CAPITOLO
LI:
CERCANDO DI SENTIRSI
“Quando
i giorni sono freddiE le carte sono piegateE i santi che
vediamoSono tutti fatti d’oroQuando tutti i tuoi sogni
fallisconoe le persone che salutiamosono le peggiori fra
tuttie scorre vecchio sangueVoglio nascondere la
veritàVoglio proteggertiMa con la bestia dentro meNon
c’è posto per nascondersiNon importa quale sia la nostra
razzaSiamo ancora fatti d’invidiaQuesto è il mio regno che
arrivaQuesto è il mio regno che arrivaQuando senti il mio
caloreGuarda nei miei occhiÈ dove i miei demoni si
nascondonoÈ dove i miei demoni si nascondonoNon avvicinarti
troppoDentro di me c’è il buioÈ dove i miei demoni si
nascondonoÈ dove i miei demoni si nascondonoQuando il calo
del siparioÈ l’ultima cosaQuando la luce si spegneTutti
i peccatori striscianoE così scavano la tua fossaE la tua
finzione arriva chiamandotiper il casino che hai fattoNon
voglio abbattertiMa sono legato all’infernoNonostante tutto
questo sia per teNon voglio nasconderti la veritàNon importa
quale sia la nostra razzaSiamo ancora fatti d’invidiaQuesto
è il mio regno che arrivaQuesto è il mio regno che
arrivaQuando senti il mio caloreGuarda nei miei occhiÈ
dove i miei demoni si nascondonoÈ dove i miei demoni si
nascondonoNon avvicinarti troppoDentro di me c’è il buioÈ
dove i miei demoni si nascondonoÈ dove i miei demoni si
nascondonoDicono sia ciò che faiIo dico che dipende dal
destinoÈ intrecciato con la mia animaHo bisogno di lasciarti
andareI tuoi occhi brillano così luminosiVoglio salvare la
loro luceNon posso fuggire da tutto questo oraA meno che non
mi mostri come fareQuando senti il mio caloreGuarda nei miei
occhiÈ dove i miei demoni si nascondonoÈ dove i miei demoni
si nascondonoNon avvicinarti troppoDentro di me c’è il
buioÈ dove i miei demoni si nascondonoÈ dove i miei demoni
si nascondono “
-
Deamons – Imagine Dragons -
La
volpe giocava, si divertiva così.
Stava
lentamente prendendo la mente del piccolo Stiles facendogli credere
di avere la malattia di sua madre, terrorizzandolo in quel modo lo
convinceva di essere spacciato comunque e di poter sopravvivere solo
grazie a lui.
In
quel modo provocava il caos in Stiles e questo lo nutriva,
rendendogli facile l'accesso.
Un
accesso ormai davvero molto vicino.
Fatto
quello che doveva fare, dopo aver ucciso gli oni in ospedale, al suo
risveglio, lo lasciò andare momentaneamente.
Entrato
Scott, la volpe si mise da parte e rimase a guardare.
Il
caro Scott non aveva idea di che cosa stesse succedendo al suo amico,
sapeva solo che gli stava capitando qualcosa. Era preoccupato, ma non
sapeva a quale livello dovesse esserlo.
Recuperatolo,
comunque dovette dirgli tutta la storia dall'inizio.
Ovvero
di quegli oni che cercavano qualcuno posseduto dal nogitsune, una
volpe oscura. Gli disse anche di Derek, che era tornato. Con tutte le
cose successe una di fila all'altra, non avevano avuto modo di
parlarsi e confrontarsi con le rispettive cose che sapevano, per cui
la questione Derek non era mai saltata fuori.
-
Lo so che è tornato! - Disse Stiles mentre Scott lo riportava a casa
raccontandogli tutto.
-
Cosa? - Chiese Scott stupito.
-
Certo! È venuto subito da me, che ti credevi? - Stiles ci teneva a
sottolineare che Derek era sempre il suo ragazzo e Scott, sorpreso
del fatto che la cosa non fosse uscita in alcun modo, venne subito
messo a tacere. - Penso che non lo considerasse un affar tuo il fatto
che noi ci fossimo già incontrati! A proposito... la seconda è
stata molto meglio della prima! - Disse intrecciando le dita dietro
la nuca con un'aria beata.
