Leggende sulle costellazioni



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Orsa Maggiore
Cominciamo con la costellazione del Carro Maggiore, questa è la più nota (anche perché non tramonta mai per il nostro cielo). Infatti, essa è una circumpolare, fa in altre parole il girotondo intorno alla stella Polare ed è sempre visibile. Pensate che il nome Carro pare le sia stato dato dagli antichi cinesi 6000 anni fa! I cinesi immaginavano il carro degli imperatori della Cina, carro trionfale che doveva trasportare in cielo le loro anime dopo la morte. Ci sono stati dei ritrovamenti di monete di circa 6000 anni che raffiguravano questo caratteristico gruppo di stelle. Il Carro Maggiore fa però parte della più vasta costellazione dell’Orsa Maggiore. Secondo il mito degli antichi elleni c’era un tempo in cui essi adoravano gli dei, fra essi, Diana era la dea della caccia. Quando andava a caccia Diana portava con se una grande muta di cani ed un gruppo assai numeroso di fanciulle, le quali avevano fatto giuramento di non sposarsi mai. Una di queste fanciulle, la più bella, si chiamava Callisto (in greco significa bellissima). Il dio Giove, se ne innamorò, scese sulla terra e la sposò. Da questo matrimonio nacque un figlio bello e forte chiamato Arcade, che fattosi grande divenne ben presto un abile cacciatore. Ma Diana e Giunone si avvidero d’ogni cosa e messesi d’accordo decisero di vendicare l’offesa sofferta trasformando Callisto in un orsa. Non appena la povera Callisto si trovò così mutata si diede a correre ululando per i boschi, mentre le sue compagne fuggivano terrorizzate. Il figlio Arcade le udì e per difendere le ninfe, si mise ad inseguirla, non immaginando che in quella brutta orsa si celava la sua bella mammina; stava per raggiungerla e ucciderla, quando Giove dai cieli intervenne affinché non accadesse un simile delitto e tramutò tutti in stelle formando il gruppo celeste dell’Orsa Maggiore.

Cassiopea, Perseo, Andromeda e Pegaso
Gli abitanti d’Etiopia, terrorizzati, andarono a chiedere consiglio e aiuto all’oracolo di Ammone, ne ebbero in risposta che sarebbero stati liberati dal mostro soltanto a condizione di offrirgli in pasto la bella principessa Andromeda. Troppo tardi Cassiopea comprese quali spaventose conseguenze aveva portato la sua leggerezza! Ella e con lei Cefeo dovettero adattarsi con immenso dolore a lasciare che Andromeda fosse legata ad uno scoglio in riva al mare per essere data in pasto all’enorme, mostruoso pesce Borea. Ma ecco che sul cavallo alato Pegaso, giunse un eroe liberatore: Perseo (che già aveva compiuto molte gesta straordinarie). Proprio nel momento in cui il mostro Borea s’avanzava, fra il terrore di tutti i presenti per divorare Andromeda, Perseo lo pietrificò mostrandogli la testa della Medusa e rapita sul cavallo alato Pegaso la bella principessa, la portò lontano per poi sposarla.

Orione
Un’altra storia affascinante è la “La leggenda del cacciatore Orione”. Orione era un cacciatore violento e crudele, che uccideva tutti gli animali anche i più indifesi, non per cibarsi, ma solo per il gusto di uccidere senza alcuna pietà. Un giorno sua madre Gea (che in greco significa la Terra), desolata per le inutili stragi, volle punire il suo crudelissimo figliolo e gli mandò contro il piccolo scorpione (bella costellazione visibile nel cielo estivo). Naturalmente il cacciatore Orione rise di così piccolo animale, ma mentre egli rideva, non curandosi di lui, lo scorpione lo colse all’improvviso e gli conficcò il pungiglione nel piede. Poco dopo Orione giaceva al suolo agonizzante, mentre il sottile veleno dello scorpione gli serpeggiava nelle vene facendolo morire entro pochi minuti. Giove dall’alto dell’Olimpo (monte sacro della Grecia, dove vivevano appunto gli dei) assistette a questo terribile castigo, ma non volle che fosse dimenticato questo grande cacciatore e lo pose in cielo nella bellissima costellazione invernale. Vicino ad Orione vi sono i suoi cani fedeli Sirio; dista dalla Terra circa 8,6 anni luce e Procione (due stelle, la prima è la stella più brillante del cielo).

