*Ecco
un altro capitolo. Giulio e Tommy sono al locale gay per vip e dopo un
primo approccio che ha infastidito Giulio, ne arriva un altro che
potrebbe essere più costruttivo ed indicativo. Riuscirà Giulio a
lasciarsi un po' andare e ad avere la sua prima esperiena gay? Buona
lettura. Baci Akane*
11. ECCITAZIONE VERA E FINTA
"Vuoi davvero,
mi vuoi davvero?
mi vuoi davvero vivo o morto?
per torturarmi per tutti i miei peccati
vuoi davvero,
mi vuoi davvero?
mi vuoi davvero vivo o morto?
per vivere una bugia"
- Hurricane - 30 second to mars ft K. West -
I due ragazzi avevano venticinque anni ed erano due amici facoltosi, colleghi in una società di successo.
Che Tommy frequentasse
certi ambienti dove si incontravano gente di successo o benestanti non
era strano, l’impostazione da ‘ragazzo viziato’ comprendeva anche
quello, ma lo stupiva sapere che di sera ballava in un locale-bordello
per gay. Era una delle tante facce di quel ragazzo intrigante.
Damiano era il ragazzo
più virile e meno evidente dei due, anche se non virile quanto Giulio e
meno perfetto. Tommy sosteneva che la perfezione di Giulio fosse tale
proprio perché rara, pensava che standogli vicino potesse essere notato
di più ed in effetti era stato così, anche se lui sapeva conquistarsi
chiunque volesse. Damiano si interessò subito a Tommy in modo anche
piuttosto chiaro, escludendo quasi da subito Giulio reputandolo
probabilmente un rivale nonostante la dichiarazione di amici
d’infanzia.
Giulio di questo ne fu infastidito da subito e guardandolo stizzito, faticò ad interessarsi all’altro ragazzo, David.
L’aveva colpito per il
viso armonioso che aveva e per la cura di ogni dettaglio, ma
principalmente perché il suo stile e genere gli aveva ricordato
moltissimo Tommy. Anche qualche altro elemento, come gli occhi o la
parlata effemminata glielo ricordava.
David era sicuramente molto simpatico, coinvolgente ed auto ironico, una qualità che Giulio adorava nel prossimo.
In breve si trovò a suo
agio a parlare con lui nonostante la tensione iniziale, quando poi notò
il modo di Damiano di circuire Tommy quasi come volesse portarselo in
un altro tavolo, iniziò ad infastidirsi. Erano lì insieme, si erano
appena conosciuti, non era un po’ esagerato comportarsi così?
Oltretutto Damiano
sembrava uno di quelli che cercavano conoscenze, non avventure, cosa in
cui invece David sembrava maggiormente propenso.
Giulio rispondeva cortesemente distraendosi di continuo, preso da mille impressioni e sensazioni.
Non era tragico parlare
con un altro gay con l’intenzione di conoscersi e fare altro, anche se
per il momento il ‘fare altro’ era out.
A Giulio sarebbe andato
benissimo parlare con lui tutta la serata. Parlare e basta. Ma quando
Tommy e Damiano proposero di concludere per conto proprio con un chiaro
sottinteso, a Giulio si drizzarono le antenne e perse totalmente il
filo di David che invece con un’abile scusa finì per toccargli il
braccio e scivolare sulla sua mano facendogli i complimenti su quanto
sodo sembrasse il suo corpo e quanto belle fossero le sue mani.
Giulio in un attimo andò nel panico.
- Io e te da soli? -
Chiese Damiano alla proposta di Tommy, Giulio che non sapeva se
togliergli la mano di dosso oppure concentrarsi sulla conversazione di
Tommy e Damiano. Voleva fare entrambe senza però fare figure strane od
essere scortese.
- Avevi in mente una
festicciola a quattro? - Chiese scherzando, a quello David colse subito
la palla al balzo squittendo divertito:
- Oh, ma che bella
idea! Una di quelle festicciole sarebbe davvero un modo perfetto per
concludere una bellissima serata, non trovate? - Giulio e Damiano si
guardarono perplessi con le stesse espressioni poco convinte, ma se
Damiano poteva accettare se tutti e tre fossero stati d’accordo, Giulio
passò da lui a Tommy uccidendolo con lo sguardo perché aveva capito
cosa intendevano con ‘festicciola’.
