PATH
CAPITOLO I
UNO
STRANO, NUOVO INIZIO
PARTE
V
Quella
notte Levi non chiuse occhio, letteralmente.
Voleva
che fosse tutto perfetto per l’incontro con la ragazza della
sua vita e la tensione non l’aveva fatto dormire!!
Aveva
anche tentato di farsi la barba ma quell’imbecille di suo
fratello Ruben lo aveva preso in giro dicendo che, se voleva, gli
prestava la lente d’ingrandimento e altre amenità
del genere, così aveva soprasseduto ed era andato a dormire
con tutta l’intenzione di chiudere gli occhi per riposare ed
avere così la faccia fresca senza occhiaie dovute
all’insonnia… desiderio puramente sciocco ed
inutile!
Un
sospiro gli allargò il torace piuttosto fragile, ricoperto
dalla sua maglia migliore… speranze con Christine
quest’anno?
Zero
meno zero!
Come
gli altri anni del resto!
In
fondo in classe c’erano almeno tre o quattro ragazzi
veramente notevoli… compreso quello nuovo e quel professore
che sembrava un ventenne… conosceva Chris…
accidenti se la conosceva!
Gli
occhi che aveva fatto appena l’aveva visto gli avevano
rallentato il battito del cuore.
-
E piantala di guardarla così!! Mi fai una rabbia
Levi… -
Tasha
lo scosse dalle sue tristi fantasticherie… aveva ragione,
chiaramente, ma gli seccava che glielo dicesse.
Non
potrà mai capirlo, che ne sapeva lei di cosa voleva dire
amare una ragazza che non ti considerava degno nemmeno di mezza
occhiata?
Lei
era una regina invece lui…lui…bhe, lui era Levi.
Punto.
-
Allora? Gennaro Levi…tocca a te -
La
voce calda del professore lo scosse, alzò il viso confuso,
toccava già a lui?
-
Si…dunque… ho 19 anni, non mi piacciono gli sport
in generale, li trovo noiosi -
mormorio
improvviso che lui ignorò
-
Mi piace invece storia e letteratura inglese, adoro ascoltare musica,
AC\CD e tutto il loro genere… nn so se lei… -
il
professore lo guardò con gli occhi che brillavano
-
Si… li conosco… vai vanti-
-
bhe… ahem… ah si…mi piacciono i libri
e i film di fantasia, adoro "Il Signore degli Anelli" che ho visto
almeno quattro volte… -
Si
accorse di aver parlato troppo e si sedette, imbarazzato.
Fine
presentazione… per oggi era andata!!!
Lei
era sola. Non si era nemmeno tolta il giubbotto e restava seduta con
l'espressione assente, il banco prudentemente attaccato al muro,
isolato nella marea di persone che avevano qualcuno con cui parlare.
Raramente
Maya scambiava qualche parola con i suoi compagni; generalmente veniva
ignorata o guardata dall'alto, ma questo le andava bene, sempre meglio
che essere presa in giro e derisa di continuo. Lei non partecipava alla
vita della classe, del resto, perché avrebbe dovuto? Non ne
faceva parte, nessuno che si fosse mai preoccupato di lei, nessuno che
avesse provato seriamente ad esserle amico.
La
ragazza aveva a stento notato l'arrivo del nuovo professore e le
reazioni dei suoi compagni, prigioniera di pensieri che le ferivano la
mente e le rubavano ogni energia, rendendola ancora più
apatica del solito.
-
MacPharland Maya -
Nessuna
reazione.
-
Guarda che ti ha chiamato, cretina - sibilò una delle
ragazze, calibrando il tono della voce in modo che il nuovo professore
non potesse udirla.
-
Non essere timida, Maya - continuò lui - Nessuno ti vuole
mangiare -
Qualcuno
da dietro le lanciò una pallina di carta, e allora lei
alzò lo sguardo e si trovò faccia a faccia con
Ryan, ma era troppo disorientata per pronunciare anche una sola sillaba.
-
Maya, ti senti bene? Sei pallida.-
Lentamente
nella sua testa affluirono le informazioni: Ryan, nuovo insegnate di
italiano, trasferitosi da poco e non ancora completamente a suo agio
nel nuovo ambiente. Lo guardò, capì che non era
cattivo e annuì in modo appena percettibile.
-
Sei sicura? Vuoi prendere un po’ d'aria? Un thé?-
Scosse
la testa e si strinse nel suo giubbotto caldo, sentendosi sempre
più distante da quel luogo e da quelle persone, che le
apparivano piccole e sfocate come se le vedesse con un telescopio al
contrario, mentre lei era lontana, persa nel vuoto che la proteggeva e
la cullava, libera da tutte le emozioni dalle quali voleva fuggire.