Era
sereno e rilassato dopo il sonno fatto e la volpe al momento non gli
faceva sentire particolari sintomi, dandogli una breve tregua.
Voleva
che abbassassero la guardia per permettergli di fare quello che
voleva.
Aveva
dei giochi da preparare e per poterli attuare, non doveva avere
nessuno fra i piedi.
Scott
lo guardò inorridito sempre per il famoso concetto che non voleva
sapere i dettagli intimi di quello che per lui era un fratello.
-
Grazie, adesso dormirò meglio! - Poi scuotendo il capo, tornò al
suo discorso: - Comunque intendevo tu! Perchè non me lo hai detto
tu! -
-
Derek voleva farti una sorpresa. Sai... ama le entrate ad effetto...
poi però io sono stato preso da... sai... quella cosa... - Nel
ricordarlo abbassò le braccia e guardò in basso amareggiato. Come
poteva dimenticare quello che gli stava capitando?
Scott
che sapeva a cosa pensava e a cosa si riferiva, provò a tirarlo su.
-
Dai... vedrai che era solo mancanza di sonno... ora starai bene! Devi
cercare di dormire, devi sforzarti! L'insonnia fa fare di quelle
cose... - Stiles non sapeva se fosse il caso di parlarne con lui,
preoccuparlo anche di quello. Gli aveva appena raccontato molte cose
strane su oni, kitsune e nogitsune.
Nogitsune,
si ripeté fra sé e sé fremendo in modo strano, pensò fosse per la
paura che gli incuteva quell'essere di cui Allison aveva parlato a
Scott in modo molto vago e confuso. Non ne sapevano molto, solo che
quei cosi armati e pericolosi ne cercavano uno!
-
Sì... sarà così... cos'altro potrebbe essere? - Aveva un tono
abbastanza convincente, Scott capì che era preoccupato, ma era
normale.
-
Non sei stato tu a fare quelle cose... - Crederlo era molto più
facile che provare a rispondersi a delle domande davvero scomode.
“E
se invece sono stato io? Se sto impazzendo?”
Che
potesse essere lui quello posseduto dal nogitsune non sfiorò subito
la mente di Stiles, non come la sfiorò quella del gemello che dopo
aver sentito la conversazione dei due ragazzi e aver appreso del
nogitsune, aveva subito pensato che fosse Stiles.
Pensare
di essere una creatura tanto potente e malvagia che voleva fare
chissà cosa chissà perchè, era assurdo.
Ma
questo stato ottimista veniva dopo un sonno riposante, oltretutto la
volpe non faceva pressione.
-
Ti porto a casa? - Chiese Scott sapendo che forse preferiva un'altra
meta.
Stiles
si rese conto che affrontare suo padre era più difficile di
affrontare Derek che già sapeva qualcosa. Per cui decise di
rimandare il dialogo con lui.
-
No da Derek... -
Scott
ci avrebbe giurato.
Quando
entrò era solo e rimase stupito di trovare tutto pulito e perfetto
come il loft di Derek era sempre.
-
Come è possibile? Qua c'è stata una festa, l'ho visto coi miei
occhi! -
-
Sì a proposito di quello... sappi che ti ucciderò! - La voce tuonò
da un angolo del loft e Stiles si sentì subito meglio a quella
minaccia.
-
Non sei per niente originale! Devi rinnovare il tuo repertorio! -
Stiles adorava non pensarci. Non pensare a quello che gli poteva star
succedendo. Aveva solo l'imbarazzo della scelta, a quanto pareva.
Non
solo la malattia di sua madre, ma anche qualcosa di sovrannaturale...
ed ora quel qualcosa si stava delineando. Non ne sapeva abbastanza
del nogitsune, aveva solo capito che era una volpe malvagia e potente
e che possedeva qualcuno.
Però
scartare momentaneamente tutto, lo rendevo ancora umano. La voglia di
svagarsi, di stare bene per un po', di non pensarci.
Il
bisogno di Derek.
Quello
lo rendeva umano.
Si
sentiva come se lui fosse la sua ancora, lo trovava paradossale.
Si
avvicinò a lui con un sorrisino divertito e Derek lo guardò
circospetto. Sembrava stare davvero bene.
