CAPITOLO
VI:
PRETESE
C'era
qualcosa nell'aria quel giorno.
Perfino
Stiles se ne rendeva conto, lo percepiva nonostante fosse un umano
normale.
Il
risveglio senza Derek fu deludente, ma quando realizzò che era sul
letto e non per terra, il suo sorriso fu di una dolce sorpresa e non
fu male ricominciare la giornata ed andare a scuola come sempre.
Voleva
parlarne a Scott, ma non era certo che potesse capire. O meglio
poteva capire quando le sue doti intellettive erano al cento percento
e anche in quel caso poteva essere che non arrivasse al punto della
situazione che lui gli esponeva.
Arrivò
a scuola pieno di dubbi e quando vide Scott più strano del solito,
grazie a lui respirò quell'aria strana.
Quel
giorno e quella notte sarebbe andata peggio del solito.
Era
una certezza.
“Meglio
parlarne un'altra volta!”
Stiles
ci mise poco a capire che Scott era strano per via dell'imminente
luna piena di quella notte e ricordava che giorni prima Derek aveva
detto che questa sarebbe stata diversa, le cose in generale erano
anomali per tutti, Jackson e Lydia si erano lasciati e Stiles non
poteva razionalizzare la cosa a suo favore.
Se
era ancora dell'idea di far breccia nel cuore di Lydia, quella era
l'occasione perfetta, ma doveva capire almeno se aveva qualche
speranza.
Si
ricordò di Derek e della sua capacità percettiva, quella di Scott
non era ancora a quel livello, ma siccome la luna piena amplificava
tutte le sue doti, decise di usare il suo migliore amico per qualcosa
di veramente utile.
La
sua vita era un completo casino oltre che un disastro.
Doveva
capire assolutamente se poteva togliersi dalla testa Derek visto che
quello era un sadico che si divertiva a torturarlo ma che
principalmente non voleva far sul serio con lui.
Specie
avvicinarlo.
Lydia
era la sola in grado di aiutarlo, ma era consapevole del fatto che
lui per lei era trasparente.
Ma
magari una conferma da parte di Scott poteva essergli utile.
Lei
alla fine era l'unica salvezza per essere 'normale'.
Non
era un problema essere gay, era un problema perdere la testa per
Derek e lei era la sua sola possibilità.
Dopo
avergli chiesto di indagare con Lydia e vedere se sentiva qualcosa in
suo favore nella ragazza, Stiles attese paziente che il suo amico lo
illuminasse.
Ci
credeva molto in lei perchè fra le ragazze era la sola in grado di
eccitarlo, era quella che lo metteva in subbuglio. Non ai livelli di
Derek, però per essere una donna andava decisamente alla grande.
Stiles
si rese conto di cosa stava pensando e scosse il capo. Era un caso
disperato, altro che.
Quando
durante gli allenamenti di lacrosse capì che Scott aveva parlato a
Lydia ma che le cose non erano andate come l'amico gli aveva detto,
per Stiles fu dura.
Scott
era strano, non era in sé, l'aveva visto subito. A lui bastava poco
per capirlo, lo conosceva da anni.
Ugualmente
quel giorno non sapeva come aiutarlo.
Quando
però capì cosa di preciso lui e Lydia avevano fatto da soli, fu
come una pugnalata in piena regola.
Scott
e Lydia si erano baciati.
Il
mondo per un secondo divenne insostenibile.
Se
era l'effetto della luna piena poteva accettarlo, ma non poteva
comunque accettare il fatto che ad ogni luna piena quello andasse in
giro a baciare chiccheffosse... specie se si trattava di qualcuno che
gli piaceva.
Lydia
era un conto, ma se saltava addosso a Derek?
Passavano
tanto tempo insieme, dopotutto. Si aiutavano a vicenda. A parte
quando Scott aveva ignobilmente dato la colpa di tutto a Derek.
E
se un giorno sarebbero stati loro a finire insieme?
Per
Stiles il tradimento di Scott fu duro, molto duro.
Cercava
di essere logico e razionale, cercava di ragionare e non farsi
prendere dal panico ma la verità era che c'era rimasto male. Non per
il bacio in sé ma perchè Scott, un fratello, l'aveva tradito.
