CAPITOLO
V
CHE
PALLE!
PARTE
I
Andry aprì il
frigorifero. Vuoto. Desolatamente vuoto, nemmeno un classico cartone
del latte faceva squallido sfoggio di sé e il motivo era presto detto:
al proprietario del frigo non piaceva proprio, gli provocava
addirittura nausea!
Strinse gli
occhi in segno di stizza. Come diavolo poteva non esserci mai nulla?
Seccato chiuse con forza la porta e staccò la spina… tanto valeva
spegnerlo, a che gli serviva se non lo riempiva mai? Tirava solo via
energia elettrica!
Alzò poi le
spalle rispondendosi da solo: ovvio che non c’era mai nulla, se non
comprava nemmeno una briciola di pane che ci sarebbe dovuto essere?
Avrebbe fatto a
meno di mangiare, tanto il pranzo lo saltava spesso…
Guardò l’ora.
Era presto, decisamente troppo presto per andare a lavorare. Non era da
lui fare ore in più non pagate, quindi lì al centro del salottino si
guardò intorno sbuffando, fissò la tv e fece una smorfia, non la
sopportava. Guardò lo stereo e i cd disordinatamente posti al fianco e
a terra. Altra smorfia, aveva un leggero mal di testa ogni volta che
tornava da scuola ed era meglio non accendere nulla che facesse caos.
Passò quindi
alla sua camera, ricordò la notte che lo aveva visto avvolto
selvaggiamente nelle coperte a disfarle col suo sonno molto poco
tranquillo. Altra smorfia, per carità… chi avrebbe avuto voglia di
sistemarlo?
La cucina era
una stanza inutile dato che era completamente vuota senza nemmeno il
tavolo! Non mangiava quasi mai lì e le poche volte che lo faceva si
metteva sempre a terra o sul divano facendo mille briciole. Per il
pranzo il più delle volte era a scuola e si prendeva dei panini al
distributore automatico, quando invece non aveva rientri e tornava a
casa evitava di ingurgitare cose commestibili per pura pigrizia; la
sera, invece, la passava sempre a lavoro quindi là al pub in cui era
gli davano un pasto completo.
L’ultima opzione
fu il divano… lì il suo viso non si illuminò di certo, si limitò
soltanto a non fare espressioni schifate per cui prese la coperta
raggomitolata a terra, la aprì e si buttò di peso sul sofà coprendosi
con la stoffa calda. Se c’era una cosa che odiava più delle altre era
il freddo, lui era un animale da deserto anche se a dire la verità i
suoi modi ricordavano più il polo nord.
Chiuse gli occhi
abbandonandosi al dolce sonno che calava… ce la stava quasi per fare, i
suoi occhini grigi penetranti, nascosti dietro la nera, lunga frangia
liscia, stavano per chiudersi quando manco a dirlo suonò il suo
cellulare. Ovviamente lui non usava telefono fisso, risparmiava anche
su quello, usava solo quel cellulare perennemente scarico.
- Maledizione! –
imprecò brusco.
Dopo minuti
abbondanti di suoneria si decise a rispondere.
- Pronto? - con
la sua solita voce profonda e oltretombale.
- Salve, parlo
col signor Andry Dal Lago? -
- Si, sono io!
Chi diavolo sei! -
Si udì un attimo
di silenzio, poi il tipo dall’altro capo del telefonino riprese
coraggioso.
- Siamo un
agenzia che scrittura modelli per sfilate e servizi fotografici. Ci
hanno dato il suo nominativo… cerchiamo nuovi volti, le andrebbe di
incontrarci per parlarne meglio? -
Spalancò gli
occhi per poi tornare a socchiuderli minaccioso: chi cazzo era stato a
fargli quello scherzo? Sicuramente l’accoppiata del delirio: Tea e
Shadir. Li avrebbe uccisi appena gli sarebbero capitati sotto mano!
Stava per
rifiutare gelido come sempre, ma la parola stipendio lo bloccò:
- Ovviamente
saresti assunto con tanto di contratto, assicurazione e stipendio per
ogni lavoro e servizio. -
Si drizzò a
sedere sul divano lasciando scivolare la coperta fino alla vita, seguì
un lunghissimo attimo di silenzio nel quale si trovò stranamente a
pensarci bene. Tea e Shadir dicevano sempre che lui aveva un solo
neurone in testa e che spesso dormiva, quindi per lui pensare era
un’operazione estremamente difficile che gli richiedeva tempo, forze ed
energie!
