CUORI DI SAMURAI

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Stava calando il primo tramonto dal loro risveglio successivo alla battaglia... il risveglio di quattro di loro, perché Ryo di Rekka ancora giaceva in un sonno che cominciava ad apparire innaturale a chi attendeva con ansia il suo ritorno alla vita.
La porta della stanza di Ryo si aprì e Byakuen, appollaiato sul tappeto, deciso a non lasciare il suo protetto neanche per un istante, sollevò un poco il capo, accogliendo il nuovo arrivato con quello che sembrava una via di mezzo tra un ruggito e un tentativo di fusa.
La tigre bianca si alzò, per accogliere nel migliore dei modi Shin, andando a strofinare il muso contro le sue gambe; il ragazzo rispose a quella calda accoglienza con un grattino affettuoso tra le orecchie.
Bravo Byakuen, con te che non ti allontani mai, nessuno può dirsi più protetto di Ryo.”
Il maestoso animale rispose con un sottile ringhio di approvazione e, come in risposta, si allontanò da Shin per portarsi risoluto accanto al letto, posando il muso sulle coperte, sfiorando con il naso la spalla di Ryo.
Suiko avanzò di qualche passo e, presa una sedia poco distante, si sedette al capezzale dell'amico, una mano sulla schiena possente della tigre, mentre l'altra andò a sfiorare il ciuffo di capelli corvini che si adagiava sulla fronte di Ryo.
A quel lieve tocco, sui lineamenti fini del ragazzo si dipinse una smorfia e Shin fu lesto a ritrarsi:
Scusa... so bene che sarai immerso negli incubi... e qualunque cosa può destabilizzarti. Mi dispiace...”
Sospirò; una parte di lui avrebbe voluto forzarlo a svegliarsi ma, al tempo stesso, sapeva che interrompere il suo riposo atto a recuperare energie avrebbe potuto rivelarsi più deleterio degli stessi incubi.
Però non è giusto” borbottò, “in questo modo i suoi brutti sogni dureranno molto di più rispetto ai nostri.”
Byakuen mosse un poco il muso e gli toccò lievemente una gamba.
Mi stai dicendo che lo proteggerai anche dai suoi incubi? Sarebbe bello se potessi farlo, ma credo che neanche tu possa arrivare a tanto.”
Un grugnito di disappunto rispose a quell'osservazione che la tigre trovò, evidentemente, offensiva, tanto che diede le spalle al giovane e andò ad acciambellarsi sul tappeto, a testa alta, piccata.
Eddai Byakuen, non ti facevo così permaloso” tentò di scusarsi Shin, ottenendo in cambio un rumoroso sbadiglio. Il messaggio era chiaro: non si sarebbe più abbassato a degnarlo della sua considerazione.
Shin sospirò, scuotendo il capo, con un sorriso condiscendente:
E va bene... ho torto io... mi perdoni se ti chiedo scusa?”
Quindi lo guardò; Byakuen aprì un occhio, sembrò volerlo sondare fin nel profondo del cuore... e quegli occhi felini ed ammalianti ne erano assolutamente in grado, Shin era convinto di questo. Poi la tigre si alzò, si stirò con mosse sinuose e tornò da lui, insinuando il muso tra il braccio e la gamba di Shin, per invitarlo all'abbraccio.
Grazie per avermi ritenuto degno, mio signore” ridacchiò il ragazzo, accogliendo di buon grado il contatto ritrovato.
La vicinanza di un animale come Byakuen era rassicurante, dava conforto e calore, ma faceva anche sì che ci si sentisse protetti dal mondo intero e persino dai turbamenti dell'animo, turbamenti che Shin sentiva di avere e di non riuscire più a nascondere a se stesso.
Quelli legati alla battaglia, certo, alla paura unita ad un'adrenalina che sapeva trascinare nel vortice della cieca follia bellica anche l'animo più gentile e meno propenso alla violenza.
