CAPITOLO V:
DICHIARAZIONE DI GUERRA

/I like the way you move - Bodyrockers/
Come poteva un ragazzo ispirare sesso puro limitandosi semplicemente a suonare il basso?
Era risaputo che quello strumento nello specifico tendeva ad essere di per sé sensuale in un certo qual senso, se lo si sapeva adoperare a dovere si otteneva un risultato degno, eppure lì non fu solo quello.
Jake, quando suonava, specie in pubblico, dava il meglio di sé in un altro senso rispetto a Bill che si scatenava e diventava più matto di sempre esternando tutto quello che aveva dentro, fino a sentirsi male.
Il giovane dai capelli biondi rasati corti era sexy di natura, quindi suonando accentuava ulteriormente questo suo lato; del resto era la logica: se uno ha follia da esternare, nella propria passione tira fuori quella, se uno ha la disperazione, disperazione uscirà, così come per la rabbia e qualunque altro sentimento o essenza.
Ma se uno aveva la sensualità in ogni cellula di sé, cosa mai poteva mostrare facendo ciò che gli piaceva?
Accentuando di un milionesimo quel suo aspetto, cosciente o meno, tutte le ragazze e i gay del locale, erano a sbavare indecentemente per lui!
La sua tradizione, poi, era per giunta quella di suonare sempre a torso nudo, cosa di cui andava profondamente fiero così come tutto il resto, a partire dal fondoschiena!
Preso dalla musica, immerso nelle note che creava insieme ai suoi amici, trasportato dalla voce coinvolgente di Bill, la pelle brillava lucida sotto le luci ad intermittenza che puntavano sul gruppo, le goccioline percorrevano le sue linee muscolose solcando i tatuaggi che c’erano. I jeans stessi gli stavano come una seconda pelle, appiccicati alle gambe tese che si muovevano a ritmo di musica. Il viso abbandonato e concentrato allo stesso tempo, preso nella melodia potente e rigenerante, i suoi lineamenti sexy parlavano per lui e tutto di sé sembrava godere nel fare ciò che faceva e forse più di tutto nel ricevere gli sguardi adoranti di tutti gli altri intorno, tutti quelli che lo desideravano e lo ammiravano pieni di un amore fasullo o di un invidia profonda.
Gli occhi chiusi, la testa all’indietro, le labbra ben disegnate che ogni tanto venivano leccate dalla lingua.
Ci stava bene lì in mezzo.
Dannatamente bene.
Tutti lo guardavano, tutti lo volevano, tutti lo bevevano con lo sguardo. Sentiva ogni sentimento che lo colpiva riscaldandolo ed inebriandolo; era lontano dal mondo, su una pedana altissima ammirato ed acclamato; percepiva il desiderio di far sesso con lui, quell’istinto, quella speranza di essere posseduti…
Si sentiva il loro Dio ed anche se razionalmente sapeva che esagerava e che non erano lì solo per lui, bensì anche per Bill e Tray e le loro canzoni, per lui era impagabile quella sensazione.
Riusciva a dimenticare di essere in realtà solo un semplice essere umano come tanti, né più né meno.
Lì riusciva ad essere davvero speciale e non solo a sentirsi tale!
Erano mille brividi che lo attraversavano, era poter perdersi nella musica, era poter esprimere sé stessi senza restrizioni di alcuna sorta, era dare fondo ad ogni angolo interiore ed esteriore ed essere grandi, il massimo, la perfezione pura e solo per fare ciò che amava.
Era essere importanti per qualcuno.
Era essere amati per quello che si era e si faceva.
Era essere cercati anche senza sforzarsi.
Era essere vivi e stare semplicemente bene.
Jake avvicinava questo stesso stato generale mentre faceva sesso, però non era proprio uguale ad un concerto.
Con il basso in mano, i suoi amici che suonavano con lui, creare qualcosa, fare musica, piacere ad altre persone, sentire le loro grida, gli applausi, le voci che cantavano, pensare che un domani sarà stato un milionesimo in più e che tutto quello sarebbe aumentato in maniera spropositata… no, nient’altro era proprio così!
E tutti gli altri che assistevano alle sue esibizioni, si rendevano conto di quanto stesse bene, venivano investiti in pieno dalla sua essenza più vera, sesso allo stato puro perché semplicemente era la stessa cosa che provava lui ma non per un desiderio banale di avere una persona da portarsi a letto. Era qualcosa di più grande e ampio.
Era consapevole che fare tutto quel sesso era solo un ripiego per cercare di ricreare lo stesso stato perfetto che provava durante i concerti, però non capiva cos’era che voleva fondamentalmente.
