CAPITOLO
XXXVI:
PROTEZIONE
VICENDEVOLE
-
Vuoi chiedere aiuto a Derek? Perchè?! - Chiese Stiles seccato. Scott
lo guardò come si poteva guardare un inetto.
Era
così ovvio!
-
Ha una triskele tatuata sulla schiena! Quindi deve esserci un modo
per farlo senza guarire, giusto? - Insomma, Scott non si reputava un
genio assoluto, ma a certi ragionamenti arrivava.
Stiles
lo fissò stupito del fatto che in alcuni mesi la sua crescita e
maturazione avesse raggiunto dei livelli così buoni.
Qualche
settimana fa, durante la fine dell'anno scolastico, si era rivelato
molto sveglio, ma adesso era davvero infallibile!
“Non
potrò più rigirarmelo a piacimento!”
Ora
era definitivo!
-
Sì, ma attualmente non ha le mani un tantino impegnate? - Fece poi
Stiles rassegnandosi a dire la verità. O per lo meno una parte.
Per
lo più era vero che Derek era impegnato con cose che lo
preoccupavano, di cui non sapeva nulla. Però c'era anche una puntina
di gelosia.
Negli
ultimi tempi Derek e Scott avevano legato molto, a volte aveva
l'impressione che fossero come fratelli e la cosa non gli faceva
piacere.
Non
perchè Derek era suo e cose simili, bensì perchè era lui il
fratello di Scott, non Derek!
Gelosia
inversa.
In
ogni caso cercava di fare quello che poteva per il suo ragazzo,
sapeva che era occupato e che forse in un pericolo prossimo
-trattandosi di lui era lecito pensarlo- però Derek gli aveva
chiesto esplicitamente di lasciarsi proteggere, standone fuori e
lasciandogli fare la 'cosa' da solo.
Così
gli aveva dato tregua, aveva smesso di indagare e non si era più
impicciato. Non era nemmeno tornato da Peter, pessima idea rivolgersi
a lui.
Cercava
di distrarlo quando stavano insieme, Derek tornava ogni sera e Stiles
cercava di divertirlo e riempirlo di altre inutili nozioni che
annoiavano il lupo.
In
segreto indagava sulla scomparsa di Erika e Boyd, coi suoi metodi da
hacker e futuro investigatore. Sperava di potergli essere utile, ma
ne dubitava.
Scott
si fermò con Stiles davanti ai manifesti dei due ormai ex compagni
di scuola, spariti da settimane. Tutta la contea li cercava senza
successo.
Doveva
ammettere che forse Derek aveva di meglio da fare che fargli un
tatuaggio.
Stiles
esultò fra sé e sé per essere riuscito in qualche modo a
preservare il suo ragazzo come questi faceva con lui, per cui quando
più tardi, al telefono con Scott, si sentì dire che in seguito ad
un'emergenza si dovevano trovare da Derek, Stiles non aveva reagito
bene, anzi.
Era
stato incredibilmente spontaneo.
Scott
era stato chiamato da sua madre, in ospedale, durante una lezione a
scuola. Isaac era arrivato in condizioni pietose ed aveva detto che
in assenza di Derek, poteva chiamare Scott, così lei aveva fatto.
Dopo
il suo arrivo c'era stata una lotta improvvisa fra lui e un lupo
alpha che voleva rapire Isaac.
Scott
l'aveva ovviamente impedito anche grazie all'arrivo provvidenziale di
Derek.
Dopo
di questo i due avevano portato Isaac, privo di sensi, nella sua
vecchia casa ancora più diroccata ed abbandonata. La tenuta bruciata
degli Hale.
Ora
Derek viveva in un nuovo rifugio, sempre in zona Stiles.
A
scuola quest'ultimo si era imbattuto in una situazione sovrannaturale
o per lo meno strana. Uno stormo di corvi si era abbattuto sull'aula
rompendo finestre ed avventandosi su tutti i presenti.
Stiles
aveva subito chiamato Scott appena l'attacco era cessato e questi
aveva osato dirgli che ne avrebbero parlato da Derek, che si
sarebbero trovati là.
L'esclamazione
spontanea e per nulla dolce di Stiles, fu:
-
A casa di Derek?! Che diavolo ci fai a... - Siccome il tono era di
uno che stava per attaccare con una sgridata da tre ore, Scott lo
aveva interrotto tagliando corto, con molta fretta:
-
Incontriamoci qui, ok? - Ed aveva riattaccato il telefono.
