CAPITOLO
16:
NELLE
SUE MANI
‘Fra
una provocazione e l'altra il desiderio stava diventando sempre
più
grande ed irresistibile. Il desiderio di lui. Una lotta interiore per
non cedere, per non ammettere che tutto ciò che voleva ormai
da molto tempo era proprio far l'amore con lui, che lo toccasse come
stava facendo in quel momento, che le labbra fossero sue fino in
fondo. Ma quando l'avrebbe ammesso? Quando si sarebbe arreso? Per
Gianluca l'importante era finire in tempo, prima di lasciare che le
sue labbra dicessero le fatidiche parole. 'Ti
voglio, prendimi.' ‘
/
When did your heart go missing – Rooney /
Il
primo giorno era iniziato e tutto quel che sarebbe successo in quella
settimana nessuno ancora lo immaginava, i sei protagonisti pensavano
che il peggio fosse già accaduto e che il tutto non potesse
andare più male, ma si sbagliavano. Quel lunedì
le cose
erano decisamente rose e fiori rispetto a quanto sarebbe dovuto
venire... e rispetto a quella sera stessa!
Iniziando
dalla più caotica, Samantah, di lei si poteva notare come
combinasse più guai di sempre. Siccome non vi erano altri
aiuti per quel ritiro, lei alla fine seguiva attivamente gli
allenamenti portando attrezzi vari, aiutando, insomma, nel suo
limite. Non avesse mai dovuto farlo! Doveva portare il cesto
metallico di palloni? Sentiva un certo sguardo su di sé,
più
insistente delle altre volte, e faceva cadere tutto, i palloni
rotolavano e tutti nella vicinanza vi inciampavano creando un non
indifferente trambusto, lei ovviamente si copriva di lividi e con la
schiena più rotta degli atleti andava contribuendo ancor di
più alla confusione. Doveva portare le corde? Si incrociava
con Marek e nel tragitto le attorcigliava annodandole sulle sue
stesse mani. Doveva segnare punti? Li sbagliava perché a
fare
l'arbitro era lui. Doveva portare qualsiasi attrezzo? Finiva per
romperlo sempre per il solito motivo. Doveva segnare l'andamento
della giornata, gli esercizi, i miglioramenti o peggioramenti dei
ragazzi? Finiva per scarabocchiare tutto facendo un sacco di
errori... si, sempre per lui!
Insomma,
era un piccolo disastro in ogni campo e non era uno scherzo per lei
avere a che fare anche solo visivamente con la causa del suo mal
stare interno... ovvero Marek. Lui la fissava spesso, l'osservava
assorto senza realizzare che i suoi comportamenti più strani
del solito erano dovuti proprio a lui; semplicemente lo incuriosiva e
la studiava. Voleva capire come avesse preso quanto era accaduto o
non accaduto fra loro, voleva capire cosa le passasse per la testa,
perché venisse lo stesso con la squadra e non li avesse
mollati subito, perché a volte sembrava quella di sempre
solo
alla potenza ed altre tutt'altra persona. Era un fenomeno da studiare
che invece di evitarla, si avvicinava di più
perché lui
stesso ne era attratto. Si frenava, però. Lui era molto
bravo
in questo. Nel frenare i suoi sentimenti, nessuno lo pareggiava.
Sapeva perfettamente che più tempo passava con lei,
più
gli piaceva, ma non avrebbe mai vissuto quel sentimento che si
affacciava in lui, convinto che non sarebbe mai stato capace di darle
quello che le sarebbe servito, di renderla felice e di amarla come
anche lei faceva con lui. Uno che non aveva mai ricevuto un esempio
d'amore fra uomo e donna come poteva vivere la sua vita amorosa? Per
evitare di far passare a qualcuna lo stesso inferno che aveva passato
nella sua famiglia, aveva preferito esternarsi dal mondo dell'amore,
rifiutarlo con tutto sé stesso. Fin'ora ci era riuscito.
Poi
però era arrivata Samantah e lui non era più
riuscito a
controllarsi sempre come voleva.
Quindi,
continuando l'analisi, anche lui ci metteva del suo finendo per
essere l'ombra di lei, non nel senso che la seguiva passo per passo
ma una cosa del genere... con lo sguardo non la lasciava mai ed era
molto concentrato su di lei. Con una presenza costante come quella,
Sam non poteva non combinare guai!
