CAPITOLO
19:
CE
NE FOSSE UNO CHE NON IMPAZZISCE!
‘Ma cosa è successo oggi al mondo? Si sono tutti
scentrati… robe da pazzi! ’
/
All the small things – Blink 182 /
-
VOI! VOI TUTTI PEZZI D’IDIOTI! CHI VI CREDETE DI ESSERE PER
PARLARE MALE DEGLI ALTRI? SIETE DEI CODARDI PERCHE' NON AVETE IL
CORAGGIO DI DIRE IN FACCIA QUELLO CHE PENSATE AGLI INTERESSATI! SIETE
PERDENTI NON PERCHE' CON CAPACITA' MINORI RISPETTO A QUEI QUATTRO, MA
PERCHE' NON AVETE LE PALLE DI AFFRONTARLI A VISO APERTO E VI RIDUCETE
AD ADOTTARE QUESTI MEZZI DEL CAVOLO… MA SI PUO'? SIAMO ALLE
ELEMENTARI? PARLARE MALE ALLE SPALLE DI COLORO CHE INVIDIATE! SIETE
PROPRIO CRETINI DENTRO, VOI! -
Questo
scoppio era arrivato da Samantah la quale dopo l’ennesima
sparlata da parte della squadra verso Gianluca, Alessandro, Trystin e
Daniel, non ci aveva più visto. Se ne era accorta da un
po’, lei come tutti gli altri, non avevano mai fatto nulla
grazie ai diplomatici del gruppo che avevano fermato le teste calde.
Ora però non c’era stato Santo a tenere la mora
furia scatenata che non ci vedeva più dalla rabbia. Riteneva
quei quattro un po’ i loro protetti, si sentiva lei stessa
parte di quello strano gruppo che vuoi o no si stava formando, quindi
lei in quanto avvocato contro le ingiustizie si era intromessa facendo
fuoco e fiamme.
Ora
eccola là coi suoi soliti capelli legati tutti spettinati,
ad inveire pesantemente contro i ragazzi che allibiti la fissavano
pensando al modo migliore per spegnerla. In particolare guardava
insistentemente tre persone: si trattava di Gabriele, il biondo platino
velenoso, re della difesa nel gioco ma serpente nella vita reale; di
Manuel, il castano occhialuto schematico e geniale sulle formazioni;
infine di Jude, il moro ninfomane donnaiolo che faceva coppia fissa nel
gioco con Francesco. Quest’ultimo non era d’accordo
sul metodo che i suoi compagni avevano utilizzato per demolire i
fuoriclasse, per cui pur rimanendo al loro fianco se ne era lavato le
mani.
Ovviamente
quando il caos regnava maggiore era perché, come al solito,
l’allenatore Jack non era presente anche se talvolta le cose
potevano peggiorare proprio perché arrivava lui!
Nessuno
si scompose troppo pur vedendo la ragazza fuori di sé,
questo non perché non la ritenessero in grado di mettere le
mani addosso a qualcuno, ma perché presente c’era
Marek e tutti sapevano che era l’unico in grado di placare la
mora. Così infatti fu.
Lui
assistette titubante, indeciso sul come intervenire, poi si fece
semplicemente avanti chiamandola per nome, un tono normale e calmo,
nemmeno la sfiorò con un dito:
-
Sam… - e lei si spense fermandosi ed esaurendo le batterie!
