CAPITOLO VIII:
BUON COMPLEANNO

“Meglio bruciare che spegnersi lentamente!”

/Fuel - Metallica/
E come il Cappellaio Matto direbbe, quello fu proprio un giorno gioiglorioso e lo fu dall’inizio alla fine.
Bé, per i loro canoni!
Il cortile della scuola era pieno di studenti insonnoliti che, più simili a zombie, si trascinavano dentro al cancello lottando con la voglia di scappare da lì per tornare nel proprio letto a dormire, alcuni effettivamente nemmeno si erano sprecati ad alzarsi.
Ma come non mettere piede nel centro di ogni scherzo perfetto?
Quell’oggi i Basket Case avevano particolare motivo per non bigiare, visto il programma che avevano.
- Ma quando diavolo arriva quel cazzone? - Borbottò Tray guardando l’orologio gigantesco in plastica color giallo fosforescente -il colore di quel giorno- che aveva al polso. Era impaziente di iniziare la lista che aveva preparato con tanta cura!
- Si sarà fermato a prendere il suo regalo per sé stesso! - Sminuì Bill ridacchiando mentre tanto per fare qualcosa camminava sulle mani dondolando i piedi per aria.
- Ma così farà tardi! - Si lamentò l’altro che ora fissava il cancello dove molti ragazzi entravano in continuazione.
- Non sta tanto a farsi una tipa! - Certo chiamarle ragazze era troppo carino da parte loro!
- E allora perché non è già qua? - Ma come lo disse, una musica assordante cominciò ad udirsi nell’aria e molti dei giovani lì nel cortile si fermarono per cercarne la provenienza.
Anche Bill e Tray si raddrizzarono alla ricerca di Hells Bells degli AC/DC che continuava ad avvicinarsi come se fosse stato piazzato un mega impianto stereo da concerto proprio lì fuori.
Naturalmente Bill cominciò a cantarla ballando e Tray a suonare la batteria immaginaria dimenticando improvvisamente il ritardo del loro amico, ma quando videro l’auto da cui proveniva la musica le loro facce divennero per un momento da triglie, poi si illuminarono subito come alberi di natale.
Una Audi R8 nera dai vetri oscurati fece magnifico sfoggio di sé.
Quando parcheggiò proprio vicino a loro due, accanto a tutte le altre auto dei professori e degli studenti più grandi, con ormai tutti i presenti lì fuori fermi a fissarla a bocca aperta incuriositi di sapere di chi fosse, si abbassò il vetro e dal finestrino spuntò niente meno che Jake.
Il ragazzo si arrampicò senza aprire la portiera e dopo essersi seduto, saltò fuori lasciando lo stereo acceso a quel volume assordante.
Il suo sorriso più smagliante che mai con addosso un nuovo completo alla moda firmato Armani che evidenziava il suo bellissimo fisico da urlo.
Gli occhi azzurri brillavano di luce propria e guizzarono sui due amici che a bocca aperta guardavano increduli il gioiellino che aveva dietro.
- Ma dai… non dirmi che ti sei fatto un regalo simile… - Disse ancora shockato Tray. E Tray shockato equivaleva a qualcosa di unico e raro!
- Il regalo di compleanno dei miei! - Jake lo disse trionfante accarezzando fiero il suo cucciolo lucido e brillante.
- I TUOI?! - Fece allora Bill più stupito per quella notizia che per la macchina in sé. - Cioè, i tuoi si sono ricordati del tuo compleanno e ti hanno fatto un regalo?! - Il biondo sorrise ammiccante con la sua perenne aria sadica e rispose come nulla fosse:
- Li ho beccati in una festa di scambisti proprio in casa nostra. Pensavano che non tornassi a casa a dormire, avevano capito che fossimo ad un concerto fuori regione. -
- Ah ecco… dovevano farsi perdonare… non era per il compleanno! - Fece Tray ripresosi dallo shock e già salito dalla parte del passeggero per sentire quanto comodo fosse quel sedile in pelle.
Bill rise fiondandosi dentro, anche lui dal finestrino ma dalla parte del guidatore, cominciò a girare il volante e mentre gli occhi gli brillavano sempre di più ed in modo alquanto pericoloso, alzò ancora il volume dello stereo per vedere a quanto poteva arrivare.
- CHE IMPIANTO PAZZESCO! - Gridò a Jake per farsi sentire -ovviamente non poteva abbassare, piuttosto diventavano sordi-
- Ho fatto tardi per metterlo! - Jake era un eccellente elettrotecnico e meccanico, tutto quello che riguardava i motori e gli impianti lui li sapeva fare.
Bill posò di nuovo gli occhi grigio chiaro sul display al plasma e vedendo che canzoni si era messo, un lampo tremendo l’attraversò di nuovo quando sentì una delle sue preferite di sempre.
E con la voce prorompente dei Metallica che irrompeva, lui gli andò subito dietro in un playback perfetto:
- Gimme fuel, gimme fire Gimme that which I desire! -
Alzò ancora al massimo assordando anche quelli che erano dentro alla scuola, quindi tirandosi fuori dal finestrino, carico come se si fosse fatto di un elettroshock, mimò batteria e chitarra in alternanza, agitandosi come un matto.
