Leggende sui mari...
1-'Olandese volante'. Si dice
che sia una nave fantasma che appare allorizzonte dando sicuro segno di
sventura per i marinai. Narra infatti la leggenda che nel Cinquecento
un comandante olandese sfido' le tempeste del Capo di Buona Speranza
con
tale tracotanza, che gli apparve una figura di vecchio che lo condanno'
a vagare in eterno, con burrasca, freddo, nebbia e vento come unici
compagni. Da allora il vascello fantasma appare nelle tempeste e nei
momenti di disgrazia. L'Olandese volante ebbe molta fortuna in epoca
romantica, come testimonia la suggestiva opera di Wagner che si
conclude con la redenzione del capitano e la sua ascesa in Paradiso.
2- LU-65, sommergibile tedesco
della Grande Guerra. Gia' durante la costruzione era stato perseguitato
da continui incidenti, anche mortali. Durante il viaggio di prova,
inspiegabilmente un sottufficiale si getto' in mare e scomparve.
Rientrato in porto, imbarco' i siluri di cui uno esplose uccidendo il
secondo ufficiale e cinque marinai. Lo spettro del secondo apparve a
due marinai, uno dei quali diserto' e scomparve per sempre.
Successivamente lo spettro riapparve in torretta e fu visto dal
comandante (che mori' subito dopo) e dall'intero equipaggio. Il
battello
venne esorcizzato e per qualche tempo il fantasma non si fece piu'
vedere, salvo riapparire nel 1918, causando una catena di suicidi.
3- Il vapore da 1300 ton. Bachino.
Nel 1931 resto' intrappolato nei ghiacci del Polo, con a bordo un
prezioso carico di pellicce. Temendo che la morsa del ghiaccio potesse
spezzarlo, l'equipaggio lo abbandono' e si accampo' sulla banchisa,
aspettando che il tempo migliorasse per poter salire a bordo. Ma dopo
una notte di tempesta la nave era scomparsa e l'equipaggio dovette
raggiungere a piedi il piu' vicino luogo abitato. Venne organizzata una
spedizione che raggiunse il Baychino e comincio' a
scaricarne il carico, finche' una notte oscura la nave fuggi' di nuovo.
Venne avvistata successivamente da un gruppo di cercatori d'oro e da
una tribu' eschimese che lo abbordo' e comincio' a razziarlo, quando il
tempo
si guastio' all'improvviso anche gli eschimesi dovettero abbandonarlo.
La
stessa scena si ripete' un anno dopo, sempre con la tempesta che
impediva di
completare la razzia; ormai gli eschimesi si erano convinti che quella
nave fosse posseduta dai Tupidek, i demoni dei ghiacciai. Venne
avvistata piu' volte negli anni successivi (l'ultima nel 1956);
tuttavia
una possibile spiegazione scientifica esiste, poiche' la nave potrebbe
essersi mantenuta ibernata, continuando a vagare indefinitamente nei
ghiacci.
4-Il vascello fantasma
Marlborough. Nel 1913 il piroscafo inglese Johnson in rotta verso Capo
Horn avvisto' un veliero alla deriva evidentemente abbandonato. Le vele
lacere, nessuno a bordo, nessuna risposta ai segnali di saluto. Il
comandante decise di andare a veder con una lancia. Un macabro
spettacolo si presento' ai loro occhi: uno scheletro al timone, altri
tre
sul ponte, dieci sottocoperta e sei nel quadrato. Tutti indossavano
ancora i resti dei loro vestiti. Il giornale di bordo, ammuffito,
risultava illeggibile. Sulla poppa il nome della nave: Marlborough
- Glasgow, data per scomparsa 23 anni prima nei pressi di capo Horn.
In tutta questa storia c'e' un mistero irrisolto; non tanto il fatto
dell'equipaggio di scheletri, perche' allora un'epidemia a bordo poteva
rapidamente trasformare una nave in un cimitero galleggiante, quanto
che la nave abbia potuto restare a galla per 23 anni senza equipaggio
in una zona cosi' tempestosa. E' decisamente impossibile. E allora,
dove
ha passato la Marlborough tutti quegli anni?
5-La nave italiana Ortigia,
della Compagnia Florio. Essa era stata varata a Livorno nel 1873, era
una nave pericolosa: nelle manovre in porto spesso travolgeva piccole
imbarcazioni o urtava la banchina. Il 24 novembre 1880 alle tre di
notte abbordo' la nave passeggeri francese Oncle Joseph
affondandola in pochi minuti (249 morti). Nel 1885 altro abbordo con
una nave francese, la Martignan (12 morti). Dopo
ogni incidente venivano cambiati comandante ed equipaggio, ma gli
incidenti continuavano. 1890: scontro con una nave norvegese, 5 morti.
Il 21 luglio del 1895 abborda la Maria P., piccola
nave passeggeri, che affonda in tre minuti: 144 morti.