Non
aveva osato guardarlo, se l’avesse fatto ogni forza e
coraggio le sarebbe sparito, per cui preferì osservare con
attenzione il pavimento della palestra. Subito tutte le palle di cuoio
si fermarono e calò il silenzio intorno a loro, i quattro in
disparte non avevano la minima intenzione di intervenire ma curiosi
come un po’ tutti non si sarebbero persi una parola. Presto
Marek affiancò Samantah e senza guardarla a sua volta
prestò la totale attenzione alle cause di quelle brutte
voci. I suoi occhi blu scuro si erano messi a fissare quelli degli
altri in modo penetrante, cercando seriamente di capire cosa li avesse
spinto ad agire in maniera così infantile. Disse poi sempre
serio e pacato:
-
Ora avete la mia più totale attenzione. Parlate. -
Si
sarebbero guardati fra di loro, i tre, per interrogarsi su quanto da
dire, ma lo sguardo di Marek era così magnetico che non
riuscirono a staccare il loro dal suo, così alla fine fra
tutti decise di prendere la parola Gabriele, quello che non portava
rispetto per niente e nessuno, convinto che il mondo girasse intorno a
lui e che fosse il migliore solo per il sangue aristocratico che
portava nelle vene:
-
Puah! Non me ne importa un bel nulla di te! Cosa pensi che voglia da
te? -
Sfrontato
e acido come solo riusciva ad essere. Marek assottigliò lo
sguardo, rimase un attimo in silenzio facendo subire a tutti la
pesantezza del momento e poi disse laconico, con un tono più
basso:
-
Non lo so, dimmelo tu! -
Questo
colpì Gabriele che fu zittito da Manuel, più
intelligente fra i due, col suo tono metallico:
-
Lui è solo nato per provocare, non vuole mancarti di
rispetto… -
-
Allora me lo spieghi tu cosa succede?-
Però
improvvisamente a Manuel parve così stupido il motivo per
cui tutto era iniziato, da vergognarsi a parlarne con il secondo
allenatore, per cui non proferì parola. Jude si strinse
nelle spalle passandosi poi una mano fra i corti ricci che gli si
spettinavano sulla fronte, a lui in realtà non era mai
importato veramente far parte di quella squadra, non lo faceva per il
loro stesso motivo. Lo faceva solo perché fare basket
rendeva più ‘fighi’ e piaceva alle
ragazze… e perché lo faceva anche Francesco, il
fedele amico di sempre.
Non
avrebbe parlato.
A
mettere la parola fine per tutti arrivò proprio
l’unico che aveva voluto tenersi fuori da quel gioco assurdo:
Francesco!
Il
ragazzo dai capelli castani e ricci legati in una coda bassa, fece un
passo avanti e guardando diretto Marek disse col suo tono tranquillo:
-
Il fatto è solo uno… ora che ci sono loro quattro
tutti noi non serviamo a nulla… possono facilmente venir
cambiati di ruolo, tutti si sono accorti come Trystin sia versatile e
facilmente può esserlo anche Gianluca. La squadra si sta
già formando su loro quattro, i fenomeni di turno, e noi
saremo messi da parte. Ci sembra quasi inutile continuare ad allenarsi
ed impegnarsi. È nato questo dubbio fra noi e lentamente
dell’amaro verso di loro. Capisco che siano stati tutti
infantili e codardi, come diceva lei, ma forse sarebbe solo bastata un
po’ di sincerità e chiarezza da parte vostra per
farci capire il nostro reale ruolo: tutti riserve? -
Ora
era chiaro e l’ira lentamente svanì con le parole
diplomatiche di Francesco, mentalmente tutti lo ringraziarono contenti
che fosse intervenuto. Marek rimase un po’ colpito dalle loro
motivazioni ma immedesimandosi in loro non si poteva biasimarli poi
molto. Jack non aveva mai parlato dei suoi piani con nessuno e nemmeno
lui li conosceva bene; era vero che avrebbe dovuto farsi capire meglio
dalla squadra per la serenità del gruppo che già
faticava a formarsi. Sospirò e il volto si
rasserenò.
-
Capisco. Posso rispondervi subito. Nemmeno io ho la più
pallida idea di cosa abbia in mente il coach… e sono sicuro
che nemmeno lui lo sappia a fondo. Il più delle volte
improvvisa, fa quello che gli gira sul momento, non pianifica quasi
nulla, non è nel suo DNA. Però so una cosa di
sicuro. Vuole tirare su la squadra più forte di tutti i
tempi per ogni situazione e per una cosa simile non bastano quattro
giocatori validi. Avreste dovuto impegnarvi per migliorare il vostro
livello e rendervi unici ed essenziali, invece di arrivare a questo.