Lira di Orfeo
Orfeo era un poeta celebre il più famoso e bravo suonatore di cetra = lira e come tale si diceva, era il prediletto del dio Apollo (dio che inventò la musica) Orfeo cantava così bene che le piante e le pietre si muovevano per udirlo, le fiere selvagge si ammansivano; egli amava profondamente la bella e giovane sua sposa Euridice. Questa morì morsa da un serpente, ed egli la pianse in così dolci canti che persino le pietre si commuovevano. Il poeta allora pensò di scendere agli inferi (luogo dove si pensava che nell’antichità dimorassero le anime dei morti) per vedere di riavere la sua bella Euridice. Infatti, il suo dolce canto, il suono della sua lira facevano spuntare lacrime persino alle Erinni (dee dall’aspetto spaventoso, con serpenti per capelli) e commuovevano il gran petto di bronzo del dio delle tenebre eterne. Gli dei delle tenebre acconsentirono che Euridice seguisse nuovamente sulla terra, viva il suo amato sposo Orfeo …. al patto che egli camminando davanti, mai si voltasse a guardarla, perché se avesse fatto ciò ella gli sarebbe stata tolta per sempre inesorabilmente. Così Orfeo suonando la sua lira iniziò il suo viaggio di ritorno sulla Terra seguito da Euridice, ad un certo punto egli non potè trattenersi dal voltarsi indietro per guardare se la sua amata sposa lo seguisse davvero, allora d’un tratto, questa sparì per sempre. Orfeo impazzito dal dolore, fuggì errando per le montagne della Tracia, dove fu ucciso e lacerato da uno stuolo di baccanti nel quale si imbatté. Ma la sua meravigliosa lira fu salvata da Giove che la scagliò in cielo a ricordo perenne di un tale cantore.

Drago
La sua posizione così centrale nella volta celeste ha fatto sì che assumesse un forte significato simbolico di eternità, di conoscenza e di vigilanza. Tale simbolismo è ricordato in numerosi miti legati a questa figura astrale, come, ad esempio, quello greco che narra l’undicesima “fatica” di Eracle. Questo semidio, figlio di Zeus ed Alcmena, aveva accettato di compiere, in cambio dell’immortalità, dodici imprese (“fatiche”) impostegli da Euristeo, re dell’Argolide. L’undicesima “fatica” consisteva nel raccogliere alcuni pomi d’oro dall’albero sacro ad Era, che la dea aveva ricevuto come regalo di nozze dalla Madre Terra. Il prezioso melo era custodito in un giardino ai piedi del monte Atlante, abitato dall’omonimo gigante divino, a cui era stata affidata la sua custodia. Questi per timore che qualcuno rubasse i pomi, aveva recintato l’orto con un muro e vi aveva posto come guardiane le proprie figlie, le Esperidi; ma Era, non fidandosi del tutto delle fanciulle, aveva ordinato al drago Ladone di arrotolarsi intorno al tronco e di impedire a chiunque di avvicinarsi, tranne ad Atlante. Quando Eracle giunse nella regione, chiese aiuto al gigante il quale gli ordinò, prima, di uccidere il drago. E così accadde: appena fuori del recinto, Eracle scoccò una freccia che colpì a morte Ladone. Era pianse il suo fedele servitore e, per ringraziarlo della sua dedizione, pose la sua immagine nel firmamento.