Muovendo la bocca e scalmanandosi come fosse lui stesso a cantare, salì seduto sul tetto dell’auto, cosa che Jake avrebbe concesso solo a lui.
- Turn on, I see red Adrenaline crash and crack my head Nitro junkie, paint me dead And I see red One hundred plus through black and white War horse, warhead Fuck 'em, man, white-knuckle tight Through black and white -
Si mise allora in ginocchio e come suonasse ancora più forte di prima, invasato e posseduto insieme, proseguì lo spettacolo:
- On I burn Fuel is pumping engines Burning hard, loose and clean And on I burn
Churning my direction Quench my thirst with gasoline -
A questo punto si mise proprio in piedi e contorcendosi come in un concerto metal, con il pubblico di tutti gli studenti accorsi lì intorno non solo per la macchina ma anche per uno dei folli spettacoli di Bill!
- So gimme fuel, gimme fire Gimme that which I desire -
Dopo saltò planando sulla macchina accanto che apparteneva ad un professore, piedi sul cofano, di nuovo una chitarra immaginaria fra le mani, di nuovo in un playback perfetto che lo faceva apparire come il possessore di quella voce forte e potente:
- Turn on beyond the bone Swallow future, spit out home Burn your face upon the chrome Take the corner, join the crash, Headlights, head on, headlines Another junkie lives too fast Lives way too fast -
Continuò a saltare di macchina in macchina come fosse completamente impazzito, calpestando carrozzerie per lo più di professori e di un paio di studenti che non sapevano se rincorrerlo per ucciderlo o se applaudirlo come i più facevano. Ma lui implacabile, sempre posseduto dalla musica o dal diavolo stesso, continuò:
- On I burn Fuel is pumping engines Burning hard, loose and clean And on I burn
Churning my direction Quench my thirst with gasoline So gimme fuel, gimme fire
Gimme that which I desire White-knuckle tight -
A quel punto si mise anche a fare capriole e salti mortali da un tetto all’altro, in modo alquanto spericolato e senza controllo, rischiando l’osso del collo un sacco di volte, salvandosi sempre all’ultimo.
- Gimme fuel Gimme fire My desire On I burn Fuel is pumping engines Burning hard, loose and clean And on I burn Churning my direction Quench my thirst with gasoline Gimme fuel, gimme fire Gimme that which I desire On I burn -
Concluse tornato di nuovo su quella del suo amico che rideva come un matto preferendo di gran lunga uno spettacolo simile ad un regalo per la coscienza di quei viscidi dei suoi genitori.
Per quel che gliene importava avrebbe anche potuto andare a divertirsi facendo un po’ di autoscontri con quello stesso regalo!
La musica si fermò fra gli scrosci d’applausi degli studenti tutto lì intorno e Bill che, ancora in ginocchio sul tetto, si inchinava a raccoglierli tutto sudato e scalmanato ma estremamente felice e carico di follia.
Quando un’altra canzone ripartì si trattava di Mission impossible sempre dei Metallica, quindi tornò ad agitarsi facendo finta di suonare con Tray ancora incollato al sedile di cui probabilmente si era innamorato che faceva la batteria.
Con crudeltà furono interrotti da un paio di professori accorsi a vedere cosa fosse quel casino, in tempo per vedere tutto lo spettacolo e le loro adorate automobili calpestate da quella scimmia che credeva di essere ad un circo.
Ognuno di loro aveva un colorito diverso e Bill li identificò tutti uno ad uno contento di aver ravvivato un po’ le giornate di quei bacucchi noiosi!
Alle loro urla isteriche Tray spense a malincuore lo stereo e mentre il moro senza controllo saltava giù planando direttamente davanti alla schiera di insegnanti più simili a Hulk in varie gradazioni che ad esseri umani, si esibì anche in un urlo da concerto metal.
Poi sorridendo radioso disse ammiccante:
- Era questo l’urlo giusto! - Facendoli passare per gente che voleva partecipare alla sua follia invece che fermarlo.
I professori lo fissarono lividi non credendo alla sua sfacciataggine, forse stavano morendo e si stavano guardando la loro vita passare davanti agli occhi.
Prima che riuscissero a riprendersi dopo aver visto le rispettive auto calpestate da quello schizzato, Bill prese sottobraccio Tray e Jake che nel frattempo, dopo aver chiuso l’Audi, l’avevano raggiunto e tutti e tre senza doversi mettere d’accordo cominciarono a camminare fieri e sicuri verso la scuola, fra la folla che si apriva ammirandoli e parlottando di loro.
- VOI TRE! - Fece uno degli insegnanti con voce stridula: - DOVE STATE ANDANDO?! - Ovviamente non si fermarono ed alzando un braccio in segno di vittoria, dissero allegramente:
- In presidenza per la sospensione! -
Perfettamente consapevoli che quella era la fine che avrebbero fatto.
