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Non è ancora pronto?!” sbraitò Shu senza distogliere gli occhi dallo schermo oltre il quale il personaggio da lui manovrato le stava prendendo di santa ragione dall'avversario.
Se vi degnaste di staccarvi un attimo da quella consolle e di venire a darmi una mano, forse, potrei fare un po' prima!”
Il giovane Shin Mori si stava destreggiando nella cucina della casa di Nasty, la conosceva bene, aveva sempre passato tanto tempo lì dentro, aiutando la giovane nella preparazione dei pasti od offrendosi di occuparsene lui stesso.
I quattro compagni avevano espresso i loro desideri per la colazione poi, mentre Suiko si metteva all'opera con lo scopo di accontentarli tutti, ognuno di loro si impegnava ad occupare il tempo come era più congeniale alla propria persona.
Ryo e Shu si erano immersi anima e corpo in un videogioco di combattimento, sfidandosi all'ultimo sangue, Touma si era sdraiato in posizione prona sul tappeto e, estraniandosi da tutti, appariva totalmente concentrato in un libro di astronomia che si era portato dietro.
Seiji si era rintanato in bagno, per rinfrescarsi e mettersi in ordine aveva detto e non sembrava intenzionato ad uscirne.
Quando il suo invito cadde nel vuoto completo, Shin sbuffò colto dal desiderio di raggiungere l'altra stanza e di versare la tazza di latte bollente sulla testa del suo ragazzo, ma si limitò a scuotere il capo ed a continuare il proprio lavoro. Un gorgoglio richiamò la sua attenzione e, voltandosi, scoprì lo sguardo insistente e in quel momento decisamente volitivo di Byakuen fisso su di lui; fece una smorfia seccata:
Ti ci metti pure tu? Hai paura di rimanere a stomaco vuoto?”
La tigre inclinò il capo con un altro borbottio, senza distogliere gli occhi dal giovane samurai; Shin si mise la mani sui fianchi e ricambiò l'occhiata, con un tono di ironico, ostentato rispetto:
Desidera anche lei qualcosa di particolare o si affida totalmente a me, Byakuen-sama?”
Il felino si sedette sulle zampe posteriori e si esibì in un sonoro sbadiglio; il broncio di Shin si accentuò:
Grazie per la concessione, troppo buono.”
Shin, ho fame!”
I pugni di Suiko si strinsero in una morsa fremente, il suo volto si atteggiò ad un ringhio: Touma aveva abbandonato il proprio attacco di asocialità, unicamente per dare manforte a Shu nel tediare lui. Gettò malamente lo spremiagrumi sporco nel lavandino e si slanciò fuori dalla cucina per fermarsi, eretto e fiero, nel mezzo del soggiorno:
Sarei grato se almeno vi degnaste di smuovere le vostre sacre membra e veniste a prendervi quel che desideravate, o vi devo pure servire?!”
Era tale il suo cipiglio e l'aura furiosa emanata dalla sua persona, talmente acuto il tono della sua voce, dolce e gradevole di solito, ma che poteva diventare stridente nei momenti di tensione, che Touma e Ryo sollevarono lo sguardo, mentre Shu rimase testardamente fisso sullo schermo della televisione.
Ah, Ryo” esclamò d'un tratto, trionfante, “ti sei distratto e ti ho battuto, mai sottovalutare la mia astuzia!”
Prevedendo la tempesta che sarebbe arrivata, Touma e Ryo fecero correre i loro sguardi inquieti, alternativamente, da Suiko a Kongo; erano perfettamente consapevoli, ormai, come Shin non sopportasse quando il suo ragazzo lo ignorava, o anche solo fingeva di farlo ed erano certi che il comportamento di Shu avrebbe avuto delle conseguenze.
