CAPITOLO 21:
L’AMICIZIA E’ OK!

alegian
danytrys

‘Non si può combattere in eterno qualcosa che supera per un milionesimo le nostre forze. È illusione quella di poterci riuscire. Alla fine non decidi di arrenderti, ti rendi conto di non aver mai combattuto veramente… e dici ‘ok, sono qua’, il resto è superfluo! ’


/ Friends – Ryan Adams & The Cardinals /
L’aria fresca e pungente accolse i tre ragazzi che si ritrovarono per caso insieme sul terrazzo che avevano in comune, Gianluca e Trystin erano usciti per respirare e scappare dagli irruenti compagni mentre Marek perché il suo amico Jack l’assillava troppo su Samantah.
I due erano ormai amici ed in confidenza l’uomo più adulto (solo per l’anagrafe) si preoccupava di far finire insieme i suoi due preferiti: Marek e Samantah, appunto!  
Il ragazzo non ne poteva più ormai, era un tipo che detestava quel genere di cose, ovvero violazioni della propria privacy ed in special modo della vita sentimentale, le vedeva come forzature seccanti ma non si azzardava a rispondere male al coach, per educazione si tratteneva andandosene, ecco perché era più il tempo in cui era fuori dalla stanza piuttosto che dentro.
Appena usciti in contemporanea dalle rispettive camere confinanti avevano preso un respiro di sollievo spontaneo, poi si erano accorti l’uno dell’altro e l’unico ad accennare ad un sorriso era stato il moro che non dimenticava mai le buone maniere… del resto ci si poteva immaginare uno degli altri due sorridere?
Non si giustificarono, parve tutto superfluo in effetti, scontati i motivi per cui ognuno era lì fuori, non si chiesero nulla e sempre nel medesimo modo si appoggiarono alla ringhiera guardando il panorama che il loro piano offriva, una suggestiva vista notturna.
Gianluca e Marek non si erano ancora parlati fra loro dopo quella serata allucinante, si erano evitati accuratamente ma quella attuale pareva un chiaro segno dall’alto, qualcosa tipo: o parlate o parlate!
A questo pensiero che ebbe solo il più grande, gli scappò un risolino insolito, qualcosa che incuriosì Trystin, Marek era uno dei pochi con cui parlava e fino a qualche giorno fa anche l’unico, escludendo l’ovvio Daniel che al momento preferiva ingozzarsi di biscotti alla nutella.
- Che succede? –
Chiese il ragazzo dai capelli biondo platino e la carnagione lattea, ormai parlava bene l’italiano e non aveva problemi di comunicazione a parte che non gli piaceva parlare senza motivi particolarmente importanti.
Marek non si fece pregare, gli era capitato spesso di parlare col giovane ed ormai avevano un buon rapporto:
- Pensavo che questa serata è un segno molto chiaro su come devono finire le cose!  –
- Ovvero? –
- Bè… dobbiamo chiarirci una volta per tutte e far pace, no? –
Gli suonò strano dire una cosa simile, in fondo non erano mai stati amici, che bisogno c’era di aggiustare un qualcosa che non era mai esistito veramente? Sul momento non lo capì ma i conti sarebbero tornati solo in seguito, quando i rapporti sarebbero stati ben definiti.
Gianluca si sentì chiamato in causa anche se al momento aveva altri pensieri per la testa, sempre più frementi e prepotenti gli avevano preso il posto di altri ormai vecchi; questi pensieri si chiamavano ‘Alessandro’, al momento impegnato a recuperare delle scorte di alcool e sigarette che non si faceva mai mancare.
Sospirò già stanco di partenza, quel ragazzo gli aveva preso molte delle sue energie ed ora non aveva più la testa di pensare ad altro, anzi… ancora non gli era chiara la faccenda con lui e, confrontata a quella, il resto sembrava una grande sciocchezza!
- Parli di me? –
Non era nemmeno sicuro di aver capito bene, Marek e Trys alzarono un sopracciglio e lo guardarono contemporaneamente.
- Bè, si… -
- Che vuoi sapere? –
Aveva sempre un tono vago, per nulla irritato e scontroso come suo solito, i due si chiesero cosa gli prendesse e cautamente il moro rispose:
- Ce l’hai ancora con me o possiamo sotterrare le asce di guerra? –
Gian non ci pensò a lungo, alzò le spalle guardando il cielo stellato e disse:
- Mah, per quel che me ne importa ora… -
Rimasero spiazzati, erano preparati ad un altro litigio ed invece no, come se avesse altro per la testa, cosa che effettivamente era.