In realtà gli
serviva solo più tempo di altri per ragionare come si doveva, fu allora
che l’altro continuò a parlare a ruota libera, capendo su cosa fare
leva:
- Ci hanno
mandato delle sue foto e il suo nominativo con il cellulare, il lavoro
non è faticoso e si collabora sempre quando si tratta di far combaciare
orari ed impegni. Poi come lei ben saprà è un lavoro saltuario…
immagino che uno come lei avrà sicuramente già avuto altre esperienze
simili! -
Come lo
interrompeva ora? Non aveva ascoltato mezza parola ma decise che per i
soldi e la sua indipendenza poteva fare questo ed altro!
Tanto avrebbe
potuto smettere quando gli pareva, sapeva bene che questi lavori
finivano subito e ne era certamente contento!
- Va bene, dove
dobbiamo vederci? -
Accordatosi
sull’ora ed il posto rimase a fissare male il cellulare… prima di dirne
quattro a quegli scimuniti avrebbe incontrato l’ingaggiatore!
Sbuffò all’idea
di alzarsi dalla sua comoda postazione e cambiarsi ma suo malgrado con
molta pigrizia lo fece. Una volta in piedi si chiese addirittura cosa
si sarebbe dovuto mettere ma si trovò ad alzare per l’ennesima volta le
spalle, alla fine non gliene importava davvero.
La sera avrebbe
lavorato al Fog Spirits, ci sarebbe stato un gruppo di punkettoni o
qualcosa del genere a suonare per cui con tutto quel lavoro non poteva
mancare. Decise di andare all’appuntamento col talent scout ma di fa|
in fretta in modo da avere ancora del tempo per la sua dormitina
pomeridiana.
Con la sua
perenne aria da addormentato, il bel tenebroso si scelse a caso una
maglia nera dal collo alto e attillata e un paio di jeans dello stesso
colore che fasciavano divinamente le gambe ed il sedere sodo. Già solo
così col suo bel corpo sottolineato a quel modo si vedeva chiaramente
che non aveva nulla da invidiare ai modelli professionisti!
Infine,
inforcando i suoi occhiali da sole, scocciato di tutte quelle corse a
destra e a manca, borbottò un incomprensibile:
- Che palle! -
ed uscì di casa.
L’appuntamento
era in un bar del centro piuttosto famoso. Erano seduti ad un tavolino
e sorseggiavano rispettivamente un caffè ed una cioccolata. Andry
odiava il caffè perché gli faceva male per cui non lo beveva mai.
L’uomo era sulla
quarantina ma si teneva molto in forma, i capelli erano brizzolati e
corti, era vestito di nero di marca e di tutto punto. Indossava anche
lui degli occhiali da sole che sostituì con occhiali da vista normali
mostrando delle affascinanti iridi azzurre. Si accese una sigaretta e
tirò fuori il suo biglietto da visita in modo molto formale.
- Salve, io sono
Joshua Madison, sono quel che si dice un talent scout di giovani
modelli… la nostra compagnia è abbastanza conosciuta anche per aver
avuto modelli che poi sono diventati attori famosi. Noi li prendiamo
dal nulla pescandoli in licei e università, li sistemiamo e poi
adattandoci un po’ ai loro bisogni e modi di fare nonché stili li
lanciamo in sfilate, servizi fotografici e spot. -
Parlava troppo
ed Andry, che non si era tolto gli occhiali scuri, in realtà stava per
addormentarsi. Non aveva ascoltato mezza parola, si chiedeva anzi che
diavolo ci facesse là…
“Ah si… i soldi!” Se lo ricordò con una smorfia impercettibile:
- Senta ma chi
diavolo è stato a darle il mio nominativo? -
L’uomo tirò
fuori una busta di plastica e gliela porse.
- Queste foto me
le hanno mandate due suoi amici… non mi hanno rivelato il loro nome, ma
credo che lo stessero facendo a sua insaputa; a quanto pare è proprio
così. -
Andry guardò le
foto e subito capì che i suoi sospetti erano fondati.
Le foto
ritraevano lui in diverse pose naturali. Ovviamente non si metteva mai
in posa, odiava le foto ma se lo pagavano per farle la cosa cambiava...
In una era
seduto con la caviglia incrociata sul ginocchio, aveva gli occhiali
scuri e leggeva un giornale mostrando il dito medio in primo piano,
ricordava quella volta… Shadir gli aveva chiesto allegramente: ‘Andry
guardami!’ e lui aveva risposto così senza nemmeno alzare gli occhi
dalla rivista!
