CAPITOLO 18:
ODORE DI SESSO

alegian
trysdany

' "Perché fai così? Cosa vuoi?" Chiese Gianluca esasperato, non aveva idea del vicolo ceco in cui si stava cacciando. Ale sorrise con il suo consueto languore e disse: "Mi fai sesso! " Poi si leccò le labbra e notando la tensione accentuata dell'altro avvicinò il viso ancora al suo e toccandogli la bocca con la propria, aggiunse basso e suadente: "Ti voglio! " '


/ Wish i was dead – Shout out Louds /
La prima notte era passata con molta difficoltà e la mattina arrivò a baciarli col suo chiarore grigio. Riportati alla realtà molti ringraziarono che l'ora di alzarsi da quell'odiato letto, fosse arrivata.
Questo valeva per Gianluca, Alessandro, Samantah e Marek... certo non per Trystin e Daniel i quali avevano dormito bene, anche troppo!
La situazione nella camera dei due biondi, non era per nulla facile e definirla tesa era sminuirla!
Da parte di Gianluca c'era la più totale tensione, il nervosismo cresceva di attimo in attimo e stare nello stesso luogo con Ale era una tortura. Non era tipo da agitarsi facilmente ma ora lo era e sarebbe aumentato sempre più. Alessandro era decisamente più rilassato, non si faceva problemi a stare in stanza con lui dopo la sera precedente, anzi, la notte in bianco gli aveva portato consiglio facendogli decidere per un piano malvagio molto interessante!
Lo voleva!
Voleva Gianluca con tutto sé stesso. Gli piaceva, non sapeva ancora a quale livello, come e perché. Gli piaceva e basta, non importava il resto, importava che gli piacesse stuzzicarlo e farsi desiderare da lui, farsi guardare ed eccitarlo coi suoi gesti e la sua nudità. Gli accendeva un istinto primordiale, quello del sesso. Lo sentiva nell'aria fra di loro, era come un profumo o meglio un odore che anche se ancora non c'era stato, poteva essere presagio di futuro, indicazione di cosa sarebbe accaduto. Voleva Gianluca fisicamente, farsi desiderare da lui, imbarazzarlo, tormentarlo, toccarlo, baciarlo. Non se lo spiegava poiché non era il classico bellissimo ragazzo come invece era lui, non era uno di quei tipi con cui sia maschi che femmine ci sarebbero andati a letto. Era certo abbastanza delicato nell’aspetto, ma non era nulla di particolare. Era affascinante ed interessante, carino, insomma. Però lui lo voleva ardentemente e il desiderio continuava ad aumentare. Gli avrebbe fatto tutta la pressione necessaria a farlo cedere. Non lo voleva possedere con la forza anche se gli sarebbe piaciuto, voleva che fosse Gianluca stesso a chiedergli di prenderlo e farlo suo.
Ma una cosa sola era certa e ormai la sentiva distintamente anche l’altro.
C'era odore di 'sesso' fra loro due!
Samantah, dal canto suo, pregò di non rivedere Marek anche se avevano fatto una sorta di pace... insomma, tutto sommato parlare era un buon traguardo!
Era ancora molto confusa e non sapeva cosa fare, come comportarsi e cosa pensare di preciso. L'aveva fatto di nuovo: prima la respingeva poi l'attirava più vicino a sé.
Uscì con l'intenzione di fare silenzio ma risultò solo la pasticciona di sempre con tutto il caos che uscì dal suo passaggio fra cadute di oggetti e urti di sedie. Si sentiva che stava passando Samantah e questo fece sorridere Marek subito dietro di lei. Era contento che non era ancora cambiata.
Un pensiero andò all'allenatore che stava ancora scegliendo i vestiti da indossare, guardandoli tutti come se fossero dei mostri a tentacoli che volevano mangiarlo invece che coprirlo. Temeva che si sarebbe presentato nudo, ma non poteva fargli da balia, aveva 40 anni, ormai!