La
bile di Stiles si era rimescolata.
Perchè
se lui cercava di aiutare Derek senza aggiungergli pensieri ai molti
che già aveva, quell'altro gliene doveva per forza portare lo
stesso?
E
soprattutto perchè quei due finivano sempre per collaborare?
La
gelosia un po' per uno a quel punto era inevitabile.
Era
lui il fratello di Scott ed era lui il ragazzo di Derek.
Come
osavano escluderlo da qualcosa che facevano insieme?
Qualunque
essa fosse, lui doveva esserne per forza reso partecipe!
Era
la regola!
Fu
così che Stiles volò da Derek senza nemmeno farselo ripetere mezza
volta.
Quando
arrivò, Isaac era stato curato ed era in attesa di guarire, avevano
appena finito.
Stiles
arrivò tutto trafelato, non sapeva cosa fosse successo ai due ed era
innanzitutto preoccupato e poi seccato per essere stato messo da
parte, seppure per brevissimo tempo.
Derek
sbuffò vedendolo arrivare come un bufalo.
Perchè
doveva sempre arrivare quando c'era aria di guai?
-
Che è successo? - Chiese per prima cosa agitato, dimenticandosi di
cosa era capitato in aula da allarmarlo tanto.
Derek
scosse il capo e mise a posto le cose che aveva usato per curare
Isaac, steso privo di sensi sul tavolo, e Scott gli spiegò senza
andare troppo nei particolari.
-
Un branco nemico? - Chiese poi guardando Derek, ora sapeva qualcosa
di più di prima.
Derek
alzò gli occhi al cielo, esasperato. Come poteva proteggerlo se
faceva il ficcanaso?
-
E' un mio problema! L'ho detto a lui e l'ho detto mille volte a te!
Statene fuori! - Questo tuono era un ordine che indispettì Stiles,
però Scott, abile ad avere a che fare col suo migliore amico, seppe
gestirlo una volta di più e lo distrasse:
-
Che cosa è successo a te, invece? -
Allora
se ne ricordò e raccontò dell'assurdo attacco di uccelli.
-
Gli animali stanno impazzendo, anche l'altra sera il cervo che si è
schiantato contro l'auto di Lydia... e poi gli animali che si
suicidano o che diventano aggressivi quando non lo sono mai stati!
Qua sta succedendo qualcosa, me lo sento! - Il fatto che lui sentisse
spesso delle cose e che poi queste si rivelassero corrette, era
ancora una cosa che nessuno dei due ragazzi sempre con lui faceva
caso.
Stiles
si giustificava dicendo che era uno molto curioso che voleva sapere
quante più cose poteva, questo gli portava al cervello una serie di
informazioni che il suo inconscio rielaborava di nascosto e che poi
tirava fuori a tempo debito.
-
Di sicuro qualcosa succede... - Disse Scott riferendosi all'alpha che
aveva affrontato in ospedale.
-
Ma non sono affari vostri! - Ripeté Derek.
-
Anche gli animali impazziti non lo sono? Potevano farci veramente
male! E se la prossima volta sono bestie feroci? - Stiles non aveva
torto, come sempre, ma Derek scosse il capo e trovò un sistema per
distrarlo da quel discorso.
Non
sapeva se gli animali impazziti fossero elementi degni di nota e se
in quel caso c'entrassero col suo branco di alpha in città, però
era meglio distrarre Stiles da ogni pericolo possibile a prescindere.
-
Che favore dovevi chiedermi, Scott? - A questo il ragazzo si illuminò
per poi intimidirsi leggermente, era una cosa di cui un po' si
vergognava, ma che voleva comunque fare perchè ci teneva.
Stiles
voleva tornare a parlare delle cose più interessanti, ma quando il
suo amico disse la parola 'tatuaggio', capì che voleva che Derek gli
rifacesse quell'orrore che aveva tentato di farsi il giorno prima da
solo.
Non
gli piaceva per nulla, ma se lui ne era convinto...
Calò
una strana atmosfera quando Scott cominciò a parlare del tatuaggio
che voleva farsi e spiegò dei due segni tracciati sovrappensiero e
del desiderio di segnare una tappa importante a cui era arrivato dopo
molta fatica e sofferenza. Ovvero non sentire Allison nonostante
pensasse ancora tantissimo a lei.