Lydia
alla fine non l'aveva mai considerato ed era stata con Jackson fino
all'altro giorno, non era lei il problema ma Scott.
Doveva
abituarsi a tradimenti simili?
Bruciava
che il suo migliore amico si fosse comportato così, aveva bisogno di
sapere che non era in sé, di averne la matematica certezza. E aveva
bisogno di trovare un modo per fermarlo. L'aveva assolutamente.
Quando
tornò a casa, Stiles era come impazzito, respirava affannato ed era
sull'orlo di un attacco di panico, alla fine dovette prendere un
sacchetto e respirarci dentro, sapeva cosa si faceva in quei casi
perchè da piccolo aveva sofferto di attacchi simili, alla morte di
sua madre.
Pensandolo
gli venne inevitabilmente in mente Derek.
Chissà
se anche a lui capitavano cose così... attacchi di panico, voglia di
piangere, di gridare... era stato tradito? Probabilmente sì, non era
una persona felice anzi, era molto solo.
Ora
che si doveva nascondere chissà come faceva.
Cercava
di fidarsi di loro, ma usava la forza e l'astuzia perchè pensava che
comunque nessuno potesse avere voglia di aiutarlo di spontanea
iniziativa.
Però
era così solo e disperato che andava da loro anche se non si fidava
davvero.
Stiles
si rattristì pensandoci e si calmò.
Pensava
di stare male?
Derek
sicuramente stava peggio.
Un
pensiero poco carino nei confronti del bel lupo misterioso, ma
stranamente di conforto.
Stiles,
inginocchiato per terra, strinse i pugni sulle ginocchia e respirò
profondamente un paio di volte cercando di pensare lucidamente a cosa
fare.
Doveva
recuperare il necessario per bloccare Scott a casa sua e impedirgli
di andarsene in giro trasformato da lupo. Quella notte non si sarebbe
controllato, avrebbe sicuramente ucciso qualcuno perchè il suo alpha
lo stava chiamando, lo voleva, lo reclamava.
Però
quando rivedeva nella mente l'immagine di lui e Lydia insieme era
atroce. Non li aveva visti però aveva capito che l'avevano fatto.
Scott
che lo tradiva così.
Come
poteva?
-
Stiles, stai morendo?! - La voce brusca di Derek lo fece saltare sul
posto e si girò di scatto da terra verso la finestra per vederlo
seduto sul balcone come niente fosse.
-
Derek, dannazione, così un giorno mi ucciderai tu! - Si lamentò
tenendosi il petto, per un momento Scott era stato cancellato.
-
Ti sentivo così nel panico che pensavo stessi morendo! - Disse poi
sempre con la sua aria cupa perenne. Non lo straccio di un sorriso.
-
Stai bene... - Asserì Stiles notando che non aveva brutte cere come
la sera prima.
-
Anche tu! - Rispose logicamente Derek rimanendo sulla finestra
aperta.
Stiles
pensò che lo prendesse in giro.
-
Non sto affatto bene! Scott... - Al ricordarlo una fitta di dolore
gli contrasse lo stomaco ed il cuore accelerò di nuovo. Derek fece
una smorfia come se lo provasse in sé stesso, Stiels non lo notò.
Dopo averci riflettuto capì che era il solo a poterlo aiutare. Non
si stupiva nemmeno del fatto che fosse sempre nei paraggi, ormai
vederlo era normale.
Le
cose erano cambiate in qualche modo.
Si
alzò dal pavimento e si sedette nel letto accanto a Derek, lo guardò
e sospirò.
-
Ascolta... è diverso Scott... è... è per la luna? O per l'alpha? -
Derek corrugò la fronte ma Stiles non si spaventò dell'aria tetra
che sfoderò.
-
Strano? -
-
Lui... ha baciato Lydia dopo che gli avevo chiesto di vedere se avevo
speranza. - Stiles abbassò lo sguardo, era come rompere con lui. Non
stavano insieme, non era successo nulla e forse non sarebbe mai
successo, però gli sembrò di pugnalarlo in qualche modo. Sentendosi
in colpa nonostante Derek non avesse ancora detto o fatto nulla,
Stiles si aizzò in difesa.