Cos’è che gli mancava e che otteneva solo suonando in mezzo alla gente?
Era semplice egocentrismo narcisistico?
Era tutto lì?
No, ne era sicuro…
Era ben diverso!
Forse centrava il fatto che era cresciuto con due genitori ricchissimi che stavano insieme per convenienza e non per amore, magari assistere alle ripetute relazioni extraconiugali di entrambi l’aveva segnato. O forse era stato quella loro totale indifferenza nei suoi confronti… quella loro convinzione che sarebbero sempre bastati i soldi per dare la felicità!
Non stava mai ad analizzarsi, non gli piaceva, sapeva solo che gli era sempre mancato qualcosa che invece trovava nei concerti, nella musica ed in parte nel sesso.

/America idiot - Greenday/
Vedendo i Basket Case suonare, Lowell si chiese subito chi mai l’avesse convinta ad andare in quel locale e lo maledisse mentalmente con molta diplomazia ed un paio di parole forbite di cui solo lei conosceva il significato.
Non che la loro musica le dispiacesse o che ce l’avesse con tutti e tre… non erano male a livello musicale e demenza cronica del cantante e del batterista a parte, avrebbe anche potuto assistere al concerto senza quel fastidio da premio oscar, però a rovinarle tutto era stata la visione di quel Jake.
Appena l’aveva visto sul palco a suonare il basso a torso nudo, la prima cosa che si era chiesta era stata: ‘ma non ce l’ha una camicia?’ poi però sentendo le urla bavose delle ragazze lì intorno si era resa conto che quelle invece si chiedevano: ‘ma quando si toglie i pantaloni?’. Così aveva dovuto ammettere che non avevano torto… non era una brutta visione!
Separando l’immagine odiosa che aveva di lui dall’aspetto esteriore, Jake era probabilmente il più bel ragazzo che avesse mai visto e quel fisico perfetto con qualche tatuaggio strategico sopra, non lo si poteva disprezzare.
Però lei proprio non riusciva a lasciar da parte quel caratteraccio così gonfio di sé, lo detestava profondamente per tutto, a partire dalla convinzione di poter avere tutte le donne che voleva solo per il gusto di infilarsi nelle loro gambe e dire di aver posseduto qualcosa.
Era solo un egocentrico narcisista da strapazzo, privo di morale, principi e soprattutto di sostanza!
Era questo che vedeva guardando Jake e la sua bellezza passava in secondo piano.
Lowell era fatta così, non riusciva proprio a considerare prima l’aspetto e poi il resto. Se quel ‘resto’ non le piaceva, poteva essere Mister Universo che proprio non le importava nulla, piuttosto era capace di innamorarsi di uno orrendo solo perché aveva un bell’animo, cosa che infatti aveva fatto.
Però vederlo suonare così preso e coinvolto nella musica, con quella pelle imperlata e i muscoli che guizzavano languidi ai suoi movimenti ritmati, la lingua che leccava spesso le labbra maliziose, quell’aria di natura seducente, non era una vera tortura e proseguendo nel concerto non poté non ricordarsi di quel giorno in cui l’aveva visto nudo a far sesso nei bagni della scuola. Fortunatamente l’aveva visto solo di schiena ma le era bastato visto la visione paradisiaca che le aveva fornito. Si era lontanamente chiesta come diavolo potesse fare sesso con la porta aperta in un posto pubblico, era sembrato volesse farsi beccare di proposito, ma l’ondata di eccitazione nell’essere vista da quegli occhi malefici e sexy, l’aveva colpita come uno schiaffo.
Non l’avrebbe mai dimenticata, quella scena nella quale si era paralizzata a fissare il suo didietro sodo, la schiena tesa, le spalle larghe, le braccia muscolose e l’espressione ironica.
Da allora gli era stata più fortemente alla larga mentre lui a sua volta aveva aumentato ulteriormente la sua corte spietata.
Le dava fastidio, perché non poteva accettare il fatto che lei non lo volesse?
Era anche fidanzata e la mancanza di rispetto per il suo ragazzo la imbestialiva, chi si credeva di essere?
Per principio non avrebbe mai ceduto anche se l’idea di farci sesso l’attirava eccome.
Quello era solo il principe degli stronzi, lei con gente così non faceva proprio niente!
E poi stava bene con Kyle, quindi non c’era proprio storia!

Finito il concerto, del quale perfino la bella Lowell aveva dovuto ammettere con rammarico che era stato effettivamente bello e coinvolgente, la folla spropositata che si era accalcata davanti ai Basket Case, lentamente si diradò uscendo all’aperto per respirare un po’. L’autunno era alle porte ma certe sere era ancora molto caldo, specie se ci si scatenava con la musica.
