CAPITOLO
V:
VERSO
LA PRESA DI COSCIENZA
La
gelosia di Stiles crebbe al punto che si oppose con molta fermezza ai
metodi di Derek per addestrare Scott, si prodigò con molto impegno
per trovare soluzioni alternative per riuscire a fare ciò che il suo
amico voleva. In realtà poteva benissimo lasciare che Derek gli
insegnasse a modo suo, erano licantropi, che se la vedessero loro!
No,
era questione di principio, per Stiles.
C'erano
sempre alternative, si diceva. Anche se poi non era così.
Alla
fine comunque le trovava e non erano dei cattivi risultati.
Il
fatto era che Stiles si impegnava tanto per evitare che i due
passassero troppo tempo insieme da soli.
Lo
urtava profondamente che Scott potesse stare tanto con Derek e lui,
invece, fosse rifiutato.
'Stanne
fuori.' Gli diceva. Come se fosse facile!
Stiles
non voleva starne fuori, poteva ovviamente. Ma non voleva.
I
momenti in cui si incrociavano, Stiles contrastava sempre fortemente
Derek, gli dava contro qualunque cosa l'altro dicesse o facesse fino
ad esasperarlo. Derek poi non aveva particolare pazienza.
Era
solo un modo per fargliela pagare. Come osava non accettarlo? Come
osava evitarlo e cercare solo Scott?
Il
minimo era rendergli la vita un po' difficile quando si incontravano.
Che poi non riteneva di arrecargli chissà quale danno enorme.
Tanto
più che poi si limitava a qualche battuta sarcastica, com'era nel
suo stile... gli piaceva quando poi Derek gli rispondeva a tono, era
estremamente soddisfacente sentire la sua voce che si rivolgeva a lui
nello specifico per dirgli qualcosa di cattivo. Era il meglio che
poteva pretendere.
Stiles
cercava di combattere quello che provava per Derek a modo suo. Un po'
concentrandosi sul grande amore impossibile per Lydia, un po'
impegnandosi per odiarlo.
Il
risultato, comunque, per quante maschere si mettesse addosso,
rimaneva sempre lo stesso.
Appena
era solo pensava a lui e al suo splendido corpo, il suo splendido
viso ed i suoi splendidi occhi.
E
ancora si chiedeva se fosse gay.
Per
Derek era diverso.
Derek
voleva che Stiles facesse parte della sua vita, potendo scegliere
avrebbe cancellato tutte le colpe ed i motivi di vendetta ed avrebbe
accettato la sua compagnia già sei anni fa.
Ora
trovava conferma nel fatto che, a modo loro, si divertivano insieme.
Per essere uno abituato ad odiare, spaventare e ringhiare, mettersi a
rispondere ironico a tono ad un altro equivaleva a divertimento, per
lui.
Rimbeccarlo
fino ad avere l'ultima parola e poi farlo tacere in qualche modo, era
piacevole.
Lo
era sentire quanto, nonostante le enormi fatiche di Stiles, ancora lo
desiderava.
Era
un gioco pericoloso, ma fino a che non si toccavano e non
approfondivano, poteva funzionare.
Non
doveva rafforzare il legame, era così che lo proteggeva.
Quella
sera, Stiles scoprì cosa significava davvero la morte.
Un
senso di definitivo, così definitivo ed eterno, così netto, così
tragico che quando vide l'Alpha trapassare Derek con gli artigli e
scagliarlo lontano, pensò che dovesse per forza essere morto.
Non
ci fu tempo per rifletterci sul momento.
Scappò
e si mise in salvo con Scott all'interno della scuola.
Solo
una volta lì a tenere chiusa la porta, lo realizzò quanto
definitivo ed intransigente fosse il concetto della morte.
Il
cuore si era fermato, non andava velocissimo nel petto. Forse era
morto anche lui.
Stiles
per un momento si paralizzò letteralmente per capirlo.
Non
si muoveva, il corpo, i polmoni, il cuore, il cervello. In lui era
tutto fermo.
Derek
era morto?
Derek
era veramente morto?
-
Dobbiamo bloccare la porta in qualche modo! - Sentì la voce di Scott
ragionare per priorità. Dovevano mettersi in salvo.
Stiles
non sapeva cosa doveva fare, voleva correre fuori a vedere se Derek
fosse ancora vivo, se si muovesse. Voleva capire se fosse morto.
Voleva capire se anche lui stesse morendo. Di cosa?
Paura?
Infarto? Shock?
