*Ecco
un altro capitolo. Giulio ha capito che con Tommy prova cose che non ha
mai provato ed è alla ricerca di quelle, usa i suoi metodi per
arrivarci mentre Tommy insiste nel non lasciarsi andare con lui, anche
se poi alla fine fra il dire ed il fare c'è di mezzo il suo istinto.
Così Giulio manovra totalmente la situazione a suo piacimento per
ottenere quel che cerca, l'emozione fuori dal palco. Intanto sul palco
mi sono ispirata al balletto del vero Giulio in Dance Dance Dance.
Comunque spero che gradirete il tocco erotico che è inserito, nel
prossimo capitolo preparatevi. Buona lettura. Baci Akane*
16. ALZANDO L’ASTICELLA
"Io vivo per l'applauso, Applauso, Applauso
Io vivo per l'Applauso-plauso
Vivo per l'Applauso-plauso
Vivere per il modo in cui tu esulti e gridi per me
Gli applausi, applausi, applausi"
/Applause - Lady Gaga/
Era come se l’asticella
di volta in volta si dovesse alzare in entrambi i campi. Tanto nel
ballo quanto nelle interazioni fra di loro, nei contatti, nei momenti
d’erotismo.
Tommy aveva ancora
Giulio e il suo spettacolo nella mente e nella mano, quando uscendo se
lo ritrovò lì ad aspettarlo come se fosse il suo ragazzo, così
ignorandolo tirò dritto fingendo di non conoscerlo e non essere con
lui, uscì direttamente andando verso la macchina del parcheggio
interno.
- Ehi! - Esclamò Giulio
seguendolo, Tommy gli lanciò una breve occhiata zittendolo isterico con
lo sguardo allucinato che però notò quanto perfetto fosse anche quella
sera!
- Fa finta di non
conoscermi! - Sussurrò marcato mentre aumentava l’andatura. Giulio lo
guardò perplesso e lo seguì silenzioso suo malgrado. Solo alle
macchine, in un parcheggio interno del locale, Tommy tornò a parlargli.
- Sembriamo fidanzati se mi aspetti fuori dal locale! -
- L’altra volta ero
dentro! - Esclamò logico Giulio cercando di capire se ora scherzasse o
se fosse serio, a volte era difficile dirlo.
- Lo so, ma l’altra
volta sembrava volessi rimorchiarmi e mi stava bene, però ora è
diverso! Sembravi lì per me! - Giulio rise incredulo e divertito.
- Beh, questo perché lo ero davvero! - Tommy sbuffò esasperato e melodrammatico.
- Piantala! Lo so che capisci cosa intendo! Noi non stiamo insieme! -
- Siamo due amici che
escono insieme! E ad ogni modo cosa importa ciò che sembriamo? - Tommy
scrollò le spalle sbuffando ancora infastidito in attesa che Giulio
aprisse la sua auto per potervi salire sopra.
- A me importa! È per
stabilire un confine! Non dobbiamo fare cose da fidanzati. Solo da
amici! Uscire insieme è una cosa, aspettarmi fuori dal lavoro è
un’altra! - Tommy ne era sentitamente convinto e Giulio capendo che
sarebbe andato avanti un secolo su quella strada, decise di lasciar
perdere e aprire la chiusura centralizzata col telecomando.
Le porta si aprirono e Tommy si infilò velocemente dentro.
Senza più discutere
decisero di tornare nel locale dell’altra sera, un compromesso
accettabile per quel Giulio in fase sperimentale, ma non ancora poi
così coraggioso.
Tommy voleva metterlo alla prova senza sapere che Giulio stesso lo voleva allo stesso modo, sia sé stesso che lui.
Vedeva le
contraddizioni di Tommy e voleva vedere fin dove poteva spingersi,
oltretutto voleva vedere se poteva sciogliersi ulteriormente con altri
ragazzi piacevoli, rompere di più il ghiaccio.
Sospettava che
c’entrasse la presenza di Tommy, senza di lui non se la sentiva, ma una
volta che trovavano qualcuno in coppia la minestra cambiava e lui si
faceva più intraprendente e coraggioso.
Tommy l’aveva notato
subito che respingeva i ragazzi solitari mentre accettava quelli in
coppia ed aveva subito capito che era un modo per tenerlo d’occhio e
ritrovare quel contatto eccitante, quell’emozione che cercava.
“Quanto andrà avanti prima di ammettere che sono io che lo eccito ed io che lo emoziono?”
Non gli veniva in mente
che forse Giulio lo sapeva già, ma non glielo diceva perché comunque
sapeva non sarebbe servito a molto.