- E’ successo qualcosa? Ti vedo strano… -
- Perché? –
- Non sembravi pensarla così l’altra sera… -
- L’altra sera non avevo altro a cui pensare! –
Tagliò corto Gianluca il cui carattere rimaneva di base poco paziente, Trystin non se ne curò e pensando che non ci fosse nulla di male intervenne:
- Alessandro? –
Del resto gli era parso chiaro come la luce del sole, forse lui l’aveva colto, ed era stato l’unico in realtà, perché ci era passato prima di lui ed aveva sviluppato una sensibilità diversa dagli altri; del resto non vedeva problemi laddove tutti li vedevano, semplificava ogni cosa e questo perché ne aveva passate molte.
Gianluca cominciò a tossire vista la saliva di traverso, arrossì improvviso e si piegò in due temendo per la sua vita, Marek si pietrificò a guardarlo così scomposto mentre Trystin che sapeva sin da subito ci avrebbe preso, non fece una piega, anzi, accennò un lieve ed impercettibile sorriso capendo al volo l’intera situazione.
- Ci sono passato anche io per questa fase!  –
Sentenziò apparendo incolore, Gianluca fece forza su sé stesso e si rialzò aggrappandosi convulsamente alla ringhiera di metallo che gli stava davanti, cercò disperato di riprendersi e dare una risposta, senza grandi risultati, quindi balbettò qualcosa di poco comprensibile:
- Q-quale? –
Si distinse solo questo, Trys allora sorrise di più, fu un sorriso tenero e delicato che fece riprendere l’interlocutore, il resto lo fecero le sue parole:
- Non è facile ammettere cosa si prova per un ragazzo, lo è nei confronti di una donna figurarsi di un uomo… -
Si stupì veramente molto Marek di sentirlo parlare così con qualcun altro, capì che erano compatibili d’amicizia, quei due e lui con loro.
- Si capisce così chiaramente? –
A quel punto disse la sua il più grande:
- Io non l’avevo capito, pensavo solo fosse un’amicizia difficile. -
Il biondo si sentì quasi sollevato da questo, Marek era un tipo acuto ora doveva solo sperare che fosse stato sincero, visti i precedenti. Glielo disse ironicamente:
- E’ una palla anche questa o posso fidarmi? Sai, visti i precedenti non so più come regolarmi!  –
L’altro sorrise scotendo la testa, non si smentiva:
- Si sente già l’influenza di Alessandro su di te!  –
- Perché? –
- E’ lui l’allusivo di turno… tu sei diverso. –
- Dunque posso fidarmi? –
- Sam è un’altra faccenda, mi è sfuggita di mano… di norma sono cristallino verso gli altri. –
- Ma non sappiamo nulla di te! Come facciamo a capire se lo sei veramente? –
- Sono riservato, non falso!  –
Qua non ebbe più nulla da ribattere, il ragionamento filava così decise che in effetti era stato un impiccione a prendersela così a cuore per quella situazione, ora aveva capito che c’erano cose peggiori!
- Va bene, non ha più importanza, avrai i tuoi motivi… -
- L’hai capito, si? –
Sapevano tutti che Marek non si sarebbe sbottonato più di così, per cui lasciarono cadere l’argomento mettendoci anzi una bella pietra sopra.
Rimasero un attimo in silenzio ad assaporarsi la notte che avanzava senza provare ancora freddo, solo qualche brivido ogni tanto, infine Gianluca sempre serio e pensieroso disse guardando diretto il compagno alla sua sinistra:
- Trystin… posso chiederti una cosa? –
Ne furono ancora stupiti, non erano abituati ad un Gianluca così mite e confidenziale, decisero di assecondarlo fino alla fine non per curiosità di ciò che avrebbe detto ma per puro interesse verso quello strano ragazzo poco comprensibile.
- Dimmi… -
- Come hai fatto a capire quale sentimento nello specifico provavi per Daniel? –
Gianluca li aveva visti stare insieme, Marek no ma era diventato qualcosa che somigliava ad un amico per cui anche lui sapeva della loro relazione, chi non aveva né visto né sentito lo immaginava poiché era comunque chiarissimo!
- E’ stato molto difficile per me, per lui era tutto più semplice: mi voleva bene e voleva stare con me, il resto non importava. Andava ad istinto, se gli andava di baciarmi lo faceva e i perché li lasciava ad altri. Io però ero diverso, non mi bastava quello e non ero per nulla impulsivo. –
Si interruppe cercando nella mente e nei ricordi le parole adatte, traducendole con fatica dall’inglese all’italiano, avrebbe anche potute dirle in lingua madre tanto entrambi lo parlavano e capivano molto bene ma preferì sforzarsi per non creare presunti equivoci sul dialetto che lui parlava stretto, poi riprese, si sentì importante, come se pendessero dalle sue labbra. Erano cose che colpivano nell’esperienza personale anche Marek.
