*Eccoci.
Come annunciato le cose iniziano a farsi calde e qua vediamo cosa ha in
mente Tommy e dove porta Giulio. Ma soprattutto cerchiamo di capire le
motivazioni di entrambi dietro a quel che sta per succedere, come
reagiranno al viaggio nello specchio ma soprattutto se ce la faranno ad
andare fino in fondo sul serio. Premetto che questo genere di cose
esistono anche nella realtà, ovviamente non sono pubblicizzate, ma
esistono. Buona lettura. Baci Akane*
17. NELLO SPECCHIO
"Strana infatuazione che sembra adornare la marea della sera Lo coglierò accanto a te
Simile immaginazione sembra aiutare la senzazione a scivolare [...]
Sono immondo, un libertino [...]
Stai scivolando lentamente dalla mia presa Mi coltivi come un (una pianta) sempreverde
Non vedrai mai il me solitario alla fine"
/Without you I'm nothing - Placebo/
La festa era in una
villa privata fuori Milano, ci accedevi solo con un invito personale e
dovevi rispettare alcune regole. All’ingresso firmavi una dichiarazione
di riservatezza che contemporaneamente ti faceva assumere la
responsabilità su qualunque cosa poteva succedere all’interno della
casa.
- Mi sembra di star
entrando al grande fratello. - Sussurrò Giulio dopo aver eseguito
diligente e perplesso tutte le richieste. Il positivo era l’anonimato,
se avevi l’invito personale non dovevi registrare i tuoi dati e
lasciare per iscritto chi eri e che eri stato lì visto che l’accordo di
riservatezza era bilaterale.
Un’altra regola era
l’eleganza, ovviamente Giulio non aveva avuto problemi, Tommy diede di
sé una nuova immagine al suo accompagnatore che era rimasto
piacevolmente meravigliato nel vederlo vestito con pantaloni e camicia
di una certa risma, i capelli lisci e pettinati in modo da stargli
perfetti ed ordinati.
Giulio era meravigliato.
- Ma è una di quelle
feste ad orge? Mi hai portato in un posto simile? Io non credo faccia
proprio per me, sai... - Tommy rise in maniera marcata e lo guardò
accompagnandolo verso il salone principale.
- Orge? No, ma se vuoi
ci sono anche festini di quel genere, ho partecipato per curiosità, ma
questo genere fa più per me! - Giulio si aggrottò mentre percorrevano
un corridoio dalle luci soffuse che dopo l’ingresso e la stanza
guardaroba avevano dovuto passare.
- Ma tutta questa segretezza? - Tommy si strinse nelle spalle e gli fece largo per varcare l’uscio per primo.
- Beh, è una festa per
il sesso, ma non si fanno orge... - Giulio lo fissò interdetto, ma
Tommy lo esortò ad entrare e così Giulio lo fece. Nonostante non se
l’aspettasse, rimase sorpreso nel constatare che effettivamente non
c’era alcuna orgia in atto, il salone era davvero molto grande con
diverse poltroncine e divani sparsi in giro, alcuni tavolini, libreria,
un arredamento elegante e costoso in una via di mezzo fra il vintage ed
il moderno. Luci soffuse, un angolo adibito a bar dove persone eleganti
preparavano dei cocktail, musica d’atmosfera di sottofondo, con una
certa armonia sensuale. Per il resto gente sparsa ovunque, alcune in
piedi, altre sedute.
Giulio ci rimase di
stucco nel non trovare un bordello visti i preparativi, sembravano
tutte persone ricche o rinomate, ma non ne riconosceva nessuno.
- Diciamo che questa è
l’altra faccia del locale dove siamo stati insieme. - disse Tommy
sornione e sussurrando sulla sua spalla per non farsi sentire, Giulio
voltò leggermente il viso per rispondere:
- Sono tutti VIP? . Chiese sorpreso. Tommy piegò la testa di lato.