Certamente non era in programma niente di tutto quello, ma la scenata ne era valsa la pena. Tornando indietro avrebbero certamente rifatto tutto.
- Sempre insieme, ragazzi. - Fece Bill in mezzo ai suoi due migliori amici che ghignavano felici.
- Fianco a fianco. - Continuò Jake con tono grave.
- Fino alla fine. - Proseguì Tray altrettanto serio e teatrale.
- In salute ed in malattia. - Riprese Bill nel medesimo tono.
- Nel bene e nel male. -
- Nei momenti di gloria e nelle sospensioni. - Il momento di gloria naturalmente era il concerto sopra le macchine degli insegnanti.
- Finché morte non ci separi! -
- Amen! - Dissero infine insieme sempre con seria convinzione, come se si stessero sposando davvero.
- Oh, auguri, eh? - Si ricordò alla fine Bill stampando un allegro bacio sulla guancia di Jake.
- Già, auguri! - Fece eco Tray stampandogli anche lui un sonoro bacio anche se sulle labbra.
Jake rise.
- Grazie ragazzi. -
Cose fra amici, insomma.
Naturalmente furono sospesi per due giorni.
Come inizio di giorno gioiglorioso era decisamente ottimo.

Allo spettacolo assistette praticamente tutta la scuola, fra cui qualche elemento in particolare che pareva avercela stranamente con loro.
Alle risate divertite del suo ragazzo, Lowell lo fulminò con un’occhiata gelida ed un commento severo:
- Sono solo degli idioti schizzati, non fanno ridere! - Però il ragazzo non capì se lo pensasse davvero o se per lo meno si rendesse conto che si sbagliava. Cioè erano degli idioti schizzati e su questo non ci pioveva, ma facevano ridere eccome!
“Sforzarsi di odiarli non te li farà odiare davvero!”
Pensò con acutezza lasciando perdere e rientrando in aula.
Giunto da poco e quindi ancora in giardino, fra la folla che si stava disperdendo, Evan aveva assistito anche lui allo spettacolo con la sua solita impassibilità ed ancora fermo davanti all’Audi R8 nera con delle belle impronte sopra, si chiedeva semplicemente se in realtà provasse qualcosa senza sapere cosa o se effettivamente era davvero vuoto.
Aveva visto tutti ridere e applaudire, fra i giovani. Lui era stato il solo a non fare assolutamente niente, però era rimasto fino alla fine e non poteva non chiedersi cosa diavolo dovesse provare e pensare a quel punto.
Di fatto, e se ne rendeva lucidamente conto, non era passato dritto davanti allo spettacolo di Bill, ma si era fermato a guardare tutto.
A chi altri avrebbe in ogni caso concesso la sua attenzione?
Nessuno e lui lo sapeva bene.
Suo malgrado non fece la minima espressione e scrollando appena le spalle infastidito probabilmente da sé stesso, si diresse verso l’edificio.


/Bad to the bone - George Thorogood/

Un altro momento di gloria fu la gara dei tre dell’apocalisse con l’Audi.
Fermi ad un semaforo stavano dicendo che avrebbero voluto proprio provare una di quelle scene da film quando fermi ad un incrocio ci si trovava affiancati da un’altra super macchina e quindi si decideva di gareggiare.
Nemmeno finito di dirlo eccoli accontentati da quella che Bill chiamò la Divina Provvidenza dei Folli e con un’altra gran bella auto sportiva accanto a loro, i tre si guardarono con una certa gioia profonda nei volti, poi guardarono il malcapitato la cui unica sfiga, oltre ad essere un idiota, era di avere la macchina adatta.
- Ehi! - Disse allora Jake con fare spaccone chiamando Mr Sono-Il-migliore-Anche-Se-Fesso. Costui era un uomo teoricamente più adulto di loro. No, non fu lo sfacciato: - Ti va? - del biondo neo ventenne a convincere l‘altro.
A quel punto lo sconosciuto li aveva guardati come fossero dei poveracci con un’auto rubata che non vedevano l’ora di farsi vedere, ma sbagliava, non lo facevano per farsi vedere bensì per divertirsi e basta.
A convincerlo fu invece il culo di Tray che in un atto provocatorio gli aveva mostrato bellamente tirandosi giù pantaloni e boxer con orsacchiotti.
Il suo tremendo e peloso sedere grosso come un badile in bella mostra dal finestrino col vetro scuro abbassato.
Dalle casse potenti dell’Audi cominciò a sentirsi la chitarra elettrica ritmata di George Thorogood ed in breve partì l’adatta Bad to the bone a tutto volume.
L’uomo non ci vide più e appena scattato il rosso entrambi erano già pronti.
Sgommando e lasciando una puzza allucinante sull’asfalto, partirono a razzo.
Anche l’altra macchina era molto valida, cambiava solo l’autista, differenza sostanziale in effetti.
- E’ un cacasotto che non ha mai gareggiato! Non sa come si fa! - Osservò Tray sistemandosi i pantaloni dopo essere caduto dal sedile per la partenza brusca.