In un'altra
aveva il volto abbassato e le mani fra i capelli come a disperarsi su
chi gli era capitato come ‘amico’, l’espressione era micidiale.
Ce n’era una sua
sotto la doccia della palestra, aveva fatto ginnastica e quasi tutti si
facevano la doccia al termine, lui era fra quelli: eccolo di schiena
col volto di profilo che si lavava… obiettivamente molto sexy!
In un'altra
invece era mezzo sdraiato sugli scalini che davano in terrazza
scolastica, aveva le mani sotto la nuca e rilassato guardava in alto
facendosi scaldare dal sole. Logicamente dormiva!
Queste erano le
foto: poche ma buone. E per tutte sapeva perfettamente chi era il
fotografo.
“Quei due stronzi!” Appena li avrebbe beccati avrebbe sequestrato
tutti i rullini ancora in loro possesso, chissà a quanti avevano
mandato quelle foto!
- Allora, mi
pare che la sua risposta sia positiva… -
Il moro alzò gli
occhi dietro le lenti scure e lo fissò cupo come se si svegliasse solo
in quel momento. In realtà era di cattivo umore per la scoperta e
voleva solo andare ad uccidere quelle due pulci!
- Quanto mi
pagate? -
- Non c’è uno
stipendio fisso al mese, dipende dai lavori che ti diamo… ma sono in
ogni caso più che buoni, specie per uno come te. -
Insomma gira e
rigira furono i soldi a prenderlo per la gola e a fargli accettare.
Dopotutto era pur sempre figlio dei suoi genitori, il sangue era lo
stesso e si vedeva!
- Io la sera
lavoro in un pub e di mattina ogni tanto vado a scuola… per il resto
sono libero… -
L’uomo si trovò
a chiedersi un paio di cosette del tipo quando studiasse, cosa
significava ‘ogni tanto vado a scuola’, i suoi genitori dove fossero e
che razza di amici avesse… ma prima di tutto si domandò proprio chi
fosse quel ragazzo, cioè… che razza di persona era? Così giovane e già
incuteva timore essere fissati da lui, per non parlare di quando
parlava con quella voce penetrante. Non fosse stato per l’età il buon
Joshua ci avrebbe già provato, ma aveva idea che il nuovo modello non
gradisse le troppe differenze d’età e poi non sembrava gay, tanto meno
bisessuale! Peccato…
- Ok, se per lei
va bene la condurrei in studio per farle scattare alcune foto, giusto
per metterle in un book, per farle prendere la mano, come si dice, poi
ci risentiamo per il primo servizio. Questo è il mio biglietto da
visita. Sarò il suo manager, per ogni cosa dovrà rivolgersi a me! -
“Che culo!” pensò Andry già seccato. Quel tipo era omosessuale
e si vedeva subito, sicuramente ci avrebbe provato, era abbonato a
queste cose, gli era già successo un sacco di volte!
Sbuffò
e si accinse a seguirlo col solito pensiero nella mente: “Che palle, però!”
Lo presero e se
lo rivoltarono in ogni modo: e mettiti qua, e fai così, e indossa
questo, e bagnati i capelli, e vai da lui, e fatti fare, e sorridi… sul
sorridi però non riuscirono a fargli obbedire. Nemmeno in una venne col
sorriso!
Gli misero dei
vestiti firmati sportivi addosso, un cappello strano in testa, una
palla da basket in mano e appoggiato a qualcosa fotografato a tre
quarti. Per un'altra foto lo fecero sedere dentro ad una macchina di
lusso sportiva decappottabile e lo vestirono tutto in pelle con la
canottiera bianca che si vedeva. In un'altra lo misero a terra e
semplicemente fecero lo scatto con lui che guardava corrucciato in un
punto. Poi ci furono molti primi piani e figure intere con diversi capi
di abbigliamento. Per due tre foto lo misero insieme ad un'altra
ragazza, ma nulla di spinto.
Sotto ogni luce,
in ogni posa possibile, da ogni angolatura. Alla faccia di ‘qualche
foto per il book’… glielo stavano facendo tutto ora? Per mantenere la
calma si trovò a pensare ai maledetti soldi un sacco di volte!
Quel lavoro
sarebbe stato più difficile del previsto per lui, specie perché
sarebbero dovute piacergli a forza le odiate foto!
