Capitolo sei:
Il mio presente e il mio futuro
La coscienza di Kamui emerse a fatica dall’oblio
pastoso in cui era precipitato. Lentamente risalì i canali oscuri della
sua mente e ritornò in superficie. Ma il ragazzo rimase comunque
immobile a occhi chiusi, fingendo di continuare a dormire. Si sentiva
stanco come se si fosse appena coricato e anche soltanto pensare gli
costava fatica. Avvertiva la bocca impregnata da un sapore amaro di
bile e la lingua felpata.
Cercò di ricordare il motivo della pesante spossatezza che sentiva
addosso, ma riusciva a rammentare solo brevi frammenti della sua
battaglia con Fuuma, come rapidi flash che si accendevano e spegnevano
fulminei nel buio denso della sua mente. Frustrato da quella
situazione, si mosse accorgendosi finalmente che qualcuno lo stava
abbracciando: avvertì le forme decise di un corpo steso accanto a sé,
il calore di pelle sotto la sua guancia e delle braccia che lo
stringevano per la vita. Un leggero profumo di mandorle gli stuzzicava
l’olfatto e, curioso di seguirne la scia, strofinò il viso contro il
collo.
Quando qualcosa gli solleticò le guance, Kamui socchiuse gli occhi
infastidito e si sorprese vedendo che altro non erano che delle ciocche
nere e lisce. Confuso, sollevò lo sguardo ancora annebbiato e ogni
traccia di sonno scomparve immediatamente quando incrociò il volto di
Subaru addolcito da un’espressione sollevata e da un sorriso sereno. La
luce che pioveva dalla finestra alle sue spalle illuminava la sua pelle
candida di riflessi dorati, conferendogli la stessa penosa bellezza di
un astro irraggiungibile.
Cosa ci faceva Subaru steso nel suo stesso letto e stretto a lui?
Perché lo fissava in quel modo?
Kamui si perse nel mare verde che erano gli occhi dell’uomo e che lo
fissavano tranquillamente, in cerca di una risposta che avrebbe potuto
spiegare quella situazione. Qualcosa brillava sul fondo di quelle
iridi, qualcosa a cui lui temeva di lasciarsi andare: già una volta lo
aveva fatto e ne era uscito irrimediabilmente bruciato.
- Cosa…?- e cercò di divincolarsi da quella stretta.
Ma compì un movimento brusco e una stilettata gli trapassò il petto da
parte a parte, bruciando ogni suo centro nervoso e mozzandogli il
respiro in gola. Vagamente, avvertì delle mani grandi dalla presa salda
tenerlo fermo per la spalle e una voce gentile e preoccupata parlargli
all’orecchio.
- No, devi restare fermo: è ancora troppo presto per muoverti!- gli
diceva.
E, stranamente, quel tono dolce sembrava avere il potere di lenire il
dolore e renderlo più sopportabile.
Quando gli spasimi si attenuarono e gli consentirono di riprendere a
respirare, Kamui socchiuse gli occhi e, tra le lacrime, scorse il volto
di Subaru a pochi centimetri dal suo, un’espressione preoccupata gli
tendeva i tratti del viso.
- Perché sei qui?- gli chiese tra gli ansimi e la sua voce assomigliò
tanto a un rantolo soffocato.
Un lampo di sorpresa sfrecciò negli occhi dello sciamano, prima che a
essa si sostituisse una dolcezza e una tristezza così profonde da
renderlo di una bellezza insostenibile. Kamui si morse forte il labbro
inferiore, nel tentativo di trattenersi dal baciare quelle labbra così
vicine alle sue e che sapeva essere morbide e dolci.
Subaru sollevò una mano e con il dorso delle dita accarezzò la guancia
del ragazzo che continuava a guardarlo come se dovesse colpirlo da un
momento all’altro. Un sorriso amaro gli tese le labbra, mentre
comprendeva la reale portata delle ferite che gli aveva inferto. In
quel momento si sentiva come se stesse rivivendo la storia sua e di
Seishiro, ma al contrario. Quella volta era lui l’adulto consumato che
aveva inferto un dolore insanabile a un ragazzo ingenuo che desiderava
soltanto amare e farsi amare da lui.
