CAPITOLO
XLIX:
DI
NUOVO A BEACON HILLS
La
prima cosa che Derek fece appena messo piede a Beacon Hills, dopo
essere tornato al proprio loft per mettere giù le proprie cose che
comunque erano poche e non si notavano, fu andare da Stiles.
Controllò
soddisfatto l'ora e con altrettanta soddisfazione si rese conto che
il suo tempismo era perfetto, perchè Stiels aveva giusto appena
finito la scuola.
Amava
le entrate ad effetto, amava fare le sorprese ed amava sentirsi
sempre più rinascere. C'era ancora quel vecchio Derek, quel Derek
che era stato un tempo, prima di Paige.
Non
era proprio così, anche perchè ora era cresciuto e aveva delle
esperienze a carico che gli impedivano di essere quell'adolescente
spensierato ed incosciente, però era contento. Si sentiva libero per
la prima volta, libero di essere chi voleva, libero di fare ciò che
voleva. Leggero.
L'avere
la benedizione di sua madre l'aveva reso tale, l'aveva
tranquillizzato ed aveva reso possibile l'innesco di quel nuovo sé
stesso.
Riprese
la propria auto che aveva lasciato al sicuro vicino al loft, al
coperto. L'aveva sistemata e rimessa in moto, poi con quell'euforia
che cresceva sempre più facendolo sentire quasi idiota, si avviò a
scuola da Stiles. Intendeva rapirlo e non perdere nemmeno un secondo.
Quello
scemo gli era mancato più di quanto avesse potuto immaginare e si
stava rendendo conto di quanto davvero solo ora, ora che lo stava per
rivedere.
Si
appostò in una zona strategica, scese e si mise dietro l'angolo che
sapeva svoltava sempre per andare alla sua jeep.
Sapeva
come fare per non farsi vedere da nessuno.
Aveva
un'idea sua delle entrate ad effetto, per ora voleva farne una solo
per Stiles.
Quando
lo percepì, chiuse un attimo gli occhi preso dall'emozione che lo
fece sentire se possibile ancora più stupido.
Era
il suo Stiles.
Aspirò
il suo odore e l'emozione fu troppo grande per percepire qualcosa di
strano.
Ancora
la nogitsune non aveva fatto eccessiva pressione in Stiles, seppure
si fosse riattivata con l'incidente alla centrale elettrica del
giorno prima.
Era
intelligente, sapeva aspettare il momento giusto.
Quando
svoltò l'angolo cercando le chiavi della jeep, Stiles venne
afferrato da Derek che lo prese per il colletto della maglia e lo
spinse con violenza contro il muro, al riparo da occhi indiscreti.
Gli tappò subito la bocca facendogli credere di essere aggredito.
Quella
era la loro mossa.
La
prima volta che l'aveva baciato... ed anche un paio di quelle
successive, l'aveva afferrato e sbattuto in quella maniera.
Contava
su quel tipo di entrata ad effetto.
Sentì
Stiles in un primo momento gelarsi dal terrore per poi bloccarsi
nell'insolita quanto mai assurda speranza che quel gesto gli
ricordasse proprio Derek perchè in effetti fosse lui.
Il
lupo percepì i suoi giri mentali seppure non leggesse nel pensiero e
non si stupì, aveva sperato che facesse istintivamente il
collegamento.
Quando
lo mise a fuoco, lo sentì avvampare ed emozionarsi al punto che gli
occhi gli divennero lucidi. I suoi adorabili occhi grandissimi e così
espressivi.
Derek
sorrise sadicamente soddisfatto e gli lasciò la bocca... l'istante
successivo Stiles gliela stava premendo contro la propria.
Non
il tempo di dire il suo nome, non un saluto, nemmeno un piccolo
litigio.
Subito
un bacio. Pericoloso in quel posto, ma comprensibile.
A
Derek piacque la sua intraprendenza e pensò che come sempre era
incosciente.
Accettò
di gran lunga il bacio, quanto l'aveva voluto, quanto gli era
mancato.
Mano
a mano che i minuti passavano, sentiva quella mancanza sempre più
grande ed ora era lì con lui, aveva colmato ogni cosa.