In apparenza Suiko era calmissimo quando diede loro le spalle per tornare cucina; Ryo e Touma tirarono un sospiro di sollievo, poi il samurai dell'acqua spuntò di nuovo e si appoggiò allo stipite della porta che metteva in contatto le due stanze, le braccia conserte e una gamba accavallata sull'altra. Sul suo volto era dipinto un sorriso obliquo, che si accentuò nel momento in cui Shu si decise ad abbandonare la sua posizione alla consolle e si voltò, stiracchiandosi:
Allora, è pronto?”
Era pronto” rispose Shin, con tutta calma ed ostentata indifferenza, “ma temo che Byakuen abbia i tuoi stessi gusti, ha gradito molto la tua colazione.”
Kongo balzò in piedi, l'espressione costernata:
Cosa hai fatto? Glielo hai dato davvero?!”
Prova a indovinare, secondo te? Byakuen aveva più fame di te, visto che si degnava quanto meno di restare in cucina a farmi compagnia.”
Potevi dirlo se volevi compagnia, senza vendicarti con una mossa così antipatica!”
Shu non aveva bisogno di andare a controllare, sapeva perfettamente che Shin non scherzava e che gli aveva giocato davvero quel brutto tiro.
Il sorriso ironico di Shin scomparve, sostituito da un pericoloso aggrondarsi delle sopracciglia:
Tu invece sei stato simpaticissimo ad ignorarmi del tutto mentre ti chiedevo aiuto, vero?”
Shin, sei... sei...”
Il samurai della terra non trovò le parole più adatte per apostrofare quel ragazzo che adorava e che, al tempo stesso, sapeva spesso irritarlo profondamente.
In quel medesimo istante, si materializzò nella stanza l'elegante figura di Seiji, che avanzò con la sua flemma nobiliare, le spalle erette, finendo di aggiustarsi gli abiti appena cambiati:
Allora, è pronta la colazione?”
Il capo di Shin si abbassò, gli occhi chiusi, mentre un'imprecazione saliva a fior di labbra, a stento trattenuta. Fu invece Shu a rispondere:
Stai attento, Seiji-kun, il nostro pesciolino ha la luna storta, potrebbe decidere di dare a Byakuen anche la tua parte.”
Korin sollevò il sopracciglio dell'unico occhio visibile, in quanto il destro era completamente occultato da un vaporoso ciuffo dei suoi capelli biondi, ma non fece in tempo a chiedere spiegazioni.
Ti odio!” strillò Shin in un'esplosione di rabbia che non era più in grado di contenere. Quindi si ritirò frettolosamente in cucina, dove scomparve, lasciando tutti muti ed indecisi su come reagire.
Ho detto qualcosa che non va?” osò domandare l'ignaro Seiji, benché rompere quel silenzio sembrasse come dar vita ad una nota stonata in più nell'atmosfera già tesa.
Solo la classica goccia, hai presente? Quella che fa straripare il bicchiere... o il torrente... e nel caso di Shin il paragone è particolarmente appropriato credo.”
Io invece credo sia il caso che tu ci risparmi le tue disquisizioni pseudo-scientifiche su ogni minima cosa, Touma-Kun” intervenne Ryo a rimproverare il compagno che aveva parlato, dal suo punto di vista, a sproposito, ma lo fece con un sorriso ed una strizzata d'occhio talmente amichevoli che Tenku non riuscì ad adirarsi.
Seguirono istanti di imbarazzato silenzio, colmi di crepitante tensione, spezzati dallo sbuffo di Ryo, che non si era ancora sollevato dalla sua postazione davanti alla consolle e che, infine, crollò il capo:
“Che razza di cretini che siamo!”
Si tirò in piedi e si avviò verso la cucina, con l'evidente intenzione di provare ad ammansire il pesciolino trasformatosi in orca inferocita; gli scatti d'ira di Shin colpivano tanto quanto la sua disarmante gentilezza e, in entrambi i casi, era impossibile resistergli.
Ryo aveva già fatto qualche passo quando Shu sembrò riscuotersi e spiccò una corsa, superandolo in pochi balzi; Rekka vide solo il suo profilo serioso e compito che, su di lui, assumeva connotati bizzarri, così come il tono solenne che ostentò:
“Vado io!”