Io lo sono?” si chiese, chinando lo sguardo sulla propria mano, che strinse in un pugno fremente, “accetto tutto questo perché so che devo e non ho altra scelta o davvero quello che sosteneva Arago riguardo alle armature...”
Chinò il capo e si portò il pugno alla fronte, soffocando un singhiozzo nella gola e lacrime brucianti tra le palpebre serrate.
Combatto, forse, perché l'oscurità dell'armatura mi inebria?”
Fiducia Shin, fiducia... non te lo dimenticare mai.”
Kaosu!” esclamò il ragazzo, sollevando di scatto il viso. L'aveva udita chiaramente la voce del mentore dei samurai, nitida, come se fosse lì... ma Kaosu non avrebbe potuto in alcun modo essere lì, perché aveva sacrificato la propria vita allo scopo di aiutarli a fronteggiare il loro destino... a fronteggiare Arago faccia a faccia.
La mia virtù...” mormorò, abbandonando le mani in grembo e tornando a guardare Ryo, poi chiuse ancora gli occhi con un sospiro, chinò il capo, immergendosi nei propri pensieri che non cessavano di rendersi contrastanti, turbati.
Turbamenti... quanti avrebbe potuto contenerne, il suo spirito, prima di esplodere?
Il ricordo delle battaglie, il pericolo che ancora il Male rappresentava per il mondo, certo, erano le priorità, ma dentro di lui c'era qualcos'altro, che di sicuro non contribuiva alla serenità del suo animo, alla pace mentale di cui aveva un disperato bisogno.
Tra tutti gli incomprensibili fatti che si accavallavano, innanzitutto, gli dava da pensare l'atteggiamento di Shu dal momento in cui lui si era risvegliato; si era fatto stranamente sfuggente, mettendo in mostra una parte di sé che Suiko non aveva ancora imparato a conoscere e che, nonostante tutto, credeva non gli appartenesse affatto.
Gli erano bastati pochi attimi per convincersi di averlo capito fino in fondo, d'altronde, fin dai primi approcci, Shu sapeva essere così lineare, semplice... impossibile non capirlo: la sua scorza massiccia, forte, involucro di uno spirito limpido disponibile a lasciarsi ammirare sin nel profondo... Kongo, il samurai della terra, forte e prezioso.
Erano scattate delle dinamiche bizzarre tra tutti loro, un fluido intercorso tra cinque anime mai incontratesi prima nel corso dell'epoca attuale ma che, inconsapevolmente, si erano da sempre ricercate, per potersi fondere in un'unica, inscindibile essenza.
La cosa più bella che le armature mi hanno donato... forse l'unica cosa bella, chissà... non l'ho ancora capito questo, ma ho capito di sicuro che è un miracolo averli incontrati, è un miracolo quel che è accaduto tra me e loro... esserci trovati... e amati...”
Amati...
Fissò il volto di Ryo più intensamente, colto dal desiderio di accarezzarlo, di posargli la mano sulla fronte, tra le ciocche corvine che vi si adagiavano morbide; avrebbe voluto sdraiarsi al suo fianco ed abbracciarlo, rendere davvero totalizzante quella simbiosi che li caratterizzava tutti ma che, in quel momento, con Ryo, avrebbe voluto rendere davvero completa... e intima...
Il solo richiamare alla mente una simile parola lo fece vergognare, come lo fece sentire male quel richiamo del suo cuore ad un'esclusività tra loro due. Ma non riuscì a smettere di pensarci.
Sdraiarmi qui... vicino a lui... per entrare nei suoi sogni e aiutarlo ad affrontarli... per proteggerlo...”
Era solo questo... proteggerlo come avrebbe voluto proteggere tutti, avvolgendoli nel proprio abbraccio, per preservarli da ogni dolore, dal Male che ancora incombeva su di loro e sul Mondo. Solo questo...
Se chiunque altro tra i suoi compagni si fosse trovato al posto di Ryo, il suo cuore avrebbe manifestato le medesime reazioni.