Daniel fu dolcemente svegliato da Trystin già pronto e vestito, l'aveva fatto dormire qualche minuto in più mentre si lavava e sistemava, gli aveva anche preparato i vestiti nella speranza che non avrebbe messo i soliti stracci. Aveva poi iniziato a spogliarlo per vestirlo, considerando che indossava solo dei boxer gli ci sarebbe voluto poco se il moro non l'avesse afferrato e attirato con sé nel letto per il seguito di quanto fatto nella notte!
Il risultato? Arrivarono a colazione tutti tardi ma come sempre il più ritardatario era il coach Jack!
La mora passò nella stanza del fratello per vedere a che punto era e confidargli la chiacchierata notturna, le aperì Alessandro a torso nudo e pantaloni slacciati, non ancora pronto. Lei lo guardò attentamente apprezzando lo stato decisamente buono, per lei, del ragazzo, poi con un largo sorriso lo salutò:
- Ciao bellissima personcina sexy... com'è mio fratello? -
Alessandro si compiacque dell'apprezzamento e d'istinto rispose scherzoso:
- Non sexy quanto me ma basta lavorarci un po' su e mi può arrivare vicino! -
Sam rise scoprendosi finalmente distesa e rilassata dopo la notte che aveva passato, lo guardò per un istante con altri occhi e si rese conto che in effetti era un tipo interessante, tutto da scoprire. Ora che era diventato così stranamente amico di suo fratello, doveva cominciare a farsi un idea precisa... magari visto che lei era amica di suo fratello ora doveva esserlo anche di lui. Questo pensiero le piacque e decise che avrebbe instaurato un rapporto anche con lui, le ispirava come persona, sentiva che sarebbero diventati un gruppo leggendario.
- Eh, lo capisco, sono d'accordo, vorrà dire che ci daremo da fare per lui! -
A quel punto si sarebbe dovuto udire la sua voce che diceva: 'guarda che ti sento! ' ma non arrivò e la mora si chiese il motivo; certo, trattandosi di Gianluca non c’era da preoccuparsi, sicuramente la sua luna era più storta di sempre!
Fece capolino dalla porta sbirciando e lo trovò pronto di tutto punto, perfettamente pettinato, con la borsa per allenarsi che attendeva.
- Bè? Che aspetti? -
Lui le lanciò uno sguardo gelido poi disse:
- Di essere liberato! -
Lei guardò quindi Ale e schietta gli chiese:
- Lo tieni imprigionato qua? -
Il biondo dai capelli ribelli non si perse d'animo e prontamente rispose ironico:
- Hai scoperto la mia attività segreta! -
- Lo schiavista? -
- Già... -
- Oh... interessante! E cosa gli fai fare? Sesso sfrenato tutta la notte? -
La sua innocenza fece andare di traverso l'anima a Gianluca che prese a tossire convulsamente diventando rosso in viso, mentre Alessandro gli andò incontro e disinvolto accarezzandolo sulla guancia, disse:
- Caro... non preoccuparti, non devi vergognarti, è una persona fidata, no? -
Se gli occhi avessero potuto uccidere, Ale sarebbe morto e defunto!
Sam alleggerì la situazione con una cristallina e sincera risata rumorosa e questo la fece apprezzare anche al biondo pianificatore e maligno, tuttavia Gianluca riuscì a raggiungere il top del suo tasso di odio per il mondo e con uno sgusciare agile, uscì dalla stanza di fretta!

/ Appearances – Citizens Here & Abroad /
Quando giunsero in ritardo in mensa, arrivarono in contemporanea con Daniel e Trystin. Si guardarono lanciandosi l'un l'altro delle brutte occhiate, poi notarono Samantah che richiamata dal ritardatario allenatore, andava a mangiare con lui per discutere della giornata. I quattro infine udirono il silenzio che era calato, gli sguardi astiosi ed infine il conseguente chiacchiericcio. Rimasero immobili cercando di capire di cosa parlassero ma tutto ciò che fu chiaro era che parlavano di loro!