-
Allora la dormita ti ha fatto bene? - Disse lasciando perdere il
battibecco.
Stiles
respirando a pieni polmoni sorrise ed annuì.
-
Sì benissimo. Credo che fosse solo la mancanza di sonno, come dicevi
tu... - Gli andò davanti e lo baciò sulle labbra velocemente senza
dargli la possibilità di scelta, Derek ne rimase sorpreso di tanta
intraprendenza ma decise di fargliela passare liscia solo quella
volta. In realtà non era male, così.
Aveva
notato atteggiamenti strani da un po', dall'evento del nementon.
Quando lui, Scott ed Allison l'avevano attivato, Stiles era stato
strano da subito. Supponeva che fosse normale. Beh, lo era,
considerando che ci dovevano essere effetti collaterali, però era
qualcosa di diverso la stranezza di cui parlava.
A
volte aveva atteggiamenti davvero non da Stiles.
A
volte la volpe si divertiva a prendere un istantaneo sopravvento per
puro divertimento, perchè le piaceva farlo.
Ma
Derek ovviamente non lo sapeva.
-
E la mancanza di sonno da cosa è dovuta? - Chiese come se Stiles lo
dovesse sapere. Questi lo guardò sorpreso mentre si dirigeva al
letto di Derek.
-
E cosa ne posso sapere io? - Finse di non averne idea per scartare
ancora i problemi che erano sempre lì, ma Derek non pensava di
poterlo fare. Sapeva che a volte i momenti che c'erano dovevano
essere colti.
Stiles
si sedette e attese che lo raggiungesse, si avvicinò, ma rimase in
piedi poco distante da lui a guardarlo.
-
Di idee ne avevi molte, prima -
Stiles
alzò le spalle semplicistico.
-
Ero confuso. -
-
Ed ora che non lo sei più cosa pensi? - Doveva saperlo perchè
quello che aveva creduto era davvero strano. Non lo poteva lasciar
perdere così.
Stiles,
però, si ostinò nel cambio di discorso.
-
Ma insomma, come hai pulito qua? Non puoi essere stato tu! Mi sei
stato dietro tutto il giorno e poi Scott ha detto che sei stato da
lui... - Derek sospirò spazientito con la labile pazienza che
vacillava. Strinse i pugni e li riaprì con un sorriso.
-
Ho obbligato i gemelli. - Disse laconico. Stiles si mise a ridere
immaginandolo, poi riprese.
-
Beh, pensavano d'aver fatto la furbata! Bell'idea! -
-
Stiles, perchè non ne vuoi più parlare? Eri ossessionato da quello
che pensavi d'aver fatto! - Derek non sapeva cos'era mollare, ma
nemmeno Stiles e prendendogli la maglia l'attirò a sé incastrandolo
fra le gambe che gli avvolse intorno alle sue.
Gli
alzò la maglia e scivolò con le mani aperte sulla sua pelle, gli
addominali scolpiti come il resto del suo torace che ora stava
toccando contento di avere finalmente una bella sensazione.
Derek
non si oppose, ma non lasciò la presa.
-
Stiles... - Il ragazzo gli aprì i pantaloni e cominciò a toccargli
l'erezione, Derek allora gli prese i polsi e lo fermò con la forza.
-
Stiles! Perchè non vuoi parlarne? - Stiles sospirò insofferente ed
allora appoggiò la fronte sul suo ventre piatto.
-
Perchè sarà la mia ossessione per i prossimi giorni, già lo so! Ti
prego... voglio solo non pensarci adesso. Solo adesso. Sto
miracolosamente bene dopo aver dormito... non voglio tornare a
sentirmi stiracchiato, trasparente, sottile... ora che mi sento così,
ora che sono ancora io... - Derek sempre tenendogli i polsi, lo tirò
e l'alzò con la forza, lo mise indietro sul letto e gli salì sopra
a cavalcioni. Non gli lasciò i polsi e si fece guardare in viso, ora
vicino e corrucciato.
-
Cosa stai dicendo? Pensi di poter perdere il controllo? Sei ancora
convinto d'averlo perso? -
Stiles
non ne aveva idea ed era quella la verità.