Ora
era tutto a posto. Ogni tassello, ogni sofferenza, ogni impazienza,
ogni dubbio.
Tutto
spazzato via da sua madre e da quel consenso.
Smise
di tenerlo per il colletto e scese alla sua vita stringendolo a sé,
Stiles gli circondò il collo con le braccia e aderì il corpo al suo
schiacciandoglisi contro con tutto sé stesso. Le bocche si fusero,
presero i rispettivi respiri, bevvero i loro sapori e le lingue
divennero un tutt'uno in un turbine che sarebbe anche potuto essere
infinito.
Per
Stiles fu la prima sensazione veramente, ma veramente bella e
rilassante.
Fu
come se mollasse le redini di schianto, redini che cercava di tenere
con una disperazione totale.
Lasciò
tutto e si diede a lui bagnandosi in quella meravigliosa felicità
meritata.
In
quel momento entrambi ci credettero. Che potevano godersela, che era
tutto superato, che niente li avrebbe turbati, che potevano viversi
una vita normale insieme. Credettero a quella felicità incontaminata
che provavano, consapevoli di ciò che sentivano e sicuri che niente
l'avrebbe potuto spezzare.
Dopo
il bacio, le fronti appoggiate, le labbra così vicine, i respiri
affannati, i corpi caldi, il desiderio in mezzo a quella sete di
gioia, sete di bersi.
Si
guardarono, i cuori impazziti, si stringevano ancora.
-
Sapevo saresti tornato, hai visto che avevo ragione? - Disse
vittorioso e con voce ancora tremolante dall'emozione. Derek sorrise
ironico, ma anche lui comunque emozionato.
-
Per una volta ho pensato che potevo dartela vinta! - Stiles sorrise
calmandosi.
-
Dì piuttosto che non potevi vivere senza di me e che ti mancavo...
perchè so che è così! - Certo che era così, ma Derek non glielo
avrebbe mai detto.
-
Ho solo capito che posso essere più utile qua che a distanza
oceanica. - Concluse secco. Stiles lo guardò capendo molto bene che
aveva semplicemente ragione lui.
-
Che poi è quello che ti dicevo io prima che tu partissi. - Derek
tornò alla sua solita voglia di ucciderlo e alzando gli occhi al
cielo, separandosi da lui, disse esasperato.
-
Questa sensazione non mi mancava affatto! -
-
I battibecchi? -
-
No, la voglia di tagliarti la gola coi denti! - Anche questa era una
delle loro frasi.
Stiles
riconobbe anche quello e sorridendo soddisfatto lo prese per il
braccio e lo tirò velocemente alla propria auto ignorando quella di
Derek, che poi era parcheggiata vicino alla sua.
Passandoci
accanto, Stiles la guardò sbrigativo.
-
Sei assurdo. - Derek salì con lui lasciandolo fare perchè in realtà
anche quella era una delle loro cose. Stiles che guidava e lui seduto
accanto che si lasciava portare.
-
Perchè? - Chiese indispettito. Ovviamente anche quelle erano cose
loro.
-
Perchè dopo una macchina super sportiva ti sei preso una come la
mia! - Derek non avvampò, non sarebbe stato da lui, ma si imbarazzò
ed ovviamente gli colpì la fronte sul volante... sempre cose loro!
Stiles
si lamentò e massaggiandosi si lagnò sui suoi metodi sempre
immutati, Derek dovette sorbirselo per un paio di isolati, solo
quando lo vide deviare da casa sua ed andare in camporella smisero.
-
Seriamente? Perchè qua e non a casa tua? - Chiese polemico Derek.
Stiles alzò gli occhi al cielo stufo.
-
Perchè poi ti devo riportare a scuola che hai lì la macchina! Che
faccio, avanti ed indietro come un'idiota? Qua è più vicino! -
Derek allora lo guardò truce ed allibito insieme.
-
Fammi capire, la prima cosa che fai quando mi vedi dopo settimane che
non ci vediamo, dopo avermi baciato, è andare nel bosco a far sesso
in auto? - Non che avesse molto tatto nel dire le cose, ma dopotutto
era Derek.
