CAPITOLO
IV:
PER
ESSERE COINVOLTO
Non
era strano succedesse qualcosa in quella piccola cittadina. Come non
lo era che in qualche modo tutto quello che accadeva di pericoloso e
sovrannaturale avesse sempre a che fare con qualcuno della scuola. O
che c'entrava con quei due.
Derek
decise di cavarsela da solo evitando di rompere le scatole a Scott e
Stiles. Non tanto per gentilezza quanto perchè era convinto che in
quel caso non sarebbero potuti essere utili.
Aveva
pensato molto a cosa fare con Stiles. Scoprirsi e dirgli che si
ricordava di quella notte era fuori discussione e vedendo come gli
eventi stavano procedendo, prendendo una piega sempre più
pericolosa, la scelta non era molto difficile alla fine.
Doveva
sistemare quella cosa.
Doveva
scoprire chi era questo Alpha che girava per la città e scoprire chi
aveva ammazzato sua sorella Laura. Ovviamente aveva sospetti, ma in
ogni caso aveva la sua vendetta da portare a termine.
Insomma,
c'erano molte cose pericolose che doveva fare e che non poteva
evitare. Non c'era un opzione di 'metti da parte e rifatti una vita'.
Non
per lui.
Stare
con Stiles quel poco di tempo l'aveva rincretinito, si era detto.
Pensare
a quella notte di sei anni prima, quando da solo si era ritrovato ad
affrontare una cosa così orribile, i sensi di colpa, l'odio per Kate
Argent che l'aveva ingannato seducendolo per poter mettere in
trappola la sua famiglia che poi aveva provveduto a bruciare.
Quella
notte per lui era stata atroce.
Derek
aveva accettato l'aiuto del vice sceriffo solo perchè era
vulnerabile ed aveva avuto bisogno di riflettere su cosa era successo
e su cosa fare. Laura era sparita e lui stava male.
Non
ricordava una notte peggiore di quella.
Ci
aveva provato ad andarsene, cancellare tutto, voltare pagina e
rifarsi una vita.
Era
finita con Laura morta a Beacon Hills e qualcuno che gli voleva far
fare la stessa fine.
C'era
solo una conclusione a tutta quella maledetta storia e prevedeva una
morte definitiva da parte di qualcuno.
Per
cui per Stiles non c'era spazio.
Oltretutto
era tutto troppo pericoloso per un umano semplice ed indifeso come
lui. Scott era un lupo, era stato tirato dentro da questo Alpha ed
ora poteva essergli utile. Ma Stiles no. Stiles non poteva
difendersi.
E
rischiava di diventare una distrazione. Di nuovo. Come una volta era
successo.
Così
quel giorno si mosse da solo per trovare le informazioni riguardo
l'incidente in città a cui aveva assistito, guarda caso, proprio
Jackson.
Senza
farsi il minimo problema si era recato a scuola e l'aveva cercato,
non si era preoccupato di nessuno, tanto meno di Scott e Stiles.
Era
andato negli spogliatoi di lacrosse dove Jackson si stava lavando,
gli aveva fatto il suo poco fine interrogatorio da cui non aveva
ricavato niente se non che il ragazzo era spaventato e se la poteva
far sotto da un momento all'altro, e poi se ne era andato.
Stava
per sparire veloce oltre il campo sportivo quando la sua voce
squillante e scontrosa lo fermò.
Decideva
di stargli alla larga e quello lo inseguiva?
Che
storia era questa?
Derek
si fermò al bordo e pensò, per una frazione di secondo, che Stiles
avesse trovato il cappellino e capito che era stato lui. Che avesse
capito che si ricordava.
Si
maledì seccato per quello stupido gesto di debolezza.
La
voglia di una vita normale, di una compagnia affettuosa, di qualche
sentimento era stata così forte, dopo la giornata passata con lui,
che aveva agito come uno stupido.
Ora
doveva fare quello che era giusto. Come al solito.
Naturalmente
aveva solo quei mezzi...
Derek
si voltò, percepì agitazione e attrazione, come di consueto. Ma
non emozione. Non quell'emozione bruciante che si sarebbe aspettato.
Quella
sera, quando Stiles gli aveva chiesto se ricordava di quella notte
insieme, Stiles era stato molto emozionato.
Adesso
era tutto come le altre volte, quindi con delusione dedusse che non
era per quello.