- E’ stato perché il sentimento che provavo per lui è diventato sempre più forte, impossibile da ignorare, per nulla confuso come appariva all’inizio. –
Fu qui che terminò, non ebbe in effetti altro da aggiungere, sapeva di aver colpito nel segno su entrambi ma non fece espressioni di vanto, rimase apparentemente indifferente guardando l’esterno che gli si presentava davanti.
Gianluca rifletté accuratamente su quanto sentito, specie sull’ultima frase, Alessandro era così uguale a Daniel in questa descrizione.
- Non sono uguali, ma si somigliano molt … -
Lo precedette Trystin, l’altro già non lo guardava più, si sentiva in subbuglio ed anche leggermente seccato perché non riusciva assolutamente a rispondere alla domanda implicita: ‘Tu cosa provi per Ale? Lo capisci chiaramente oppure ancora non lo sai con certezza?’
- Nessuno ha la certezza mai sui sentimenti, come faccio a capire? –
Disse quindi, Marek qui intervenne sentendosi molto toccato dall’argomento.
- E’ esattamente questo il punto. Chiedono troppo ma se qualcuno non è in grado di darglielo che succede? Si soffre… -
Era solo una riflessione a mezza voce che non aveva trattenuto, riguardava sé stesso. Come appariva umano, in quell’istante. Lo pensarono gli altri due che l’avevano idealizzato uno per superficialità mentre l’altro perché non ne aveva mai incontrati si simili.
Non seppero cosa dirgli in un primo momento e Gianluca capì ogni cosa, perché faceva così con Samantah e le sue titubanze in campo amoroso; come biasimarlo, del resto? Pur non sapendo la sua storia, lo capiva molto bene ora che ci era dentro anche lui ad una situazione simile.
- Non si può combattere in eterno qualcosa che supera per un milionesimo le nostre forze. È illusione quella di poterci riuscire. Alla fine non decidi di arrenderti, ti rendi conto di non aver mai combattuto veramente… e dici ‘ok, sono qua’, il resto è superfluo! –
Ovviamente le parole di Trystin erano molto inglesizzate, specie quelle più complicate, ma le aveva dette e l’avevano capito. Si sentirono spiazzati dalla verità che aveva detto il loro, ormai, amico. Profondamente colpiti. Era a quel livello, Trystin? Sembrava un tipo molto restio ad arrendersi ai sentimenti, anzi… invece forse era quello che ci si dedicava maggiormente senza problemi. Avevano molto da imparare, si sentirono quasi inferiori.
- Non è facile però… -
Disse Marek con un fondo di malinconia, ancora non era convinto di riuscire ad arrivare al livello del biondo. Non credeva proprio.
- Dimmi cosa c’è di facile a questo mondo? –
Frase fatta? Certo, ma molto, molto vera.
Marek fece un sorriso di resa e sospirò pensando solo che avrebbe dovuto riaprire la porta al sole dagli occhi neri, pur con il pericolo di scottarsi perché si sa, esponendosi a lungo andare senza protezione, il sole brucia la pelle. Che protezione aveva? Fin’ora l’aveva evitato, era stata una soluzione efficace… ma si poteva chiamare vita evitare di vedere il mondo circostante?
Sarebbe andato da Samantah per parlarci e dire una volta per tutte ogni cosa.
Per Gianluca il discorso era molto più complicato.
- Io non sono già a questo punto, sono ancora alla fase caos totale… non so cosa voglio di preciso, cosa provo, se sono istinti sessuali, se è lui interamente che voglio, che sentimenti sono… non so ancora nulla e se è il tempo che mi porterà a capirlo con chiarezza è questo che gli chiederò! –
Sembrava molto sicuro di ciò che diceva, il discorso di Trystin era stato cristallino ed in fin dei conti non gli si poteva dare torto, era tutto molto improvviso e Alessandro era uno che bruciava le tappe, non dava tempo per pensare. Lui ne aveva bisogno.
Lo desiderava molto fisicamente, ogni volta che lo provocava era una tortura, non voleva altro che farsi toccare da lui in ogni modo possibile ma per ora captava solo quello, era l’unica sicurezza che provava, il resto ancora non lo sapeva.
- Gli resisterai ancora? Intendo alle sue provocazioni sessuali… -
Gli occhi verdi del compagno si spalancarono.
