*Ecco un altro capitolo. Le lezoni di danza continuano e sembrano andare abbastanza bene nonostante le apparenze e i tentativi di Tommy di boicottaggio. Però qualche spiraglio inizia a vedersi e Giulio capisce di dover continuare su quella strada. Però prima o poi arriva anche per lui l'ora di mettersi alla prova e Tommy ha giusto un'idea perfetta, che però la vivremo nel prossimo capitolo. Oggi si balla ancora e ci si aggancia emotivamente. Grazie ancora a tutti quelli che leggono ed in particolare chi mi commenta. Buona lettura. Baci Akane*

9. ENTRANDO IN PUNTA DI PIEDI



"Sanguiniamo
Come è tragico questo gioco?
Girati, Tengo stretto qualcuno
Ma l’amore è finito
Portando il peso, con le ali che si sentono come di pietra
Sapendo che siamo quasi caduti finora
E’ difficile da dire"
/Skin - Rag N Bone Man/


Giulio lo aspettava sulla porta d’ingresso, seduto mentre guardava Rudy correre sulla neve felice come una pasqua.
Tommy arrivò allegro e lo salutò come se nulla fosse, ma appena notò la mancanza di sorriso di Giulio avvolto nel suo bel piumino nero che gli calzava a pennello, capì che doveva essere arrabbiato con lui e allargando le braccia gettò teatrale la testa all’indietro.
- E andiamo, quanto ritardò sarà? Dieci minuti? -
- Mezz’ora, Tommy. Se si concorda su un orario lo si rispetta! - Tommy rise e prendendo un po’ di neve da una pianta gliela lanciò schernendolo.
- Suvvia, non fare una tragedia! Sono qua, no? - Evitò di dire che aveva pensato di marinare l’incontro. Giulio non sorrise, non si mollò, si alzò e scuotendo la testa scontento entrò in casa senza dire nulla.
Tommy sbuffò e liberando Eric che si unì a Rudy per il giardino, seguì il severo maestro dentro casa.
- Un caffè caldo? - Tentò Tommy immaginando la risposta.
- Hai preso i completi per allenarti? - Chiese ricordandosi il dramma del primo incontro, mentre in tutta risposta scendeva le scale ignorando completamente la richiesta del caffè. Tommy decise di non tirare la corda e sollevando la borsa vittorioso allargò le dita in segno di vittoria.
- Per questo ho fatto ritardo, non sapevo decidermi su cosa prendere e... - Giulio però per nulla interessato iniziò subito a cambiarsi rimettendosi i suoi famosi pantaloni bianchi e alzandosi i capelli sul capo, sempre rigorosamente serio.
- Vuoi un applauso? - Chiese monocorde, poi indicò l’angolo del cambio.
- Sbrigati. - Tommy fece una smorfia e svogliato si diresse alla panchina gettando il piccolo borsone mentre Giulio iniziava il riscaldamento tipico dei ballerini allungando i muscoli, distraendo così Tommy che ci mise molto di più a cambiarsi e indossare il suo nuovo completino rosso di cui andava molto fiero.
- Ho scelto il rosso perché così mi dà energia e voglia di fare! Mi sta bene? - Chiese cercando entusiasmo, Giulio in risposta accese la musica mettendola come sottofondo in modo che si sentisse la sua voce.
- Comincia a riscaldarti, fai come faccio io. - Disse senza notare la sua graziosa fascia in fibra sempre rossa che si era legato intorno alla testa per raccogliere lo scarso sudore che fin ora gli era sceso per la mancanza di movimento eccessivo.
Un’ora e mezza per imparare le posizioni non l’aveva fatto sudare, ma Tommy era ottimista e contava di ballare, finalmente.
Giulio gli fece invece ripetere le posizioni che ricordò per metà, perciò la prima mezz’ora andò solo per rimettersi in pari con la prima lezione, il resto dell’ora la occuparono con l’uso della sbarra e per imparare sempre posizioni e movimenti di base.
- Oh andiamo, solo questo? Ancora?! Ma non balleremo mai? Che senso ha? - Si lamentò vedendo che dopo la sbarra c’erano altre nozioni sui movimenti da imparare, cose statiche e per nulla interessanti.