“Per fare ulteriori danni?”
L'intromissione supponente di Tenku provocò la reazione stizzita di Ryo:
“Non ci servono i tuoi interventi sardonici, Touma, ti ricordo che comunque il tuo atteggiamento non è stato di grande aiuto! Se solo non ti fossi messo ad invocare cibo come un bambino viziato, forse...”
“Oh, insomma, qualcuno si degna di spiegarmi che diamine è successo? Non l'ho ancora capito!”
La mano di Rekka si posò sul capo di Korin, affondando del tutto nella folta chioma e costringendolo, facendo pressione, ad abbassare un poco la testa:
“Non importa, Seiji-kun... eri troppo impegnato a... renderti più presentabile.”
Con un'esclamazione seccata, il samurai della luce cacciò via malamente quella mano intrusa e si ritrasse. Ryo sorrise, monello, consapevole di aver compiuto un gesto che il suo educato e composto compagno mal tollerava: considerava pressoché intoccabili i propri capelli.
 
 
 
Il percorso di Shu era proseguito, deciso e risoluto, verso la propria meta ma, quando ebbe varcato la soglia della cucina, l'insicurezza lo aggredì e rimase immobile, ad osservare la figura di Shin che gli dava le spalle, intenta a versare del latte in alcune tazze.
Non diede l'impressione di averlo udito e, per quel che Kongo ne sapeva, avrebbe anche potuto restare fermo lì, imbambolato, a contemplare le forme flessuose del suo ragazzo, con il desiderio di giungere fino a lui ed abbracciarlo da dietro, per stringerlo forte a sé. Ma non era certo che Shin avrebbe apprezzato, in quel momento.
Fece un passo, poi un altro, ancora niente; quell'irritante, adorabile testolina rossa stava forse facendo finta di non sentirlo? Lo stava per caso ignorando, per dare seguito alla propria, implacabile, sete di vendetta?
Mise una mano sul tavolo e si schiarì la voce.
Nulla, se non il testardo silenzio, la più completa indifferenza.
Kongo non ce la faceva più a tollerare quell'atmosfera tra loro.
“Stai cercando di fare finta che io non ci sia?” chiese con tono che tentò di mantenere neutro.
“Ti sto semplicemente ripagando con la stessa moneta” rispose Suiko, ancor più impassibile, quasi glaciale, “così forse capirai come mi sento io quando tu ti comporti come hai fatto prima.”
Il capo di Shu si abbassò; non poteva negare che, dopotutto, il povero Shin non aveva tutti i torti.
“E va bene, sono stato un cafone prima, lo riconosco... serve a qualcosa chiederti scusa?”
Le mani di Suiko che, fino a quel momento, avevano continuato imperterrite il proprio lavoro, si bloccarono; Shu vide il movimento del suo viso che si chinava, rifugiandosi tra le spalle.
Se ora mi mostrerà il suo lato da bimbo non resisterò, so che non potrò farcela.”
Se sono scuse sincere...”
Il cuore di Kongo prese a pulsare: la morbidezza del tono indicava che il piccolo demone era prossimo a ritornare un tenero angioletto e questo lo incoraggiò a fare ancora qualche passo per avvicinarsi maggiormente a lui, finché le loro spalle si sfiorarono:
Ti chiedo scusa allora... e posso solo sperare che tu mi creda... non so in che altro modo dimostrarti la mia sincerità.”
Le membra di Suiko furono scosse da un tremito, il volto si abbassò ancor di più.
Scemo” pigolò con una voce così sottile e fragile che Shu non riuscì neanche ad arrabbiarsi per l'insulto, “sei una stupida scimmia.”
Anche agli insulti, però, c'era un limite, per quanto pronunciati con la più disarmante delle voci da cucciolo; si imbronciò. Ma ancora non gli venne l'istinto di ribellarsi; anzi, il suo corpo si mosse, in un gesto spontaneo lo circondò con le proprie braccia ed appoggiò la testa sulla sua spalla.