Stiles
si alzò e guardò fuori dal vetro e vide le grandi cesoie in acciaio
con cui aveva aperto il lucchetto della porta. Scott capì cosa
voleva fare e cercò di fermarlo dicendo che era troppo pericoloso,
fuori c'era l'alpha pronto a sbranarli.
Ma
non udì oltre le sue parole ed i suoi divieti, Stiles, l'umano
fragile e vulnerabile della situazione, colui che teoricamente doveva
evitare colpi di testa incoscienti, uscì dalla porta proprio in quel
momento per andare a prendere le tenaglie.
Cosa
diavolo gli era saltato in mente?
Rischiare
così proprio lui?!
Stiles
le prese e si fermò cercando verso Derek, non riusciva a vederlo da
lì. Strinse gli occhi frenetico sperando di intravederlo mentre si
rialzava, ma non lo vedeva, era buio e da lì non c'era buona
visuale.
A
quel punto il cuore corse come un matto, tornò a battere.
Se
non vedeva niente poteva essersi alzato ed essersene andato.
La
sua mente dal quoziente intellettivo sopra la media, gli riportò
quel concetto logico e basilare e lo salvò dal blackout più
pericoloso della sua vita.
Scott
lo chiamò quando l'alpha lo notò e Stiles corse dentro bloccando la
porta prima che la bestia lo raggiungesse.
Aveva
di nuovo il cuore a mille ed il fiatone. Riusciva a pensare e
ragionare di nuovo, si muoveva, ce la poteva fare.
“E'
vivo. Deve essere vivo. Si è nascosto per rigenerarsi. Non è
morto!”
Sentirsi
stupidi per pensieri simili al momento non era importante.
Adesso
poteva trovare un modo per uscire vivo da lì.
Stiles
era rimasto sconvolto dal modo in cui Scott era riuscito a dare la
colpa a Derek di tutto.
Certamente
non voleva insospettire Allison, Jackson e Lydia finiti anche loro lì
braccati dall'alpha, però avrebbe potuto dire che non sapeva chi li
inseguiva cercando di ucciderli. Invece aveva detto che era Derek il
killer.
Nel
panico aveva detto la prima cosa che gli era venuta in mente, specie
perchè Scott l'aveva creduto morto. Se era morto non importava.
Stiles
divenne matto, per un secondo.
La
voglia di picchiare il suo migliore amico raggiunse livelli
stratosferici, ma visto che non poteva farlo con Scott, lo fece con
Jackson usando una scusa qualunque che nemmeno sapeva bene.
Gli
diede sorprendentemente un pugno sconvolgendo tutti per questo atto
suicida, ma ne uscì vivo perchè al momento c'erano altre priorità.
Stiles
era furioso con Scott, ma poi lo vide nel panico che cercava di
salvare tutti e soprattutto i rapporti. Non era facile sistemare una
situazione simile.
Alla
fine decise che non poteva dargli effettive colpe, anche se l'idea di
far di Derek un capro espiatorio gli mise la nausea.
Forse
se lo meritava, però per Scott era morto e non importava mentre per
lui era vivo e gli avrebbero complicato l'esistenza così tanto che
non sarebbe bastata una vita per scusarsi.
Stiles
non si era mai sentito così scombussolato.
Lo
odiava ma non lo odiava, era morto per un momento pensando che lui lo
fosse e poi era tornato vivo solo convincendosi che ce l'aveva fatta
in qualche modo.
Ora
era dilaniato perchè gli stavano dando la colpa di qualcosa che
dopotutto era più di Scott, sotto un certo punto di vista.
Richiamare
lì l'alpha senza avere un piano di reazione preciso, era stato così
stupido da superare qualsiasi altra cosa.
Se
solo gli avesse detto prima cosa aveva in mente, Stiles avrebbe
potuto pensare a qualche piano buono, come sempre.
Invece
c'era andato di mezzo Derek.
Uscirne
vivi fu una specie di miracolo.
Dovettero
dare ufficialmente la colpa di tutto a Derek, non avevano avuto
scelta a quel punto.
Derek,
fortunatamente, era scappato davvero. Stiles aveva visto bene, non
c'era il suo corpo, era riuscito a nascondersi.
Dopo
aver spiegato al signor Stilinski tutto quello che avevano stabilito
di dire e dopo essere liberi di andarsene, Stiles accompagnò a casa
Scott. Scott era depresso, era appena stato lasciato da Allison per
il modo atroce con cui, a detta di lei, aveva gestito la cosa.