Nessuno può sostituire un genio degli schemi come Manuel, o
il re della difesa che è Gabriele… o il vostro
affiatamento, tuo e di Jude… nessuno. E tutti gli altri
singolarmente hanno caratteristiche che, per quanto quelli
là siano bravi, non potranno rubarvi ed eguagliare. Penso
che l’obiettivo di Jack sia solo di utilizzare le formazioni
migliori al momento giusto, fatte su misura a seconda dei diversi
avversari. Avete avuto la fortuna di essere allenati da una
società sportiva che può garantire alti livelli,
non avreste dovuto preoccuparvi. Avreste solo dovuto fare il vostro
dovere, nel modo migliore. -
Nessuno
dovette aggiungere altro, perfetto ed esauriente, addirittura bello da
ascoltare, il suo discorso abbracciò tutti i dubbi e li
annullò. Ecco come si risolvevano le cose, Marek ne era
ancora una volta la dimostrazione. Con il dialogo.
“E
chissà che questo ora non possa legarli di più,
renderli un gruppo come non riescono ancora ad essere per le singolari
rivalità…”
Tutto
finì così, col sorriso di Francesco che andava ad
abbracciare istintivamente Jude sorridente a suo modo: ironico e
malizioso. Manuel e Gabriele non fecero pieghe di alcun tipo se non il
biondo una smorfia maggiore che nella sua mente indicava la fine di un
capitolo!
/
Smooth Criminal – Alien Ant Farm /
-
Marek, serve il tuo aiuto! Alessandro, Daniel e Sam vanno in paese a
fare un giro… gli ho detto che ci possono andare a patto che
ci vada anche tu. Verranno a trascinarti! –
Marek
rimase un attimo interdetto dalle parole del coach, sembrava scherzasse
sempre ma appunto per questo loro sapevano che era serio. Avrebbe
potuto chiedergli se gli andava, prima di decidere, ma lui era
così: prendere o lasciare!
Sospirò
e chiese titubante:
-
Vanno solo loro tre?! -
-
No…anche Gianluca e Trystin ma a darmi pensiero sono gli
altri! -
Il
moro alzò un sopracciglio incuriosito: lui che si dava
pensieri? Sorrise senza dire nulla, quell’uomo era strano.
-
Va bene, vado… -
L’idea
di passare la serata con Samantah lo preoccupò, non per
sé stesso ma proprio per lei; sperò che tutto
andasse bene, tuttavia conoscendo gli elementi che doveva accompagnare
sapeva come sarebbe andata!
Come
previsto arrivarono alla sua porta Alessandro in prima fila con Daniel,
mentre Trystin subito dietro e per ultimi, in fondo con delle facce
scure, Gianluca e Samantah.
Li
squadrò brevemente immaginando i rispettivi stati
d’animo: i primi tre non avevano problema alcuno e con la
sensibilità che si trovavano Ale e Dany non avevano capito
la contrarietà di Gian e Sam, Trys probabilmente
sì ma non parlava mai quindi rimaneva una triste
rassegnazione dei suddetti fratello e sorella.
Già,
si prospettava una dura, lunga e difficile serata!
-
Andiamo! -
Disse
col tono di comando Ale prendendolo per il braccio, senza troppi
complimenti lo trascinò fuori. Marek riuscì solo
a prendere la giacca al volo e subito si trovò in mezzo ai
ragazzi camminando per le vie non molto popolate della
città.
Sarebbe
carino perdersi in demenziali descrizioni di scherzi, risate e simili
ma sarebbe descrivere un'altra storia, visto che quella sera tutto
quello non successe. Ad accadere fu qualcosa di ben diverso, molto meno
divertente ma forse dipendeva dai punti di vista!
Giunti
nella piazza principale affollata da pochi giovani, scoppiò
il putiferio.
Partì
tutto, in maniera sorprendente, da Marek e Gianluca.