La sera era
faticosamente arrivata. Andry benedette il cielo per la prima volta
perché lo avevano mollato. Era rimasto in quel maledetto studio per
tutto il resto del pomeriggio ed era sembrato che non volessero più
lasciare andar via. L’unico lato fortunato era che il suo sguardo era
forse l’unica cosa che poi avevano ammesso andare bene. Non avrebbe
certo potuto mettersi a sorridere stupidamente ad un obiettivo… che
c’era da sorridere ad un obiettivo? Era una macchina nera che si
illuminava per rubarti la tua immagine! Non sorrideva agli umani,
figurarsi ad una macchina!
Constatato ciò
si accorse di essere arrivato a destinazione, il retro del locale, il
Fog Spirits; era come al solito pieno di sacchi dell’immondizia da
buttare, chissà chi li avrebbe tolti da lì, si chiese con ironia
prendendone a calci uno per entrare. Passando attraverso una piccola
stanza polverosa e disordinata si specchiò nel pezzo di vetro rotto che
fungeva appunto da specchio. Che cosa gli avevano fatto ai capelli?
tutti impiastricciati da quel gel… ora erano tutti in disordine in
stile spettinato!
Se ne accorse
solo allora ricordandosi che il fotografo aveva detto che stava bene. A
lui naturalmente non piaceva!
Se li scompigliò
ulteriormente con le mani per togliersi un po’ di quella robaccia dalla
testa peggiorando solo la situazione. A quel punto più deciso che mai a
far qualcosa per rendersi ai suoi occhi decente, ficcò direttamente la
testa sotto il rubinetto del piccolo bagno riservato allo staff, poi si
tirò su… tutto bagnato era un'altra cosa, forse anche più bello e
affascinante di prima, il che era tutto da vedere!
Sbuffò ancora
mormorando il suo motto preferito: ‘che palle!’
Ma ad un tratto
l’inevitabile… l’evento terribile accadde… l’apocalisse o giù di lì… il
tragico fato aveva girato la ruota e il suo destino ingrato lo colpì.
- Tu! Tu, proprio tu! Si… sisisisisiisisisisisi! PERFETTO ! RAGAZZI L’HO
TROVATO! -
La voce
squillante di un ragazzo interruppe il flusso debole dei suoi scarsi
pensieri, Andry allora si girò a guardare irritato chi diavolo fosse ad
urlare così e notò un tipo di media altezza conciato in un modo a dir
poco indecente!
Iniziò ad
osservarlo dal basso. Tacchi alti su degli stivali in pelle nera alti
fino a metà coscia. Erano indossati sopra a dei pantaloni ugualmente
neri fin troppo attillati… salendo il torace piuttosto muscoloso e ben
modellato era scoperto, intorno al collo solo un boa di struzzo rosa,
volto truccato pesantemente, capelli con extention a treccine azzurre,
bracciali borchiati, catene e ciondoli vari ed una sigaretta mollemente
adagiata sulle labbra che sembrava dovesse cadere da un momento
all’altro.
Ma questo… chi
diavolo era? Che razza di pazzo esaltato aveva mai davanti? Andry si
chiese brevemente questo ed altro ma poi decise di non perderci troppo
tempo dietro facendo così la cosa che gli riusciva meglio: lo ignorò!
Ebbene si, prese
ed uscì dallo stanzino andando dietro il bancone, al proprio posto per
preparare e sistemare prima dell’arrivo della gente. Andry era addetto
ai cocktail ma ultimamente era arrivata un'altra (o altro… ) ragazza (o
ragazzo… ) a lavorare sempre sugli alcolici che amava dare spettacolo
mentre maneggiava le bottiglie, non sembrava farlo per mettersi in
mostra ma solo perché lo sapeva fare ed era più pratico! Costei (o
costui… ) era una (o un… ) suo (o sua… ) compagna (o compagno… ) di
classe… un lui recentemente scoperto essere donna… o qualcosa del
genere!
Non aveva
seguito bene gli eventi, ma presto a scuola l’eccitazione della
scoperta era finita e a lui non era comunque mai importato nulla della
vicenda.
Già immerso nel
suo lavoro aveva presto dimenticato l’incontro del terzo tipo quando si
rese conto che evidentemente la pace non gli era ancora concessa!
Quando alcuni
clienti cominciarono a venire esaltati dalla notizia del gruppo punk
che avrebbe cantato, l’assurdo tizio di prima tornò alla carica
saltando nientemeno che in piedi sul bancone tirandolo su a forza (il
che dimostrò da parte sua dei muscoli non indifferenti per riuscirci
visto la bestia di uomo che era Andry!) e abbracciandolo con foga
ridendo felicissimo.