- Come fai a saperlo? –
- Non fa molto per nasconderlo!  –
Si sentì una risata sommessa di Marek che preferiva rimanerne fuori, Gianluca rispose dopo un po’ di fatica respiratoria:
- Lo ammazzo! – Fu anche molto lugubre nel dirlo, convinse perfettamente coloro che l’ascoltavano. - Comunque non so in quel senso cosa farò, qualcosa sicuramente ne uscirà! –
Trystin lo guardò accuratamente per capire cosa pensasse, quando notò la confusione completa non disse nulla, rimase nel suo classico silenzio, doveva arrivarci da solo, da lì in poi nessuno poteva intervenire anche se sapeva bene come sarebbe finita.
Gli pareva così chiaro!

/ Animal Instinct – Cramberries /
Il quinto giorno passò come passarono anche gli altri, con qualche impercettibile modifica nei comportamenti in continuo mutamento dei protagonisti, cose come maggiore collaborazione, più complicità di gruppo, battute scambiate in tutta pace… e in via del tutto eccezionale Gianluca era ritornato a rivolgere la parola a Marek!
Ma non solo, sempre lui non scappava più da Alessandro, l’altro gli andava addosso, l’abbracciava e lo stuzzicava in ogni modo in pubblico e lui non lo inceneriva, nemmeno se ne andava o lo picchiava… rimaneva impassibile e si lasciava fare, nei limiti della sua sopportazione, ovvio!
Ecco i fatti più rilevanti di cambiamento, tutte cose sconcertanti per gli chi non seguiva la faccenda dall’interno.
La sera presentò fatti decisamente più interessanti!
Anche questa volta ad incontrarsi in corridoio, uscendo dalle rispettive camere, fu Trystin ma non con Gianluca o Marek, bensì con Alessandro. Si ritrovarono a camminare addirittura nella stessa direzione, Alessandro aveva appena fatto la doccia quindi aveva i capelli bagnati tirati all’indietro, in uno dei suoi soliti modi un po’ lisci, un po’ spettinati, un po’ giù ed un po’ in alto, tutto l’insieme gli donava molto e se ci avesse speso solo un attimo in più, su quei capelli, non avrebbe ottenuto lo stesso risultato divino.
Indossava una maglietta larga senza maniche, il solito scaldinoso, e pantaloni di tuta comodi la cui vita cadeva sull’inguine ed il cavallo arrivava alle ginocchia, non si vestiva spesso così poiché gli piaceva apparire più ‘cool’, però a volte non gli andava di ‘lucidarsi’ a fondo.
Trystin era molto più semplice, una tuta nera in taglia giusta, ridonava colore al suo non colore, mentre i capelli erano bagnati anch’essi, quindi più giù rispetto al solito. Un’accoppiata fra le migliori che si fosse mai vista in circolazione, peccato che i due non si consideravano altro che presunti conoscenti, non ancora amici… e nemmeno altro!
Fu Ale il primo a rompere il ghiaccio, non ci sarebbero stati dubbi a proposito, gli lanciò un’occhiata ironica e col medesimo tono disse:
- Hai mangiato? –
Attese una risposta sapendo che comunque non sarebbe arrivata, così proseguì:
- No, perché non ho intenzione di farti di nuovo da infermiere! Ho una reputazione da difendere! –  
Alludendo così allo svenimento della giornata precedente. Trystin non gli diede alcuna soddisfazione e fece finta di nulla, non ne fu toccato; se fosse stato uno normale avrebbe riso e risposto a tono, lui si fece scivolare la battuta senza sentirsi minimamente colpito.
- Allora hai mangiato? O stai andando a cercare del cibo? –
Non lo mollava, ci teneva a sentire una sua risposta, giusto per non ridursi al silenzio pensante che odiava o ad un seccante monologo, del resto conosceva solo quei modi: stuzzicare la gente era ciò per cui un giorno avrebbe preso il premio nobel!
Se la cercò:
- Io ho mangiato e tu sei riuscito a capire se sono solo istinti sessuali o c’è anche altro? –
Alessandro non era tipo da imbarazzarsi ma poteva shockarsi senza provarne vergogna!
Non si sarebbe mai aspettato una cosa simile da lui, che fosse così diretto e sfacciato, lo riteneva un tipo delicato e insipido, cioè non era riuscito ad inquadrarlo, non gli faceva né caldo né freddo da quando aveva cominciato a considerare la sua esistenza e faceva fatica a rapportarsi con lui. Ora riuscirci a quel modo lo spiazzava.