Ovviamente
lei non sapeva la verità per cui vivendola dal suo punto di vista,
in effetti lui non si era comportato molto bene. C'erano delle valide
motivazioni che però lui non intendeva spiegarle.
Stiels
non lo tranquillizzò perchè Scott si meritava di stare male. Aveva
reso Derek un ricercato.
Ed
ora come lo trovava?
Dopo
averlo lasciato a casa, girò per il quartiere alla cieca sperando di
trovarlo da qualche parte. Non poteva essere a casa sua perchè là
ora c'era la polizia, aveva bisogno di un rifugio sicuro per guarire
e riprendersi e non farsi trovare.
Oltre
a tutto questo, avrebbe dovuto trovare il modo di scagionarsi.
Questa
volta dovevano aiutarlo davvero e con serie intenzioni, non come le
altre volte.
Derek
doveva accettare il loro aiuto.
Stiles
si rassegnò a tornare a casa demoralizzato.
Era
sfinito ma non terrorizzato. Aveva passato una serata tremenda eppure
riusciva a pensare solo a come stesse Derek e a dove fosse.
Varcò
la soglia della propria camera, alla penombra della notte si tolse
subito i vestiti e si diresse al bagno interno alla propria camera
per poi accendere la luce.
Aprì
il rubinetto della doccia sulla vasca e solo in quel momento lo vide
ed imprecò.
Il
cuore gli scoppiò per la paura ma poco dopo si fece largo in lui ben
altro.
Stiles
lo guardò bene strabuzzando gli occhi sconvolto e senza parole.
Era
Derek ed era steso nella sua vasca, svenuto.
Sanguinava
copiosamente dalla schiena, lo si capiva perchè il bianco della
vasca era tutto rosso, i vestiti per avanti apparivano a posto, solo
un po' sporchi perchè era stato buttato a terra.
-
Derek? - chiamò tremante e titubante. Su tutte le possibilità,
quella era l'unica che non si sarebbe mai aspettato.
Derek
non diede cenni di vita e per un momento si preoccupò pensando che
fosse morto. Si era trascinato fin lì per morire?
-
Se sei venuto a farti vedere come muori giuro che... - Si chinò
lamentandosi isterico e quando gli mise le dita sul collo per sentire
se fosse vivo ed il cuore battesse, Derek di riflesso gli prese il
polso e lo fermò, gli occhi aperti lo fissavano minacciosi. Non
aveva più un briciolo di forze, era evidente.
Stiles
trattenne il fiato mentre mille scariche elettriche lo
attraversavano. Non sapeva come sentirsi. Era scombussolato da
morire.
-
Derek, sono io... - Disse piano accucciandosi e appoggiandosi al
bordo della vasca. Derek lo mise a fuoco e solo quando realizzò che
era lui si rilassò e lo lasciò chiudendo gli occhi.
-
Dopo quello che avete fatto il minimo è che mi aiutate... - Disse a
denti stretti seccato. Aveva ragione.
-
E' colpa di Scott... -
Stiles
di norma non dava colpe agli altri, però in quel caso era arrabbiato
anche lui col suo amico.
-
Infatti sono qua! - Stiles piegò la testa irrigidendosi un istante.
Era un'ammissione di qualche tipo?
“Cioè
fra i due sono io quello più affidabile, ora? Prima però mi
snobbavi!”
Derek
tornò a chiudere gli occhi affaticato, respirava piano.
-
Cosa posso fare? -
-
Me ne vado appena guarisco. - Stiles tornò in modalità
'ragionamento'.
-
E dove pensi di andare? Casa tua è sotto assedio... Scott... - Derek
ringhiò interrompendolo sull'orlo di uno scoppio atomico.
-
Lo so cosa ha detto! Ho sentito! - Stiles si zittì e si morse il
labbro.
-
Non sapeva cosa fare, alla fine l'ho sostenuto perchè ormai l'aveva
detto e... -
-
Perchè lo sostieni sempre qualunque stronzata faccia? - Chiese
mentre pareva riprendesse un poco le forze, per lo meno quelle per
discutere. Stiles prima l'aveva bagnato perchè aveva aperto l'acqua
della doccia, per cui gli diede un asciugamano, Derek lo strinse ma
non si pulì.
-
Quanto ci metti a guarire? - Chiese Stiles rimettendosi i pantaloni
che si era tolto, la maglia era in camera.
Derek
tornò ad aprire gli occhi affaticato e lo fissò con un pizzico di
scetticismo.
