I MOSTRI
Negli ultimi due secoli gli avvistamenti di ‘mostri marini’
sono
sempre stati accolti con una certa incredulità. Alcuni pescatori
scandinavi riferirono di aver visto un calamaro gigante ma non furono
considerati fonti attendibili, proprio come l’equipaggio della corvetta
francese Alecton. Invece il capitano John Ridgway fu considerato
attendibile, sveglio, vigile e lucido quando disse di aver avvistato un
mostro marino nel 1966. Lui e Blyth stavano attraversando l’Atlantico
in una barca a remi e raccontarono la storia di quei terribili
novantadue giorno di mare in tono estremamente misurato. Ora perfino
gli scienziati più tradizionalisti riconoscono la possibilità che
esistano creature marine enormi e mostruose non soltanto negli abissi
inesplorati della mente, ma in carne e ossa.Le
bestie soprannaturali hanno mostrato una costante dualità: affascina ed
è allo stesso tempo repellente, ispira una certa esaltazione ma incute
indubbiamente paura, funge da simbolo per le forze naturali e che
altrimenti sarebbero inspiegabili e da bersaglio per lo spirito eroico
degli uomini.Gli
uomini insomma creano mostri per dare una forma alle loro paure. I
peggiori aspetti della psiche umana sono più facili da accettare quando
si possono proiettare su qualche altra creatura, effettiva o fittizia. I draghi
e
varie derivazioni di essi comparvero in Egitto e Mesopotamia circa 3000
anni a.C. e in India soltanto un po’ più tardi. La mitologia greca e
romana è piena di episodi di lotte di mitici eroi contro bestie
immonde. In pieno Medioevo gli Europei consideravano i draghi come la
personificazione del male e li ritenevano perfino portatori delle
temibili epidemie che infierivano sulla Terra, inoltre credevano che le
nefandezze del drago fossero ispirate dalla collera divina. Ma
queste sono solo leggende nate dall’ignoranza e dalla superstizione.
Interessante invece è il racconto molto preciso e realistico di Edward
Topsell nel 1608 dove descrive come ciò che considera un drago avvolga
e stritoli un elefante uccidendolo. Dalla descrizione dettagliata ora
possiamo dedurre che avesse visto un pitone però il fatto è che avrebbe
dovuto essere di circa 10 metri di lunghezza e che comunque nessuno
della sua razza attaccherebbe mai un elefante a meno che non sia
isolato e un esemplare piccolo. La questione interessante è che in
Europa in pochi avevano avuto il privilegio di vedere dei pitoni.Gli
esploratori e i viaggiatori nel quinto e quarto secolo a.C., comunque
intrattenevano gli ascoltatori con descrizioni di stranezze umane dove
sostenevano di aver visto persone con fisicità anomale, corpi
grotteschi e impressionanti. Probabilmente però si erano solo imbattuti
in gente con mutilazioni fisiche o malformati dalla nascita. Quel
tocco di immaginazione con il suo nucleo di realtà e il suo alone di
fantasia appare evidente nei racconti primitivi di mostri mariti, a
partire da Aristotele che per parlare di certe specie strane si
rifaceva ai racconti dei marinai. Questi a loro volta probabilmente
vedevano qualcosa di nuovo o strano e poi nel riferirlo lo
ingigantivano abbellendo il racconto di cose in più che potevano
impressionare e farli apparire come eroi.Mostro comune a molti racconti di mare è il cosiddetto Kraken
.
Era lungo oltre 2 chilometri ed era così grande che spesso i marinai lo
scambiavano per un’isola, vi approdavano, si riposavano e se il mostro
si svegliava si inabissava portandoseli con sé. Oltre
a quelli marini chiamati per lo più serpenti marini, calamari giganti o
kraken, vi erano sin dall’antichità un genere di mostro che
terrorizzava molto di più l’uomo. Si tratta dell’uomo-mostro, ovvero
l’uomo capace di mutarsi in animale. Una
forma evoluta di paura che dimostra quanto peggio sia trasformarsi
nella forma delle proprie angosce spesso simboleggiate come bestie
feroci, piuttosto che trovarcisi fisicamente davanti e doverle
affrontare di persona.La maggior parte dei casi di licantropia
si
registrò in Europa a cavallo tra il XVI e il XVII secolo. Per i nostri
antenati che vivevano in villaggi isolati da foreste, il lupo
rappresentava una fonte di pericolo e minaccia costante e immediata.
