6. QUELLA RISPOSTA MAI DATA
Stiles si svegliò a notte inoltrata. La prima cosa che mise a fuoco fu l’ora, le tre di notte.
Sospirò e cercò di muoversi per
cambiare posizione, nel farlo fece mente locale su cosa era successo e
come mai dormisse nel divano.
“KK deve essere andato a casa… “
Poi realizzò la parte davvero importante della situazione. Quando si
girò supino e capì che la nuca non appoggiava su un cuscino, ma su
delle gambe.
Gambe umane.
Stiels sgranò gli occhi e girò la
testa, a pochi centimetri ecco lì il pene di Derek, più in su, il
torace ed ecco il volto adagiato sulle sue cosce.
Derek sul fianco, dormendo, si
era trasformato in essere umano senza rendersene conto e lui ora gli
stava dormendo addosso, nudo.
Stiles si mosse cercando di
spostare la faccia dalle sue gloriose parti basse con un’espressione di
puro allarme, ma ovviamente cadde rovinosamente a terra di schiena e
imprecando si lamentò.
- Stiles! - Lo rimproverò impastato Derek, che ormai era sveglio.
- Oh scusa tanto se ti ho
svegliato1 - Fece polemico, girandosi e gattonando sul tappeto alla
ricerca della forza per alzarsi, anchilosato com’era. - Stavi dormendo,
è così che mi fai da guardia? Potevo essere morto! - Evitò di dire che
si era svegliato guardando il suo pene.
Stava cercando di raggiungere le
scale su cui si sarebbe trascinato per andare sul letto, ma Derek scese
dal divano rotolando giù come se fosse ancora trasformato in lupo e
stizzito lo raggiunse alla sua stessa maniera, ovvero gattonando.
- Derek? - Chiamò Stiels sentendo un rumore di quattro arti trascinarsi e non due piedi che camminavano.
Fece in tempo a girare la testa
per vederlo arrivare da dietro, avvolgerlo con un braccio, reggersi
solo su una mano e ricoprirlo col suo corpo, da dietro.
Nudo.
Stiles smise di respirare e sgranando gli occhi, girò di nuovo la testa verso di lui.
- D-Derek? Sei sonnambulo? Sogni
di essere un lupo? Guarda che non sono un altro lupo, eh? Io sono una
persona ed al momento lo sei anche tu e anche se io sono vestito, tu
sei nudo e… - Ma Derek gli morse la spalla.
- Pensi davvero che non avrei
sentito la minaccia? Che avrei permesso che ti facessero del male? Mi
dormivi sopra, Stiles! Non c’era un luogo più sicuro sulla faccia della
terra di quello1 - Gli fece notare diretto e seccato. Stiles gemette al
morso, mentre la mano di Derek si infilava sotto la maglia larga a
cercare i capezzoli duri, il bacino nudo contro quello di Stiles,
separati solo da un paio di vestiti.
- Sapevo che era tutto
tranquillo, così come sapevo che il tuo collega era innocuo. Anche se,
da come ti guardava e da quello che sperava succedesse con te, non so
quanto innocuo fosse! - Stiles rimase ancora senza parole, ebete ed
eccitato, a sospirare con le sue labbra che gli parlavano sulla spalla
il cui scollo era sceso scoprendola.
La sua bocca risalì sul collo ed
arrivò all’orecchio che avvolse delicatamente, aderendo con il torace
alla sua schiena, attirandolo a sé ancora di più, facendosi sentire
addosso con ogni sua parte, specie quella più eccitata.
- E per rispondere alla domanda
che mi hai fatto in prigione, ieri notte… - Disse poi, stufo di
aspettare dopo tutte le carezze che Stiles gli aveva rifilato per tutta
la sera: - sono tornato perché continuavo pensare a te e alla risposta
che non ti avevo mai dato. Dopo tutti questi anni. E quando ti ho
rivisto ho capito che era ancora tutto lì, in attesa di essere vissuto.
Forse quella volta non ero pronto, avevo troppa paura di non saperti
proteggere. E mi dicevo che orma avevi ricominciato, non avevo il
diritto di tornare e rivoluzionarti la vita o pretendere chissà cosa.
Pensavo d’averti perso, ormai. Ma io… io non potevo più andare avanti
col rimpianto di te, non ce la facevo proprio più. E poi adesso so che
sono in grado di proteggerti. E voglio ancora stare con te. Finalmente
sono riuscito a dirtelo, è da quando abbiamo parlato nel bosco l’altra
notte, che volevo farlo! -
Stiles rimase a bocca aperta a sentirglielo dire, deciso e preso.
Gli occhi iniziarono a bruciargli, pizzicargli.
