*Ecco il nuovo capitolo. Finalmente la prima lezione di ballo, la prima di una si spera lunga serie visto che nessuno dei due è pane per ostie. Giulio è testardo e severo e Tommy il più lamentoso ed incostante della Terra. Ma da qualche parte si deve iniziare e mentre Tommy impara le posizioni del ballo, è tempo poi di confidenze per Giulio che finalmente riesce ad aprirsi. Non ho mai preso lezioni di ballo per cui sinceramente non ho la minima idea di cosa scrivo in tal senso, comunque spero che sia una lettura piacevole lo stesso. E vorrei ringraziare le persone che stanno leggendo e commentando la fic, sono contenta che cominci a prendere. Buona lettura. Baci Akane*

8. LEZIONI DI BALLO



"Sono in fila
per guardare lo spettacolo stanotte
E c'è una luce accesa,
un violento scintillio
In ogni caso ho provato a dirti
che sarei stato lì ad aspettare"
/By the way - RHCP/


- Questo è il posto che preferisco! - Disse Giulio. Tommy lo guardò ridendo.
- Non avevo dubbi! Ad un ballerino non potrebbe che piacere la sala da ballo! - Giulio andò nell’angolo della panchina dove c’erano degli appendiabiti ed iniziò a spogliarsi facendo impallidire violentemente Tommy che si voltò dall’altra parte, ma visto che l’altra parte era lo specchio non ottenne grandi risultati e per non vederlo denudarsi dovette girarsi ancora squittendo in modo esagerato. Giulio rise.
- Devi abituarti a vedermi mezzo nudo come io ho visto te nel locale. - Disse calmo mentre si toglieva anche i pantaloni come niente fosse.
- Per-Perché? -
- Perché io ballo mezzo nudo! Meno indosso e meglio sto. A volte ballo coi boxer aderenti! - Tommy piagnucolò.
- Non con me, spero! - Giulio ridendo si mise i pantaloni di una tuta che usava per ballare, erano bianchi.
- Ti turbo? - Chiese divertito e con una punta gigantesca di malizia, Tommy si girò come una diva furiosa ed infervorato iniziò a parlare a macchinetta:
- Mi turbi?! MI TURBI?! - Poi vide che Giulio aveva solo dei pantaloni bianchi di tuta morbidi che gli evidenziavano il sedere in modo perfetto e vide che il suo torace era perfetto e scolpito come lo erano gli addominali, e soprattutto era nudo. E vide che si era appena tirato su i capelli in una piccola cipolla sulla sommità del capo, dove riusciva a raccoglierli tutti in modo da farli stare tirati all’indietro. - Ommioddio ti sei tirato su i capelli! Ommioddio stai ancora meglio! No senti, mettiti una maglia! Almeno una canotta! Te la regalo io se non ce l’hai! Ma così... - Giulio, che era anche scalzo, rimase paziente ad osservarlo gesticolare e sproloquiare agitato in modo anche più effeminato del solito, quando lo faceva significava che era a disagio per qualcosa o che voleva nascondere un particolare stato d’animo.
Giulio si mise le mani ai fianchi in attesa e quando Tommy si decise a chiudere la bocca col broncio, lui si inserì autoritario:
- Hai finito? -
- Per ora! - Borbottò seccato l’allievo indisciplinato.
- Capiterà che mi tolgo anche i pantaloni, mi danno molto fastidio quando ballo. Li tengo quando faccio qualche stile contemporaneo vicino all’hip hop, ma se è qualcosa di più armonioso mi servono le linee e sentirmi più libero. - Spiegò pignolo. - Dovrai abituarti ed imparare a guardarmi in qualunque circostanza! - Tommy scosse il capo e salutandolo si avviò alla porta.
- Bene, ci ho provato. ciao! -
- Tommy. - Lo chiamò Giulio senza nemmeno urlare. Il tono usato era fermo e severo, non avrebbe ammesso repliche e Tommy non aveva idea di come, ma sapeva che in qualche modo sarebbe riuscito a riportarlo lì, così sospirando si strofinò il viso ed i capelli ricci lasciati liberi e selvaggi, poi tornò sui suoi passi e Giulio gli indicò l’angolo.
- Ora preparati anche tu! -
Tommy lo guardò come se scherzasse.
- E che dovrei mettermi? Non ho nulla con me! Devo andare a prendere un po’ di completini adatti a... - Non finì il suo inutile monologo che Giulio gli lanciò sulla testa una tuta delle sue. Tommy la prese e rise.