Che forse quello era tutto un meccanismo per spingerlo lentamente ad accettarlo a sua volta.
“Se lo faccio in modo
normale quello scappa, però ci sono dei momenti in cui disinserisce il
cervello e le sue difese crollano miseramente e fa esattamente ciò che
l’istinto gli dice di fare. È lì che lo devo portare e lì che lo devo
prendere. Una volta che avrò collezionato un po’ di incoerenze da parte
sua lo obbligherò a guardarsi in faccia e ad ammettere che mi vuole
quanto lo voglio io e decideremo insieme di provarci.”
Giulio ormai ne era
praticamente convinto, perciò dopo aver individuato due ragazzi
interessanti e dopo una bevuta insieme, si spostarono a flirtare su uno
dei divani rotondi in un angolo buio. Non così buio da non potersi
vedere.
Le chiacchiere
cessarono in breve tempo, Tommy fu il primo a passare all’azione, il
partner di Giulio il secondo, questi non resistette come la prima
volta, accettò subito la sua bocca sulla propria e questa volta lo
cinse con un braccio, tenendogli la guancia con l’altra mano in un modo
di controllo della situazione tipico suo.
Le due coppie si
stavano baciando da un po’ in silenzio, con una musica suadente in
lontananza, quando Giulio aprì gli occhi e rivolto verso Tommy vide che
anche lui faceva già la stessa cosa.
Immediata l’ondata d’eccitazione partì mentre nel momento precedente non era successo nulla. Un bel bacio, ma nessuna emozione.
Così, seguendo quella
scia, Giulio non si trattenne e allungando la mano sullo schienale
curvo verso Tommy, strisciò sul suo braccio appoggiato. Tommy shoccato
ed eccitato oltre ogni limite lo sciolse allungandolo verso il suo e
così lo toccò anche lui carezzandosi a vicenda, senza andare oltre
quella soglia.
Lenti l’avambraccio, il
gomito, il bicipite e poi la spalla per poi ridiscendere piano e calmi
e godersi il contatto sempre più elettrico, sempre più folle, fino a
che a Giulio non venne una di quelle erezioni incontenibili e chiudendo
gli occhi desiderò solo poter essere in un privè e poter usufruire di
un servizio più spinto di quello, ma ricordò che lì o ti infilavi in
bagno a fare una sveltina completa, o non era quello il posto per
altro.
Tommy non si fece di
quei problemi e staccandosi improvviso da Giulio prese il proprio
compagno occasionale per il braccio e senza ammettere repliche se lo
tirò ai famosi bagni dove consumò immediatamente, con ancora il tocco
di Giulio ed i suoi occhi magnetici e tentatori addosso.
Si fece prendere da
dietro brutalmente, sbrigativo, forte e virile mentre pensava di avere
Giulio a farlo, a tenerlo per i fianchi ed entrare con colpi decisi
fino in fondo.
Chiuse gli occhi e si
lasciò trasportare in quel viaggio pericoloso che gli fece avere un
orgasmo senza precedenti, decisamente non paragonabile ad altri.
Lì c’era stato qualcos’altro, qualcosa di diverso dai soliti orgasmi. Un trasporto mentale.
Qualcosa che non
avendolo mai provato non aveva mai saputo di quanto spettacolare fosse
ma di cui ora non avrebbe più potuto fare a meno.
Meno fortunato fu
Giulio il quale non disposto a fare la stessa cosa di Tommy, una volta
senza di lui si smontò e si limitò a baciarlo ancora un po’ per poi
scaricarlo ed uscire, aspettando Tommy e fumandosi un’altra
sigaretta.
Doveva alzare l’asticella.
Non ne parlavano mai,
dopo. Era come se non succedesse nulla, come se non facessero cose
strane mentre si baciavano con altri, come se guardarsi e toccarsi
fosse normale.
Il giorno dopo si
presero un’altra pausa dal vedersi e rimasero in perfetto silenzio,
fino a che non si rividero per un’altra lezione più severa ed intensa
delle altre.
Giulio cominciò con
nozioni ed insegnamenti più complessi, movimenti ed associazioni varie,
le tipologie di passi e di mosse più utilizzate, mentre come base
c’erano delle canzoni con un ritmo non troppo incalzante, perfetto come
punto di riferimento per quelle mosse.
Tommy quella volta sudò
davvero e per giunta era arrivato anche quasi puntuale, non si era
fatto pregare e Giulio non gli aveva dovuto ricordare l’appuntamento.