- Non c’è niente di male nel provare solo degli istinti sessuali e seguirli! –
Non si chiese come lo sapesse, i giri di parole erano incredibili e lui ne aveva una vaga idea, l’assecondò senza mostrarsi debole o perdere la sua faccia tosta, con una punta di difesa nella voce. Trys non fece nessuna espressione ma disse:
- Mica l’ho detto! –
Si sforzava di parlare, non gli piaceva farlo ma con certe persone era sempre più difficile mantenere il silenzio. Ale era fra questi, era capace di parlare a macchinetta e stressare finché non otteneva un dialogo.
- Ma l’hai insinuato! –
Partì sentendosi punto sul vivo, non sapeva che parlare con Trystin era molto pericoloso poiché riusciva a condurre le persone ovunque volesse, questo proprio perché parlava poco ma quando lo faceva era molto incisivo.
- Io non insinuo, in italiano non ne sono capace, dico solo quello che penso, chiaro e netto. –
Ale avrebbe voluto rispondere ma si rese conto di aver avuto la coda di paglia e se ne seccò, si morse il labbro e poi prese la sigaretta mettendosela in bocca, era nervoso e voleva fumare, detestava essere costretto a pensare e ora ci si sentiva; sapeva che non poteva farlo ma senza pensarci molto alzò le spalle e l’accese, tanto camminando non l’avrebbero beccato e presto il fumo si sarebbe diradato.
- Bè, non sono fatti tuoi! –
- Nemmeno se io mangio lo sono per te! –
Così si chiuse il discorso… per un istante visto che dopo aver consumato tutta la sigaretta in un istante, Ale non resse il silenzio e seccato disse:
- Ma dove diavolo è quello? – L’altro non rispose, così continuò: - Tu cerchi Daniel? – Pensò che non fosse un argomento pericoloso, o per lo meno lo sperò.
In risposta un assenso con la testa.
- E’ in palestra? Ci stai andando… -
Un altro assenso con la testa. Ale sospirò spazientito, ecco perché non gli piaceva molto, gli sembrava di parlare da solo come uno scemo!  
- Si, bè, anche io ci sto andando, non per seguirti ma perché penso che Gian sia lì… -
Poi si morse la lingua rendendosi conto di aver dato materiale per essere a sua volta messo in angolo, lo guardò diretto sperando che non lo facesse e si sentì scemo nel sperare una cosa simile, insomma di solito faceva lui quella parte ed era molto odiato per quello. Si sentì derubato del suo ruolo e finito il ragionamento infantile si accorse che l’altro non aveva detto nulla, stupendosi per questo.
Era un tipo strano che lo obbligava a pensare senza essere insistente.
Era vero: per Gian provava fortissimi istinti sessuali, voglia di stuzzicarlo e provocarlo, farlo uscire allo scoperto, sentiva che a sua volta era molto desiderato da lui, c’era una forte intesa sessuale, ma il resto? Che altro c’era oltre quello, se c’era?
Non lo sapeva ma sapeva che prima di provare dei veri sentimenti, per lui, ce ne sarebbe voluto molto, molto più di quello.
Ne era sicuro.

/ Pump it – BEP /
- SHIT!  –
Fu l’imprecazione che si levò sopra ogni altra cosa nella palestra quasi del tutto vuota.
L’imprecazione in inglese era facilmente identificabile: un certo moro casinaro si dava da fare sotto canestro cercando di contrastare il rivale, per l’occasione diverso dal solito.
Questo avversario invece non si sprecava in alcun tipo di imprecazione, manteneva la bocca ben serrata e una certa attenzione nei propri e altrui movimenti.
Erano Gianluca e Daniel incontratisi casualmente in palestra per un allenamento supplementare serale, Daniel non aveva nessun istinto particolare da sfogare, era un iperattivo che non gli piaceva aspettare il fidanzato che si lavava, o lo faceva con lui o si attivava in altro modo; Gianluca invece ne aveva di istinti da sfogare… più che altro aveva ancora pensieri per la testa che l’assillavano.
Era la coppia più improbabile in effetti, non ci azzeccavano l’uno con l’altro e proprio per questo in quel momento riuscivano a giocare insieme senza scannarsi.
Loro per primi ne erano stupiti eppure dopo un primo momento di smarrimento si resero conto che non erano uguali ai rispettivi compagni, per cui era tutto da giocare, qualcosa di molto divertente e stimolante in effetti… che sarebbe riuscito a togliere certi pensieri insistenti al biondo con la rughetta fra le sopracciglia aggrottate.
Il primo ad impossessarsi della palla era stato Daniel mentre il primo a rubargliela era stato, ovviamente, Gianluca; non ci aveva messo molto, aveva saputo approfittare della sua distrazione forse perché stava facendo il confronto fra lui e Trystin, così aveva subito preso la sfera di cuoio.