- Immagino che chiederti scusa non basti, vero?- sussurrò mesto,
continuando sempre a sostenere lo sguardo dell’altro.
Tutto Kamui si sarebbe aspettato di ascoltare tranne quelle parole. Per
un istante si fermò a scrutarlo in volto: era davvero così ingenuo da
credere di poter cancellare quella notte che avevano trascorso insieme
con delle semplici scuse e rimettere così tutto a posto tra loro?
Stava già per rispondergli a tono, spinto dal desiderio di ferirlo a
fondo e senza alcuna delicatezza come quell'uomo aveva fatto con lui,
quando qualcosa che vide agitarsi sul viso di Subaru lo bloccò. C’era
una nota stonata che alterava i lineamenti del suo viso e che pulsava
sul fondo dei suoi occhi, qualcosa che non aveva mai visto su di lui e
che gli faceva battere inspiegabilmente il cuore più forte, di speranza
e dolore insieme.
Chiuse gli occhi e sospirò alcune volte, cercando di allontanare da sé
la rabbia e la delusione che sicuramente lo avrebbero fatto straparlare.
- Subaru io… non ho alcuna voglia di parlarne, desidero solo
dimenticare… dimenticarti!- esalò con la voce spezzata, senza mai
guardarlo negli occhi.
Lo sciamano strinse i denti a quelle parole. Sapeva di averlo
mostruosamente ferito e, arrivati a quel punto, sarebbe stato difficile
farsi riaccettare, ma davanti la reale portata del dolore che gli aveva
inflitto era davvero giusto seguitare con i propri desideri invece di
lasciarlo semplicemente in pace? Era ancora degno di farsi amare da
quella creatura così ingenua e dolce?
Osservò il volto delicato e teso di Kamui, di una bellezza candida e
disarmante, anche coperto di lividi e ferite, e udì distintamente il
battito del proprio cuore aumentare di intensità e qualcosa dentro di
lui contorcersi al solo pensiero di allontanarsi ancora da lui.
Sospirò, sapendo di essersi arreso a lui tanto tempo addietro, la prima
volta che Kamui l’aveva guardato con i suoi occhi viola e gli aveva
sorriso. Aveva negato e lottato contro se stesso, ma la verità era solo
quella: fin dal primo istante, la sua anima si era piegata e incendiata
per quel ragazzo. Era bastato un guizzo di quegli occhi malva per
incatenarlo, scavalcando i suoi sentimenti per Seishiro con una
facilità quasi ridicola e radicandosi nel suo cuore in paziente attesa
che si rendesse conto della sua presenza. Non aveva avuto scampo alcuno.
Se l’altro l’avesse rifiutato avrebbe sofferto, ma si sarebbe fatto da
parte, conscio di aver avuto la propria opportunità e di averla gettata
al vento. Ma doveva fare almeno un tentativo per non rendere vani quei
sentimenti che stavano nascendo dentro di lui, lo doveva a se stesso e
a quel ragazzo fragile che tremava tra le sue braccia di tensione e
paura.
Un piccolo sorriso gli tese le labbra mentre prendeva la mano
dell’altro e la portò alla bocca, sfiorandone il dorso, attirando così
l’attenzione di Kamui: il ragazzo si volse di scatto verso di lui,
sgranando gli occhi in un’espressione incredula.
- Vorrei che mi ascoltassi attentamente e solo dopo decidessi cosa
fare, va bene? - ottenuto l’assenso di Kamui proseguì: – Seishiro è
stato il mio primo amore, avevo quindici anni ed è stato come se mi
avesse risvegliato dal torpore incantato in cui mi trovavo. È stato
come vivere per la prima volta. È stato lui a insegnarmi cosa sia
l’amore, cosa significasse davvero amare e farsi amare. Una parte di me
lo amerà per sempre, perché un amore come quello non si può cancellare
con un colpo di spugna.- e si fermò, come se dovesse raccogliere le
idee.