- Te lo mangi con poco! - Disse Bill infatti che non stava più nella pelle.
- Ma possiamo divertirci un po’ lo stesso. - Affermò con un ghigno pericoloso il guidatore diminuendo sul pedale dell’acceleratore per farsi superare di proposito.
Giochi innocenti -mica tanto- per bambini deficienti -molto-!
Gli occhi azzurri illuminati di una luce da brivido che lo rendevano tremendamente sexy, le labbra ben disegnate incurvate in un sorriso sadico e la consapevolezza che sarebbe stato un giorno fantastico da non dimenticare.
Lo sconosciuto lo superò vittorioso credendo davvero di averlo in pugno, facendogli il dito medio fuori dal finestrino si convinse che superando una macchina davanti a lui avrebbe potuto seminarlo facilmente.
Fu così che passandola da sinistra guardò lo specchietto con un sorriso soddisfatto nel non vederli già più. Si fece i complimenti per essere riuscito a seminarli così presto ma quando girò per sbaglio gli occhi nella macchina accanto che stava superando, che per inciso non c’entrava niente, vide la giovane donna al volante tenersi come se stesse per schiantarsi.
Senza capire cosa le prendesse la sorpassò e solo allora, quando stava per rimettersi in carreggiata, sfiorò lui l’incidente con quei matti dell’Audi R8 nera.
Avevano superato da destra sfiorando una clamorosa uscita di strada e si erano impossessati della corsia principale.
L’uomo dovette accontentarsi di quella di destra, sperando che non arrivasse nessuno, ma proprio quando, sempre di fianco a loro, cominciava a preoccuparsi, quelli di nuovo non ressero l’alta velocità e rallentarono impercettibilmente.
Subito ne approfittò piazzandosi davanti, di nuovo un gran bel sorriso splendente.
La loro musica rock da motociclisti anni settanta lo seguiva serrato e dovette ammettere che per essere dei bambini inesperti se la cavavano abbastanza, ma gli avevano mostrato il culo, non poteva permettere che facessero bella figura.
Così cercò di nuovo di seminarli curvando in maniera tanto stretta da impedirgli un sorpasso facile in quel punto. Per riuscirci nella parte larga della curva avrebbero dovuto essere professionisti e non lo erano, ma non poté ricevere conferma delle sue stupide considerazioni poiché sentì chiaramente Bad to the bone superarlo da sinistra, proprio dalla parte della curva larga.
- Ma sono matti! E se arriva qualcuno da davanti? - Disse sorpreso. Predizione azzeccata.
Appena superata la curva con loro che lo stavano ancora superando sulla corsia di destra, vide davanti a sé un’auto e vicino, poco più in là, un camion che stava sopraggiungendo dalla direzione opposta, venendogli incontro. Piantò una frenata improvvisa nel panico più totale, convinto che si sarebbe schiantato e quando alzò la testa per vedere se erano riusciti a fermarsi anche loro, impallidì vedendo che invece avanzavano andando incontro al camion.
Li vide affiancare la macchina che stava a sinistra e con una mossa da professionisti infilarsi nella fessura che il camion ormai davanti a loro gli aveva imposto.
Convinto dell’urto tremendo urlò ma non sentì nessun botto. Uscì dal veicolo e tirò il collo.
- Che io sia dannato! Ce l’hanno fatta! - Vedendo la mossa più azzardata a cui non era per niente abituato, si rese conto di quanto matti dovessero essere e soprattutto bravi. Troppo, per essere dei ragazzini.
- O corrono nella categoria giovanile… - Disse a sé stesso mentre ormai non li si vedeva più - o sono da manicomio e basta! - non si rese conto di tremare dall’eccitazione e dall’ammirazione. - In ogni caso sono grandiosi! - Anche perché effettivamente solo gente completamente fuori di testa avrebbe tentato mosse tanto suicide, il fatto che ce l’avessero fatta poteva anche indicare che erano abituati a quel genere di cose e che normalmente non potevano avere una guida tanto sicura!

- Hai visto che faccia che aveva? - Gridò Tray fra il coro di risate e sghignazzi vari.
- Sembrava stesse guardando la Signora Morte mentre ci falciava! - Osservò con fantasia Bill.
- Grandioso! - Asserì Jake meritevole di tanta follia e di aver vinto una gara in modo non spericolato ma decisamente peggio!
Ora si poteva facilmente capire perché anche lui fosse un membro del gruppo… apparentemente poteva sembrare il più normale dei tre, peccato che era solo superficie… in realtà era talmente incosciente che pareva quasi non gli importasse niente del piccolo particolare che non erano immortali!
Del resto quale mai poteva essere il suo motto se non: ’meglio bruciare che spegnersi lentamente’?
C’era effettivamente da pensare che continuando così prima o poi sarebbe davvero bruciato, però la sensazione adrenalinica che provava non aveva paragoni e gli parve quasi di toccare il famoso cielo che ogni tanto a loro tre pareva negato.