-
Devi farti la doccia proprio ora?! - il ragazzino inghiottì a vuoto
realizzando in che situazione era.
Soli
in bagno, Derek ferito e vulnerabile e lui mezzo nudo perchè voleva
lavarsi.
-
Direi che posso aspettare! - Commentò.
-
Ci metterò un po' perchè è una ferita fatta di un alpha. - Disse
poi Derek tornando a chiudere gli occhi.
-
Vuoi... che ti medico e vedo com'è? Forse hai bisogno di vestiti
nuovi e magari un letto per dormire.. credo che così stai male. -
Cominciò a parlare a macchinetta dicendo tutto quello che andava
fatto, sempre perchè il cervello funzionava ancora nonostante tutto.
Stiles
voleva scusarsi per il modo in cui l'avevano abbandonato ed accusato,
però non credeva di esserne capace.
Derek
alzò le spalle come se non gli importasse di tante attenzioni, così
Stiles decise più che altro per curiosità.
-
Dai, tirati su. - Derek fece una smorfia provando a muoversi, così
Stiles lo aiutò prendendolo per il braccio e la spalla che aveva
dalla propria parte. Quando si piegò in avanti appoggiandosi sulle
ginocchia piegate, Stiels vide la maglia nera tutta squarciata e
attraverso i lembi, la pelle lacerata e sanguinante. Sussultò
inorridito.
-
E' davvero una bella ferita! Ci credo che ci metti tanto... - Così
Stiles si alzò e recuperò il necessario per medicarlo. Approfittò
per rimettersi anche la maglietta, poi tornò con le forbici con le
quali gli tagliò la sua. Derek si lamentò ma non disse nulla,
evidentemente stava davvero male.
Continuò
con le sue smorfie per lo spettacolo raccapricciante, a quel punto
gli riversò del disinfettante sopra che fece uggiolare l'altro.
Stiles lo occhieggiò scettico.
-
E quel verso? -
-
Quando sto male non mi controllo... - Ammise seccato Derek,
vergognandosi per quello che gli era uscito. Il ragazzino rise.
-
Sembravi un lupo che si lamentava! - Cioè uno vero.
-
Quanto è profondo, ancora? - Chiese Derek cambiando discorso.
Teneva
gli occhi chiusi ed il viso sulle ginocchia, la maglia tagliata su
tutta la schiena era aperta e pendeva sulle braccia abbandonate ai
lati, nella vasca.
Stiles
si morse le labbra.
-
Abbastanza. Ti metto una garza così intanto non macchi di sangue in
giro e poi puoi andare sul letto. - Era stranamente premuroso, Derek
si stupì di sentirlo così delicato. Si stupì anche di quanto
delicate furono le sue mani quando gli passarono il cotone sul resto
della schiena per ripulirlo dal sangue. Sulle scapole c'erano gli
squarci, per cui scese al di sotto fino a raggiungere la zona lombare
e la cintura dei jeans. Lì si fermò e non proseguì oltre. Per un
momento sperò proseguisse, ma non lo fece. Smise di toccarlo e lo
fece sentire più nudo di quanto in realtà fosse.
Era
bello avere delle mani gentili addosso.
In
realtà era attratto da lui.
Tornò
a ricordarselo quando Stiles tornò a sentirsi in quello stesso modo.
Il
suo calore l'attraversò dalla ferita su tutto il corpo, i suoi occhi
l'accarezzavano nel modo in cui le mani non osavano farlo.
Gli
piaceva la sua schiena, lo sapeva.
Derek
fece un sorrisino compiaciuto sentendo tutto questo coi suoi sensi.
Era
una specie di cura.
Quando
gli mise le garze, il giovane si alzò.
-
Fatto... - Derek aprì a malincuore gli occhi, era stato il momento
più bello. Quei brividi di piacere non li provava da una vita. Forse
così non li aveva mai provati.
Sospirò
e provò a far leva sulle braccia per alzarsi ma si rivelò più
debole del previsto e Stiles fu lieto di avere un'altra scusa per
toccarlo e aiutarlo, così lo cinse alla vita facendo attenzione a
dove lo toccava, tratteneva il fiato per tutto quello che stava
provando, decisamente troppo in una notte sola, poi lo fece uscire
dalla vasca.
Derek
si rassegnò e si appoggiò a lui. L'umano non era poi così debole,
era sufficientemente forte per aiutarlo.
Fu
un pensiero strano mentre le mani vagavano libere sulle sue spalle e
sul suo braccio.