- Più che altro ricchi
o provenienti da famiglie facoltose, non VIP nel senso che camminando
per strada li riconosci. - spiegò. Giulio annuì.
- Ma è tutto molto anonimo. -
- Sì perché qua non è
quel che vedi, ma è quel che non vedi. - Giulio si girò di più per
guardarlo ed in quello i visi quasi si toccarono.
- Perciò ci sono orge
da qualche parte! - Esclamò a voce un po’ più alta. Tommy ridendo gli
mise un dito sulla bocca civettuolo per non attirare troppo
l’attenzione, così sembravano una coppia in cerca di qualche scambio,
ciò per cui la maggior parte era lì.
- Questa lussuosa e
gigantesca villa ha moltissime stanze. In ognuna si consuma qualcosa.
Quel che si fa qua rimane qua, nessuno mai lo porterà fuori né lo
renderà noto da qualche parte. -
- Prima regola del
fight club non si parla del fight club? - Chiese ironico Giulio, Tommy
sorrise e si staccò rimanendo però agganciato al suo braccio come se
fosse il suo ragazzo.
- Esattamente. - Poi si
guardò intorno. - Qua ci si incontra, ci sono i preamboli insomma. Poi
in ogni stanza c’è qualcosa, ce n’è per tutti i gusti. Dal sesso
normale con sconosciuti, al sesso a tre, agli scambi, alle orge.
Dipende da quel che ti va. In ogni stanza ci sono dei colori appesi
alle porte che indicano ciò che si consuma dentro. Per evitare di
aprire tutte le porta alla ricerca di quel che cerchi. - spiegò ancora
Tommy con un sorrisino divertito. - Ovviamente qua cerchi ciò che nella
tua vita quotidiana non potrai mai avere, perciò limitarsi a qualcosa
di normale e semplice è un delitto. - Concluse malizioso Tommy
leccandosi le labbra mentre cercava di individuare qualcuno di
interessante per entrambi. Giulio rimasto al ‘in ogni stanza ci sono’
capì cosa avrebbero fatto quella notte ed irrigidendosi iniziò ad
indietreggiare.
- Tu sei pazzo se pensi
che mi presti a questo! - Tommy che si aspettava quella reazione,
ridendo lo trattenne per il braccio accompagnandolo a prendere da bere.
- Dai, non farai niente
che tu non voglia, nessuno ti obbligherà. Dagli un’occasione. Vedrai
che quando si crea l’atmosfera, e si creerà, fidati, sarai tu a volere
andare oltre le righe. Devi lasciarti andare. - Al tavolo dei cocktail
chiese due martini. - Tu mi hai emozionato ballando, ora ti emozionerò
io a modo mio. Ti manca il lato oscuro e peccaminoso della vita. È
un’esperienza importante. - Giulio era convinto di non poterlo fare ed
era anche molto agitato all’idea, però decise che avrebbe bevuto
qualcosa, parlato con qualcuno e poi al momento di sparire in qualche
stanza del piacere, sarebbe andato via.
Su una cosa Tommy aveva ragione, non lo poteva obbligare.
“È anche vero che fino
ad ora ho fatto cose pazzesche, per i miei canoni, solo con lui. Cose
che non avrei mai pensato di poter fare, che da solo non riuscivo.
Forse gli devo dare un’occasione davvero.”
Anche se poi non ne era
convinto. Fare sesso con sconosciuti non era per lui, già baciarne non
gli aveva trasmesso niente fino a che non aveva toccato Tommy. Era lui
che voleva, ma forse lì dentro poteva giostrarsi il suo piccolo
desiderio con un po’ di astuzia.
Pensando a tutte queste
cose, iniziò a sorseggiare il suo martini guardando in giro per nulla
interessato, non certo quanto Tommy.
Avevano individuato qualcuno di interessante, in attesa come loro di un’avventura degna di quel nome.