- Non vi sembra di
correre? - Tommy che aveva aspettato quella reazione scoppiò a ridere
fragoroso ed eccessivo, gli altri rimasero perplessi a guardare e solo
quando Giulio gli diede un colpo col piede da sotto il tavolo quello
decise di smettere.
- Lui non è per quel genere di festicciole, l’ho proposta per divertirmi alla sua reazione! È diventato un cadavere! -
- Piuttosto bello come
cadavere! - Replicò al volo David ridendo a sua volta, capendo la
situazione. Damiano sorrise lieto che Giulio non fosse di quel tipo
perché non aveva voglia di condividere Tommy ed anzi...
- Nemmeno io in realtà
sono uno che corre troppo... - Sentenziò sempre tenendo i toni leggeri.
Giulio sospirò di sollievo. - Speravo di scambiarci il numero e
rivederci con calma, anche di giorno magari. Così ci vediamo in vesti
normali. - Giulio continuava ad essere in linea con Damiano se non per
la proposta di frequentare Tommy il quale invece insistette sull’altro
piano che aveva, ben diverso dall’uscire con qualcuno per due volte di
fila.
- Oh beh... se vuoi
sono tuo per tutta la notte, a te decidere l’uso che vuoi fare di me,
ma... sul rivedersi devo pensarci... - Damiano soppesò seriamente
l’idea di carpirlo per il resto della notte e convincerlo a rivederlo,
Giulio capì che pensava a quello perché lui al suo posto avrebbe fatto
lo stesso e mentre assisteva alle loro decisioni, dentro di sé il cuore
gli batteva così forte che non notò che intanto David abilmente era
passato dal braccio alla coscia sotto al tavolino, per parlare senza
usare le parole e fargli anche lui la sua proposta senza troppi
fronzoli.
La mano la notò
comunque quando finì sul suo pacco e così impallidendo sgranò gli occhi
stile cartone animato, il cuore passò dalla gola alla bocca
direttamente, gli afferrò in fretta la mano fermando l’audace avanzata,
avvicinando così il viso al suo imbarazzato e vagamente isterico,
trovando molto faticoso non scappare a gambe levate perché tutto quello
era decisamente troppo. Parlare con uno così simpatico era una cosa, ma
le palpate ed il resto ancora no.
- Non... non credi di
correre? - Sussurrò non volendo farsi sentire. David rise e lasciò la
mano dalla coscia riacchiappandogli il braccio, ma questa volta con una
stretta più sicura, appoggiò il viso alla sua spalla avvicinandolo
molto di più al suo fin quasi a baciarlo così, a caso. A Giulio ormai
il cuore andava sulle montagne russe, così come lo stomaco.
L’agitazione era alle
stelle, lo vedeva ridere divertito delle sue reazioni drammatiche e
spontanee e pensava che avesse anche uno splendido sorriso, non aveva
niente che non andava, ma voleva sentire la conversazione di Tommy e
Damiano che era diventata fitta come la loro.
Notò con la coda dell’occhio che i visi erano paurosamente vicini.
- Divano? - Lo sentì
dire. - Insomma, mi sembra che non vuoi venire a casa mia e per me il
domani è troppo nebuloso per decidere ora. Il divano è una proposta
accettabile? - David capendo che Giulio cercava di capire cosa volevano
fare loro, avvalorò la proposta di Tommy.
- Mi sembra un buon
compromesso, anche lui è piuttosto rigido, forse sui divani lì
nell’angolo si rilassa. - Disse civettando. Tommy rise ancora.
- Auguri con lui. Rigido è un eufemismo... -
- Beh, rigido non è
male. A chi piace il moscio? - Rispose prontamente col doppio senso,
Giulio capì cosa intendeva e avvampò ancora, sempre facendo delle facce
estremamente buffe che cercava anche di contenere. Tommy si stava
divertendo un sacco, voleva rotolare dal ridere, ma Damiano geloso
degli scambi eloquenti e significativi fra i due, lo prese per mano ed
accettò la proposta del divano.