Stiles
si fermò in un posto perfetto, isolato e tranquillo e spostò
all'indietro il sedile abbassandolo, alzò le braccia dietro la nuca
e si mise comodo con un sorrisino malizioso e addirittura obliquo.
-
Beh... visto che non vuoi... tu cosa vorresti fare dopo settimane che
non ci vediamo? - Derek lo guardò contrariato e seccato, voleva
litigare, rimproverarlo e dirgli di tutto, ma quando lo guardò bene
si mandò al diavolo.
Lui,
il suo viso dai lineamenti morbidi, così piacevole da guardare. I
capelli gli erano cresciuti ancora un po' e gli stavano davvero bene,
era fisicamente maturato, si era fatto molto più interessante. Era
sicuramente anche sviluppato meglio.
Nel
complesso sarebbe stato più bello dell'ultima volta, farlo con lui.
Ovviamente
Derek non poteva che pensare a questo. Inteso. Il Derek in astinenza.
Così
si mandò al diavolo, mandò anch'egli il sedile indietro
abbassandolo, si tolse la maglia e rimanendo a torso nudo, lo sentì
trattenere il fiato dal desiderio e dalla meraviglia. Com'era
spontaneo... Derek sogghignò per poi chinarsi su di lui a baciarlo.
Stiles
tornò a respirare e vittorioso sorrise sulla sua bocca mentre si
spostava di posizione salendogli sopra a cavalcioni.
Era
la prima volta in macchina, era scomodo, ma ce l'avrebbero fatta.
Insomma,
era molto più importante avere la loro meritata seconda volta.
Una
volta che fosse meno drammatica della precedente.
Sistematosi
sopra di lui, Stiles smise di baciarlo per togliersi la maglia, Derek
lo aiutò e mentre percorreva la sua pelle con le dita, il desiderio
crebbe diventando sempre più incombente.
Si
sentiva fremere fino alla follia, si sentiva morire mentre il suo
corpo gli si strofinava sopra, mentre lui stesso se lo strofinava.
Fortunatamente la jeep era abbastanza grande e spaziosa e Stiles non
era poi così grande fisicamente da non potersi sollevare e spostare
il necessario per infilare la mano nei pantaloni.
Derek
sentì che glielo prendeva in mano e chiuse gli occhi abbandonando la
testa all'indietro, in un'espressione di puro piacere. Schiuse la
bocca e lasciò liberi anche dei sospiri mentre allargava le braccia
per lasciargli tutto lo spazio necessario.
Stiles
vedendolo così disposto e bisognoso, spostò le labbra sul suo collo
dove succhiò scendendo sulla clavicola. Percorse con la lingua
diversi punti della parte superiore del suo petto, mentre la mano si
muoveva sulla sua erezione più velocemente. Quando Derek si sentì
vicino all'orgasmo, gli afferrò la mano e lo fermò. Non ci poteva
credere di essere già al punto. Non poteva avere un bisogno tale da
non sapersi godere di più quel momento a lungo desiderato.
Eppure
il punto era quello. L'aveva desiderato fino all'inverosimile, gli
era mancato troppo ed ora era un bisogno fisico e mentale, quasi da
starci male. Non lo potevi controllare, non lo potevi gestire, quando
provavi una cosa simile.
Derek
ci provò, ma senza riuscirci, quindi subito prese il sopravvento e
gli aprì i pantaloni scivolando lui stesso in basso nel sedile.
Mordendosi il labbro impaziente, ordinò sbrigativo.
-
Togliti tutto! - Stiles, eccitato da quel tono di comando come non
pensava avrebbe potuto sentirsi, tornò nell'altro sedile per
eseguire e quando si fu tolto tutto quel che gli rimaneva addosso,
vide che anche Derek si era abbassato e liberato il necessario quel
che indossava. Quindi se lo riprese e sistemò sopra a cavalcioni,
come prima.