Per
terzi c'erano niente meno che Daniel e Alessandro! I due fenomeni
attaccabrighe per eccellenza! Se c'era casino i protagonisti potevano
essere tre, una singolarmente mentre gli altri due in coppia: o
Samantah o Alessandro e Daniel! Ne pensavano sempre una più
del diavolo e proprio per le forti somiglianze caratteriali e di modi
di fare, finivano per scontrarsi sempre e creare un pandemonio
assurdo. Di norma litigavano e si pestavano, poi coinvolgevano anche
gli altri mentre Gianluca e Trystin se ne stavano ormai fuori, stufi
di dover sempre intervenire per fermarli... ecco quindi che poi le
due teste calde erano sempre in punizione. Il punto era che non
riuscivano proprio a collaborare durante gli allenamenti e testardi
non si piegavano per nulla.
Diversi
gli unici che non creavano problemi: Trystin e Gianluca. Loro
riuscivano a collaborare durante le ore d'allenamento anche se non
erano amici e non si rapportavano. Non si parlavano per nulla ma
erano più intelligenti rispetto agli altri, sapevano
convivere
e Gianluca pensava che forse in fondo poteva rivalutarlo... forse!
Tutto
questo accadde la giornata del primo dì, ma in linea
generica
accadde anche quelli successivi, ad eccezione per gli ultimi per i
quali le cose sarebbero cambiate eccome.
Fu
abbastanza stancante come inizio, molti sprecarono energie eccessive,
altri non erano abituati a tutte quelle ore d'allenamento... altri
ancora, invece, di energie ne avevano fin troppe!
In
effetti per l'iperattivo e frenetico Alessandro i cui piani diabolici
sembravano non esaurirsi mai, le cose erano diverse. Lui ne aveva di
faccende da sbrigare, considerando poi che aveva appena deciso che
per la fine del ritiro avrebbe avuto Gianluca, si sarebbe dato da
fare sin dalla prima sera. Non gli importava come lui l'avrebbe presa
o che avrebbe fatto, voleva solo assaggiarlo e farlo suo. Come?
Facile,
l'avrebbe sedotto!
/
Don’t impress me much – Shaina Twain /
La
sera era arrivata e mentre Samantah era super decisa a non uscire
dalla sua camera, nemmeno sul terrazzo, per non incontrare per caso
Marek, di tutt'altre intenzioni era Alessandro.
La
stanchezza nemmeno lo sfiorava e nonostante avesse qualche livido per
le botte ricevute (ma ne aveva anche date) da Daniel, il suo bel
faccino non aveva subito alcun danno e la sua mente elaborava il
metodo migliore per far superare il famoso limite apparentemente
insuperabile di Gianluca. Non sapeva perché ce l'avesse
tanto
con lui, non era il classico bellissimo ragazzo su cui sia uomini che
donne finivano per avere pensieri sconci, era un tipo normale, certo
non brutto, semplicemente carino; il fisico non era mozzafiato ma ben
fatto, quello si, una semplice muscolatura allungata che si adattava
al suo corpo longilineo. In generale era un ragazzo normale, carino
ma non stupendo. Non si spiegava quel desiderio sempre crescente che
aveva; del resto, Ale non era tipo da perdere troppo tempo a
comprendere i perché e i per come, capiva cosa voleva e
faceva
di tutto per ottenerla, le motivazioni erano per altri!
Se
solo si fosse soffermato di più avrebbe capito che
l'attrazione veniva dai modi di fare di Gianluca, da come lui era,
dal fatto che lentamente lo scopriva e questo facilitava il
rilassamento reciproco, faceva sì che quelle scintille
inspiegabili trasformassero in sensualità ogni
più
piccola sciocchezza irrilevante... ai suoi occhi Gianluca era sexy
quando giocava a basket in quel suo modo fluido ed elegante, lo era
quando discuteva con qualcuno con lo sguardo freddo e pieno di
disprezzo, lo era quando trattava male, a modo suo, chiunque gli
capitasse sul suo cammino, lo era quando faceva la doccia e si
cambiava... lo era in ogni momento. Semplicemente gli piaceva, gli
piacevano i suoi occhi verde bosco e le inclinazioni chiuse verso il
mondo, la sua bocca sottile che mai sorrideva, la pelle chiara che
doveva essere molto liscia, i capelli che a volte gli coprivano gli
occhi, le mani da pianista, curate come mai lui avrebbe potuto avere.