Derek
si concentrò su di lui ed il tatuaggio e Stiles rimase in piedi
accanto a lui, seduti uno davanti all'altro a parlare di
quell'argomento che improvvisamente era diventato serio.
Non
voleva essere messo in parte da loro, cercava un po' di inserirsi
dicendo qualcosa di inadatto ed un po' li sorvegliava con le braccia
conserte, pronto a intromettersi di nuovo.
Alla
fine, all'apertura sincera di Scott sul suo dolore per Allison,
Stiles aveva lasciato perdere il sorvegliarli. Erano solo amici. Beh,
di questo ne era certo. Il fatto era che il loro rapporto non
toglieva niente a lui, né con uno né con l'altro.
Lui
era sempre la persona più vicina ad entrambi.
Era
lui che li capiva, li conosceva veramente, li sosteneva.
Derek
capì il discorso intimo di Scott e fu molto comprensivo.
Non
lo giudicò una stupidaggine da adolescenti anche se forse lo
pensava.
Allison
non era la sua vita, anche se per ora Scott lo pensava.
Però
non lo disse. Non disse nulla.
Lo
aiutò e lo accontentò decidendo di fargli il famoso tatuaggio sul
braccio.
Così
prendendo la fiamma ossidrica e preparandosi a farglielo, disse:
-
Sarà il dolore più forte che tu abbia mai sentito. - Al che Stiles
capì quanto inadatto a quella cosa fosse.
-
Ah fantastico! - Beh, potevano anche fare a meno della persona più
importante delle loro vite, si disse fra sé e sé mentre faceva per
andarsene veloce e terrorizzato come un'anguilla. Odiava vedere gli
altri soffrire, odiava quando si contorcevano e gridavano ed odiava
quando qualcosa faceva fisicamente male ad un altro.
-
Fallo! - Disse Scott convinto, tutto l'opposto di Stiles.
Derek
accese la fiamma e Stiles arrivò all'apice della sua agitazione.
-
Oh, wow! E'... è un po' troppo per me! -
Scott
lo guardò pensando di aver sentito male. Lui che si toglieva di
torno pensando di non essere adatto a qualcosa?
Che
storia era mai quella?
Però
non fece una piega se non quando Stiles fece per andarsene davvero
sfilandogli dietro la schiena.
-
Quindi... per me è ora di uscire... - Il lupo non voleva mettere in
mezzo Stiles nei discorsi pericolosi, ma quello non era pericoloso.
Al contrario, nel resto delle cose aveva piacere ad averlo intorno.
Il
fastidio che inizialmente gli provocava Stiles, ora era sempre meno,
anche se a volte lo urtava ancora perchè aveva un carattere davvero
snervante. Erano sempre diametralmente opposti uno all'altro.
Derek
lo obbligò alla propria volontà costringendolo a stare lì con lui,
infatti gli sbarrò la strada con il braccio e lo fermò con una mano
sul petto, spingendolo indietro e rimettendolo dove era prima, con
scarsa gentilezza.
-
Puoi aiutare a tenerlo fermo! - Che poi Stiles pensò, senza dirlo
per non imbarazzare Derek, che la forza di un umano contro un
licantropo preda del dolore più forte della sua vita, era ben poca
cosa. Tenerlo fermo lui? Che successo poteva avere?
Capì
subito che voleva solo rimanesse lì e basta, così il suo ego tornò
a posto, la gelosia sfumò del tutto e si piazzò dietro Scott
consapevole dell'inutilità delle proprie mani sulle sue spalle.
Derek,
prima di fare a Scott le bruciature per far riemergere il tatuaggio
fatto precedentemente, e poi cancellato dal proprio essere lupo,
guardò Stiles senza dire nulla.
“Lui
vuole stare qua, vuole fare tutto quello che facciamo noi e se non
può, vuole almeno partecipare. Se andava via ora poi avrebbe rotto
le palle in qualche modo. Molto meglio che stia qua e che pensi di
essere utile!”
Alla
fine si conoscevano vicendevolmente molto bene. Non aveva torto
nessuno dei due.
Era
sempre un fare qualcosa uno per l'altro, in qualche modo.
Logicamente
Scott si agitò tanto che fu come se Stiles non lo tenesse per nulla,
però ce la mise tutta lo stesso ed alla fine, per fortuna di tutti,
Scott svenne dal dolore.
Quando
Derek finì di tirargli fuori il segno tatuato sul braccio, lo lasciò
adagiato sulla sedia in attesa che si riprendesse e lì si concesse
un po' di tempo con Stiles.
