L'infermeria era un posto ben riscaldato, i soliti muri bianchi, i
paraventi in tinta, un lettino comodo per le emergenze, una scrivania
in legno nera e abbinata la poltrona di pelle girevole, molto comoda.
Classica sala d'infermeria come tante, spaziosa ed illuminata.
Seduta nella poltrona si dondolava l'infermiera, una donna vestita in
camice bianco, piuttosto attraente, con le curve giuste al punto
giusto, non molto mascherate a dire il vero.
Ryan bussò e fece capolino nella stanza già d'inizio non molto a suo
agio, era finito qualche volta in infermeria, ma la donna che l'abitava
era strana, se lo ricordava bene, questo.
- permesso? -
Lei si voltò e lo guardò da capo a piedi facendolo sentire sotto
inquisizione, si affrettò a spiegare:
- Sono accidentalmente caduto e mi sono fatto male alla spalla...
potrebbe controllare o darmi un analgesico? -
Lo sguardo che ricevette lo preoccupò, ebbe come l'impressione che se
lo mangiasse con gli occhi.
Lo fece accomodare sul lettino e fra parole e mani, lui si trovò senza
capire assolutamente come, a petto nudo; aveva voglia lui di
chiederselo: cosa c'entra tutto il torace con una spalla? Inoltre
perché gli visitava tutto fuorchè l'arto interessato? Era su di lui
come avesse fatto qualche strano incantesimo di colla!
Importante era che non facesse troppe domande su come si fosse fatto
male, ovvero: c'era ancora qualcuno che credeva alla scusa del: sono
caduto?
La lasciò fare senza ribellarsi. Oddio, non che gli dispiacesse, in
effetti le mani di quella donna non erano affatto male, sapevano come
massaggiarlo... massaggiarlo? Perché lo stava massaggiando? Diventò
paonazzo e cominciò a balbettare qualcosa circa:
- p-per fav-v-vore...mi curi la s-s-spalla e mi f-f-faccia t-t-ornare
in cl-cl-clas-s-se....devo fare l-l-l-lezione! -
Doveva essere molto divertente vedere Ryan completamente imbarazzato,
non ci voleva molto effettivamente.
Improvvisamente proprio su quella scena la porta si aprì senza nemmeno
un bussare e chi arrivò? La persona che meno avrebbe dovuto vederli in
quel momento: il preside!
- Del Gobbo, sembra che lei abbia una certa predisposizione a farsi
beccare seminudo in compagnia di belle ragazze.-
- è inciampato.-
Rispose Cate, l'infermiera, disinvolta, solo uno sguardo a Ryan e un
fugace pensiero in direzione del preside:
"Elia ha combinato un po' di casino..."
- Oh, spero voglia dimenticare questo spiacevole incidente...-
L'uomo, dal canto suo, resse il gioco come stava già facendo la donna,
mentalmente le rispose:
"Non avrà ricominciato a...?"
"probabile"
- bene, è a posto, lasci il braccio a riposo per un paio di giorni.-
Cate fece un bel sorriso gentile, o per lo meno così sembrava, a Ryan,
poi l'aiutò a rivestirsi con un po' di dispiacere, il corpo di quel
giovane professore era tutt'altro che quello di un vecchio o di un
ragazzino, i soliti che era abituata a visitare...anche se le capitava
a volte qualche eccezione come Andry Dal Lago o Enrico Frattini della
quinta.
Il motivo per cui Ryan aveva mentito era semplice ed evidente ai loro
occhi, era un professore che tendeva a proteggere i suoi alunni in ogni
modo possibile, anche a costo di rimetterci lui e la sua immagine,
infatti aveva già una certa fama fra studenti ed insegnanti...che a lui
non importava. Era una brava persona e i ragazzi dovevano tenerselo
buono, anche se non era tutta lì la motivazione: sicuramente si sarebbe
vergognato molto a rivelare che uno più giovane di lui l'aveva spinto e
lui era addirittura caduto in quel modo! Meglio tentare la via dello
sbadato, non si sapeva bene quale fosse meglio!