Si perdeva a fissarlo in maniera sfrontata fino ad infastidire
l'interessato; Alessandro si diceva però solo che lo voleva,
non che gli piaceva o che provasse per lui chissà quale
sentimento. Pensava fosse solo attrazione fisica anche
perché
in effetti la prima cosa che si sente, di solito, è quella.
Il
primo a reagire in un rapporto che nasce, è il corpo. Gli
andava bene così, era un tipo indomabile e non si sarebbe
fermato a riflettere legandosi sentimentalmente a qualcuno, per lo
meno non con tutta quella facilità. Era un percorso lungo,
scoprendolo aveva capito un paio di cose... fra le quali anche che
gli sarebbe piaciuto approfondire qualunque cosa fosse fra loro.
Decise
così che le provocazioni che gli aveva inflitto
precedentemente per caso, da ora sarebbero tutte state volontarie,
fino a che quel tipo così testardo e controllato non sarebbe
crollato. Un controllo, a dire il vero, forzato e solo apparente.
Al
momento Gianluca era sotto la doccia, dopo aver convinto l'irruente
amico che non l'avrebbero fatta insieme poiché il box non
era
poi così grande e soprattutto perché voleva farla
da
solo in santa pace. In realtà non ci sarebbero stati poi
tanti
problemi se a Gianluca ogni volta che vedeva Alessandro in certi
modi, non gli sarebbe andato il sangue alla testa eccitandosi subito!
Voleva
evitarlo in ogni maniera e non avrebbe mai voluto fare la doccia con
lui... anzi, no... voluto si, ma non l'avrebbe fatto!
Fu
proprio quando l'acqua era ancora aperta a risciacquare dalla schiuma
il ragazzo, che nuovi colpi alla porta del bagno si levarono e la
voce impaziente di Alessandro era arrivata:
-
Eddai su, stai facendo le ragnatele? La prossima volta la faccio
prima io, sei lento come una lumaca, avanti... devo anche pisciare,
esci su! -
Dopo
l'ennesimo silenzio da parte di Gianluca, l'altro con aria
più
furba che mai aveva deciso di farla finita entrando senza ottenere
nessun permesso.
-
Entro lo stesso! -
Aveva
solo asserito questo fintamente arrabbiato per tutto il tempo che
aveva dovuto aspettare, non fu molto gradito da Gianluca che
spalancando gli occhi l'aveva fissato come avrebbe fatto con un verme
da schiacciare... un verme però alieno e gigante... tale era
il suo sguardo. Pensando che forse era semplicemente impazzito, si
era chiuso del tutto la porta del box, dicendo solo un agitato:
-
Ale ma che cavolo fai! -
Le
pulsazioni cardiache erano aumentate improvvisamente, soprattutto
quando il pazzo si era appiattito contro il vetro con faccia demente
dicendo:
-
Ti avevo detto che entravo, non mi va di aspettare, mi annoio e
voglio lavarmi... senti come puzzo! -
Così
dicendo aveva aperto il separè allungando il braccio
all'interno per farglielo annusare, con la scusa adatta per curiosare
com'era quella sera il suo bersaglio sotto la doccia! Costui si era
schiacciato contro il muro dietro di sé mentre l'acqua
scendeva su di lui portandogli i capelli bagnati sul viso dall'aria
stranamente spaventata, ecco uno spiraglio di non controllo... si era
detto una cosa simile l'avversario mentre l'aveva udito balbettare
istintivamente:
-
N-Non avvicinarti, va-vattene! -
Alessandro
aveva sorriso divertito e malizioso, gli piaceva; era vicino all'orlo
del crollo, presto avrebbe ceduto e non sarebbe più riuscito
a
controllarsi.