-
Non sono quelli i modi! - Esclamò seccato, in qualche modo trovava
sempre il modo di rimproverarlo. Per Derek era troppo.
Sbuffò
e scosse il capo tornando a dargli le spalle, riprendendo la sua
camminata sicura. Stiles lo rincorse e lo fermò mentre si
mimetizzavano dietro le scalinate più lontane dal resto
dell'edificio scolastico e degli spogliatoi stessi.
-
Derek! - Stiles gli prese il braccio e lo tirò, non aveva paura di
parlargli, di fermarlo, di toccarlo e di guardarlo negli occhi.
Era
il primo che era così. Specie il primo umano.
Derek
ne era sempre turbato da questo.
-
Che c'è?! - Brontolò scrollandosi la sua mano di dosso. Stiles fece
un piccolo broncio infastidito dal suo gesto poco gentile.
-
Non ho la lebbra! - Commentò sarcastico.
-
Mi fermi per dirmi che sei in salute? Sono contento per te, ora vado!
- Derek tornò a voltarsi, sapeva come essere stronzo e farsi odiare
e farsi odiare da lui era facile.
-
No, intelligente! - Ancora sarcasmo. Derek di suo non lo era molto,
aveva scarso senso dell'umorismo, però con Stiles gli usciva quel
suo lato.
-
Di sicuro più di te! -
-
Non devi fare così con loro, sono persone normali! Non otterrai mai
quello che vuoi se le spaventi a morte! La cosa può sconvolgerti, ma
è così! - Ecco la predica. Trovava sempre qualcosa da ridire.
Derek
sbuffò alzando gli occhi al cielo.
-
Sono i soli modi che ho! Essere gentile sono inutili perdite di
tempo! Voi potete fare gli amici per ottenere ciò che volete! Io no!
- Spiegò stizzito. Voleva andarsene, ma una volta agganciati i suoi
occhi fiammeggianti che come al solito lo sfidavano a fargli
qualcosa, sia di bello che di brutto, non seppe muoversi.
Dopotutto
gli piaceva farsi fissare così da lui, sentirsi desiderato. Era il
solo che lo desiderasse ed era come una piccola cura. Era
innegabilmente piacevole, anche se pericoloso.
-
Perchè non chiedi a noi allora? - Derek aggrottò la fronte
incredulo che lo avesse detto.
-
Pensavo non voleste più avere a che fare con me! Specie tu! Non hai
detto che mi odi e cose simili? - Stiels ricordò il modo in cui si
erano lasciati. Con Derek che gli diceva che non erano affari suoi e
che si portava via Scott.
Un'ondata
incontrollata di gelosia lo investì inevitabilmente e Derek fece un
sorrisino strafottente odioso.
-
Però se vieni a scuola mia e cominci a spaventare a morte tutti i
miei compagni c'è solo una soluzione! Lascia fare a noi piuttosto
che fare altri danni! -
Era
perfettamente logico. Così tanto che Derek rise sempre odiosamente
prendendolo in giro.
Si
rese conto che lo prendeva in giro quando se lo ritrovò davanti a
pochi centimetri, il proprio cuore di nuovo impossibile da non
sentire. Era assordante anche per lui stesso.
-
Sei molto contorto. Se vuoi chiedermi di coinvolgerti nei miei affari
basta dirlo. - Stiles cercò disperatamente una risposta che non lo
facesse apparire come un idiota come già si sentiva.
-
Perchè, mi coinvolgeresti? -
Derek
alzò le spalle e si fece duro.
-
No! - E Stiles subì un duro colpo nel sentirlo. Lo sapeva lo stesso,
però sentirlo era diverso. Gli bruciava.
-
E allora di cosa diavolo stiamo parlando?! -
-
Non lo so, dimmelo tu! Sei tu che mi hai fermato! Io me ne stavo
andando. - Derek era il re delle provocazioni... e con lui andava
sempre a segno.
Stiles
si sentì sedotto da lui e sperò che lo toccasse. Desiderava un
contatto. Lo desiderava profondamente.
-
Non tornare a scuola per spaventare a morte gente con cui noi abbiamo
a che fare! -
-
Io devo sapere cosa è successo stanotte e lui era lì ed ha visto! -
Stiles
sospirò tornando a concentrarsi sul discorso, evitando gli occhi di
Derek così intensi, belli e tremendi.
Così
selvaggi.