Questo li stordì ma non più del necessario. Non era la prima volta che accadeva per Alessandro e Gianluca, e Trystin e Daniel erano menefreghisti. In un istante capirono la situazione anche giudicando tutti i posti occupati e solo un tavolo libero per 4: l'invidia e la gelosia erano le risposte.
Sarebbe rimasto poco da fare se non assecondarli isolandosi; la squadra non poteva fare a meno di loro, erano i più bravi e lo sapevano perfettamente, non era l'isolamento dal gruppo, un gruppo che non c'era mai stato, il problema, bensì un altro premeva loro: avrebbero dovuto forzatamente passare del tempo insieme fra le due coppie che non andavano per nulla d'accordo!
Fra la coppia Ale-Gian e Trys-Dany era guerra... a Trys non importava nulla della competizione e non stava personalmente antipatico nessuno, ma Dany non poteva soffrire Ale, ricambiato. Gian vedeva invece molto male Trys ma questo era solo perché ancora non si erano conosciuti bene. Il problema che si sarebbe presentato di lì a poco con la squadra li avrebbe costretti a conoscersi, rivalutarsi e instaurare un altro rapporto, diverso da quello di nemici.
Con fatica e contrarietà si sedettero all'unico stesso tavolo libero, giusto per quattro, e come destinati ad una grande tortura, Alessandro e Daniel si guardarono in cagnesco, Trystin non parlava mai di natura e Gianluca, quella mattina, aveva l'umore più brutto del solito, sotto i tacchi delle scarpe!
Cominciarono a mangiare la loro colazione e continuando a sentire le male voci che giravano su di loro, senza catturare nulla di preciso, Daniel sbottò imbronciato:
- Perché non vengono a dirci che problema hanno? Non me ne importa è solo che detesto i vigliacchi! -
Ale lo guardò trapassandolo da parte a parte poi sorrise, fece un ghigno; lo capiva, in fondo pensava la stessa cosa. Allora non erano poi così diversi. Fu solo un lampo quel pensiero e senza realizzare altro accettò il discorso: con provocazione e voce alta, per farsi sentire dagli altri intorno, disse maligno:
- Sai com'è... è solo che sanno di essere delle schiappe ed hanno una fottuta paura di essere buttati fuori dalla squadra perché in confronto a noi sono inutili! Pensano che così facendo saremo noi ad andarcene, ma sono solo dei poveri illusi! -
Si sorpresero gli altri tre di sentire un discorso del genere. Intorno a loro tornò il silenzio, l'avevano sentito e Ale compiaciuto ebbe l'istinto di tirare fuori il pacchetto di sigarette e fumarsene una ma fu fermato dallo sguardo di Gianluca che per un istante aveva scordato l'imbarazzo. Aveva già infilato la mano sotto la giacca ma la ritirò come ad obbedire ad un ordine tacito. Questo fece piacere all’altro e si chiese come mai non lo facesse sempre! Anche Trystin notò il gesto e al volo capì la situazione che si era instaurata fra quei due, forse fu per questo che provò un sentimento di simpatia. Sin dall'inizio aveva capito che non erano le persone che volevano apparire, ma l'astio che traboccava gli aveva impedito di scoprirli adeguatamente. Se fosse stato un tipo che sorrideva l'avrebbe fatto, ma il quasi albino inglese non lo era, per cui rimase in ascolto del discorso che in breve si intavolò fra Alessandro e Daniel, più simili di quel che sembrava!
- In effetti è così ma detesto quando non hanno le palle per dire in faccia quello che pensano... voglio dire... se hanno qualche problema con noi perché non lo dicono e basta? -
Diceva il moro col suo accento straniero.
- E’ vero, ma a me fanno più ridere che altro... non sanno arrendersi all'evidenza ed utilizzano mezzi sporchi per degradarci agli occhi del coach! Stronzate! -
Continuava invece l'altro. A chiamare in causa il parere di Giancluca, ancora scorbutico, era stato Trystin che inaspettatamente l'aveva solo chiamato per nome, da ciò l'interessato aveva capito che gli chiedeva l'opinione. Ecco perché il biondo aveva risposto, se glielo avesse chiesto Ale probabilmente non avrebbe proferito parola.