Di
norma stavano insieme la notte, ma vederlo di giorno era un bel
regalo. Specie se era in fase carina e coccolosa. Fase rara.
La
fase carina e coccolosa era quella di quando voleva aiutarlo senza
seccarlo troppo.
Stiles
sapeva che stava passando qualche pericolo e sapeva che non poteva
metterlo in mezzo, visto che gli piaceva l'idea di essere protetto da
lui non insisteva. Però cercava di rendersi utile lo stesso come
poteva.
Di
solito lo rilassava e lo distraeva.
Per
cui in quel periodo che era così miracolosamente accomodante, decise
di sfruttare la cosa a suo favore.
Mise
giù l'attrezzo appena usato e sospirò pulendosi le mani, Stiles
lasciò Scott ed indietreggiò impressionato da quanto successo.
Odiava
certe scene.
-
Per fortuna, a momenti svenivo io! Cosa ti è saltato in mente di
farmi restare? Si agitava così tanto che non sono riuscito a
bloccarlo nemmeno un po'! Ero inutile! - Stiles cominciò a
lamentarsi e parve per niente intenzionato a smettere, si mise anche
a camminare nervoso per quello che un tempo era il salotto Hale.
Derek rimase seduto per un po' a fissare in alto.
Carino
e coccoloso quello?
E
quando mai?
Era
carino il fatto che cercasse di aiutarlo a modo suo, distraendolo
quando erano insieme e senza riempirlo più di domande su cosa
faceva, però lui di suo non era per niente carino, era solo
snervante!
Alla
fine capì che per farlo smettere c'era un solo classico sistema.
Arrivavano sempre a quello, ma se Stiles era così che ci poteva
fare?
Gli
piaceva, ma da lì a sopportare certe cose ne passava.
Così
si alzò dalla sedia, lo prese per il braccio, lo girò, gli prese il
viso fra le mani e lo baciò con impeto togliendogli il fiato.
Con
Scott ed Isaac lì svenuti non potevano certo fare altro, ma quello
se lo concessero.
L'unico
sistema per tappare la bocca a Stiles era baciarlo.
Questi
si zittì, resettò il cervello e la sola cosa che riuscì a produrre
fu la risposta al bacio.
Aprì
istintivamente le labbra e gli prese la maglietta attirandolo a sua
volta a sé, le mani di Derek scesero dal viso alle braccia e poi
alla vita, sempre tenendolo stretto.
Sempre
le loro labbra aperte ed unite. Sempre le lingue che si
intrecciavano, sempre i sapori confusi nella bocca uno dell'altro.
Quel
calore che sbaragliava ogni altro pensiero e preoccupazione.
Stiles
stava diventando la sua fonte di rilassamento primaria. Quando aveva
bisogno di distrarsi ormai c'era solo lui.
La
consapevolezza di quanto importante stesse diventando Stiles per lui,
fece scivolare la bocca di Derek sul suo collo per poi avvolgerlo in
un abbraccio che sorprese Stiles.
Sentì
improvviso tutto il suo bisogno di non pensare ai propri problemi, di
aggrapparsi alla sua ancora per trovare la forza di andare avanti.
Stiles
in silenzio non disse nulla, non parlò più dimostrando una
maturazione che fino a settimane prima non avrebbe mai avuto.
Dopotutto
tutti crescevano prima o poi. Derek lo realizzò in quel momento e
sempre in quel momento pensò che Stiles era pronto per fare l'amore
con lui.
Su
quel pensiero Scott si svegliò di soprassalto. Prima di girare lo
sguardo su di loro, si guardò il braccio col tatuaggio in mostra e
sorrise orgoglioso, solo dopo li vide in piedi uno accanto all'altro.
Separati in tempo.
Scott
sapeva tutto, ma farsi vedere in certi atteggiamenti non era proprio
la massima aspirazione di Derek. Già al compleanno di Stiles avevano
dato spettacolo. Una volta bastava e avanzava.
Quando
Scott chiese della porta dipinta solo da un lato, Stiles capì al
volo che doveva esserci un motivo grosso.
Lui
sapeva che Derek stava affrontando qualcosa, ma la voglia di sapere
cosa, era sempre grande.
A
parte questo c'era la paura.
La
paura che fosse troppo, per Derek da solo.