Ognuno lì dentro dava
sfoghi a certi desideri reconditi, anche se non si superava mai i
limiti con il sadomaso, per esempio, a meno che non ci fosse un accordo
comune. Tommy poteva immaginare che per Giulio sarebbe stato più facile
buttarsi sul sesso con sconosciuti se aveva il suo esempio vicino,
nella sua testa avrebbero potuto usufruire di una stanza dove rotolarsi
in quattro, senza però confondere le coppie.
Fare sesso accanto ad
altri che facevano la stessa cosa era un primo passo sufficientemente
spregiudicato per uno come Giulio, non voleva trasformarlo in un
peccatore, ma voleva dargli una spinta e fargli provare quell’emozione
che fuori dal palco non trovava e lui, un’emozione abbastanza forte
l’aveva trovata solo col sesso. Ma non col sesso normale, col sesso
fuori dagli schemi.
Quella festa era
perfetta. Uscendo avrebbero cancellato tutto, ma l’emozione sarebbe
rimasta, Giulio sarebbe stato in grado di sbloccarsi e di vivere quel
lato che cercava di reprime ancora nonostante gli innegabili passi in
avanti.
O, forse, dentro di sé,
voleva solo l’occasione di entrare in contatti intimi con Giulio senza
il rischio di legarsi ed intraprendere relazioni vere.
Sesso in quel modo, che
fosse qualcosa da doppia coppia sfociata poi in orgia a quattro era
solo qualcosa di erotico e basta. Non era niente di impegnativo, non
era come fare l’amore con lui a casa. Non c’era niente altro dietro.
Un piano perfetto per togliersi quel maledetto sfizio. O lì o mai più, si disse.
Forse c’era qualcosa
nei cocktail che bevevano o era nell’aria, rilasciato magari tramite
quelle candele poste in giro che facevano atmosfera e spandevano un
lieve profumo particolare.
Via via che stava lì e
che parlava con i due nuovi partner, Giulio si sentiva sempre più
sciogliere ed era strano perché sentiva come se i propri freni
svanissero lentamente, come fumo al vento.
Partecipava
brillantemente alle conversazioni e trovava divertenti le battute che
facevano, guardava di continuo Tommy per capire a che punto le cose si
sarebbero fatte strane e sarebbe scappato, ma la verità è che si
sentiva rilassato e non aveva voglia di porre fine a quel bel momento.
Non si chiedeva cosa ci
sarebbe stato dopo e se fosse stato in grado, è solo che gli piaceva
stare lì, era tutto leggero, tutto facile lì dentro.
La luce era bassa, il profumo piacevole, i cocktail buoni e la compagnia piuttosto intrigante.
Stava conversando con
l’erede di una delle case automobilistiche più famose d’Italia che
l’aveva riconosciuto, ma non faceva sceneggiate da fan e non gli faceva
pesare in alcun modo la sua presenza. Al contrario, per metterlo a suo
agio aveva iniziato ad indicargli con fare pettegolo ed allegro tutti
gli altri VIP che non avrebbe mai potuto dire fossero gay e
partecipassero a quelle feste.
In poco Giulio si era ritrovato a ridere fra i commenti di quel ragazzo e di Tommy, evidentemente di una pasta simile.
Vedeva Tommy un po’
alterato, non ubriaco o fatto di qualcosa, però nemmeno totalmente in
sé. Solo particolarmente sciolto. Forse anche lui era così, forse
avevano preso la stessa cosa, qualunque essa fosse. Magari era Tommy ad
avergli messo qualcosa nel suo primo drink, per rilassarlo.
Stava funzionando, visto che si sentiva bene e non riusciva a capire cosa ci fosse di male nel continuare quella strana serata.
Vedeva in giro la gente
sparire e riapparire in sordina e si chiedeva cosa avessero fatto,
sembravano normali, sembrava che non fosse successo niente ed invece
magari avevano appena consumato un’orgia.
Orgia.
Giulio si ripeté
shoccato il termine. Non avrebbe mai pensato di avvicinarsi tanto ad un
mondo simile, il mondo di Tommy. Era quello che cercava? Che voleva?