Kamui intanto aveva serrato i denti così forte da farsi sanguinare le
gengive nel tentativo di non urlare: era incredibilmente penoso stare
lì, tra le braccia della persona di cui era innamorato, a sentirlo
parlare del suo amore per un altro. Distolse lo sguardo nel disperato
tentativo di non dover più vedere quella luce particolare che aveva
illuminato lo sguardo di Subaru mentre parlava di Sakurazukamori.
Possibile che non si rendesse conto di quanto gli facesse male
ascoltare quelle cose? Con la mano libera artigliò le lenzuola sperando
che quella tortura terminasse presto.
Subaru in realtà si era fermato stupito, quando aveva notato il dolore
invadere il volto di Kamui come una nube temporalesca, offuscando il
luminoso candore della sua pelle e spegnendo la luce che bruciava
dietro la cristallina superficie dei suoi occhi. Come poteva una sua
sola parola scatenare tutta quella sofferenza su di lui? Possibile che
avesse un simile, detestabile potere su di lui?
Strinse le labbra in una smorfia rigida e si costrinse a proseguire,
nella speranza di poter così far scomparire la sua angoscia. Facendo
una leggera pressione sul mento di Kamui, con la mano libera gli fece
girare il volto verso il proprio, quindi poggiò la fronte contro quella
dell’altro e socchiuse gli occhi, perdendosi un attimo nel calore e nel
profumo della sua pelle, così familiare da avere il potere di quietare
i suoi sensi e scacciare tutti i fantasmi della sua anima. Il ragazzo
si tese per quel gesto e quella vicinanza inaspettati, i suoi occhi
scrutavano stupiti quel volto bellissimo contro il proprio, mentre
scavava inutilmente dentro di sé alla ricerca delle forze necessarie
per allontanarlo.
Le dita che Subaru teneva poggiate sul suo mento, scivolarono lungo la
sua guancia in una delicata carezza, fermandosi sullo zigomo. Il
ragazzo poteva sentire la pelle bruciare dove l’altro lo sfiorava.
- A Seishiro appartiene tutto il mio passato – la voce dello sciamano
era bassa e roca, e scivolava densa e calda sulla sua pelle,
incantandolo e costringendolo ad ascoltare. – A te, Kamui, do il mio
presente e il mio futuro!- concluse, piantando il verde dei suoi occhi
nel viola di quelli dell’altro.
Kamui in un primo momento rimase immobile, troppo stupito e impreparato
per avere una qualsiasi reazione. Ma, poi, il senso delle parole dello
sciamano si riversò nella sua testa e queste si infransero dentro di
lui con il fragore di una cascata. E Kamui venne sommerso da quella
valanga di sentimenti contrastanti che provava per quell’uomo e che
aveva cercato di imbrigliare e ignorare nel tentativo di cancellarli.
- Cosa stai dicendo?- chiese in un bisbiglio incredulo, ancora
diffidente nel credergli.
Subaru sorrise davanti quell’ultima strenua resistenza, comprendendo
che, dopo tutta la sofferenza che aveva patito a causa sua, Kamui
avesse bisogno di mantenere le proprie difese innalzate per non essere
ferito ancora.
- Forse non ti amo come mi ami tu, ma non voglio più scappare e
nascondermi nel passato. Non voglio che questi sentimenti che sto
iniziando a provare per te avvizziscano e scompaiano. Voglio davvero
provare a innamorarmi di te!- e il suo volto si schiuse in un sorriso
ampio e caldo, di quelli che raramente si potevano scorgere sul suo
volto e che toglievano il fiato a chi li guardava.
Kamui si perse a osservare quel sorriso, naufragando nelle sue onde
dolci, e comprese di avere già fatto la sua scelta, ancora prima che
Subaru iniziasse la sua spiegazione: aveva deciso quando aveva
incrociato il verde limpido e gentile dei suoi occhi.