Stupì
enormemente tutti visto che si sarebbero aspettati litigi provenienti
da altri membri più focosi… soprattutto
considerando che Marek era venuto per calmare gli animi e mettere pace
fra i caratteri esplosivi. Chi si sarebbe aspettato che ad essere
placato sarebbe dovuto essere proprio lui?
Nacque
da un innocuo scambio di idee fra lui e Gianluca, poi sfociò
in qualcosa di ovviamente personale, qualcosa che fece tirar loro fuori
il peggio di loro stessi:
-
Ce l’hai ancora con me per la storia di tua sorella ma non
puoi darmi sempre contro per partito preso. Devi anche saper mettere da
parte ed andare avanti… lasciarmi vivere in pace, insomma. -
-
Anche tu devi lasciar vivere in pace gli altri! Non eri desiderato
qua… -
-
Adesso parli a nome di tutti? È l’influenza di
Alessandro? Comunque sono stato obbligato, come tu sei obbligato ad
avermi qua stasera. -
Non
era da Marek mettersi a discutere a quel modo tirando fuori quel suo
lato, preferiva lasciar correre e tenere tutto dentro, ma quella volta
era giunto all’esasperazione. Avere Gianluca come nemico non
era uno scherzo poiché lui non era come Alessandro o Daniel
che se ce l’avevano con qualcuno andavano subito
giù di pugni; Gianluca era diverso, puntava tutto sulla
psicologia, sull’eliminazione mentale della specie da lui
odiata, quindi, nel caso specifico, Marek. Voleva proprio distruggerlo
mentalmente e ci riusciva così bene che alla prima goccia
uscita, scoppiò come accadde in quel momento!
Tutti
più o meno stupiti assistettero alla scena davanti a quella
fontana che spruzzava acqua decisamente fredda.
-
Non te ne frega a nome di chi parlo io! Devi lasciarci in pace! Devi
LASCIARLA in pace! E mostrare il tuo vero volto! -
-
Quale vero volto? -
-
Un falso ipocrita che fa finta di avere a cuore quelli con cui ha a che
fare e che in realtà se ne frega altamente di tutti. Uno
senza sentimenti che gioca con quelli degli altri, si prende beffe di
tutti. Ecco chi sei! Mostrati davvero, butta via la maschera, io sono
stufo di vederti così buono, gentile e disponibile
perché in realtà non lo sei! -
-
Io sono me stesso nel metro che ritengo opportuno a seconda delle
situazioni e le persone che mi si presentano, non è certo un
ragazzino che non sa nulla di me a dirmi come sono e come devo essere!
Vengo mosso da motivazioni precise e tu non sai nulla di me,
però giudichi. Chi è meglio, allora? Uno che vive
come ritiene opportuno oppure uno che giudica pesantemente senza sapere
in realtà un bel nulla? -
Cominciavano
ad alzare la voce e Sam si chiedeva se non fosse il caso di
intervenire, li guardava e li ascoltava col cuore che le palpitava,
profondamente colpita dalle parole di entrambi. Non pensava che suo
fratello si fosse preso così a cuore la sua situazione, non
l’aveva mai mostrato fino a quel punto, le faceva piacere ed
aveva anche voglia di abbracciarlo e stringerlo, ma
dall’altra parte a fatica aveva cominciato a capire Marek e
comunque il fatto era uno ed insindacabile: lei era innamorata di lui
anche se non la ricambiava. Stop. Nessuno poteva farci nulla. Questo
dal suo punto di vista.
Le
cose nella realtà erano molto diverse e Gian aveva capito
solo che c’era dell’altro dietro al comportamento
del ragazzo più grande, però non riusciva a
mettere a fuoco cosa.
L’unico
a farcela era stato Trystin che aveva passato la stessa cosa, reagendo
tuttavia diversamente. Lo sentiva molto vicino al suo modo di essere e
gli stava a genio come persona, gli dava fastidio il comportamento di
Gianluca che, per quanto avesse un sincero desiderio di conoscere
meglio, sembrava comportarsi proprio da ragazzino immaturo.
