CAPITOLO 22:
BALLI PROIBITI


‘Siamo mondi paralleli che si attraggono e respingono, tu non credere che io ti stia scappando, tutto passa e niente si dimentica. Basterebbe solo fare il primo passo e rischiare una figura, forzare la serratura.’


/ Dirty – Aguilera /
Si era portata un piccolo stereo portatile poiché senza musica non viveva.
Da questo partì tutto.
Quando cominciò una delle canzoni a cui non resisteva mai, ovvero Dirty della Aguilera, non poté fare a meno anche quella volta di ballarla, di muoversi incurante della porta sbadatamente socchiusa e dello stato, subito dopo la doccia, in cui era.
In canottiera intima che rivelava in trasparenza il reggiseno nero semplice e pantaloncini corti larghi e leggeri, tipo stoffa di pigiama che ad ogni movimento cadevano sempre più in basso rivelando gli slip neri. I capelli erano bagnati e non ancora pettinati, le stavano disordinatamente intorno al viso rendendola inconsapevolmente affascinante.
Samantah aveva tutta l’intenzione di scatenarsi con l’umore tornato circa alle stelle a causa del progresso con Marek.
Lei lo vedeva come tale, aveva capito che toccava solo a lei conquistarlo e fargli cambiare idea sull’amore; così, come se si desse carica per la prossima battaglia, si era concessa un ballo scatenato completamente immersa in quelle note movimentate e sexy.
Sam non era bravissima a ballare ma in quel tipo di balli, hip hop, riusciva a muoversi discretamente. Non faceva gran movimenti ma chiudeva gli occhi e si lasciava trasportare dalla sua adorata musica, i risultati erano sempre piuttosto buoni, certo poi dipendeva anche da chi la guardava!
La trovò a girare su sé stessa mentre ad ogni punto di ritorno si abbassava di scatto risalendo veloce per ripartire con energia sulla giravolta successiva. Si fermò incantato a guardare il suo volto sensualmente preso dalla canzone forte ed i capelli neri che le si attorcigliavano intorno al volto e al collo, insieme ai suoi movimenti.
Rimase impalato sulla porta a guardarla muoversi con energia, decisione e gioia.
Era felice.
Il sole era tornato e una contentezza inspiegabile si levò dal suo animo oppresso in quel periodo; avrebbe dovuto andarsene e lasciarla sola, tornare un'altra volta per parlarle di quel fatto, avrebbe veramente dovuto ma una volta vista così non era più riuscito ad andarsene. Non ce l’aveva proprio fatta.
Lei era una calamita ed i suoi occhi blu non si sarebbero mai spostati dal suo corpo così scoperto e lucido per la doccia appena fatta.
Quando lei aprì gli occhi un istante, Marek era giusto alla sua altezza visiva e si fermò un istante.
Fu solo un attimo, però, poiché sentì una spinta che la portò proprio verso il suo spettatore insperato.
L’aveva desiderato, aveva pensato ardentemente che lui potesse essere lì a ballare con lei, che potesse sedurlo e attuare il suo piano, che lui fosse lì semplicemente per lei, per cederle e arrendersi.
L’aveva chiesto mentre si era immersa in quelle note ritmate ed ecco che era stata accontentata.
Provò un moto di esultanza che la spinse a riprendere.
Non doveva sprecare quell’istante, lui era lì per lei, non c’erano spiegazioni, ora doveva darsi da fare e far sì che non scappasse!
Senza pensare ad altro, sempre ballando, andò da lui e prendendogli la mano dimenticò ogni timidezza, spinta dall’energia della musica lo trascinò al centro della camera e continuando a ballargli attorno iniziò a strusciarsi addosso puntando gli occhi neri su quelli blu suoi, erano liquidi, non le si staccavano, la guardavano impossibilitati ad avere qualsiasi tipo di reazione.
Solo una cosa era sicura.
Lei gli piaceva come lui piaceva a lei.
Lo capì mentre aveva il suo corpo morbido contro, mentre insistente gli faceva sentire la voglia di toccarla ed averla sempre più viva.
In fondo era un uomo e come tutti loro anche gli istinti potevano essere forti e pericolosi, tanto da non poterli rifiutare.
Non era una persona che sfruttava le donne ed anche se lei lo stava seducendo in quel modo, capiva razionalmente che era un passo troppo grande in quel momento, che dovevano andare più piano e che… tante intenzioni molto buone andarono a quel paese quando lui semplicemente sentì nuovamente parti anatomiche femminili contro di sé, come se gli si stesse dando spontaneamente.