In molti si fiondarono dai tre musicisti per fare i complimenti durante la loro sacrosanta sigaretta e la sacrosanta birra, tutti più o meno entusiasti; pur volendo un attimo di pace per riprendersi prima di tornare a scatenarsi in altri modi, non mandavano via nessuno e con altrettanta esuberanza ringraziavano per i complimenti, contenti soprattutto che la nuova canzone fosse piaciuta.
I tentativi di sapere a chi fosse dedicata andarono vani e fra un tormento e l’altro, Jake lanciò veloce un’occhiata al di là della file di ragazzine speranzose pronte ad essere l’amica di letto di turno. Come non le vedesse minimamente, gli ci volle pochissimo per individuarla.
Suonando l’aveva appena intravista: una chioma rosso fuoco liscia e perfettamente in ordine. Si era profondamente stupito ma poi se ne era compiaciuto in modo osceno, convinto che fosse un chiaro segno: in realtà anche lei lo voleva, è solo che faceva un po’ la preziosa… sarebbe bastato insistere un po’ e avrebbe ceduto.
Doveva essere bello farlo con lei: una col cervello, sicuramente vergine per di più. Certo, perché non esisteva che quello sfigato con cui stava avesse osato portarsela già a letto!
Andando oltre con la fantasia sfrenata che si ritrovava, pensando che anche se non aveva delle curve mozzafiato di sicuro aveva altri punti a suo favore, sbuffò del fumo che si disperse nell’aria mentre i suoi occhi azzurri la squadravano da lontano a sua insaputa, continuando ad ignorare bellamente tutte le spasimanti che si contorcevano sperando di ottenere la sua preziosa attenzione.
Era anche meglio di come la vedeva a scuola e non pensava potesse essere vero: quella minigonna inguinale di jeans non era da lei che si dipingeva una piena di sostanza, così come quel top senza maniche super scollato che non lasciava niente all’immaginazione.
Sì, doveva ammetterlo… anche se non aveva seno la cosa non contava affatto, specie se si scopriva così.
I sandali dal tacco alto erano in pelle bianchi come la borsetta, i capelli lisci sciolti che ricadevano in una cascata infiammata sulle spalle, mentre gli occhi verdi truccati erano ancor più risaltati, nel complesso la definizione che gli affiorò alla mente fu: ‘bambolina sexy!’
Nata dal fatto che di norma il tipo di bellezza di cui era padrona era proprio quello di una bambolina, con quella pelle di porcellana, il trucco a risaltare i suoi lineamenti delicati e mai un capello fuori posto. Se li avesse avuti ricci sarebbe stata perfetta.
Inoltre aveva stile nel vestire e gli piaceva sempre.
Quella sera, però, era decisamente più provocante del suo solito, quindi da lì la definizione ‘bambolina sexy’, nome che di norma usavano gli spacconi.
Nonostante non disse una parola, si capirono subito le sue intenzioni nel momento in cui puntò Lowell e a Bill non sfuggì.
Circondandogli il collo con un braccio l’attirò a sé, quindi con la sigaretta fra le labbra ghignò:
- Attacca, ci pensiamo noi alle tue rogne! -
Rogne uguale spasimanti appiccicose.
Jake non staccò gli occhi dalla rossa, proprio come Bill, quindi aggiunse senza scomporsi:
- Ce n’è un’altra di rogna! - Non gli servì specificare chi, l’amico capì al volo e posando il boccale vuoto della birra sulla testa crestata di Tray, disse con un certo sadismo:
- Ci occupiamo noi anche di quella specie di moroso che ha alle calcagna! -
Cosa gliene importava a loro di aiutarlo nelle sue manovre sessuali? Normalmente non si intromettevano ma c’erano delle eccezioni per cui si divertivano a dargli una mano.
E poi c’era da dire che lo facevano anche per il gusto di fare un po’ di casino, per combattere la noia, insomma!
Il biondo dai corti capelli rasati buttò il mozzicone consumato, quindi accentuando il suo ghigno malizioso si preparò ad avvicinarsi alla ragazza non appena i due matti che aveva per amici avrebbero fatto la loro mossa.
Con un solo sguardo, Tray e Bill si capirono al volo e mentre il primo si occupò delle ragazzine, Bill si diresse da Lowell e Kyle al balcone del locale a sorseggiare dei drink.
Tray ci mise poco a far scappare le fan, era il più indicato per quel genere di cose perché spaventava chiunque volesse… oppure schifava chiunque lo guardasse!