“In realtà finché non
lo provo non posso sapere se cercavo quel genere di emozione. Cercavo
dei legami che mi emozionassero, forse cercavo delle esperienze che mi
emozionassero, che mi shoccassero. Cercavo di provare qualcosa al di
fuori di un palco. Ed ora eccomi qua, a provare questo. E forse non
sono davvero fatto di qualcosa, ma è più facile per me accettare le
cose se penso di esserlo.”
Improvvisamente la mano
di Tommy si piazzò sulla propria coscia e lui, seduto proprio vicino,
si sporse davanti per arrivare al suo partner:
- Sai, non devi
aspettare che sia lui a cominciare. Giulio è nato a settembre. Ma in
realtà non aspetta altro che essere portato nello specchio. - Giulio
aveva colto la citazione di Alice nel paese delle meraviglie, anzi,
Alice nello specchio, ma non aveva colto il ‘nato a settembre’.
- Sono nato a dicembre
in realtà... - Tommy e gli altri risero per la sua risposta seria e
così il giovane accanto a Giulio che se lo era preso sottobraccio,
spostò la mano sull’altra coscia di Giulio facendolo scattare, sebbene
era poi stata quella di Tommy a farlo vibrare e partire interiormente.
- Intende che sei
vergine. - Poi lo guardò bene ripensandoci. - Del nostro mondo
suppongo. Perché un bell’uomo come te che si affaccia per la prima
volta in questo universo, non può non aver fatto nulla prima con altre
persone! - Giulio ridacchiò scuotendo la testa, trovandolo divertente.
- Avete un modo di fare
che è incredibile. sfacciato, senza freni. Non ci sono mai cose che non
potete dire o fare. vi invidio. Voglio essere più come voi, ecco cosa
cerco. Togliermi un po’ questa maschera di compostezza che ho sempre.
Di ciò che si può e non può. - Tommy sorrise lasciandogli un bacio
sulla guancia, orgoglioso di lui, poi si sciolse e prendendo per mano
entrambi i due ai suoi lati, ovvero il proprio ragazzo per una notte e
Giulio, li alzò dal divano con aria furba e maliziosa.
- E quindi è ora di
togliere quella maschera! - Gli altri si alzarono subito, contenti
all’idea di cominciare con le danze, mentre Giulio lo fece solo per
inerzia, bloccato per un momento da ciò a cui aveva involontariamente
dato vita e acconsentito. Avevano aspettato solo un suo cenno ed ora
eccolo lì.
“Forse però non
aspettavo altro anche io. Forse non è stato poi così involontario.” E
fissando la mano di Tommy sulla propria, si morse il labbro sentendo
l’eccitazione partita dal tocco di poco prima salire e attraversargli
terribile tutto il corpo.
Non aveva idea di che cosa aveva in mente Tommy, ma sapeva in cosa sperava lui.
“Non avrò un’occasione
migliore di questa per provare ciò che desidero e ciò che credo di
volere. Qualunque cosa proporrà, è lui il mio obiettivo e se mi ha
portato in un posto simile, nonostante ne abbia paura, lo vuole anche
lui. Sta solo cercando un compromesso che sia accettabile per lui.
Fare sesso con me o
avere interazioni erotiche con me in un posto simile, non lo rende
reale. Per lui è perfetto. Può avermi e non sarà mai successo una volta
fuori di qua. Loro due sono un contorno, una spinta. Pensa di avere
tutto in mano e di essere una sfinge, ma in realtà è un libro aperto.
Vuole giocare? Giochiamo. Vediamo chi è che comanda sul serio. Prima o
poi dovrà smettere di scappare. Dobbiamo smettere entrambi.”
Perché su questo aveva
ragione, entrambi scappavano da qualcosa, Giulio da un lato di sé per
nulla perfetto e controllato e assolutamente poco convenzionale, Tommy
dai legami.