Ecco da cosa era derivato l’imprecazione in inglese!
Ovviamente il moro non aveva demorso e si era piazzato subito fra lui e il canestro facendo mille smorfie per impedirgli di passarlo, l’idea di Gianluca fu quella di aver davanti una scimmia, in effetti una certa somiglianza, con un po’ di fantasia, poteva esserci… quelle sopracciglia folte, i movimenti sgraziati, le espressioni buffe, i capelli neri così arruffati… fu quest’immagine, ovvero una scimmia vera e propria vestita come Daniel con una canottiera bianca intima e dei jeans strappati, a fargli perdere la retta via facendolo ridere, del resto si poteva sfidare chiunque a rimanere seri in una situazione simile, con davanti un pagliaccio-scimmia che gesticolava come un matto sciorinando un sacco di epiteti inglesi, non era per nulla facile rimanere impassibili!
Improvvisamente capì quanto anormale fosse Trystin a rimanere sempre impassibile in sua compagnia, quello che fino ad ora era sembrato il più normale!
Quando Trystin, appunto, e Alessandro arrivarono videro Gianluca ridere DIVERTITO e Daniel impossessarsi della palla, saltare con una capriola mortale, gridare il suo urlo di battaglia e fare uno schiacciata… chiaramente concessa dall’avversario, occupato a ridere!
Fu shockante e sensazionale vedere questa specifica scena, letteralmente incredibile.
- Il mondo va al contrario? –
Disse Alessandro sconvolto, il ragazzo accanto non era altrettanto esterrefatto, pensandoci bene era nelle capacità di Daniel far ridere persino uno scorbutico come Gianluca.
- Ehi! – Cominciò urlando il biondo ribelle: - Ti sei rimbecillito? –
Fu lì che Gianluca si accorse della loro presenza interrompendo così la sfida e senza farsi prendere dall’agitazione per aver rivisto improvvisamente la fonte dei suoi guai, rispose monocorde:
- Sfido chiunque a rimanere serio giocando con una scimmia-pagliaccio!  –
- Ehi tu! Piano con le parole, eh? –
Sbraitò subito Daniel affiancando il rivale, questi alzò le spalle e nello stesso tono di prima fece eco:
- Non mi sembrava di aver parlato veloce, se vuoi ti faccio lo spelling! –
Daniel lo guardò cupo cercando di capire se fosse serio o se scherzasse, senza capirlo alzò le spalle a sua volta e dicendo una cosa in inglese tipo: ‘ al diavolo! ’ si mise a correre incontro al suo fidanzato che l’aspettava paziente, gli si catapultò addosso e per poco non persero l’equilibrio, forse il biondo se l’aspettava.
Erano una bella coppia e davanti a loro non si facevano nemmeno problemi di alcuna sorta; Ale li osservò con una notevole dose di invidia, l’ammise senza problemi:
- Gian, perché non fai anche tu così? Se vuoi salto io! Mi prendi? –
L’aveva detto col suo solito ghigno divertito e vedendo i suoi occhi verdi posarsi sui propri, sentì come un nodo allo stomaco che si formava per poi sciogliersi immediatamente: era con lui, che altro importava?
Certe menate mentali non erano per lui!
Liquidò ogni cosa a quel modo e senza attendere una ovvia risposta negativa dall’amico cominciò a corrergli incontro, fece come Daniel: prese la spinta e gli saltò per arrivargli addosso, sicuro che l’avrebbe preso. Peccato che si sbagliò e Gianluca preferì scansarsi abilmente con ottimi riflessi, senza scrupolo alcuno, facendo finire il povero Ale a terra di faccia!
Daniel rise impunemente, anche molto rumorosamente in effetti, e a provocare una ovvia reazione non fu il fatto in sé che si spanciasse, bensì che ridesse proprio di lui. Fu naturale che appena rialzato questi lo guardò con aria combattiva coi fumi neri che gli uscivano dalla testa, gli si poteva chiaramente leggere nel pensiero, c’era una sola parola che primeggiava nella sua mente:
‘Guerra! ’
E guerra sarebbe stata!
Il biondo si avvicinò in un lampo al moro che smise di ridere, assunsero in un istante la stessa espressione di sfida, un tale sadismo negli sguardi, un aria così pericolosa che tutti temettero si mettessero a fare a botte eppure stupirono con la frase che uscì dalle loro labbra:
- Ti sfido! – Lo dissero insieme, come se si fossero letti nel pensiero; fu divertente dal di fuori ma nessuno dei due spettatori rise, alzarono solo gli occhi al cielo temendo di andarci di mezzo ed essere costretti a giocare anche loro. Mai timore fu più azzeccato!