Shin non commentò, ma il suo atteggiamento era eloquente: con ogni evidenza aveva abbassato le armi e stava per deporre anche l'ultimo brandello di scudo protettivo, così Shu pensò che fosse il caso di insistere sul sentiero già intrapreso, allo scopo di abbattere del tutto le difese dell'altro ed attrarlo, senza più blocchi, nelle sue braccia.
In fondo, finiva così tanto spesso...
Litigata, scenata isterica di Shin, irresistibile bisogno di Shu di fare pace e conseguenti approcci, cedimento di Shin... che poi finiva per soffocare i singhiozzi contro di lui... ed era il momento che, in qualche modo, Shu preferiva.
Forse non era carino, significava che godeva delle lacrime del suo tesoro... ma poter essere colui che asciugava quelle lacrime non aveva prezzo... poterlo coccolare fino allo sfinimento e fargli accettare il desiderio che Kongo aveva di proteggerlo da tutte quelle paure ed insicurezze che Shin, testardamente, si imponeva di soffocare... finché la capacità di resistenza, portata al limite, esplodeva in autentiche crisi che, col passare del tempo, si facevano più accentuate e difficili da contenere.
Posso... darti una mano?” osò domandare, ostentando timidezza.
Suiko si eresse un poco, si staccò, cercò nel mobiletto a fianco un vassoio:
Pensa a riprepararti la colazione, io ho finito.”
Shu lo osservò mentre portava il vassoio sul tavolo e gli sembrò ancora freddo, distante, nel raccogliere con cura, sopra di esso, le ordinazioni dei compagni. Nonostante tutto, forse, non si era ancora completamente sciolto, in qualche modo appariva malinconico e quella tristezza faceva male al cuore di Shu. Lo aveva conosciuto due anni prima come un ragazzino solare, sempre pronto al sorriso e all'ironia... poi la conoscenza era andata sempre più a fondo, aveva compreso che nel cuore e nello spirito di Shin c'era molto di più e non era tutto così luminoso. Ma il quadro d'insieme che Shu aveva potuto farsi di lui lo rendeva, alle sue percezioni, più completo ed ancor più attraente... nonostante quel carattere tanto più difficile di quanto le apparenze lasciassero credere.
O forse non è lui che è difficile... sono io che sono una stupida scimmia troppo superficiale per comprendere la sua sensibilità... sarò davvero degno di lui?”
Sospirò:
E va bene, Shin... mi metto all'opera, poi vi raggiungo di là.”
Gli sembrò che il volto dell'altro si oscurasse, che un lampo di delusione attraversasse i suoi occhi, i quali continuavano a rifiutarsi di incrociare i suoi, che le sue labbra si stringessero in una linea sottile e tagliente. Shu si attendeva un'altra sfuriata, chiedendosi cosa avesse detto, questa volta, di sbagliato e rimase in silenzio, nella propria rassegnazione; invece Shin non lo considerò e, il vassoio tra le mani, scomparve nella stanza accanto.
 
 
***
 
Perché non mi ha trattenuto, quell'idiota, invece di incoraggiarmi ad andare?”
Se ne rendeva conto, Shin, di quanto stesse rasentando l'assurdo quel suo eccessivo girare intorno alla cosa e pretendere ancora, e ancora... pretendere persino che il suo ragazzo fosse in grado di leggergli dentro fino ad indovinare i suoi desideri più astrusi. Se ne rendeva conto ed essendo sempre tanto severo con se stesso arrivava ad odiarsi, eppure con Shu, a volte, non poteva farne a meno di pretendere, di sperare, di agognare che gli entrasse dentro fino a strappare dalla sua anima, che da sola non riusciva ad esprimersi, i più reconditi angoli nascosti, soprattutto quelli dilaniati dalla tenebra.
Percepì chiaramente gli sguardi dei compagni fissi su di lui, mentre avanzava nel soggiorno ed andava a posare sul tavolino al centro il vassoio ricolmo, ma lui non ricambiava quegli sguardi, non ne era in grado.