Da quell'incidente nessuno volle piu' salire a bordo dellOrtigia,
nave evidentemente maledetta.
6- Il Great Eastern
una vera sfida. Quando venne progettato, nel 1854 era cinque volte piu'
grande della piu' grande nave dell'epoca. Nel positivismo dell'epoca la
costruzione venne iniziata con entusiasmo, ma subito cominciarono gli
incidenti: molti operai morirono sul lavoro e uno, un chiodatore,
spari'
misteriosamente. Finalmente venne il giorno del varo: percorsi pochi
metri la nave si fermo' e ci vollero tre mesi di lavori per sbloccarla
e
farla arrivare al mare, con un aggravio di spese che fece fallire la
compagnia costruttrice. Resto' due anni in porto, senza padrone,
finche'
finalmente venne rilevata da una compagnia costituita ad hoc. Durante
il viaggio di prova, il fumaiolo di prua esplose (5 morti e 10
feriti) a causa di una valvola misteriosamente chiusa. Ci furono altri
incidenti di ogni genere (tempeste, ammutinamenti, collisioni con altre
navi e con banchine); caratteristica comune di ogni disgrazia era che
veniva preceduta da un misterioso martellare nella carena. Finalmente,
nel 1888, dopo aver rovinato un gran numero di proprietari, il Great
Eastern fini' dal demolitore, cui occorsero tre anni per
riuscire ad aver ragione del robustissimo scafo; in uno scompartimento
del doppio fondo venne ritrovato uno scheletro con a fianco un grosso
martello; era certamente l'operaio chiodatore scomparso durante la
costruzione, evidentemente murato vivo nella nave che stava costruendo,
e che avrebbe accompagnato col suo martellare per tutta la sfortunata
carriera.
7- Futility.
Era un libro scritto nel 1898 da un certo Robertson, che immaginava
l'affondamento nel viaggio inaugurale di un lussuosissimo
transatlantico
di nome Titan e di dimensioni quasi uguali al Titanic,
in seguito alla collisione con un iceberg. Il libro esiste veramente,
un romanzetto noioso ma la preveggenza impressionante e inspiegabile in
altri modi tutt'oggi.
8-Galeone fantasma. Nella
Manica, vicino a Dover, c'e' una pericolosissima secca che nei secoli
ha
mietuto molte vittime, come la nave italiana Silvia Onorato,
affondata senza vittime nel gennaio 1948. Nel 1700 il luogo,
considerato da tempi immemorabili malfamato e sinistro, vide una
gravissima tragedia: quattro fregate inglesi ci finirono sopra e di
1200 marinai se ne salvarono soltanto 2, che raccontarono che appena
prima dello schianto un galeone di almeno due secoli prima era apparso
in fiamme e aveva attraversato lo scafo della fregata su cui si
trovavano. Era il fantasma di un galeone spagnolo affondato nelle
Goodwin Sands ai tempi di Drake. Da allora le apparizioni delle navi
affondate si moltiplicarono, mentre sulle secche le tragedie si
susseguivano.
9-Atlantide.
Il nome deriva da Atlante, il mitico gigante che reggeva il Mondo sulle
spalle e che governava l'oceano. Atlantide era un ipotetico grandissimo
continente sprofondato, migliaia e migliaia di anni fa, al di la' delle
colonne d'Ercole, nelle acque dell'attuale Oceano Atlantico. Ammessa
l'esistenza di Atlantide, la sua distruzione potrebbe essere avvenuta
intorno a 10.000 anni fa e sarebbe stata determinata da un'immane
catastrofe, come un'eruzione vulcanica o la caduta di un asteroide.
Alcuni studiosi di Atlantide pensano che questo continente abbia subito
diversi cataclismi (forse quattro) che abbiano fatto inabissare alcune
parti dell'isola in diversi periodi. Il primo cataclisma
sarebbe avvenuto circa 800.000 anni fa, determinato dal rovesciamento
dei poli: esso avrebbe cominciato ad attaccare l'ossatura terrosa di
Atlantide che successivamente sarebbe stata spazzata via dalle masse
d'acqua provenienti dal nord. Il secondo Cataclisma probabilmente di
origine vulcanica, sarebbe avvenuto circa 200.000 anni fa. Il terzo
cataclisma, causato all'azione vulcanica, sarebbe avvenuto 80.000 anni
fa e avrebbe ridotto Atlantide a due isole: Routo e Daitya. Infine il
quarto e ultimo cataclisma avrebbe avuto luogo nell'anno 9.564 a.C.,
quando stavano sciogliendosi i ghiacci dell'ultima glaciazione e quando
Atlantide era gia' ridotta solo ad un'isola: Poseidone. Essa fu
inghiottita e disparve per sempre dalla terra. Atlantide si dice fu una civilta' che non ha avuto
uguali. Eppure, secondo i suoi cronisti, sarebbe svanita in un attimo
senza lasciare alcuna traccia.