Cigno
Una storia risalente ai tempi di Eratostene dice che la Ninfa Nemesi si trasformasse in vari animali per sfuggire alle avance sgradite di Zeus. Zeus senza arrendersi, si trasformava di volta in volta in un animale sempre più veloce finché trasformato in cigno l'acchiappo e la violentò. Secondo un'altra storia raccontataci da Iginio, Zeus si trasformò in un cigno fingendo di essere inseguito da un' aquila. Nemesi diede rifugio al cigno e solo dopo essersi addormentata con il cigno in grembo si rese conto dell'errore. Nemesi fece poi un uovo che venne donato alla regina Leda di Sparta. Da questo uovo venne poi alla luce Elena. Un'altra storia ci dice che Zeus trasformato in cigno sedusse Leda, moglie del re Tindaro di Sparta, sulle sponde del fiume Euroto.

Corona Borealis
Questa Costellazione rappresenta la corona indossata da Arianna allorché andò in sposa a dio Dioniso. Si dice che questa corona sia stata fatta da Efesto, il dio del Fuoco. Arianna é famosa nella mitologia per aver aiutato Teseo ad uccidere il Minotauro, la strana creatura con corpo umano e testa di toro, rinchiusa nel labirinto per volere del re Minosse. Il Minotauro era figlio di Pasifae, moglie del re e madre di Arianna, avuto da un accoppiamento con un toro di proprietà del re. Il re per tenere nascosto questo scandalo diede ordine all'artista Dedalo di progettare un labirinto dal quale nessuno potesse uscirne ove vi fece rinchiudere il Minotauro. Arrivò a Creta il bel lottatore Teseo. La sua bellezza fece innamorare Arianna. Teseo, figlio del re di Atene Egeo, si offrì di uccidere il Minotauro. Arianna consultò quindi Dedalo il quale le diede un rotolo di filo che Teseo avrebbe dovuto legare alla porta di entrata , qualora avesse ucciso il Minotauro, sarebbe bastato seguire il filo per trovare la via di uscita. Ucciso il Minotauro, Tefeo e Arianna, salparono per l'isola di Naxos ma appena raggiunta l' isola lui l'abbandonò. Arianna fù vista piangere dal dio Dioniso il quale intenerito dalla ragazza la prese in sposa. La corona le venne, probabilmente, donata da Afrodite. Dioniso per la gioia la lanciò in cielo dove i gioielli che la ornavano si trasformarono in astri.

Crater - Corvo, Coppa e Idra
Apollo, intenzionato ad offrire un sacrificio a Zeus mandò un corvo a prendere acqua da una sorgente. L'uccello volò via con una coppa (Crater) tra gli artigli, finche non notò un fico con i frutti non ancora maturi. Soffermò per qualche giorno in attesa che i frutti fossero maturi dimenticando l'ordine di Apollo il quale dovette provvedere in altra maniera a procurarsi l'acqua. Il corvo, una volta sazio dei frutti, si guardò in torno per cercare una scusa da raccontare ad Apollo. Trovò un'idra, alla quale imputava di non aver permesso l' avvicinamento alla fonte. Apollo che conosceva sempre la verità condannò il corvo a patire la sete tutta la vita. In ricordo dell'accaduto il dio pose il Corvo, la Coppa e l'Idra insieme in cielo.

Acquario
Questa Costellazione era già conosciuta ai tempi dei babilonesi i quali ravvisavano la figura di un uomo nell'atto di versare l'acqua da un' anfora. Le credenze popolari antiche vedevano nell' uomo Ganimede,figlio del re Tros da cui la città di Troia prese nome. Zeus invaghitosi del giovane troiano si sarebbe trasformato in Aquila e gettato sulla città di Troia per rapirlo.

Aquila
Esistono molte storie per giustificare la presenza di questo uccello in cielo.Sarebbe un Aquila a portare le folgori scacciate da Zeus adirato. Oppure, sarebbe un Aquila ad aver rapito Ganimede per farlo divenire il coppiere degli Dei. Ganimede,sarebbe rappresentato dalla vicina costellazione dell' Acquario,direzione in cui sembra gettarsi l'Aquila. Secondo Ovidio in Aquila si sarebbe trasformato lo stesso Zeus per compiere il rapimento.