Non
lo poteva forzare a dirgli cosa era, ma se perfino Scott capiva che
c'era qualcosa di grosso sotto, ormai era impossibile da nascondere e
gestire.
Così
la sensazione di dover sapere cosa stava facendo Derek, tornò ad
esplodere in Stiles mentre Scott grattava via la vernice della porta
per vedere cosa aveva coperto.
Quella
sensazione divenne certezza quando Derek spiegò di cosa si trattava.
Sulla
porta, sotto la verniciatura di Derek, c'era un simbolo, il segno del
branco di Alpha che veniva lì per lui.
Derek
non aveva voluto metterli in mezzo, ma ormai non poteva più evitarlo
e forse un po' di sollievo lo sentiva, nel dirgli cosa si stava
preparando ad affrontare. Quale guerra.
Per
Stiles fu meno sollevante saperlo. Aveva voluto, ma ora che la verità
era lì si sentiva angosciato, schiacciato, terrorizzato. Non per sé
stesso, ma per Derek.
Un
branco di alpha gestiti da uno ancora più forte di tutti loro, che
voleva uccidere Derek?
E
lui come pensava di affrontarlo da solo?
Derek
sentì in un istante tutto il suo enorme botto emotivo mentre i suoi
occhi sconvolti, increduli e preoccupati lo guardavano sperando che
non fosse davvero così.
Sentì
le sue emozioni dentro contorcergli lo stomaco e si odiò perchè
invece lui stava meglio.
Condividere
un tale peso con le uniche due persone di cui si fidava davvero a
prescindere del legame di branco o lupi, era un sogno.
Però
di fatto aveva appena condannato entrambi, lo sapeva.
Stiles
non si sarebbe mai messo da parte per stare al sicuro.
I
suoi occhi grandi ed espressivi gliene diedero conferma. Una tragica
conferma.
Come
proteggerlo, ora?
Scott
riuscì a guardare Stiles con una chiara domanda scandalizzata nello
sguardo.
'Tu
lo sapevi e non mi hai detto niente?'
Era
lecito pensarlo visto che i due erano praticamente una coppia e che
Stiles aveva cercato di tenerlo stranamente lontano da Derek in quel
periodo, per non mettergli addosso altri pensieri.
Stiles
ricambiò lo sguardo con un altro eloquente.
'Non
sapevo tutto, ma non potevo dirti nulla.'
Derek
voleva stare solo con Stiles e rassicurarlo, dirgli che non gli
sarebbe successo niente, ma non sapeva che il suo pensiero maggiore
non era per sé stesso ma per lui.
Scott
non poteva capire come glielo avessero nascosto, ma prima di poter
fare delle piazzate Isaac si svegliò e li distrasse chiedendogli
della ragazza che l'aveva salvato.
Nessun
tempo per parlare, nessun tempo per sistemare cose in sospeso, nessun
tempo per spiegare.
In
effetti, di lì a breve, il tempo parve velocizzarsi vertiginosamente
fino quasi a sparire.
Le
cose accaddero sempre più in fretta fino a precipitare fuori dal
loro controllo. Un controllo che dopo tutto non c'era mai stato.
Isaac
era sfinito e venne portato nella nuova casa, se così si poteva
chiamare, di Derek dove vivevano insieme. Scott e Stiles tornarono in
ospedale a cercare la ragazza di cui parlava, ma non la trovarono.
Dopo
di questo Scott insistette per andare da loro a parlarne di persona e
mentre convenivano che c'era poco da fare se era scomparsa e al tempo
stesso venivano fuori dei dettagli sulla memoria perduta di Isaac e
sul sistema per sapere cosa gli era successo, Stiles fremeva per dire
di tutto a Derek e Scott per dirlo a Stiles.
Isaac
però era molto agitato da quanto gli era accaduto e dal fatto che
non ricordava niente, sapeva che era importante quello che aveva
visto, ma non gli tornava alla mente.
Così
Scott decise di discutere con Stiles dopo e si occupò dell'amico che
aveva bisogno di essere calmato.
Mentre
i due stavano nella camera di Isaac, Stiles si trascinò Derek nella
sua, chiuse la grande porta scorrevole e lo fissò battagliero per
nulla intimidito da lui. Come sempre. Non lo era mai stato, figurarsi
se cominciava ora.
Adesso
discuteva con lui alla pari, come se fosse un alpha a sua volta. Con
la stessa veemenza, sicurezza e accanimento.