-
C'era anche Lydia. - Disse piano.
-
E cosa dovrei fare con lei? - Chiese istintivo Derek. Stiles sospirò
e in quello gli respirò sulle lebbra. L'altro ebbe l'istinto di
baciarlo, ma si trattenne.
-
Chiederlo a lei? -
-
Vuoi che lo faccia? Guarda che lo farò a modo mio! - Stiles imprecò
allargando le braccia esasperato, aveva voglia di ucciderlo.
-
E andiamo, chiedilo a me! -
Derek
fece un sorrisino decisamente malizioso e lui per poco non si sentì
le ginocchia piegare.
-
Vuoi per forza collaborare, eh? -
Si
sentiva imprigionato anche se non lo stava toccando. Si sentiva con
le spalle al muro e scoperto, era tremendo ma dopotutto non così
male.
-
No però voglio evitare che peggiori la situazione. - Era meglio
farlo apparire come un gesto auto conservatore piuttosto che come uno
gentile e basta.
Derek
si stranì della sua voglia di aiutarlo, però pensò che fosse
sempre perchè sperava che lo baciasse. Sentiva la sua grande voglia
di farlo e dopotutto non era un'idea malvagia.
Ma
non poteva perché poi non si sarebbe fermato.
-
Senti Stiles. Fa come ti pare. - Così mosse un passo indietro
allontanandosi da lui. Il più giovane si sentì mutilato e sentì
l'istinto di rifare il passo verso di lui, ma si costrinse a
fermarsi.
-
Vedo cosa posso fare, non tornare da loro! Otterrò di sicuro di più!
- Derek voleva ridergli in faccia, ma sapeva che probabilmente aveva
ragione. Era a quello che serviva avere collaboratori.
Pensò
a lui come ad un collaboratore, ma scosse il capo, era troppo
pericoloso per lui che non era un lupo.
Assurdamente
gli venne in mente la figura dell'emissario.
Poteva
avere senso, ma sicuramente lo sarebbe potuto essere di Scott. Non
certo suo.
Ad
ogni modo non c'era un vero rapporto, a volte collaboravano, tutto
lì. Era quasi un caso.
Obiettivamente
cosa li legava, a parte l'attrazione di quel ragazzino nei suoi
confronti? La stessa voglia di insultarsi a vicenda, una voglia
istintiva.
Stiles
cercava di essere coinvolto in quegli affari pericolosi, affari
sempre di Derek in qualche modo, non solo per attrazione. A tal
proposito stava anche tormentando il povero Danny per sapere se lo
trovava attraente in quanto l'amico era gay. Per Stiles era un punto
di partenza per stabilire la propria sessualità. Per il resto era
curioso, adorava il mistero e le cose inspiegabili. Soprattutto
odiava essere escluso da qualcosa che usciva dalle righe.
Derek
se ne andò senza dire nulla e il giovane ne rimase chiaramente
deluso.
Il
lupo non voleva coinvolgerlo anche se sapeva bene che tenerlo lontano
da misteri e pericoli era praticamente impossibile. Se poi questi
coincidevano con 'gli affari' di Derek, era un'impresa persa in
partenza.
Stiles
era una falena e Derek il fuoco.
Non
era proprio indifferente alle ragazze, vedere Lydia strafatta di
tranquillante stesa mezza nuda sul letto che lo toccava sulle gambe,
fu illuminante per Stiles.
Gli
piacevano anche le ragazze, insomma non era rimasto totalmente
indifferente. Poteva avere ancora speranze. Lydia gli piaceva da
sempre, era la ragazza più bella e popolare, era ovvio desiderare di
diventare il suo ragazzo.
Solo
che col tempo era diventato più un sogno, un miraggio, una specie di
sacra sindone. Non un vero e proprio desiderio effettivo.
Ora
il suo desiderio stava diventando sempre più Derek e la cosa lo
infastidiva a morte perchè per lui non esisteva niente e nessuno,
non lo considerava nemmeno come possibile aiutante. Essere un
aiutante sarebbe stato comunque umiliante.
Per
Scott lui era essenziale, per Derek a quanto pareva no.
Per
Derek era essenziale Scott.
Si
oscurò a quel pensiero realizzando che cercava sempre e solo il suo
migliore amico, che lo stava addestrando, che gli aveva chiesto di
aiutarlo.
A
lui, non a Stiles.