-
Io... non so cos'è che mi è capitato, ok? Non so cosa pensare. Se
mi ci metto non so cosa potrei tirare fuori... per cui prima che lo
faccia... fammi solo passare un bel resto di notte... ti prego,
Derek... - La supplica era un'altra cosa nuova e Derek ebbe quasi la
certezza che non fosse lui.
Sarebbero
stati tutti piccoli indizi per capire a tempo debito. Capire che non
era davvero più il suo Stiles.
Ma
sul momento non poteva darci molto conto.
-
Vorrei solo stare con te. Vorrei solo... - Derek non lo fece finire.
Aveva la certezza che gli stesse succedendo qualcosa, ma era sempre
convinto sulla questione 'umana'. Per lui la nogitsune nemmeno aveva
sfiorato uno di loro. Quegli oni la cercavano nel posto sbagliato,
punto e basta.
Lo
baciò e gli tolse la parola, così Stiles si sentì immediatamente
meglio e con quel sollievo gli lasciò i polsi per permettergli di
abbracciarlo.
Gli
circondò il collo con le braccia e l'attirò a sé mentre si
stendeva.
Derek
scivolò giù con lui e appoggiò le mani ai lati del suo corpo.
Scese sul suo collo assaggiandoglielo, poi risalì sull'orecchio
dove, dopo averlo leccato e mordicchiato, sussurrò.
-
Andrà tutto bene... - Disse piano. Stiles si sentì emozionato,
sentì il nodo salirgli dentro e si sentì come commuovere.
Derek
l'amava davvero e volta dopo volta lo sentiva sempre più.
Le
mani percorsero la sua schiena scivolando fino alla cintola dei jeans
aperti, si infilò sotto e arrivò ai suoi glutei, erano sempre la
sua parte preferita. Li strinse ma non penetrò come l'altra volta.
Derek
ricordò quel momento, ma fu breve.
Per
assurdo pensò che fosse di nuovo il suo Stiles.
La
volpe aveva capito la percezione di Derek, anche se ora era inconscia
non poteva rischiare e aveva deciso di lasciare l'intimità
interamente ai due.
Dopo
aver goduto delle sue natiche sode, risalì di nuovo sulla schiena.
Le sue labbra dall'orecchio erano tornate sul collo e adorava quando
glielo baciava in quel modo, lasciandogli scie umide ovunque fino a
che poi non gli succhiava un punto.
Quando
poi sentiva i suoi denti sulla pelle, gemeva proprio.
Si
inarcò e finì per spingerlo con le mani sulle spalle per farlo
scendere.
Derek,
ridacchiando per la richiesta esplicita, ma molto da lui,
l'accontentò scendendo davvero.
Gli
alzò la maglia, si occupò allo stesso modo del torace, succhiò i
capezzoli e poi arrivò fra le sue gambe. Tirò via i pantaloni e lo
guardò un istante prima di avventarglisi di nuovo addosso.
Era
lui, era davvero lui.
Lui
più che mai.
Preda
del piacere che non sapeva gestire, pieno di mille desideri diversi.
Il
suo corpo snello e longilineo che si sviluppava sempre più, la sua
bellezza inconsapevole e naturale.
Lo
vide succhiarsi il labbro e alzare il bacino chiedendoglielo e lui
sogghignò a modo suo.
Con
la lingua partì dal suo stomaco e scese con la punta fino ad
arrivare all'inguine che gli solleticò in quello stesso modo. Stiles
gemette insofferente. Era quasi la prima volta che se lo godeva in
pieno. Pensò che fosse perchè la prima volta aveva avuto la paura
che fosse l'ultima, la seconda erano in macchina.
Ora
erano a letto e non c'erano partenze in vista.
Per
cui era rilassato. Al di là di quello che forse stava capitando a
lui.
A
questo si oscurò e l'ansia tornò.
Derek
la percepì e mentre avvolgeva il suo membro con le labbra succhiando
con sempre più foga e veemenza, sentì la paura di Stiles crescere
dalle viscere.
Aveva
di nuovo paura, paura che qualcosa potesse strapparlo via da sé
stesso, che qualcosa gli stesse succedendo.
Lo
sapeva, per questo aveva provato ad affrontarlo prima. Ora non aveva
scelta che usare quel metodo.