- Del Gobbo, lasci che l'accompagni in classe.-
"Mi occuperò io di lui"
Fece eco il preside Hermes, anormale uomo dirigente che faceva molte
cose, tutte che l'allontanavano dall'idea di preside serio e pigro!
Ryan ne era un pò intimidito, del resto era l'effetto che il preside
faceva praticamente a tutti. Aveva saputo zittire professori, bidelli e
loro beghe vecchie di decenni, per non parlare del rispetto che gli
portavano gli alunni.
Mentre Ryan ignorava l'ennesima fitta alla spalla, tuttavia sempre più
lieve della precedente, svoltarono per l'ennesimo corridoio e il
professore si accorse che, decisamente, non sapeva più dove si trovava.
Stava per chiedere informazioni quando il preside scoppiò a ridere
divertito. Si era fermato e Ryan quasi gl sbattè contro (fitta),
guardava dalle finestra e lo fece anche Ryan (fitta, perchè era stato
troppo veloce), osservò esterrefatto lo spettacolo di una figura che
faceva riscaldamento (fitta: era l'infermiera e si sentiva ancora le
sue mani addosso) e quando quella figurina che vedeva dall'alto iniziò
a saltare e poi a cammminare sulle mani non sentì più niente tranne
l'urgenza di sedersi e fermare per un attimo quella giornata assurda.
"Lo sapevo che si allenava ancora durante l'orario scolastico.." chiosò
il preside fra le risate "..ma se crede di averla vinta così
facilmente.. "
Ryan, che aveva rinunciato a capire, aspettò che l'uomo avesse finito e
poi lo seguì a cagnolino fino in classe, restio ad entrare fu
gentilemnte sospinto (fitta giusto per non dimenticare) e messo in
cattedra.
- E' un pò amaccato, ma non c'è male. - stava annunciando Hermes - Ad
ogni modo adesso è meglio che torniate a fare lezione. Au revoir!-
Sorrise e sparì rapido com'era comparso, ma l'atmosfera si era
alleggerita e tutti apparivano più distesi e rilassati.
*Non ho ancora perso il mio tocco* si autocommentò il preside, ma stava
già pensando a cosa fare a quell'infermiera disubbidiente.
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Frollo
aveva appena iniziato a lamentarsi quando fecero retromarcia e
partirono. Relegato sul sedile posteriore Elia non si lamentò per
quella scelta tutt'altro che casuale, nè provò a sabotare mentalmente
il lettore cd: subì mogio il disperarsi del religoso per les yeux d'une
étrangère, ma non poté fare a men di ridacchiare quando Lelio cambiò su
'Déchiré'. Gli sorrise tramite specchietto retrovisore, affondando nel
sedile e nelle immagini di una sera di qualche anno prima.
Notre-Dame
dialogò sul mutismo pesante di autista e passeggeri spingendoli verso
casa, superato il portone (elettrico, attivazione tramite parola
d'ordine) Lelio parcheggiò al solito posto e scesero, Maya per ultima
mentre Elia si stava già allontanando. Lei fece per seguirlo ma si
bloccò.
-
Dai - la consolò Lelio - Lascia stare. -
-
Sì... - biascicò - Scusa, ho combinato un guaio -
-
Non è colpa tua - e poi *Non hai fatto nulla di male, sai che Elia ha
un carattere di merda*
*Dispiace
lo stesso*
*Tranquilla.
Sono i rischi del non avere una vita monotona.*
La
luce della cucina si era appena accesa e si accorse di aver fame.
*Allora,
che specialità ci preparerai oggi? E non pensare di cavartela con la
scusa del minestrone..*
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Note:
The
Soundtrack:
Notre-Dame
De Paris
ACTE
I
23
- Tu vas me détruire (Frollo)
16
- Déchiré (Phoebus)
FINE
CAPITOLO 3