Tuttavia, nel momento stesso in cui tentò di imporsi tale convinzione, quel medesimo cuore cui si era rivolto gli balzò in gola, spingendolo a gemere di disappunto contro se stesso. Si premette una mano sugli occhi.
Che mi succede, maledizione!”
Nell'impeto di disperata impotenza in quella lotta che aveva ingaggiato contro se stesso, percepì appena lo strofinarsi del sensibile Byakuen contro di lui e il mugolio felino che voleva assumere il medesimo ruolo di una parola di conforto.
Gli rispose con un tocco gentile sul capo, ma non abbassò l'altra mano dai propri occhi e non osò guardarlo, temendo forse che lo stesso Ryo, con il quale la tigre era in un contatto talmente empatico da risultare magico a volte, potesse cogliere, attraverso il sogno, quali segreti sentimenti contorti si annidassero nell'animo di un suo compagno.
Era talmente teso che, quando la porta alle sue spalle si aprì con un lieve rumore, fece un balzo sulla sedia, come se temesse l'aggressione di un guerriero di Arago; Touma si fermò alle sue spalle e lo scrutò, perplesso.
Ti ho spaventato?”
No... no...” borbottò Suiko, senza trovare la forza di mostrare maggior convinzione, abbassando nel contempo lo sguardo, sperando che il compagno, pur tra le ombre della stanza, non potesse cogliere il rossore che, Shin ne era convinto, gli era salito alle guance.
Ma perché?” Si disse, “Perché devo arrossire come una ragazzina? Cosa mi prende? Accidenti!”
A me sembra di sì, invece” infierì Tenku, inflessibile, non duro, ma serio, evidentemente deciso a capire, “non sai fingere bene Shin, fattene una ragione.”
Di cosa diavolo parli?” scattò il samurai dell'acqua, un ringhio dipinto sul volto e la testa sempre più incassata tra le spalle.
Dico che in questo momento mi sembri tanto la fotocopia di Shu quando mi sono rivolto a lui, dopo il tuo risveglio; non credevo poteste diventare due gocce d'acqua ad un tale livello.”
Touma!” esclamò Shin, puntandogli addosso uno sguardo furioso.
L'altro non si fece intimidire, replicò, anzi, con le labbra piegate in un sorriso sardonico: “In un certo senso sembrate fatti l'uno per l'altro.”
Piantala!”
La sedia sulla quale Shin era seduto fino a un istante prima cadde rumorosamente e Byakuen gli lanciò un ruggito di rimprovero.
Senza perdere la calma né scomporsi, Touma incrociò le braccia e rincarò la dose:
Non fare l'isterico, se svegliassi Ryo, sia io che Byakuen ci arrabbieremmo moltissimo.”
Suiko, accorgendosi di aver urlato, si era comunque già portato una mano alle labbra, pur non smettendo di fulminare l'amico con i propri occhi azzurri ardenti di rabbia... tuttavia non era certo che tale furia fosse indirizzata davvero a Touma.
E' solo con me stesso che me la devo prendere, lo so, perché sono confuso e troppo nervoso!”
Fece un respiro profondo e si impose di calmarsi; il fuoco dell'ira si estinse e fece in modo di richiamare, nei propri occhi così come nello spirito, la gentilezza che, dopotutto, sapeva far prevalere. Touma non aveva voluto ferirlo, quando Touma si comportava così, i suoi intenti non erano negativi, a suo modo anche lui desiderava, come Shin, prendersi cura dei compagni, seppur con modalità differenti e a tratti agli antipodi.
Touma, ti prego, smettila di fare giochetti, non ne ho bisogno!”
Chinò il capo, la rabbia dissolta in un sospiro e in un'espressione talmente triste che Tenku sbatté le palpebre, colto dallo stupore. Poi gli posò una mano sulla spalla:
Scusami, sono stato un insensibile, non credevo stessi così male...”
Non sto male... è Ryo che sta male, non preoccuparti per me.”