Era pericoloso continuare.
Pericoloso ma impossibile da rifiutare.
Ecco perché senza ragionare più accadde una cosa storica per il moro.
Si lasciò andare al desiderio, la fermò mettendole le mani sui fianchi e posò le labbra sulle sue, fu un assaggio, un semplice bacio approfondito appena con la lingua che superava la soglia dei denti molto lentamente, per dar tempo di capire che accadesse, per dar tempo di ingranare e di lasciar posto alle emozioni potenti quanto quelle note che ora si spegnevano.
Tutto quello era pericoloso, non avrebbe portato a nulla ma lui ormai non poteva far altro che dirselo, la desiderava in ogni modo, fisicamente e interiormente.
Non poteva respingerla.
Poteva solo baciarla senza pensare a cosa le avrebbe detto poi.
Samantah dal canto suo capì con un secondo treno che proprio l’amore della sua vita, il desiderato e agognato Marek, la stava baciando.
La stava BACIANDO!
Trattenne il respiro, già affannato, cercando di capire cosa fare e senza saperlo l’accolse nella sua bocca senza rispondere in alcun modo.
Un'altra cosa che non capì fu se il mondo le girava a causa della sua enorme emozione o perché non respirava da diversi minuti, fra la danza e il bacio.
Non sapeva.
Come non sapeva se in un bacio, il suo primo in effetti nonostante l’età, fosse normale vedere tutto nero e trovarsi senza forze.
Completamente.
Cosa accadde?
Samantah svenne per una serie di motivi, il più grande imputabile all’emozione per l’avverarsi della cosa da lei più desiderata.
Marek la baciò e lei svenne accasciandosi fra le sue forti braccia che la sostennero prontamente.

/ Brimful of Asha – Cornershop /
Quando riaprì gli occhi lei era sola stesa nel proprio letto.
Si era ripresa dopo alcuni minuti e sulla fronte si era trovata una pezza bagnata, ci impiegò un istante a capire cosa fosse successo e cosa ci facesse lì; quando lo ricordò insieme al bacio, la temperatura le tornò molto alta ma si alzò di scatto cercando la fonte di tutta quell’agitazione.
- Merda! –
Sbottò insieme al giramento di testa per il movimento brusco, attese un istante che il mondo tornasse a posto e quando le forze ripresero a scorrerle normali si rese conto che lui se ne era andato chiudendosi la porta dietro.
Lei… lei l’aveva sedotto a quel modo, lui l’aveva baciata e lei cosa aveva fatto in tutta risposta a quel grandissimo evento?
- Porca merda, sono svenuta! –
Gridò col sangue che le andava alla testa dall’imbarazzo.
Si batté le mani sulle guance per vedere se era un sogno, si fece male e constatò con una seconda imprecazione che era vero.
- Oddio… oddio oddio oddio!  Ci siamo baciati… ho fatto quella scena e ci siamo baciati… e poi non contenta sono svenuta! Ma in un momento simile dovevo svenire? Ed ora che faccio? Come faccio a capire cosa sia successo, perché, se va bene, cosa fare? Come? Oddio… ho bisogno di Max! –
Le venne in mente il fratello maggiore con cui aveva un rapporto stretto, in quelle occasioni c’era sempre lui a riportarla alla realtà e a farla ragionare, ora solo il panico c’era e la faceva sragionare!
Si alzò in piedi e cominciò a camminare circolarmente per la stanza, veloce e frenetica si portò le mani diverse volte ai capelli ingarbugliati e rivivendo mentalmente tutta la scena si vide come una grande stupida impulsiva che non pensava mai quando andava fatto!
Si morse le labbra e cominciò a dire ripetutamente il nome di Max, come se fosse una parola magica in grado di calmarla. Normalmente funzionava ma lì no.
In quel momento voleva solo prendersi a sberle, forse aveva capito male e aveva rovinato tutto… e se aveva agito troppo precipitosamente e lui era scappato convinto di non volerla più?
E se aveva buttato tutto nel cesso per degli istinti irrazionali del momento?
E se… se… se…
Si trovò ostacolata da una sedia, si fermò e quando sentì la sensazione di dover fermarsi per forza si ribellò: gli ostacoli si abbattevano!
Così prese a calci la sedia e con l’ansia che era decisamente cresciuta, si precipitò fuori dal terrazzo sperando ardentemente che Gianluca fosse in camera!