In quel caso fu più la seconda, visto che piazzandosi davanti a loro mentre Jake scivolava abilmente via, si era messo a dire che era in acqua e che aveva un caldo micidiale… e così dicendo, poi aveva iniziato a spogliarsi davvero!
Solo l’atto di togliersi la camicia e slacciarsi i pantaloni fece immediatamente defilare tutte con degli urletti, fra cui si distinguevano mille: ‘che schifo!’ e ‘vomito!’.
Per lui era facilissima quella missione ed ogni volta si divertiva nel vedere le loro facce scandalizzate, erano impagabili!
Bill dentro al locale, intanto, era arrivato al bancone e posizionatosi proprio vicino alla coppia, aveva chiesto alla barista una birra gigante.
La birra gigante non era fornita nel boccale di coccio, ma era in uno stivale in vetro grosso ed era grande quasi quanto una caraffa!
Aspettando che gliela consegnassero, il moro dai capelli più sconvolti di sempre e il nero sbavato della matita che si metteva sotto gli occhi per andare in scena, nonché visibilmente sudato per la performance scatenata che aveva fatto, si girò verso di loro che lo ignoravano bellamente e come se fosse un loro carissimo amico, li chiamò salutandoli.
I due si voltarono e vedendolo così entusiasta nel parlare con loro, si chiesero cosa mai avesse da fare così. Insomma, Lowell e Bill erano compagni di classe, ok, ma non si erano praticamente mai parlati, ed ora era come se fossero amici d’infanzia!
- Anche voi qui?! Che piacere! Come sono contento… non vi avevo mai visto alle nostre serate! Allora come vi siamo sembrati? - Era consapevole che bene o male da qualche parte dovevano già averli sentiti visto che anche solo nella loro scuola ogni scusa era buona per farli esibire, però con un piano ben preciso in testa fece finta di nulla e continuò per la sua strada, ignorando le espressioni stupite che avevano.
- Bè, per me non era la prima volta che vi vedevo suonare… - Disse allora incerto ma gentile Kyle, un ragazzo anonimo e per niente bello. Dentro di sé una certa contentezza per sentirsi rivolgere la parola da uno così popolare non poteva certo ignorarla, ma cercava di nasconderla.
Sapeva che a Lowell avrebbe dato fastidio!
- Ah sì? Allora cosa ne pensi? - Cominciò a parlare amichevole con lui come niente fosse, dandogli di tanto in tanto anche delle pacche strategiche sulla spalla durante le quali lui arrossiva impercettibilmente contento di tutta quella confidenza.
- Mi siete sempre piaciuti! Siete forti! Fate proprio una bella musica! -
A Bill questo piacque ma doveva essere implacabile.
- E la nuova canzone, cosa dici? - Quello effettivamente gli interessava, quando faceva qualcosa di nuovo si dava pena per fare attenzione ai vari commenti.
- E’ molto bella! Entra subito dentro e poi è carica di sentimenti, sembra di vedere la scena che descrivi, si rimane catturati davvero! Secondo me è uno dei tuoi lavori migliori! - Per questo Kyle salì ulteriormente nella sua scala delle preferenze e sebbene avrebbe avuto la curiosità di sapere ancora cosa pensasse delle sue canzoni, visto che era uno intelligente poteva dargli un altro punto di vista rispetto da quello del resto della massa, quando arrivò lo stivale gigante pieno di birra, Bill scollegò immediatamente il cervello e prima che Lowell potesse percepire il suo piano diabolico, facendolo decisamente apposta, fece finta di scivolare dallo sgabello alto e cadendo rovesciò completamente il contenuto di ciò che aveva in mano.
Tutto addosso al povero Kyle.
Ci fu un momento di silenzio fra i tre, dopo l’ ‘ops’ spudorato di Bill.
Un momento in cui Kyle boccheggiante si guardò bagnato fradicio e puzzolente di birra dalla testa ai piedi, tutti i capelli strafondi.
Crudeltà allo stato puro.
Come avesse perso totalmente l’uso della parola non riuscì a proferirne mezza, quindi bloccato come una statua di sale non fece esattamente nulla.
- Kyle… - Lo chiamo con un filo di voce, titubante, Lowell. Era una reazione un po’ insolita, insomma, uno in una situazione simile un paio di imprecazioni le tira o per lo meno qualcosa dice o fa.
Lui niente.
Shock?
Bill non sentì di certo il senso di colpa ma mentre la rossa lo perforava col suo sguardo color bosco di chi aveva perfettamente capito che l’aveva fatto apposta, cominciò a battergli la spalla amichevole e scusarsi fintamente pentito.
Dentro di sé rideva come un idiota!
Scena memorabile, in effetti.