-
Avevi paura di rimanere nudo con me? - Disse malizioso mentre lo
portava in camera e lo lasciava sul letto. Stiles sgranò gli occhi
capendo a cosa si riferiva e chiedendosi come avesse fatto a capirlo,
per sicurezza lo insultò.
-
Se non posso lavarmi che senso ha rimanere nudo? -
La
sua boccaccia che doveva per forza rispondere, non poteva mica stare
zitto.
-
Però ti piace se lo sono io, no? - Derek non aveva dimenticato
l'eccitazione di Stiles quel giorno che l'aveva visto a torso nudo
dal veterinario.
Anche
ora era difficile non percepire il suo desiderio.
Una
volta seduto, l'altro lo lasciò sempre insultandolo e lui si tolse
del tutto la maglia.
Il
più piccolo tratteneva il fiato pieno di speranze e combattimenti
interiori. Era terrorizzato da quello che poteva succedere, era
ancora completamente vergine in quel senso. A parte che da solo, non
aveva avuto orgasmi con altri, specie ragazzi.
“Derek
sta male ed io penso al sesso, fantastico!”
Derek
parve percepire il suo enorme imbarazzo, per cui si stese con un gran
ghigno e si mise a pancia in giù.
-
Vuoi che ti lavi la schiena? - Chiese ad occhi chiusi mentre si
sistemava sul letto comodamente.
Stiles
lo fissò torvo.
-
No grazie, penso di cavarmela! -
Vedendo
che era a posto, per quanto il suo cervello bacato potesse esserlo,
decise di farsi davvero la sua meritata doccia.
-
Ti scaldo il letto, sarò pronto per quando torni! - Stiles si fermò
sulla porta sconvolto e lo fissò come avesse bestemmiato.
-
Pronto per cosa?! - Chiese stridulo. Derek non aprì nemmeno gli
occhi.
-
Per tutto quello che vuoi! - Derek non aveva mai scherzato così.
Stiles era proverbialmente senza parole, ma ci rimase per poco.
-
Stai delirando? - Chiese pratico.
-
Non sono tipo da rubare il letto. Lo condivideremo. E visto che lo
vuoi tanto e che mi stai aiutando, ti concedo di soddisfare uno dei
tuoi tanti desideri che hai su di me! -
Derek
non sembrava più Derek, Stiles decise che stava delirando e non
rispose preferendo rinfrescarsi le idee.
Il
lupo non era allusivo e malizioso... per lo meno non ne aveva mai
avuto il tempo di esserlo. Ora stava fisicamente male.
“Si
ma ha percepito il mio maledetto desiderio, sta giocando con me, lo
diverto! Mi tortura! È tutta colpa mia!”
Comprese
poi mentre l'acqua effettivamente lo illuminava.
“Dio,
se entra mio padre e lo vede a dormire nel mio letto a torso nudo,
quante ne può pensare!”
Con
queste preoccupazioni, uscì dal bagno con l'asciugamano e chiuse la
porta a chiave. Poi guardò Derek e convinto che dormisse, si tolse
il telo e si asciugò per infilarsi i boxer ed il pigiama.
-
Come pensi di farlo vestito? - Stiles avrebbe voluto dire 'così mi
spogli tu' ma per miracolo trattenne la propria lingua.
-
Pensavo dormissi! -
Derek
si mise in parte nel letto ad una piazza e mezza per fargli posto,
non disse altro.
Stiles
andò in confusione e dopo averlo fissato paonazzo, decise di
buttarsi a terra e prendersi un cuscino. Si limitò a quello e Derek
rise.
-
Dai, dormo io per terra, prenditi il letto. - Era troppo stanco per
sedurlo davvero.
-
No dai, sei ferito. - Stiles si sentiva stranamente gentile. La
verità era che stendersi nel proprio letto e sentire il suo profumo
sulle lenzuola poteva essere deleterio.
Derek
decise che non aveva voglia di insistere inutilmente, quel tipo la
spuntava sempre in qualche modo e lui non aveva voglia di lottarci.
Quando
si mise comodo, poco dopo, nel buio e nel silenzio della camera, la
sua voce tornò ad udirsi. Questo non lo sorprese.
-
Derek... hai detto che mi davi quello che volevo... -
Derek
inarcò un sopracciglio.