- E giuro che se quel KK ti mette
le mani addosso come vorrebbe fare… - Stiles però non gli fece finire
quella ‘dolce’ minaccia e girando meglio il capo, aprì la bocca e
tirando fuori la lingua lo zittì con un bacio.
Derek non finì mai la frase, si limitò ad assecondare quel gesto che finalmente, dopo anni, riuscivano a fare.
Aderì, l’accolse e gli andò incontro con la lingua a sua volta, prendendolo per sé, facendolo suo.
Il bacio non si risparmiò, il
calore fu immediato e violento, li avvolse in ogni particella,
meravigliosa sensazione di benessere. Era giusto, era finalmente
giusto, perfetto così.
Stiles si girò piano
interrompendo il bacio solo di un soffio, per mettersi seduto sotto di
lui e poi ridiscendere con la schiena, adagiandosi sul tappeto del
salotto. A poca distanza il divano, ma Derek non ci pensò mai a
spostarsi né lì, né su in camera.
Al contrario scese sul suo collo scivolando con la lingua sulla pelle sensibile.
Quando Stiles lo sentì aprì la bocca ed inarcò la schiena verso di lui.
- Oh Derek… - Mormorò non potendo già più resistere.
Sapeva che era presto, si erano appena baciati per la prima volta, doveva darsi una regolata.
Ma Derek gli alzò la maglia e gliela tolse andando a mordicchiargli i capezzoli.
Consumare per la prima volta in quel modo, per terra, per nulla romanticamente…
Derek scese ancora con la lingua
e la bocca, sul ventre più scolpito di quando era un ragazzino magro.
Derek mugolò compiaciuto mentre le mani proseguivano sulla sua tuta.
Gliela sfilò insieme ai boxer e quando gli liberò l’inguine, ci giocò
con la lingua disegnandoci sopra leggero, tutt’intorno alla sua
erezione.
Fu a quel punto che Stiles decise
che 13 anni e forse più se si contavano i primi che aveva passato a
morirgli dietro, erano abbastanza per aspettare il momento ed il modo
migliore!
Così aprì le gambe, si prese l’erezione fra l’indice ed il medio e glielo indirizzò in bocca.
- Ti sei deciso finalmente! - Disse Derek prendendoglielo in bocca, dopo averlo leccato.
Ovviamente aveva aspettato che si decidesse, sentiva perfettamente il suo dramma interiore.
Ma nemmeno Derek era intenzionato
ad aspettare ancora altro tempo, specie perché nella loro vita non si
sapeva mai quanto ne avevano a disposizione.
Non era la prima esperienza
omosessuale che aveva Stiles, ad un certo punto aveva capito di essere
bisessuale ed aveva voluto provare una volta per tutte sulla pelle.
Perciò sapeva quanto bello fosse
avere la bocca di qualcuno sul proprio membro che diventava sempre più
duro, ma avere la bocca di Derek, fu senza paragoni.
Stiles iniziò a gemere e spingere
il bacino verso di lui, attirando a sé la sua testa per farglielo
prendere fino in fondo, desiderandolo come un matto.
Derek, collegato totalmente al
suo stato interiore ed alle sue emozioni esplosive, sentì chiaramente
l’orgasmo avvicinarsi e si staccò tornando sul suo volto, strisciando
su di lui col proprio corpo nudo, come a ricoprirlo con una coperta
calda.
Sorrideva malizioso e Stiles lo guardò indispettito.
- Senti chi parla, quello che scappa per 13 anni per non dirmi se mi ricambia o no! -
Derek gli morse il labbro per poi
succhiarglielo, Stiles sostituì la lingua e ripresero a baciarsi fino a
che i corpi fino a che non necessitarono di altro.
Stiles avvolse le braccia intorno al suo collo, così come le gambe intorno alla sua vita, alzando il bacino.
- Dai, sbrigati… - Sussurrò con voce erotica al suo orecchio dopo averlo leccato.
Derek sorrise divertito, poi si prese l’erezione e la indirizzò in Stiles senza aspettare oltre o perdere tempo.
Fece un po’ di fatica perchè non
l’aveva preparato bene, ma sembrava che per Stiles non fosse un
problema, esitò un istante, una volta dentro, aggrottandosi.
- L’hai fatto con altri… - Derek
lo capì da come era entrato senza la preparazione, ma in ogni caso lo
percepì. Stiles aprì mezzo occhio mentre era già nell’estasi.
- Dovevo aspettare un miracolo? -
Chiese ironico. Derek gli morse la spalla, esitando ancora prima di
muoversi, mentre lo lasciava abituarsi.
- Però non è mai stato dolce…
sei… - sospirò mentre gli leggeva dentro per capire, e
contemporaneamente godeva nell’essergli dentro. - Sei abituato a farlo
brutalmente… - Stiles non si stupì che se ne fosse accorto subito.