Analizzando i casi del passato dove erano stati processati uomini
particolarmente feroci e violenti protagonisti di crimini sanguinosi ed
osceni, questi si erano giustificati dicendo di aver fatto un patto col
diavolo che in cambio della loro fedeltà aveva fornito una pelliccia di
lupo ed una forza disumana. Tutti casi spiegati con il semplice termine
di satanismo. In altri casi poteva trattarsi di uomini particolarmente
problematici, soli ed isolati che sotto l’effetto di qualche
allucinogeno credevano veramente di cambiare aspetto mentre compivano
degli atroci crimini macabri. il fenomeno venne chiamato licantropia. La
spiegazione al motivo per cui le persone dovrebbero avere desiderio di
trasformarsi in bestie viene data da Johon Godwin che dice che alcuni
uomini hanno un profondo istinto mostruoso e desiderio di crimini che
riconoscevano come bestiali, quindi pur di farli si convincevano di
trasformarsi veramente in bestie che li rendevano incapace di intendere
e volere nel momento in cui cedevano a quei famosi istinti e compivano
veramente ciò che desideravano.Parlando invece di vampiri
,
viene esso considerato l’essere del mondo dei morti e assetato di
sangue ma con uno strano ascendente erotico sulle sue vittime. Ci
sono molte opinioni su cosa sia effettivamente il vampiro tradizionale.
Alcuni lo ritengono uno spirito del male che anima il corpo di un
morto, altri pensano sia un cadavere animato dalla propria anima. Per
sopravvivere ha bisogno del sangue. Per ucciderli bisogna impalarli nel
cuore e bruciarli completamente. Le loro leggende traggono origine da alcune antiche paure e da alcuni fatti reali.La
paura era originata dalla credenza che i morti potessero tornare dalle
loro tombe soprattutto nel caso si trattasse di gente morta in modo
tormentato come i suicidi, gli assassinati, le vittime religiose. Tutto
questo alimentato dal furto di cadaveri che contribuiva a far credere
che i morti potessero tornare sotto forma di mostri assetati di sangue.Altri invece dimostrano una sete patologica e fisiologica di sangue contribuendo così ad alimentare le leggende sui vampiri. Come se non bastasse attribuivano ai vampiri la colpa di ampie stragi di massa od epidemie inspiegabili per l’epoca. Nel
periodo in cui il fenomeno nacque negli stati slavi e baltici, i
matrimoni fra consanguinei nobili erano ammessi e questi avevano
portato a una serie di malformazioni genetiche fra cui una rara
malattia chiamata protoporphyria crythropoietica. Si tratta di un
disturbo della pigmentazione per cui il corpo produce un eccesso di
proto porfirina, sostanza che è alla base di globuli rossi del sangue.
Questa malattia era accompagnata da un prurito insopportabile,
arrossamento, edema e ragadi sanguinolente dopo una breve esposizione
al sole. Dovendo per cui evitare le uscite di giorno, quelle persone
uscivano solo di sera. Questo morbo non fu diagnosticato fino al XIX
secolo e prima di allora queste persone creavano spavento negli altri.Oltre
a tutto ciò bisogna parlare dei casi di seppellimento prematuro di
persone credute erroneamente morte prima di esserlo veramente.