-
Vuoi far sesso davvero? - Derek cercava di ricordarsi che Stiles
aveva sedici anni e lui esattamente sei di più, sarebbe stato
leggermente pedofilo. Non che la cosa al momento era in cima alla
lista delle sue preoccupazioni, ma aveva deciso di non stringere
rapporti e legami, specie con chi non poteva difendersi davvero.
Stiles
fra tutti era il più vulnerabile e l'unico con cui avrebbe
obiettivamente voluto stringere qualcosa.
“Stiles
renderebbe me vulnerabile.”
Ammise
poi in un momento di stanchezza mentale.
-
Non voglio! - Grugnì offeso. Però era una bugia.
Derek
sogghignò ma non commentò.
-
Allora cosa vuoi?! -
Stiels
sospirò.
-
Rispondi ad una domanda sinceramente? -
Derek
pensò che voleva chiedergli di quella maledetta notte di sei anni
fa. Non voleva dirgli che ricordava, non poteva.
-
Mmm... - Fece solo.
-
Ce l'hai con me? - Era una domanda generica o specifica? Derek non
sapeva tradurlo.
-
Per stasera? - Chiese infatti.
-
Sì... ed in generale... -
Era
un'atmosfera confidenziale, come se dopo tutto quello che era
successo potessero sforzarsi per essere loro stessi e smetterla con
le loro maschere.
-
Puoi giurarci che ce l'ho con te! Quello non ragiona mai e fa
cazzate, sei tu quello che ragiona! Ora per colpa vostra sono ancor
più nei guai di prima! -
-
Intendi 'come se non bastasse l'alpha'? -
-
Ovvio. -
-
E... ed ingenerale? -
Derek
ci pensò, cosa doveva dire? Non era abituato a fare discorsi simili,
nessuno gli aveva mai chiesto se ce l'avesse con qualcuno. Si capiva
bene se era così e comunque non interessava mai.
-
A volte! - Disse alla fine. Stiles si tirò su di scatto e lo fissò
dal bordo del materasso, lo sguardo corrucciato in modo infantile.
-
Ti ricordo che sono sempre io quello che alla fine ti aiuta! Ogni
volta che stai male chi ti para il culo? - Era vero, stava diventando
uno schema. Non sapeva quanto lo sarebbe diventato davvero.
Derek
aprì gli occhi e lo guardò magnetico e calmo, sorrise in quel modo
misterioso e rispose divertito:
-
Vuoi un premio? - Era odioso quando faceva così. Ed era anche molto
caldo.
Stiles
si rituffò a terra e nascose il viso sul cuscino.
-
No, voglio solo dormire. Che non ti venga in mente di uscire dalla
camera altrimenti mio padre ti trova e sono casini... sai, ti cerca!
- Disse ironico e sarcastico fingendosi arrabbiato. In realtà era
deluso e agitato.
Derek
ridacchiò ancora ma non disse nulla, attese un po' e pensò che in
fondo aveva ragione. Stiles lo stava aiutando ancora, lo sapeva
perchè lo faceva, per lo stesso motivo per cui lui alla fine lo
cercava e si fidava. Non lo poteva ammettere ma era così. Si fidava.
Nonostante tutto era affidabile, paradossalmente più di Scott. Scott
era quello che aveva sempre bisogno di aiuto, alla fine. Tutti si
prodigavano per darglielo. Stiles in prima fila, che era quello che
rischiava più di tutti perchè umano. Perchè Scott non lo capiva?
Doveva proteggere i suoi amici, doveva proteggere Stiles che dava
sempre tanto per lui ed era prezioso.
E
Scott come lo proteggeva? Coinvolgendolo sempre.
Non
era possibile, si disse.
Era
ancora immaturo ed egoista.
Doveva
allontanarlo dai guai, non mettercelo dentro.
Anche
se...
“Certo
che a volte sembra che lui ne sia attratto allo stesso modo in cui è
attratto da me. Anzi. Penso che sia attratto da me perchè sono
pericoloso. È il pericolo che cerca. Gli piace il selvaggio. Gli
piaccio per questo. Ma non lo ammetterà mai.”
-
Non ce l'ho con te, Stiles. È solo che è complicato... - Si decise
a dire alla fine, Stiles non rispose, ma sapeva che non dormiva, il
suo cuore accelerò e si emozionò e Derek fece un sorrisino.
Era
questo che aveva cercato di evitare. Coinvolgersi con lui significava
indebolirsi. Infatti diceva sempre a Scott di liberarsi di Allison,
oltre che una distrazione, una debolezza.
L'amore,
quando c'era qualcosa di importante in ballo, era una rovina.