Era rimasto stupito e
piacevolmente sorpreso specie del non doverlo rincorrere e della lena
con cui si era messo d’impegno, almeno all’inizio. Quando aveva
iniziato a faticare davvero aveva iniziato anche a lamentarsi chiedendo
se dovesse per forza fare quello e dicendo di non essere capace a fare
quell’altro.
Giulio imperterrito era
andato dritto come un treno senza cedere di un millimetro, gli aveva
insegnato tutto quello che era stato nel programma, dandogli anche
diversi schiaffi nel sedere per rimetterlo in riga.
Così fra ululati,
imprecazioni e scene madre, alla fine Giulio l’aveva spuntata e Tommy
aveva imparato abbastanza bene molte mosse.
- Sarà più facile
imparare qualche coreografia. - Disse Giulio preparandosi al proprio
balletto finale, mentre Tommy beveva dell’acqua ed imprecava buttandosi
a terra davanti allo specchio, avvolto in un asciugamano gettato sul
capo. Era bagnato come un pulcino, la maglietta madida, i ricci tutti
giù sulla fronte grondanti. A Giulio piaceva molto di più così, gli
diede un’occhiata divertita mentre immaginava che le lamentele fossero
perché sapeva che se imparare delle mosse era stato difficile,
sicuramente imparare una coreografia sarebbe stato impossibile.
- Di preciso dove vuoi
portarmi? Nella tua compagnia di ballo? Non so cosa tu abbia in mente
ma... pensavo che assecondarti fino ad imparare qualche mossa come oggi
potesse essere sufficiente! Io oggi sono davvero morto! Ma proprio
morto, eh? E non penso di avere davvero grandi margini di miglioramento
come dici! - Giulio rise mentre lui si lamentava con la sua verve
effemminata di proposito, sperava di irritarlo.
- Stai andando molto
bene invece e se la smettessi di perdere tempo a lamentarti e
contrastarmi impareresti anche meglio! - Tommy sospirò sapendo che non
ne sarebbe mai uscito.
- Ok, allora quando mi
balli Lady Gaga versione trans? - Giulio si ricordò solo ora della sua
promessa e ripensandoci decise che effettivamente lo meritava dopo la
quasi puntualità e tutto il sudore versato.
- Devo prepararmi,
però. Hai impegni, puoi aspettare? - Tommy pronto ad un altro no
l’aveva guardato meravigliato e raddrizzandosi con la schiena aveva
incrociato le gambe magre annuendo contento.
- Oh sì s’! Per te che
fai Lady Gaga tutto! - Giulio ridacchiò e senza aggiungere nulla sparì
al piano di sopra prendendo gli abiti del caso ed i trucchi adeguati.
“Peggio per lui, si caccia nei guai da solo. Non vuole però poi fa di certe richieste che è come se si suicidasse!”
La canzone cominciò,
Dopo essersi sistemato in scena con gli oggetti che gli sarebbero
serviti, Giulio disse a Tommy di aprire gli occhi e quando lo fece lo
vide dentro un enorme soprabito bianco stile tenda da giardino, quel
tipico stile assurdo alla Lady Gaga appunto.
Trattenne subito il
fiato nel vedere che aveva occhi e bocca truccata di nero, i capelli
sciolti ma pettinati e tirati indietro con acqua e gel in modo che non
gli ricadessero sul viso.
Già quello sarebbe
stato sufficiente, ma dopo l’introduzione dove aveva mosso solo la
testa facendo determinate espressioni grottesche e provocatorie, Giulio
sbocciò fuori dal soprabito con fare regale, lo lasciò indietro e
mostrò la tuta nera aderente che evidenziava ogni muscolo del suo
splendido corpo. A chiunque sarebbe stata ridicola, su di lui era
perfetta, specie associata a quel trucco.
Tommy spalancò la bocca dimenticandosi il contegno.
Giulio iniziò a
muoversi e ballare mescolando atteggiamenti virili a quelli femminili
in un mix semplicemente perfetto che fece impazzire lo spettatore per
qualche strana ragione. Era un uomo che si comportava da donna,
raccontava una storia e via via che proseguiva era chiarissimo.
Di volta in volta
Giulio cambiava abito indossando giacche diverse, una peggiore
dell’altra, sempre più appariscente, sembrava che alzasse l’asticella
sempre più, come se l’uomo insoddisfatto di sé ricercasse il proprio io
altrove e contemporaneamente l’approvazione e più diventava esagerato e
grottesco ma anche regale, più piaceva e diventava paradossalmente
convincente ed apprezzato. Lo stile dei movimenti non venne mai tradito
e concluse davanti ad un Tommy sconvolto ed eccitato che incapace di
muoversi era stato risucchiato da quella magia, da quella creatura
senza definizione che per quattro minuti era stato tutto e niente, ma
in esso si era rivisto in maniera lampante. Tutti quei cambi d’abito a
significare gli stili diversi che lui adottava di volta in volta, come
se fosse sempre insoddisfatto di sé, come se cercasse qualcosa che non
trovava e la cercasse nell’estetica e negli altri.