-
Senti, cosa pretendi?! Tu mi hai detto di uscirne ed io cerco di
uscirne! Lei è l'unica con cui potrei uscirne, non ci sono altre! E
forse sono anche gay e non riesco a capirlo! Però lei mi piace
ancora. Credo. E mi eccita. Penso. - Derek voleva ucciderlo, si era
pentito di essere venuto a vedere perchè aveva un attacco di panico,
non si meritava il suo aiuto. Era rimasto nei paraggi mentre aveva
cercato di farsi i propri piani. Da solo, uscirne, non era fattibile.
Derek
ci aveva pensato a lungo ma in tutti i modi aveva bisogno di una
mano.
Poi
capì che quello era il modo di Stiles di seguire il suo
suggerimento. Uscirne.
Davvero
provava qualcosa per Lydia?
Quanto
era idiota. Sia lui che quello scemo lì davanti
Negava
la realtà anche se ormai la stava guardando.
-
Sì, è la luna e l'alpha lo chiama ad uccidere per unirsi al branco.
Vuole che vi faccia fuori tutti. Ogni legame con la sua vecchia vita.
A partire da te ed Allison. Farà in modo di ferirvi. Farà in modo
che vi uccida con le sue mani. Stanotte non saprà trattenersi. -
Derek si alzò quando Stiles trovò il coraggio di guardarlo in viso
con aria persa e spaventata, come un semplice umano senza difese,
vulnerabile.
Non
lo spaventava il pericolo vero, lo spaventava l'idea di perdere le
persone a cui teneva.
-
Ti può uccidere se starai con lui stanotte. - Derek non riuscì a
tradurre bene il sentimento che sentiva provenire da Stiles, ma per
Stiles, Scott era importante fino a quel punto.
I
grandi occhi umani del ragazzo si riempirono di lacrime che non
scesero. Era più forte di quel che pensava e sembrava. Forse gli
piaceva per questo.
Derek
si seccò del proprio pensiero.
-
Scott è come un fratello... se mi dici che non ha idea di che cosa
sta facendo, ci credo. Però devo fermarlo, devo trovare il modo di
aiutarlo. Anche se fa male. - Stiels era molto risoluto e quando
Derek fu troppo vicino, scattò in piedi e sfuggì alla sua presenza
cominciando a cercare qualcosa con cui potesse fermarlo, in quei
giorni aveva recuperato delle catene e delle manette. Le mise in un
borsone senza il coraggio di guardare Derek che invece lo fissava
insistente.
-
Non basteranno. - Disse serafico. Stiels si rivoltò stizzito
esasperato.
-
E' tutto quello che posso fare e lo farò anche se non basterà! Non
posso dare altro! - Derek capì che qualunque nome avesse quello che
Stiles provava per Scott, era molto forte. Ne era geloso ed
invidioso. In quel momento invidiò fortemente Scott, lui non aveva
mai avuto qualcuno come lui che volesse aiutarlo a costo della vita.
Ne era anche geloso perchè Stiles per lui non arrivava a quei
livelli. Certo, alla fine lo aiutava sempre, ma non come un matto.
Non come con Scott.
Si
morse il labbro e si diresse silenzioso alla finestra, prima di
saltare fuori si fermò e guardandolo di sbieco disse:
-
Lo terrò d'occhio... - Stiles, assurdamente, si sentì meglio. Quel
peso era più sopportabile.
Legare
con le manette Scott ed ascoltare i suoi terribili vaneggiamenti da
lupo mannaro fuori controllo, fu la cosa più difficile che Stiles
avesse dovuto fare fino a quel momento.
Non
era in sé, l'aveva capito, però sentire le cattiverie che riusciva
a dire fu devastante.
Quando
sentì il silenzio dopo il suo ruggito, capì che doveva essere
successo l'irreparabile.
Stiles
era quello che nonostante tutto quello che aveva subito da parte di
Scott, alla fine lo aiutava sempre e comunque.
Quando
entrò in camera e la vide vuota e capì che era scappato, per un
secondo gli tornò il panico.
Scott
era fuori senza il minimo controllo con l'istinto di uccidere
chiunque conoscesse.
Gli
venne in mente suo padre che era di turno, gli vennero in mente tutti
quelli che poteva far fuori e quel panico tornò ad opprimergli il
petto e a togliergli il fiato. Non poteva. Non poteva farselo venire.
Poi
la voce di Derek nella mente.