Ahi, ahi... è ancora arrabbiato...”
Il bisbiglio di Touma giunse nitido alle sue orecchie e chiuse gli occhi, contando fino a dieci per non assecondare la tentazione di rivoltarsi e apostrofarlo con una rispostaccia, in fondo non sarebbe stato giusto, in quel momento Touma non era colpevole di nulla.
Grazie, Shin.”
Sei stato molto gentile.”
Ryo e Seiji... loro almeno sapevano riscaldare il cuore mostrandogli la loro sincera gratitudine. Emise un respiro profondo: dopotutto era ora di smetterla. Era lì, con i suoi compagni, aveva atteso quel momento per giorni, non era il caso di rovinare tutto per un capriccio d'orgoglio.
Sollevò il viso e, finalmente, sorrise, a tutti quanti... anche a Touma, che inarcò un sopracciglio:
Bentornato tra noi, sirenetto.”
Piccolo panda, vuoi sforzarti di venire a servirti fino a qui, o devo pure mangiartela la tua colazione?”
La canzonatura di Shin fu pronunciata con un'espressione ed un tono così carezzevoli da spezzare ogni residuo di tensione e Touma non poté fare a meno di ridacchiare, come tutti gli altri, mentre si alzava per avvicinarsi al tavolo.
Shin andò ad accoccolarsi sul divano con la sua tazza di caffelatte, che prese a sorseggiare godendo la compagnia di Byakuen, il cui muso si appoggiò languidamente sulle sue gambe, a contemplarlo.
Non mangi niente, Shin?” gli chiese Ryo, avvicinandosi con la sua tazza di latte ricolma di biscotti; si sedette accanto a lui e Byakuen spostò il muso in mezzo ai due, con il gorgoglio che contraddistingueva il suo modo di fare le fusa.
Il samurai dell'acqua si strinse nelle spalle:
Non ho molta fame.”
Aveva risposto sorridendo, ma Ryo lo trovò ancora malinconico; gli posò una mano sull'avambraccio:
Non ti è ancora passata realmente, non è vero?”
Il sorriso scomparve dal volto di Suiko, abbassò il capo, con un'altra stretta di spalle:
Non preoccuparti Ryo... è colpa mia in fondo...”
Perché dici così?” ribatté energicamente Rekka. Odiava sentire uno dei suoi compagni buttarsi giù, in particolar modo una persona come Shin, che si faceva in quattro per tutti, che sapeva essere tanto tenero da risultare disarmante e che, più degli altri, sembrava sentirsi sempre inadeguato, sempre in mancanza, come se non compisse mai il proprio dovere fino in fondo.
Ogni ulteriore parola venne interrotta dalla tempestosa entrata in scena di Shu con la sua colazione tra le mani, facendo sussultare persino Byakuen.
Ho una grande idea per oggi!”
A Ryo non sfuggì l'adombrarsi dello sguardo di Shin; c'erano davvero dei problemi più profondi di quanto l'apparenza lasciasse immaginare tra i suoi due compagni?
Perché quando te ne esci con frasi di questo tipo, io ho paura, Shu?” si lagnò la voce canzonatoria di Touma.
Il samurai della terra gli rivolse una colossale linguaccia accompagnata da un gestaccio:
Perché tendi a non prendermi mai sul serio, signor 250 QI!”
Un po' strano intendere il mio quoziente intellettivo elevato come un'offesa, non credi?”
D'accordo, d'accordo” si intromise frettolosamente Seiji, “time out ragazzi, non ricominciamone un'altra, fra voi due e Shin è un continuo darsi il cambio nel battibeccare, due di voi finiscono e ci si mette il terzo, vorrete concederci un minimo di tregua in queste giornate che dobbiamo passare assieme?”
Ryo si portò il pugno chiuso alla bocca per soffocare una risatina, ma poi intravvide il viso di Shin, quell'espressione che sembrava risentita per l'osservazione di Seiji. Le labbra di Suiko si mossero, ma parlò a voce così bassa che Ryo dovette sforzarsi per comprendere:
Non è mia intenzione causare problemi.”