- Non era la mia idea,
ma mi adatterò. - Disse quindi trascinando Tommy in uno dei famosi
divani appartati. Giulio lo seguì con lo sguardo pallido, ora era nel
panico più totale mentre da un lato voleva insultare Damiano per
qualche strana ragione.
Non sapeva se fargli
notare che erano venuti insieme poteva essere una buona idea,
teoricamente erano due amici gay in cerca di compagnia e l’avevano
trovata.
David decise di
imitarli pensando che il suo guardarli significasse che voleva
raggiungerli, così prese la mano di Giulio e lo trascinò nell’altra
metà dei divanetti posti in cerchio davanti ad un tavolino, ce n’erano
diversi in quella zona molto più soffusa ed appartata.
Giulio seguendolo notò
meglio che le coppie lì intorno erano molte e tutte in atteggiamenti
più o meno intimi o romantici. Niente di scabroso e porno, ma pomiciate
quelle sì.
In un attimo capì cosa sarebbe successo ed in un attimo capì che non era per niente pronto.
“Ok, qua si corre troppo. Come diavolo ne esco?”
Cercò Tommy in cerca
d’aiuto, ma lo vide immerso nella bella bocca di Damiano e appena li
vide baciarsi un’ondata di odio puro lo invase, la voglia di strapparlo
ed andare via dicendo che la serata poteva finire e che non sarebbe mai
più tornato lì.
David approfittò così
della sua distrazione e prendendogli il viso fra le mani glielo girò e
finalmente posò la bocca sulla sua, cosa che aveva voluto fare da un
sacco.
La bocca di Giulio
rimase aperta a sorpresa e morbida e ben disegnata fece subito
impazzire David nonostante la mancata collaborazione in quell’intreccio
umido di labbra.
Giulio si paralizzò mentre realizzò che non stava provando nulla. Nè piacere, né repulsione.
Voleva interromperlo ed
andarsene, voleva anche controllare cosa faceva Tommy, ma in realtà un
lato di sé prese il sopravvento e decise che ormai che era in scena
tanto valeva ballare e provare quel nuovo genere di danza.
Usando quella metafora, aprì le labbra e si impegnò nel bacio dandone vita ad uno più decente di come era cominciato.
David vittorioso si
infilò con la lingua, Giulio chiuse gli occhi e gli mise una mano sulla
guancia scivolando sulla nuca, dominando con quel piccolo gesto la
situazione.
Non era complicato
baciare un altro ragazzo. Non era una tragedia e non era difficile,
anzi, gli stava venendo piuttosto facilmente.
Però bello? Non era la parola giusta. Bello no.
Forse incolore. Forse normale. Forze X.
Cos’era baciare un bel ragazzo?
Quando la mano di David
decise di passare alla fase successiva ed accarezzargli il petto,
scendendo giù verso la cintura, mentre nel tragitto esplorava la
tonicità ed i muscoli perfetti che aveva già notato, Giulio capì che
era ora di fermarsi.
Non perché non volesse, ma perché non stava provando nulla, stava analizzando la situazione per capire cosa provava e com’era.
“Non penso che una
pomiciata debba essere così. Dovrei sentirmi trasportato, emozionato,
eccitato, perso. Altro che analizzare e pensare.” Così gli prese la
mano che lo toccava, la strinse forte e poi con quella sulla nuca lo
separò da sé allontanandosi di qualche centimetro col busto.
Lo guardò serio e con
aria di scuse, finalmente lo sguardo parlò senza sforzarsi di mantenere
una maschera appropriata per ogni situazione.
- Esperimento fallito? - Mormorò David dispiaciuto, avendo capito poco dopo la situazione. Giulio sorrise malinconico.
- Non fallito. Nessuna
esperienza è negativa perché tutto in qualche modo aiuta. Se non altro
a capirsi o a crescere. - Rispose pacato carezzandogli la guancia e
tenendo ancora la sua mano. Vide il suo sguardo dispiacersi del suo
rifiuto, ma lo vide anche consapevole che avrebbe potuto fare tutto
quel che voleva, ma quelli così quando prendevano una decisione non si
smuovevano. Così si fece indietro col busto anche lui e sfilò la mano
dalla sua con un sorriso scontento, ma di chi accettava senza fare
drammi.