'Lo
terrò d'occhio'
Stiles
tornò a respirare.
Derek
l'avrebbe fermato.
Derek
gli avrebbe impedito di fare qualche sciocchezza.
Così
Stiles riuscì ad uscire di casa, prendere la macchina e cercarlo per
tutta la città.
Quando
trovò un posto di blocco della polizia con l'ambulanza che portava
via un cadavere coperto, il mondo del ragazzo tornò a fermarsi come
il suo cuore.
Poliziotti.
Pensò
subito ossessivamente a suo padre.
Derek
sarebbe arrivato in tempo, si ripeteva.
Lì
sotto al telo non c'era suo padre, non c'era.
Quando
per un momento pensò che fosse lui, capì quanto grave fosse la
situazione.
Quanto
bisogno avevano di uscirne e di risolverla una volta per tutte.
Vedere
suo padre vivo gli restituì i dieci anni di vita tolti, l'abbracciò
come non aveva mai fatto, stupendolo molto.
Suo
padre era vivo, era morto qualcun altro ma la speranza che non fosse
stato Scott divenne certezza quando sentì dire che erano stati
uccisi la notte precedente. La notte precedente lui e Scott erano
insieme.
Però
vivere in quel modo era impossibile.
Stiles
cominciava ad accusare i colpi, non poteva certo immaginare che
quello era l'inizio di tutto e non un culmine finale di un incubo
orribile.
Non
voleva saperne nulla di Scott, non sapeva come trovarlo e come
contattare Derek, così alla fine decise di lasciarli che se la
vedessero da soli. Non poteva esserci quella volta.
Mettersi
da parte fu difficile, ma fu più una forza maggiore ad obbligarlo.
Dopo
aver girato per la città non aveva davvero trovato nessuno.
Arrendersi
era stato bruciante, ma aveva dovuto tornarsene a casa con la coda
fra le gambe e l'ansia che Scott avesse fatto qualche cazzata.
“No,
Derek l'ha fermato, Derek l'ha di certo fermato.” Pensò come un
mantra per farsi coraggio.
Si
stava cambiando per stendersi a letto quando gli arrivò l'sms di
Scott.
'Sono
a casa, sto bene. Grazie a Derek. Scusami.'
Era
chiaro per cosa. Stiles respirò a pieni polmoni come quando aveva
visto Derek vivo -più o meno- nella sua vasca.
'Non
importa, basta che stai bene.'
Rispose
subito senza pensarci troppo.
Dopo
di questo poté riflettere anche sul casino di Derek.
Era
ricercato dalla polizia e doveva nascondersi.
Non
aveva nessuno.
Non
aveva davvero nessuno, visto che quando aveva avuto bisogno era
andato da lui.
'Derek
si nasconde da te?'
Chiese
poi pensando che se l'aveva portato a casa magari era logico
chiedergli rifugio. Sua madre era di certo meno pericolosa di suo
padre.
'No
perchè dovrebbe?'
Stiles
sospirò spazientito.
A
volte quello era così ottuso che capiva il motivo per cui non poteva
stargli lontano.
'E'
ricercato da tutta la città, deve rimanere nascosto...'
'Mi
ha detto che mi aiuterà se lo aiuterò.'
'Allora
è ufficiale? Collaboreremo?' Stiles si sentì il cuore battere forte
di nuovo, l'ansia crebbe nell'attesa di quella risposta. Scott
probabilmente era pieno di speranza per la cura che poteva trovare
nell'uccidere l'alpha, Stiles lo era per l'idea di poter collaborare
con Derek.
Quanto
era idiota.
'Sì'
Fu
la sola risposta di Scott.
Stiles
sorrise istintivo per poi saltare sul letto di lato nel vedere
l'ombra ormai consueta alla finestra.
-
Oh mio Dio, Derek, così mi ucciderai! -
Glielo
diceva sempre e lui continuava sempre a spaventarlo.
Derek
fece un sorrisino malefico dei suoi e saltò dentro come se l'avesse
invitato ad entrare. Cosa che non aveva fatto.
-
Che fai ora?! - Chiese infatti esageratamente sorpreso. Più che
altro spaventato... non certo nel modo classico in cui le persone
normali si spaventavano... ormai Derek cominciava a capire.
-
Mi serve rifugio! - Borbottò poco gentilmente.
