Note:
Era da un po’ di tempo che stavo progettando di scrivere una
fic sulla guerra di Troia. Io sono malata per la mitologia greca e,
soprattutto, per l’Iliade. Qui ho deciso di descrivere
l’ultima alba, appunto, della città di Troia, in
una notte dove c’è ben poco di eroico, ma solo
tanto sangue ed urla che si spengono nel ruggito delle fiamme, e dove
il sole sorge su uno scenario di distruzione. Ho scritto questa fic di
getto, praticamente si è scritta da sola. E’ la
prima volta che scrivo qualcosa che non sia prosa, spero quindi che il
risultato sia credibile, comunque c’è di sicuro la
mia buona volontà e la voglia di divertirmi.
Ringraziamenti:
Ringrazio chiunque leggerà e commenterà (inchino).
Adesso
vi lascio alla lettura, alla prossima gente \^=^/
L’ultima
alba
Oh Ilio gloriosa,
Gioiello
splendente tra i sassi della Troade
Prediletta
dagli dei, patria di grandi guerrieri
Cosa
resta di te ora?
Di
te, oh Ilio, che superba ti innalzavi tra le altre città
Vantandoti
che mai un piede nemico
Avrebbe
varcato le tue possenti mura turrite
Che
per te costruirono Poseidone scuotitore di terra
Lo
splendente Apollo ed il mortale Eaco?
Cosa
resta di te bellissima Ilio che superba
Ti
adornavi di tutte le tue ricchezze e le sfoggiavi orgogliosa
Sperando
che mai l’occhio rapace degli Achei
le
avrebbe desiderate?
Per
nove volte le gemme sui tuoi alberi sono germogliate e sfiorite,
Ilio
mia, da quando cavalcando i loro terribili
Cavalli
del mare gli Achei sono giunti sulle rive del rosso Scamandro.
Alle
tue soglie hanno piantato il loro campo senza alcun rispetto,
Provocandoti,
uccidendo, depredando e distruggendo
tutto
quanto riuscissero a raggiungere.
Da
allora quante volte, oh Ilio, le tue strade hanno risuonato
Dei
lugubri lamenti delle madri, delle spose, delle figlie, delle sorelle?
Quanti
tra i tuoi figli migliori hai dovuto piangere da quando il primo
Tra
gli Achei ha posato il piede sulla tua sabbia dorata?
Ed
ora Ilio sventurata ascolti impotente le urla dei tuoi ultimi figli,
mentre
il fuoco ti divora e, rombando minaccioso, si innalza
fino
al cielo, illuminando gli ultimi strascichi di questa notte
con
bagliori insanguinati
quasi
a sfidare quegli dei misericordiosi che sono
scesi
in guerra al tuo fianco, ultima tua speranza.
Arrogante
Ilio perché hai ignorato gli avvertimenti divini?
Perché
non hai ascoltato la voce di Laocoonte e di Cassandra?
Hai
portato l’enorme cavallo ligneo che gli infidi Achei hanno
Lasciato
sulla tua costa, come voto a Pallade Atena, dentro le tue mura.
Hai
gioito perché credevi la guerra finita,
per
quella che credevi essere una vittoria,
ubriacandoti
con fiumi di vino fino a perdere i sensi.
Ed
ora Ilio, calpestata e violata, vinta dall’ingegno
Di
Odisseo guarda!
Guarda
i tuoi figli che ebbri ed inermi
Vengono
trascinati nel sonno fuori dalle loro sicure case,
Strappati
ai templi dove hanno cercato rifugio
E
trucidati senza quartiere.
Guarda
le tue case, i palazzi opulenti, le tue smisurate ricchezze
Che
bruciano come paglia secca in un campo.
Le
ascolti, Ilio morente, le urla del saggio e pietoso Priamo
Trascinato
via a forza dall’altare di Zeus dove aveva cercato
Rifugio
e sgozzato dal sanguinario Neottolemo?
Odi,
oh Ilio, l’ultimo pianto del piccolo Astianatte
Che i
capi Achei hanno gettato dalle tue mura
Temendo
che avesse ereditato il sangue di suo padre,
Ettore
domatore di cavalli?
Vedi,
oh Ilio, Agamennone che si aggira per
Le
stanze del palazzo reale, contando le
Immense
ricchezze che avrebbe condotto con sé
Troppo
avido per tener conto del fumo e delle fiamme
Che
lambiscono le sue vesti?
Non
volgere lo sguardo Ilio davanti Cassandra violata
Presso
l’altare della vergine Atena
Dall’empio
Aiace!
Piangi
il povero Deifobo caduto sotto la lama di Menelao
Perché
succeduto a Paride Alessandro nel letto di Elena,
La
cui bellezza è stata il pretesto per il tuo scempio.
Ascolta
il lamento cupo delle tue figlie che
Incatenate
e sottomesse vengono
Portate
via dalla loro terra
Caricate
sulle loro veloci navi
E
condotte ai loro lontani palazzi
Per
diventare schiave.
Trema
ed urla Ilio in questa tua ultima alba.
Piangi
i tuoi morti
Recrimina
le tue ricchezze
Maledici
il tuo destino di miseria.
Sii
felice che Ettore domatore di cavalli, il
Più
grande tra i figli che avresti potuto generare,
Che
tanto ti ha amato, sia morto
Prima
di vederti cadere in modo tanto indegno.
Il
primo raggio di sole sorge
Lambendo
le ceneri della tua gloria Ilio.