pronto, che sappia quel che fai... che sia in te... - Non
voleva risultare eccessivamente melenso, però di fatto il suo tono
era più di uno che parlava con un bimbo, per cui risultò davvero
dolce, a modo suo. Anzi, morbido.
Stiles
parve calmarsi e intenerirsi per le sue parole che capì prima del
previsto e per il modo in cui gli parlava, sorrise estasiato,
stupito, e si ipnotizzò come al solito coi suoi occhi.
-
Sai, c'è una teoria secondo la quale uno può tornare sobrio
fissando negli occhi uno che già lo è... è come una specie di
ipnosi... - Come se la cosa c'entrasse. Stiles poteva approfittare e
continuare a parlare dell'argomento sollevato, ma non era del tutto
in sé per cui aveva seguito il pensiero del momento, sconnesso.
Derek,
preso in contropiede, preferì quel cambio di discorso e pensando che
si fosse calmato, gli lasciò i polsi.
Stiles
abbassò le braccia, ma non si riattivò, non cercò di violentarlo
come prima, rimase praticamente contro di lui, steso sulla schiena,
si guardavano da così vicino che pareva l'ipnosi fosse già
cominciata.
-
Ah sì? - Stiles annuì con un sorrisino strano, sempre senza mai
staccare gli occhi dai suoi.
-
Sì... -
-
E sta funzionando? - Chiese suadente ed effettivamente magnetico.
Stiles
non respirava più, il suo cuore batteva di nuovo velocissimo per
l'emozione di quel suo sguardo. Derek sentì il suo desiderio
crescere e si chiese se fosse pronto, dopotutto.
Annullò
la distanza breve delle loro labbra e si fuse a lui prendendosi la
sua bocca con una calma studiata. Il sapore d'alcool gli disse che
non poteva rischiare comunque, così si limitò a baciarlo e basta.
Si
separò e lo vide rimanere male nell'aspettare altro che
evidentemente non intendeva dargli.
Fece
il broncio e Derek sorrise divertito.
-
Non sei ancora in te. -
-
Se non ero ubriaco l'avresti fatto? - Chiese sorprendentemente
lucido.
Il
ragazzo non voleva peggiorare la situazione, ma non sapeva cosa
rispondere.
-
Non ero io a doverti fare una domanda? - Stiles se lo ricordò e si
lasciò distrarre perchè ancora la sua mente non era completamente
lucida.
Si
mise più comodo e incrociò le braccia al petto.
-
Avanti, spara. - Era molto curioso di sapere cosa gli voleva chiedere
e su due piedi Derek si rese conto di non sapere che cosa dirgli.
Si
perse brevemente nei suoi occhi grandi e curiosi, quel castano molto
caldo com'era Stiles stesso.
Gli
piacevano molto.
-
Vuoi fare sesso con me perchè sei un adolescente con gli ormoni a
palla e sei ossessionato dall'idea di essere vergine, oppure vuoi
davvero farlo con me perchè provi qualcosa? -
Stiles
rimase completamente spiazzato dalla sua domanda e si rese conto che
rispondere a quello richiedeva un dispendio neuronale non da poco,
qualcosa che ora non era in grado di controllare bene. Rischiava di
dire troppo.
Poi
capì che comunque a Derek poteva dire tutto o il rapporto non
sarebbe mai progredito.
Così
si decide a lasciar libera la propria bocca.
-
E' vero che sono un adolescente con gli ormoni a palla ossessionato
dall'essere vergine. Però è anche vero che ormai quello che provo
per te va ben oltre l'immaginato. - Si complimentò con sé stesso
per la risposta e pensò che potesse andare bene. Ma a Derek non
bastò ed infatti inarcò le sopracciglia per saperne di più.
-
Chiarisci. Perchè vuoi tanto farlo con me? - Stiles sospirò
spazientito e si alzò a sedere, da steso i fluidi corporei erano
troppo mescolati. Sul piano verticale gli parve andare meglio, anche
se la testa riprese a girargli. Derek si stese sulla schiena com'era
fino a qualche secondo prima Stiles, si mise le mani dietro la nuca e
si accomodò guardandolo dal basso. Stiles lo osservò ritenendolo
maledettamente sexy. Come si poteva non desiderare di saltargli
addosso?