I due sfidanti si girarono contemporaneamente rivolgendosi a loro e dissero:
- Tu stai con me! – Anche quella volta avevano parlato insieme!
- Io però non capisco, i conti non tornano… Trystin aiuta Daniel per un motivo ovvio, ma perché io devo aiutare te? –
Alessandro guardò Gianluca come se avesse bestemmiato, poi il moro rispose per lui:
- Come, non siete fidanzati? –
Gianluca divenne di tutti i colori mentre Ale raccolse la palla al balzo con grande faccia tosta:
- Appunto! Non siamo fidanzati? –
Era una tortura per il biondo dagli occhi verdi, mentalmente mille maledizioni gli si formarono dirette specialmente a Daniel: proprio lui aveva dovuto incontrare quella sera?
Cercava e ricercava nella testa una plausibile risposta, qualcosa che non lo compromettesse e che magari avesse senso, il problema era che non sapeva nemmeno lui cosa dire, così decise per la sincerità più crudele e schietta:
- No! –
Insomma, doveva ancora capire cosa volevano, come poteva dire certe cose?
Il labbro dell’altro cominciò a tremargli come anche il mento, gli occhi divennero fintamente lucidi e cominciando ad aprire e chiudere le palpebre veloce assunse un aria da cucciolo che proprio non gli si addiceva, quindi con fare teatrale si buttò in ginocchio ai piedi di Gianluca che impassibile lo guardava, mentre dentro gli si scatenava l’impossibile. La scenetta divertente continuò con Ale che implorava aggrappandosi alle gambe del compagno:
- Non spezzarmi il cuore, baby! Ti prego, sta con me! –
Gianluca assottigliò gli occhi e la bocca, detestava quelle scene, sarebbe andato nel panico se non fosse stato uno che sapeva controllarsi. Lo guardò apparentemente freddo e laconico, poi disse:
- Mollami! –
Il che poteva avere più di un senso, in effetti, ma Ale preferì lasciare tutto sul gioco, non gli andava proprio di pensare seriamente, sarebbe stata una fatica costosa per lui, così continuò la scenata di disperazione. Tutti pensarono che era un attore nato ma misero fine Daniel e Trystin quando si avviarono sotto canestro per iniziare una sfida che in fin dei conti stimolava tutti.
Non si seppe come gli venne in testa ma da che era a fare il buffone a che si alzò con uno scatto di reni pazzesco, rincorse veloce gli altri, si piazzò al centro dell’area e prendendo di mano la palla con cui stava palleggiando Daniel, disse a gran voce con un entusiasmo proprio suo:
- Mi è venuta un idea! –
“Oddio, cosa gli è venuto in mente, ora? “
Tutti temettero per la loro incolumità, Ale era un tipo molto strano ed imprevedibile, poteva tirar fuori qualunque trovata stramba. Rimasero col fiato sospeso per sentire la sua genialata che con aria soddisfatta ed estremamente felice diceva trionfante:
- Facciamo quella famosa gara di schiacciate! –
Tutti si erano aspettati il peggio ma furono sollevati dal constatare che si trattava SOLO di quello! Sarebbe bastato un canestro a testa… capirono solo dopo, quando aggiunse il resto della frase, che non sarebbe stato così facile!  
- Ci dividiamo in due contro due, poi chi vince fra queste due coppie si scontra a vicenda, i giudici sono chi rispettivamente non ha il turno di gioco! Ovviamente si vince una notte di fuoco con l’amore della propria vita! –
Qua tutti rimasero interdetti, non ebbero il tempo di sbuffare, Daniel diede vita al suo pensiero:
- Certo, se io perdo, cosa che non succederà, chi mi impedisce di far sesso con Trys come ogni notte? –
Ale non ci pensò due volte e sicuro di sé asserì:
- Io! –
Gianluca lo guardò incuriosito cercando di immaginare come avrebbe potuto tener lontano il moro dal biondo, lasciò perdere realizzando che le risorse di Ale erano infinite e ormai l’aveva capito sulla sua pelle!
- Diamoci da fare allora! –
Concluse così notando la perdita di tempo a discutere con lui, tanto l’avrebbe spuntata comunque, doveva solo fare in modo di perdere per poter evitare di passare la notte come l’aveva intesa lui con quel maniaco!
- Guarda che se vinco io sei tu il mio premio! –
Gli sussurrò languidamente il compagno di stanza e fonte dei suoi pensieri costanti, e preoccupazioni, passandogli accanto e toccandogli il sedere con la mano, cosa che gli ravvivò il colore del viso.