Ottenne
libero accesso ai suoi glutei che stimolò con le dita infilandovisi,
visto che entrava a fatica perchè dopo la prima volta non l'avevano
rifatto, le lubrificò con la saliva. Se le leccò e gliele rimise
dentro. Ripeté l'operazione e la seconda volta Stiles, eccitato,
volle lubrificargliele lui. Finirono per leccarle insieme,
sconfinando spesso in tutt'altro, mescolando i rispettivi sapori in
un gesto erotico. Poi Derek tornò a penetrarlo con le dita,
preparandolo con più serietà, mentre le loro bocche proseguivano il
bacio, unendosi e fondendosi. Stiles si muoveva lentamente e sinuoso
aiutandolo nella preparazione, era estremamente piacevole avere le
sue dita dentro. Non smetteva di baciarlo. Derek lo trovò
particolarmente sensuale come non pensava sarebbe mai potuto essere.
Pensò
quasi che non fosse lui.
Si
muoveva in un modo che... sembrava sapesse cosa faceva. Forse lo
sapeva, veniva spontaneo muoversi in un certo modo mentre si faceva
sesso.
Scacciò
tutto quando Stiles sul suo orecchio mormorò:
-
Sono pronto, entra ti prego... sto morendo... - Questo funse da
miccia per Derek che, come non aspettasse altro, già al limite
massimo, se lo prese per i fianchi e se lo posizionò al meglio sopra
di sé. Il ragazzo si tenne con una mano alla portiera e con l'altra
al volante dietro di sé. Si alzò e si lasciò indirizzare dal
compagno in modo da sedersi esattamente sulla sua erezione eccitata.
In un primo momento si bloccò tendendo ogni muscolo, strinse gli
occhi in un'espressione di dolore. Derek lo fermò aspettando si
abituasse e quando lo vide aprire gli occhi e annuire, continuò ad
adagiarselo sopra, mentre lentamente lo sentiva mollare sempre più.
Così
Stiles lasciò il volante e si chinò su di lui prendendosi alla sue
spalle, cominciò a muoversi aiutato da Derek, gli sfiorò le labbra
ricordandosi che erano lì insieme e si guardarono. Per un momento,
mentre uno muoveva l'altro sopra di sé, si guardarono e si persero
in quello che era il desiderio massimo uno dell'altro. Che non era
fare l'amore, ma sentirsi in profondità al punto da non potersi più
sciogliere.
Quella
sensazione che avevano solo nel guardarsi negli occhi mentre si
sentivano totalmente uno nell'altro.
Stiles
provò un gran male, ma non fu come la volta precedente, perchè si
abituò prima e meglio, fu più sopportabile e si concentrò sul suo
viso che, al contrario, godeva molto.
Derek
tornò a chiudere gli occhi, ogni tanto li riapriva, si incontravano,
ma l'espressione che aveva il lupo era la cosa più erotica che
Stiles avesse mai visto.
La
sua pelle leggermente imperlata di sudore, le labbra aperte, così
ben disegnate, gli occhi semi chiusi, la testa all'indietro.
Stiles
ogni tanto lo baciava, ogni tanto gliele succhiava, poi si
abbandonava all'indietro, si inarcava tutto e affondando le unghie
nelle sue spalle, si muoveva su di lui ondulando il proprio corpo
affusolato, lasciandosi andare come su una barca in un mare in
tempesta.
Gli
occhi chiusi a sua volta, la testa all'indietro e poi di nuovo in
avanti, giù su Derek.
Sentendolo
sempre più dentro, sempre più suo.
Quella
posizione più congegnale gli permise, una volta che Derek riuscì a
penetrarlo fino in fondo, di sentire alla fine un piacere diverso,
nuovo.
Aprì
gli occhi e mantenendo quella posizione, si portò tutto all'indietro
e spingendo con una mano sul tetto dell'auto, si mosse con più foga,
sempre più erotico. Aveva trovato il suo punto di massimo godimento,
un punto che solo gli uomini potevano trovare e solo in certe
posizioni.