Ale
e Dany? Per loro erano solo impazziti e non gli toccava la scena, non
sarebbero intervenuti… se non fosse stato per
l’entrata in gioco di Trystin!
Sembrava
che nulla potesse più stupire ed invece arrivò il
quasi albino inglese che fece qualcosa che nessuno si sarebbe mai
sognato: si intromise fra i due!
Si
schierò dalla parte di Marek provando a spiegare cosa aveva
capito lui dell’amico; ormai l’italiano lo parlava,
anche se ancora un po’ male ed incerto e aveva un forte
accento inglese, poteva sostenere una conversazione senza problemi,
così parlò quanto in tutta la sua vita non aveva
mai fatto, probabilmente.
-
Non prendertela ma secondo me tu non hai capito nulla, Gianluca.
–
Silenzio.
Silenzio di tomba. Occhi spalancati, tossita di Daniel che gli
andò di storto la saliva ascoltandolo.
I
penetranti occhi verde scuro di Gianluca squadrarono da capo a piedi il
biondo e lo fece parlare prima di trucidarlo:
-
Penso che tu ce l’abbia con lui solo per la storia di tua
sorella, non c’entrano nulla le maschere e il sentirsi presi
in giro. -
Altro
silenzio. Ebbene aveva centrato il bersaglio? Anche Sam stessa ne era
rimasta colpita. Dire che era diretto e sincero non era abbastanza, ma
era così. Non girava intorno alle parole solo per far
piacere agli altri, se le cose stavano in una certa maniera dovevano
essere affrontate esattamente nel modo giusto.
Dopo
un primo attimo di smarrimento Gianluca parlò coi toni che
prendevano ad alterarsi e alzarsi:
-
Tu che cazzo ne sai? -
Ennesimo
stupore, Ale questa volta spalancò gli occhi senza
capacitarsi della parolaccia che proprio lui aveva detto. Sorrise di
quel sorriso divertito e leggermente sadico, si pregustava una bella
scenetta eppure non avrebbe mai immaginato che nonostante tutto anche
lui si sarebbe intromesso. Forse il suo sangue di ribelle teppista
violento tornava a farsi sentire e dove c’era odore di rissa
lui non poteva star lontano. Fatto fu che quando come era ovvio e
logico Daniel intervenne spintonando (da lui uno se lo sarebbe
aspettato anche prima di quel momento) Gianluca per il tono aggressivo
ed offensivo usato contro il SUO ragazzo, dicendo anche: - E tu sai con
chi diavolo stai parlando? È questo il modo? Ti sembra sia
stato stronzo od offensivo come te? - Gian non ebbe il tempo di reagire
o rispondere. Dentro di sé pensò solo che aveva
ragione ma a precederlo arrivò Ale, questo decisamente
alimentò lo stupore dell’unica ormai spettatrice:
Samantah, la causa involontaria di tutto!
Il
biondo dai ribelli capelli (nonché carattere) tutti
scompigliati che stavano in maniera stramba in alto, come gli avessero
pestato i piedi scattò verso il moro che di norma gli stava
già molto sulle scatole e lo spintonò a sua volta
dicendo a voce alterata e prepotente:
-
Si può sapere invece TU che cazzo hai da far
così? Tieni giù le mani che nessuno ti ha chiesto
di fare il Sailor Moon della situazione! -
Daniel
spostò i suoi occhi grigi su quelli azzurri di Alessandro
annientandolo con lo sguardo e, pensando di quell’altrettanto
rompiscatole tutto il male possibile, gli ritornò il favore
con una nuova spinta.
-
E tu che c’entri? -
L’altro
lo prese per il colletto della giacca e attirandolo con forza a
sé lo guardò malamente, sempre più
aggressivo rispose:
-
Quello che c’entrate tu e quell’idiota! E
non mettermi le mani addosso se non hai intenzione di finire male! -
“Ma
senti chi parla! ”
Pensò
Sam mentre allarmata pensava che forse qualcosa avrebbe dovuto farlo.