E con una gara da suicidio, un concerto senza riserve d’energie o qualche altra pazzia potevano arrivare a toccarlo anche loro, quella sommità gioiosa riservata a pochi eletti.
Ma quanto si poteva andare avanti, vivendo in quel modo senza alcun minimo freno?

 /Gimmi more - Britney Spears/

Dopo una serie di vari altri momenti di gloria, considerati tali solo da loro, ed essersi ingozzati nel fast food preferito a base di carne, giunsero davanti al locale che di solito frequentavano con maggiore assiduità poiché erano molto amici del proprietario.
Bill fermò il compagno e gli cinse le spalle costringendolo ad abbassarsi leggermente poiché non erano della stessa altezza.
- Allora, questa è la tappa finale del tour di oggi! -
- Ma è decisamente la migliore! - Proseguì eccitato Tray mentre si leccava le labbra.
- Immagino… - Fece ridacchiando Jake che si pregustava il gran finale.
- Qua dentro c’è il nostro regalo per te. Visto che amiamo il caos e non siamo egoisti abbiamo invitato chiunque conosciamo cosicché sia un vero momento di festa! - Quindi gli si mise dietro e portandolo davanti alla porta disse: - Buon compleanno amico! - Spingendolo poi dentro.
Come entrò persino il festeggiato che già si aspettava di tutto rimase a bocca aperta.
Quella volta doveva ammettere che si erano superati i suoi due fedeli amici!
Il locale era molto grande e spazioso con una capacità contenitiva piuttosto elevata anche per i concerti che facevano di frequente. Per l’occasione però oltre a contenere un numero spropositato di gente, tutti studenti e loro conoscenti, era stato allestito in modo decisamente diverso.
Come un night club.
Una pista partiva dal palco in fondo e passava ad esse per la sala, per il resto in una zona c’erano tavolini mentre in altre parti, per lo più contro i muri e in alcuni angoli, c’erano divanetti. Nel resto c’era spazio per stare in piedi e ballare.
Sulla pista stretta e lunga, tutta curve, c’era di tanto in tanto qualche palo.
La consolle del DJ come al solito era vicino al bancone del bar che si estendeva su tutta una parete.
Vetri oscurati da dei tendoni rosso scuro, luci soffuse che variavano sui toni bassi e sensuali dello stesso colore e musica forte e sensuale.
Ogni canzone invitava ad uno spogliarello e vibrava talmente tanto da scuotere le persone stesse.
Bill appiccicò la bocca all’orecchio dell’amico estasiato:
- TI PIACE? - Era ovvio che fosse stato in combutta col loro amico, il proprietario.
Jake fece sì con la testa dimenticandosi la bocca aperta mentre con occhi illuminati si mangiava le ragazze mezze nude che si muovevano sia fra la gente servendo che sulla pista, contro i pali, a ballare.
Ballare era comunque una parola grossa.
In realtà si strusciavano e si appendevano girandoci intorno, nulla che avesse davvero a che fare col ballo in effetti.
- PORTARTI IN UN VERO NIGHT COSTAVA TROPPO E NESSUNO CI SAREBBE VENUTO! E POI QUESTE NON SONO BALLERINE PROFESSIONISTE, SONO TUTTE TUE! -
Continuò Bill gridando perché altrimenti non l’avrebbe sentito.
Jake allora fece attenzione ai visi, cosa che non aveva ancora guardato, e le riconobbe tutte.
- MA SONO TUTTE TIPE CHE MI SON FATTO E CHE SPERAVANO LE RICHIAMASSI! - Quello non se lo sarebbe proprio aspettato.
- CERTO! COSI’ POI TI PUOI DIVERTIRE QUANTO VUOI! LORO SONO BEN CONTENTE DI ESSERE IL REGALO DI COMPLEANNO! - Un tocco di genio!
- ABBIAMO SELEZIONATO LE PIU’ FIGHE! -
Aggiunse Tray attaccandosi all’altro orecchio sempre per farsi udire.
Eppure, si disse Jake guardando tutto quel grandioso mega pacchetto, era sicuro che il regalo finale dovesse ancora arrivare. Li conosceva troppo bene e non vedeva l’ora di vedere che cosa si erano ancora inventati per festeggiare i suoi venti anni!
Jake rimase un attimo imbambolato a fissare cotali bellezze ancheggiare sulla pista tutte svestite con costumini il cui compito oltre a reggere per bene le varie argomentazioni femminili, era anche di mostrare il più possibile. Tutte ben formose come piacevano a lui, tutte ricoperte di essenze fruttate che istigavano l’assaggio, tutte ben truccate e sistemate come fossero delle ballerine di lap dance professioniste.
Che non sapessero muoversi gran ché a Jake sfuggì completamente, dal momento che con quell’aria da lupo affamato notava ben altro, ovvero come strofinavano il palo in mezzo ai seni prorompenti!