E, mantenendo il capo abbassato in quell'atteggiamento dimesso, Shin fece un passo indietro, sottraendosi al tocco affettuoso.
Non credo a quel che dici, perché non è così che ti ho conosciuto, ero consapevole che la battaglia ti ha provato, forse più di quanto sia accaduto a me e agli altri due ma...”
Ma siete tutti così abituati a considerarmi il degno compare di Shu il pagliaccio, che non posso avere qualcosa che non va... hai ragione...”
E, dopo aver emesso quella cupa sentenza, Suiko diede le spalle all'amico per dirigersi verso l'uscita mentre Byakuen, con un leggero ruggito di richiamo, fece un passo verso di lui, imitato da Touma, il quale tese al contempo una mano:
Sono convinto che neanche Shu sia semplicemente un pagliaccio, non sottovalutarlo.”
Shin si bloccò e si girò di scatto, i pugni stretti:
Io non sottovaluto nessuno, tanto meno Shu, so di conoscerlo molto meglio di tutti voi, non accusarmi di superficialità!”
La voce di Suiko si era fatta così acuta da ferire le orecchie di Touma che, subito dopo avere parlato, si era reso conto di aver pronunciato una frase infelice.
Non era mia intenzione, Shin-kun... non lo penserei mai...”
Non fece in tempo a terminare, perché Shin era scappato via, in lacrime e il cuore di Tenku si strinse in una morsa.
Non di te...” sussurrò a fil di labbra, mantenendo la mano sospesa nel vuoto, nel vano tentativo di trattare chi non c'era già più.
Un gorgoglio lo spinse a rivolgere il proprio sguardo a Byakuen, che lo fissava con un'occhiata di palese rimprovero; lui sospirò.
Lo so... il superficiale sono io... o, quanto meno, sono talmente poco avvezzo a trattare con le persone che, a volte, dico le parole sbagliate. Povero Shin... sono un cretino.”
L'intelligente animale gli posò l'ampia fronte su un fianco, gesto che era solito utilizzare per mostrare la propria solidarietà laddove ce n'era bisogno.
Tenku sorrise, grattandole il capo:
Mi viene da chiedermi se sono realmente io il saggio della squadra.”
Era angosciante veder piangere Shin e, al pensiero che era stata colpa sua, Tenku avrebbe desiderato potersi prendere a pugni da solo.
Il samurai dell'acqua era una persona solo apparentemente limpida e solare; nella sua gentilezza, nel suo senso di responsabilità, nel suo voler coccolare gli altri e fare in modo che non mancasse loro nulla, si nascondeva probabilmente un bisogno d'amore e di comprensione, insieme al desiderio quasi morboso di sentirsi utile. Ed in questo amalgama complesso si nascondevano, forse, molti più tormenti di quanti Suiko ne lasciasse sgorgare in superficie.
Shin era un ragazzo che faceva tenerezza, il più grande di tutti loro, maturo e materno in alcuni momenti, monello come un bambino in altri, probabilmente a causa di alcuni conflitti interiori che si portava dentro.
Nessuno di loro aveva alle spalle una vita familiare del tutto tranquilla e i piccoli e grandi drammi dell'infanzia, Touma lo sapeva bene, erano in grado di dare vita a problematiche interiori di difficile risoluzione.
Byakuen richiamò ancora la sua attenzione con un brontolio appena accennato.
Vuoi che gli vada dietro? Dovrei farlo, vero?”
Bastò l'intensità di quegli occhi felini perché potesse comprendere la risposta. Si voltò, compiendo qualche passo fino al letto dove giaceva Ryo e lo fissò dolcemente per qualche istante:
Abbiamo fatto baccano, scusaci Ryo-kun, Shin è nervoso e io ho peggiorato la situazione. Spero che sarà tornato tutto normale quando tu ti sveglierai, non me lo perdonerei mai se, dopo tutto quello che stai soffrendo, dovessi anche ritrovare un gruppo di amici così tesi. E il nostro gruppo ha bisogno della tranquillità di Shin, quindi cercherò di fargliela riconquistare.”
