Allora,
pensi di saper distinguere il
paradiso dall'inferno? I
cieli azzurri dal dolore? Sai
distinguere un campo verde da
una fredda rotaia d'acciaio? Un
sorriso da un pretesto? Pensi
di saperli distinguere? Ti
hanno portato a barattare i tuoi eroi per dei fantasmi? Ceneri
calde con gli alberi? Aria
calda con brezza fresca? Un
freddo benessere con un cambiamento? e
hai scambiato un ruolo di comparsa nella guerra con
il ruolo da protagonista in una gabbia? Come
vorrei, come vorrei che fossi qui Siamo
solo due anime sperdute Che
nuotano in una boccia di pesci Anno
dopo anno Corriamo
sullo stesso vecchio terreno E
cosa abbiamo trovato? Le
solite vecchie paure Vorrei
che fossi qui
Avevo
detto di volere qualcosa di diverso, di davvero importante per la mia
vita, vero? Beh,
sono qui davanti a me stesso e sto guardando in uno specchio, quello
che sono diventato, quello che il tempo mi ha portato, quello che io ho
costruito, e lo sai? E’
nulla. Rivedo
ogni cosa, dalla più banale, a molte altre importanti, riflesse dentro
quel crudele segno del tempo, - sì crudele, perché mi mostra i sogni
traditi, le speranze deluse o meglio, non realizzate. - Ma
perché? Sempre
per la mia cronica incapacità di dire a me stesso: < II
“bel faccino” me l’ha ripetuto fino alla nausea, ma io… niente, e ora
ecco qui quello che resta di me.>> Ma
è mai possibile? Siamo
ancora all’alba di tutto questo, come se il tempo si fosse fermato! Loris
non perde neanche il tempo per dirsi “sono un irresponsabile idiota!” Sarebbe
già tanto, almeno per cominciare a cambiare rotta! E
invece che fa? si piange addosso e nient’altro. Mi
chiedo se il suo orizzonte sia così ristretto perché non vede
oltre, oppure così vuol farmi credere? Allora,
pensi di saper distinguere il
paradiso dall'inferno? I
cieli azzurri dal dolore? Sai
distinguere un campo verde da
una fredda rotaia d'acciaio? Un
sorriso da un pretesto? Pensi
di saperli distinguere? Accid…
è tornata!!! Lei
è qui. La
sento come un ronzio fastidioso dentro la mia testa… -
Allora ce l’hai ancora.. credevo avessi perso anche quella! Vediamo
se funziona ancora, vuoi? - E
adesso cosa si è inventata questa??? Forse
pensa che sono scemo! “TOMBOLA!! Finora
non hai fatto vedere altro sai? Rispondimi!
non è difficile!” Ma
pensa davvero che io non capisca nulla? Quasi…
allora mi ascolti eh? Bene, dimostrami la tua apertura mentale dai! Mi
chiede se “penso di
saper distinguere il paradiso dall’inferno? I
cieli azzurri dal dolore?” CERTO
CHE Sì. La
vita che ho vissuto non è stata una passeggiata, lo sa bene! L’inferno
è quel groviglio di emozioni e cose che non ho mai voluto guardare né
in faccia, né dentro di me, per paura di restarne travolto se mi ci
fossi trovato dentro. “Sai,
è difficile ammetterlo, ma tu, sei riuscita a farmi vedere tutto
questo, avevo superato la paura di tutti i miei fantasmi, perché mi
facevi vedere altre cose attraverso i tuoi occhi… Ti
piaceva il cielo, t’incantavi a guardare quella perfezione assoluta, e
insegnavi a me ad ascoltare le sensazioni di libertà che lasciava
dentro di te. Chissà
quante volte avresti voluto immergerti in lui per sentirti libera di
volare. E
quanto invidiavo la tua capacità di saper vedere “oltre” quello che
tutti guardavano.” E
ancora: “Un
campo verde, da una fredda rotaia d’acciaio? Un
sorriso da un pretesto?” Mentre
mi descrive ogni cosa come un pittore sulla tela, io mi chiedo mille
cose, ma soprattutto una: E’
sempre lui,o qualcun altro ha preso il suo posto? Che
cosa è accaduto? Forse
è davvero riuscito a guardare in faccia se stesso e a far pace con i
suoi fantasmi. E
continua a parlare, anzi dipingere con la voce i suoi pensieri: “Non
solo questo ho imparato, ma attraverso te ho scoperto di saper
mescolare i colori per dare voce all’anima che non avevo mai ascoltato. Il
verde dalle tonalità diverse mi faceva ricordare la lunga distesa di
campi in primavera, dove io molto spesso, da bambino mi perdevo in
solitudine, senza tuttavia sentirmi mai perso.. Quante
volte sulle rotaie d’acciaio di un treno in corsa portavo la mia
inquietudine a cercare sollievo, ma sempre nel modo più sbagliato che
potevo conoscere, quello facile, subdolo, come solo un pretesto può
essere. Li
ho sempre usati con me stesso e gli altri, per non scoprirmi troppo,
diventando vulnerabile. I
sorrisi.. quelli li vedevo, non mi fidavo troppo di nessuno, ma anche
in questo mi sono ritrovato senza difese con te. Quando
sorridevi, gli occhi avevano una luce viva e non ne ho conosciuti molti
così; sapevi leggere in me con una facilità sorprendente, ma non so
come, non l’ho mai capito..” Eppure
non è bastato. Ho
voluto credere di poter fare qualsiasi cosa, anche la peggiore, perché
convinto che avresti perdonato tutto. Mi
amavi no? E io mi sentivo invincibile. Che
idiota! Ti
ho allontanato da me, ma non mi sono reso conto di nulla, o non ho
voluto vedere, fino alla fine. E
poi…” -
Ma allora davvero il tempo è servito a farti almeno pensare… - “Pensare..