Era
inaccettabile.
Però
era così, per Derek, Stiles era inutile... voleva farlo ricredere.
Fra Scott e Stiles era Stiles la mente, quello che tirava fuori i
piani. Scott era il braccio, quello che eseguiva. Il più delle volte
senza di lui Scott non sopravviveva.
Stiles
doveva sentirsi importante come chiunque altro, però nel caso di
Derek era diverso.
Non
riusciva a districarsi bene.
Uscì
dalla camera di Lydia pensando che forse era solo una questione
ormonale.
Era
un adolescente che pensava di continuo al sesso e che ne era così
ossessionato che cominciava ad andargli bene chiunque.
Anche
se poi non era proprio corretto.
Con
Scott non gli interessava farlo. Con Danny nemmeno. Con Jackson tanto
meno.
Erano
tutti bei ragazzi.
E
le ragazze?
Allison,
al di là del fatto che era di Scott, non lo stimolava in quel senso.
Lydia
sì ma lei era stato il suo pensiero fisso da una vita, era più che
altro un'abitudine, in effetti.
Era
un'ossessione.
Ora,
però, l'ossessione stava diventando Derek.
Per
quale motivo?
Era
per quello che si chiedeva di continuo se fosse gay e la prendeva
alla larga?
Stiles
si ritrovò a casa da solo, Scott non rispondeva al telefono e lui
aveva un enorme bisogno di parlare.
Aveva
anche trovato una piccola registrazione casuale fatta da Lydia col
suo telefono dove riprendeva il lupo mannaro uscire dal negozio dopo
averlo distrutto.
Ma
i lupi mannari non si trasformavano del tutto come quello. E non era
nemmeno un vero e proprio lupo.
Qualunque
cosa fosse, non aveva idea di che cosa fosse.
-
Cosa dovrei farci ora con questo? Scott non viene, io ho bisogno di
parlare con lui anche di quello che mi sta succedendo e lui è con la
sua Allison! -
-
Non farla tanto lunga e dimmi cosa hai trovato! - La voce brusca e
sgarbata di Derek lo fece sobbalzare sulla sedia e girare, le gambe
per un momento gli divennero così molli che non riuscì ad alzarsi,
così decise di rimanere seduto.
Derek
era lì alla finestra, accucciato come un lupo in procinto di
saltargli addosso.
“Magari
lo facesse!”
Pensò
senza il minimo controllo del suo cervello.
-
Sei sicuro che non leggi precisamente nel pensiero? - Chiese Stiles
sospettoso dopo aver sentito il proprio stesso pensiero.
Derek
lo ignorò e scese dal balcone, una volta dentro si avvicinò e
Stiles pensò a due cose: allontanarsi o avvicinarsi. Rimase fermo e
l'altro lo notò. Aveva sempre una lotta opposta interiore, alla fine
vinceva il desiderio di rimanere e approfondire.
Stiles
voleva quello. Approfondire con lui, ma era pericoloso.
-
Allora?! - Chiese impaziente. Stiles sospirò rendendosi conto che
non voleva niente altro che informazioni. Non gli importava nulla di
lui e con delusione gli alzò il telefono di Lydia, che le aveva
preso quando si era addormentata, e gli fece vedere il piccolo pezzo
di video registrato del licantropo.
-
Hai mai visto niente di simile? - Derek lo scrutò attento e
corrucciato. Difficile dirlo se l'avesse già visto o meno, di sicuro
era preoccupato.
Stiles
capì che al di là di tutto, le cose si stavano facendo sempre più
serie...
-
Dove diavolo è Scott? - Chiese senza rispondere alla sua domanda,
come se Stiles non avesse nemmeno parlato.
“Continua
ad ignorarmi e a volere solo Scott! Dannazione!”
Derek
sentì il fastidio di Stiles, ma non gli importava tradurlo.
-
Non lo so, non è venuto a lezione, non risponde ai miei sms, il
telefono è spento e non ho idea di dove sia! Ho bisogno di
parlargli, devo dirgli un sacco di cose anche personali e lui... -
Derek smise di ascoltare al 'non lo so'.
-
Sarà con quella... - Disse seccato. Stiles lo fissò astioso.
-
Mi dispiace, dovrai fare senza di lui anche tu come faccio io! Da
quando lo addestri lui non c'è mai per me! Devo trattenerlo a forza!