Annuì con un piccolo sorriso e lo baciò. Lo sciamano avvertì un nodo
sciogliersi dentro di lui, accompagnato dal lieve aumento dei battiti
del suo cuore. Si sentiva bene in quel momento. Meglio di quanto avesse
mai pensato, mentre riassaporava quel senso di euforia che gli faceva
sfarfallare lo stomaco, mentre sentiva tutti i suoi sensi aggrediti da
Kamui. Finalmente si sentiva vivo come si era impedito di essere per
tanti anni.
Il mondo era semplicemente evaporato, trasportandoli in un universo a
parte dove esistevano solo loro due, lasciando come unica cosa reale e
tangibile per Subaru quel ragazzo che si aggrappava alle sue spalle e
si stringeva a lui come se fosse una boa che gli avrebbe impedito di
naufragare nel sottile piacere che gli stava trasmettendo quel bacio.
Il rumore improvviso di una porta che veniva aperta di schianto si
conficcò nella bolla dorata che li avvolgeva, infrangendola
impietosamente, interrompendoli e facendoli voltare di scatto allarmati.
- Come sta Kamui?- urlò Sorata, mentre varcava la soglia come una
furia, senza curarsi di controllare cosa ci fosse davvero
all’interno della stanza.
L’unica cosa che gli interessava in quel momento era sapere se Kamui
stesse bene e quali danni aveva riportato nell’ultimo scontro con
Fuuma, nient’altro aveva importanza per lui in quel momento. Per questo
rimase letteralmente paralizzato quando, guardando attentamente il
letto al centro della stanza, vide Subaru steso sopra il ragazzo, che
gli si stringeva forte contro, in una posizione inequivocabile.
- Vedo che stai molto meglio del previsto, Kamui!- commentò con un
ghignò sardonico, prima di fare dietrofront e uscire dalla stanza. –
Comunque era ora che vi decideste, cominciavamo a perdere le speranze!-
aggiunse prima di chiudersi la porta alle spalle.
Nel silenzio imbarazzato che aveva invaso la stanza udirono i passi del
monaco percorrere il corridoio, per poi fermarsi a un tratto e di nuovo
la sua voce risuonare per tutto il corridoio.
- Ehi bellezza, chiama Karen: ho vinto la scommessa!- esclamò
gongolante per poi scoppiare a ridere in modo sguaiato.
Lentamente, dentro Kamui, all’iniziale sorpresa si sostituì un moto di
divertito nervosismo, riuscendo a cogliere il lato comico della
situazione. Sentendolo ridacchiare sommessamente, Subaru si volse verso
di lui con in viso un’espressione perplessa che fece ridere ancora più
forte l’altro.
Lo sciamano rimase in silenzio, incantato nell’osservare
quell’espressione così insolita sul volto del ragazzo. Kamui cercava
sempre di dimostrarsi serio e imperturbabile, come se fosse l’unico
modo per resistere e non venire schiacciato dal peso che il destino
aveva posto sulle sue piccole spalle. Raramente si lasciava andare a
qualche sorriso e mai lo aveva visto ridere in quel modo, così felice e
libero, mostrandosi come l’adolescente che era e che non si concedeva
mai di essere. Quell’espressione era così bella che l’uomo non poté non
venirne contagiato, sentendosi anche lui più sereno.
La risata pian piano si spense tra le labbra di Kamui, lasciando un
divertito luccichio ad accendere i suoi occhi malva e un piccolo
sorriso soddisfatto tendergli le labbra schiuse contro il respiro
ancora affrettato.
- Almeno ci siamo risparmiati la parte in cui avremmo dovuto dirlo agli
altri!- disse divertito.
Subaru finse di pensarci un attimo su. Un lampo attraversò il suo
sguardo mentre annullava la distanza tra i loro volti.
- Già...- soffiò sulle labbra dell’altro prima di baciarlo.
Era una strada completamente in salita quella che Subaru aveva deciso
di percorrere: lo avrebbe costretto a mettersi in discussione e a
confrontarsi con se stesso continuamente, ma non aveva paura, non più.
Non temeva quella nuova vita che lo attendeva, perché sarebbe stata
illuminata sempre dalla dolcezza e dal calore di quella creatura che
ora stava stringendo tra le braccia.
FINE