Non le passò per l’anticamera del cervello che potesse interromperli, sapeva che Ale fumava in camera e quindi la porta a vetri era aperta, senza farsi problema alcuno come un uragano impazzito entrò e si mise a correre senza senso per la stanza del fratello.
Non notò minimamente che c’erano anche Trystin e Daniel che si coccolavano su un letto ridacchiando (il moro ridacchiava) e che nell’altro Gianluca si trovava appiattito completamente contro la spalliera, con un aria da panico mentre spingeva via con un piede Alessandro che invece voleva saltargli addosso.
Non notò proprio nemmeno la sigaretta che quest’ultimo stringeva fra i denti e le bottiglie di birra che rotolavano a terra vuote insieme ad alcune piene.
Non notò nulla se non che voleva urlare!
I quattro si fermarono vedendola correre come una scheggia impazzita e si preoccuparono quando riprese con le imprecazioni fantasiose e colorite.
Sarebbe stata una lunga notte!
- Che è successo? –
Azzardò Gianluca ancora alle prese con Ale che era riuscito ad abbracciarlo con fare giocherellone, alla fine o allontanava Ale per la propria integrità fisica o dava attenzione alla sorella… vedendo e conoscendo quest’ultima era meglio calcolare lei, così aveva lasciato che il biondo dai capelli sconvolti sul viso si appiccicasse contro il suo corpo facendo le fusa come i gatti. Aveva un aria beata ma ovviamente nemmeno questo fu notato da Samantah che, come non aspettasse altro, iniziò il monologo velocissimo fatto senza respirare, iper agitata:
- Che figura di merda! Io non volevo, cioè si volevo, ma non in questo modo. Volevo essere cosciente e conservare un bel ricordo del mio primo bacio. Dovrei essere contenta che l’ho dato proprio al mio principe azzurro ma non così, così… così… così!  Ti rendi conto? Ballavo come un indemoniata e sempre come un indemoniata quando è arrivato l’ho sedotto, ha funzionato, pensavo andasse tutto bene, non poteva che andare così però poi quando mi ha baciata io cosa faccio? SVENGO!  OMMIODDIOOOOOO!  Gian, ti prego, dimmi che non l’ho fatto! –
Era difficile starle dietro ma Gianluca era abituato e aveva capito il trucco: estrapolare dai suoi mille discorsi solo la parte chiave: lei e Marek si erano baciati e lei era svenuta!
- E dov’è ora? –
Disse quindi apparendo il più composto possibile visto il gatto che si coccolava da solo. Lei piantò i suoi occhi neri iniettati di sangue in quelli verdi del fratello e urlò:
- NON LO SO! COME NON SO COSA HA PENSATO, COSA VOLEVA, COSA VUOLE ORA, perché SE NE è ANDATO… NON SO UN CAVOLO DI NULLA! PORCO MONDO! –
Samantah era nel panico e al mondo esisteva solo una persona in grado di calmarla: Max!
Gian si premette due dita alla fronte, la testa cominciava a fargli male e la mezza birra che l’avevano obbligato a bere l’aveva gettato un po’ fuori fase, beveva pochissimo e non reggeva gran ché.
Fu Daniel ad intromettersi:
- Com’è stato? –
Domanda in effetti naturale vista la conosciuta adorazione della mora per il moro!
Lei spalancò la bocca per rispondere tragica ma si fermò per pensare rimanendo quindi senza parole. Poi arrossì e riprese a correre per la stanza imbarazzata ed agitata:
- Se me lo ricordassi sicuramente potrei dirti magnifico ma mi basta l’idea di averlo fatto!  È il come che mi getta nel panico! Mi sono comportata da stupida, guarda come mi ha visto! –
Si fermò un attimo davanti al moro che si era alzato a sedere nel letto, separandosi dal fidanzato ancora tranquillo: aveva mille punti di domanda in testa, non capiva cosa diceva, parlava troppo veloce, così la guardò e constatando che era poco vestita alzò le spalle, non gli faceva alcun effetto a lui!
Guardò Trystin che sembrava estraneo come sempre alla faccenda:
- Che ne pensi? –
Chiese col suo accento inglese. Trys sentitosi chiamare in causa si chiese cosa potesse dire a quel punto, non si aspettava di dover dare consigli ad una ragazza in campo sentimentale, già l’averlo dovuto fare con Gianluca e Marek era stato strano.