Sicuramente tutto questo concatenarsi di eventi contribuirono a dare
vita alla figura del vampiro.Durante
una riesumazione di massa furono trovati solo pochi cadaveri nella
giusta decomposizione mentre molti degli altri erano ancora perfetti e
col sangue non ancora del tutto sparito dal corpo. Questi poi furono
decapitati e bruciati. Eventi
come questi fecero il giro del mondo e molti romanzieri cominciarono a
creare leggende e miti in nome del vampirismo. Il primo che fece un
romanzo serio e consistente sull’argomento fu Thomas Prest, nel 1847,
che però venne dimenticato con l’arrivo nel 1897 del Dracula di Bram
Stoker. Costui infatti divenne il vero prototipo del vampiro. Ciò che è
veramente interessante ed inquietante al tempo stesso è la figura su
cui l’autore costruì il suo personaggio.Vlad Basarab
era
nato in Transilvania intorno al 1430. Suo padre, celebre per le sue
crudeltà, era noto come principe Dracul, nome che può significare
indifferentemente drago, diavolo o vampiro. Eppure il padre faceva la
figura del principiante in confronto al figlio Vlad conosciuto come
Dracula figlio di Dracul.Fu
principe della Valacchia che ora fa parte della Romania meridionale.
Pur essendosi distinto per il suo valore in battaglia contro i Turchi,
si guadagnò il soprannome perché era un depravato assassino la cui
sadica ferocia era considerata eccessiva perfino dai suoi sanguinari
contemporanei. Per loro Dracula era Vlad l’Imperatore a causa del suo
passatempo preferito che consisteva nell’infilzare i corpi delle sue
vittime su alti pali. Il
suo passatempo preferito era fra le altre cose guardare individui
terrorizzati morire molto lentamente dopo aver tagliato loro mani e
piedi e averli infilzati su alti pali.In
uno scenario da incubo Vlad fu ucciso da un sultano chiamato Maometto
II, la sua testa fu portata a Costantinopoli sotto il braccio di un
turno vittorioso.Non
fu difficile mettersi a credere che fosse un vampiro oltre che un
tiranno sanguinario, ad ogni modo non era una creatura sovrannaturale
ma solo un essere diabolico che si dilettava nel vedere scorrere sangue
ma che, a quanto pare, non si sognò mai di berlo al contrario della
bellissima baronessa Elisabetta Bator
che non solo lo beveva ma vi faceva anche il bagno.Friz Haarmann invece uccideva le sue vittime con un morso alla gola.Come
tutti loro molti altri crimini simili vennero fatti nel corso dei
secoli, crimini che contribuirono ad alimentare la leggenda dei vampiri.Basta
pensare che il mostro di Frankenstein è nato dalla mente di Mary
Shelley la quale era ossessionata dal tema della morte-creazione per la
vita particolarmente dolorosa che ha passato.Anche l’uomo delle nevi
probabilmente
è una rara mutazione genetica di una grande scimmia antropomorfa poiché
in passato sembra essere stata avvistata una figura enorme alta due
metri per un centocinquanta, duecento chilogrammi di peso, eretta su
due gambe, irsuta, fetida e sporca che si muoveva goffamente. Questo
dimostra come da una realtà probabilmente spiegabile si possa
facilmente passare all’irreale con l’immaginazione umana. Concludendo, i mostri esistono davvero?Francis
Hitching, ricercatore del mistero, dice: ‘più si fanno ricerche in
questo campo, più sicuri si diventa che sempre interverrà qualcos’altro
in aggiunta al modello dell’universo che ci è diventato familiare.’Questo
qualcos’altro è il vero mistero e il vero mostro, per quanto tutte le
manifestazioni fisiche possano oggi spiegarsi, rimangono comunque le
paure indefinite dell’inconscio e il nostro bisogno di dar loro una
forma.Personalmente
credo che i mostri esistano e che siano gli uomini, non a caso ho
scelto di parlare più di Vlad che di altri miti poiché egli era un
mostro realmente esistito ed era perfettamente umano. Quindi sì, i mostri esistono.Credits:Libro ‘Viaggio nel mistero’ della selezione dal Reader’s digest.