Stiles
si trovò a muoversi con foga su Derek e a gemere più forte, questo
ovviamente portò Derek allo stesso stato e le loro voci insieme si
unirono, mentre gli occhi del lupo diventavano azzurro brillante ed i
sensi impazzivano fondendosi con quelli di Stiles, finendo per
provare esattamente quello che provava lui.
Un
piacere doppio ed intenso, un calore fortissimo e poi fu come se
l'elettricità li attraversasse.
In
quel momento, un momento brevissimo di distacco per il piacere
assoluto, un istante di totale comunione uno con l'altro, Derek vide
dell'insolita ombra. Una nube scura.
Il
turbamento durò il tempo di un battito, poi si rilassò tornando
dopo l'orgasmo avuto con Stiles.
Lo
sollevò per uscire da lui, poi se lo adagiò sopra, prese la giacca
che si era tolto e gliela mise sulla schiena mentre gli si
accoccolava sopra, rimanendo a cavalcioni su di lui, sfinito ma
felice.
Catturarono
quella sensazione stringendosi uno all'altro e con gli sguardi persi,
senza vedere ciò che c'era davvero, pensarono solo a quanto ora
stavano bene. Quanto tutto andasse alla perfezione. Pensarono che da
ora sarebbe potuto andare solo che bene.
Ne
erano certi.
-
Mi mancava casa... la famiglia... - Mormorò Derek ammettendo quello
che prima non avrebbe mai e poi mai voluto dire. Stiles sorrise
sapendo che era così.
-
Eravamo qua ad aspettarti. - Perchè ormai Derek era della loro
famiglia e da lì non si poteva scappare più. Non ora che anche
Derek stesso si era deciso ad accettarlo.
-
E mi mancavi tu. - Anche questo poté dirlo perchè avevano appena
fatto l'amore e gli ormoni in circolo lo rendeva molto più disposto
a quel tipo di apertura positiva e piacevole. Stiles si godette anche
quello che equivaleva ad un suo rarissimo 'ti amo'.
-
Anche tu. Ma sapevo che saresti tornato. - Derek non disse altro e
dopo un po' di silenzio Stiles attaccò con le sue solite domande a
cui l'altro rispose a monosillabi e solo perchè era lui ed avevano
appena fatto l'amore.
Alla
fine Stiles riuscì a farsi dire che cosa era successo in quel
periodo di separazione e lui gli spiegò di Kira, di Barrows e dello
strano incidente alla centrale elettrica.
-
Credo che anche lei sia qualcosa, ma ormai non riesco a stupirmi di
nulla... - Concluse lui stesso.
Derek
fece un'espressione stranita, ma non commentò quello che per lui non
era un evento da digerire certo con tanta facilità.
-
Dovevi starci lontano, poteva essere pericoloso. Scott è un
licantropo, tu no! - Non avrebbe mai smesso di dirlo e Stiles avrebbe
sorriso soddisfatto tutte le volte.
-
E farti smettere di dire cose tanto carine? - Derek gli diede un
pizzicotto e Stiles squittì perchè i suoi pizzicotti non erano
piacevoli come quelli delle persone normali.
Così
massaggiandosi la chiappa, si alzò e vedendo il sacchetto di dolci
che si era preso per la questione di 'dolcetto e scherzetto' di
quella notte, lo prese, si tirò su e cominciò a mangiarne un paio
rimanendo tranquillamente nudo su Derek che lo fissava incredulo di
quanta confidenza ormai avesse. Era meglio così. Sapere che c'era
qualcuno a cui non faceva paura era bello. Però era meglio fossero
pochi, quelli che non ne avevano, perchè in generale gli piaceva
incutere timore negli altri.
Stavano
per attaccare in uno dei loro soliti battibecchi quando Scott chiamò
Stiles al telefono dicendogli che aveva urgente bisogno di lui per
una cosa che riguardava Kira ed il suo telefono trattenuto in
centrale.
-
Scott, non indovinerai mai... - Derek gli tappò la bocca
immediatamente, così Scott gli disse che era urgente e che doveva
sbrigarsi, poi mise giù.
Stiles,
una volta messo via il telefono e sceso da lui per rivestirsi, lo
guardò senza capire.