Così senza che nessuno aggiungesse altro, con una luce di sfida che aleggiava negli occhi di tutti, si prepararono ad una gara insolita ed in fondo molto stimolante, nessuno l’avrebbe ammesso per non alimentare il già gigante ego del protagonista di quella pensata, ma era così.
Le coppie furono decise a sorte: Alessandro contro Daniel, per somma soddisfazione dei due, e Gianluca contro Trystin, sfida molto rilassata!
Partirono, manco a dirlo, i due irruenti amici-nemici.
Ale scelse una schiacciata molto esibizionista per lasciare la migliore nel turno successivo, sicuro che avrebbe vinto, era una di quelle che facevano più baccano che altro, Daniel invece esercitò qualcosa che evidenziasse il suo talento nel salto.
Fra i due ad una unanimità sospettosa, vinse quest’ultimo, al che il primo cominciò a sbraitare poco convinto dell’imparzialità dei due:
- Su Trystin lo immaginavo ma su di te, Gian, non me l’aspettavo! –
- Bugiardo! –
Disse impassibile lui, nel frattempo si levarono le risate di Daniel che molto fastidiose avevano lo scopo di far sentire inferiore qualcuno che nemmeno torturato poteva sentircisi!  
Ottennero una buona dose di urla, offese, imprecazioni e quant’altro, Ale non sapeva più con chi prendersela e sul culmine della sua isteria si dovette bloccare con le mani sul collo di Daniel per la schiacciata improvvisa dell’annoiato Trystin: un volo con cambio di mani e avvitamento totale, un eleganza inaudita, una perfezione senza pari, qualcosa da NBA, non poteva invidiare nulla a nessuno e anche se Gianluca non aveva ancora fatto il suo gioco, tutti pensarono che uno così era sprecato per una squadretta di basket simile.
- Perché non sei andato in America? –
Lo disse senza peli sulla lingua Ale che si era dimenticato il motivo della sua ira funesta, Trystin lo guardò con la sua aria candida indifferente, non ringraziò per il complimento, non era il tipo, si strinse solo nelle spalle non sapendo effettivamente cosa rispondere. Forse l’aveva fatto per avere maggiore possibilità di giocare con Daniel, non avrebbe voluto essere separato da lui, in fondo bastava solo non volare troppo alto, accontentarsi di avere qualcosa che riempiva più di un sogno di gloria e successo.
Però non l’avrebbe mai detto a voce, nemmeno a Daniel.
Gianluca l’ammirò fra sé e sé, era un tipo da coltivare, lo capì solo in quel momento con certezza, sfuggente oltre ogni dire, si capiva poco e nulla, ma era sicuramente da avere come amico.
Si stupì lui stesso di pensarlo e dopo di quello il suo lato combattivo si ingigantì, più il rivale era bravo e stimato, più lui era stimolato a fare meglio, dare di più, sempre di più, stravolgendo il suo gioco se necessario, dare tutto e oltre… era un tipo che non si accontentava mai, ecco la sua differenza con Trystin.
Non ascoltò più Ale che borbottava solite parole megalomani per stare al centro dell’attenzione, nemmeno guardò Daniel che si abbracciava il compagno, si esternò dal casino e dopo un solo sguardo con gli occhi azzurri del diretto rivale accompagnato da un sorriso indecifrabile che nessuno gli aveva mai visto addosso, prese la palla fra le mani, si fuse con essa ed ascoltando nell’aria i movimenti giusti da fare li eseguì senza avere chiaro in mente cose sarebbe uscito.
Fece qualche passo di rincorsa e come se potesse sentire una musica potente che spaccava anche i muri, prese quel ritmo immaginario e saltò facendo un cambio di mano sotto la gamba nel momento in cui la schiena era rivolta al canestro, si incurvò in modo quasi innaturale e pericoloso, si trovò con la testa quasi rivolta interamente verso il basso e senza guardare schiacciò la palla nel cerchio di ferro con classe e decisione.
Se Trystin era già un professionista, Gianluca non poteva essere certo da meno.
Era minima la differenza e solo un vero esperto l’avrebbe scorta.
Nessuno dei presenti poté giudicare onestamente il reale vincitore fra i due, quale fosse il tiro migliore o il più spettacolare, si somigliavano come stile, tecnica, raffinatezza, gesti e quant’altro.
Tuttavia non si capì bene come da questo passarono direttamente alla camera di Ale e Gian per bere l’alcool procurato dal casinaro compagno ed ingozzarsi col cibo portato dall’altro casinaro compare!
Ora: l’amicizia era ok, mancava da sistemare solo l’amore!