Con un sorriso di chi non solo stava altamente gradendo ma anche di chi presto sarebbe stato l’essere più felice sulla faccia della Terra, si fece condurre dai suoi premurosi amici in mezzo alla mischia e raggiunto il posto d’onore davanti al bancone per il primo brindisi ufficiale, in breve non vide più Bill.
“E’ preoccupante non vederlo più… sì che è basso e non è strano perderlo di vista, ma non passa comunque mai inosservato! Se sparisce poi riappare con qualche diavoleria assurda!”
Solo che non sapeva se temerla o volerla!
Dopo poco dalle casse si udì la sua voce squillante ed allegra. Lo trovò nella consolle del DJ col microfono in mano a parlare sull’abbassamento momentaneo della musica:
- Buonasera a tutti i presenti, volevo ringraziare il fiume umano che si è presentato in questa serata speciale! Ebbene, gente, il nostro festeggiato è arrivato e con questo annuncio l’inizio ufficiale della festa! Per chi volesse fargli gli auguri lo trovate al banco! -
Un annuncio decisamente normale considerando che era stato Bill a farlo.
“Strano!”
Pensò Jake mentre si ritrovava un ordinazione alcolica davanti a sé senza che l’avesse fatta.
Una mano gli batté sulla spalla e giratosi si vide Tray più felice che mai che gli indicava di bere con la musica che tornava prorompente a spaccare i timpani.
Lasciando a malincuore la visone delle sue ragazze sulla pista, si decise di accontentarlo e farsi la prima bevuta dei suoi venti anni!
Il fatto che bevesse alcool prima di poterlo effettivamente fare per la legge americana, era derivato solo dal fatto che popolari com’erano riscuotevano una serie di favori ovunque andassero ad ubriacarsi per i quali i proprietari -ognuno amico loro ovviamente- chiudevano un occhio sull’età e gli dava tutto quello che volevano, facendo naturalmente attenzione a non farsi beccare.
- COS’È? - Chiese per berlo nel modo giusto.
- TEQUILA SALE E LIMONE! - Rispose fiondandosi su di lui Bill dopo averli raggiunti di nuovo. La gente dietro di loro spintonava per salutarlo ma Tray li bloccava con la sua prorompente stazza mentre con la videocamera filmava:
- Aspettate, lo facciamo insieme! È il primo brindisi, è solo nostro! - Ordinò consegnando l’apparecchio al barista, sempre loro amico, che rideva guardandoli: - Reggi un attimo! -
Allora i tre Basket Case si sistemarono il sale sulla mano e muovendosi in simbiosi alzarono i bicchierini, brindarono scambiandosi sguardi complici e gridando insieme:
- A JAKE! - Bevvero, mangiarono il limone e poi succhiarono il sale sbattendo i bicchierini.
Dopo di che lasciarono che gli invitati a turno raggiungessero il festeggiato ricoprendolo di pacche, abbracci e baci in una confusione non da poco.
Nel giro di un istante Tray era seduto sul bancone del bar per avere una visuale migliore dell’insieme e documentare la serata che sapeva sarebbe stata esplosiva, mentre Bill spariva di tanto in tanto per poi riapparire ed obbligare Jake, fra un bacio e l’altro degli invitati, a bere vari drink che a livello di tasso alcolico non ci andavano di certo piano.
Gli andava bene che riusciva a reggere bene, altrimenti prima del gran finale sarebbe finito per strisciare sul pavimento.
Ad un certo punto, con le canzoni da discoteca di ultima uscita, naturalmente quelle che incentivavano maggiormente un certo tipo di ballo coi pali, Bill prese di nuovo la parola col microfono. Al che Jake tornò a preoccuparsi.
- Ed ora vorrei partire coi regali! - Chiaro che intendesse il suo e quello di Tray che si alzò addirittura in piedi nella propria postazione speciale per poter filmare meglio. Il biondo guardava e uno e l’altro interrogativo non capendo in cosa consistessero questi fantomatici regali.
- Jay, vieni sul palco per favore… il trono del re è la tua postazione! - Allora il giovane notò che effettivamente la pista partiva da un palco, dove di solito si esibivano i gruppi, ed al centro c’era una sedia. Perplesso si fece a fatica strada fra la folla, dopo di ché salì e si posizionò notando che tutte le ragazze che prima l’aveva deliziato, ora erano sparite.
Cominciò a capire di cosa si trattava.
- Lo spettacolo è tutto per te! - E con questo Bill diede disinvolto il via al balletto della serata.
Fu esattamente in quel momento, con Gimmi more di Britney Spears che partiva, che una certa rossa entrò nel locale intenzionata a dimostrare qualcosa al suo ragazzo che l’accompagnava.
Proprio per lo spettacolo.
Lowell vide Jake seduto al centro del palco e con la musica sensuale da streap che si levava, le ragazze svestite camminargli incontro e cominciare a muoversi seducenti e languide. Non erano professioniste ma per un certo tipo di balletti non serviva esserlo e Jake gradì oltremodo quel loro semplicissimo ma efficace strusciarsi fra di loro, sui pali e poi su di lui!