- Si, ti ho
trovato! Dove eri scappato? Tanto ora sei mio! -
Fu lì che sentì
molti sguardi addosso e un profondo istinto omicida, ma sopra tutti
percepì uno sguardo freddo e gelido come il ghiaccio, anzi ancora più
freddo e pungente di quell’elemento!
Si sentì
trapassato e quasi morto… ebbe appena il tempo di vedere da dove
arrivasse: un ragazzo alto, moro, vestito di nero, bello come potrebbe
esserlo un demone tentatore.
A quel punto le
urla delle oche poco aggraziate si levarono dal locale:
- È Già
ARRIVATO! SYREEEN! – cominciarono a chiamarlo come uscite di senno,
facendosi sotto il bancone dove loro si trovavano ancora in piedi.
“Ma allora… allora… “ La verità lo colpì come uno schiaffo!
- Andry, ti
presento Syren, il leader e cantante della band Eclipse… - La voce del
capo del Fog Spirits lo destò dalle sue maledizioni mentali: quella
prostituta che lo abbracciava… o travestito… o quel che era… non lo
mollava ancora.
- Ma che cazzo
dice? Questo trans sarebbe… -
Un pizzicotto al
sedere che poi fu palpato per bene dalla mano stessa:
- Ehi caro, non
sono un trans… guardami bene…-
- Si scusa, sei
solo un frocio! -
- …tuo pari! -
Il battibecco
scambiato in modo insolito non lo udì nessuno, per fortuna, altrimenti
avrebbero potuto linciare Andry nonostante la sua bellezza!
Con uno spintone
riuscì a liberarsi, così scese e si rivolse al capo, cupo più che mai:
- Chi diavolo è
e che cazzo vuole da me? -
Una risata prese
forma alle spalle di tutti. Si voltò e vide il ragazza (o ragazzo… bè,
in effetti ormai ‘ragazza’ anche se Andry non aveva ancora ben capito
di che sesso fosse!) della sua classe che lavorava lì.
- Ehi bellezza,
non sei molto sveglio… mi pare chiaro: è il cantante e vuole scoparti!
Ha il diritto visto che il capo ha deciso che come ricompensa per aver
cantato qua gli dona chi vuole per tutta la notte! -
La cosa si
metteva male, non sapeva chi uccidere prima. Si perché era scontato che
Andry ci credesse!
- Ibrido, sta
zitto! -
Rivolse le sue
preziosissime parole nella direzione della ragazza che si chiamava
Alex, poi tornò al capo che gli spiegò la situazione non dopo aver
notato il bernoccolo in testa del moro. Alex si era vendicata e
dileguata!
Fu Syren, ancora
in piedi sul bancone che a gambe spalancate e pugno alzato incitava la
folla a far chissà cosa, ad illuminare tutti dando l’annuncio più
devastante della sua carriera:
- Stasera la
seconda voce ci mancava, ma l’ho appena ritrovata… un sostituto
perfetto! Questo ragazzo si è offerto volontario prima di tutti ed ho
deciso di accettare la sua generosa offerta! -
- YEEEH!!!!
FORZA ANDRY! -
Alcune voci
conosciute si levarono immerse nella folla, ma Andry non fece in tempo
a fucilare nessuno perché si trovò immediatamente trascinato a peso nel
retro, nella stanzetta di prima con tutto il gruppo più il suo
responsabile. Era circondato e a parte lo sguardo minaccioso del
proprietario, Syren e i componenti fuori di testa della band ridevano
esaltati:
- Sarà un
successone! -
- Non dire
palle! Non sai come canto e non conosco le tue canzoni! -
- Oh, non ci
vorrà molto ad imparare, è facile, è solo la seconda voce, per lo più
ripete quel che dico io con una tonalità più bassa… e poi… tu sei
perfetto…. ho occhio per queste cose! Tu sei bello e sul palco ci stai
da Dio! Faremo una coppia fantastica! Inoltre tu sai cantare. Me lo
sento. Uno con la tua voce non può non saper cantare! -
Il lungo
monologo senza senso sparato tutto d’un fiato fu maledetto nuovamente
da Andry.
- Ma sei proprio
scemo! Non puoi scegliere uno in base all’aspetto e dal tono della
voce! -
Provò a
ribattere rimanendo sempre controllato fino ad un certo punto.
