*Eccoci qua. La serata nel locale gay è andata con il primo bacio di Giulio con un altro ragazzo e con Tommy che si faceva un altro e guardava lui. Le cose ormai si stanno mettendo in modo molto strano fra i due e se per Giulio non ci sono problemi ad ammettere quel che ormai inizia chiaramente a provare per lui, Tommy è di tutt'altra pasta. Non sarà facile, non sarà per niente facile. Grazie a chi legge e continua a commentare. Baci Akane*

12. QUESTIONE DI TESTARDAGGINE



"non provare a ripararmi, non sono rotto
Ciao,  sono la bugia che vive per te così  che tu possa nasconderti."
/Hello - Evanescence/

Rimase lì fuori in attesa di qualcosa che ancora non sapeva, come se invece una parte di sé ne fosse consapevole.
Anche dopo che ebbe finito la sigaretta stette lì aspettando chissà cosa, senza essere notato.
Non sapeva quanto era rimasto lì avvolto nel suo cappotto che gli calzava a pennello, ma quando lo vide uscire si sentì rinascere dopo un tempo indefinito in una specie di limbo.
Sorrise come vittorioso, vide che era solo, si fermò lì davanti, si accese seccato la sigaretta e sbuffò via il fumo isterico, scontento.
Lo osservò per un po’ senza essere notato, poi capendo che nonostante le apparenze a Tommy non era andata bene e probabilmente non per colpa di quel Damiano, lo chiamò.
Forse voleva vedere qualcosa che non c’era, o forse iniziava ad intravedere benissimo.
Tommy sentendosi chiamare si girò e quando lo vide la sua aria corrucciata da bambino capriccioso imbronciato si distese in un sorriso sorpreso.
- Ma sei ancora qua? Mi aspettavi?! Pensavo fossi andato! Sarai congelato! - Esclamò raggiungendolo sotto il portico, Giulio rimase appoggiato al muro sorridendo dolcemente, felice che ora fosse di nuovo con lui.
- Avevo bisogno di schiarirmi le idee. - Tommy sentì l’odore del fumo e gli porse la sigaretta accesa.
- Non sapevo fumassi... - Giulio scosse la testa sempre composto e sereno.
- No, solo ogni tanto. Sono a posto. - Tommy tirò fissandolo finalmente dritto negli occhi, forse si chiedeva come affrontare quello strano momento erotico a distanza che avevano entrambi appena vissuto, ma decise di far finta di nulla, come sempre. Visto che era sicuramente più facile.
- Allora come è andata? Ho visto che alla fine hai limonato un po’! - Disse tornando ai suoi toni effemminati di proposito. Giulio pensò che Tommy era effettivamente femminile, ma non effemminato e che era quella sottile differenza a piacergli. Lo trovava divertente ed anche rilassante quando faceva l’effemminato per allentare tensioni varie, però adorava quando era sé stesso, con quella delicatezza di fondo che era semplicemente perfetta.
- Non è stato tragico come pensavo. Però non mi è piaciuto. Penso sia una questione di persone. Devo desiderare chi ho davanti, allora penso che cambi. - Spiegò calmo. Tommy continuò a fumare prima di chiamare Gigi e concordò.
- Sei quel tipo lì. Ti ecciti e ti piace solo se hai qualcuno di speciale davanti. Altrimenti non ti si drizza e non provi nulla. Ci sono quelli così, sono rari e bellissimi. Troverai quello così e ti farà girare la testa, capirai la differenza fra quello che hai sempre fatto e quello che farai. - Giulio sorrise consapevole che aveva ragione, ma si guardò dal dirgli che ne aveva già avuto un vago sentore.
“Non gli dico che voglio baciarlo, vediamo quanto ci mette a capirlo e accettarlo. Testardo com’è probabilmente l’ha già capito ma si rifiuterà per sempre per non rovinare chissà cosa fra noi!”
Ed ovviamente ci aveva appena azzeccato alla perfezione.
- Tu invece perché non sei andato via con lui? - Tommy fece una smorfia arricciando il suo naso piccolo e dritto mentre guardava altrove.