- Si, tu conosci bene Marek… cosa pensi? –
Fece eco Sam avvicinandosi pericolosamente al bel biondo angelico, questi si spostò leggermente indietro sul letto temendo che potesse artigliarlo ad una risposta di non suo gradimento, poi provò a dire qualcosa:
- Mah, credo stia bene, dopo tutto un bacio è sempre bello, no? –
Disse semplicemente. Certo, se avesse capito meglio la scena avrebbe potuto dire qualcosa di più approfondito; dovette rimanere sul vago così Sam non convinta si girò verso Ale chiedendogli come un impossessata:
- E tu che dici? –
Alessandro si staccò finalmente dal corpo di Gian che riprese a respirare, guardò la ragazza dal viso sciupato, quindi il fratello che non sapeva cosa dire e poi le bottiglie ancora piene di birra a terra, infine decise, assunse la sua aria felicemente sadica, buttò la sigaretta ormai consumata in un bicchiere d’acqua, prese una delle birre, la stappò e gliela porse dicendo:
- Bevici su, poi tutto ti sarà chiaro! –
In realtà lui era il meno adatto a dare consigli visto che non aveva ancora ritenuto importante chiarire la sua situazione con Gianluca a parole. Si era limitato a dimostrargli che lo voleva nel suo letto, lo provocava in continuazione e faceva lo scemo ma seriamente non era ancora andato da lui a chiedergli se voleva diventare il suo fidanzato o qualcosa di simile. Nulla di nulla. Ecco perché in realtà non aveva senso parlare con lui di cose simili.
Sam guardò lui, poi la bottiglia ed infine il fratello che alzò le mani in avanti come a dire che non sapeva nulla, così la prese semplicemente e se la scolò circa metà tutta d’un fiato, quando se la tolse dalla bocca strinse gli occhi, si batté il petto e con non molta sorpresa dei presenti mollò un rutto molto lungo e poco femminile, quando terminò anche con quello guardò tutti con aria poco lucida ma non più in ansia come prima e disse lapidaria:
- Mi serve Max! –
Così prese ed uscì dalla stanza prendendo il cellulare del fratello.

/ L’amore immaginato – Pierò Pelù e Anggun /
L’aria fresca notturna l’aiutò a respirare con più calma, il resto lo fece la voce pacata e sicura del fratello:
- Max… ho fatto un disastro… credo di aver compromesso definitivamente la mia relazione con Marek! Aiutami! –
Max dall’altro capo del telefono sentì un amareggiata Samantah, poteva quasi vederla a testa bassa tutta accucciata. Ebbe un moto di sorriso, lei lo percepì, poi parlò subito nel modo che conosceva: pacato e sicuro:
- Bè, almeno ora parli di relazione, ti avevo lasciato disperata che negavi ogni possibilità con lui… -
Fu solo lì che lei riprese a respirare veramente, sospirò:
- Già… ci siamo parlati e mi ha detto che non sono io a non piacergli ma lui che non vuole relazioni per ora… non mi ha negato nulla a me personalmente! –
- Vedi? Tu sei sempre pessimista! –
Non le chiese cosa fosse successo, sapeva che glielo avrebbe detto e lo fece ancora giù di morale.
- Prima ballavo Dirty e come sempre mi ero presa. Avevo appena deciso di darmi da fare con Marek, ero felice e presa da tutte queste cose quando l’ho visto lì in camera a guardarmi, non so perché e come, ho pensato che volesse starci o che fosse un dono del cielo, così come una stupida gli ho ballato addosso. Le cose sono andate bene, mi ha baciato ma poi… ecco, sono svenuta, non so perché. Penso che non mi arrivasse più ossigeno al cervello ed ero anche molto emozionata! Quando mi sono svegliata non c’era più. Credo che mi abbia giudicata una scema infantile e non mi vorrà più! Se avessi fatto colpo veramente si sarebbe fermato, no? Se ne è andato e c’è solo un motivo! Che pensi? –
Dopo quel lungo monologo trovare risposte che potessero tirarla su non fu facile ma Max era un uomo dalle mille risorse, così semplicemente la fece ragionare. Era l’unico in grado di riuscirci.