- Per me sono solo degli incapaci! Se non vogliono essere messi da parte dal coach devono darsi da fare, migliorare e superarci! Queste sono solo perdite di tempo, Jack nemmeno si accorge di queste cose! -
Per i suoi canoni aveva parlato tanto e stupì i due inglesi ma non Ale poiché ultimamente con lui aveva iniziato a chiacchierare. Quest'ultimo si compiacque del ragionamento adulto che aveva avuto e cosciente che uno così ci stava veramente troppo bene vicino a lui perché lo completava nelle sue mancanze, sorrise di sbieco mangiandoselo con gli occhi. Nessuno si perse l'occhiata e anche questa fu centro di facili ma inutili pettegolezzi!
- Sono d'accordo! -
Aveva addirittura aggiunto Trystin. La seconda frase della giornata fu notata dai compagni di tavolo e colti alla sprovvista l'avevano guardato fino a studiarlo con curiosità.
Nemmeno lui era male!
Alessandro aveva subito notato lo sguardo quasi d'intesa che si era scambiato Gianluca con Trystin, era stato involontario e quasi impercettibile... era solo perché avevano avuto la stessa opinione ed avevano pensato
"Non è mica male! "
una cosa naturale, tutto sommato. Ma al biondo dagli sconvolti capelli mossi non era piaciuto e decidendo di marcare il territorio aveva posato casualmente una mano sulla coscia del compagno seduto lì accanto, dicendo:
- Ehi, è intelligente anche se non sembra... se ne sta sempre zitto con la sua aria truce e scontrosa, ma quando parla ne molla di sane, no? -
In risposta Daniel aveva detto, battendo invece la spalla del suo di compagno:
- Lui non è da meno, sono simili in questo! -
Ottenendo solo il silenzio degli interessati ed una sorta di gara disputata dai due parlatori del quartetto su chi fosse meglio in cosa e via dicendo. Gianluca lo lasciò parlare ma in compenso guardò quella mano posata sulla sua gamba senza far troppo caso, sentiva come bruciava al contatto seppur separato dalla stoffa dei pantaloni. Era una tortura.
"Dannato, lo fa apposta, no? Non so perché e cosa vuole dimostrare, ma soprattutto cosa vuole da me, ma lo fa apposta! Si prende gioco di me? Adora mettermi in imbarazzo? Non deve toccarmi in continuazione... mi stuzzica, mi provoca in ogni modo, non mi molla un secondo! Ogni scusa è buona per tormentarmi... ecco, è il termine adatto. Mi tormenta! I miei sensi non reggeranno a lungo, temo. "
Gli altri continuavano a fare conversazione tranquillamente e la sua mano continuava a starsene lì appoggiata con naturalezza fino a fargli credere di aver scordato un passaggio importante del loro rapporto... che si fossero messi insieme e non lo ricordava per lo shock di scoprirsi gay?
"No, il problema non è scoprirmi gay... o non del tutto per lo meno. Il problema più grande è scoprire che mi piace ALESSANDRO che prima odiavo! È il mio rivale naturale, mi sono sempre convinto che non avrei mai legato con lui perché troppo diverso da me, troppo rumoroso e antipatico, un tipo decisamente stressante. Il fatto è che mi attrae fisicamente, è un bel ragazzo e non c'è niente di male nell'ammetterlo, anche se è solo il mio corpo ad ammetterlo grazie ai famosi istinti basici. Il male non è desiderare fisicamente e sessualmente un bel ragazzo come Alessandro, il male è desiderare in OGNI SENSO, non solo sessuale, PROPRIO ALESSANDRO!
Significa che ho sempre sbagliato le mie valutazioni su di lui, che sono masochista, che amo ciò che odio, che sono destinato ad un futuro di atroci torture... significa che passerò la mia vita a tirarlo fuori dai guai e a fare tutto ciò che odio e non mi va di fare perché troppo diverso da me!