Sorrise ancora e gli succhiò l’orecchio stringendo le braccia intorno
al suo capo.
- Cercavo te… mi eccitavo solo
con quelli brutali… chissà perchè1 - E a quel punto, Derek non
resistette più e riprese a muoversi.
Ad ogni spinta, affondava sempre
di più, fino a che tenendosi su sulle braccia, Stiles si adagiò
completamente giù, alzando le braccia in alto, in un totale abbandono,
tenendosi le gambe intorno alla sua vita, strette ed intrecciate a lui.
Ad ogni movimento, gli andava incontro usando tutti i muscoli della
schiena e dell’addome e Derek si trovò a pensare che, dopotutto, la
pratica non aveva fatto poi così male.
Perse presto il controllo fino a
che si trovò a spingere forte e velocemente, in un ritmo folle che
diede alla testa ad entrambi, che si trovarono a gemere sempre più uno
sull’altro, inarcati ed in un’estasi che presto, prima ad uno e poi
all’altro, li avvolse completamente.
I respiri ed i battiti
all’unisono si mescolarono dopo un istante infinito, con Derek crollato
su di lui una volta uscito, dopo l’apice.
Le braccia di Stiles di nuovo
intorno alla sua testa, il volto nascosto sul suo collo e ascoltarsi. I
sensi impazziti, le sensazioni d’estasi, i sentimenti più forti che
mai.
Derek non sapeva descrivere il
calore che stava provando, ma non voleva staccarsene, non poteva farne
a meno, non dopo che l’aveva provato.
Aveva saputo da subito che voleva
lui, ma aveva anche cercato di proteggerlo. Fino a giungere alla
conclusione che forse lui, di pericoli, ne correva e ne aveva corsi
molti di più da solo.
- Non andartene più. - Mormorò
all’orecchio Stiles. Derek chiuse gli occhi, poi li riaprì, alzò la
testa e lo baciò. Piano, dolce, delicatamente. Il bisogno di farlo e
non solo la voglia.
Stiles sospirò rilassandosi. Quello era un sì.
Poi Derek si issò, si alzò e se
lo portò con sé che, avvolto a lui come una scimmia nonostante non
fosse più piccolo e basso, gli baciò il collo.
In camera lo stese e si mise con
lui sul letto, coprì entrambi e con un sospiro pieno di pace che diceva
più di mille parole, si addormentarono di nuovo. Con Stiles a pancia in
giù e Derek tutto avvolto a lui, con la testa fra le sue scapole ed il
braccio intorno alla sua vita.
Stiles si addormentò sorridendo. Così sembrava che Derek avesse paura che fosse lui a scappare.
“Ma che carino!” Derek percepì il
suo sentimento divertito, ma glielo lasciò. Per quella volta. Ora stava
troppo bene per contrastarlo.
Stiles dormendo si girò supino,
mentre Derek si limito a spostare la testa dalla schiena al torace,
continuando a tenerlo col braccio. Quelle di Stiles sollevate in alto
sulla testa.
Fu la sveglia ad interrompere il loro sonno, ma fu Derek il primo a svegliarsi e a chiuderla.
Si tirò su sul gomito e la
spense, poi tornò a guardare il compagno che dormiva ancora abbandonato
e pacifico e fece un sorrisino soddisfatto e sicuro.
Aveva fatto bene, al risveglio nessun rimpianto.
Derek si accomodò su un fianco
per non pesargli più addosso e l’accarezzò baciandogli le labbra
leggero. Poi iniziò a giocare col dito sul suo viso, delineandogli i
lineamenti più maturi e meno infantili di una volta. I capelli corti
spettinati a loro piacimento ed un filo di barba sul viso che gli
donava molto.
Era diventato un bell’uomo, pensò.
“Che sonno pesante!”
Pensò Derek notando che continuava a non dare cenni di vita.
Con questo iniziò con la bocca sul mento, sul collo, sul torace, i capezzoli e l’addome.
Stiles iniziò a sospirare e Derek fece un risolino mentre arrivava al suo inguine.
Riprese il discorso di quella notte e lo riprese con la bocca.
Fu così che il bello addormentato si svegliò con un gemito e le mani sulla sua nuca, ad accompagnarlo.
Derek non si fermò, al mattino
Stiles, come tutti gli uomini, aveva l’alzabandiera e fu facile, ci
volle poco a fargli raggiungere il piacere. Spinse il bacino tenendo
gli occhi chiusi, ma gemendo e carezzandolo, fino a che non venne poi
sulla sua mano. Derek guardò le sue tracce bianche colargli sul dorso e
lo pulì sul lenzuolo. Una volta pulita, risalì e si sistemò di lato,
con un braccio su di lui.
- Buongiorno. - Mormorò prima di baciarlo. Stiles sorrise aprendo gli occhi beato.