Quando
lo sentì comunque eccitarsi in mezzo a quel caos di emozioni
contrastanti, risalì e lo baciò con forza, facendosi sentire. Si
prese la sua bocca con prepotenza e gli accese quel fuoco in grado di
dargli alla testa.
Le
mani lo toccavano ovunque spalmandoselo addosso, per sentirlo e
fargli sentire.
Fargli
sentire il più possibile che era lì, era sempre lì con lui. Era
presente, era vivo. C'era davvero.
Si
staccò per finire di spogliarsi e mentre si separò brevemente,
Stiles trattenne il fiato con un'aria sperduta. Derek lo vide e si
sentì dilaniato dentro.
Cosa
poteva fare per lui?
Sarebbe
stato sufficiente?
Se
lo chiedeva senza trovare risposta.
Ma
seguì il suo istinto e si stese di nuovo sopra, intrecciò le mani
alle sue e si adagiò di nuovo su di lui.
Stiles
lo sentì strofinarglisi addosso con ogni sua parte. Il petto, le
gambe, il bacino. L'inguine sempre più duro. Come lo sentiva.
Derek
gli si premeva addosso con decisione, mentre gli succhiava le labbra
e la lingua e gli mordeva il mento, gli stava facendo provare quanto
fosse presente, quanto fosse bello, quanto fosse ancora lui.
Stiles
capì cosa stava facendo e mentre si eccitava lasciandosi di nuovo
andare, pensò che fosse fortunato ad avere Derek che sentiva dentro
di lui i suoi stati d'animo.
Strinse
le sue dita per poi chiedergli sulle labbra aperte e quasi unite, di
entrare.
Derek
pensò che non poteva farlo così senza preparazione, era appena la
terza volta.
Scivolò
di nuovo giù e alzandogli le gambe, immerse il viso in lui, l'altro
si ritrovò ad avvolgerlo con le gambe, da tanto che era piacevole la
sua lingua e le sue dita dentro.
Si
sentiva come strappare via, voleva rimanere presente, voleva
disperatamente rimanere presente e non pensare che forse era lui
quello posseduto... o magari malato... non voleva pensare di avere
qualcosa. Non voleva avere niente. Voleva solo avere Derek.
Si
impresse a fuoco ogni istante di quel momento, tutto.
La
sua lingua, le sue dita, il suo corpo, la sua bocca.
Voleva
sentire tutto, ricordarsi tutto.
La
sua ancora, pensò Stiles quasi disperato.
Derek
lo sentì e risalì, gli avvolse le gambe intorno alla vita, si
sistemò bene su di lui e poi appoggiando le mani sulle sue, come se
lo inchiodasse al letto sotto di sé, entrò sfiorandogli le labbra
con le sue.
Stiles
le aprì e fece una smorfia di dolore. Era meno delle altre volte.
Era sempre meno insopportabile... andava sempre meglio.
Ora
il dolore cominciava a mescolarsi a qualcos'altro di elettrizzante e
sconvolgente, qualcosa che sapeva di caldo ed eccitante.
Si
inarcò tutto, premette la nuca sul cuscino e ansimò forte mentre
Derek faceva altrettanto.
Lentamente
riprese a muoversi e ad entrare di più. Solo le prime spinte furono
dolorose, poi tutto fu diverso.
Tutto
fu un mescolamento di sensazioni.
Non
era del tutto piacevole, ma era confuso. Era così confuso ed in quel
caos c'era il piacere, Stiles ne era sicuro.
Lo
stava sentendo ed era questo che contava.
Stava
sentendo tutto perfettamente, ogni sua spinta, ogni movimento dentro
di sé. La sua erezione dura ed eccitata che andava sempre più in
profondità, la vita stessa, tutto. Il suo respiro. La sua
eccitazione. I gemiti uniti ai suoi. Ad ogni spinta più forte, ad
ogni spinta più eccitato, ad ogni spinta più insieme.
Aprì
gli occhi verso la fine e lo vide totalmente abbandonato al piacere,
il suo viso così erotico, così bello, gli occhi chiusi, la testa
all'indietro, il corpo un fascio di muscoli tesi, la pelle imperlata
di sudore. Ed il piacere più bello ed intenso provocato da lui,
dalla loro unione.