- Lo vedi che robaccia? Sono solo dei pervertiti! Avevo ragione io a dire che non valeva la pena venire! - Commentò la ragazza acida mentre comunque non riusciva a staccare gli occhi dalla lap dance o qualunque cosa stessero facendo.
Il suo fidanzato non la pensava allo stesso modo mentre rideva divertito capendo che quello altro non era che il regalo di Bill e Tray a Jake.
- Ci hanno invitato e mi pareva scortese non venire! Gli facciamo gli auguri, appena riusciamo a reperirlo, e ce ne andiamo, dai! -
Evitavano di parlare della discussione che avevano avuto poco prima per colpa del biondo nella quale Kyle aveva detto a Lowell che in realtà Jake le piaceva e che non voleva andare alla sua festa per quello. Lei per dimostrargli che si sbagliava ci era venuta ma ora, assistendo a quello spettacolo assurdo, cominciava a pentirsene.
Suo malgrado non avrebbe mai ammesso che trovava interessante quel tipo sesso dipendente… non era vero, del resto, quindi perché ammettere il falso?
Questi i discorsi che lei stessa si faceva.
Però quando tornò a puntare la sua attenzione sul ragazzo dall’aria affamata che lo rendeva tremendamente sexy, non poté non sentire uno strano caldo.
Naturalmente lo attribuì alla molta gente presente tutto intorno a loro.
Le ragazze mezze nude sembravano felici di schiacciare le rispettive grazie contro il festeggiato, di sedersi sopra e strofinare i fondoschiena sul suo bacino.
Vide le sue mani correre volenterose su di loro, percorrere le curve prosperose lieto che gli stessero ballando addosso, non potendo chiedere di meglio.
Si capiva quanto tutto quello gli piacesse, quanto stesse bene in mezzo a quell’esagerazione erotica da film porno e lui stesso sembrava fatto proprio per quello.
S capiva che il biondo si stava mentalmente pregustando il dopo, ricordandosi perché aveva voluto farsele la prima e unica volta che era successo.
La canzone lentamente finì e ne seguì un’altra che venne abbassata per dare spazio alla voce di Bill mentre le cameriere passavano fra la gente a consegnare calici vuoti che a breve sarebbero stati riempiti con del prosecco.
- Jay ti è piaciuto il nostro regalo? - Chiese all’amico con una gioia che lo illuminava a giorno.
Jake compiaciuto, con ancora le mani appollaiate sui sederi di due delle ragazze tutte intorno a lui, rispose con un’espressione eloquente. Bill allora proseguì:
- Bene, allora che entri la torta! - A quello le ballerine improvvisate si allontanarono rimanendo comunque sul palco e fece il suo pericolante ingresso una gran torta a più strati ricoperta di panna, crema ed un sacco di bignè e fiori di zucchero. Il moro improvvisato presentatore si fece strada col microfono in mano e salì sul palco, fece alzare Jake e appoggiandosi a lui proseguì con una luce pericolosa negli occhi:
- Questa è da mangiare ed è per tutti. - Esordì preoccupando Jake il quale si sarebbe accontentato dello spettacolo appena concluso. - Però la tua torta personale è un’altra! - Ed indicando l’ingresso dietro al palco dove di solito stava chi doveva esibirsi, fece il suo trionfale ingresso un’altra donna.
Una donna completamente spalmata di panna e ciliegine, ad eccezione della testa la cui espressione lussuriosa invitava davvero a divorarla!
Jake inghiottì e per un istante pensò di star sognando.
Guardò Bill accanto che lo mollò ridacchiando:
- Che ne dici di assaggiarla e dirci se ti piace? - Lo provocò allora l’amico assicurandosi che Tray stesse filmando tutto dal momento che sapeva perfettamente che il ninfomane l’avrebbe fatto davvero!
Non se lo fece ripetere due volte e timoroso di svegliarsi da un momento all’altro e realizzare che era tutta una fantasia, con la musica di nuovo altissima che spingeva ad un certo tipo di azioni poco caste, prese la ragazza per mano, la spinse ad incurvare la schiena all’indietro e con il decolté in bella mostra, davanti a tutta quella marea di gente e nella fattispecie a due occhi verdi che fissavano la scena inebetiti, appoggiò le proprie labbra aperte in mezzo ai seni generosi, succhiando via una consistente porzione di panna.
L’applauso si levò e Bill lo invitò ad assaggiare meglio, così Jake lieto di accertarsi che fosse effettivamente buona, si piegò sul ventre piatto e leccò altra panna abilmente spalmata partendo dall’ombelico e risalendo fino allo stomaco.
Altri applausi e fischi d’acclamazione.
- E la ciliegina? - Istigò ancora l’amico indicando quella sul seno che si supponeva comunque coperto da un costume, sotto tutto quel bianco zuccheroso.
Jake sorrise compiaciuto e leccandosi prima le labbra, con una disinvoltura che aveva dell’incredibile ed il desiderio di leccare anche tutto il resto, si appropriò della famosa ciliegina con bramosia e sensuale disinvoltura, giungendo effettivamente al reggiseno color carne che a stento copriva le sue grazie generose.