-
Il
ragazzo in piedi che se ne stava per andare, fu colpito dalla gelosia
di Stiles come un pugno allo stomaco, si fermò e si girò
guardandolo scettico.
-
Per te è meglio così, credimi! -
-
Cosa, stare solo? A te piace? - Stiles quando era arrabbiato, specie
se geloso, non rifletteva molto e finiva facilmente per dire cose che
potevano ferire. Non c'era da stupirsene.
Derek
non ci rimase molto male, era abituato a quel trattamento.
-
Stare lontano da questi casini! Dovresti uscirne e farti un'altra
vita, tu che puoi! - Stiles allora si alzò furioso gesticolando ed
andandogli davanti.
-
Un'altra vita?! Stai scherzando? E che vita pensi che possa farmi ora
che so di tutto questo? Scott era la mia vita, è come un fratello e
se non gli sto dietro sai quante volte si caccia nei guai? Specie
per colpa tua! Come posso uscirne sapendo quello che sta succedendo
realmente, come potrebbe finire lui, come... - Stava per dire 'come
potresti finire tu', ma si fermò in tempo. Il cuore divenne una
canzone di guerra indiana fatta di tamburi impazziti, Derek per un
momento pensò di mettergli un silenziatore, ma poi si rese conto che
erano i suoi sentimenti.
Stiles
stava perdendo il controllo, era troppo coinvolto e la cosa che non
gli piaceva era che non poteva difendersi da solo. Non poteva.
Derek
voleva evitare che gli succedesse qualcosa, non voleva avere un altro
sulla coscienza, un umano indifeso come lui.
Lui
era spesso utile, era utile in modo diverso da Scott, in effetti i
due erano una buona squadra. Sentirlo parlare in quel modo del suo
amico gli avrebbe dato fastidio se non avesse sentito chiaramente che
parlava di lui come di un fratello.
-
Devi trovare il modo di uscirne o sarai tu quello a finire male.
Scott fa fatica a salvare sé stesso, non potrà esserci sempre per
te. Vedi oggi... - Stiles si indurì a quel discorso e lo guardò con
disprezzo.
-
Oggi è con Allison, non è impegnato a salvarsi la pelle! E poi
davvero credi che io non serva a nulla? Davvero credi che non l'abbia
mai aiutato, che io non sia mai stato importante per lui? - C'era da
chiedersi di cosa stessero parlando in realtà, ma Derek lo capiva da
solo, Stiles non l'avrebbe comunque ammesso. A quel punto il più
grande scosse il capo distogliendo gli occhi dai suoi, erano
magnetici a modo loro. Lo sguardo gli cadde sul cappellino
abbandonato sulla scrivania. L'aveva visto, l'aveva trovato e non
aveva detto nulla.
Non
sapeva che glielo aveva preso lui quella notte di sei anni fa?
Derek
pensò che fosse meglio così, dopotutto.
Era
già troppo coinvolto così, se avesse saputo che si ricordava, il
legame sarebbe stato troppo forte. Voleva solo che si proteggesse da
solo e c'era un unico modo. Spezzare tutti i coinvolgimenti che aveva
con lui e con Scott. Forse con Scott sarebbe stato impossibile, ma
con lui no. Con lui poteva farla finita.
-
Se continui così finirai per farti uccidere! Stanne fuori e ti
salverai! -
'Stai
fuori dalla mia vita.'
Stiles
lesse il sottinteso e ci rimase male, gli occhi gli divennero lucidi
e scosse il capo senza saper cosa dire, quando Derek si voltò e
saltò fuori dalla finestra senza aggiungere altro, Stiles disse
piano e sottovoce sapendo che l'avrebbe sentito lo stesso.
-
Ormai è tardi per uscirne. -
Non
lo poteva più controllare, non ne era più capace e faceva male
sapere che Derek non voleva saperne di lui in nessun modo. Faceva
malissimo.
Rimasto
solo, Stiles cancellò il video dal telefono di Lydia. Ormai Derek
l'aveva visto e Scott poteva restarsene con la sua Allison.
Raccontargli
di ciò che provava per Derek, cosa che non aveva idea di come
interpretare, sarebbe stato imbarazzante, fra l'altro.
Derek,
sentendo le sue parole, fece un piccolo sorriso.
Dopotutto
era bello sapere che non ne poteva più uscire. Egoistico, ma bello.
Non lo poteva certo negare.