Stiles
lo chiamò, Derek aprì gli occhi ora azzurro intenso, da lupo.
-
Mi ami? - Chiese quasi gli servisse la certezza per ricordarsi per
bene quel momento.
Derek,
turbato, annuì e scendendo sulla sua bocca, lo baciò rallentando i
movimenti per un istante.
-
Ti amo... - Così Stiles liberò le mani dalle sue per circondarlo e
abbracciarlo, lo strinse e l'attirò e Derek aumentò. Quando
raggiunse l'orgasmo, prima di cedere definitivamente le armi, uscì
ma fece venire anche lui, Stiles raggiunse l'apice poco dopo e con
liberazione si allargò tutto sul letto, sotto di lui.
Finalmente
solo piacere.
Ansimarono
sudati e sfiniti per un po', Derek si mise sul fianco e attirò
Stiles a sé nella sua stessa posizione, in modo da tenerlo da
dietro.
Aderì
il petto alla sua schiena, l'avvolse col braccio e appoggiò le
labbra sul suo collo. Rimasero così per un po', fino a che non
ritrovarono la lucidità e la forza.
A
quel punto Stiles glielo disse.
-
Ti amo anche io. Ed è questo che devi ricordare sempre, qualunque
cosa... qualunque cosa succeda... - Stiles si sentì di dirlo e capì
che adesso sì, adesso lo poteva affrontare.
E
l'avrebbe affrontato.
-
Cosa dovrebbe succedere? - Chiese Derek pronto a qualunque cosa
pensasse Stiles.
-
Non so cosa mi provochi l'insonnia... ho altri sintomi... sono i
sintomi della malattia di mia madre. E non ho idea... non ne ho
davvero... se sia stato io o no, ad ordinare a Barrows di uccidere
Kira. Non so, però se verrà fuori qualcosa di brutto io... voglio
che ti ricordi che ti amo. - Derek non si oppose e non lo sgridò,
forse era inutile. Forse doveva solo ascoltarlo e basta.
-
Cosa pensi di avere, davvero? -
Stiles
aveva paura a parlare del nogitsune, per cui si limitò a dirgli
della malattia di cui era terrorizzato da molto.
-
Un mostro dentro che cresce e prende sempre più possesso di me. Non
so che nome abbia. Se sia la malattia o cos'altro. Però sento quel
mostro, capisci? E voglio che tu sappia che ti amo e non voglio
che... - Derek a quel punto lo capì, ci era già passato e
riconosceva il discorso. Non si oppose, non lo soffocò. Non serviva.
Quando lo pensava, lo pensava.
-
So che non vuoi ferirmi davvero. Non ferirai nessuno... e se
succederà perchè perderai davvero il controllo per la malattia...
noi sapremo che non vuoi farci male. Ti aiuteremo. Ti aiuteremo in
tutti i modi. Se ti succederà davvero qualcosa non permetteremo che
ti prenda. - Derek era convinto si trattasse della malattia, Stiles a
quel punto pensava ad entrambe le cose, indeciso su quale fosse il
male peggiore.
Però
riuscì ad addormentarsi sulle sue labbra che gli baciavano il collo
e la spalla. Perchè comunque in ogni caso riusciva a dormire solo
con Derek e a sentirsi al sicuro. Anche se forse dormiva poco, anche
se forse si illudeva di dormire, forse gli sembrava solo. Forse non
dormiva.
O
forse la volpe gli dava la sensazione di non dormire, ma in realtà
dormiva.
Perchè
voleva fargli credere che avesse i giorni contati, doveva pensarlo.
Era
vitale lo pensasse.
Derek
comunque non dormì e lo vegliò tutta la notte.
Fu
uno dei più bei risvegli, Stiles pensò di non aver dormito molto e
di essersi addormentato da poco, la sensazione che ebbe fu questa.
Una stanchezza eccessiva. Però non si lamentò perchè vedere i suoi
occhi grigio chiaro appena sveglio, era la cosa più bella. Stiles
sospirò finendo anche per sorridere.
-
Mi era mancato un sacco... - Mormorò al posto del buongiorno,
girandosi sul fianco per mettersi più contro di lui.