- Molto buono se inizia così! -
Rispose ironico scivolando con la mano sulla sua schiena e poi giù sui
suoi glutei sodi che aveva sempre ammirato attraverso dei jeans troppo
stretti.
Mentre lo baciava per la seconda volta, allungò gli occhi sul comodino e quando vide l’ora gli venne un colpo.
- E’ tardi, devo andare! - Derek lo guardò col broncio.
- E’ più sicuro se stai qua! -
Stiles rise cingendogli il collo con entrambe le braccia, mentre
attorcigliava le gambe intorno alle sue.
- Ma non mi dire! E faremo la vita da reclusi per sempre? - Derek annuì convinto.
- Il mondo si può arrangiare! -
Stiles rise perché era deciso mentre lo diceva, così baciandolo lo
spinse di lato e si alzò a sedere velocemente. Derek, altrettanto
velocemente, lo riprese avvolgendolo da dietro con le braccia,
ancorandolo al letto.
Stiles si mise a ridere.
- Derek! Non ti facevo così
possessivo! Sei sempre stato così cattivo con me per tutto il tempo che
eri qua! - Gli ricordò cercando di liberarsi per potersi fare una
doccia veloce.
- Hai voluto la bicicletta? - Disse senza finire la frase. Stiles piegò la testa di lato perplesso.
- Mi sa che ho fatto il passo più lungo della gamba… - Ed in questo Derek lo morse sul fianco, dove poggiava la sua bocca.
Stiles si lamentò e dandogli una
gomitata si liberò di lui andando al bagno. Quando tornò in accappatoio
e bagnato, Derek era a pancia in giù sul letto, tutto di traverso, che
lo guardava con i classici occhi da cucciolo.
“Derek cucciolo! Mio Dio, sono partito!”
E così dicendo alzò l’indice verso di lui e ammonitore disse:
- No, ho un lavoro adesso! - Rammentò severo, infilandosi i boxer e buttandogli addosso l’accappatoio.
Dopo essersi vestito e preparato
per andare in centrale, scese in cucina a preparare almeno il caffè.
Poco dopo si vide piombare Derek nudo che si comportava come se fosse
casa sua e lo facesse abitualmente. A Stiles per poco non cadde il
caffè e Derek glielo prese di mano mettendoglielo giù sul tavolo, poi
prese due uova dal frigo, una padella dall’armadio, accese il gas, ci
mise un filo d’olio e mentre Stiles lo guardava perplesso, si mise a
cucinare la colazione.
Poi gliela presentò davanti al tavolo insieme ad un succo di frutta.
- Mangia come si deve. - Brontolò sedendosi a mangiare anche lui. Sempre nudo, ma comunque diligente.
Stiles, ebete, eseguì per poi, dopo un paio di bocconi, sorridere sorpreso ma compiaciuto.
- Che c’è? Pensi che io abbia vissuto fino ad oggi mangiando aria? - Chiese scorbutico, sapendo che era quello che pensava.
- Oh ecco, ora ti riconosco! - Fece Stiles divertito.
Derek scosse il capo ma non disse altro.
- Come facciamo, oggi? - Chiese poi Stiles quando stava per finire di mangiare.
- Ti seguo, tu fai le tue cose. -
Semplice. Stiles sospirò e appoggiò il mento alla mano sventolando la
forchetta con aria polemica.
- Non dovremmo fare un piano di battaglia invece che aspettare che il problema evapori da solo? -
Derek, finito il proprio piatto, bevve il succo appoggiandosi allo schienale.
- E come credi dovremmo risolverlo? - La risposta la sapeva.
- Quelle armi non risolvono il
problema e lo sappiamo tutti! E visto che ora come ora tu non puoi
vivere la tua vita altrimenti le persone muoiono finché a quello
psicopatico non gli va di uscire allo scoperto, dobbiamo fare noi la
prima mossa! - Derek sospirò spazientito.
- Stiles, non invocherai un dio
per farti possedere! E’ fuori discussione! Finché io sono qua, tu non
lo farai! - Stiles sbuffò alzando gli occhi al cielo, si alzò e prese
la tazza di caffè bevendo anche quello, rabbioso.
- Non vogliamo coinvolgere gli
altri perciò non possiamo incontrarli. Non vogliamo coinvolgere
nessuno, perciò non puoi più fare nulla. Ah, dimenticavo la parte
migliore. IO SONO LA SUA PROSSIMA VITTIMA! - Derek a quello non poteva
confutare.
Era vero.
- Però non ti farai possedere dal dio del sole! - Concluse.
Stiles si strofinò il viso con le
mani e mettendo giù la tazza, uscì dalla cucina maledicendosi per aver
fatto rientrare Derek nella sua vita tanto facilmente, chiedendosi
anche come aveva fatto a perdere la testa per lui.