Dopo un'ultima carezza a Byakuen si allontanò, per mettersi sulle tracce dell'amico che, in quel momento, aveva bisogno di non rimanere da solo.
Attraversò la casa deserta: Seiji e Shu si stavano probabilmente allenando da qualche parte e sapeva che Nasty era andata, poco prima, a riposare in camera sua. Anche per lei era difficile riprendersi in maniera definitiva dall'esperienza trascorsa, la ragazza non era una guerriera, ma aveva affrontato l'impresa con un coraggio da autentica eroina: era normale che la tensione accumulata la rendesse, da giorni, tremendamente stanca.
Uscì nelle prime ombre della sera e si trovò sovrastato da un cielo ancora arrossato da un tramonto meraviglioso, che il samurai dell'aria si fermò, qualche istante, a contemplare.
Sotto un cielo come questo le cose non possono non andare bene... non possiamo essere così disperati se un tale spettacolo veglia su di noi.”
Sperava che anche Shin avesse notato quella bellezza e che ne avesse ricavato emozioni positive; ma era più probabile che, come lui, Tenku, si aggrappava al cielo, Suiko fosse andato a cercare in un altro elemento la propria consolazione. Così riprese i propri passi, con una meta ben precisa, lungo un percorso che, immaginava, lo avrebbe portato dall'amico.
E proprio dove aveva previsto lo trovò, minuscolo nel maestoso tripudio della natura in quegli istanti di sacro passaggio dal giorno alla notte; Touma fu assalito dalla sensazione un po' opprimente che tutti loro fossero su un limite, una soglia che si ammantava di attesa. Non sapevano cosa sarebbe accaduto e si trovavano nella necessità, piuttosto urgente, di fare i conti con se stessi.
Per questo motivo aveva prevalso un po' di nervosismo?
Touma sapeva che non si trattava solo del timore di una nuova battaglia, ma delle loro singole vite, del senso che esse andavano acquistando, anche in virtù di un'unione che, per una sorta di miracolo, di meccanismo mistico entrato in azione nel giro di pochi istanti, li aveva profondamente cambiati, resi dipendenti e di colpo consapevoli di non poter più fare a meno gli uni degli altri.
Rallentò il proprio cammino, per raggiungere il ragazzo appollaiato sul pontile di legno, affacciato su quello splendido lago la cui superficie risplendeva come tanti frammenti di cristallo arrossati da un sole che indugiava più del previsto, forse perché non si decideva a lasciare sola quella figurina che pareva smarrita nell'immensità di un universo straordinario ma troppo grande, a tal punto da generare sgomento quando ci si sentiva tanto piccoli e smarriti.
Sono io che proietto su Shin il modo in cui mi sento? O davvero, in questo momento, ci sentiamo tutti così?”
La risposta più probabile era la seconda: a tal punto era giunta la loro simbiosi, così come la spaventosa portata della loro situazione, che solo la perfetta coesione dei loro spiriti avrebbe potuto aiutarli a sconfiggere un tale smarrimento. Altrimenti tutto sarebbe apparso troppo più grande di loro, troppo smisurato rispetto a cinque singoli ragazzini appena adolescenti, per quanto preparato, forte e maturo potesse risultare ciascuno di loro.
Solo insieme possiamo farcela a sopportare tutto quel che ci accade” mormorò tra sé Touma, continuando ad avanzare.
E intanto non poteva distogliere lo sguardo dall'amico immerso in quell'atteggiamento così dimesso, una parte di sé che il discendente della stirpe dei Mouri non aveva ancora mostrato, quanto meno non a lui. Ma Touma aveva intuito che, nell'anima di Suiko, dovesse esserci altro, al di là dell'apparente spensieratezza, della sua indole socievole.
Eccolo venir fuori il piccolo Shin, soffocato dal ragazzo responsabile che si sente in dovere di fare l'adulto, sempre e comunque, di non far pesare nulla sulle spalle degli altri... forse sono troppo romantico ma...”