- E’ un passo in avanti, no? Ti ha baciato lui? –
- Oddio, si, mi pare, ma potrei anche essere stata io, lui mi ha messo le mani hai fianchi per fermarmi, poi lì sono caduta nel caos e non ho capito come siamo finiti a baciarci… -
- Non pensare necessariamente che sia andata male, che ti abbia mal giudicato quando sei svenuta. Perché lo pensi? –
- Sarebbe rimasto se mi avesse voluta! –
- Ma non è un tipo facile, abbiamo appurato che è contraddittorio e questo è un bene poiché significa che è umano. Se non lo fosse sarebbe veramente una storia senza speranza. –
Lei rimase un attimo in silenzio a riflettere, era sicura che l’avrebbe tirata su però non si sentiva ancora bene, solo un po’ più leggera. Aveva bisogno di parlare.
- Ma che vuoi, siamo mondi paralleli che si attraggono e respingono… sembra che stia scappando da me, poi ci avviciniamo con un fatto straordinario ed insperato e successivamente torna ad allontanarsi, forse pensa che tutto passa ma niente si dimentica. Potrei facilitargli la situazione e parlare per lui, dirgli che gli lascio il tempo che gli serve o magari semplicemente che rinuncio a lui ma ho paura… ho paura anche solo di parlargli. L’ho fatto in questi giorni e sono stata forte ma non ho più la forza di farlo. Non dopo stasera! –
Si interruppe e Max si sentì di dire una frase significativa che gli ricordava non sapeva bene quale canzone:
- Basterebbe solo fare il primo passo e rischiare una figura, forzare la serratura… -
Ci pensò, le sue erano sempre parole incisive, le diceva con tranquillità come avesse modo di studiarsele, in realtà le diceva senza avere un copione o tempo per riflettere, gli venivano naturali. Era la persona che diceva le cose giuste al momento giusto nel modo giusto.
No, non era perfetto, anche lui quando si arrabbiava per non uccidere le persone spaccava a pugni le porte facendosi male, anche lui si chiudeva da solo in camera senza ricevere nessuno per giorni senza dare spiegazioni, anche lui aveva la mania di portare sulle sue spalle il peso della sofferenza di chi voleva bene.
Anche lui aveva molti difetti ma non solo, erano tutti accompagnati da pregi essenziali.
Era una gran bella persona e se non fosse stato suo fratello, Sam se ne sarebbe innamorata.
Marek era diverso anche se poteva sembrare simile.
Era un tipo misterioso, introverso, composto, maturo, tranquillo, disponibile, gentile, fermo, freddo a volte, con un mondo interiore immenso da scoprire.
Ed una gigantesca paura di lasciarsi andare.
Paura dei sentimenti.
Però lei aveva molte incertezze con una persona del genere che non lasciava trasparire nulla di nulla.
Era tutto un azzardo però dopo situazioni simili si aveva la facile sensazione di aver frainteso e di star sbagliando.
Come se fosse solo amore immaginato.
- Potrei immaginarmi tutto. Sembra proprio così, uno stupido amore immaginato, qualcosa che mi sembra vero, che mi fa insistere per questo, che mi attira verso di lui e poi mi respinge e poi mi richiama, qualcosa che mi fa star lì in attesa per ore, sta in agguato dietro le mie spalle. È… un amore incasinato… fa bene, poi fa male e poi bene e poi male e infine non sai deciderti… hai provato più male o più bene? Sai solo che ti dispera e ti fa bere! -
Lo percepiva così, un amore immaginario, aveva paura di scoprire che era vero, che si era innamorata dell’idea di Marek, che si era solo intestardita, che si era illusa di aver percepito una predisposizione di lui verso di lei.
Aveva una gran paura ed in realtà l’aveva non di soffrire, bensì solo di amare e lasciarsi andare.
Non lo sapeva ma era più simile a Marek di quel che pensava.
- Proprio come gli atomi di un amore immaginario continuate a ritirarvi e spingervi l’uno verso l’altro. Ci sono cose che sembrano facili ed in realtà sono spaventose, fanno parte del mondo là fuori e sono cose che si devono rischiare di affrontare e di vivere. Ci sono molti che rischiano qualcosa di importante per seguire tutto ciò che sentono, immaginario o reale che sia. Tutti cercano la chiave per la sicurezza, per non scottarsi, per non sbagliare e soffrire inutilmente, lui non l’ha trovata e per evitare questa condizione si nega l’amore, si nega a te. Tu non sai ancora deciderti ma ti butti, vuoi rischiare eppure esiti, hai paura, non sai bene, vai nel panico… non sai rischiare veramente. Arrivi a pensare che sia immaginario solo perché siete diversi. Pensi di aver frainteso tutto ma non ti ricordi più quanto ti facesse felice, pazza, assetata, affamata… tu voli per Marek. Te lo ricordi? –
Samantah rimase senza parole e senza fiato ad ascoltarlo, Max non era un tipo di poche parole, parlava solo quando riteneva opportuno e poteva farlo per ore e dire cose sentimentali che spiazzavano una donna. Poteva anche essere insensibile come di norma gli uomini erano, dipendeva dalle situazioni. Ma non si faceva problemi ad essere sempre vero.