Altri applausi alla sua sfacciataggine scrosciarono e dopo un inchino Bill lo prese per le spalle e lo girò spingendolo verso la porta che conduceva dietro le quinte del palco.
- Adesso tu, i tuoi regali e la tua torta andate a consumare di là, abbiamo allestito una saletta privata a tuo unico uso e consumo! Fa pure con calma, noi continuiamo a festeggiare anche senza di te! - Asserì al microfono facendo ridere tutti quelli che li vedevano mentre il moretto spintonava davvero tutti al di là della porta dimostrando che non scherzava affatto riguardo al sesso di gruppo. Poi al suo orecchio disse: - Ti aspettiamo per portarti a casa… non penserai di aver finito di bere! -
Prima di sparire dall’altra parte, si scambiarono degli sguardi eloquenti che dicevano tutto e mentre uno ringraziava, l’altro ammiccava chiudendo tutto il gruppo nell’altra stanza con una certa gioia.
Dopo di che si diresse davanti al palco e alzando il braccio gridò:
- ED ORA DIAMOCI DENTRO FINO ALLA MORTE! -
L’urlo in risposta somigliò tanto a quello che la folla gli dava durante i suoi concerti e confermò a tutti che lui era effettivamente nato per trascinare, col carisma che si ritrovava.
Concluse con un gran balzo giù dal palco e nel giro di poco raggiunse Tray sul bancone che continuava a filmare chiedendo all’amico se potesse andare di là anche lui a filmare anche ‘la consumazione di Jay’!
Durante la loro discussione se spiarlo o meno per rendere meglio il ricordo del compleanno, in un altro angolo del locale Lowell rimbeccava seccata il suo moroso:
- Lo vedi che è stato inutile venire? Ora quello fa la sua stupida orgia e se ne frega di chi c’è o non c’è! È stato comunque inutile venire! Io non rimango in questo posto un secondo di più! - Così borbottando, senza ammettere repliche, prese ed uscì con ben impressa nella mente la scena in cui Jake aveva succhiato la ciliegina dal seno della ragazza davanti a tutti.
Uno stupido animale da circo, ecco cos’era; un malato di sesso che godeva nell’impressionare chiunque solo per il gusto di infastidire o farsi invidiare.
Lei di certo ne rimaneva al massimo infastidita, non rientrava ovviamente nella seconda categoria, ovvero quelli invidiosi. E di chi, poi? Di quelle oche senza cervello?
Dritta ed impettita come una regina offesa uscì dal locale lieta che il fenomeno sessuale dell’anno non l’avesse vista, chissà che idee si sarebbe poi messo in testa!
Ma anche senza di lei, la festa continuò alla grande.

/Solo una sana e inconsapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’azione cattolica - Zucchero/
L’ora indegna che fecero li vide parcheggiare l’Audi di Jake nel suo garage, quindi scendere trascinando a braccia il festeggiato che decisamente non riusciva nemmeno più a mettere un piede davanti all’altro.
Non dormiva ancora, biascicava ringraziamenti buffi e poco comprensibili che facevano ridere i dovutamente sobri Bill e Tray che facevano da stampelle.
- Grazie ami… amic… ciccioli… è sssssthhatto il più più più bel… bellisshh… sshiminino… compl… pleann… nnnn… o. - Le risate degli altri due non si sprecavano  mentre lo scortavano sul vialetto della sua lussuosissima villa il cui terriccio era pieno di fango semi rappreso per la pioggia dei giorni precedenti.
- Ma figurati! - Rispose Bill.
- Ehi, ce la fai che devo pisciare? - Disse Tray sapendo che Bill non avrebbe retto da solo al peso morto del loro amico ubriaco fradicio.
- Ssshhìììì… cccceeeerrrrtoooo… commmeee nnnoooo!!! - Non sapendo come interpretarlo esitò ma Jake stesso si sciolse dalla sua presa per permettergli di andare dove doveva. Naturalmente non fece in tempo a riprenderlo che lo videro mollarsi -per non si sapeva bene quale motivo- anche da Bill e borbottando che poteva farcela da solo, lo videro fare un passo.
Uno.
E poi crollare di faccia, dritto come una pera cotta, giù sul terreno, in mezzo al fango.
In pieno, in realtà.
Rimase un istante lì a sprofondare quel tanto per sporcarsi per bene, poi lo sentirono russare.
Bill e Tray rimasero interdetti a guardarlo ronfare in mezzo al fango, quindi prima di tirarlo su si permisero addirittura di sbellicarsi dal ridere!
- Bè, dato che ci sono piscio, prima… - Tray addirittura urinò senza la minima fretta, mentre l’amico con la dignità sotto i tacchi dormiva ormai beato!
Il mattino dopo nel vialetto della villa di Jake c’era ancora la sua impronta ben definita sul fango ormai indurito, come la sagoma di una scena del crimine!
Quello fu davvero un gran giorno gioiglorioso!