-
Dai, tesoro, non essere timido, non ti mangio mica... per ora! Prima
voglio essere lavato e profumato anche io, come usano fare i
Giapponesi... loro fanno sesso dopo essersi lavati per bene! -
Spostò
la mano sulla sua guancia passandoci un dito leggero sopra in una
specie di carezza. Bastò a fargli drizzare i peli sul
corpo...
nonostante fossero bagnati!
Non
riuscì ad interpretarlo, quel gesto, ma gli parve molto...
malvagio... come se Alessandro fosse perfettamente consapevole del
delirio ormonale che gli provocava e ne approfittasse, l'aveva capito
perchè non viveva in un universo a parte ma era molto
attento,
anche troppo, e volutamente ottuso su certe cose.
Aveva
cominciato a respirare profondamente e bloccato come se fosse stato
gelato, era rimasto immobile senza muovere un muscolo al tocco di
quel dito che si faceva colpire dal getto della doccia bollente, le
nuvole di vapore appannavano tutt'intorno a loro impedendogli una
visuale migliore; solo dopo uno scambio indecifrabile di sguardi, il
biondo dagli occhi verdi si era accorto della propria nudità
e
un lieve rossore gli aveva colorato la pelle del volto, conscio di
questo aveva raccolto le sue forze e gli aveva messo la mano sul viso
spingendolo via e richiudendo la piccola porta scorrevole dal vetro
smerigliato. Lentamente si era fatto prepotente strada in lui il
desiderio di averlo con sé sotto la doccia, per miracolo
aveva
trovato il modo di domare i suoi istinti che quasi mai aveva lasciato
andare in vita sua, ora rivolto verso il muro con le mani sui
rubinetti aveva chiuso senza pensarci quello caldo aprendo l'altro
freddo, il cambiamento non troppo improvviso l'aveva fatto
risvegliare e con una violenta imprecazione aveva chiuso anche il
restante lasciando che le gocce cadessero dal suo corpo fino a terra,
creando pozze nuove e suoni fascinosi. Rimase in silenzio per capire
se quel maniaco era ancora nella stanza ma non sentendo nulla aveva
pensato, con sollievo e rammarico insieme, che forse se ne era
andato. Ne era quasi sicuro visto che quel tipo non sapeva essere
così silenzioso.
Era
così uscito dal box sicuro di poter avere ancora un po' di
tranquillità prima di rivederlo e di dover affrontare ancora
la famosa tempesta ormonale. Mai convinzione fu più errata!
Alessandro
era lì davanti, in silenzio, a braccia conserte che lo
guardava insolente con un aria preoccupante per il protagonista di
tante attenzione: aveva un'aria ironica, maliziosa e sadica al
contempo, la stessa che avrebbe avuto per tutta la serata. Con enorme
interesse l'aveva passato ai raggi X per poi dire in tono apprezzato:
-
Mica male! -
Gianluca
serrò le labbra e assottigliò gli occhi severo,
dentro
di sé voleva morire dall'imbarazzo ma non gliel'avrebbe mai
data vinta.
-
Mica è la prima volta che mi vedi nudo! -
Aveva
quindi detto laconico riferendosi alle docce dopo gli allenamenti
normali.
Un
sorriso indecifrabile ed obliquo in risposta e solo dell'insolito
silenzio. Cosa gli passasse per la testa in qui momenti era un
mistero, per lui. Così decise di prendersi l'asciugamano e
avvolgendolo alla vita uscì dal bagno facendo come nulla
fosse.
Ancora
un minuto e sarebbe svenuto. Fortuna che non era stato lui a beccarlo
nudo!
Una
volta fuori dal bagno, lontano da Alessandro e provvisoriamente al
sicuro, Gianluca trasse un profondo sospiro di sollievo... aveva
sudato freddo, sotto quella doccia. Tornando a guardare la porta
chiusa dove all'interno lo spumeggiante amico cantava felicemente,
scrutando quell'uscio come fosse un mostro cercò di capire
se
potesse ributtare fuori il temuto personaggio che rinchiudeva, dopo
di che diffidente si slacciò l'asciugamano rimanendo
all'erta,
con una consistente paura che potesse arrivare di nuovo il suo incubo
e saltargli addosso. Non si chiese perché mai Alessandro
avrebbe dovuto fare una cosa del genere a lui, fatto era che si
sentiva la pecora nelle grinfie sadiche e affamate del lupo cattivo!