Stiles
se ne stizzì, non erano quelli i modi di chiedere aiuto!
-
Beh, potevi stare da Scott visto che eri da lui! Qua c'è mio padre,
se ti trova sono guai! Sta indagando su di te! -
-
Per colpa vostra! - Rispose aizzato Derek andandogli davanti, Stiles
si alzò per dimostrargli che poteva fronteggiarlo senza averne
paura.
-
E' stato Scott a dire che eri tu, a quel punto potevo solo
appoggiarlo! - Ci teneva a sottolineare la cosa perchè c'era
differenza.
-
Lo so, per questo sono qua! - Stiles sgranò gli occhi. L'aveva detto
anche due sere fa quando era venuto a chiedergli rifugio in attesa di
guarire, però il modo con cui lo diceva lo faceva sembrare una
minaccia e non una specie di cosa carina da dire.
In
fondo gli stava dicendo che cercava lui perchè non lo riteneva
colpevole.
-
Stai dicendo che mi trovi più affidabile rispetto a Scott? - Derek
alzò gli occhi in alto stufo di tutte quelle domande, voleva sempre
sentirsi importante e lui odiava quelli che volevano sentircisi.
Infatti detestava Jackson.
-
Sei meno pericoloso di lui e se devo ucciderti posso farlo senza
nemmeno dovermi trasformare! - Ruggì con cattiveria per chiudere il
discorso. Ovviamente fu come sventolare un drappo rosso davanti agli
occhi del toro, Stiles non era normale, non si spaventava per le cose
che facevano obiettivamente paura. Derek faticava ad impararlo.
Forse
era per questo che gira e rigira finiva sempre con lui.
-
Non lo farai mai! - Disse sicuro di sé.
-
Ah no?! - Fece minaccioso Derek camminando per la camera come se si
preparasse ad attaccarlo. In effetti in quel momento aveva l'aria da
predatore più di sempre.
Un
lupo in piena regola.
-
No! Perchè altrimenti chi ti salva il tuo bel culo, poi? Scott che
te lo mette nei guai? - In effetti anche la ferita dell'alpha era
stata per colpa di Scott che l'aveva chiamato senza prepararsi a
dovere.
-
Mettiamo in chiaro una cosa! Io finisco da te per puro caso! Sono le
volte che ho bisogno di Scott, non di te! -
A
Stiles non stava bene questa distinzione e a sua volta camminava
nervoso ed arrabbiato senza fermarsi, voleva che ammettesse che
cercava lui.
-
Sei tu che hai detto che sei qua perchè non sono Scott! -
-
E ti ho detto perchè! Sei più innocuo di lui! - Stiles prese
letteralmente fuoco e quando gli capitava cominciava a spararle senza
pensarle nemmeno, dalla testa alla bocca dirette senza una minima
elaborazione.
-
Allora, cerchi lui perchè è più utile però poi quando devi
salvarti il culo davvero cerchi me perchè sono più innocuo! Però
nel frattempo mi dici di uscirne e starne fuori! Mi spieghi come
faccio se sei sempre fra le scatole!? -
Derek
rise con una certa cattiveria, per Stiles fu erotico ed il cuore
cominciò a scoppiargli di nuovo, si odiava e lo odiava. Derek
l'avrebbe sentito. Derek lo stava sentendo. Derek sapeva
perfettamente quello che provava.
Lo
stava prendendo in giro, era lì per quello.
Quel
suo modo di sfotterlo così maledettamente stronzo e caldo al tempo
stesso.
-
Come se non lo so che sei felice di avere del tempo con me! - Disse
basso e penetrante. Derek odiava parlare e giustificarsi, solo con
Stiles finiva sempre per farlo.
Non
lo faceva con nessun altro.
-
Ti sopravvaluti! Chi ti credi di essere?! Sei qua per chiedere un
favore e fai lo stronzo! -
Derek
a quel punto lo prese per la maglietta e lo spinse seduto sulla
scrivania da cui caddero dei libri e dei fogli.
Avvicinò
il viso al suo fino a togliergli il respiro e da così vicino,
rispose sussurrando piano:
-
Sono quello che desideri alla follia... - Stiles avvampò, il cuore
gli diede conferma che era così ed il ragazzo ne era consapevole.