Fuori Jake ghignava divertito mentre Tray rideva come un indecente rotolandosi a terra.
- Scusami, dai, non l’ho fatto apposta… è che sono troppo corto per questi sgabelli così alti, mi mancavano alcuni centimetri! Dai, vieni in bagno che ti aiuto ad asciugarti. Dovrei anche essermi portato qualche maglietta di ricambio, sai quando suono sudo molto, quindi mi porto sempre il cambio… vieni con me, su! -
E dicendo tutta la manfrina, se lo prese sotto braccio e se lo trascinò al bagno insieme agli ‘scik sciak’ che facevano le scarpe, davanti allo sguardo incredulo di Lowell.
Quello era un demonio, altro ché un pazzo!
Provando immediatamente un insano impulso di sotterrarlo per renderlo ancora più corto, fece per seguirli ma fu subito fermata da una terza figura che si sovrappose fra lei e loro.
Si fermò ghiacciandolo con lo sguardo ma quando vide di chi si trattava, ogni cosa andò al proprio posto e capì tutto.
Jake cominciò con l’aria di chi faceva solo finta di essere dispiaciuto per l’accaduto, in realtà i suoi occhi azzurro vivo dicevano che era tremendamente divertito!
Lei li penetrò coi propri come fossero la cosa più disprezzabile dell’universo e indurendo la propria espressione di norma molto elegante, parlò molto più così piuttosto che usando le parole vere e proprie.
- Sei solo un poveraccio! Te e i tuoi amichetti inetti! Dei veri casi senza speranza, devo dire! Mai nome di gruppo fu più azzeccato! Cosa dovete vincere, un premio per la vostra demenza cerebrale? - Quando lo vide tentare di parlare probabilmente per scusarsi ipocritamente, lei riprese aumentando la foga del suo discorso, andando via via sempre più gelida e sprezzante: - Cosa pensi di ottenere, in questo modo? La mia attenzione? Il mio benestare? Cosa? Potrai essere bello e sexy e fare sesso da Dio, ma ficcati in quel cranio privo di materia grigia, che a me non bastano quelle sciocchezze. Non sei sufficiente per una come me, Principe del Sesso! Ora puoi accettarlo e lasciarci in pace e avrai la nostra gratitudine, oppure rifiutarlo e continuare su questa strada per sottosviluppati, però sappi che da ora prenderò anche io le mie contromosse. E non ti piaceranno! - Jake a quel punto alzò istintivamente le sopracciglia lasciando libera un espressione ironica che parlò per lui, allora Lowell concluse implacabile, come parlasse davvero con uno scarafaggio: - Fidati, menomato di cervello… con me non puoi competere, specie se mi metto d’impegno. E te lo prometto… l’impegno che metterò per eliminarti non l’avrò mai messo per niente, nemmeno per i miei cento centesimi a scuola! -
Jake rimase paralizzato a sentirla parlare in quel modo risolute e freddo, sembrava una sorta di regina dei ghiacci. Non aveva sparato nemmeno una parolaccia vera e propria: era un modo di insultare singolare, specie di minacciare… e usato da una ragazza bella come lei, poi, era la fine del mondo.
Invece di ottenere l’effetto desiderato, la rossa ottenne quello opposto!
- Eliminare? - Chiese scettico quando la vide avviarsi dritta e fiera verso i bagni a raggiungere il suo ragazzo.
Lei si fermò e si voltò a metà, gli occhi verdi scintillanti, superbi, superiori si posarono sui suoi azzurri ironici, maliziosi e scettici, poi parlò gelida e affilata:
- Ci sono molti modi per eliminare qualcuno, senza toglierlo da questo mondo. Te li illustrerò tutti e li proverai sulla tua pelle. E te ne pentirai! -
Una minaccia, una dichiarazione di guerra.
Dopo di ché si voltò e se ne andò proprio come una regina offesa e seccata.
L’immagine che rimase in Jake sarebbe stata indelebile per molto tempo.
La prima ragazza con le palle che incontrava era per giunta bella e intelligente!
Era forse una questione di leggi?
In amore vince chi fugge?
Tratta male qualcuno e quello sarà ai tuoi piedi?
Era tutto lì?
Qualunque cosa fosse stata, Jake non si rivelò poi così originale visto che finì per farsi penetrare da lei come ricevendo un pugno in pieno stomaco.
Il sorrisetto che sfoderò nel vederla sparire nelle toilette, fu quanto più chiaro e semplice.
“Sarà mia!”
Una convinzione, una promessa.
Chiunque dei due avrebbe vinto, una cosa era certa.
Da ora se ne sarebbero viste delle belle.