-
Ma che hai? Scott sarà felice di rivederti! - Derek inarcò le
sopracciglia cercando di sembrare naturale.
-
Volevo salutarlo di persona! - A questa contorta rivelazione, Stiles
si illuminò mettendosi a ridere.
-
Ho capito, vuoi fargli una sorpresa con una delle tue entrate ad
effetto! L'ho sempre detto io che in realtà sei un narcisista! -
Derek
tornò al solito impulso di torturarlo, ma si limitò ad uno sguardo
assassino che per contro lo fece ridere ancora di più.
Stiles
ormai era felice e quando era così non c'era niente in grado di
calmarlo.
-
Non gli dirò che ci sei, allora... stasera ci sarà una festa a cui
vedrò di portarlo, così potrai fare il tuo ingresso trionfale! -
Derek lo guardò come se fosse impazzito mentre Stiles ripartiva ed
andava a lasciarlo all'auto.
-
Sei scemo? Odio le feste! -
Stiles
si rese conto che non gli aveva detto che la festa era a casa sua e
che quindi era obbligato ad andarci. Realizzò anche che se glielo
avesse detto, avrebbe mandato tutto a monte ed ormai era un peccato.
Poi
capì anche che avrebbero litigato se gli avesse detto che aveva dato
lui le chiavi di casa ai gemelli, perchè era il solo ad averle.
“Mi
farà certamente fuori, per cui è meglio tardare il doloroso
momento!”
Così,
con gran faccia tosta, disse sorridendo.
-
Allora te lo porterò a casa quando abbiamo finito, ok? -
-
E con che scusa? -
-
Beh, troverò qualcosa! -
“Che
poi la sorpresa gliela faremo noi a Derek e non lui a Scott... ma
questo è un altro paio di maniche!”
Quando
arrivarono a scuola, ormai deserta, Stiles prima di farlo andare via
gli lanciò il sacchetto dei dolcetti.
-
Che diavolo me ne faccio? - Disse brusco Derek guardandolo mentre
tirava fuori le chiavi.
-
Sono dei dolcetti Derek, cosa ci vuoi fare? Mangiali! -
Derek
sospirò seccato.
-
Sto andando a prendere qualcosa da mangiare che sia più nutriente di
dolcetti... - Disse senza troppi complimenti. Stiles pensò che era
sempre il solito ingrato, quindi rispose offeso.
-
In questo caso puoi usarli quando i bambini mascherati verranno a
chiederti dolcetto o scherzetto! - Derek lo fissò come fosse matto.
Solite cose loro anche quelle.
-
Cos'è che dovrei fare io? - Chiese incredulo. Stiles scosse il capo
sospirando.
-
Sei un caso disperato! È Halloween! C'è dolcetto o scherzetto! I
bambini in maschera passano e tu devi dare loro il dolcetto! - Derek
lo guardò torvo. Non aveva mai fatto quelle cavolate.
-
E non posso fare lo scherzo? - Stiles decise che non meritasse
nemmeno una risposta e lasciandogli il sacchetto che vide mettere
dentro l'auto, se ne andò.
Svolto
con successo anche la seconda missione di Scott pro Kira, riuscì a
trascinarlo alla festa organizzata dai gemelli a casa di Derek.
Arrivato sotto casa si sorprese nel non vedere la sua auto.
“Se
la festa è ancora in corso significa che non è arrivato, meglio
così!”
Pensò
convincendo Scott e Kira ad entrare un po'.
Sarebbe
stato puro suicidio, ma intanto si sarebbe divertito a vedere la sua
faccia furiosa nel vedere la sua casa invasa da un'orda di liceali.
Degno
di Stiles, insomma.
Una
volta dentro fu baciato sulla guancia da Caithlin, la ragazza che
aveva incontrato nel bosco durante le vicende del darach. La sua
ragazza era stata uccisa perchè vergine.
Stiles
rimase sorpreso e da sorpresa nacque come sempre curiosità.
Quella
era lesbica, se lo ricordava bene!
Allora
non era solo lesbica?