Gli occhi del samurai del fuoco si sgranarono; di sicuro Shin non aveva parlato a nessuno, se non a se stesso e Ryo aveva praticamente dovuto leggergli il labiale, ma il senso di quel discorso gli strinse il cuore. Il generoso istinto decise per lui e riportò la mano sul braccio dell'amico:
Tu non causi problemi, cucciolo.”
Il giovane dai capelli rossi sussultò, come se si risvegliasse da un sogno ad occhi aperti, posò i propri occhi, ora grandi e smarriti, su Rekka.
Ryo...” mormorò.
L'altro sorrise, rassicurante:
Dai, cerca di stare su, siamo qui tutti insieme per divertirci, dovremmo essere felici.”
Il capo di Shin si abbassò con espressione contrita:
Ma io sono felice... non cambierei tutto questo per nulla al mondo... mi dispiace...”
Serrò gli occhi e rintanò la testa tra le spalle, mentre la mano di Ryo gli arruffava teneramente i capelli:
Niente mi dispiace, voglio solo che stai bene!”
Nessuno dei due aveva notato che Shu era giunto fin dietro al divano e si accorsero di lui solo quando gettò le braccia intorno al collo di Shin e lo strinse forte, abbassandosi e portando il viso accanto al suo, con una linguaccia rivolta a Ryo:
Vedi di non coccolarlo troppo!”
Gli occhi di Shin divennero enormi, le sue gote si imporporarono, ma si lasciò trascinare in quell'abbraccio appoggiandosi di più allo schienale del divano e permettendo a Shu di aderire con capo e braccia a lui, gli consentì di inglobarlo in quella stretta possessiva. Non disse nulla, ma neanche protestò e Ryo sorrise, mentre dentro di sé ringraziava Shu per quel gesto.
Rispose tuttavia alla linguaccia con un'altra linguaccia e una battuta ironica:
Tanto lo sai che non te lo lascio tenere tutto per te!”
Vedremo chi l'avrà vinta allora, lo difenderò da te con le unghie e con i denti!”
Intanto Shu accentuava la stretta, tanto che Shin si agitò un po', per sottrarsi alla sensazione di soffocamento.
Ryo rincarò la dose, notando che l'espressione di Suiko andava acquistando una maggior leggerezza, voleva che si rasserenasse ancora, il più possibile, anche a costo di mettersi a fare lo scemo con Shu per tutto il resto della vacanza:
Non essere egoista, scimmione, il pesciolino è di tutti, dobbiamo dividerlo amichevolmente!”
La risata di Shin esplose, suono dolce e gradito per entrambi i ragazzi, ma anche per Seiji e Touma, che si voltarono a fissare la scena con espressioni liete.
Ehy, non state parlando di una torta o di qualcosa da mangiare, non posso mica tagliarmi a fettine per voi!”
Intanto Suiko stava lottando per districarsi dalla morsa delle braccia di Shu, che opponeva una ferrea resistenza e la lotta giocosa finì per destabilizzare il samurai della terra; ondeggiò pericolosamente sopra la spalliera del divano, poi precipitò oltre essa e venne raccolto un po' goffamente da Ryo e Shin. Ne risultò un'ammucchiata di corpi che suscitò un plateale scoppiò di ilarità da parte dei due amici e un ruggito di protesta di Byakuen; la tigre evitò di venire travolta solo grazie alla prontezza dei propri riflessi, che la aiutarono a balzare via per tempo.
Però puoi coccolarci tutti, Shin-kun” fu l'asserzione improvvisa di Touma quando la situazione sul divano si fu stabilizzata, “sarà un po' come tagliarti a fettine.”
Il samurai dell'aria attirò su di sé gli sguardi sconcertati dei presenti, quindi soggiunse, forse rendendosi conto delle connotazioni macabre che la sua battuta poteva lasciar trasparire:
Metaforicamente parlando, naturalmente.”