All’ennesimo abbraccio lo spintonò facendolo arrivare addosso al
ragazzo-demone di prima.
- Kasyl, guarda
chi ho trovato! Il sostituto della seconda voce! Non è fantastico? Ti
somiglia un po’! -
In risposta uno
sguardo glaciale verso Andry che capì subito che quel tipo era il
fidanzato del cantante. Mentre cercava di svignarsela fu artigliato dal
capo che lo guardò malissimo orinandogli sottovoce :
- Tu ora fai
come ti dice perché lui è mio amico e ha fatto un favore a me a venire
a suonare qua portandoci tutta questa clientela… hanno già fatto due cd
venduti piuttosto bene, non sarebbero mai venuti se non fosse stato per
l’amicizia che ci lega, quindi tu non mi fai fare brutta figura e vai a
cantare su quel palco facendo tutto quello che ti chiederà, o non
disturbarti a venire qua domani sera! -
Andry sospirò
stancamente non troppo sconvolto dalla minaccia quanto dalla dura
realizzazione che si trovava a dover fare: non aveva certo scelta,
visto che di licenziarsi non se ne parlava proprio!
Però… che razza
di giornata era?
Dopo poco che il
suo cervello gli ebbe rimandato gli unici brevi ragionamenti logici che
era capace di produrgli (ovvero che per i soldi si poteva fare anche
questo…) disse con molta fatica, a denti stretti e sguardo basso che
stava bruciando:
- E va bene! –
Quanto gli erano costate quelle parole…
“Chissà come mi conciano!”
Fu un pensiero
breve dal momento che in quattro e quattr’otto si trovò circondato da
una ragazza vestita molto succinta, dai lunghissimi capelli rossi e
ricci molto bella e provocante, e fuori di testa, che gli ribagnò i
capelli e gli mise di nuovo il gel facendogli un po’ di sano incasinato
style!
Dopo di quello
gli tolse la maglia che indossava lasciandolo a torso nudo coi suoi
jeans neri stretti e si limitò a truccargli sotto gli occhi con un po’
di matita nera. Infine gli stampò un bacio sulle labbra asserendo
allegra:
- Ok, sei
perfetto… non serve altro! Quanto sei figo, mio Dio… che ne diresti di
una ricompensa speciale, per stasera? -
Andry la guardò
schifato. Era diventato molto espressivo nel giro di pochi minuti!
- Tu saresti…? -
- Io sono
Fiamma, lui è Tem e lui il grande Syren! - i membri della band… il più
normale era il ragazzo chiamato Tem. Forse.
Il fidanzato di
Syren se ne era andato silenzioso così come era arrivato tanto che
Andry stesso si trovò a chiedersi se fosse vero o magari solo un
fantasma…
- Caro, sta
attento che le ragazze potrebbero mangiarti di baci! - Aveva detto così
prima di lasciarlo andare.
- Ora veniamo a
te, splendore divino! -
Syren
prese a parlare a macchinetta spiegandogli dettagliatamente cosa doveva
fare… risultato? Non ci capì nulla!
- Insomma, ti
conviene improvvisare un po’ e seguire quello che ti suggeriamo noi,
non sarà difficile! -
“Ma
questi sono fuori! Come diavolo pensano che possa andar bene? Servo
solo per presenza scenica, per… per cosa, poi?”
Gli
misero in mano gli spartiti delle canzoni, non erano molte e difatti
non doveva cantare tanto. Decisero che doveva farsi un’idea della
musica e delle note, ma soprattutto del testo, dopo di
che non si diedero altro pensiero salendo
sul palco. Andry avrebbe dovuto aspettare il suo turno senza cedere
alla tentazione di scappare!
A quel punto lì
dietro non gli rimase che attendere paziente finendo addirittura per
sentirli cantare, nella speranza di averli sentiti già e di capire cosa
dovesse fare dopo. Il loro genere era inascoltabile se non ci eri
appassionato, fortuna che a lui non dispiaceva poiché spesso e
volentieri si era trovato a sentire quel genere. Non erano i suoi
preferiti, certo, ma qualcuno glieli aveva fatti ascoltare e le canzoni
più famose si conoscevano, ma da lì a cantarci insieme ce ne correva!
Il cantante era
molto carismatico e anche se gli altri erano bravi, i riflettori erano
puntati tutti su quel ragazzo semi-donna che probabilmente era molto
affascinante e intrigante, secondo i loro molti fan accaniti.