Riflettendo
su quell'immagine che gli era balenata in mente, un brivido
l'attraversò... non era molto rassicurante vedere Ale come
un
lupo che cerca la sua preda e sé stesso come quella famosa
preda... per nulla!
-
Meglio sbrigarsi... -
Mormorò
infatti Gianluca mentre si toglieva definitivamente il telo di dosso
per passarselo sul corpo bagnato. Un minimo rumore e sarebbe scattato
coprendosi. Si dava dello stupido poiché era una cosa
assurda
sentirsi in quel modo, ma il desiderio che provava per quel ragazzo
lo spaesava fino a tal punto e il panico che i suoi desideri
potessero realmente realizzarsi, quelli più nascosti e
arditi,
lo gettava in quel famoso caos da cui scappava abilmente.
Una
volta che fu asciutto alla buona, si infilò degli slip
velocemente provvedendo altrettanto in fretta ad indossare un pigiama
per la notte. Era di stoffa leggera e molto largo per lasciarlo
comodo nel dormire.
Trasse
un sospiro di sollievo, era vestito ed ora poteva anche uscire,
poteva affrontarlo, o per lo meno provarci. Quasi quasi si metteva
subito a letto a dormire…
Mentre
rifletteva sulla scelta migliore si era seduto stancamente proprio ai
piedi del letto occupandosi dei capelli biondi ancora strafondi, li
aveva asciugati abbondantemente per poi lasciarli così
spettinati che gli coprivano deliziosamente gli occhi. Era oltremodo
affascinante in quella versione, aveva l'aria un po' trascurata per
il broncio con cui teneva sotto controllo il bagno e nessuno sarebbe
stato biasimabile se vedendolo l'avrebbe mangiato!
/
Gimmi more – Britney Spears /
Fu
proprio allora che la porta del bagno si spalancò di nuovo
lasciando uscire un Alessandro versione porno star!
Nudo
e bagnato.
Gianluca
arrossì e sgranò ancora una volta gli occhi verdi
che
subito si fecero lucidi dall'emozione violenta che l'aveva preso
vedendolo in quello stato, notò in un attimo ogni
più
piccolo particolare di quel fisico già esageratamente maturo
per un diciassettenne. I capelli bagnati che all'indietro si
ondulavano sul capo, le gocce che grondavano dagli stessi percorrendo
una strada che andava dal viso felino alle spalle larghe, scendendo
poi sulle braccia forti e la schiena muscolosa oppure sul torace
scolpito e l'inguine libero, troppo libero, per non parlare di quando
arrivavano anche al fondoschiena sodo e alle gambe atletiche... non
si perse un centimetro di quel percorso mentre nel panico diceva:
-
Che fai, ora? -
L'altro
scherzando avrebbe potuto rispondere che era ripetitivo ma
così
non fu, Alessandro si fermò e come fosse la cosa
più
naturale del mondo si mise a conversare tranquillo:
-
Ho dimenticato l'asciugamano perché sono entrato troppo in
fretta, così sono venuto a prenderlo... me ne sono accorto
dopo essermi messo sotto la doccia... ma tanto mi hai già
visto nudo! -
Concluse
marcando particolarmente su quell'ultima frase per fargli un po' il
verso. Gianluca a fatica distolse lo sguardo e spontaneamente rispose
con voce cavernosa ma ancora non del tutto roca:
-
Deficiente! -
-
Perché? -
Chiese
in contropiede l'altro sempre nudo e disinvolto. La parte dell'ottuso
gli veniva bene, ma non lo era veramente, la sua era solo una
finta... si divertiva come un pazzo! Conscio delle reazioni che
accendeva nel compagno di stanza solo col suo corpo, senza nessuna
azione di particolare seduzione, voleva giocare un po' e dirigere la
cosa a modo suo per poi passare immancabilmente all'attacco.
Il
volto della vittima si infuocò ancor di più
mentre a
fatica cercava di domarsi e rispondere qualcosa che non lo
compromettesse.