Derek
non poteva capire quello che stimolava negli altri.
Quello
che stimolava in lui.
Poi
con un lampo di genio tipico suo, si rese conto che invece lo poteva
sentire.
Così
si sedette a cavalcioni su di lui con un atteggiamento più dominante
del suo solito, si tolse la maglietta e rimase solo seduto su di lui,
le mani abbandonate giù non lo toccavano. Si limitava a guardarlo da
quella posizione in alto e Derek abbassò le braccia e gli prese i
fianchi pronto a fermarlo se fosse servito.
-
Non riesci a sentire quello che provo? - Sì che lo percepiva.
Oltretutto i suoi sentimenti erano davvero molto forti. Erano più
che altro emozioni inequivocabili.
Si
strofinò le labbra. Lo voleva tantissimo in un modo sproporzionato,
ma cosa poteva fare giunto a quel punto?
Stiles
era ancora mezzo fuori di sé, non poteva approfittarne.
Voleva
legarsi indissolubilmente a lui solo quando sarebbe stato certo che
poi non sarebbe finita.
Perchè
non poteva sopportare l'idea che con lui non funzionasse.
Dentro
di sé era questo ciò che Derek pensava.
Mosse
i pollici sulla sua pelle liscia facendogli sentire che in realtà lo
voleva anche lui, ma visto che non parlava, Stiles si chinò,
appoggiò le mani ai lati del suo viso e avvicinò le labbra alle
sue.
Lo
voleva moltissimo anche lui ed era questa la verità.
Derek
poteva percepire perfettamente quel che provava Stiles, ma anche lui
lo desiderava con tanta intensità, però la paura che fosse
affrettato non gli permetteva di lasciarsi andare.
Frenarsi
ogni volta era una tortura che si auto imponeva come investimento per
il futuro.
Ma
di volta in volta era sempre più difficile.
-
Lo senti benissimo cosa provo... è per questo che lo voglio fare con
te... perchè sei tu. Non perchè sei qua. Capisci la differenza? -
Derek la capiva. - Non mi andrebbe bene uno qualunque. Voglio te. -
Era più che sufficiente.
Derek
aprì le labbra e lasciò che la sua lingua facesse capolino, voleva
farlo, Stiles lo desiderava intensamente. Perchè no?
Perchè?
Però
il sapore d'alcool che gli arrivò nella bocca, gli diede la
risposta.
Non
era sé stesso al cento percento.
Non
lo era.
E
voleva Stiles al cento percento. Voleva più sicurezza.
Così
lo baciò, risalì dai fianchi alle spalle e lo spinse perchè lo
sentiva strofinarglisi addosso.
-
Stiles... non ancora... - Stiles sospirò insofferente.
-
Perchè no? - Derek gli prese il viso e lo tenne fermo su di sé, gli
baciò ancora le labbra e rispose piano.
-
Perchè non è ancora il momento giusto. Ti devi fidare di me. -
Stiles sospirò insofferente. Se non si fidava, Derek l'avrebbe
probabilmente lasciato, o per lo meno questa era la sua paura.
Di
solito quello che chiedeva tempo era il più inesperto, era il
vergine che non se la sentiva di farlo. Ora era quello esperto a
chiederlo. Era una situazione molto strana.
-
Mi fido. - Mormorò Stiles bruciando per quell'ammissione. A volte
era come strapparsi un dente. Altre era liberatorio, m non era mai
scontato, per lui, dirlo.
Derek
si rilassò, gli piaceva che qualcuno si fidasse di lui.
-
E tu di me? - Chiese poi scendendo sul suo orecchio e lambendogli il
lobo con le labbra. Derek chiuse gli occhi a quei piccoli brividi che
cominciavano.
-
Lo sai... - Stiles sorrise.
-
Non è una risposta. Io ho detto che mi fido... - Scese sul collo e
glielo baciò leggero, umido. Derek trattenne il respiro. Le mani di
Stiles gli alzarono la maglietta carezzandogli il petto,
soffermandosi sui capezzoli. Altri brividi, altro piacere.