- Insisteva per conoscermi meglio, ma io non sono quel tipo. A me al contrario si drizza solo se non conosco chi ho davanti. Quando instauro un rapporto è finita, perdo l’interesse e rovino tutto. -
- Paura dei legami. - Disse senza mezzi termini Giulio guardandolo negli occhi.
- Terrore. - Corresse sorridendo divertito, ma era serio nel concetto.
- Suppongo che prima o poi capiterà anche a te di legarti contro la tua volontà e capirai la differenza fra quello che hai sempre fatto e quello che farai! - Esclamò divertito Giulio citandolo. Tommy rise e fu una bella risata, ogni tanto rideva in modo vero e completo, i suoi occhi non rimanevano tristi mentre lo faceva. Solo ogni tanto, ma succedeva. Era una versione bellissima.
- Comunque vedrai che dopo di questo tutto sarà più facile. So che l’inizio è shoccante, ma dopo la limonata di stasera andrai liscio come l’olio! - Giulio non ne era convinto ma decise che l’avrebbe assecondato ancora per vedere fin dove quel ‘caso umano’ poteva arrivare prima di arrendersi all’evidenza.
Ovvero che fra loro si stava creando un legame, un legame destinato ad esserci sin da piccoli.
Ormai lui ne era già sicuro e quando si metteva in testa una cosa, non si spostava nemmeno morto. Era da vedere chi dei due era più testardo.

Giulio ripensò a quel momento tutta la notte, quando si erano guardati mentre Tommy baciava l’altro.
Il mattino seguente dopo aver portato fuori i cani, dopo aver dormito poco, si soffermò silenzioso ed inquietante davanti al suo letto a guardarlo. Le coperte fino alla vita non rivelavano se dormiva con qualcosa addosso o meno, la schiena era completamente scoperta e mentre ripensava a quel momento fatidico l’eccitazione tornò a montargli dentro, non era stato un caso, una coincidenza. Era reale quell’eccitazione verso Tommy. Leggero come un fantasma prese un pezzo del piumino e tirò verso il basso lento per non svegliarlo. Tommy dormiva della grossa e lui alla penombra della camera, con la sola luce del corridoio che filtrava dalla fessura aperta della porta, vide che il signorino dormiva davvero tutto nudo, senza nemmeno i boxer.
Giulio per qualche ragione sorrise spontaneo, sornione e compiaciuto, poi scivolò con la mano sopra le cosce senza toccare davvero, risalendo sulla curva accentuata dei suoi glutei morbidi, doveva essere bello perdervisi, metterci le mani, stringere, abbandonarsi col viso su quella pelle candida e liscia. Gli venne una gran sete, ma non fisica.
Si chinò e avvicinò il viso ai suoi fianchi, immaginò di leccare tracciando disegni su quelle belle curve.
“Le allena facendo il passivo con gli uomini... specie se fa sesso in piedi e di schiena...” Giulio si immaginò la scena e si ritrovò sull’orlo dell’orgasmo, così invece di correre a toccarsi e completare l’opera, si raddrizzò ed uscì di corsa. Solo fuori casa, schiaffeggiato dal freddo di Milano capì quanto inappropriato e sopra le linee fosse andato.
“Quel ragazzo mi sta mandando fuori di testa!” Ammise strofinandosi il viso sconvolto, mentre si rimetteva la cuffia fine ed aderente che gli stava a pennello, evidenziando ulteriormente i suoi splendidi occhi azzurri contornati da ciglia nere e folte.
Il fatto di esserne cosciente non l’avrebbe aiutato a gestirla meglio, ma era dell’idea che se una cosa doveva succedere, in qualche modo sarebbe successa comunque e quindi doveva solo assecondare gli eventi paziente. Opporsi non serviva comunque a nulla.
“E poi chissà perché ma all’idea di fare esperienze gay con lui non mi turba, mi turbava di più con quello sconosciuto ieri sera.”

Tommy si svegliò con una strana sensazione addosso, come di essere guardato. La sensazione svanì subito appena il cane gli saltò addosso notando i primi segni di risveglio, la mente a quel punto si perse quanto appreso nel dormiveglia e tutto riprese a girare più normale che mai.