Sospirò. Prima
il modello, poi il cantante… e che altro, dopo? Volevano per forza
farlo diventare famoso? Ma a lui che importava? Poteva andarsene e
mollarli tutti nei guai… si, e poi venir licenziato dal capo! No, non
era furba una mossa del genere.
A quel punto si
guardò cercando di capire cosa avesse trovato in lui di così speciale,
sia il talent scout che quel matto sul palco: e per la gente lui era
figo? Mah… gli sembrava tutto così irreale!
Dopo tutte
queste considerazioni si sentì chiamare a bruciapelo: era il suo turno!
- Ed ora un
esordiente, una promessa del mondo della musica. Un grandissimo e
fighissimo cantante ci degnerà della sua sexy presenza sul palco… non
svenite gente! Andry, sali! -
Si mise a
tossire di brutto ascoltando questa presentazione. Fortuna che un po’
sapeva cantare, anche se non era una cosa apparentemente da lui!
Appena mise un
piede sul palco fu tirato subito su per una mano da Syren e si sentì il
boato…
- WAAAAH! ANDRY
SEI FIGOOOOO! -
Erano le
ragazzine che venivano ogni sera lì solo per lui più un paio di voci
che si distinguevano per essere familiari. Sicuramente erano lì in
mezzo anche quelle due pesti, perché quando lui si trovava in
situazioni imbarazzanti quelli lo beccavano sempre, in qualche modo… e
chissà che dietro a questo scherzetto non ci fossero di nuovo loro!
Naturalmente
parlava di Shadir e Tea, il duo più terribile del sߣolo!
Sentì
avvinghiarglisi addosso Syren a modo di polipo, quel tipo punk
svestito, visibilmente gay. Peccato, se si fosse conciato normalmente
sarebbe stato effettivamente un bel tipo, ma così Andry avrebbe
preferito metterlo in un ospedale per malati mentali!
Alzò il
ginocchio strusciandolo sul suo bacino, poi posò le labbra truccate sul
suo orecchio leccandoglielo con un sorriso malefico e poco
raccomandabile. Le mani poi… si faceva prima a dire cosa non avevano
già toccato!
Andry sospirò
pesantemente chiudendo gli occhi, cominciò a contare mentalmente
concentrandosi sulla canzone. Che buffonata assurda. Come facevano ad
essere così famosi e stimati? Avrebbe voluto spingerlo via, ma si
limitò ad un occhiataccia gelida. La stessa che il fidanzato del
pazzoide stava lanciando a loro.
Quando tornò a
spostare gli occhi grigio cupo sul pubblico che stava ammassato, non
vide Shadir e Tea, si chiese brevemente dove diavolo fossero nascosti
ma lo sguardo cadde subito su una persona, un ragazzo che si
differenziava da tutti non solo per l’aspetto, bensì anche perché era
l’unico che, calmo, non starnazzava cantando. Era seduto davanti al
bancone e dall’altra parte gli parlava una ragazza, o quel che al
momento sembrava tale almeno dai capelli: lei era Alex vestita da
maschio come sempre con i capelli biondi lunghi legati in una coda da
cavallo alta che le ricadeva lungo la schiena ondulata, lui era
Gabriele, il nuovo della classe. Anonimo e normalissimo. Sospirò perché
sapeva che non avrebbe spiattellato nulla di tutto questo. Per lo meno
lui!
Dopo di quello
la sua attenzione fu catturata di nuovo da Syren che iniziò a cantare
con la sua voce che andava dai toni bassi e sussurrati in modo sensuale
a vette altissime, urlate con tutte le viscere. Aveva una bella voce ma
completamente diversa dalla sua. Ricordò quando toccava a lui e non
appena lo sguardo di Syren gli fece cenno di attaccare, Andry partì con
la sua parte.
Fu una cosa
molto improvvisata anche perché dalla spiegazione aveva capito poco.
Cantando ricordò di averle sentite già quelle canzoni. Erano un gruppo
che specie in certi tipi di radio andavano molto… il capo del Fog
Spirits aveva fatto proprio un colpaccio ad essere un amico degli
Eclipse.
Si ricordò
esattamente come funzionava la seconda voce del pezzo che cantava
proprio mentre si trovò a farlo, aiutato dal suo dono naturale
rappresentato dal suo buon orecchio per la musica. La sua voce
profonda, penetrante, bassa e inconsapevolmente sensuale, cantò
intonata ripetendo le parole che la prima voce cantava.