Ariete
Gli arieti venivano spesso sacrificati in onore a Zeus, non è quindi strano trovarne uno in cielo. In questa Costellazione viene raffigurato l' ariete dal vello d'oro comparso al re Atamante di Boezia allorché si accinse al sacrificio del figlio Frisso in scongiura di un epidemia imminente

Bilancia
Questa zona del cielo oggi nota come Costellazione della Bilancia apparteneva un tempo alla Costellazione dello scorpione. Le sue stelle più brillanti portano testimonianza di questa antica origine. La stella alfa, infatti si chiama Zubenelgenubi che in arabo significa "chela del sud" riferito alle chele dello scorpione che occupavano questa zona. La stella beta si chiama Zubeneschamali che in arabo significa "chela del nord". L'identificazione di una bilancia in questa zona del cielo la si deve ai romani, i quali la introdussero attorno al I sec. a.C. Secondo lo storico Gwineth Heuter i Sumeri vi ravvisavano una bilancia già nel 2000 a.C. Per i Romani la costellazione era simbolo di equità e di giustizia, poiché il sole si trovava in quella Costellazione all'equinozio d'Autunno, ovvero quando il giorno e la notte hanno pari durata.

Cancro
Succede talvolta che personaggi mitologici di minore importanza siano riportati in cielo. E' il caso di questa piccola costellazione, la quale rappresenta il granchio che attaccò Eracle (Ercole) durante la lotta con il mostro dalle molte teste Idra. Pare che solo per questo la dea Era abbia riservato al granchio un posto tra le stelle dello Zodiaco.

Capricorno
Questa Costellazione era già presente ai tempi dei Babilonesi e dei Sumeri. I Greci identificavano in questa Costellazione Pan il dio della campagna. Il Capricorno é una creatura particolare, testa di capra e corpo di pesce. Figlio di Pan era Croto identificato nella Costellazione del Sagittario. Per aver prestato aiuto a Zeus durante la lotta con il mostro Tefeo Pan venne posto in cielo come Costellazione del Capricorno.

Delfino
A giustificare la presenza del delfino in cielo esistono due storie. La prima ci viene riportata da Eratostene il quale sostenne che la costellazione rappresentasse il delfino che riuscì a riportare la Nereide Anfritite a Poseidone. Poseidone era il dio del mare, e abitava in un magnifico palazzo sott'acqua al largo delle coste dell'isola Eubea. Il suo palazzo sembrava vuoto senza una moglie, fu così che decise di trovarsene una; iniziò a corteggiare Anfritite la quale fuggì dai rozzi approcci del dio. Tra i vari messaggeri che volle utilzzare mandò anche un delfino, il quale con modi gentili e lusinghieri, riuscì a convincere la Nereide ed a portarla al dio il quale la sposò. Insegno di gratitudine Poseidone pose il delfino in cielo. Un'altra storia ci arriva da Iginio e Ovidio. Secondo i due la Costellazione raffigurerebbe il delfino che salvò la vita a Airone, un poeta e musicista realmente vissuto nel VII secolo a.C. Airone era un musicista di enorme fama, la sua lira era divenuta famosa in tutta la Grecia. Tornando via mare, da un giro di concerti in Sicilia, i marinai tramarono di ucciderlo per rubargli la fortuna che aveva fatto. Trovatosi al perso, Airone, chiese loro che gli venisse concesso di suonare per l'ultima volta il suo strumento. Le sue melodie richiamarono un gruppo di delfini, e visto in essi la sua unica via di salvezza, si pose nelle meni degli dei e si gettò in mare. I delfini lo riportarono in Grecia dove si ritrovò faccia a faccia con i marinai che lo avevano attentato, facendoli condannare a morte. Apollo dio della musica e della poesia pose in cielo fra le Costellazioni il Delfino e lo strumento di Airone, la lira.