-
Mi fido, lo sai... sei l'unico che mi vede sempre nei miei momenti
peggiori... quando sto male... quando sono ferito o debole... -
Quella volta della pallottola avvelenata, l'altra in piscina dopo
l'attacco del kanima, alla stazione di polizia sempre dopo il graffio
avvelenato... per non dire quando suo zio l'aveva ferito a morte e
Derek era andato a curarsi da Stiles.
-
Allora se tu non vuoi che lo facciamo ancora, aspetterò che lo
vorrai. Per cui ora... - Disse il giovane scendendo a succhiargli i
capezzoli mentre le dita arrivavano ad aprirgli la cintura. Derek
trattenne il fiato. - Fidati di me... - Le labbra, la lingua scesero
ulteriormente. I jeans aperti. - Non farò niente che non vuoi. -
Derek voleva dirgli che in realtà voleva tutto, però la sua bocca
arrivata all'inguine gli spense la capacità di parlare e si godette
quelle meravigliose sensazioni della sua lingua sulla pelle
sensibile.
Alzò
la testa e lo vide sistemarsi fra le sue gambe, ma quando gli prese
l'erezione in mano ed iniziò a strofinarlo, Derek si abbandonò
chiudendo gli occhi e allargando le braccia.
Dimostrazione
di fiducia.
Beh,
ora gli avrebbe potuto fare qualunque cosa che non l'avrebbe fermato.
Peccato che Stiles era umano e non percepiva questi stati d'animo.
Stiles
alla mano aggiunse la lingua sulla punta e poi sulla lunghezza che
delineò con cura, dopo di che l'avvolse con la bocca ed in breve era
lì a succhiare e massaggiare fino a farlo crescere ed eccitare con
fin troppa facilità.
I
suoi sospiri riempirono la tenda, davano alla testa a Stiles ma ancor
di più fece lui che spingeva il bacino nella sua bocca come se
volesse possederlo.
Si
aprì i pantaloni e si occupò con la mano libera della propria
erezione, troppo eccitato per evitarlo.
Andò
in simbiosi con quel che gli stava facendo e tutto divenne presto
un'esplosione bollente. La nebbia lo avvolse completamente, il
piacere fu assoluto ed in un istante non fu più chiaro chi arrivò
prima al culmine, però nel giro di qualche istante erano entrambi
ansimanti uno sull'altro, sfiniti, accaldati e soddisfatti.
I
battiti impazziti, l'adrenalina che scorreva nelle vene e la voglia
di farne ancora ma la consapevolezza di non poterlo fare perchè poi
fermarsi sarebbe stato impossibile.
Stiles
stava per riprendere lo stesso, ma Derek lo prese in tempo e se lo
sistemò addosso facendoselo accoccolare sopra.
Per
una volta le posizioni furono invertite e Stiles accettò quello
strano ma piacevole cambio.
Il
suo cuore lo cullò così come le sue mani.
Si
sentiva desiderato, però sperava solo che si decidesse presto a
sbloccarsi.
Era
sicuro di essere pronto, ma non poteva fare passi falsi, perchè con
Derek non potevi. Non c'erano seconde occasioni.
Bisognava
giocarsela nel migliore dei modi. Esisteva una sola manche.
Stiles
nel sonno non aveva mosso un muscolo, era crollato come un morto
nella bara e aveva russato su Derek tutto il resto della notte.
Si
era svegliato per primo col bisogno di muoversi e magari andarsene a
riprendere coi propri doveri di capo branco, ma svegliare Stiles era
l'idea peggiore. Non che avesse riguardi, però si diceva di non
svegliare il cane che dormiva. Stiles era una volpe o uno scoiattolo,
però rendeva ugualmente l'idea.
E
poi era bello sentirlo addosso, raggomitolato, come se dopo aver
scalato una montagna con fatica e aver conquistato la vetta, fosse
crollato come un pero.
Sorridendo
consapevole di non essere visto, gli mise le mani sulla schiena e
carezzò leggero non potendo resistere.