Naturalmente” sospirò Seiji, impassibile, con condiscendenza.
Con un leggero schiarimento di voce, Shu, ancora accoccolato sul divano tra Shin e Ryo, richiamò l'attenzione:
C'è qualcuno a cui interessa la proposta che avevo in mente?”
Cadde vittima dell'assalto di Suiko e Rekka, che fecero a gara per arruffargli i capelli.
Ti ascoltiamo, scimmietta” rise Shin, “non fare la vittima.”
Il samurai della terra afferrò le mani di entrambi per porre fino al tormento cui avevano deciso di sottoporre la sua chioma scarmigliata e si alzò dal divano, sottraendosi così ad ogni ulteriore attacco.
“Andiamo tutti a fare birdwatching!” declamò a voce alta, con un ampio gesto delle braccia, come se parlasse da un palco davanti ad un'affollata platea.
Gli occhi di Ryo si illuminarono:
“Vorresti che condividessimo tutti la mia passione?”
“Caro Shu” esclamò Touma mettendosi in piedi, “devo dire che ti avevo sottovalutato, ogni tanto qualche buona idea ce l'hai!”
Kongo gli lanciò un'occhiataccia, ma evitò di rispondere a tono; era troppo felice di aver suscitato intorno a sé una tale approvazione e non voleva rischiare, in alcun modo, di rovinare il momento.
Shin si apprestò a raccogliere i resti della colazione, ma Seiji lo prevenne:
“A cuccia pesciolino, hai già fatto fin troppo, ci penso io.”
Il compagno lo guardò con stupore, che si intensificò quando Shu si avvicinò a Seiji e si mise a collaborare assiduamente.
“Giusto” esclamò Kongo, “rilassati per qualche minuto, pensiamo a tutto noi, poi ci gettiamo a capofitto nella foresta!”
Shin sbatté un poco le palpebre, quindi rivolse a entrambi una risatina e si lasciò ricadere sul divano, mormorando un ringraziamento a fil di labbra; dopotutto non avrebbe desiderato compagni diversi intorno a sé. In quel momento, tutto il suo mondo era insieme a loro, in quella casa sperduta tra i monti di Odawara.
Se solo non finisse mai” pensò e gettò indietro la testa, abbandonandola contro la spalliera del divano, con un sospiro intriso di beatitudine e uno strato di ansia che non voleva saperne di abbandonarlo.
 
 
***
 
Neanche Byakuen fa scappare gli uccelli come te, Shu. E' la prima ed ultima volta che ti do retta, mai più birdwatching con te tra i piedi!”
Ma Ryo, io volevo solo avvicinarmi di più, mi sarebbe piaciuto toccarli!”
Shin si intromise nella discussione dei due amici:
Correndo loro dietro e mettendoti a saltellare come un bambino... gran bella concezione del birdwatching, Shu.”
Sempre a cogliere al volo l'occasione di rimproverarmi eh, sirenetto chiacchierone?”
Suiko sbuffò, abbassando il capo; gli era più facile del solito innervosirsi nei confronti di Shu e si impose autoncontrollo. Non voleva perdere la pazienza e rischiare ancora di rovinare quella vacanza.
Il gruppo di amici, preceduto da Byakuen che, a tratti, balzava come danzando intorno a loro per invitarli al gioco, ritornava sulla via di casa, dopo l'intera giornata trascorsa tra i monti, godendo dei lussureggianti spettacoli naturali offerti da quell'angolo quasi incontaminato di Odawara.
Avevano rinunciato ben presto ad affrontare seriamente quella comunitaria esperienza di birdwatching: trovarsi tutti insieme e al contempo intraprendere un'attività che richiedeva calma, non erano due concetti che potessero andare tra loro d'accordo, soprattutto perché Shu di Kongo non aveva la più pallida idea di come restare completamente immobile per più di pochi minuti di fila.