- Ci navigherò! -
- Allora mangia di più! - Sbottò seccato, poi senza aggiungere altro né stare più a sentirlo, già stufo delle sue costanti lamentele su tutto, andò allo stereo ed accese la musica che proruppe superando la sua voce lamentosa. Tommy fece una smorfia, sospirò dieci volte insofferente e poi come se facesse un enorme sforzo si decise a togliersi tutto e mettersi la sua splendida tuta bianca anche quella. Evidentemente Giulio usciva nel mondo vestito di nero e ballava vestito di bianco.
“Poco autistico, eh?” Pensò fra sé e sé ironico.

- Ok, prima. - Disse Giulio seduto a terra davanti allo specchio a gambe incrociate. Tommy gli dava le spalle perché odiava guardarsi allo specchio. - Tommy, guardandomi. Così vedi se sbagli. - Tommy allargò le braccia.
- Tanto so che sbaglio! -
- Tommy! - Lo richiamò. Era stato capace di richiamarlo anche dieci volte di fila senza stufarsi, Tommy aveva iniziato a dargli retta solo perché altrimenti avrebbe iniziato ad odiare il proprio nome.
- Cambierò nome! - Brontolò a denti stretti girandosi verso Giulio e lo specchio.
- Ok, posizione, - Disse Giulio severo. Tommy sbuffò e svogliato si mise nella posizione che gli aveva insegnato, ovvero con la schiena dritta e la testa alta, le braccia lungo i fianchi. - Prima. - Continuò Giulio.
Tommy sempre sbuffando si mise in prima posizione.
- Seconda. - Tommy fece. - Terza - E proseguirono tutte le posizioni insegnate.
Alla fine, dopo che le ebbe fatte tutte. Giulio annuì e batté le mani concludendo la lezione, come se avesse raggiunto un enorme traguardo.
- Ok, grazie. Alla prossima. Vorrei che ripassassi le posizioni per non dimenticarle. Abituati a mantenere sempre la posizione principale, mi raccomando. So che sembra una sciocchezza, ma schiena dritta e testa alta ti dà un’altro tono e affronti la vita diversamente. - Tommy scoppiò a ridere pensando che fossero solo sciocchezze. Aveva già perso la famosa posizione abbassando le spalle.
Giulio alzò gli occhi e si mise in piedi dirigendosi all’angolo del cambio, quando lo vide Tommy lo rimproverò.
- Ehi, come! E tu? - Giulio lo guardò stupito della sua esclamazione.
- Io? -
Tommy lo punto deciso indicando il centro della sala come se stesse imitando Madonna durante uno show.
- Io per un’ora e mezza ho imparato le maledette posizioni, e comunque quello non è ballare, ma ho deciso di non lamentarmi troppo almeno all’inizio! - Giulio scoppiò a ridere piegandosi in due di proposito.
- Come?! Non troppo?! Un’ora e mezza per imparare solo le posizioni ti sembra di aver lavorato bene? - Tommy lo fulminò odiandolo quasi più di sé stesso.
- Senti, signor puntiglioso! -
- Ti avevo avvertito che ero un maestro severo! -
- Severo non si avvicina nemmeno lontanamente! -
- E questo non è niente! Se tu non ti sei lamentato troppo oggi, io non sono stato abbastanza severo ancora! - Replicò sicuro di sé Giulio prendendo un asciugamano e lanciandoglielo.Tommy lo prese e lo sventolò come se fosse una frusta.
- Ok, bene! Daremo il nostro peggio e ci uccideremo e ti avrò dimostrato che questa cosa del ballo era una pessima idea come sostenevo! COMUNQUE! - Sbraitò isterico e teatrale. - Mi hai promesso Lady Gaga! - Concluse riprendendo la posizione insegnata, il mento alto, gli occhi in sfida.
Giulio lo guardò stupito della sua tenacia e soddisfatto della posizione da ballerino, finalmente.
Così solo per questo e non per premiarlo, decise di accontentarlo, ma a modo suo.
- Per quello che mi hai chiesto devo prepararmi e poi lo devo rielaborare perché quell’esibizione nello specifico era con un corpo di ballo intorno che mi aiutava con gli oggetti ed i costumi e trucchi di scena. Lo farò, ma mi serve un po’ per ripensarlo. - Tommy fece il broncio e perse la posizione incrociando le braccia al petto mentre si abbracciava l’asciugamano e guardava altrove.
- Non mantieni la parola, eh? Bravo! -
- La farò quando mi darai soddisfazioni! Sarà il premio per il tuo impegno! - Tommy lo guardò interessato.
- Con il trucco? - Giulio annuì. Non capiva perché ci teneva tanto al trucco.
- Con il trucco. - Tommy accettò facendo comunque il broncio.
- Ma quindi non ti vedrò ballare oggi? Ero venuto solo per questo! Ho sopportato un’ora e mezzo di soprusi solo per quello! - Piagnucolò col broncio battendo il piede per terra con fare infantile.