Senza
rifletterci la seguì con l'insano istinto di impicciarsi dei fatti
suoi e chiederglielo, poi finì per farsi risucchiare nel
divertimento che comunque, doveva ammetterlo, c'era eccome.
La
musica tecno era bellissima, quella sera, e i gemelli avevano
studiato un sistema fantastico per i colori fluo, quindi in pratica
erano tutti fluorescenti se coperti da sostanze chimiche particolari.
Insomma,
era in generale un gran bell'effetto, non era stato mai ad una festa
simile e si stava divertendo più di quanto avesse pensato.
Ritrovata
Caithlin l'avvicinò e a quel punto in un attimo si trovò a ballare
con lei che comunque era ubriaca, pareva aver superato la morte della
sua ragazza.
Poco
dopo si trovò a baciarla quasi senza rendersene conto, beh, in
effetti essendo stata lei a prendere l'iniziativa fu normale per lui
ritrovarsi con la bocca aperta e la faccia ebete.
La
prima cosa che gli venne in mente non fu Derek, non era abituato a
considerarsi impegnato. La prima cosa fu
“Ma
non è lesbica?!”
Così
la conversazione immediatamente successiva, quando Stiles si ricordò
di dover interrompere il bacio, fu:
-
Credevo ti piacessero le ragazze! -
-
Mi piacciono! E a te? - Stiles rispose subito perchè a certe domande
bisognava rispondere subito o erano guai.
-
Assolutamente! -
-
Bene! -
-
Quindi ti piacciono anche i ragazzi! - Domanda retorica.
-
Decisamente! E a te? - Stiles a questo non poté rispondere perchè
non era ancora pronto a dirlo apertamente, per cui la piccola
esitazione gli fece pensare a Derek e ricordarsi che se fosse tornato
in quel momento sarebbero stati guai, Caithlin tornò a baciarlo.
“Beh,
se torna proprio ora gliela faccio io la sorpresa! Chissà come
reagirebbe... magari mi fa una bella piazzata davanti a tutti!”
Soliti
pensieri incoscienti alla Stiles che non possedeva lo spirito di auto
conservazione!
Però
questo pensiero fu a sua volta surclassato da qualcos'altro che lo
tormentava da tutta la giornata.
La
chiave che si era misteriosamente trovato nell'armadietto e che non
sapeva cosa apriva.
Proprio
parlando con la ragazza aveva appena scoperto per caso che reagiva ad
una sostanza chimica e la sua mente si era attivata con un campanello
d'allarme. Seppure con del sorprendente ritardo rispetto al suo
solito.
Quella
sensazione, la sensazione che aveva di solito quando era vicino alla
soluzione di un enigma importante. Era quasi un'urgenza interiore,
non sapeva descriverla. Ma era un istinto indomabile, non riusciva a
contrastare il bisogno di seguire gli indizi che lo portavano poi a
trovare delle risposte.
E
al momento scoprire che chiave era quella e perchè ce l'aveva lui,
era troppo, troppo importante.
Così
dopo aver scoperto che la chiave reagiva alle luci speciali perchè
era entrata in contatto con delle sostanze chimiche, Stiles realizzò
che doveva per forza essere la chiave dell'aula di chimica... che lui
non avrebbe dovuto avere.
Non
poteva essere, si disse sentendo come un ronzio inquietante dentro la
testa.
Non
poteva.
Capendo
che doveva assolutamente accertarsene, prese e lasciò tutti lì
correndo a scuola, dimenticando della magnifica sorpresa a Derek,
dimenticando Scott, dimenticando tutto.
Al
momento un terribile sospetto gli si stava formando e non ci voleva
credere.
Perchè
lui aveva le chiavi dell'aula dove Barrows, il pazzo criminale che
aveva cercato di uccidere Kira, aveva trovato il messaggio cifrato
sulla lavagna? Il messaggio che gli aveva indicato chi uccidere la
ragazza?
Come
diavolo potevano essere quelle?
Terrorizzato
dall'idea di saperlo, non poté al tempo stesso fare a meno di
correre incontro a quelle risposte. Risposte che sapeva, si sentiva
dentro, non gli sarebbero per niente piaciute.