Il tramonto cominciava a punteggiare di rosso le distese di verde e le chiazze variopinte dei fiori; quando giunsero in vista dell'abitazione di Nasty, la trovarono sommersa da una pioggia infuocata, che li lasciò estasiati.
Sembra di essere su un altro pianeta” osservò Touma, fermandosi per qualche istante a contemplare lo spettacolo.
Tu ci sei costantemente su un altro pianeta” rise Seiji passandogli accanto e raggiungendo Ryo intento ad armeggiare per aprire la porta.
La linguaccia di Touma rimbalzò sulla schiena di Korin, senza venire notata.
Anche Shu e Shin si erano fermati, poco dietro ai compagni.
Shu scrutò di sottecchi il compagno malinconico.
Ho la sensazione che tu ce l'abbia ancora con me” mormorò a bassa voce, perché lo scambio di battute restasse privato, “non vuoi proprio perdonarmi del tutto?”
Anziché rispondere direttamente alla domanda, Shin mantenne lo sguardo fisso e assente davanti a sé e sospirò:
Non ho molta voglia di rientrare.”
Shu lo contemplò per qualche istante, la mente colma di interrogativi: certo, quel ragazzo stravagante e con la testolina piena di contorte problematiche gli aveva movimentato la vita, aveva rivoluzionato e in qualche modo reso più stressante il suo modo di pensare. Era una creatura così complicata nella sua particolare sensibilità da risultare a tratti opprimente per una persona semplice come Shu.
Eppure era anche quanto di più adorabile e appagante gli fosse capitato da quando era venuto al mondo anche se... riteneva che Shin avrebbe potuto rendersi più sollecito ad arricchire il loro rapporto, cessando di tenere da parte l'aspetto più prettamente fisico.
Sospirò a propria volta, con condiscendenza; quando Shin si trovava in quella predisposizione d'animo significava che aveva bisogno di chiudersi in se stesso... e da quando il loro amore si era fatto consapevole, Shu gli impediva, più che poteva, di isolarsi dal mondo.
Richiamò i suoi compagni che erano sul punto di entrare in casa:
Ragazzi, Shin ed io facciamo ancora una passeggiata!”
Si voltarono tutti e tre.
Siete sicuri?” rispose Ryo, “queste foreste diventano molto buie quando scende la notte, non vorrei che vi perdeste.”
Un grugnito di disappunto si levò dalle labbra di Kongo, mentre incrociava le braccia sul petto:
Avanti, per chi ci prendi? Non siamo mica nati ieri, mi sembra che abbiamo affrontato situazioni peggiori che non la notte in una foresta!”
E' che non conoscete la zona!”
Non ci allontaneremo troppo Ryo, te lo prometto” gli sorrise Shin e Rekka lo osservò, un po' dubbioso, quindi si strinse nelle spalle.
Non costringeteci a venirvi a cercare.”
Non ce ne sarà bisogno, Shin lo riporto a casa io!”
Il samurai dell'acqua rivolse a Shu uno sguardo di tenero scetticismo:
Mi affiderò a te anima e corpo allora.”
Shu lo guardò in tralice:
Mi stai prendendo in giro?”
Vedi un po' tu.”
E, lasciando aleggiare quel sarcasmo dietro di sé, Suiko gli diede le spalle infilando le mani in tasca e prese ad allontanarsi lungo il percorso da cui erano appena tornati, accompagnato dal coro di risate dei tre compagni e dalla vivace protesta di Kongo, che lo rincorse sollevando il pugno, tra una serie di colorite imprecazioni.
Gli altri ragazzi rimasero qualche istante sulla soglia ad osservarli, mentre scomparivano nella foresta.
Sono un po' preoccupato” mormorò Ryo.
Touma gli circondò le spalle con un braccio per attirarlo dentro:
Ma dai, micetto, sanno badare a se stessi; noi pensiamo a preparare la cena.”
Così Shin non avrà di che lamentarsi” ridacchiò Seiji e tutti insieme varcarono finalmente la soglia chiudendo al di fuori la notte che avanzava.