Che qualcuno mi salvi... se è veramente così che deve andare almeno che abbiano pietà di me!
Io credo in Dio, a modo mio ma ci credo... perché dovrebbe tirarmi questo brutto scherzo? Amico posso accettarlo, ma amante... amante è tutt'altra cosa! Dannazione! Che faccio? E poi sicuramente lui non ricambia nemmeno una virgola... cioè... mi sta solo prendendo in giro: ha capito che mi attrae fisicamente e vuole torturarmi, divertirsi... non fa seriamente! È uno stronzo, in fondo, uno così non farebbe mai sul serio! Devo chiedergli cosa vuole veramente da me! "
Ma su queste considerazioni lasciò che la mano del compagno rimanesse lì dov'era!

/ Wicked game – Chris Izaak /
Quando a fatica la sera tornò sul secondo giorno di ritiro, dopo una lunga e faticosa giornata passata a scappare da certe specifiche persone, sia per Sam che per Gian fu una specie di sollievo. Pensarono che sarebbe bastato mettersi sotto le coperte e dormire esternando tutto il resto del mondo. Ma se per Sam era un discorso che poteva andare bene, non lo era per Gian!
In camera con la causa dei suoi guai interni (e diciamolo, pure esterni!), il biondo era del tutto a disagio... forse dipendeva dalla giornata passata ad essere toccato da LUI oppure dalla quasi totale nudità in cui girava attualmente davanti ai suoi occhi!
"Perché non può vestirsi e deve stare in boxer? Ma soprattutto perché ha i boxer così stretti e neri?"
Si chiedeva infatti sperando che non avrebbe fatto nulla di paragonabile alla sera precedente. Si sentiva un adolescente innamorato, quale in effetti era ma ancora non l'ammetteva, col batticuore a mille e non pochi problemi respiratori, sudoriferi e circolatori! Non avrebbe mai voluto farlo ma in attesa di riuscire a prendere sonno steso nel letto sotto le coperte con la luce accesa, lo guardava girare quasi nudo per la stanza davanti ai suoi occhi. Chi poteva dormire? Finiva addirittura per guardargli l'inguine con insistenza e ricordare tutte le volte in cui l'aveva visto completamente senza veli!
Non sapeva se ne era consapevole ma era sexy in ogni singolo gesto, era uno strazio averlo lì col desiderio involontario di far sesso con lui. Bastava guardare il suo corpo, poi il suo viso e quelle belle labbra delicate, spesso era arrivato agli allenamenti con molti lividi derivati da qualche rissa ed ogni volta aveva provato l'irrefrenabile istinto di toccargli quelle parti del volto tumefatte.
Improvvisamente a svegliarlo dai suoi 'studi' sul corpo umano di Alessandro, arrivò la suoneria del proprio cellulare che squillava. Si alzò di scatto a sedere arrossendo per i propri pensieri, si guardò intorno cercando di fare mente locale sul posto in cui l'aveva lasciato, poi la voce decisamente maschile di Ale aveva parlato:
- E’ qua... -
Indicando i pantaloni che aveva indossato quella giornata appoggiati sulla sedia, all'opposto dei letti. Non aveva intenzione di parlargli per chiedergli nemmeno un favore, così preferendo alzarsi lo fece e con l'agitazione sempre crescente si trovò proprio davanti al soggetto delle sue riflessioni, lo guardò spaesato mentre la confusione lo invadeva e il ricordo della sera precedente gli bruciava tutte le connessioni dei neuroni. Si fermarono mentre la suoneria interrompeva quel finto silenzio, Alessandro cercò il suo sguardo per capire il suo comunque evidente stato d'animo, Gianluca cercò di evitare i suoi occhi azzurri e sfuggendogli sgusciò lateralmente andando a frugare nei propri pantaloni, senza avere coscienza di ciò che stava facendo. Riuscì a prenderlo e rispondere prima che finisse di suonare. Fu felice di sentire una voce familiare, quale era quella di Max.
