Amalgamata alla
tinta scura che le scioglieva i contorni, era sullo schermo immobile,
svuotata, nient'altro che un riflesso. Fissava sé stessa perché non
voleva pensare. In controluce notò che c'erano delle ditate, prese il
fazzoletto e le cancellò. Poi tolse la polvere dal bordo, ai lati, sul
filo elettrico.
Continuò per tutta la stanza e quando ebbe finito uscì. Due occhi
assenti come i suoi non la videro mentre notava il piccolo percorso di
macchioline rosse sul quale troneggiava una figura accovacciata e
stanca. Una benda si era allentata e gocciolava sul pavimento. Maya
rientrò. Fulminea prese la cassetta del pronto soccorso che aveva già
usato e si dedicò ancora a Kusagra, sfiorava la carne la garza sterile
e il sangue, sporcava le piastrelle e i vestiti e le mani dentro i
guanti continuavano a muoversi e quello era l'unico suono perchè non ne
voleva altri, solo quella sensazione di nulla
- Mi stai stritolando il braccio -
dove nessuno le urlava contro, le rinfacciava le cose, dove non c'erano
richieste e risposte che non sapeva dare
- Maya, il braccio... -
dove niente di tutto questo era mai successo. Ora gli occhi spenti la
guardavano. Si fermò.
- Grazie. -
Quella voce era buona.
- Scusa, oggi combino solo disastri. -
Quella voce era gentile.
- No, non è vero, e te lo dice un professionista dei disastri. -
Quella voce stava tentando un sorriso. Buona volontà, seppur puntata
nell'amaro, nel ragazzo che ora guardava altrove. Così lontano che lei
capì, e comprese.
- Tu ed Elia... -
azzardò.
- E' normale - ascoltò - Va avanti così da anni. - parole calde - Non
devi preoccuparti, è una specie di gioco. -
ma questa volta era diverso - Trattandosi di Elia è normale, no? -
lui era diverso
- E' fatto così -
non l'aveva mai visto così furioso tranne... Spezzò il pensiero
alzandosi di scatto. Si teneva a Maya e alla parete, poi solo alla
parete. La salutò prima di sparire lungo un altro corridoio.
Un paio di scarpe scure e due stivali un po' ammaccati la raggiunsero.
Li guardò tutti e due preoccuparsi per lei.
- Andiamo a casa. -
Lelio ed Elia la seguirono.