- Se non ci avessi
provato me ne sarei pentito a vita ed io odio pentirmi e rimpiangere.
Un rifiuto è sempre meglio di pensarci per giorni. - Disse poi
lanciando un’occhiata agli altri due che invece ci davano dentro senza
ritegno. - Però se aspetti il tuo amico stai fresco, stasera... se vuoi
compagnia posso rimanere... - Giulio diede un’occhiata ai due che
mostravano anche le lingue intrecciate nelle bocche che si aprivano
sempre più, aderendo e separandosi per respirare.
- Questi fanno porno! -
Commentò mentre tornava a mascherare ogni altro stato d’animo che non
doveva esserci. Specie il fastidio, quello che in un attimo lo divorò
di nuovo.
La verità era che
voleva cancellare quella visione, non sapeva se era invidia per la
facilità con cui Tommy si godeva quel lato di sé oppure se era per il
fatto stesso che baciasse con tanto trasporto un altro. Aveva provato
una cosa simile prima quando era andato in bagno con quel tipo. Ma con
quanti in una serata poteva andare? Come poteva amarsi se si passava
tutti come capitava pur di non lavorare su di sé
- No no non ti voglio
rovinare oltre la serata. Sicuramente tu fai in tempo a correggerla. Io
andrò a casa. Chiamerò un taxi. - David rimase ad osservarlo un attimo
per capire se andava bene davvero, ma vedendo che si alzava dal divano
convinto, decise che da lì in poi si sarebbe arrangiato come facevano
sempre tutti.
Era chiaro come la luce
del sole che quell’Adone aveva problemi con il suo lato gay e con il
suo amico Tommy, non problemi d’amicizia, ma problemi di relazione.
Problemi a capire entrambi cosa volevano.
In fondo poteva fingere
quanto voleva, ma in una serata i suoi bellissimi occhi azzurri erano
corsi sul suo amico almeno una ventina di volte, questo era troppo per
chiunque.
“Non fa per me!” Pensò andando a pagare il conto completo suo e di Tommy.
Prima di uscire dal
locale gli lanciò un’occhiata deluso dal fatto che non avesse nemmeno
notato il suo disagio o che se ne era andato, ma quando lo fece rimase
invece sorpreso nel notare che i suoi particolari occhi solitamente
maliziosi e pieni di maschere di ironia addosso, ora erano inchiodati a
lui mentre baciava il suo partner occasionale, mentre le loro mani
esploravano meandri poco consoni cercando di non dare spettacolo lì
dentro che non si poteva.
Rimase sorpreso nel
vedere che Tommy guardava lui mentre si muoveva fra i tavoli verso il
guardaroba a recuperare la sua giacca e non gli staccava gli occhi di
dosso, consapevole che Giulio l’aveva notato. Come se lo facesse
apposta e lo sfidasse a rimanere indifferente o come se...
“Sembra che gli piaccia baciare lui e guardare me. Come se immaginasse di avere me nella sua bocca!”
Pensandolo si sentì avvampare ed un’ondata di calore gli fece cadere il cappotto ricevuto.
Il calore divenne presto eccitazione ed uscendo evitò di guardarlo ancora.
Una volta fuori si lasciò carezzare dalla brezza fresca e rimase fermo lì fuori prima di chiamare un taxi e avviarsi verso casa.
Al contrario chiese ad
un ragazzo una sigaretta e se la fece accendere, poi si appoggiò in
parte, in una zona un po’ più in ombra ed in parte ad osservare la
strada straordinariamente vuota, a sentire vagamente la gente che
andava e veniva ed il rumore ovattato della musica da dentro.
Fumando come se si
godesse un bellissimo orgasmo che però non aveva approfondito e non
aveva sfogato, ma che in qualche modo si coccolava rimanendo agganciato
volontariamente a quella sensazione.
Una sensazione sconvolgente e magica.
“Ecco cos’è la vera eccitazione, il desiderio. Sapevo che c’era di più di quello che ho provato fino ad ora. Sapevo che c’era.”
Il fatto che fosse
arrivato guardando Tommy che guardava lui mentre baciava un altro lo
lasciava basito, ma quel che contava era essere riuscito a provare
qualcosa, finalmente.