-
Non si preoccupi prof, la nostra Maya è un po’
timida e riservata, ma sono sicura che appena la conoscerà
meglio si aprirà un po’ di più. Fa
sempre così con tutti. - trillò la procace
Christine, lieta di avere di nuovo su di sé l'attenzione del
prof. - E noi le vogliamo bene così com'è, sa
prof, io mi sento molto vicina a lei perché io... -
La
Del Torso continuò a lungo il suo sproloquio infarcito di
luoghi comuni, geniali omissioni e ancor più clamorose
bugie, nonché pretese narcisistiche di vario genere. Maya ne
approfittò per eclissarsi di nuovo, mentre Ryan prendeva
mentalmente nota di occuparsi più tardi del caso di quella
ragazzina dall'aspetto debole e malaticcio.
-
Grazie Christine. E ora tocca a... vediamo... Mezzadri Paolo -
Decisamente
nauseato dalla serie di cretinate a raffica sparate da Christine, in
tutta la possanza del suo metro e sessantacinque scarso, Paolino si
levò in piedi.
Viso
carino e glabro, capelli bruni che davano risalto al blu degli occhi,
fisico asciutto in piena forma coperto da una t-shirt scura ed un paio
di jeans. Tutto
sommato il suo aspetto metteva una certa tenerezza: i lineamenti
effeminati, la bassa statura, la pressoché inesistente
barba... faceva pensare quasi ad un ragazzino... la fantasia erotica di
un qualunque pederasta!
L'immancabile
numero di Shadir l'aveva visto eccome, mentre l'entrata del professore
lui se l'era persa, in quel momento infatti stava chiacchierando
assieme uno dei suoi vicini di banco, con la schiena rivolta alla
cattedra... ovviamente non si trattava di quel bell'addormentato nel
bosco di Bruno, ma bensì di Noah. Parlavano delle loro
vacanze. Vacanze! Nel suo caso sarebbe stato meglio dire tour de force!
in quei tre mesi Paolo si era dato parecchio da fare: da circa
metà giugno fino a pochi giorni prima dell'inizio della
scuola aveva lavorato tutte le mattine (tre settimane d'agosto escluse)
da suo zio occupandosi di qualche lavoretto d'ufficio, quattro
pomeriggi la settimana aveva fatto volontariato al canile del suo
paese, al week-end lavorava in un cinema... quell'estate se l'era
goduta sul serio solo per le due settimane al mare con i suoi amici.
L'unico aspetto positivo della cosa era stato il non aver quasi mai
visto i suoi genitori. In ogni caso non si era rilassato molto e
paradossalmente era contento di tornarsene a scuola, almeno avrebbe
avuto più tempo libero! Questo pensava!
Dalla
prima impressione che Del Gobbo gli dava, prevedeva che in quell'anno
scolastico sarebbe bastato poco per cavarsela in italiano. Quella
megera isterica della Priani, la vecchia professoressa di italiano,
aveva fatto un bel favore a tutti ad andarsene in pensione, un peso
tolto dalle scatole!!
Le
braccia tese, mani appoggiate al banco, il busto proteso leggermente in
avanti, Paolo, del tutto a suo agio, si presentò.
Iniziò pronunciando un deciso buongiorno rivolto al giovane
insegnante
-
Ciao! dicci pure! - rispose Ryan affabile
-
Ho 18 anni, abito in un paese qua vicino, 30 minuti di treno per
intenderci... sono uno dei rappresentanti d'istituto, almeno adesso lo
sono ancora, per le prossime elezioni si vedrà. Ho vari
interessi, sono appassionato di cinema, mi piacciono gli animali,
nuotare...ho un sacco di hobby, ma sinceramente non ho voglia di stare
ad elencarli! Non ho un genere musicale preferito, vado a seconda
dell'umore... non mi piace la roba da discoteca, però. Boh,
non so che altro dire - era sciolto, la sua voce chiara e non mostrava
incertezza.
-
E che pensi di fare dopo? Fammi indovinare... il politico? -
domandò Ryan
-
Eh eh eh! Non sarebbe una brutta idea... no scherzo, in
realtà mi piacerebbe andare ad una scuola di giornalismo -
Il
nuovo prof. commentò entusiasta - Dai! ti ci vedo, davvero!
Però anche politico... -
-
Mah... vabè - sussurrò Paolo tra sé, a
metà fra il divertito e il perplesso. - Posso sedermi
adesso? -
Del
Gobbo gli fece cenno di sì, quindi proseguì
l'appello.