Gemelli
Riguardo l'identificazione di questa costellazione ci sono diverse interpretazioni. Iginio ad esempio identificò nella costellazione Apollo ed Ercole, figli di Zeus ma non gemelli. Anche Tolomeo nel suo "Tetrabiblos", un libro di astrologia, sostenne questa interpretazione. Inoltre in molte rappresentazioni, come ad esempio quella di Flamsteed, un gemello tiene in mano una lira ed una freccia, attributi di Apollo, l' altro invece inpugna un bastone, l' arma preferita di Ercole. Arato si riferì alla costellazione come ai gemelli ma senza alcuna identificazione. Eratostene si riferì ai gemelli Castore e Polluce, ed é con questa identificazione che é giunta ai giorni nostri. Castore e Polluce erano i figli di Leda, alla quale Zeus fece visita con sembianze di cigno, noti anche come Dioscuri, letteralmente figli di Zeus. Non tutti i mitologi però concordarono sul fatto che essi fossero entrambi figlio del dio poiché Leda coricò anche con il marito, il re Tindaro. Da entrambi le unioni furono generate due uova. Da uno nacquero Polluce e Elena (la famosa Elena di Troia),figli del dio e quindi immortali, dall' altro nacquero Castore e Clitennestra, figli di Leda e Tindaro, quindi mortali. Castore e Polluce crebbero molto legati l'un l'altro come veri gemelli. Si unirono all' equipaggio degli argonauti e più volte salvarono l' equipaggio. Nella stessa spedizione conobbero altri due gemelli, Ida e Linceo, ai quali rubarono le fidanzate, Febe e Ilaria. Ida e Linceo batterono i gemelli Castore e Polluce a duello dove Castore venne trafitto mortalmente dalla spada di Linceo. Ida attacco Polluce ma venne respinto da una freccia di Zeus. Polluce per il dolore della perdita del fratello chiese a Zeus di concedere ad entrambi l'immortalità, vennero così sistemati dal dio come costellazione dei gemelli.

Leone
Il leone raffigurato in questa costellazione rappresenta il leone di Nemea ucciso da Ercole nella prima delle sue dodici fatiche. Il leone era una bestia invulnerabile, come ebbe modo di verificare anche Eracle allorchè gli vide rimbalzare una sua freccia sulla pelle. Viveva in una caverna vicino Nemea dove usciva solo per uccidere gli abitanti del luogo. Eracle lo affrontò nella sua stessa caverna dove, afferratolo per la gola, lo uccise e, utilizzando i suoi affilatissimi artigli, gli staccò la pelle indossandola come un mantello.

Scorpione
Nella mitologia lo scorpione raffigura lo scorpione che punse a morte Orione anche se di questa vicenda esisono più forme e versioni. Eratostene ne offre due versioni: in una versione, sostenuta anche da Arato, Orione avrebbe tentato di violentare Artemide la quale mandò lo scorpione a colpirlo. Un altra versione dice che Gea (la terra) fece uscire uno scorpione per pungere Orione che si era vantato con Artemide di essere in grado di uccidere qualsiasi animale selvaggio. Entrambe le storie vengono riportate anche da Iginio. L' origine della Costellazione pare non sia greca in quanto era già conosciuta dai Sumeri circa 5000 anni fà. La sua stella più brillante, una gigante rossa, porta il nome di Antares che in greco significa "rivale di Marte", dovuta alla somiglianza di colore con il pianeta.