Mentre Eric gli faceva il lavaggio della faccia, la propria mente rievocava gli eventi della sera precedente, quando per vedere cosa faceva Giulio, se alla fine aveva fatto il grande passo o meno, si erano scambiati quello sguardo particolare a distanza e si era eccitato.
I propri occhi si erano inchiodati ai suoi seri e gelidi ed aveva continuato a baciare quel bel ragazzo di cui non ricordava nemmeno il nome.
Per un momento gli era sembrato di baciare Giulio e gli era venuta una bella erezione.
Per un po’ aveva ventilato l’idea di portarsi a letto anche quel bell’adone, però poi gli era andata via quella voglia. Come se l’eccitazione fosse stata effimera e nel constatare che aveva a che fare con un altro e non con Giulio, rovinasse tutto.
Così aveva malamente scaricato il bel modello e se ne era andato.
Ritrovare Giulio lì fuori l’aveva sorpreso, ricordava l’aria strana mista a gioia nel rivederlo ancora.
“Non andrà a finire bene.” Si disse sbuffando mentre si girava sul letto per nulla intenzionato ad alzarsi e nemmeno a mangiare. Quel giorno non aveva voglia di nulla, tanto meno di andare a lezione di ballo o a lavoro.
Quel giorno voleva stare tutto il giorno a letto senza farsi vedere da nessuno.
“Sto facendo un casino con Giulio. Andrà di merda. Mi innamorerò e soffrirò e soffrirà anche lui! Se la vivo davvero finisce che rovino tutto perché non sono capace a fare quelle cose. Qualunque cosa pensi o voglia lui, non posso viverla alla leggera.”
Tommy rimase a rimuginare seccato a letto tutto il giorno, alzandosi solo per andare al bagno. Lesse il biglietto sul tavolo di Giulio col buongiorno e la colazione che avrebbe ignorato.
“Per un giorno che non mangio non morirò di fame!” Pensò tornando in camera. Non della stessa opinione sembrava essere Eric che dopo diverse ore dalla prima pipì mattutina, aveva tutta l’intenzione di tornare fuori.
Tommy guardò il giorno sul cellulare e l’ora. Era pomeriggio inoltrato, la vescica sarebbe scoppiata.
“Quasi quasi chiamo Tesoro e le chiedo di venire anche oggi e portare fuori la bestiaccia!”
Tommy era steso tutto storto sul letto e soppesava l’idea di accendere la televisione, ma poi si ricordò che Tesoro quel giorno aveva degli impegni con la squadra che aveva per figli, così sbuffando alzò gli occhi al cielo alla serenata del cane che lo implorava di portarlo fuori che proprio non ne poteva più.
- Maledetto cane, perché non impari ad andare e tornare da solo?! - Si alzò di malumore e dando un calcio ai vestiti della sera prima, si mise qualcosa al volo senza avere cura di cosa fosse. In quel caso si trattava di una tuta sformata accoppiata male ovviamente.
Indossò la cuffia ed il giaccone, si fece una canna per trovare un po’ di voglia di vivere altrimenti con l’entusiasmo di quel giorno si sarebbe probabilmente tuffato sotto un camion, prese il cane ed uscì.
Pensava proprio a Giulio, di nuovo, consapevole di dover troncare con lui ogni contatto, quando lo incontrò al parco. Lo riconobbe grazie ai cani che si corsero incontro salutandosi come se non si vedessero da mezzo secolo invece che sette/otto ore circa..
Tommy imprecò fra sé e sé.
“Come diavolo faccio a troncare se i cani si adorano? Fanculo!”
Non contemplava di certo l’idea di parlargli apertamente e dirgli che una parte di sé voleva legarsi a lui e gli piaceva da impazzire mentre l’altra non voleva, ne era terrorizzato ed era consapevole che cedendo dopo un po’ le cose sarebbero andate male.
Poco dopo, puntuale come un orologio, vide spuntare un calmo e sorridente Giulio che diligente teneva il cane al guinzaglio visto che quello era un parco pubblico. Tommy ovviamente se ne fregava e lo teneva libero.
Rintanato dietro i suoi occhiali da sole in quei giorni solo anti neve, fece un cenno che sembrava più una smorfia che altro, poi girò la testa cercando di non notare quanto splendido fosse anche quel giorno.