-
Dormire? - Chiese Derek che l'aveva visto dormire molto bene tutta la
notte.
-
Farlo con te e svegliarmi... sempre con te... - Derek fece un
sorrisino.
-
Di solito era da te... è la prima volta che lo facciamo qua... -
Disse rilassato, pensando che forse qualunque cosa fosse successa a
Stiles, ora era passata.
-
Volevo cambiare un po' scenario! - Derek non diede peso alle sue
parole limitandosi a baciarlo per il buongiorno. Poi si mise a pancia
in giù e prima di pensare a tutti i doveri, si sistemò comodo sul
letto con la testa sul cuscino.
Era
rimasto tutto storto e sul fianco a guardarlo dormire, non aveva
chiuso occhio e soprattutto non era stato per nulla comodo.
Stiles
si stiracchiò e si alzò a sedere guardandolo.
-
Che fai, continui a dormire? - Derek alzò le spalle rimanendo lì
con le braccia larghe e piegate, le mani sotto al cuscino e alla
testa, l'aria beata, gli occhi chiusi.
-
Sei tu quello che deve andare a scuola! - Borbottò. Stiles
ovviamente rimase incantato dalla sua schiena e dalla sua triskele
tatuata che gli stava sempre troppo bene.
Fece
un piccolo sorrisino malizioso e cominciò a disegnarla col dito.
La
volpe decise di lasciar loro ancora quel momento. Emergere con Derek
nei paraggi era davvero pericoloso, per ora.
In
effetti, Derek era fra i più pericolosi, per lui.
-
Mmm... - Mugolò il lupo nella pace dei sensi, l'aria davvero beata
fece ridacchiare Stiles orgoglioso di quel che gli stava provocando,
tanti brividini di piacere.
Continuò
a disegnare le spirali sulla sua schiena e a rendere il momento
incredibilmente splendido per il suo ragazzo.
-
Sei sicuro che vuoi che vada a scuola? - Chiese Stiles malizioso.
Derek
continuò a mugolare e Stiles, sempre divertito, continuò anche in
altre parti della schiena, era molto piacevole quando ci si disegnava
sopra con tanta leggerezza.
-
Magari preferisci che rimanga qua, oggi... - Continuò malizioso,
abbassando il tono.
Per
poco la volpe riemerse. Gli piacevano quei giochi. In effetti Stiles
aveva molte caratteristiche in sé che gli piacevano.
Per
questo l'aveva scelto. Avrebbe potuto prendere Allison, quella volta
nel nementon, ma lui era stato quello più conforme ai propri gusti.
-
Devi andare... - Borbottò strascicando la voce, cercando di pensare
alle cose che andavano fatte.
Stiles
però non era della stessa idea e sedendosi su di lui a cavalcioni,
si chinò ed infilò le mani sotto di lui, sul suo bacino, dove scavò
insistente fino a toccare la sua erezione che si sentiva ovviamente
dura sotto le mani.
Fra
il fattore mattina e quelle carezze leggere sulla schiena, la
reazione sottostante era davvero inevitabile.
Così
al suo orecchio, sussurrò sensuale.
-
Mi sa che una parte di te non vuole che me ne vada a scuola... -
Derek fece un ghigno. Gli piaceva giocare così ed era uno dei lati
di Stiles che adorava. Per questo era riuscito a perdere la testa per
lui. Perchè sapeva essere così leggero, così allegro, così
stupido senza smettere di essere lui. Quello che non mollava mai
l'osso, che attaccava sempre, che parlava di continuo. Quello
intelligente. Quello utile. Quello che comunque non passava mai
inosservato. Non per lui.
Quello
che lo guardava sempre dritto negli occhi.
-
Stiles... in 36 ore l'abbiamo fatto 2 volte, ora cerchi la terza...
capisco che aspettavi di fare sesso con me da un anno e mezzo, ma non
ti sembra di esagerare? - Stiles si tirò su rimanendogli seduto
sopra, sfilò le mani da sotto e si appoggiò alla sua schiena
guardandogli il profilo, gli occhi ancora chiusi, l'aria ironica, un
ghigno sulle labbra.