-
Perché lo sei! -
-
Ma perché?! Che c'è di male nel girare nudo per
la
stanza? Mica sono in strada o in palestra... -
-
Ci sono io... -
-
Appunto! Ci sei tu... mica sei un estraneo o una donna... -
-
Già, se fossi una donna mi saresti già saltato
addosso!
-
-
Che ne sai dei miei gusti sessuali? Magari ho detto così
perché gli estranei possono chiamare la polizia e le donne
invece saltarmi addosso... potrebbe essere che non sono le donne a
temere che io sia un maniaco, ma che sia io a temere per la mia
incolumità se mi faccio vedere in queste condizioni... e
quindi desiderare, in realtà, gli uomini! -
Qua
Gianluca rimase un lungo, interminabile attimo in silenzio senza
trovare una parola adatta da dire, cercava di assimilare a fondo il
significato intrinseco di quella frase contorta eppure per lui
così
chiara, in effetti se fosse stato gay le cose sarebbero cambiate.
Perché?
Accantonò
quel pensiero ben sapendo che sarebbero cambiate per lui e per tutti
quegli istinti che gli provocava l'averlo vicino.
-
Devo... preoccuparmi? -
Disse
quindi con cautela, come indagasse la mossa migliore da fare.
Alessandro,
che intanto rimaneva a bagnare il pavimento, avrebbe voluto
scoppiargli a ridere in faccia, era encomiabile la sua espressione in
quel momento, avrebbe pagato oro per poterla registrare. Era contento
di averlo gettato nella confusione fino a quel punto, il dubbio era
la miglior cosa.
Con
malizia si avvicinò a lui decidendo di attuare uno dei suoi
diabolici piani, con passi sinuosi verso un Gianluca sul letto in
stato pietoso che sudava leggermente e stringeva convulsamente mani e
gambe per mantenere una certa posizione di contegno.
Disse
poi con voce bassa e suadente:
-
Dipende da te... se hai i miei stessi gusti e ti piaccio quanto mi
piaci tu non dovresti preoccuparti... -
La
forza per rispondere il più normale possibile la
trovò
all'ultimo momento, anche se si trovava già in uno stato di
completo ammaliamento verso quel sensuale ragazzo nudo che gli stava
così vicino, adesso.
-
No? Cosa dovrei fare e come dovrei sentirmi, allora? -
Lo
chiese per capire quanto sul serio stesse facendo e per prendere
tempo, stava combattendo dentro di sé: da una parte voleva
scappare, dall'altra saltargli addosso... non si sarebbe mai lasciato
andare.
-
Dovresti sentirti eccitato e darti da fare... -
Aveva
risposto Alessandro con un sorriso languido chinandosi su di lui e
posando le mani sulle sue cosce coperte da quei pantaloni fin troppo
leggeri, ebbe l'occasione di sentire tutto il calore che emanava il
suo corpo e gli piacque anche quello, non si sarebbe fermato solo a
quel punto. Fu lì che con un lampo strano negli occhi, un
lampo pericoloso, fece capire al compagno seduto che sarebbe andato
avanti, si sarebbe spinto oltre. Quanto?
Esercitò
una lieve forza sulle mani e allargò le gambe del biondo che
ormai senza respiro lo fissava in uno stato di trance.
Il
seduttore manteneva sempre la sua bellissima espressione da predatore
seducente e quegli occhi color mare parevano sempre più
intensi, tuttavia questi dettagli furono confusi quando le stesse
mani che l'avevano mosso come meglio volevano, si spostarono
più
in alto, all'interno coscia e poi proprio nell'inguine che ormai
cominciava a premere eccitandosi liberamente. Non gli tolse i
vestiti, non toccò nemmeno la carne nuda del suo membro,
però
i vestiti nemmeno si sentivano e l'effetto fu devastante. Non si
mosse, non andò su e giù massaggiandolo
ambiguamente,
non fece nulla se non posare la mano lì e sentire quanto si
stesse eccitando. Aveva capito che il desiderato amico era in uno
stato ormai pietoso e si chiese cosa aspettasse a continuare da
sé
quanto lui avrebbe voluto iniziare, anche lui stesso
cominciò
ad avere una certa reazione, ma meno incontrollata e improvvisa
dell'altro. Si faceva osservare dal suo sguardo confuso e allo stesso
tempo assente.