Giulio ballando era andato sopra ogni confine e regola ed era stato in grado di vestire ogni panno senza risultare ridicolo.
La musica si spense per
poi cambiare, Giulio si sciolse dalla posizione finale e si tolse
l’ultimo abito indossato, poi aprì le braccia davanti ad un Tommy in
crisi esistenziale e si chinò in avanti femminile e perfetto per
concludere.
- Piaciuto? - Tommy in
risposta prese l’asciugamano che aveva sulla testa e se lo mise sul
bacino, Giulio a quello rise. - Lo prenderò per un sì! -
- Tu... - Tentò di
parlare Tommy con voce roca per l’emozione di essersi rivisto in quello
spettacolo, Giulio chiudeva la musica recuperando il telecomando. - Tu
cosa provi quando balli? Perché chi ti guarda prova delle emozioni
incredibili, che tu dici di non provare nella vita quotidiana. Sei alla
ricerca di quelle. - Deviare su Giulio era più facile che attirare
l’attenzione su di sé e su cosa aveva pensato e sentito vedendolo. Il
ballerino accettò la sua ‘difesa personale’ e iniziando a spogliarsi
della tutina aderente davanti a lui, rispose placido come se fosse
tutto normale. Non dello stesso avviso era Tommy che era inquieto nel
vedere il suo viso truccato, in qualche modo lo sconvolgeva e lo
eccitava da matti. Cercava di distogliere lo sguardo, ma i propri occhi
erano come ipnotizzati.
- Quando ballo provo
emozioni così violente e grandi che non riesco a trovarle nella vita
normale e mi chiedo se ci siano, se sia possibile averle anche giù da
un palco. - Spiegò calmo e preciso Giulio che intanto si era sfilato la
parte superiore della tuta a pezzo unico. Tommy a disagio non riusciva
a muoversi, sentiva che se si fosse alzato le gambe gli avrebbero
ceduto, rimaneva seduto contro lo specchio a debita distanza.
- Cosa hai provato tu guardando? -
- Ti fidi di me? -
Chiese Tommy improvviso, ignorando completamente l’ultima domanda.
Giulio con le mani ai lati, nei pantaloni da abbassare, lo guardò
perplesso. Tommy così si alzò rivelando il rigonfiamento sul pacco, si
mosse serio e languido verso di lui dimenticando tutti i propri buoni
propositi di non impantanarsi con lui. - Ti fidi di me? - Giulio lo
guardò negli occhi verde scuro e per un momento ebbe paura, vide uno
strano guizzo in quello sguardo incredibilmente serio. Suo malgrado
annuì. - Stasera ti porto a trovare quell’emozione. Vedrai che
scoprirai un mondo che non credevi possibile. Non so se è all’altezza
di quel che provi o che fai provare ballando, ma è molto potente. -
Giulio fermo con le
mani ancora nei pantaloni da togliersi rimase impalato a guardarlo
perplesso e intimorito da quella versione provocante e sicura di sé.
Tommy lo era sempre, ma lì non solo non c’era niente di effemminato, ma
era incredibilmente bello. In qualche modo era bello. Sapeva che aveva
in mente qualcosa di diametralmente opposto al suo essere, ma
improvvisamente sentì di non potersi e di non volersi opporre.
Così annuì.
- Stasera, Alice, ti
porto nello specchio! - Sentendolo, Giulio fu attraversato da un
brivido che partì dalla nuca e scese lungo la spina dorsale per poi
finire nelle parti basse che reagirono. Per distrarsi si tolse i
pantaloni e rimase con degli slip a dir poco aderenti. Tommy sbiancò,
spalancò gli occhi, trattenne il respiro ed imprecando lo superò di
corsa andando al bagno.
- Oggi ti rubo la
doccia! Ho sudato come un caprone ed oltretutto tu sei stato un killer!
- Giulio ridendo capì il senso che intendeva e rilassato ringraziò il
suo ritorno al Tommy normale. Quello di prima l’aveva a dir poco
sconvolto, per un momento aveva sentito di poter cedere a qualunque
istinto basso e inaccettabile.
Si chiese cosa sarebbe successo quella sera, eppure sapeva che non si sarebbe tirato indietro.