già, ho pensato sì, ma non è cambiata di tanto la mia routine sai? Continuo
ancora a credere che se tu fossi diversa, noi saremmo ancora insieme…
chissà.” -
Davvero??? Ancora ci credi, o meglio t’illudi. Io
da te ho imparato cosa “non voglio” nella vita. - Accidenti,
devo proprio essere diventato scemo! Che
c’entra ora il “noi?” Ancora
il mio solito stupido vizio di far credere qualcosa che non è neanche
lontanamente nel mio pensiero... Se
non altro per il tempo e le mie vicende trascorse, potevo evitare
almeno questo.. anche se lei non è scema e mi ha rimesso subito a posto. Le
mie vicende… appunto, mi sono creduto “invincibile” e soprattutto furbo. “Ti
hanno portato a barattare i tuoi eroi per dei fantasmi?” Ho
scambiato troppe cose per ciò che non erano… ma volevo crederci, per
non sembrare stupido. Mi
sono riempito di fantasie, per avere qualcosa di cui parlare… Ho
barattato tutte le cose vere per un castello d’illusioni in cui facevo
vivere tutti i fantasmi di un’esistenza che non riuscivo più a
controllare.. Cercavo
di sopravvivere ad un ennesimo fallimento, un’occasione sprecata, di
cui una creatura avrebbe portato il segno nella sua vita, senza avere
alcuna colpa. La
sua vita, per la mia. Ancora
un’ennesima volta ho messo me stesso davanti a tutto… “Ceneri
calde con gli alberi?“ Ora
sto pensando: ”Il fuoco cancella tutto, ogni traccia di ciò che vorrei
non fosse accaduto, ma resterebbero ceneri calde a raccontare un’altra
storia…” “Aria
calda con brezza fresca?” Vorrei
respirare libero, ma l’aria calda del fuoco spento, sale ancora intorno
a me, creando un vortice che toglie il respiro… Se
solo fossi un po’ più coraggioso, guarderei in faccia questi fantasmi e
li farei sparire.. il
vento, lieve come una brezza, renderebbe tutto più pulito, leggero. Tutto.
Anche me. “Un
freddo benessere con un cambiamento?” Ecco,
ancora una volta ho scelto la via più facile: “Un
posto tranquillo – si fa per dire – un’oasi in cui vivere senza dover
per forza fare i conti con me stesso tutti i giorni, ammesso che
esista.” “e
hai scambiato un ruolo di comparsa nella guerra con
il ruolo da protagonista in una gabbia?” “E
ora? Sono forse più libero? No, I miei fantasmi sono ancora con me.. sono
in una gabbia senza sbarre, mi sento prigioniero, anche se nessuno mi
trattiene. Il
qui presente, è ancora protagonista della storia, ma sceglie di non far
niente per uscirne.” Ci
avevo creduto! Ho pensato volessi davvero cambiare le cose, ma ancora
oggi vivi in gabbia, e non sai come liberarti. Basterebbe
solo un atto di coraggio, piccolo, semplice, ma così difficile da
ammettere per il tuo smisurato orgoglio eh? -
Scusami, ho sbagliato, tardi, ma me ne sono accorto.. - sarebbe
già un inizio. “Come
vorrei, come vorrei che fossi qui“ “Già,
lo vorrei.. per guardare ancora una volta quegli occhi, per trovarci
dentro quella parte di me che non so proprio dove cercare.. ma tu eri
quella che aveva scoperto la mia parte nascosta, tormentata, viva, che
voleva ancora trovare un motivo per credere ad un destino migliore, una
vita degna di essere vissuta. Perché
non ho saputo ascoltarti? Orgoglio,
paura, o più semplicemente uno smisurato ego che rendeva il mio
orizzonte talmente piccolo da non vedere oltre il mio naso… invece ero
convinto del contrario!” “Siamo
solo due anime sperdute Che
nuotano in una boccia di pesci” Pensavo
di avere un mare senza confini da esplorare, da conoscere, ma il tempo
passa e io sono qui a cercare ancora un posto dove poter liberare la
mia paura di vivere e poi dire a me stesso: “Ora
puoi ricominciare davvero tutto se lo vuoi.” Ma
mi sento sperduto e tutta la vastità che non conosco, è dentro di me;
non ho spazio per respirare, per vivere. Sto
nuotando dentro la mia paura, come un pesce che torna sempre allo
stesso punto, ma non lo sa.. è la sua vita, non ne conosce altre; vive
dentro un vaso tondo, di vetro attraverso il quale “guarda” il suo
spazio credendolo infinito, invece.. “Anno
dopo anno Corriamo
sullo stesso vecchio terreno E
cosa abbiamo trovato? Le
solite vecchie paure Vorrei
che fossi qui” Il
tempo passa inesorabilmente, ma non smettiamo di correre inseguendo
qualcosa che ritroviamo sul nostro sentiero… le vecchie paure
conosciute da sempre, che con ostinazione ci accompagnano, e ci
costringono a toccare con mano tutta la nostra fragilità, e io.. vorrei
che fossi qui. Quante
volte ho pensato,”sentito e accolto” in me la Sua voce, nel silenzio! E
mi ha portato la certezza di un’attesa che avrà il suo compimento. Vorrei
tu fossi già qui…