Giulio rise e scrollò le spalle andando allo stereo.
- E va bene, un ballo te lo farò. Ma non Lady Gaga. Quello sarà un premio speciale! - ripeté deciso. Tommy si rianimò subito felice e saltellando si mise davanti allo specchio, al centro, sedendosi per terra con l’asciugamano sulla testa.
- Andrà bene anche Katy Parry o Rihanna! - Rispose convinto. Giulio rise gettando la testa all’indietro e la scosse lanciandogli il telecomando e ordinando di farla partire quando glielo diceva lui, si portò da una parte della sala e si mise in posa per un’esibizione speciale.
Le note veloci di By the way dei Red Hot Chili Peppers iniziarono con il suo permesso e da lì in poi Giulio portò Tommy in un viaggio senza ritorno, mentre seguendo la musica che da melodiosa diventava forte e  veloce cambiando intensità e stile d’esibizione, raccontando e mostrando una storia che si svolgeva davanti agli occhi di Tommy.
Un Tommy a bocca aperta che non pensava un ballo dal vivo potesse essere tanto coinvolgente ed incredibile.
Ma forse ad essere incredibile era lui con quei pantaloni morbidi e bianchi che volteggiava passando dal leggero all’intenso e violento insieme alle note della canzone rock.
Solo quando finì a pochi centimetri da lui, con gli occhi sui suoi, come lo erano stati tutto il tempo, come se ballasse solo ed esclusivamente per lui, come se tutto il suo mondo in quel momento fosse Tommy, si rese conto di non aver quasi per nulla respirato.
Dopo che la musica si fermò, rimase il silenzio qualche secondo per poi ripartire con un’altra canzone di una playlist rock su cui evidentemente si era esibito o che gli piacevano e lo ispiravano.
Giulio si sollevò e tolse la posizione finale allungandosi verso di lui, seduto a terra allo stesso modo, gli prese il telecomando di mano e chiuse lo stereo lasciando che di nuovo il silenzio li avvolgesse.
Tommy lo guardava senza parole, a bocca aperta, il viso meravigliato e shoccato.
- Ti è piaciuto? Ti viene voglia di fare cose del genere anche a te? - Giulio non pensava che il ballo fosse la sua vocazione, ma era vero che Tommy era portato perché aveva musicalità e muoveva bene il suo corpo a dispetto delle posizioni sgraziate che adottava sempre.
Tommy però non sentì la seconda domanda, solo la prima ed emozionato annuì senza riuscire ancora a parlare. Giulio sorrise soddisfatto di avergli procurato un’emozione, che era quello che contava per i ballerini. Poi gli prese il lembo dell’asciugamano che gli stava ancora sulla testa, lo sfilò e si asciugò il sudore dal viso e dal collo.
Per un momento aveva pensato di fargli Zombie, ma non sapeva come avrebbe potuto reagire vedendola. Decise di prendersi ancora del tempo prima di mostrargliela, poi dopo averlo osservato attentamente con un’espressione indecifrabile delle sue, decise di fare lui un passo in avanti e cominciare ad aprirsi.
- Sai, ho iniziato a capire che avevo qualcosa che non andava quando mi sentivo obbligato a provarci con le ragazze. Quando ne vedevo una che si interessava a me e pensavo che era bella e brillante e simpatica e che doveva per forza piacermi. Così mi dicevo che dovevo provarci anche io e lo facevo ma sentivo che ogni volta era un obbligo, non un vero piacere, una vera voglia. - Tommy si dimenticò del ballo appena visto e catalizzò la sua attenzione su quegli occhi azzurri cupi e chini verso il basso. L’asciugamano intorno al collo, il torso nudo lo distraeva, ma il viso non era da meno, specie coi capelli così raccolti un po’ disfatti per il movimento appena fatto. Stava ancora meglio con le imperfezioni, si disse shoccato.
- Ma ho capito che davvero qualcosa non andava quando fare sesso è diventato sempre più un dramma, fino a che sono diventato impotente. Ero convinto d’avere un problema fisiologico, ma poi ho visto per sbaglio miei due compagni di gruppo fare sesso, due ragazzi che evidentemente facevano coppia. Lì mi si è aperto un mondo. Non ho mai avuto problemi con i gay, anzi, l’ho sempre vissuta bene la questione omosessualità in generale. Sempre convinto che l’uomo non deve essere alpha per essere tale. - Giulio si prese l’asciugamano e se lo mise sulla testa, prima di coprirsi il viso si sforzò di completare la confessione, ma era davvero faticoso, stava facendo violenza su di sé, sentiva di starsi strappando a forza le corde vocali, ma non si sarebbe interrotto. Dopo aver ballato ce la poteva fare. Dopo aver visto l’emozione pura nel viso di Tommy.