In realtà nessuno c’entrava con quel discorso
però tutti ci si erano messi in mezzo: il problema era che
nessuno riusciva a farsi i fatti propri!
Fu
per questo, quindi, che successivamente decise di lasciarli fare, per
punirli, così imparavano a intromettersi nei suoi affari!
-
Come, così? -
Disse
Daniel prima di dargli una testata storica che lo tramortì
un istante. Ecco, erano finiti alle ovvie mani, figurarsi se quei due
potevano star buoni e fermi!
Sarebbero
volentieri intervenuti gli altri tre ma decisero che era più
urgente chiarire la loro questione, così continuarono a
litigare ben belli.
-
Però è vero, tu non c’entri nulla,
stanne fuori! -
Disse
malamente Gianluca che a fatica si tratteneva, il tasso di rabbia e
adrenalina saliva ormai alle stelle. Trystin rispose freddamente:
-
Se è per questo nemmeno tu c’entri…
dovrebbe essere qua Samantah a litigare con lui, perché ci
sei tu? -
Marek
sospirò di gratitudine, finalmente qualcuno
l’aveva capito, questo però bruciò
molto all’altro biondo; gli dava fastidio sapere che avevano
ragione su qualcosa, quindi non mollò:
-
Ciò non toglie che in realtà è
tutt’altra persona di come appare, questo diventa anche affar
mio visto che mi sento preso in giro! -
-
Ma perché?! A te non ho fatto nulla! -
Anche
Marek non ce la faceva più, lo si poteva capire dal suo tono
seccato.
Continuarono
su questo tono, senza mai passare alle mani, esagerando a volte ma
senza passare il limite. A contrario di Alessandro e Daniel che invece
ci davano giù pesanti coi pugni. Fu solo ad un certo punto
in cui Sam esasperata, e preoccupata per le facoltà
cestistiche in pericolo dei due ‘pugili’,
intervenne gridando, che qualcosa accadde:
-
MA SIETE IDIOTI? DOVRESTE AVERCELA CON LORO E NON FRA DI VOI!
-
Subito
si morse la lingua realizzando di aver peggiorato le cose. Fu
così in effetti, i due con occhi pesti e labbra spaccate si
fermarono ansimanti e guardandosi pensarono. Cosa rara in effetti, ma
lo fecero. E giunsero all’unica conclusione che Sam aveva
ragione, così Ale si fermò capendo che non aveva
motivo di prendersela tanto, la sua bella rissa l’aveva fatta
e realizzato ciò aveva alzato le spalle dicendosi che tanto
non ne valeva la pena per l’argomento che si presentava in
discussione. Diversamente pensò Daniel: credeva fermamente
che Trystin con tutti loro non c’entrava niente e che come
cosa più importante non doveva difendere Marek!
Ecco
cosa lo fece schierare dalla parte di Gianluca, proprio contro Trystin:
la gelosia… non doveva prendersi così a cuore la
situazione di Marek.
Così
erano moro e biondo contro moro e biondo, ma di coppie insolite!
I
rimanenti spettatori, Ale e Sam, si limitarono a prendere al bar una
birra a testa e a sedersi ai piedi della fontana, proprio davanti agli
altri, guardandoli con interesse come fossero al cinema:
-
Secondo te chi la spunta? -
Chiese
lui con il suo sorrisetto sadico:
-
Secondo me nessuno… sono un branco di scemi! -
Rispose
lei schietta e rassegnata.
-
Già… ma un metodo
c’è… -
-
Per fermarli? -
Chiese
con stupore lei guardandolo risplendere di una luce preoccupante.
-
Già… una gara di canestri! Per esperienza
pareggerà i conti e li farà voltare pagina! -
Mentre
lui lo proponeva riuscendo (non chiedete come perché Ale ha
mille risorse) a farsi ascoltare, Sam se lo chiese:
“Ma
cosa centrano i canestri?”
Nulla,
solo che la mente bacata del fenomeno esuberante voleva girare la
serata a suo piacimento, sempre per non annoiarsi!