Toro
A giustificazione della presenza di un toro tra le Costellazioni esistono due storie. Secondo una leggenda il Toro rappresenterebbe Zeus in una delle tante forme assunte nelle sue avventure extraconiugali, in questo caso nel toro che rapì Europa figlia del re di Fenicia, Agenore. Secondo un altra storia ad essere trasformata in un toro fu un'altra delle giovani amanti di Zeus, Io, la quale lo stesso Zeus trasformò in giovenca per nasconderla al sua moglie Era. La Costellazione rappresenta solo la testa del Toro, ben disegnata dall'ammasso aperto delle Iadi. Ovidio asserì che Iadi provenisse dalla parola greca "Hyein" che significa "piovere", Iadi significherebbe quindi "le piovose". Nella mitologia le Iadi furono le figlie di Atlante e Etra. Loro fratello maggiore era Ionte, un cacciatore coraggioso che venne ucciso da una leonessa. Per il dolore subìto perirono e per questo furono messe in cielo. Secondo un'altra storia la Iadi erano le ninfe del mare che accudirono Dioniso nella loro grotta sul monte Niso. L'occhio del Toro é disegnato dalla stella rossa "Aldebaran", parola provenente dall'arabo, che significa "colui che segue" in riferimento al fatto che sembra seguire da vicino le Pleiadi.
Alla Costellazione appartiene anche il celebre ammasso delle Pleiadi. Nella mitologia le Pleiadi erano figlie di Atlante e Pleione, oceanina dalla quale prendono nome. Questo gruppo di stelle porta anche il nome di "sette sorelle", alle quali , stella per stella, é stato dato anche un proprio nome. La stella più luminosa si chiama Alcyone, poi vengono Asterope, Celeno, Elettra, Maia, Merope e Taigete. Altre due stelle portano il nome dei genitori, Atlante e Pleione. Secondo un racconto popolare il nome deriverebbe da "Plein" che significa "navigare". Pleione sarebbe, quindi, la regina della navigazione. Pleiadi sarebbero le naviganti.

Vergine
La costellazione della Vergine, l' unica costellazione femminile dello Zodiaco, venne rappresentata sin dall' antichità con diverse figure divine a seconda del luogo di provenienza. Solitamente viene identificata con Diche, la dea della giustizia, figlia di Zeus e di Temi. Un' altra identificazione é in Astrea, figlia di Astreo (padre delle stelle) e di Eos (dea dell' aurora). Si narra che Diche sia vissuta sulla terra nell' età dell' oro del genere umano, quando Crono (Saturno) governava sull' olimpo, un periodo di eterna primavera dove l' uomo non conosceva la sofferenza, non conosceva il lavoro, i crimini la sofferenza. Allorché Zeus detronizzò il padre Crono ebbe inizio un periodo di qualità inferiore detto Età d' Argento, dove l'uomo divenne litigioso e smise di onorare gli dei. In questo periodo Zeus accorciò la primavera e introdusse il ciclo delle stagioni. Poi vennero l' Età del Bronzo e del Ferro, in cui gli esseri umani cedettero alla violenza. Diche abbandonò la terra e volò in cielo, vicino alla costellazione della bilancia.
Un' altra Dea che potrebbe reclamare la costellazione é Demetra dea del frumento, figlia di Crono e Rea. Si narra che sua figlia Persefone venne rapita da Ade, il dio del mondo dell' oltretomba, il quale la fece sua regina. Demetra dopo aver girato in lungo e in largo la terra chiese aiuto all' Orsa maggiore la quale la mandò dal sole che le disse tutta la verità. Demetra chiese allora a Zeus, padre di Persefone di ordinare a suo fratello Ade di restituire la ragazza, ma era troppo tardi in quanto la ragazza aveva mangiato semi di melograno e questo impediva di tornare nel mondno degli esseri umani. Fu raggiunto un compromesso in base al quale Persefone avrebbe passato la metà dell' anno sottoterra con il marito. Secondo Eratostene la Vergine potrebbe rappresentare Atargati , la dea siriana della fertilità, qualche volta raffigurata con in mano una spiga di grano in mano.
Un altra identificazione potrebbe essere quella suggerita da Iginio, il quale vide nella costellazione Erigone figlia di Icaro impiccatasi dopo la morte del padre. Sia Iginio che Eratostene menzionano Tiche, la dea della fortuna come altra identificazione.


Credits:
http://www.planetariodanti.pg.it/starlab/fascicoli/circumpol.html
http://www.clubausonia.it/archivio%20storico/Astronomia/Le%20meravigliose%20leggende%20delle%20costellazioni.html
http://www.pinzino.it/costellazioni.htm