- Ciao Max! -
Fu un istante, non udì nemmeno la voce del fratello che gli rispondeva. Sentì solo le mani inconfondibili di Alessandro infilarsi sotto la maglia del pigiama, strisciare fino al ventre e poi su sul petto in un abbraccio che coinvolgeva il contatto della schiena con il suo torace nudo. Trattenne il respiro e quando il mento di Alessandro si posò sulla sua spalla avvicinando l'orecchio al telefono per sentire il conosciuto Max, pensò che a separare i loro volti era solo un apparecchio telefonico e il caos se lo prese totalmente.
- E’ Max? Salutalo da parte mia... -
Non capì che gli aveva detto e nemmeno cosa aveva ripetuto Max senza sapere cosa accadeva, capiva invece perfettamente cosa gli premeva contro il proprio fondoschiena ed ancora una volta maledì la stoffa troppo sottile dei pigiami!
Gli mancava... il fiato... la calma... il sangue freddo... il coraggio per girarsi, parlare, rispondere, allontanarlo o... fare qualunque altra cosa!
Rimase fermo a sentire le mani calde dell'altro che leggere accarezzavano il suo petto sotto la maglia che si alzava sullo stomaco, rimase fermo a sentire le innegabilmente piacevoli sensazioni che quel ragazzo sapeva trasmettergli. Rimase fermo mentre non aveva più padronanza di sé. Come avrebbe fatto, questa volta?
Non voleva farsi usare a piacimento però non aveva forza alcuna di reagire, anzi, voleva solo che continuasse poiché era fisicamente piacevole, non c'era motivo per farlo smettere, no?
O forse c'era?
Non sapeva, non capiva.
Poi il richiamo di Max lo riportò bruscamente alla realtà. Fece fatica, molta, ma capì che quello era il momento di un chiarimento. Non avrebbe potuto scappare. Non sarebbe stato giusto.
- Max, scusa, non posso ora... ti richiamo io dopo o al massimo domani... scusa... -
Dopo di che chiuse la comunicazione e si girò di scatto ritrovandosi fra le braccia della fonte dei suoi desideri.
Non sapeva come si chiedevano certe cose, per cui semplicemente lo fece, fu diretto e semplice in modo che non potesse scappare dalla risposta.
- Perché fai così? Cosa vuoi? -
Chiese Gianluca esasperato, non aveva idea del vicolo ceco in cui si stava invece cacciando. Ale sorrise con il suo consueto languore ed iniziando ad esplorare con le dita sensuali la schiena, disse sincero con uno sguardo provocante:
- Mi fai sesso! -
Poi si leccò le labbra e notando la tensione accentuata dell'altro avvicinò il viso ancora di più al suo e toccandogli la bocca con la propria, aggiunse basso e suadente:
- Ti voglio! -
Quel che accadde successivamente non fu un bacio, questo perché Alessandro voleva che fosse Gianluca a darglielo quando non avrebbe più resistito, per puro spirito di sadismo egoistico e torturatore. Era un giochino psicologico proibito e pericoloso che solo uno come lui avrebbe potuto fare con la sicurezza dell'esito in suo favore. Il desiderio di baciarsi fu per entrambi grande ma Gianluca pensò solo:
"Perché lo stronzo non mi bacia? Mi provoca e poi si ritrae... vorrei solo... che attuasse ciò che dice... "
Ma si rese conto che non l'avrebbe fatto e senza capirne il motivo si arrese a passare altri giorni d'inferno, gestito completamente dall'umore di quel tipo indefinibile!
Alessandro dal canto suo con malizia e sicurezza aveva pensato a sua volta:
"Non lo farò io, sarai tu a farlo... e allora me lo godrò come non potrei fare ora! "
Con quest'idea ed una forza di volontà incredibile, fu proprio Alessandro a staccarsi e lasciarlo fermo immobile nella stanza per andare a dormire... o far finta!
Gianluca non avrebbe dormito nemmeno quella notte!