Gli
puntò il dito contro e disse tutto quello che gli si agitava dentro
in stile bomba atomica.
Derek
in un primo momento rimase basito e non reagì subito.
-
Ti rendi conto di cosa mi nascondevi? Come potevi pensare di poterla
gestire da solo? Come potevi pensare che mi andasse bene vederti e
fare le nostre cose mentre tu di giorno scampavi all'inferno? Pensavi
di tenermelo nascosto per sempre? - Derek a quel punto ritrovò la
parola e si riaccese senza farsi mettere sotto, rispondendo a tono.
-
Sono affari da licantropi, Stiles! Sono cose troppo pericolose per
te! Era giustissimo tenertene fuori! -
-
Ma andiamo! Potevo ritrovarti morto da un momento all'altro! Quello
era giusto? - Ruggì Stiles allargando le braccia.
-
Ti ho detto che stava succedendo qualcosa che non ti potevo dire.
Sapevi che era grosso e serio ed hai capito che non dicendotelo
cercavo di proteggerti! Perchè adesso non ti sta più bene la cosa?
- Fece Derek artigliando le mani e domando a stento la voglia di
tirare fuori gli artigli. Lo irritava quando si comportava così.
Stiles non era scemo, perchè non capiva?
Lo
faceva per lui!
-
Perchè non pensavo ad una cosa di tale portata! Non un alpha, ma
tanti ti cercano! E sono tutti capitanati da uno ancora più forte! E
ti vogliono probabilmente morto! È un branco di alpha, possono
volere due cose se ti cercano. O farti fuori o nel loro branco! In
entrambi i casi è una catastrofe! - Derek scosse il capo girandosi
di schiena per camminare e sbollirsi, ancora non capiva.
-
Non capisco cosa diavolo puoi fare tu! Ora lo sai e cosa ti cambia?
Che sei preoccupato e che ti metterai in mezzo per aiutarmi a tutti i
costi! E magari finirai pure morto, perchè l'umano che si intromette
è sempre il primo a morire! Se io sono in pericolo, tu lo sei il
doppio! Ma tu questo non lo capisci! -
Stiles
si sentì schiaffeggiato da queste sue parole. Perchè al loro
interno c'erano un significato bellissimo.
Ma
come poteva non capire?
Stiles
con impeto gli prese il braccio, lo girò e gli prese il viso fra le
mani.
Poi
lo baciò.
Visto
che a parole non lo comprendeva, forse facendoglielo sentire
direttamente dentro era più facile.
Perchè
loro erano così. A parole erano un disastro, ma a fatti andava molto
meglio.
Le
sue labbra contro, premute con foga. Le mani che gli stringevano con
forza e bisogno il viso e lo tenevano a sé.
Ed
il suo cuore che batteva folle nel petto, il sangue scorreva caldo,
furiosamente.
Stava
per impazzire?
Derek
lo pensò.
Quel
che Stiles provava non aveva nome, era il sentimento più impetuoso
mai provato da essere umano.
Quando
si separarono erano calmi, ma gli occhi di Stiles brillavano ancora,
fiammeggianti, pieni di un fuoco sorprendente.
-
E tu capisci quanto conti per me? Non posso pensare di ritrovarti
morto così, di punto in bianco. Certo che non posso fare niente per
te, ma almeno se devo prepararmi al dolore più grande della mia
vita, lo devo sapere. Non avevo idea di che livello fosse quello che
stai passando. Non mi devi tenere fuori. Non puoi. Perchè se poi...
se poi succede ed io non so... - Non riuscì a finire la frase, ma fu
eloquente, Derek capì, sentì, e l'abbracciò con forza e sicurezza.
Gli nascose il viso contro il collo e tutto tornò al suo posto.
Ora
chi doveva sapere, sapeva. Stiles gli sarebbe stato vicino. Non era
facile gestirla, ma era sicuramente meglio di prima.
Ora
era meno solo.
-
Non posso fare promesse. Però farò di tutto per risolvere questo
casino nel migliore dei modi. - Il fatto che non prometteva di
rimanere vivo, fece stringere Stiles a Derek ancora di più.
Non
era facile.
Non
lo era per niente.
Però
sapere era un fattore essenziale per lui, era meglio conoscere i
fatti e cercare di prepararsi ad ogni evenienza e magari lottare
tutti insieme compatti, che vivere nell'ignoranza in attesa che
l'ignoto li colpisse un giorno.