Era inutile negare ed ormai la faccia l'aveva già persa. Era
snervante avere a che fare con lui. - Certo che lo so. L'ho sempre
saputo! -
-
Così ne approfitti! Se vuoi esserci amico non è questo il modo! -
Derek sogghignò. Stiles aveva sempre la risposta pronta.
Quel
ghigno lo riscaldò più di prima. Si avvicinò ancora al lui, le sue
labbra socchiuse che ansimavano per la sorpresa e l'eccitazione. Ma
non per la paura.
Era
ubriacante per Derek. Stiles non aveva paura di lui. Per questo non
riusciva a staccarsene. Era l'unico che era attratto e non
spaventato. L'unico che cercava sempre contatti.
-
E chi ti dice che voglio esservi amico? - Stiles non seppe
interpretarlo lucidamente.
-
Bene, anche solo per servirti di noi bisogna essere meno stronzi! Tu
pretendi il nostro aiuto dicendo che te lo dobbiamo o che tu ci
servi, ma non si fa così! Anche se non vuoi esserci amico! - Derek
si esasperò, come al solito parlava troppo e troppo velocemente e
decise che avrebbe usato quel modo per farlo stare zitto.
-
Questi sono i miei modi, ottengo comunque quello che voglio. -
-
Non lo otterrai sempre! Prima o poi ti andrà male! Non voglio
ospitarti! Non te lo meriti! Non posso! Mio padre... - Stiles di
nuovo diceva tutto quello che i neuroni producevano e Derek di nuovo
era indeciso se strappargli la lingua a morsi o succhiargliela.
Si
rese conto del proprio istinto e lo seguì. Proprio come l'animale
selvaggio che albergava in lui.
-
Tu mi aiuterai. - Sussurrò sempre più piano e suadente. Sapeva
essere ipnotico.
Colpa
degli occhi, si disse Stiles ricordandosi la sensazione avuta la
prima volta. E tutte le altre.
“E
colpa della sua aria da lupo selvaggio e della sua maledetta
bellezza.”
Non
si controllava più, aveva tutti gli ormoni in subbuglio ed ormai il
cuore batteva un ritmo serratissimo.
Era
bollente.
Derek
lo sentiva. Derek sentiva tutto.
-
No invece! Non lo meriti! Non voglio! -
-
Sì che lo vuoi! - Ripeteva piano.
-
No... - Ma non riuscì a dire altro perchè Derek era arrivato alla
sua bocca e gliel'aveva poco gentilmente chiusa.
Non
usò la forza, era consapevole che non doveva.
Non
voleva spaventarlo. Era l'unico che non aveva paura di lui.
“Che
sciocchezza. Come se me ne importasse qualcosa!”
Esclamò
a sé stesso.
Però
il sapore dell'eccitazione che la lingua intrecciata alla sua gli
trasmetteva, fu ubriacante anche per Derek stesso.
Finalmente
quel ragazzino chiacchierone stava zitto. Bevve il suo silenzio
trasformandolo in erotismo e gli fece capire come ci si prendeva ciò
che si voleva, ciò che si desiderava.
Gli
diede una visione meno ingenua ed incompleta del mondo.
Stiles
dopo un primo momento di stordimento rispose al bacio realizzando che
aveva avuto ragione a domandarsi se fosse gay.
Lo
era.
Insomma,
quel bacio gli stava piacendo tantissimo e sperava che Derek non si
staccasse più.
Doveva
continuare.
Voleva
che continuasse.
Il
caldo lo bruciò letteralmente, era un caldo che veniva da dentro,
gli faceva venire voglia di spogliarsi e ancor di più di spogliare
Derek, come se il rimedio fosse togliere i suoi vestiti.
Le
mani schiacciarono contro il suo petto per spingerlo via solo per
pochi istanti, poi risalirono fino a circondargli la testa ed il
collo del tutto.
La
scintilla accese del tutto Derek che gli lasciò il colletto della
maglia per prendergli le gambe poco gentilmente ed aprirgliele, si
infilò nel mezzo e Stiles lo cinse intrecciando i piedi intorno al
suo corpo.
Il
lupo gli prese la vita, infilò le mano sotto la maglia e gli toccò
la pelle. L'altro gemette nella sua bocca rabbrividendo, gli si
sarebbe dato subito e del tutto.