Accentuò
di poco il sorriso che le sue labbra ben disegnate avevano
già,
poi divenne subito serio e diventando così ancor
più
irresistibile, avvicinò il viso a quello di Gianluca,
immobile, fino a sfiorare la sua bocca serrata e secca, non lo
toccò
del tutto ma avrebbe voluto come non mai; scivolò invece
sulla
mascella e sentendo la profumata pelle del viso liscia, ebbe un
fremito. Lasciò che solo una mano si occupasse di
ciò
che aveva Gianluca in mezzo alle gambe, portò l'altra al
petto
e toccandolo in una carezza libidinosa, l'aveva delicatamente spinto
fino a farlo stendere nel materasso dietro di lui, poi le dita sul
mento, sul labbro inferiore, sull'altra guancia, fra i capelli, a
spostargli la testa di lato per aver un migliore accesso
all'orecchio… la lingua andò al suo lobo e glielo
leccò
con fare esperto mentre posizionava un ginocchio a lato del suo
bacino e l'altro in mezzo alle gambe dell'altro ora aperte e
abbandonate. Gli parve di avere una marionetta fra le sue mani,
avrebbe anche potuto prenderlo del tutto, far sesso con lui e... ma
non così, non avrebbe voluto. Lasciò che la sua
libera
parte eccitata lo sfiorasse e scese di nuovo con la lingua arrivando
al collo, lì la giugulare batteva facendogli sentire i
battiti
accelerati del suo cuore, pensò solo che lo voleva ancor
più
di prima, così arrendevole e forse sconvolto per
ciò
che a forza aveva appena appreso. Succhiò e
mordicchiò
quella parte di pelle sempre profumata ed invitante e senza dare
spiegazioni di alcun tipo rimase ad occuparsi del suo collo in quel
modo, senza andare oltre, senza approfondire quei contatti
così
caldi che mai Gianluca aveva ricevuto.
Fra
una provocazione e l'altra il desiderio stava diventando sempre
più
grande specie per quest'ultimo, Alessandro era così...
irresistibile…
Lo
desiderava. Comprese questo mentre l'aveva sopra e lo gestiva come
voleva. Non si era opposto, sentiva perfettamente tutto quel che
accadeva e per il semplice fatto che era schifosamente eccitato e gli
piaceva da matti, non l'aveva fermato, lasciando che il proprio
controllo svanisse nel nulla. Però al tempo stesso lottava.
Una lotta interiore per non cedere, per non ammettere che tutto
ciò
che voleva ormai da molto tempo era proprio far l'amore con lui,
essere toccato come stava facendo in quel momento, approfondire il
bacio. Ma quando l'avrebbe ammesso? Quando si sarebbe arreso? Per
Gianluca quel punto era il massimo che si sarebbe concesso, il
limite, più in là di lì non si sarebbe
riuscito
per ora a spingere, ora l'importante era finire in tempo, prima di
lasciare che le sue labbra dicessero le fatidiche parole. 'Ti voglio,
prendimi.'
E
il controllo tornò anche se molto debole:
-
Alzati, lasciami in pace. -
Duro
e freddo, si stupì lui per primo di essere riuscito ad
essere
così meccanico ed estraneo, ma ringraziò Dio per
avercela fatta... e al tempo stesso lo maledì
poiché se
non avesse detto nulla, Alessandro avrebbe continuato.
Così
diviso in due aveva agito dopo essersi lasciato fare.
Una
volta che il proprio corpo fu libero e che l'altro fu in piedi non
ebbe il coraggio di alzarsi, girare il capo e guardarlo... guardarlo
ancora nudo e sensuale... guardare l'oggetto del suo desiderio folle
ed incontrollato, guardare colui che riusciva a farlo sentire in quel
modo assurdo.
Non
ebbe nemmeno la forza di stendersi meglio sul letto e mettersi sotto
le coperte a dormire. Rimase così tutta la notte, bloccato
come se fosse stato paralizzato da una grave malattia, ad occhi
serrati, a guardare il muro accanto al suo letto.
Quel
letto che profumava anche di Alessandro e che era umido del suo corpo
bagnato.
Non
avrebbe dormito per tutta la notte.