Non era male la
sensazione di stare sopra quel palco e cantare, sentire tutte le voci
urlare ed incitare e creare cori con loro. Andry era notevolmente bravo
anche se parecchio acerbo, sarebbe bastato un po’ di esercizio per
farlo diventare un bravo cantante. La sua bella presenza lo aiutò
molto, infatti il calore del pubblico gli arrivò immediato specie
perché in quel ruolo, vicino a Syren, ci stava effettivamente bene.
Mentre faceva il
suo dovere, il punk assurdo dava spettacolo toccandolo, palpandolo e
ballando addosso lui. Lo usò spesso come palo da lap dance. Lui non
gradì molto ma la gente sembrava apprezzare e comunque dentro di sé
sperava solo che la tortura finisse presto. Tortura rappresentata non
dal fatto di cantare bensì da quello di doversi sorbire quella creatura
allucinante.
Nel caos più
completo vide i flash di macchine fotografiche, cosa a cui ormai si era
abituato vista la giornata (e pensare che lui odiava essere
fotografato!). Sperava di tutto cuore che quelle foto non sarebbero
girate da nessuna parte e specialmente si augurò che a scattarle non
fossero state persone conosciute capaci di inviarle a sua insaputa a
chicchessia.
Povero Andry…
come si sbagliava… a scattarle era una persona a lui conosciutissima…
né Tea né Shadir stavolta, tanto meno Gabriele, figurarsi che gliene
importava a lui!
A farle era
stata la molto più pericolosa Alex che non si faceva mai trovare
impreparata. Ne avrebbe approfittato per tirare su dei soldi vendendole
alle ammiratrici del bel tenebroso. Era un suo vizio scattare foto a
gente che poteva fruttarle soldi. Andry era fra questi e da allora
l’avrebbe sfruttato spesso in quel modo!
Non c’è bisogno
di specificare che le foto sarebbero andate a ruba!
Andry aveva
realmente del talento come cantante e l’adrenalina che gli scorreva
nelle vene, con tutta quella musica che rimbombava nelle orecchie e gli
applausi, stranamente lo caricavano… e caricare uno come lui era tutto
dire. Fino a quel momento si era sempre chiesto che diavolo avesse
potuto fare della sua vita. Lì, in quegli istanti, smise di
chiederselo. Stava bene. Stava veramente bene e né la famiglia dalla
quale era scappato, né la noiosissima scuola, né il lavoro pallosissimo
e stancante, né la gente idiota che abbondava gli avrebbe potuto rubare
quella sensazione esplosiva.
Aveva trovato
forse l’unica cosa che avrebbe potuto piacergli sul serio. Cantare.
Fu incredibile
vederlo sudato e concentrato ma rilassato allo stesso tempo.
Minacce a Syren
maniaco, ad Alex ficcanaso e approfittatrice e alle ragazzine oche
urlanti a parte, gli piaceva. Dentro di sé dovette ammetterlo. E il duo
Syren pazzo e Andry dark riscosse un gran successo.
Anche delle
orecchie più esperte quali erano quelle di Gabriele lo ammisero. Fecero
un’accurata analisi del ragazzo senza aver intenzione di condividere la
cosa con nessuno. Si capì che, forse, gradì lo spettacolo dal fatto che
rimase fino alla fine del concerto. Al termine del quale Andry lanciò
occhiatacce a destra e a manca intimando di non dire una parola in giro
di quella serata!
Illuso!
Non lo sapevano,
non potevano sapere che quella serata sarebbe stata importante;
quell’attimo, in cui Andry comprese quanto cantare potesse trasformarlo
e in cui Gabriele lo notò, sarebbe potuto benissimo esser stato scritto
nelle stelle, se il destino fosse esistito davvero.
Ma si sa, il
destino se lo costruiscono le persone, la prova schiacciante erano
Andry, che con testardaggine faceva l’opposto del volere dei genitori,
proprietari di una famosa multinazionale; e Gabriele stesso, che
nascondeva dentro di sé e nel suo passato molto più di quel che
mostrava… un qualcosa che l’aveva reso vittorioso davanti a quel
destino che per molta gente esisteva, ma non secondo loro.
Eppure… non era
forse vero che presenti di importanti per il proprio futuro non erano
solo loro e che anzi ce n’erano anche altri due e volendo addirittura
tre?
Tea, Shadir ed
Alex si trovarono, loro malgrado, stupiti della performance di Andry
quanto lui stesso e Gabriele.