Era
quello che aveva sognato da quando l'aveva visto la prima volta nel
bosco.
Ma
non era la prima volta che l'aveva visto, quella.
Stiles
ci pensò illogicamente proprio mentre lo baciava e trasmise la
particolare sensazione a Derek, che aprì di scatto gli occhi e per
un momento provò qualcosa di strano ed ingestibile. Si fermò e lo
guardò corrugato, cercava di capire cosa fosse e anche l'altro aprì
gli occhi febbrile per vedere cosa succedesse, non poteva smettere
ora.
Lo
voleva e lo sapevano entrambi ed ormai c'erano dentro, ormai
l'avevano fatto.
-
Ed ora che diavolo hai? - Chiese esasperato, ansimante. Derek scosse
il capo.
Era
stata un'impressione strana ma al momento prendersi un po' di piacere
era decisamente più importante.
Da
quanto era che non se ne concedeva?
Da
quanto era che non cedeva un po' al piacere puro fino a sé stesso?
Era
la prima volta con un ragazzo ma in realtà per gli animali non c'era
una netta distinzione sessuale, era una questione di dominazione, il
sesso.
Ogni
cosa che riguardasse l'atto sessuale, lo era. Per cui era normale
fare certe cose anche coi ragazzi.
Per
questo lo stava facendo senza voltarsi indietro.
Per
Stiles era il raggiungimento delle sue continua interrogazioni.
Era
gay.
O
magari bisessuale, ma di sicuro gay lo era.
Desiderava
Derek come non aveva mai voluto qualcun altro.
Derek
scosse il capo serio e corrucciato, prese la maglia di Stiles e
gliela tolse.
Sentì
il suo cuore assordarlo e decise che era troppo, per quella sera.
Lo
prese e l'alzò spostandolo sul letto, lì lo stese e si mise sopra,
non si tolse i pantaloni e si beò unicamente della pelle liscia del
suo petto, scese a baciargli il collo, la giugulare batteva a folle
velocità, il sangue che scorreva. Non aveva sete di sangue, la
voglia di morderlo era un desiderio sessuale da lupo.
Era
il risultato della fusione dell'uomo con il lupo, per loro il
desiderio sessuale massimo si traduceva nella voglia di mordere. O,
naturalmente, era il desiderio di uccidere e basta.
Per
un momento aprì le labbra e posò i denti lì, stentò a non tirare
fuori le zanne. Stiles trattenne il fiato e si paralizzò ma non
dalla paura.
Era
eccitazione anche la sua.
Lo
sentiva. Sentiva che lo stava per mordere. Sentiva che stava per
tirare fuori i suoi denti da lupo.
Non
ne aveva paura. Voleva essere lupo?
Ricordò
quella domanda in macchina e poi la sua risposta.
Stiles
non aveva il richiamo del lupo e poi lui non era un alpha.
Non
poteva morderlo. Sarebbe morto. Non l'avrebbe mai permesso.
Così
concluse leccandolo fino a risalire al mento, lo succhiò e si infilò
nella bocca aperta che l'attendeva.
Fusero
i respiri e le salive, i sapori divennero di nuovo un tutt'uno e
l'incapacità di ragionare fece sì che Stiles si avvinghiasse a lui
per non farlo andare via.
Rimasero
a baciarsi a lungo senza fare altro, fino a che Derek decise per un
meritato sonno per entrambi.
Lasciò
la sua bocca e senza dire una sola parola, si appoggiò nell'incavo
del suo collo, respirò il suo profumo, il profumo puro della sua
pelle eccitata, e l'avvolse col braccio mentre si spostava di lato e
si metteva su tre quarti.
Derek
si addormentò col suo battito che lentamente si calmava, sembrava
aver trovato finalmente alcune delle cose che aveva ossessivamente
cercato fino a quel momento. Le sue domande avevano risposte, almeno
alcune.
Il
suo battito tranquillo fu la cosa migliore di quegli ultimi tempi,
tempi terribili da almeno sei lunghi anni.
Per
Stiles sapere quale fosse la propria natura era risolvere la metà
dei propri personali problemi. Fu più facile accettare che era
attratto da Derek.
Ammettere
che cominciava a provare qualcosa era tutta un'altra storia.
Per
quel passo ci voleva di più.