Non
si definivano una coppia, non dicevano cosa provavano uno per
l'altro, però era chiaro che erano qualcosa di speciale e che
provavano dei sentimenti uno per l'altro.
L'avevano
ammesso, ma senza specificarlo.
Erano
entrambi restii e fino a che non si fossero decisi a parlarsi
chiaramente anche in quel senso, fino a che non sarebbero riusciti a
parlarsi apertamente e a dirselo, non potevano fare sesso.
Non
era una delicatezza per Stiles, era una munizione per sé stesso.
Era
stanco di cose occasionali, dopo Kate aveva giurato a sé stesso che
non sarebbe stato più così avventato da ragionare con gli ormoni.
Però innamorarsi era lo stesso così difficile.
O
forse fin troppo facile, ma comunque pericoloso.
Alla
fine Stiles venne richiamato da quelle piacevoli carezze che lo
ricoprirono di brividi lungo tutta la spina dorsale.
Mosse
il viso e strofinò il naso contro il suo collo in un gesto molto
animalesco che a Derek fece sorridere.
Poco
dopo, il ragazzo sopra alzò la testa svegliandosi sul serio. Cercò
subito il suo sguardo e appena lo trovò si rilassò. Per un momento
la paura di aver sognato di essersi addormentato su di lui l'aveva
agitato, ma ora era ancora lì.
Un
bel regalo, dopotutto.
-
Buongiorno... - Mormorò Derek piano osservando il suo visino
assonnato e gli occhi piccoli.
Stiles
fece un sorrisino timido e si mosse appena sopra si lui, sempre
comunque senza scendere.
Era
troppo bello stargli appollaiato sopra.
-
Buongiorno... - Sussurrò a sua volta incerto sul da farsi. Poi i
flash della sera precedente gli fecero ricordare la conversazione
profonda avuta ed il dubbio che i vuoti di memoria che aveva prima e
dopo il dialogo che ricordava, fossero essenziali allo stesso modo.
Così
corrugò la fronte e schietto come suo solito, chiese:
-
Mica ho cercato di violentarti... - era una specie di domanda
timorosa, Derek ridacchiò e malizioso rispose.
-
Oh puoi giurarci che hai cercato di farlo! - Stiles era contento che
ridacchiasse, ma non di sapere cosa aveva cercato di fare.
Che
degradazione, pensò nel panico.
-
Oddio... e ci sono riuscito? No, perchè ricordo solo cosa ci siamo
detti, ma non cosa ho fatto e se l'abbiamo fatto e non lo ricordo,
giuro che mi sparo! - Derek a quello non poté non ridere sul serio,
un bellissimo e meraviglioso modo di cominciare la giornata, pensò
Stiles meravigliato della sua reazione insolita.
-
No, tranquillo. Ci hai provato ma non ci sei riuscito. Potresti mai
riuscire a violentarmi? - Ovviamente glielo chiese con aria di
scherno, sminuendolo. Stiles voleva rimbrottargli contro che se
voleva poteva, ma sapeva che era stupido. Davvero nemmeno con impegno
ce l'avrebbe potuta fare.
-
No, ne dubito... - Ammise un po' deluso. Derek smise di ridere, ma
rimase sorridente sempre facendo splendere interiormente l'umore di
Stiles.
-
Ma ci hai provato strenuamente! - Non sapeva se poteva rincuorarlo,
però lo disse lo stesso e Stiles si imbarazzò, evento raro,
tornando a nascondere il viso nel suo petto, dove era rimasto per il
resto della notte.
-
Un giorno la vincerò... ma voglio almeno ricordarlo! - Derek
sogghignò.
-
Vedremo... - Ovviamente sperava che ce la facesse perchè ne aveva
una gran voglia, però voleva prima arrivare ad un punto più stabile
della loro relazione. Era troppo grande per giocare nell'incertezza e
rischiare di chiudere qualcosa su cui poi invece contava.
Dovevano
essere sulla stessa lunghezza d'onda e dopo quello che aveva passato,
era normale volerlo.
Stiles
non disse più nulla, ma rimase a godersi lui, le sue mani, le sue
braccia, la sua pelle, il suo respiro, i suoi battiti.
Una
delle mattine più belle.