Giulio gli camminò intorno correggendogli la posizione di braccia, gambe, testa, busto, spalle e sedere, dopo avergli messo le mani ovunque ed averlo fatto rabbrividire dalla testa ai piedi, rispose severo:
- Per prima cosa devi imparare grazia ed equilibrio e devi far tue almeno un po’ le linee. Se mentre fai questo... - Così dicendo volteggiò come una libellula girando su sé stesso per poi atterrare con le braccia larghe e le gambe piegate: - tu invece fai questo... - Così dicendo corresse la posizione finale ammosciando ogni parte del suo corpo diventando grottesco: - è semplicemente orribile. La sola e semplice posizione che il corpo mantiene anche da fermo, non solo in movimento, cambia drasticamente la visione ed il risultato di qualcosa. E tu, caro Tommy, sei sgraziato da morire! - Tommy lo guardò incredulo che lo offendesse tanto e perdendo la posizione fu rimproverato da Giulio che pensando di prendere una frusta lo schiaffeggiò sul sedere con forza facendolo ululare forte.
- CAZZO GIULIO! PASSIAMO AL SADOMASO ORA?! -
- POSIZIONE! - Tuonò l’altro invece girandogli ancora intorno mentre Tommy doveva tenere una delle posizioni famose indicate con le braccia sollevate.
- SÌ MA NON SERVE ESSERE VIOLENTI! - Gridò Tommy che faceva di tutto all’infuori di quel che voleva Giulio. Questi gli diede un altro schiaffo.
- MANI, DITA, MENTO! IL MENTO TOMMY! SOLLEVA QUEL MENTO E CHIUDI QUELLA BOCCA! SGUARDO FIERO E NON FURIOSO! - Tommy sgranò gli occhi e lo guardò volendo mangiarlo, ma Giulio si fermò davanti a lui e con un dito gli sollevò il mento, poi con le mani gli raddrizzò il viso e gli indicò di guardarlo.
- Smettila di lamentarti e fai quello che dico! Se invece di lamentarti esegui, le lezioni passate sui fondamentali si accorciano! - Continuò morbido prendendogli le mani e correggendogli le dita. - Il movimento continua fino alle unghie. - Per Tommy sentire il suo tocco addosso non era facile, lo distraeva molto.
- Mi fa male il culo, ora! - Brontolò Tommy.
- Chiudi. La. Bocca! - Ripeté scandendo bene, lo sguardo severo e gelido.
- Dio, come sei insopportabile!  - Proseguì come se non avesse detto nulla.
- Te l’avevo detto! - Tommy sbuffò. - Finché non fai quel che dico non passiamo ad un altro fondamentale. - Tommy sbuffò ma si decise ad accontentarlo.
Giulio sorpreso lo guardò, finalmente era perfetto.
- Mantienila un paio di istanti e memorizza bene ogni muscolo, ogni parte del corpo. Inizia dalla testa, persino gli occhi, la fronte, tutto di te. Scendi sul collo, senti come è teso e dritto. E vai sulle spalle, sulle braccia, le mani, le dita. Senti tutto, incidilo nella memoria. Questi sono i dettagli che fanno di un’esecuzione una buona esecuzione. -Tommy non disse niente, ma cercò di memorizzare bene concentrandosi sulle sue parole e quindi su quel che significava.
Trovò addirittura rilassante, ad un certo punto, scendere condotto dalla sua voce su tutte le parti del suo corpo.
Per un momento riuscì a dimenticare il mondo là fuori, la sua vita, sé stesso. Per un momento c’era solo il proprio corpo nella posizione che secondo Giulio era perfetta. E guardandosi allo specchio, cosa che fino ad ora aveva accuratamente evitato anche se ci era davanti, si trovò bello. Bello per la prima volta.
Giulio, in parte, notò quella luce di soddisfazione nel suo sguardo e ne fu contento. Dopo un’ora e mezza di lamentele e disastri e voglie di ucciderlo, finalmente collaborava. Un risultato, uno solo soddisfacente. Ma quello gli diede conferma che ne valeva la pena.
Tommy si stava trovando bello e sicuramente era così per la prima volta.