Forse era quel paesaggio immenso, fatto d'acqua, alberi, prati e cielo a far apparire una figura umana immersa in esso tanto piccola e fragile, forse anche Touma, se avesse potuto guardarsi dall'esterno, sarebbe apparso in tal modo a se stesso.
Ma la posizione raccolta di Shin, con le gambe ripiegate sul petto e avvolte dalle braccia, la schiena chinata e il volto affondato nel proprio stesso abbraccio, accentuava la parvenza di fragilità e abbandono e il cuore di Touma traboccò improvvisamente d'affetto, avrebbe desiderato, in quel momento, che tutti i suoi compagni fossero lì, per afferrarli e stringerli forte al petto, tutti insieme, che le sue braccia fossero abbastanza ampie da accoglierli tutti, in una volta sola.
Perché nessuno di noi sia più solo...”
Intanto c'era Shin: avrebbe cercato di dare a lui quel che avrebbe voluto dare anche agli altri.
Un passo dopo l'altro, si avvicinò sempre di più, ma lentamente, quasi timoroso al pensiero di generare nell'amico un maggior turbamento, di infrangere un momento che Suiko aveva deciso di tenere tutto per sé... e per l'acqua pura di quel luogo che, sicuramente, stava raccogliendo le sue confidenze.
Nonostante ogni reticenza ed esitazione, infine gli fu a fianco e poteva solo decidere di tornare sui propri passi o far notare al compagno la propria presenza, siccome Shin sembrava completamente ignaro di ciò che gli accadeva intorno; il viso era completamente nascosto tra le braccia e Touma poteva scorgere unicamente la sua chioma di capelli castano-rossicci che si agitava un po' al leggero vento primaverile.
Infine Tenku sospirò e si sedette nella stessa posizione di Shin, con lo sguardo a lui rivolto:
Lo so che mi hai sentito, non fare finta di nulla...”
Ottenne in risposta un leggero movimento del capo, in seguito al quale il viso di Shin fece capolino, gli occhi color del mare lucidi, ma le labbra piegate in un sorriso che tentò di rendere vivace, monello quasi.
E' un posto bellissimo, vero, Touma?”
Tenku sollevò un sopracciglio: stava facendo finta di niente?
Ci tenevo a chiederti scusa, Shin... anziché smettere di mostrarmi insensibile, ho infierito ulteriormente, non era mia intenzione farti del male.”
Il samurai dell'acqua raddrizzò le spalle e puntò lontano il suo sguardo dolce:
Sei tu che devi scusarmi, ho reagito come un bambino e... non lo sopporto...”
Il sorriso si spense in un'espressione imbronciata, mentre la testa si rintanava tra le spalle, come alla ricerca di un guscio protettivo.
Non sai quanto lo sembri in alcuni momenti, anche se tenti di nasconderlo.”
Ovviamente, Touma tenne per sé quel pensiero con il quale avrebbe rischiato di peggiorare la situazione e pronunciò invece altre parole:
Siamo solo un po' tesi, la preoccupazione per Ryo innanzitutto, il pensiero di ciò che potrebbe ancora accadere, la consapevolezza che...”
...Che niente è finito...” concluse Shin in un sospiro dimesso e rassegnato.
Dobbiamo portare pazienza, ed essere forti” soggiunse Touma, tentando di rendere carezzevole il tono della propria voce e di rivolgere all'amico lo sguardo più affettuoso cui seppe dar vita.
Ma Shin non lo guardava affatto, sembrava perso in un proprio mondo personale, anche se si sforzava di mostrarsi sereno, consapevole e, tanto per cambiare, maturo.
Se insisterà nel tenersi tutto dentro, non finirà per esplodere ancora, e sempre di più?”
D'altronde non aveva il diritto di rimproverargli nulla, Shin non era l'unico, tra loro, a tentare di dare un freno alla propria parte emotiva.