Giulio si sedette alla panchina con lui lasciando che Rudy con l’allunghina scorrazzasse giocando con Eric.
- Ma liberalo, chi vuoi che venga a rompere? - Giulio lo guardò sentendo il tono da appena sveglio, bello roco. Poi guardò il mozzicone abbandonato fra le dita.
- Ti sei appena svegliato! E come colazione ti fai una canna? - Constatò quella seconda ipotesi prendendogli il polso e portandosi la falsa sigaretta costruita al naso, non tirò, lo guardò a dir poco male congelandolo con lo sguardo più freddo della neve che regnava tutt’intorno a loro.
Il parco era immacolato, ma c’erano ovviamente impronte di cani e persone ovunque. Un bello spettacolo comunque, accostato al cielo eternamente coperto in quei giorni.
Tommy si strinse nelle spalle continuando a non fissarlo, evadendo il suo sguardo in crisi mistica.
- In questa maledetta esistenza nessuno ha osato dirmi cosa fare, perciò non iniziare tu! - Rispose acido dimostrando che si era svegliato col piede sbagliato. Giulio non demorse e severo rispose:
- Ed ecco perché ora sei così pieno di voglia di vivere! - Tommy lo guardò furente trovando finalmente uno scatto nella sua incapacità di reazione perfino dopo la canna.
- Cosa cazzo centrano i divieti con la fottuta voglia di vivere? - Giulio rispose come se non si fosse appena rivoltato contro di lui.
- Perché sono le regole che ti tengono dritto, non la libertà! - Tommy scoppiò a ridere amaro battendo i piedi a terra come un bambino per schernirlo.
- Oh ma sentilo! È per questo quindi che sei venuto a cercare un modo per liberare la tua natura? Perché le regole ti tengono dritto? - Tommy a modo suo aveva centrato il punto, ma anche Giulio non aveva proprio torto.
Questi non si sentì offeso, lo guardò sorpreso di questi suoi modi avendo a che fare con una versione nuova di Tommy, quella negativa.
“E depresso, fra l’altro. Non immaginavo che lo fosse!”
- Le regole ti danno un tono e ti impediscono di crollare e ferirti. Se non altro seguendole non ti ucciderai da solo ma ci penserà la vita a farlo! - Tommy alzò gli occhi al cielo polemico.
- Tanto si muore comunque, almeno decido io come! -
- Di inedia è una bella morte? Mentre non raggiungi nessun obiettivo, mentre non riesci ad essere felice, solo perché non vuoi impegnarti in qualcosa? - Giulio doveva essere duro, perché altrimenti non avrebbe mai reagito. Tommy era a quel punto perché nessuno l’aveva sculacciato ed era questo che aveva sempre cercato e cercava tutt’ora, dai genitori. Ma da loro non l’avrebbe mai avuto.
A Giulio mandava in bestia questo suo arenarsi lì, aspettava un miracolo che non sarebbe mai arrivato e nel frattempo non cercava di essere felice, perché non voleva andare avanti da solo.
Rifiutava ogni legame possibile perché voleva prima l’unico che non poteva avere e mai avrebbe avuto, quello coi genitori.
- Si può sapere che cazzo vuoi? Ieri sera hai fatto il primo passo, da lì in poi sarà tutto più facile! Ti ho dato quello che volevi, la tua natura servita su un piatto d’argento! Ora lasciami in pace! Tornatene a girare il mondo e a ballare lontano da me! Io non posso essere aggiustato, non sono una bambola rotta, non sono mai stato nulla, perciò è impossibile ricomporre qualcosa che non è mai stato nulla! - La propria visione di sé stesso era distruttiva, ma non ci voleva un genio per saperlo.
Così dicendo Tommy si alzò, scagliò il mozzicone rimasto, fischiò ad Eric che saltellò verso di lui ed una volta legato se ne andò sbuffando senza salutarlo.
Rudy ci rimase male mentre Giulio scuotendo la testa decise che sarebbe tornato il giorno dopo a prendere il cane e gli avrebbe lasciato anche il pranzo pronto sul tavolo. Poi sarebbe venuto a prenderlo per la lezione di ballo concordata.