- Adesso mantenendo le forza in ogni fibra del tuo corpo, senza abbandonare la modalità che hai assunto, mantenendo le linee, come se una corda ti passasse lungo braccia, tronco e gambe, prendi uno slancio e gira su te stesso. - Tommy non disse che non era capace e non poteva farlo.
Lo fece ascoltando le sue indicazioni e prima di rendersene conto, riuscì a girare su sé stesso.
Concluse cadendo storto e perdendo tutta la grazia e l’eleganza, ma Giulio applaudì lo stesso.
- Per oggi è tutto. La prossima volta inizieremo a muoverci e cominceremo dai giri. Non sei andato male. - Disse morbido mentre andava a prendere un asciugamano e a tirarglielo.
- Ho finito come una pera marcia! - Esclamò scontento Tommy rimanendo in mezzo dove l’aveva lasciato. Giulio sorrise incoraggiante, cambiando completamente dal maestro insopportabile e severo che l’aveva addirittura picchiato.
- Imparerai a concludere bene. Ci lavoreremo la prossima volta. - Mentre lo diceva, Giulio si toglieva i pantaloni rimanendo con degli shorts aderenti che sembravano tanto dei boxer in micro fibra.
- Che-che diavolo fai? - Chiese Tommy fissandolo nel panico.
- Il balletto conclusivo. - Rispose Giulio tranquillo andando allo stereo per mettere la canzone che aveva deciso prima.
- M-m-ma nudo io non... - Giulio gli tirò il telecomando e gli indicò severo lo specchio.
- Zitto e mettiti lì! - Tommy voleva ribattere come sempre, ma il suo tono sembrava troppo convinto, così terrorizzato dalle proprie reazioni ed incapace di guardarlo, si sedette contro lo specchio a gambe incrociate, l’asciugamano sul bacino a nascondere pericolose e probabili reazioni ‘basse’.
Quando Giulio fu in posizione, e quelle sì che erano belle, altro che le proprie da marionetta senza fili, gli fece un cenno e lui fece partire la canzone che cominciò con un pianoforte.
Skin di Rag ’n Bone Man fece il suo ingresso nello scenario subito magico e delicato, la voce profonda penetrò Tommy insieme allo sguardo delicato e dolce con cui sbocciava dalla posizione raccolta e mentre le note proseguivano leggere e melodiose, Tommy capì perché nudo era meglio.
Non si rese conto di non eccitarsi, rimase meravigliato mentre i brividi lo percorrevano e quando Giulio si carezzò la pelle gli parve di sentire lo stesso tocco addosso, sentì i peli drizzarsi sulla pelle e un’ondata di calore, ma non eccitazione, invaderlo.
La conclusione Giulio la fece davanti a lui con le mani che sulle spalle scesero lungo le braccia a carezzarlo come prima l’aveva fatto su di sé e Tommy dimenticò di chiudere la bocca e mascherare quell’emozione viva e tangibile. Trasportato in un altro mondo, colto impreparato, senza rendersene conto aprì le mani e cercò la presa con le sue, Giulio interagì ancora e gliele prese, poi con l’ultima nota della canzone appoggiò la bocca sulle loro dita unite, spegnendosi, rimanendo fermo per un paio di istanti, con forza e grazia nonostante fosse tutto finito. Lasciando che il sogno rimanesse su Tommy ancora un po’.
Tommy che di nuovo voleva piangere, ma che cercava di non farlo.
Quando Giulio alzò la testa rimanendo accucciato davanti a lui, vide che era ancora in estasi e colpito da quanto visto e vissuto gli strinse ulteriormente le mani sorridendo, poi gli prese anche il viso fra le stesse mani che l’avevano appena fatto impazzire e con un dolce sorriso gli baciò la guancia.
- Grazie per esserti fatto trasportare. - Mormorò. - Ballare per te è sempre bellissimo. - Tommy ora sentì quell’erezione salire prepotente, ma la ignorò e imbarazzato avvampò chiudendosi in sé stesso, stringendo le ginocchia contro il petto ed abbracciandole sperando di sparire.
- Io ho solo guardato, non ho fatto nulla. - Giulio prese l’asciugamano abbandonato da Tommy e sedendosi davanti a lui si asciugò il collo ed il viso.