Adorava suo fratello, fu lì che lei capì ogni cosa e riprese la voglia e l’energia di darsi da fare, di essere sincera, di fare come lui sosteneva.
Si rialzò dal pavimento del terrazzo e riprese a guardare il paesaggio notturno illuminato, molto suggestivo. Poi disse con forza crescente:
- C'ho un mondo in testa che passa qui dal mio cuore, sta in fondo alla mia anima e sono sicura di una cosa. Se mi separassi da lui potremmo incontrarci di nuovo e ricominciare così. Amore immaginato? Non lo so ma so che è bello ed è vero ma soprattutto qualcosa di amato! Felice e pazza… si, hai ragione, non lo sono di natura, lo sono perché amo ed ora voglio lui! E l’avrò! -
Non poteva vederlo ma Max stava sorridendo.
Questa era la Sam che conosceva!
- Max? –
- Mmm? –
- Grazie! –
- Hai fatto tutto tu… -
Sapeva che avrebbe detto così, in fondo era un ragazzo e lei lo adorava!

/ Rock this party – Bob Sinclar /
Quando tornò in camera era sorridente e battagliera come al solito, tutti la riconobbero come la casinista solare di sempre e sospirarono poiché tutto era tornado alla normalità.
- Hai ragione, è miracoloso tuo fratello! –
Esclamò Ale quando la vide, Gian rispose serafico:
- Ve l’avevo detto, lei lo chiama ‘l’Angelo’ ed in effetti ha ragione… -
- Macchè angelo… Dio è più appropriato! Quando torno mi inginocchio davanti a lui, non pensavo veramente potesse riuscirci! –
- Non bestemmiare, blasfemo! –
L’ammonì Samantah fintamente severa avendo sentito i discorsi, Ale la guardò non osando ribattere visto che era in vena, l’osservò guardarsi intorno e facendo il muso come una bambina che ha qualcosa che non l’aggrada mise le mani ai fianchi per studiare qualcosa. Tutti la fissarono in silenzio per capire cosa avesse in testa, poi senza dire nulla spostò il comodino in mezzo ai due letti, prese per mano Dany e Trys, li alzò e senza proferire parola spinse la rete ed il materasso accanto all’altro per formare un letto matrimoniale, poi poco gentilmente li spinse sopra per poi buttarcisi anche lei con la birra di prima ancora a metà.
Quando ebbe fatto tutto quello sembrava felice e soddisfatta:
- Ecco, così ci sto anche io! –
Avrebbero voluto chiederle dei dettagli ma non osarono, avevano paura di un altro suo lungo monologo, così aspettarono la prossima sua mossa.
Sam si guardò intorno cercando di capire come mai stavano in silenzio a guardarla come fosse un aliena, constatando che non avrebbe mai capito da sola bevve un sorso di alcolico e chiese schietta:
- Bè? Volete una foto? Ve la concedo se volete! –
Rimasero interdetti ma Gianluca la conosceva e smise subito di osservarla, tanto avrebbe saputo lo stesso in un modo o nell’altro cosa era successo, Ale invece era demente quanto lei in quel momento così decise di assecondarla e con una luce preoccupante dello sguardo se ne uscì con una trovata secondo lui geniale. Quindi si alzò in piedi facendo spaventare il ragazzo accanto ed infine esclamò contento:
- Ora faremo il gioco della verità e chi non risponde deve bere! –
Non era una proposta, era un ordine!
Sam subito saltellò sul posto contenta: era d’accordo, ovviamente.
Trystin non si pronunciò, tanto il suo voto sarebbe stato irrilevante.
Gianluca rifiutò immediatamente, le cose si sarebbero sicuramente messe male, era certo.
A decidere però fu l’unico che non aveva ancora detto la sua, Daniel.
Fu ovvia la sua risposta:
- Un diversivo per non addormentarsi! –
Del resto quella era l’ultima notte di ritiro, no? Bisognava sfruttarla fino in fondo!
- Allora è deciso! Vi avverto, non avrò pietà! –
E si sapeva… uomini avvertiti… mezzi morti!