-
Davvero dici? Ti sembra che esagero? Dopo tutto questo tempo passato
ad aspettare di poterlo fare, ora che mi hai dato il via libera e che
sei tornato, pensi che potrei davvero non approfittare di tutte le
volte che posso? - Un modo contorto per dire che l'avrebbe fatto con
lui anche ogni ora!
Derek
accentuò il suo ghigno e aprì un occhio per guardarlo di sbieco,
sempre divertito. Era bello vederlo così rilassato, solo in privato
e solo con lui lo era.
-
Pensavo fossi sfinito... non è una passeggiata fare sesso così
tanto! Specie se sono le tue prime volte! - Stiles si morse il labbro
un po' arrossito, passare per il novellino era insopportabile, specie
se lui era tanto esperto. Gli serviva una lezione e decidendo di
dargliela, scivolò giù sedendosi sulle sue gambe. Abbassandosi,
arrivò con la punta della lingua sul suo collo, poi scese leccandolo
leggero, passando per la spina dorsale. Era una delle cose più
erotiche che si potessero ricevere. La schiena era da sempre il punto
debole di tutti, usare la lingua in quel modo era accendere una
miccia inevitabile.
Dopo
che giunse sulla curva del suo sedere, Stiles gli prese le natiche
fra le mani, le strinse e gliele aprì immergendosi nel mezzo col
viso. Derek pensò di nuovo che non fosse più lui, però decise di
goderselo perchè era maledettamente piacevole.
Preso
per la gola, non si accorse che effettivamente c'era anche qualcun
altro lì che gli suggeriva le mosse. Ma Stiles non ne era cosciente.
Agiva istintivamente senza sapere cosa fosse che lo spingeva a
comportarsi in modo tanto intraprendente, come se sapesse cosa stava
facendo.
Derek
mugolò inarcandosi e piegando una gamba di lato per permettergli un
accesso migliore, Stiles ridacchiò mentre dopo la lingua aggiungeva
un dito.
Era
una cosa estremamente piacevole, quella, quindi Derek gemette e non
si lamentò, però poi avrebbe avuto modo di capire quanto anomala
fosse per Stiles. Non troppo ma nemmeno così normale.
La
volpe fece una gran fatica a non possedere Derek e a farsi da parte,
lasciando che il suo Stiles riemergesse contento d'averlo fatto
godere.
Quando
risalì, gli si mise a carponi sopra e raggiunta la sua bocca, lo
fece girare a pancia in su, in quella posizione tornò a stenderglisi
sopra a cavalcioni ed entrambi ancora nudi, si strofinarono a
vicenda.
Derek
lo teneva per i fianchi e se lo muoveva su e giù addosso,
schiacciandoselo sopra, Stiles assecondava i movimenti godendo a sua
volta dello sfregamento eccitante delle loro erezioni, entrambe dure.
Giocarono
con le lingue, succhiandosele a vicenda, un po' le labbra, un po' a
baciarsi. Fino a che raggiunsero l'orgasmo nell'aumentare quel ritmo
ondulatorio perpetuo, ubriacante.
Stiles
davvero aveva sentito il fortissimo istinto di possedere Derek, ma si
era sentito strano, come se non fosse davvero lui.
In
quel momento era tornato cosciente ed aveva smesso, anche se sentirlo
gemere tanto era stato tremendamente bello ed appagante.
C'era
qualcosa, c'era sempre qualcosa dentro di sé che sentiva a tratti,
ormai aveva la certezza che c'era. Aveva il terrore di scoprire di
cosa si trattava, ma di sicuro niente di positivo e di bello.
Si
perse poi nella sua bocca, proseguì in una serie di baci godendosi
le sue mani che lo stringevano e lo accarezzavano.
Stavano
così bene in quel modo, perchè non poteva essere sempre così?
Così
spensierato?
-
Ti amo... - Ripeté Stiles pensando che ogni istante di coscienza non
doveva essere sprecato.
Derek
capì che anche quel suo ripeterlo tante volte era strano, era come
una dimostrazione d'insicurezza... o una paura... la paura di non
poterlo più dire da lì a breve.
-
Ricordalo sempre. - Rispose Derek seguendo il suo istinto. Stiels
aprì gli occhi e lo guardò sopra di lui, capì il senso di quelle
parole e se le impresse.
Se
lo sarebbe ricordato a qualunque costo.