- Non è così. Tu ti apri mentre io ballo e mi permetti di prenderti e portarti con me, vivi quello che ti mostro. È uno scambio equo, grazie a te la mia esibizione diventa reale. Per chi balla è una sensazione bellissima, cambia molto. - Tommy era ancora in fase sognante del tutto incontrollato, infatti non faceva nemmeno l’effeminato per mascherare le proprie emozioni.
- Starei ore a guardarti ballare, se è per questo. - Giulio sorrise ancora decidendo che poteva tenere duro e continuare per quel Tommy, il Tommy che ogni tanto si decideva ad essere vero e togliersi di dosso tutte quelle maschere di dosso che passavano dal lamentarsi su tutto al marcare ogni atteggiamento che adottava. Per questo ne valeva la pena. Erano momenti brevi, istanti, ma se poteva tirargliene fuori sempre più, poi ne sarebbe valsa la pena.
- Prima, per un momento, ti sei piaciuto, vero? - Disse poi trovando quel momento confidenziale perfetto. Tommy se ne ricordò e si vergognò di sé tornando alle solite vecchie maniere.
- Devo essere stato posseduto dallo spirito di qualche dio del ballo, chissà se succederà ancora? - Il tono era di nuovo di quelli leggeri e Giulio decise di lasciar perdere, alzandosi ed andando a cambiarsi.
- Puoi fare la doccia se vuoi, c’è un bagno qua sotto. - Tommy spalancò gli occhi e saltò subito in piedi come una molla.
- Non esageriamo, non siamo mica sposati! - Esclamò scherzando in modalità checca. Giulio rise.
- Guardarti ballare mezzo nudo su un cubo non era un preliminare? - Tommy ridendo si rivestì rifiutandosi categoricamente di farsi la doccia nella sua stessa casa. Già vederlo ballare in quelle condizioni era complicato, figurarsi se si infilava nella stessa doccia dove anche lui stava nudo e si lavava.
“Ho bisogno di trombare, questo qui mi mette in subbuglio i bollenti spiriti!” Pensò fra sé e sé e mentre si rivestiva e lo pensava, un’idea gli balenò:
- Perché non andiamo a rimorchiare insieme? - Giulio per poco non cadde mentre si dirigeva verso la porta, Tommy si affrettò a spiegare: - Cioè io rimorchio e tu respiri l’aria dei gay! Andiamo in un locale normale, niente di libidinoso. Conosco il posto giusto frequentato da gay, ma con il tacito patto di non fare le puttanelle. Lì ci va la gente che vuole conoscere seriamente qualcuno, poi probabilmente tutti si limitano a scopare e basta, ma sono sicuro che sia adatto a te. Oggi ho la sera libera, perché non vieni? Solo per vedere altri come noi, vedere che succede se uno si interessa a te o magari se ti piace qualcuno... così... - Tommy la corresse bene e più parlava, più era convincente.
Giulio si fermò e sospirò consapevole che probabilmente se ne sarebbe pentito, ma col cuore in gola decise di accettare.
- Ok, facciamolo. - Tommy era preparato ad un rifiuto, si era immaginato di dover faticare per convincerlo, invece era andata bene. Lo guardò sorpreso e poi con un bel sorriso, meno malinconico dei suoi soliti, gli diede appuntamento per la sera sotto casa sua.
- Mi prometti niente spogliarelli? - Disse accompagnandolo fuori mentre ci ripensava ancora. Tommy rise.
- Vuoi dire che i miei sculettamenti ti dispiacciono? - Giulio mascherò bene il suo imbarazzo e sorrise:
- Beh no, ma mi distraggono dalla parte che preferisco... il cervello! -
- Sei uno zombie che mangia cervelli? - Se si trattava di scherzare per mascherare imbarazzi o scomode verità, Tommy era il numero uno.
- Mi hai scoperto! - Rimase al gioco Giulio lieto che l’avesse assecondato, capendo che nemmeno per lui era facile ammettere certe cose.
- Ma tu sei troppo carino per essere uno zombie. - Concluse poi dimenticandosi di dover scherzare.
- Sono bravo col trucco! - Rispose Giulio accarezzando Eric mentre Tommy gli agganciava il guinzaglio alla pettorina. Tommy perse lo scherzo del tutto e con un sorriso strano, disse:
- Riusciremo a disfarcene, vedrai. - Ma Giulio non sapeva se voleva davvero.