- Il fatto è che mi sono eccitato guardandoli, mi è venuta una bella erezione... - Giulio fece per sorridere deridendosi imbarazzato, poi si bloccò, la voce si incrinò e prese un bel respiro, strinse gli occhi che gli bruciavano. Quanto dura era? - Ho capito che il problema era che sono gay. Ma dal capirlo al sapere cosa fare il passo è bello grande. Specie perché ci ho messo molto anche solo a dirlo a me stesso. - Giulio non sarebbe più riuscito a parlare, si sentì andare a fuoco e si coprì il viso col resto dell’asciugamano che calò sul viso. Era dura, era davvero dura fare quella cosa.
Si sentiva un’idiota per mille motivi. L’aveva capito a ventotto anni, anzi l’aveva rifiutato per ventotto anni, e nonostante ora l’avesse finalmente ammesso ne scappava ancora e non sapeva come fare. Aveva provato a vivere quel suo lato, ma non ci riusciva proprio, sentiva di averne bisogno, sentiva di starsi consumando in qualcuno che non era vero, non del tutto.
Tommy colpito dalla sua confidenza, senza rifletterci e con una dolcezza spontanea, si infilò sotto l’asciugamano e rimanendo coperto come lui, appoggiò la fronte alla sua, gli sorrise triste e dolce alla sua tipica maniera sincera, quando non riusciva proprio a mascherare quel tocco di dolore interiore che provava sempre. Poi disse piano:
- Sei più bello imperfetto. Non nascondere quelli che pensi siano difetti, perché in realtà non lo sono. Essere gay non è un difetto e non è un problema. Non sei l’unico e non sarai l’ultimo, molti prima di te lo hanno superato ed è stato difficile per tutti. Ce la farai anche tu. - Giulio sorrise sentendosi più forte, sentì le lacrime sulle ciglia con uno strano senso di liberazione mentre gli venne in mente che lui da piccolo aveva consolato Tommy in quello stesso modo così tante volte, che vederlo fare a lui ora era strano ed appropriato allo stesso tempo. Quasi normale.
- Sei il primo a cui l’ho detto l’altro giorno e sei il primo a coi ho raccontato bene tutto ora. - Tommy intuì che non faceva sesso e non aveva un orgasmo da molto tempo, probabilmente anni. Gli sembrava impossibile che uno così bello e apparentemente perfetto potesse avere quel genere di problemi e per essersi deciso ad affrontare in qualche modo la situazione doveva essere stato davvero disperato.
- Non devi correggere niente di te lo sai questo, vero? - Giulio sorrise con un piccolo sforzo, gli occhi rossi gli bruciavano, ma annuì anche se non l’aveva pensato davvero. - Piano piano riuscirai ad approcciarti ai ragazzi e a baciarli e farai anche il miglior sesso della tua vita, devi solo darti tempo di prendere confidenza con l’idea che sei gay. Non è facile farlo ora dopo ventotto anni. Da adolescenti è più facile, lo accetti più facilmente perché gli ormoni ti fanno impazzire e prima di capire stai trombando con un altro più grande di te che approfitta della tua checcaggine e del tuo bisogno di cazzi. - La descrizione personale di Tommy del tutto spontanea, fece ridere Giulio che allentò la tensione e riuscì a togliere l’asciugamano dalla testa e staccarsi dalla sua fronte. Riuscì anche a non piangere davvero.
- E quello è facile? - Chiese assecondando i suoi toni sdrammatizzanti. Tommy alzò le spalle come una diva e guardò in alto facendolo apposta.
- Oh, non è poi così grave come sembra! All’inizio è traumatico, ma poi almeno non ci devi pensare molto perché l’hai già fatto. - Spiegò Tommy ridendo mentre Giulio, più leggero, si alzava per primo tendendogli la mano. La prese e si ritrovò in un attimo fra le sue braccia nude, decisamente nude come lo era il suo torace forte e non più sudato.
Tommy spalancò la bocca e aprì le braccia irrigidendosi.
- Grazie. - Mormorò Giulio stringendolo forte anche per lui che non osava mettergli le mani addosso. Alla fine gli concesse un veloce ‘pat pat’ sulla spalla e tornò a respirare solo quando Giulio ridendo lo lasciò andare.
Era convinto ci marciasse con le sue scene ad ogni approccio con lui, non poteva davvero avere tutti quei problemi d’eccitazione. Non aveva idea che al momento aveva anche un’erezione sotto la tuta che gli aveva prestato. Tommy benedì la taglia enorme in cui navigava e decise che sarebbe andato a casa con quelli per non svelare il misfatto. Quella collaborazione era sempre più complicata.