Lui è limpido, dopotutto, anche se ci prova a non lasciarsi andare... Seiji ed io siamo ben più chiusi di lui, me ne rendo conto.”
Poi c'erano Ryo e Shu, all'estremo opposto di quella sorta di piramide emotiva, con la loro spontaneità che toccava limiti estremi ed esasperati a tratti.
Shin è la nostra perfetta via di mezzo, il nostro equilibrio... per questo è prezioso e spero si mantenga saldo.”
In quel momento Suiko si alzò in piedi, con una velocità tale che Touma faticò a percepire il suo movimento; si eresse sull'orlo del pontile, i piedi che sporgevano un poco e le braccia allargate come a voler abbracciare l'orizzonte. Tenku ebbe l'impressione che volesse tuffarsi e la cosa non lo avrebbe stupito, anche se l'avesse fatto con tutti i vestiti addosso.
Invece Shin rimase immobile in quella posizione scolpita, il naso lievemente sollevato al cielo, gli occhi chiusi e Touma non poté fare a meno di sorridere e di rimanere incantato di fronte a quella visione: era convinto che il compagno stesse parlando con l'essenza stessa dell'acqua e con tutte le creature che in essa avevano dimora, assaporando con i sensi ogni odore e rumore che si innalzava fin dal fondo del lago. Suiko poteva udire quei rumori, percepire quegli odori ed ogni sensazione, Touma ne era certo, perché lui stesso, se si concentrava, veniva invaso dalla miriade di voci che si sprigionavano dall'aria e dal cosmo intero.
Hai ragione” sorrise, scrutandolo dal basso verso l'alto, “questo posto è davvero bello... ed ispirante.”
Allora Shin riportò le braccia lungo i fianchi e chinò il capo, guardandolo con un sorriso tenero:
Andrà tutto bene, Touma.”
L'espressione di Tenku si fece perplessa.
Adesso è lui che tenta di confortarmi?”
Lo sbalordimento passò quasi subito: era nell'indole di Shin, in fondo, preoccuparsi di chi gli stava intorno. Non aveva quindi, forse, diritto ai propri crolli emotivi, ogni tanto?
Si alzò a propria volta e gli circondò le spalle in un abbraccio:
Vieni, torniamo dagli altri adesso, prima che Shu si preoccupi per te.”
E perché dovrebbe?” domandò Shin dubbioso, senza tuttavia opporre resistenza, mentre Tenku se lo trascinava dietro con quella stretta protettiva.
Ho già tentato di dirtelo; Shu ha bisogno di te.”
Camminarono fianco a fianco, così allacciati, con calma, complici e uniti come in battaglia.
Non capisco esattamente cosa intendi dire, Touma, ma... anche io ho bisogno di lui.”
Lo so” insisté Tenku, rinfrancato dal fatto che Shin sembrava davvero essersi calmato e aver ritrovato la predisposizione al dialogo, “per questo ti ho chiesto di stargli vicino, non solo per lui, ma anche per te.”
Non capisco perché fai così il misterioso” borbottò Shin abbassando il capo e allora Touma si staccò da lui e spiccò una lieve corsa, camminando all'indietro per continuare a guardarlo in faccia.
Capirai, sono certo che capirai, nessuno è in grado di capire certe cose meglio di te.”
Quindi si voltò con un ultimo invito:
Dai, vediamo chi arriva prima, così ci teniamo in allenamento!”
E si lasciò indietro uno Shin dall'espressione seria, confusa e nuovamente infelice, le labbra appena aperte a voler dire qualcosa che non prendeva forma; Suiko impiegò qualche istante prima di riuscire a muoversi, consapevole che non l'avrebbe più raggiunto, Touma era molto più veloce di lui. Tuttavia aveva bisogno di correre e lasciare che i pensieri, almeno per qualche minuto, defluissero, lasciandolo in pace quel tanto che bastava per ripresentarsi davanti ai compagni in una condizione normale.